Se Only
The Strong Survive rientra nella rilettura che da un po’ di anni Bruce
Springsteen fa della propria storia personale, a cominciare dalla pubblicazione
dell’autobiografia e dal confessionale di On Broadway nonché con la ripresa
dei tre brani “antichi” di Letter To You, il percorso è logico
perché a detta dello stesso le quindici canzoni del nuovo disco fanno parte
della sua adolescenza, ciò che aveva amato da ragazzino zeppo di sentimenti
d’amore, quando il soul degli anni 60 usciva dalla radio di casa, era compagna
della vita famigliare domestica, in particolare di sua madre. Ma c’è un’altra
storia che magari i recenti fans di Bruce non hanno conosciuto ed invece ha
coinvolto i tanti che lo hanno accompagnato fin dagli albori della sua
carriera, dai giorni in cui sembrava un hippie con gli Steel Mill. Siamo stati
abituati ad altro, e quando l’artista prese in mano nelle sue strabordanti
performance il soul, sia che fosse quello dei Temptations (Ain’t Too Proud To Beg), sia
quello delle Ronettes, di Darlen Love e di Dion o di Marvin Gaye (Ain’ That Peculiar) o Curtis Mayfield (Gypsy Woman), di Sam Cooke (Havin’ A Party) e i Drifters (Under The Boardwalk) , di Solomon Burke
(Down In The Valley) e di Gary U.S
Bonds, di Dobie Gray (Drift Away) e
di Bobby “Blue” Bland ( Turn On Your Love
Light), di Wilson Pickett (Funky
Broadway, Midnight Hour) e di Ernie K.Doe, di Eddie Floyd (Raise Your Hand) e di Edwin Starr (War), di Sam&Dave (Soothe Me) e di Arthur Conley (Sweet Soul Music), di Rufus Thomas (Walkin’ The Dog) e della Detroit Medley,
non era quella colata di zucchero filato che esce dai quindici ripescaggi di Only
The Strong Survive, decisamente più orientato verso il lato più morbido
del genere, quasi innocuo visto che di temi su diritti civili e razzismo di cui
le canzoni soul sono piene, qui non c’è traccia. Eppure l’intento di
Springsteen era rendere giustizia agli autori di quella musica gloriosa ed in più
in generale alla Black America; ha preferito soffermarsi invece sugli
struggimenti del cuore, le lacrime e la tristezza di un abbandono, e in un
periodo di divisioni come questo può suonare terapeutico, anche se la sua
storia sembrava più coerente con l’intensità e quella profondità di impegno
sociale dei suoi testi o in ambito di cover, di lavori come le Seeger
Sessions. Non avrebbero sfigurato Donnie Hathaway, Marvin Gaye, Otis
Redding e Curtis Mayfield tra gli autori scelti per il nuovo disco, piuttosto
che un baricentro spostato verso Motown, Philly Sound e sviolinature a destra e
a manca. Poche concessioni alla Stax, alla
Hi Records, alla Atco, alla Fame, a Memphis e Muscle Shoals, quando va bene c’è
la ripresa di un brano “minore” della Motown di Frank Wilson, Do I Love You (Indeed I Do) che swingata ad hoc è uno dei pezzi più
trascinanti dell’album, al contrario dell’altro singolo, Nightshift dei Commodores che invece è una precisa opzione,
estetica e culturale. Il vecchio Bruce ci aveva promesso meraviglie e credevamo
che la storia fosse andata avanti all’infinito perché accanto alla storica soul
music arrivarono nel suo background gli Animals, i Beatles, i Rolling Stones, i
Manfred Mann, Chuck Berry, Jerry Lee Lewis, Roy Orbison e allora disorienta pensare
ad un artista che oggi si diverte con un soul così annacquato e lontano dalle
sue radici. Libero di fare ciò che vuole, benintesi e non contesto l’idea di un
disco di soul music ma di quali arrangiamenti, di quali canzoni selezionate e di
