Pubblicato in sordina nel 2020 questo è l’unico
live ufficiale di Nick Waterson e la sua band, registrato nel mitico Pappy and
Harriet’s, un locale in stile western completamente in legno situato a
Pioneertown, nel Mojave Desert poco distante da Joshua Tree e ad un centinaio
di miglia da Los Angeles. L’ambientazione è degna del contenuto, uno
spumeggiante, trascinante, irresistibile show di uno dei rocker californiani
più interessanti degli ultimi anni, capace di unire passato e presente in un
set che lascia senza fiato tanta è l’energia e la brillantezza profusa,
complice una band coi fiocchi ed una chiassosa partecipazione del pubblico che
ricorda gli antichi live degli anni sessanta. Chi lo ha visto nel novembre del
2019 al Magnolia di Milano sa di cosa parlo, Waterhouse è uno showman con il
viso da impiegato di banca che frulla un groove contagioso e diabolico dove il
rock n’roll si accompagna col soul, lo swing con il rhythm and blues, il surf
col rockabilly in un tornado di note che travolge l’ascoltatore e lo porta in
un universo musicale senza tempo.
Lui, direttore del combo, con chitarra, voce
e occhiali, dirige musicisti che dai loro strumenti estraggono l’essenza del
piacere e del divertimento, senza dimenticarsi di una note, una sfumatura, un
dettaglio, mettendo la tecnica completamente al servizio del feeling. Obie Hughes è una sassofonista baritono a cui
bisognerebbe farle un monumento tanto le sue entrate evocano quei fumosi club
losanegeleni cari al jazz e al primo Tom Waits, e così è per Mando Dorame, il
tenorsassofonista, un nome un programma. Alla sezione ritmica ci pensano Brian
Long col basso e Eric Jackowitz con la batteria mentre il funambolico e
bravissimo Jerry Borge con piano e organo pennella di retromania il tutto, richiamando
Jimmy Smith, Brian Auger, Booker T e tutta una dinastia di tastieristi rivolti
più al mood che al virtuosismo. Naturalmente l’avvenente Carol Hatchet fa da
corista e da contraltare vocale al leader, che dal cappello estrare i pezzi
forti del suo repertorio. Innanzitutto Some
Place il brano che nel 2012 lo ha fatto conoscere ai cultore dei nuggets
moderni e poi brani dell’album Never Twice (Straight Love Affair, It’s Time, LA Turnaround, Katchi ) e di Time’s
All Gone ( Say I Wanna Know,
Don’t You Forget It, If You Want Trouble, Raina) mentre dall’omonimo Nick
Waterhouse del 2018 arriva solo El Viv, probabilmente perché questo show
è antecedente alla sua pubblicazione. Stacchi, controstacchi, rallenty e ripartenze
scatenate, furtive ma mai così sostanziose entrate di sax baritono, ritmi
scoppiettanti e coretti soul (Wreck The
Rod), talking da crooner adrenalinico e la maliziosa danza doo-wop di Katchi , sguaiato R&B urbano (I Feel An Urge Coming On), aromi blues e
sassofoni shout (Dead Room e Don’t You Forget It), la sensualissima Raina ed una Pushing
Too Hard che risveglia i Seeds. Impossibile stare fermi,
impossibile non accorgersi di quanta euforia e salute irradiano Nick Waterhouse
e la sua band, Live at Pappy and Harriet’s per chi scrive è il più divertente
live degli ultimi anni.
MAURO
ZAMBELLINI APRILE 2021
Artista che ho scoperto anni fa attraverso qualche traccia apparsa sui CD allegati ad Uncut,ma di cui non ho ancora nulla. Mi intriga molto anche perché grazie alle tue recensioni e ascolti fatti su Spotify, mi sono ripromesso di acquistare qualcosa al più presto. Pur non inventando nulla, trovo originale il suo modo di combinare tra loro più generi. Come sempre ritengo preziosi i tuoi consigli e sono convinto che anche questo artista andrà ad aggiungersi a quell' elenco di illuminanti scoperte.
RispondiEliminaArmando
Molto bello Nick Waterhouse.
RispondiEliminaTra le nuove uscite consiglio:
Cool Ghouls at George's zoo
William the Conqueror Maverick thinker.
Come anniversari:
12 maggio 72 Exile on main street vera bibbia per chi bazzica da queste parti.
12 maggio 92 Southern harmony and musical companion dei Black crowes forse il più degno erede di Exile.
Grazie Luigi. Per quel che riguarda il resto emozionante ancora rimetter su il vinile degli Stones quanto riprendere i Black Crowes, anche se " Exile..." oltre al disco in sé si porta dietro tutti quelli scatti di Robert Frank che sono arte pura e gioiello aggiunto. Disco che ho in vari formati...vinile, CD e audiotape che presi all' epoca per sentirmelo in auto sia con gli amici che nei lunghi viaggi destinati sia al lavoro che al piacere. Il bello di certi dischi è che non ti stancano mai e quando li riprendi anche per la millesima volta sanno regalarti ancora le buone vibrazioni.
RispondiEliminaArmando
Non ne so veramente nulla di questo autore, salvo conoscere il suo nome solo per sentito dire
RispondiEliminaEssendo un cultore dei live è vista la recensione .......mho me lo compro
E io me lo ascolto
RispondiEliminaLivio. E io no???
RispondiEliminaOh, questo qui ha prodotto gli Allah-Las, niente male. Ed è anche un ottimo chitarrista che, chissà perché, mi ricorda un po' Link Wray, un po' Hank Marvin degli Shadows. Bella musica, belle atmosfere, forse un filino ripetitivo nelle composizioni, ma mi è piaciuto, non sembra un semplice revivalista. Grazie a Zambo per avercelo fatto conoscere!
RispondiEliminaLivio. Sottoscrivo quanto di buono già detto. Live breve, come usava una volta, ma vivace, concentrato, brillantissimo. Soul, r'n'b, blues, jazz, swing e quant'altro vorrete sentirci dentro. Energia, entusiasmo, coinvolgimento. Strumentazione d'epoca: il doppio sax, l'hammond, i coretti femminili. Più lo ascolto, più mi piace. Atmosfera, sì, ma anche entusiasmo e autentico piacere di cantare e suonare, il tutto unito a tecnica e feeling a 1.000. Pensate a un'unione tra sound raffinato da club esclusivo e sfrenato feeling da pub rock.
RispondiEliminaDa sentire.
PS: e buon compleanno ad Exile e a Southern Harmony!!! Lunga vita
Crowling kingsnake di j.lee hooker cover blues dell'anno fatta dai Black keys.
RispondiEliminaPezzo stratosferico ed atmosfera incredibile.
Se l'album confermerà le impressioni del singolo credo che che ci sarà da saltare giù dalla sedia.
Aspetto trepidante un parere eventuale del prof.
Luigi, hai ragione, gran pezzo e tutto Delta Kream è un album formidabile. Fossi il direttore del Buscadero gli darei la copertina, altro che Deja Vu di CSN&Y, stra-deja vu.
RispondiEliminaLivio. Porca miseria, 'na bomba sto Delta Kream! I North Mississippi All Stars finalmente elettrificati. Potente, ossessivo, demoniaco. I padri fondatori del Chicago Blues fatti propri con rabbia e passione. 'Hill Country Blues', sembra essere la definizione esatta. Chitarre acide a profusione e musica del diavolo. Niente orpelli. Selvaggio, anzi, selvatico. Dimenticate gli ultimi Black Keys. Questo è ben altro.
RispondiEliminaNon c'è niente da fare: se torni al blues essenziale, basico, primigenio non sbagli mai. Disinfetta, purifica, rafforza. Brucia
Livio. I black Keys sono riusciti a dare una patina di modernità al north Hills country blues di Mississippi fred mc dowell e rl burnside sperando che piaccia anche alle generazioni digiune di blues. Dan auerbach è uno che ha l occhio lungo e le orecchie pulite, tutte le sue produzioni sono notevoli anche quelle improntate al blues. Ama la musica di radici e di sente è riesce ad essere vintage e moderno nello stesso tempo. A suo tempo anche Brothers dei black Keys era un bel disco ma in delta kream l impronta nmas è evidente, come pure il tocco chitarristico di kenny Brown che di quelle sonorità è un maestro
RispondiEliminaVolevo dire....improntate al soul
RispondiEliminaLivio. Perfettamente d'accordo, Mauro. X il passato dei BK mi riferivo a Let's Rock, decisamente meno eccitante di Delta Kream. Sono con te anche sulla stanchezza x l'ennesimo deluxe box su Deja Vu. Davvero 'già visto', e fin troppo!
RispondiEliminaGrazie x la azzeccatissima recensione del tributo a Tom Petty da parte di Lucinda Williams. Io adoro entrambi, e sentire il (meraviglioso) vocione di Lucinda omaggiare il gigante di Gainesville è davvero una goduria. Come dici ottimamente anche tu, non c'è nessuna competizione: non ci vuole essere! C'è tantissimo affetto, certo alcune cover sono più riuscite di altre, e gli Heartbreakers restano irraggiungibili, ma lo scopo era proprio questo: ricordarne la grandezza. Forse, x me, la più bella è proprio Stolen Moments, l'unico originale di Lucinda, dedicatissima a Tom.
Più in generale è molto bello che la Williams non si perda letteralmente un tributo, sempre pronta ad omaggiare artisti noti e meno famosi. Segno di grande passione, cultura musicale, rispetto: una vera fan, nel senso + positivo della parola.
Su youtube ho trovato anche un tributo ai Rolling Stones, di cui non sapevo nulla (forse rientra nelle 'juke box series'?) e c'è una 'You can't always' strepitosa. E alcune gustose covers di Dylan, sempre in quel mood un po' rough, scevro da ogni presunzione
Livio. Scusate, ma qs è un mese ricco. E x me il n.1 spetta a Finding Wildflowers. E' quasi meglio del pur indimenticabile originale del '94. Più fresco, meno prodotto, + chitarroso. Miele puro. Riconoscenza infinita al Seminole biondo, che ci manca ogni giorno di più
RispondiEliminaLivio. E disonore x l'obbrobriosa, oscena, operazione commerciale denunciata da Marco Verdi sulla recensione. L'ho voluto scrivere a parte xchè tradisce clamorosamente i princìpi di TP, che ha spesso lottato contro (e sofferto per) la voracità delle majors. Si vede che gli eredi sono meno attenti...
RispondiEliminaAvevo rimandato l'acquisto del cofanetto e nei giorni scorsi ho trovato finalmente Findin' Wildflowers citato da voi su. Una vera goduria ma concordo con il senso delll'operazione discutibile. Non sta a me giudicare quanto fatto dalla sua famiglia ma il mondo delle ristampe è un fitto bosco e più fitto e ombroso di una foresta dell' Oregon.
RispondiEliminaArmando
Scusate, adesso sono io che chiedo a voi ma Finding Wallflowers è indispensabile se uno, come me, ha comprato non l'edizione deluxe ma il quadruplo CD Wildflowers & All The Rest? Oppure sono tracce assemblate ma già presenti nel 4CD? Non sono un completista ma solo uno che non vuole perdersi delle chicche.
RispondiEliminaOttima domanda ; in effetti anche io sono tra coloro che son sospesi. Ho preso il quadruplo e questo dischetto aggiunto mi sembrava una forzatura o soltanto per hard core fans .
RispondiEliminaMa se voi date l’ok ...parto con l’acquisto e già che ci sono prendo anche i Black keys .
D’altronde quel tipo di blues in particolare Rl Burnside mi piace veramente tanto .
Aggiungo che sul quel versante anche i NMAS hanno fatto egregie cose ...con un papà come Jim Dickinson penso che era inevitabile.
Ps: se ho cominciato ad ascoltare Fred Mc dowell lo devo a te Zambellini..quindi ti ringrazio come sempre .
Tornando all’ennesimo super box super deluxe scusate il francesismo....mi hanno rotto il cazzo.
RispondiEliminaDovrebbero ringraziarci se ancora compriamo dischi o cd e invece continuano con questa misera politica di fare uscite a prezzi demenziali .
Faccio un esempio citando ultima ristampa degli Who ....io mi sono fermato al doppio che per me era più che sufficiente.
C’e un limite a tutto .
E aggiungo che con la pandemia ho speso meno quindi il problema non sono 80/100 euro , ma queste uscite mi sembrano una presa per il culo .
Scusate lo sfogo .
Un doveroso pensiero va a Franco Battiato ; personalmente l’ho trovo un genio in bilico tra musica contemporanea e pop .
RispondiEliminaSe ascoltate il testo di “ l’ombra della luce “ è veramente potente .
Completamente d accordo con bob rock questi superbox hanno rotto le palle a meno che uno non voglia recuperare un artista che ha trascurato o sfuggito.mi sono comprato il box di 7 CD degli anni chrysalis di Frankie
RispondiEliminamiller alcosto popolare di 27 euro e sono con ntento anche se non tutti i CD sono all altezza, e mi hanno regalato il box su ronnie lane,una meraviglia anche se piuttosto caro. Su who sell out non ci ho pensato un momento , basta e avanza il CD originario e anche su deja vu mi sembra solo speculazione.la questione outakes:se non sono state pubblicate al tempo ci sarà un motivo. Discorso diverso per i concerti , ad esempio il recente steve miller live ,concerto del 77 è un ottimo live anche se la registrazione non è superlativa ma la performance si.
Livio. Mauro: purtroppo se possiedi il 'Wildflowers and all the rest' 4cd a 37,37€ su amazon, non hai il 'Finding Wildflowers' e dovrai sborsare altri 17,65€. Ne vale la pena? Secondo me, sì, ma poi ognuno decide x sè.
RispondiEliminaIo mi ritengo eticamente nel giusto quando vado a pre-ascoltarmi tutto su spotify o youtube, decidendo di volta in volta cosa acquistare fisicamente e cosa no. Stiamo parlando di legittima difesa!
Da sempre d'accordo nel deprecare il costo assurdo dei super deluxe: comprendo che l'industria discografica è in difficoltà, ma non giustifico che vogliano riprendersi truffando all'infinito noi hardcore fans di 1\2età con un po' di soldi in tasca x la musica (il resto, come noto, lo sprechiamo :) ).