una veste sonora interamente in mano al solo Ron Aniello ( secondo chi scrive il responsabile del decadimento
musicale del nostro), salvo sporadici interventi (Sam Moore), i cori e i fiati
dei E-Street Horns. Non per forza di cosa attingere al repertorio di Otis
Redding, di Wilson Pickett, di Solomon Burke, di Sam&Dave o di Curtis
Mayfiled voglia dire recuperare i loro hits e gli standard, perché la musica soul
costituisce un bacino così ampio da permettere brani meravigliosi anche se poco
noti. Basta sentire cosa hanno fatto Eddie Hinton e Willy DeVille, Paul Rogers
e Boz Scaggs, o addirittura l'amico Southside Johnny, per rimanere tra alcuni visi pallidi del rock che hanno cantato
il soul. Bruce Springsteen ha scelto
altrimenti evocando l’America dell’innocenza con canzoni peraltro piacevoli da
ascoltare alla radio o durante la tombola natalizia, un album carino e innocuo (
termini che non avrei mai pensato di usare per una recensione di un disco del
Boss), più che soul un disco pop e vintage. Poca anima e interpretazioni spesso didascaliche,
rari i guizzi, tantomeno il coraggio nel trasformare un vecchio brano in
qualcosa di veramente “suo”, assenza di una band, anche fossero dei sessionmen,
dominano invece gli arrangiamenti ampollosi e carichi (il soul ha bisogno di
archi, violini e trombe ma non è obbligatorio estenderli in tutti i brani), la
sensazione è di un professionale lavoro di consolle. Sam Moore il nome che più lega questo Springsteen al soul con cui
infiammava i concerti degli anni settanta e ottanta interviene in Forgot
To Be Your Lover, dal repertorio dei Four
Tops arrivano When She Was My Girl con
un taglio dance da Philly Sound ( la incisero nel 1981 per la Casablanca quando
già dominava la Disco music) e 7 Rooms of
Gloom incalzante e sincopata come nello stile del quartetto di Detroit, mentre dagli archivi del southern soul esce
Any Other Way di William Bell. Sono
tra le cose migliori del disco, quest’ultima impreziosito da un buon lavoro di
sax nelle retrovie. L’arcinota Don’t Play
That Song si nutre di un imponente
supporto corale come fosse una registrazione live ma è gigiona nel cercare
l’applauso facile, Someday We’ll Be
Together di Diana Ross e What Becomes
of the Brokenhearted di Jimmy Ruffin metterebbero in piedi tutto il Cesar’s
Palace di Las Vegas.
The Sun Ain’t Gonna Shine Anymore degli
Walker Brothers, un singolo che amavo molto da ragazzo, è in pompa magna, enfatico
da morire, Turn Back The Hands of Time portata
al successo da Tyrone Davis nel 1970 è un altro degli episodi in cui la voce di
Bruce svetta espressiva e forte ma anche qui le orchestrazioni si sprecano, Hey, Western
Union Man di Jerry Butler, autore anche della canzone che dà il titolo
all’album (la versione di Presley possedeva ben altra sensualità), mostra l’autorevole vocione del Boss in
un guizzo coraggioso e ben assestato, ma se Aniello non avesse calcato la mano
con gli archi avrebbe avuto ben altro impatto. Cosa che si ripete in I Wish It Would Rain dei Temptations
dove la malinconia di un uomo lasciato da una donna che si augura che la
pioggia nasconda le sue lacrime, è stemperata da una interpretazione che sa di
riscatto. Nightshift si apre con le
tastiere di The Streets of Philadelphia e
poi cita Marvin Gaye e Jackie Wilson e sintetizza l’intero album, una
sensazione di formale eleganza in un copione rispettato alla lettera. Disco inutile.
MAURO ZAMBELLINI NOVEMBRE 2022
Mi piace la tua recensione. Come al solito mi prendo il tempo per ascoltare il disco; fare l'avvocato del diavolo e salvarne qualche parte; tentare qualche riflessione. Una cosa è certa: un disco non rappresentativo, se non davvero inutile. Lo vedo come un divertimento sul quale non c'è da soffermarsi troppo.
RispondiEliminaQualcuno spari a Ron Aniello.
In realtà ero combattuto sul prendere o meno questo dischetto ma poi anche per farmene un' idea e liberarmi di giudizi completamente opposti ho ceduto. Ascoltandolo solo due/tre volte dall'acquisto mi pare abbastanza in linea e non lontano dai singoli originali. Personalmente anche io come molti,avevo sognato altri titoli e con più coinvolgimento del catalogo Stax e perché no una partecipazione dei suoi vecchi amici Steve e Southside ma così non è stato purtroppo. Alla fine mi sembra comunque un lavoro ben fatto ma con l' idea di un compito ben eseguito, dove con uno sforzo in più si poteva anche osare qualcosa in più !!
RispondiEliminaArmando
Mi scuso per il t9...e qualche errore di trascrizione.
RispondiEliminaArmando
Recensione bellissima e condivisibile del disco di Springsteen.
RispondiEliminaD'altro canto se ci troviamo da queste parti ( Zamboplace )e parliamo di musica nera siamo pro Stax Fame e Muscle shoals e contro Motown e Philly Sound...
Ovviamente sto estremizzando e banalizzando il concetto (non vorrei passare per ottuso e settario ) ma il senso è quello.
Livio. Anch'io sottoscrivo ogni parola del Prof. Al solito, recensione rigorosa, documentatissima, motivata.
RispondiEliminaColgo anche, sbaglierò, (e condivido!) il riguardo di non affondare + di tanto il coltello critico, in ossequio forse al tanto che Bruce ci ha dato in 50anni di carriera e come segno di gratitudine x tanta buona musica e positivi sentimenti.
Se vogliamo è anche + triste che sia necessario concedere almeno l'onore delle armi a Only the Strong x non stroncarlo brutalmente.
Vedremo dal vivo se anche l'ultima trincea, quella di performer generoso, sincero, partecipe, appassionato ha tragicamente ceduto.
"Disco inutile" sì, ma x fortuna ce ne restano, dal passato, tanti di buoni da godere
Livio. Scusate, ma sto ancora sghignazzando x quella battuta sul Cotto e sul bollito... Impagabile Prof
RispondiEliminaPosso spararla grossa? Commerciale per commerciale preferivo "Western Stars": Qui le canzoni suonano dannatamente uguali. Non sono neanche male prese singolarmente, ma hanno tutte il medesimo arrangiamento e alla fine tutto suona come un sottofondo natalizio.
RispondiEliminaUn'occasione persa, ma perché non ha chiamato Little Steven e la sua band? Anche con le stesse canzoni avrebbe fatto un figurone.
Poi Springsteen si impegna, si capisce che non è del tutto cotto o bollito, solo che sarebbe bastato un po' di coraggio per tirar fuori un bel disco, di quelli che dici, beh, in attesa del tour va bene questo divertimento per star bene. Invece qui solo la noia sopravvive...
Io la sparo ancora più grossa: aveva la possibilità di fare il disco dell'anno (Bruce + soul music) e invece se ne è uscito forse con il suo album peggiore di sempre. Anche se, forse forse, Workin' On A Dream e High Hopes stanno ancora un gradino più sotto.
RispondiEliminaPS: a me Western Stars era piaciuto...
In effetti anche a me e devo dire che regge ancora all'ascolto, nonostante sia letteralmente inzuppato di archi
EliminaSe il vol.2 virasse per completezza su un soul più sanguigno di matrice Stax e con una produzione diversa sarei molto felice ma dubito che sarà così.
RispondiEliminaAllora mi contento ma non godo...