Poi ci sono le beate eccezioni: io a suo tempo ho trovato a prezzi accettabili il box di Fisherman's Blues (strepitoso), quello dei Pogues (ottimo), un bel Lee Brilleaux...
Anche le serie 'Original Albums' et similia offrono mini cofanetti con 5cd, album originali, al prezzo di un dischetto. Certo, non sono rimasterizzati, la confezione è spartana (imita la busta esterna dell' LP originale), ma sono una miniera d'oro!!!
Battiato: non voglio fare l'ipocrita. Non era fra i miei preferiti, però 'cinghiale bianco\patriots\voce del padrone' e i 3 Fleurs (x me deliziosi) li tengo cari sugli scaffali. Addio, la terra gli sia lieve
La terra gli sarà sicuramente più lieve dato che è morto di Alzheimer.
RispondiEliminaPer il sottoscritto un gigante della musica italiana .
Per quel che riguarda cofanetti e speculazioni sono d'accordo con voi. Ho amato alla follia " Deja Vu'" ma mi faccio bastare il vinile consumato dagli anni o la sua versione CD da ascoltare in auto ( caricata a suo tempo su chiavetta USB, perché non ho modo On the Road di ascoltarli diversamente). Su Petty e il recente doppio, per me è godibilissimo ma lo dico perché non presi la versione Deluxe e i 10 pezzi del bonus me li ha passati un amico su CD. È vero poi che c'è da perdersi dietro alle ristampe, per cui concordo con quanto dice Mauro. Di Battiato non sono mai stato un suo grande fan ma è chiaro che ne riconosco la sua grandezza ed unicità, anche da quello che ho ascoltato grazie a mia moglie,dell' artista catanese sua grande ammiratrice. Aspetto con ansia l'ultimo dei Black Keys, anche perché amo molto quel blues del Mississippi.
RispondiEliminaArmando
Quale è la fascia di età che compra ancora dischi e cd ?
RispondiEliminaQuale è la fascia di età con qualche soldino in più in tasca ?
Quale è la fascia di età affascinata da edizioni deluxe outtakes e gadgets vari ?
Risposte fin troppo facili......
Giusto Luigi, fa infatti molta tristezza notare come la fruizione della musica sia talmente cambiata. Purtroppo un vero e proprio ricambio generazionale non vi è stato, tranne rari ed eccezionali casi e tanto sappiamo quanto pure è cambiato il mercato e chi ha preso potere nelle major. Certo i dischi vanno venduti eccome, ma almeno una volta dietro le scrivanie vi era gente competente e che amava quel che faceva. Oggi è tutto così assurdo e il fatto che sopravvivano pochi negozi di dischi sembra un sogno ad occhi aperti. Quando ci entro in uno di questi sembra d'esser in un posto davvero speciale ma al tempo stesso provo anche un forte senso di malinconia ripensando ai bei tempi. Vedo in questi gestori dei piccoli e grandi eroi che devono combattere giorno dopo giorno contro dei mulini a vento. Non parliamo dei megastore perché solo avvicinarti al settore musica lì, ti mette una tristezza indicibile....dobbiamo solo prenderne atto e sperare che continueremo nel nostro piccolo ad amare e difendere una passione che rimarrà fin quando ci saremo o chi come noi, avrà voglia di alimentarla. Però se il mercato ci tiene in " pugno" con discutibili operazioni e speculazioni, vuol dire che nonostante tutto, siamo non pochi, quelli rimasti in giro ancora a comprare dischi, se poi parliamo del nostro paese, probabilmente siamo una razza viva per miracolo sulla via dell' estinzione. Solo il tempo potrà dircelo...!?!
RispondiEliminaArmando
Il cd come formato é tecnicamente defunto da tempo. É stato nuovamente rimpiazzato dal vinile per il quale non andavo pazzo neanche in gioventù per i limiti della durata , della manualità nello scegliere i brani , per il fatto che il classico doppio dal vivo comunque non conteneva l’intera performance. É stato tirato di nuovo fuori dalla tomba anzi protremo parlare di resurrezione vera e propria ma il target é sempre rivolto dai 40 anni a salire . Il discorso del suono é un alibi . É vero che il vinile ha un suono più caldo e avvolgente ma il discorso è che il vinile tira di nuovo perché è L’OGGETTO , la copertina apribile , i crediti all’interno, i testi leggibili , tutte cose che oggettivamente mi sono mancate col cd però c’è un però .
RispondiEliminaIo ascolto il contenuto cioè la musica , che é l’unica cosa che mi interessa .una bella copertina non mi basta , un bel box non mi basta, i gadget all’interno del box men che meno .
Non sono più disposto a farmi dissanguare . Io continuo a comprare CD sopratutto perché da alcuni anni finalmente costano poco ( se non ti infili nel discorso delle super deluxe). Conscio del fatto che a breve ( max due anni direi ) non ne stamperanno più .
Io ho continuato a chiamare dischi anche i cd e non ho mai usato la parola traccia .
Un disco é fatto di canzoni . Qualunque sia il suo formato.
E per me é bellissimo infilare un cd e ascoltare 70 minuti di musica di fila ( ovviamente quando posso).
E ascoltare un concerto dall’inizio alla fine.
Buona musica a tutti io domani compro i biglietti per la terza data di Clapton ( si lo so non sono normale e sono come il soldato giapponese nella giungla filippina ) . Devo solo sperare che Eric resista ancora un anno .
Livio. Anch'io resto sui cd, x 1000 motivi. Penso che il revival del vinile sia + che altro un'operazione nostalgia rivolta (appunto) ai fan attempati come me. Riguardo al suono... mah, non sono mai stato un fanatico hi-fi, anche xchè la musica che prediligo è + istinto che tecnica, + passione che raffinatezze da sala d'incisione. X tutto il resto, il cd è enormemente + pratico, comodo, resistente.
RispondiEliminaIn generale, purtroppo mi pare che la musica non abbia + quel potere (illusione???) rivoluzionario, liberatorio, egualitario, che ebbero senza dubbio il rock,n,roll, la british invasion, il punk. Il mito è via via scemato, è diventato un prodotto cultural\commerciale come un altro. Ora tutto è liquido, vedo i giovani, e sono intelligenti, attivi, generosi, svegli, come e + di me alla loro età. Ma mancano totalmente gli ideali, la passione. Libri e cd sono articoli da anziani, x loro. Ecco, amano il buon cinema, x fortuna, e le serie tv di qualità, ma non sentono il bisogno che avvertivo io di identificarmi in un genere musicale preciso. X loro è quasi tutto 'carino', da consumare e dimenticare.
Hard times for rock'n'roll, temo...