Sconfortato dalla pochezza musicale di questi tempi (senza dover scomodare Bruce), ho iniziato a studiare la chitarra di Wess Montgomery. Sarà roba vecchia, ma mi fa sentire vivo e giovane. Chissà se riesco a imparare qualcosa da lui...
RispondiEliminaDisco natalizio come c'è ne sono a centinaia. Da supermercato mentre si fa la spesa.
RispondiEliminaSaluti al grande Zambellini, l'uomo che mi ha fatto spendere più soldi di tutti in dischi, secondo soltanto a mia moglie. Un abbraccio.
Per Corrado... complimenti per gli studi su Wes Montgomery, roba tosta ...considerando la tecnica del tutto personale che aveva nell'uso del pollice con la mano destra. Io invece penso di studiarla meglio( al momento la uso come ritmica )appena andrò in pensione con la tecnica del fingerpicking. Ho sempre sognato di imparare a farlo seguendo le orme di Jorma Kaukonen. Mi accontenterò di imparare almeno la metà....😉😄
RispondiEliminaArmando
Quanto mi ero entusiasmato per Jorma Kaukonen, Hot Tuna e affini, quando ero ragazzino. I miei primi maldestro tentativi con la chitarra acustica nascevano da quegli ascolti... Ho qui con me il n. 33 del Mucchio con un ottimo articolo di Max Stefani.
EliminaNon aspettare, suona appena hai una mezz'ora: il lavoro che ci incatena non ne risentirà, ma i benefici per noi saranno immediati!
Ho una band con la quale facciamo blues, rockblues, R'n'B, Creedence Clearwater Revival...Z.Z.Top,con alterne fortune(tra il lavoro ed impegni familiari è sempre più difficile gestire hobby che una volta ti concedevano più tempo..) ma il mio ruolo è quello di cantante e la chitarra acustica la suono in quella modalità. Però il mio sogno da pensionato è quello..😉😄 e il live degli Hot Tuna anche io è un disco che ho consumato da ragazzo....insieme ad un live del loro ispiratore Rev.Gary Davis !!
RispondiEliminaComunque grazie per il consiglio.
Livio. Oddìo, Luigi, non dirmi che ci dobbiamo attendere anche il vol 2...
RispondiEliminaUn grandissimo applauso ai ns amici musicisti: non mollate!!!
Io a suo tempo fui molto vicino ad alcune band locali come consigliere\ispiratore\motivatore\recensore\amico\primo fan... E' un periodo che ricordo ancora con dolcezza, e di cui conservo solide amicizie. Purtroppo non mi sono mai avventurato ad imbracciare uno strumento (studio, naja, famiglia, lavoro, rogne di vita... e scuse varie). Ora, che il tempo l'avrei, lo rimpiango.
Sempre onore agli Hot Tuna. Ogni volta che ascolto Genesis mi vengono i lucciconi
…. Perché non rivalutare Trash it up di Southside johnny prodotto da Nile Rodgers ….. all’epoca massacrato …….
RispondiEliminaIo in questi giorni ho ascoltato nuovamente western stars e in posizione zen confermo che lo trovo di una noia mortale .
Un paio di buone canzoni e ben poche emozioni .
Riguardo l’ultima prodezza del nostro la definizione di Zambellini “ un disco inutile “ credo dica tutto.
Aggiungo che é la cosa peggiore che si possa dire a un musicista.
Comunque riguardo ai timori di Livio per la parte live direi che non ci saranno brutte sorprese. Sarà un susseguirsi di docce calde e fredde brani epocali e brani meno belli , tanti cartelli , richieste , fan in estasi ma nel complesso sarà ancora divertente.
Io invece nel pit ci sarò … e se posso fare una battuta “ un pit é per sempre “.
E non lo dico per snobismo ma troverei inutile trovarmi con 80.000 persone ed essere a cento metri dal palco ; a quel punto resterei a casa.
Dopodiché possiamo aprire un dibattito sul costo dei concerti .