Concordo su quello che avete scritto e penso che il ritorno del vinile sia un qualcosa che abbia a che fare molto con la nostra generazione,quella un poco più vecchia ed una nostalgia per un tempo che non potrà più tornare. Non nascondo che qualche anno fa ho ripreso a farli girare di nuovo, ma quando ne ho voglia vado a riprendermi i vecchi che conservo da una vita e se ho comprato qualche vinile recentemente è stato solo per rimpiazzare qualche vecchia copia rovinata (il Miles Davis di Kind of Blue, Tres Hombres degli Z.Z.Top) o per rimettere sullo scaffale qualche disco mai riavuto più indietro ( il secondo dei Led Zeppelin,sigh...). Tra i vari supporti come Bob ben dice, il CD è più conveniente ed ora quasi te li lanciano addosso, anzi negli anni quest'ultimo ha sorpassato alla grande i vecchi vinili, come numero ma credo di dire una cosa ovvia.Come voi propendo per il contenuto e questo mi importa ma se penso che vogliono rimettere in circolo le audiotapes mi viene da ridere per l'assurdità dell'operazione e provo al tempo stesso rabbia per quante di queste originali ne ho buttate o regalate perché rovinate o ritenute superflue non avendo più il supporto per ascoltarle. Per quel che riguarda Spotify un giro ogni tanto me lo faccio ma preferisco sempre avere tra le mani il supporto fisico. Però il sabato pomeriggio lo dedico alla webradio e va da sé largo spazio a Zambo con Southside a cui segue per quel che mi riguarda,il programma della Bagarotti ( Book of Dreams), quello di Donata Ricci e qualcun'altro come quello di Labianca ecc..
RispondiEliminaArmando
Armando la mia concione sul vinile la vedo solo come l’ennesima operazione commerciale va da se che non criticherei mai una persona che se li vuole comprare .
RispondiEliminaHo il dubbio che molti li comprano e poi passino il tempo a fissare l’oggetto .
Io ho bisogno di ascoltare musica .
Ragazzi, mi spiace irrompere qua con una tragica notizia, ma ho appreso stamattina che è morto Bruno Conti, storica firma del Buscadero ed ex titolare del negozio Discoclub in Cordusio a Milano, purtroppo chiuso già da 15 anni. Io lo conoscevo piuttosto bene essendo un suo collaboratore "di blog" (oltre che del Busca), e lo avevo sentito l'ultima volta non più tardi di 10 giorni fa. Ha avuto un ictus, pare causato dal maledetto vaccino AstraZeneca.
RispondiEliminaHo voluto rendervi partecipi visto che probabilmente qualcuno di voi lo conosceva.
Difficile rispondere Bob. Sicuramente ci sarà chi li compra per il solo gusto di possederli ma ci sono anche diversi appassionati che li ascoltano eccome. Personalmente quando ne ho voglia, li riprendo anche per il solo fatto di capire quanti tra i vecchi titoli hanno retto al tempo ma la voglia di ascolto almeno da parte mia non è condizionata dal supporto.In rete spesso mi confronto con altri appassionati e mi piace farlo con chi come noi, ascolta musica con passione e dedizione. Non sono un fanatico dell' hi-fi,ne tantomeno uno che dice che un supporto sia meglio dell'altro. Mi sono adeguato anche al fatto di avere in auto solo l' ingresso USB per ascoltare musica. Diciamo che con una chiavetta da 16 MB ti entrano circa 300 CD ma caricarli a volte è un po' palloso,per cui con una serie di chiavette ti vuoi sbizzarrire e dividerli come vuoi. Considera che per lavoro sono molto in auto e durante i lunghi spostamenti queste diventano l'ideale. Ad ogni modo come tu dici è il contenuto che conta.
RispondiEliminaArmando
La notizia data da Marco ( Verdi presumo...?) mi ha sconvolto. Non conoscevo Conti se non per il fatto di leggerne sul Busca e saltuariamente sul blog di cui sopra. Non mi esprimo sul vaccino perché non ho competenze mediche per farlo e credo che in questo caso ci saranno i dovuti accertamenti al riguardo !? Mi dispiace averlo letto in questo spazio e in questo modo e lo dico sinceramente perché benché i vostri nomi mi siano familiari solo sulla carta, con il tempo,pur non conoscendoci fisicamente, in realtà ci si conosce più o quanto ci si può conoscere tra amici in carne ed ossa. Anzi...per quel che mi riguarda comprare il Buscadero o trovarsi qui a parlare ha la stessa valenza ( di più..) del trovarsi al tavolo con amici tra una birra ed una pizza. Per alcuni potrà forse risultare irrilevante o assurdo ma quando sfoglio e leggo il Buscadero o apro questo blog mi sento a casa, quella casa che è l'ideale stato mentale e il miglior rifugio per trovare il tuo spazio lontano da un mondo folle. Un abbraccio a tutti ed uno speciale a Bruno Conti, ovunque lui possa esser ora.
RispondiEliminaArmando
X Marco : io lo conoscevo essendo stato nella preistoria un cliente del disco club a Milano.
RispondiEliminaIl personaggio non era di facile accesso e non poteva essere contraddetto . Era un pozzo di scienza veramente competente e con una passione maniacale . Ai tempi notavo che si apriva più facilmente col gentil sesso . E aggiungo faceva più che bene .
Purtroppo in questi casi mancano le parole adatte e si rischia di dire qualcosa di retorico.
Cerchiamo di vivere ogni giorno nel miglior modo possibile
Marco se conosci la sua famiglia dedicagli un pensiero da parte mia .
Sono scosso dalla notizia su Bruno Conti, non lo conoscevo direttamente, lo avevo visto solo una volta, ma è come se lo frequentassi da tempo visto le sue collaborazioni sul Buscadero....
RispondiEliminaNon ho le parole. Solo mi dispiace profondamente. Si, qui anche se non ci si conosce condividiamo quel tipo di amicizia che talvolta non troviamo in persone fisicamente più vicine. E possiamo parlare anche di chi ci ha lasciato e mai abbiamo incontrato personalmente nella nostra vita.
RispondiEliminaLivio. Mi unisco al rimpianto x la perdita di un rocker autentico, springsteeniano e dylaniano, i cui scritti ho gustato x tanti anni sul Buscadero. Rest in peace, Bruno Conti.
RispondiEliminaCon tutto il rispetto, prima di pronunciamenti ufficiali e scientifici, incolpare il vaccino anticovid ha solo l'effetto di aumentare la psicosi. Se potremo uscirne, sarà solo grazie alle vaccinazioni.
C'è un rischio, x quanto infinitesimale? Certamente, come x ogni vaccino, come x ogni medicinale. Ma il rischio di morire di covid, soprattutto x anziani, fragili, cronici, immunodepressi, ma non solo, è enormemente + alto. Dico qs senza vis polemica e nel max rispetto per il diritto di ognuno di decidere in merito. Io e tutti i miei familiari siamo in corso di vaccinazione, come centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.
Gli eventi avversi, se dimostrati, sono nell'ordine di uno a un milione. I decessi da covid sono di sicuro uno ogni cinquecento persone...
Intervengo per puntualizzare ciò che è stato detto riguardo a Bruno Conti, è in condizioni gravissime in sala rianimazione ma non è morto, è ancora tra noi e tutti ci auguriamo che ce la possa fare.
RispondiEliminaSì, io mi ero basato sulle notizie di ieri mattina che riportavano una prognosi di morte cerebrale irreversibile, e sembrava che si aspettasse solo l'autorizzazione medica a staccare le macchine. Anche perché i familiari non vorrebbero costringerlo ad una vita da vegetale.
RispondiEliminaAltre esperienze passate di gente che conoscevo non inducono a sperare, ma a volte i miracoli accadono.
Spero e mi auguro che tutto possa svolgersi per il meglio riguardo Conti mandando a lui e alla famiglia un grosso abbraccio. Colgo l'occasione anche per riagganciarmi a quanto dice Livio e condividendo la sua veduta riguardo i vaccini. Lunedì mi tocca e sono sereno qualsiasi cosa mi iniettino.
RispondiEliminaArmando
Livio. Vicinanza e solidarietà alla famiglia Conti.
RispondiEliminaE x chi ci crede, una preghiera: male non farà
Buonasera amici, rompo il silenzio che da un po' abbiamo su Zambo's Place. Oggi è il mio compleanno e mio fratello, come aveva promesso, mi ha regalato "Love and Emotion". Una storia di Willy De Ville". In copertina compare una banda con una scritta: Nuova edizione aggiornata.
RispondiEliminaSono felicissimo di questo regalo e penso che per stasera lo avrò gia terminato, ma so per certo che riprenderò il libro numerose volte... Ecco, volevo solamente ringraziare Mauro per averlo scritto e per aver contribuito a non far cadere nel dimenticatoio una delle anime più sensibili non solo dell'universo rock, ma di questa valle di lacrime. GRAZIE!
Al volo due commenti su dischi più o meno recenti:
Alphabetland degli X è una vera festa, non mi stanco mai di ascoltarlo e Wine and Water è rock'n roll come piace a tutti noi. Ascoltatelo!
Paul Weller, dopo due dischi uno tedioso e l'altro di maniera, ha realizzato finalmente un bel disco che sto ascoltando molto volentieri. Non arriva alle vette di Stanley Road o A Kind revolution, ma lo ascolti e ti viene voglia di riascoltarlo, dunque è bello anche solo per questo.
E infine, ho ritrovato un vecchio CD Rom (!) degli Stones con una sessantina di canzoni degli esordi. Che dire: ogni tanto tornare indietro, alle origini del rock ti fa davvero percepire la differenza con l'ordinarietà di molta, troppa musica dei giorni nostri...
Un caro saluto a tutti
Tanti Auguri Corrado. Bello il libro di Mauro,che a dispetto del suo formato smilzo e tascabile ( ho la prima edizione) è ricco di informazioni dettagliate e ne ricostruisce la carriera con infinita passione e amore. Da quando l'ho letto e più volte ripreso, lo collocò tra gli imperdibili tra i quali inserisco Peter Guralnick,Greil Marcus, Dave Marsh,le bio dei Velvet Underground,Charlie Parker, Tom Waits e pochi altri che per mancanza di spazio non cito.Tra i nuovi e recenti acquisti ho preso una sbandata per l'ultimo dei Black Keys, che già dalla suggestiva copertina trasuda amore e passione per certo downhome blues.Ad un primo ascolto cercavo di fare inutili paragoni con gli originali che comunque in quanto tali, grandiosi rimangono. Poi ho pensato ai North Mississippi All Stars e ci sono andato piuttosto vicino, ma ho cominciato ad amare Delta Kream, alzando il volume e sgombrando la mente da ogni possibile accostamento.
RispondiEliminaArmando
Happy birthday Corrado! Willie 'Mink' De Ville è uno dei grandi losers della ns musica, e uno dei motivi x cui mi sento vicino ai gusti di Zambellini. Durante la sua onorevolissima carriera non ha goduto di quel colpo di c... indispensabile x decollare verso lo status di Rockstar. Ma forse a lui quel ruolo sarebbe stato stretto: troppi compromessi, troppo glamour, troppe bugie... Continueremo a godercelo in pochi, e tanto peggio x chi non lo conosce!
RispondiEliminaIo sto ascoltando molto il nuovo Van Morrison, e non è niente male: fosse stato un singolo con i migliori dei 28 pezzi totali, parlerei forse di uno dei suoi capolavori... Anche il prezzo è onestissimo.
E sì, continua a intrigarmi Lucinda che canta Tom Petty, mentre attendo con ansia la riedizione ampliata di She's the one, capolavoro misconosciuto (in quanto colonna sonora) sempre di Tom Petty. Ottima idea ridargli visibilità: contiene alcune delle migliori composizioni del Seminole.
Mi associo senza riserve al plauso x Delta Kream.
E mi lascia invece un po' perplesso il mega ultra stra box degli Stones sul tour del 2005\06. Chi, come me, già possiede The Biggest Bang, 4dvd del 2007, ha tutto quanto si può desiderare di quella serie di concerti. Oltretutto lo si trova al prezzo di un dvd singolo...
Non vorrei che la benemerita operazione sul catalogo (soprattutto live) degli Stones stesse un po' degenerando, stile Dylan, che ormai fa uscire quasi solo megacofanetti costosissimi in cui pubblica anche roba di nessun interesse (track infinite dello stesso pezzo chitarra\voce senza apparenti variazioni. Du' palll!!!).
A proposito: buon compleanno anche a Mr. Zimmermann e ai suoi 80anni! Il più grande di tutti e di sempre, a discapito di (o forse proprio per) un carattere impossibile e indecifrabile. Ma quel che conta davvero, il songbook (ceduto da poco a cifre considerevoli) è semplicemente inarrivabile. Centinaia di capolavori, milioni di cover in tutto il mondo... Che altro dire? Lunga Vita!!!
Sto leggendo l'ultimo Harry Hole di Jo Nesbo, con svariati, gustosi riferimenti alla ns musica. Una chicca: 'X ogni sigaretta che fumi, Dio ti toglie un'ora di vita.... e la regala a Keith Richards' :)
Chiudo sul 'mio' Springsteen, che farà altri 90concerti (x ora) 'on Broadway', praticamente tutti uguali fra loro e ai 236 del '17\'18. Solo il teatro è diverso: capienza raddoppiata, guarda un po'. Mahhh... x fortuna ha promesso, x l'anno prossimo, un tour con la E-St. Band
Quanto sopra va firmato: Livio
RispondiEliminaCiao Livio,a proposito di Jo Nesbo ti dico che è stata una bella sorpresa da quando qualche tempo fa,mia moglie sua fan da sempre, mi ha fatto scoprire Harry Hole. Ultimamente e a proposito di libri ho letto e tanto mi ha entusiasmato" Alabama" di Alessandro Barbero. Non ho comprato molta musica ultimamente ma sto gustando i già citati Black Keys,Tom Petty ( il Wildflowers con bonus), Ryan Adams e qualcosa che l' anno scorso avevo perso, compreso il James Taylor di " American Songbook" davvero gustoso e che non snatura il suo essere songwriter e al tempo stesso sa essere rispettoso verso la scuola del Tin Pan Alley. Per il resto in ordine sparso mi sono andato a risentire Cowboy Junkies live, un bel bootleg di Nick Gravenites e John Cipollina ( blues elettrico) e altre cose del nostro passato musicale.
RispondiEliminaArmando
Livio. Armando: complimenti a tua moglie x il buon gusto. Anch'io gli Harry Hole me li sono letti tutti. Jo Nesbo, come certo saprai, è anche frontman (chitarra e voce), di un gruppo piuttosto noto in Norvegia, i Di Derre. Ha fatto pure il calciatore a un buon livello. A proposito: Grand'Italia, iersera! Finalmente: ci volevano, un po' di gioia e ottimismo.