Ma certo Bob, ritengo che qui ognuno è libero di esprimere il suo punto di vista, benché non sempre si è d'accordo su tutto. Ed il bello è proprio questo perché il mondo è vario e ci si può sempre confrontare !
RispondiEliminaPS : Ad ogni modo seguirò il tuo consiglio su " Trash It up" che forse se ricordo bene,non presi proprio per quel motivo.
Armando
via, hai detto la tua, sei andato controcorrente, tendi sempre più al Red Ronnie di Crozza.
RispondiEliminaLivio. Ciao Perrineville, ce l'hai con me? Ben venga il dissenso: dicci dunque come la pensi tu! Non ho mai visto il redronnie di crozza, ma immagino sia divertente.
RispondiEliminaIntanto finalmente Rolling Stone riesce a far parlare Springsteen del prezzo dei ticket. Mah... lui dice che ci sono comunque biglietti a prezzi accessibili... che la band invecchia e devono pensare alla pensione... che si guadagnano sul palco ogni centesimo... che se qc non sarà soddisfatto, all'uscita potrà chiedere indietro i suoi soldi...
Essendo il mio inglese molto approssimativo forse è meglio vi leggiate l'originale, ma dai commenti dei fan traspare delusione
Per "Unkown2" : No, non era rivolto a te ma a Zambellini, che per Western Stars la buttò fuori dal vaso recensendo un disco che non aveva ascoltato, non cogliendo affatto il senso del progetto. In questo, visto che è bello andare contro a Springsteen e fa audience, ha voluto fare il bastian contrario allo stesso modo, ma almeno gli do le attenuanti di averlo ascoltato il disco. Anche qua, può piacere o non piacere, ma non ha colto il senso del lavoro fatto da Bruce. E siccome la sa lunga di musica, ci risiamo, ancora fuori dal vaso o allora lo fai apposta. A me il disco per inciso, non è piaciuto, ma rispetto il progetto, ha inciso nel periodo del lockdown, voleva "solo cantare" e l'ha fatto. La direzione è precisa. Grazie al cappero che se c'era la E-Street ed era prodotto da Steve era qua a sciogliersi come una candela. Ma ha deciso per una direzione diversa , piaccia o non piaccia.
RispondiEliminaLivio. Posto che non faccio l'avvocato x nessuno, e che Zambellini, se ritiene, ha gli argomenti x risponderti, credo che in generale si stia delineando un confronto fra i fan 'di vecchia data', come me, e quelli (solo x motivi anagrafici) 'di seconda generazione'.
RispondiEliminaI primi sono attaccatissimi all'immagine 'wild and innocent' e il loro apprezzamento a 5stelle arriva (forse) a Tunnel of Love, i secondi hanno una visione probabilmente + completa e obiettiva e sanno pesare pregi e difetti di ogni tappa della sua produzione.
Qui però entra in gioco il cuore di ognuno, fatalmente l'epoca in cui il gusto si è formato... Io ho ascoltato decine di volte WS, ma il verdetto è sempre quello: non mi piace. Sarei bugiardo affermando il contrario. Tu magari dirai che l'ho ascoltato, ma non l'ho 'sentito': io potrei rispondere che è il disco non si è fatto 'sentire' da me...
Ti confesso che OnlyTSS lo ascolto + volentieri di WS, e che quello dei 3 che preferisco, pur con tutti i suoi limiti, è Letter.
Ma qui si entra nei gusti personali, che è lecito, anzi doveroso, avere ed esprimere con forza anche ad un Critico Musicale. Io leggo volentieri Zambellini xchè mi ritrovo abbastanza nei suoi gusti e giudizi, tutto qua.