RispondiEliminaComplimenti a tutti x la musica che ascoltate, x i libri che leggete: è comunque bellezza, cultura, elevazione, civiltà.
Speriamo possa ripartire presto il circuito live. I certificati vaccinali aiuteranno
Grazie Livio... è sempre bello e costruttivo un sano confronto tra di noi e illuminanti i consigli di Mauro. Poi è chiaro che ci possano essere anche delle cose che ci differenziano ed è giusto che sia così...il mondo è bello, perché vario !
RispondiEliminaBuon Sabato a tutti !
Armando
Livio. Mi sono ascoltato con grande emozione anche il Lynyrd at Knebworth 76. Con grande onestà Zambo, nella recensione, aveva avvertito che il suono era un po' datato, pesante, offuscato, mixato maluccio (prevalenza dei bassi e in genere della sezione ritmica, come usava 50anni fa, al tempo della registrazione).
RispondiEliminaAllora sono tornato al mitico One More (For) From the Road, deluxe ed. Beh, non c'è paragone, in effetti. Suono brillante, lancinante, possente. La guitar army Collins\Rossington\Gaines (new entry) e il piano di B. Powell (essenziale) suonano nitidissimi, x non dire della voce di Ronnie V.Z., perfetta. One More fu registrato un mese e mezzo prima di Knebworth e contiene molti più pezzi, compresi i due irrinunciabili masterpieces Tuesday's Gone e Simple Man, assenti su Knebworth.
Certo, One More è il sunto di tre concerti diversi, 7-8-9 luglio '76 e non il fedele resoconto di una singola esibizione come Knebworth, ma tutto il resto, compreso il prezzo, pende nettamente a favore di One More.
Poi è evidente che l'appassionato se li cucca tutt'e due, ma x chi volesse un primo approccio il consiglio è sicuramente di partire da OMFTR. Lode sempre a Tom Dowd x il grandissimo lavoro
(Tom Dowd x grandissimo lavoro) in post produzione
RispondiEliminaVorrei festeggiare anch'io gli 80 anni di Dylan proponendovi un giochino:
RispondiEliminaAggiungete all album "oh mercy"le tre splendide outtakes del periodo Dignity,Born in time,Series of dreams e otterrete il suo disco più bello ( parere personale e contestabile).
Ho un quesito:
Visto che non esistono pubblicazioni in italiano vorrei sapere se qualcuno di voi ha letto la biografia di Tom Petty scritta da Warren Zanes.
È bella ? Vale l'acquisto?
Saluti a tutti sperando di aver messo una pulce nell'orecchio al prof per una futura agile biografia di Petty o,almeno,di un sontuoso articolo retrospettivo.
Felice nel vedere, è il caso di Livio, la constatazione sulla qualità di registrazione di certi prodotti, che case discografiche e anche riviste specializzate vorrebbero sempre esaltare come indispensabili. Per il sottoscritto Lynyrd Skynyrd a Kenbworth 76 non è fondamentale proprio per la qualità audio e anche la performance non è paragonabile ad altre del gruppo pur essendo di buon livello, ma si sacldano solo nel finale e nemmeno uno encore. Vi consiglio di andare su youtube a vedervi la performance degli Allman al Fillmore il 23 settembre 1970 un anno prima del loro capolavoro dal vivo. Si erano formati da un anno ma che musica, band cosi non ce ne sono state più. Per quanto riguarda Dylan il suo capolavoro esistente, nel senso già pubblicato per me è Bootleg Series n.8, Tell Tale Signs. Alla prossima.
RispondiEliminaConcordo con Mauro su Dylan,anche per me quello è il più bello. Riguardo i Lynyrd Skynyrd o almeno quelli della prima line up,trovo che anche l'ufficiale "One More..."non è che brillasse per audio. Sarà la mia copia ma i dischi in studio mi sembrano registrati meglio,con tutto che rimangono grandissimi.Da un punta di vista qualitativo del suono e della conseguenza resa su disco,trovo le registrazioni ufficiali degli Allman Brothers migliori. A scanso di equivoci chiaramente parlo di resa,specificando pure che non sono un fissato dell'hi-fi e che forse sia anche giusto così....i Lynyrd dovevano forse risultare brutti sporchi e cattivi?!?
RispondiEliminaPS : Ad ogni modo i live del loro ritorno ( fine anni '80/primi '90) pur senza Ronnie Van Zandt non sono male seppur i primi erano quelli mitici !
Armando
Livio. Dylan: a 'tell tale signs' e 'oh mercy' io personalmente aggiungerei 'street legal'. Album sottovalutato, a mio avviso, ma pieno, trascinante, gioioso. Sax, cori, hammond, e lui che canta benissimo. Lo riascolto sempre volentieri.
RispondiEliminaLynyrd: mi riferivo alla deluxe ed. di 'One more..', rimasterizzato etc etc. Paragonato a Knebworth svetta. Poi è evidente che le incisioni di studio godranno sempre di una qualità superiore, mancando però poi della magia 'hic et nunc' del live.
Gli Allman sono nell'olimpo, i lynyrd nobilissimi, ma pur sempre tra i comuni mortali. Sarebbe ingiusto metterli a confronto. Gli Allman hanno saputo fondere mirabilmente rock, blues, soul, jazz, shackerando il tutto con quel mood 'southern' unico e irripetibile. Grandissima band, non ce n'è mai stata una uguale, nè mai ci sarà. E non parlo solo di Duane e Gregg, ma anche di Dickie, spesso bistrattato causa caratteraccio (dicono), ma chitarrista eccelso. Andatevi a sentire anche i suoi lavori solisti, o qualche live della sua band. Oro puro. Poi Chuck, classe immensa, ora con gli Stones. Butch, Jai Johanny e la genialata delle due batterie, che paradossalmente invece di appesantire il suono lo rendono agile, vellutato, inconfondibile...
Fenomenali dal vivo, coi'soliti' brani dilatati all'infinito ma senza un secondo di noia ed eseguiti ogni volta in maniera diversa. Sto sentendo il live suggerito da Zambo, ed è oro e miele. Per me, non vogliatemene, ma non ci sono Dead che tengano. E vale x qualsiasi altra delle cosiddette jam band.
E anche gli Allman anni '90 erano, sempre secondo me, fenomenali, avendo cooptato dei colossi come Derek Trucks e Warren Haynes. Senza tradire il passato, hanno saputo dire qc di nuovo e originale.
Gruppo epocale, The Allman Brothers Band. Sbaglio, o c'è un libro in arrivo, su di loro?
Concordo con l'ultimo post riguardo a Street Legal, da sempre uno dei miei Dylan preferiti, con almeno tre grandi canzoni (Changing Of The Guard la metto tra le sue top five di sempre, poi Senor e Is Your Love In Vain?). All'epoca fu bistrattato anche per il suono fangoso ed il pessimo missaggio, ma la ristampa del 1999 suona alla grande.
RispondiEliminaRiguardo alla diatriba Allman-Skynyrd, credo che nessuno metta in discussione la superiorità dei primi, ma io volevo ricordare anche la grandissima (e spesso dimenticata) Marshall Tucker Band, che forse ha ballato una sola decade in quanto a dischi di qualità, ma in quegli anni era davvero al top.
Non vorrei essere stato frainteso, ma quanto scritto da Livio era chiaro .Il mio appunto era rivolto solo alla qualità delle registrazioni e riguardo alla Marshall Tucker Band citata da Marco,ritengo che vadano riscoperti. Ricordo sempre con piacere un volumetto scritto da Zambo anni fa e sempre utile per dare una ripassata all'epopea del Southern Rock ( Giunti). In ambito e da un punto di vista Jam-bands anche io ritengo che gli Allman svettino sui Dead,per quanto non mi piace fare paragoni!? Mi stupisce però il commento lasciato da David Bromberg tempo fa sul Buscadero,dove metteva in dubbio le qualità di Garcia come chitarrista (??).Per quanto i Grateful Dead siano grandi in veste "estesa ed elettrica" reputo l'acustico Reckoning uno dei live migliori della loro carriera e credo sempre a quanto detto da Keith Richards : " che un grande chitarrista si misura dalle sue capacità sull'acustica"......
RispondiEliminaPS : A Duane è bastato " Little Martha" per dimostrarne la grandezza !
Armando
Livio. No, nessuna polemica. Su qs blog ci scambiamo opinioni tra appassionati senza mai prescindere da civiltà e rispetto.
RispondiEliminaMi piaceva solo dire qc sugli Allman, che amo al pari dei Lynyrd e di tanti altri.
Di Marshall Tucker B. ho quasi tutto, e Can't You See è da sempre nella mia playlist ristretta.
Anch'io fui colpito dalla perentoria affermazione di Bromberg. David è tecnicamente un gigante, e forse si riferiva all'aspetto puramente virtuosistico, che però, se manca partecipazione emotiva, entusiasmo x ciò che fai, rende moscio in partenza il tuo rock. Da sempre è viva la polemica tra virtuosi ed 'umorali', in ambito rock. Neil Young è un grande chitarrista? X me(appassionato ma NON musicista) sì, she's like a hurricane, ma forse un virtuoso che si esercita 4ore al giorno mi riderebbe in faccia, e non senza ragione.
Sui Dead non mi pronuncio. Ho già detto + volte che non mi 'attizzano', ma ammetto anche di essere in netta minoranza, e xciò probabilmente in torto
Si Livio, concordo sulla questione legata ai chitarristi. Ho sempre preferito l' emozione al virtuosismo. Trovare queste due qualità è cosa non facile ma quando trovi musicisti che insieme alla tecnica sanno donarti forti emozioni è il massimo. Per cui non mi hanno mai attratto gente come Satriano o Steve Vai. Così come in ambito jazz-( crossover), pur avendo amato Pat Metheny, alla fine mi rimane impresso più un solo di Bill Frisell,per non parlare di Wes Montgomery, Grant Green o Kenny Burrell, gente con una tecnica spaventosa ma che ti emozionava. Stesso discorso per tanti altri che è inutile elencare !!
RispondiEliminaArmando
Pardon : Satriani
RispondiEliminaSiamo tutti adulti e music addicted fare dei confronti è riduttivo e quasi sempre i paragoni sono forzati . Capisco perfettamente quelli che dichiarano che non gli piacciono i Dead , quel suono morbido , rallentato e trascinato può portare l’ascoltatore a pensare che siano tremendamente noiosi .
RispondiEliminaPer contro con buona pace di David Bromberg ( il suo commento più che stupirmi mi aveva fatto sorridere ) quando ascolto Garcia parto per la tangente senza fare uso di chimica ed è un bel sentire .
Detto questo volendo fare una scelta a tutti i costi scelgo ( a denti stretti) ABB, ma i Dead hanno oggettivamente una storia più completa .
Livio. Ancora qc sul sound di certi live.
RispondiEliminaSpringsteen ha appena fatto uscire, sul suo Live Archive, il Berkeley 1.7.78, inedito. Rivoltato come un calzino da Jimmy Iovine, rilavorato su 24piste, due delle quali (R and L) dedicate esclusivamente al pubblico. Suona perfetto: sentitevi su y.tube 'Because the night'. Poi c'è già chi, nei commenti, preferirebbe una audience + presente, ma io, dopo aver speso un capitale in bootleg del Boss in buona parte inascoltabili, è proprio così che vorrei sentirlo sempre (ho commentato anch'io, usando un nickname).
E come lui vorrei godermi anche tutti i miei eroi musicali in concerti di 40 e + anni fa: un suono perfetto FA la differenza, eccome! Berkeley dimostra che si può fare: si dessero una mossa i discografici, se vogliono ancora i miei dollaroni!
PS Doverosa rettifica: l'agognato cofanetto con 8 concerti del Darkness Tour, compresi i 5 radio broadcast, non uscirà sul mercato ufficiale. Semplicemente il Live Archive ha reso disponibile un cofanetto in cui raccogliere i suddetti concerti, da acquistare singolarmente in formato cd sul LA stesso, a prezzi comunque ragionevoli. E se sono tutti rivitalizzati come questo 1o luglio 78, ben vengano
Sto leggendo tutti voi con grande interesse. È come tornare a scuola, sto prendendo appunti! Ho terminato il bel libro di Mauro su Willie De Ville, mi prendo il tempo oer scrivere qualche breve commento. Un saluto dalle calde spiagge sarde, ancora non tropo frequentate dai turisti, per ora
RispondiEliminaSoliti problemi con la tastiera:
RispondiElimina"oer" al posto di "per"
"tropo" invece di "troppo" ...
Sui chitarristi rock:
Mi ricordo la recensione su Rockerilla di un live di Tom Verlaine nel 1982. Il recensore notò l'emozione di un tipo come Robert Fripp all'ascolto della chitarra tormentata e sanguinante di Verlaine. Quando all'umanità e all'istinto si unisce la tecnica,..
Mi piacciono i Dead e anche gli Allman ma questi hanno un tasso bluesistico in più e per me che mi sento un po' afroamericano sebbene nato in provincia di Varese conta e come. E poi pur amando Love Dead e la psichedelia, Live At Fillmore East è l'unico album di rock che può competere con i giganti del jazz Miles Davis e John Coltrane. Sarei curioso di ascoltare il live di Berkeley del Boss per vedere l attuale resa sonora ma ultimamente Springsteen non riesco più a sentirlo e quando sento anche le sue gemme del passato, mi sale l impressione che mi abbia raccontato delle palle. questione mia, o forse dell'età che ad un certo punto ti fa apprezzare più la musica, il sound che le dichiarazioni d'intenti e di salvataggio d'anime quali sono state le canzoni di Bruce. Apprezzo di più il basso profilo, magari una storia balorda o di amore andata male come nel blues che un poema biblico. Un ultima cosa, leggo in giro proprio riguardo a Bruce che ormai ad una certa età si può permettere etc etc e fa la musica secondo gli ani che ha, ma perfavore, andate a sentirvi l'ultimo John Hiatt, musica semplice, non pomposa e pompata, ma quanto gusto, stile, swing e romanticismo. Se volete divertirvi ascoltatevi il Summer of Saurcery Live di Little Steven, c'è tutto, soul, R&B, psycho rock, caraibi, blues, ballate, anni sessanta e nuggets, un po di trash e molto garage, southside johnny e peter wolf, jimmy barnes ed electric flag, soprattutto tanta voglia di fare festa.
RispondiEliminaMauro, il tuo libro su Willie De Ville è molto bello e l'ho letto come un'avventura e atto d'amore. La parte che ho preferito è stata quella su New Orleans, lì hai creato un piccolo saggio storico antropologico nel quale collocare la musica di quella città. Si vede che è un luogo che conosci bene e che non hai visitato come un banale turista. Lo hai vissuto. E capisco cosa ha significato New Orleans per De Ville. Man mano che leggevo riascoltavo (in qualche caso ascoltavo per la prima volta) i dischi del nostro ed è stato un viaggio che mi ha riportato a quando, grazie a te, Bottazzi e il Mucchio, scoprivo questo uomo grande e tormentato. Avevo 15 anni avevo trovato il 45 giri di Soul Twist/Rolene in un vecchio negozio in cui si riparavano flipper e juke box. Era il 1981 e Return to Magenta aveva già alcuni anni. Subito dopo è stato Love and Emotion. Ricordo un breve special su Rai2 in cui si presentava Coup de Grace e nell'intervista De Vile si incazzava per il fatto che tutti citassero Springsteen quando lui aveva lo stesso Background del Boss, se non meglio, ma non veniva considerato dai critici musicali. Qualcuno si ricorda che trasmissione era? Si trova ancora il video da qualche parte?
RispondiEliminaNel libro ci sono purtroppo diversi refusi, se capiterà di pubblicare una nuova edizione sarà il caso di farci attenzione, ma so per esperienza che i refusi saltano sempre fuori quando e dove meno te lo aspetti. Nel mio ultimo libro (un'edizione universitaria) ne ho trovati due, anche importanti, nella stessa pagina: la cosa mi ha fatto abbastanza imbestialire.
Su Springsteen dico solo che gli abbiamo chiesto tanto, forse troppo, e lui ormai non può dare di più, inoltre probabilmente gli ha fatto male restare un po' eccentrico ai giri dei musicisti, ai locali e a tutto quello che è the world outside. Per me la sua parabola ha iniziato a declinare con Born in the USA, disco che proprio non riesco ad ascoltare, a larte un pugno di canzoni e che al tempo avevo visto come un mezzo tradimento.
Io però non sono particolarmente disfattista e amareggiato: un po' di lontananza, concentrarsi su altra musica, non farsi il sangue cattivo per certe sue uscite... Poi magari l'anno prossimo vedrò il boss con occhi e cuore più comprensivi.
Un caro saluto e ancora complimenti per lo splendido libro!
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaInteressanti le vostre considerazioni incluse quelle riguardanti Springsteen. Capisco quelle di Mauro quanto quelle di Corrado. A proposito di De Ville su Bruce, lo stesso Willy nel 2009 disse che appartenevano allo " stesso quartiere" e che avevano ascoltato gli stessi dischi. Ad ogni modo il tempo è uno specchio deformato e ci può a volte restituire un'immagine che non ci appartiene più. Personalmente non ne faccio una malattia e ritengo che qualsiasi artista esposto come Springsteen nel tempo possa indurre a una sorta di " stanchezza" che sicuramente non può trasmettere invece un Hiatt,Earle e chi in genere rimane ai margini. Personalmente ammetto di non ascoltarlo più come un tempo e se devo riascoltarmi un suo vecchio album è più facile che vada a prendermi " The Wild, Innocenti...", " Nebraska", " Tunnel of Love" rispetto a titoli più abusati o le " Seeger Session" per ritornare ai suoi discussi anni 2000. Ad ogni modo qualche sera fa in auto in random sulla chiavetta USB mi è capitato " Letter To You" ed è stato comunque piacevole. Sensazioni strane e momenti che ho vissuto anni fa con Neil Young, quando passando alla Geffen mi restitui quello che Mauro dice a proposito di Springsteen. Ripresi ad ascoltarlo solo con il ritorno dello stesso con " Freedom" e comunque a fasi alterne. Il tempo gioca brutti scherzi e solo questo potrà svelarci quel che sarà. Un abbraccio a tutti e sempre bello il confronto su questo spazio.
RispondiEliminaArmando
Livio. Mi fa troppo bene, corrispondere con voi. Mi riportate coi piedi x terra. Non credo comunque di correre il rischio di diventare un fanatico monotematico springsteeniano. Troppi anni fa il Boss mi ha catturato con quel mix esclusivo di passione, disperazione, dedizione assoluta al suo rock (i'm a prisoner of rock'n'roll... con condanna a vita!). Il Darkness tour resta una mia (felice) fissa, non ne ho mai abbastanza. Ma comprendo benissimo il richiamo del critico professionista che mi invita a guardare oltre. John Hiatt è un grande, ho un sacco di dischi suoi. Purtroppo anche lui è un loser, non corre certo il rischio di montarsi la testa!
RispondiEliminaStessa cosa x il rock meticcio di Steven V.Z., gioioso, vitale, rispettoso del grande passato della ns musica e al contempo modernissimo. E sempre lode a chi ascolta 'Mink' De Ville, e ancor + a chi ne scrive e ne legge!
In fondo mi sa che la mia Darkness-mania somiglia un po' alla passione con cui riascolto gli anni '60 (Italia, ma anche USA e UK): è semplicemente nostalgia x gli anni belli dell'infanzia-adolescenza, un modo per riandare con commozione, affetto, autoironia a un tempo che non può tornare, e che probabilmente ricordo con molti + 'lustrini' di quanto in effetti ebbe quando lo vissi.
La nostalgia è una forma di affetto: perchè negarcelo in qs tempi perigliosi?
Livio. I refusi, come le mosche: Dio non ha creato nulla invano, ma i refusi ci sono andati vicino. Anche a me è capitato di pubblicare qualcosina, e vedere certi obbrobri è desolante. Confido sempre, però, nel buonsenso del lettore, che saprà distinguere l'imperizia del 'tecnico' dalle (buone) intenzioni dell'autore
RispondiEliminaGiusto Livio,non c'è nulla di male e al cuore non si comanda.Nessuno tra noi comunque e in questo gruppo è monomaniaco e ben vengano sempre i suggerimenti di Mauro e di chiunque. Però per tornare al fattore tempo credo che certe cose possano tornare anche al di fuori della nostalgia. Per parlare delle vecchie cose per esempio,a me capita più spesso che siano i dischi a chiamarmi e non io a cercarli. Non avrei mai immaginato di tornare ad ascoltarmi il John Mayall di " Jazz Blues Fusion", i Jefferson Airplane di live al Fillmore West/East, il Santana di Abraxas o i primi Traffic, giusto per fare un esempio. Certo e sono cosciente che sono degli evergreen ma allo stesso tempo credi di averli archiviati certi titoli, eppure a volte ritornano.Per quanto riguarda le novità quello che più ascolto ultimamente invece è Delta Kream dei Black Keys. Hiatt non l'ho ancora preso ed attendo con impazienza l'ultimo di Jackson Browne.
RispondiEliminaArmando