Poi, a dirla tutta, Red Ronnie non l'ho mai apprezzato granchè. Ero piuttosto un 'seguace' di Carlo Massarini (infatti possiedo tutti i vinili dei Traffic, gruppo inglese anni '60-'70 che faceva + un raffinato folk-jazz che del rock). Di Massarini ho apprezzato molto le comparsate nell'Avvocato Malinconico di recente passato in Rai. Leggete anche gli ottimi libri di Diego De Silva da cui è tratta la serie!
In conclusione, tutti amiamo Springsteen, anche se ognuno a modo suo, e tutti siamo liberi di dare un giudizio sui suoi dischi e sui suoi atti, ma qs non ci deve dividere: deve unirci in un dibattito civile e piacevole, da cui ognuno può guadagnare qualcosa.
Grazie a te, io mi riascolto oggi WS, e magari ne traggo qc in più.
Livio sei politicamente corretto. Io non lo sono per definizione. Al di là del dibattito su Bruce che é diventato stucchevole , non puoi dire che i fan più giovani hanno una visione più obbiettiva e completa.
RispondiEliminaOrmai è chiaro che la cerchia di ammiratori si è allargata a dismisura e mi ritrovo spalla a spalla con persone che vanno a sentire Springsteen e
con lo stesso trasporto Vasco Rossi e Ligabue . Quindi come diceva Nanni Moretti “ non ho nulla contro le maggioranze ma mi ritrovo meglio con le minoranze “.
La discografia di Springsteen si divide in due parti : 1973-1988 prima parte che comprende greetings fino a tunnel of love che ai tempi non amai particolarmente ma che rivalutato nel tempo assume un valore differente. La seconda dalla doppietta lucky- human fino ai giorni d’oggi.
Adesso dimmi quale é il capolavoro o i capolavori della seconda parte: per me nessuno.
Mi piace molto seeger sessions , trovo discreto Wrecking, poi ci sono diverse belle canzoni sparpagliate tra the rising ( che comunque è un disco invecchiato male ) , Ghost, ( che nel complesso è noioso), letter ( i tre brani anni 70); magic qualche canzone funziona live.
Devil mi annoia a morte , working è un brutto disco , high é una sorta di patchwork, human touch non ne parliamo, lucky town andrebbe riabilitato, per arrivare agli ultimi due dove western di una noia mortale e l’ultimo mi sono fermato dopo l’ascolto di nightshift ( come cantava Battiato “ sommersi sopratutto da immondizie musicali sul ponte sventola bandiera bianca”.
Come fai a dire che i giovani hanno una visione più obbiettiva ?
I dischi sono li: uno a fianco dell’altro . É un dato di fatto. Non è questione di campanilismo o di snobismo.
Finita la magia con la. E St.band gran parte della magia , della creatività se ne é andata.
Springsteen rimane il migliore performer live che abbia mai visto . E di concerti come hai capito ne ho visti parecchi . Bruce live l’ho visto trenta volte non ho mancato un tour dal 1981 e anche questo giro faccio tre date ( rigorosamente nel pit così faccio sorridere Armando ) . Sono sicuro che mi divertirò , sono altrettanto sicuro data la mia insofferenza che mi daranno fastidio le manifestazioni di fanatismo a cui assisterò e sono certo che saranno bei concerti fatti da uno artista che ha pochi eguali .
Concludo che rispondo direttamente a te e solo te.
Perché non ho nulla contro la maggioranza ma………..
Ciao Livio alla prossima
C'è un sacco di carne al fuoco negli ultimi tre-quattro post. Preparo anch'io un piccolo contributo
RispondiEliminaAncora a proposito di quel che su leggo e non per allungare il brodo ne tantomeno per fare polemica, secondo me è vero che ci sono i fan ( ma non mi è mai piaciuta la definizione) della prima ora alla quale appartengo e quelli magari nati all'indomani di Born in the U.S.A. per non parlare di quei tanti venuti dopo la doppietta HT/LT, ognuno con la propria visione, percezione e affetto per un determinato periodo legato al personaggio ...ma credo sia pure vero che nonostante tutte le perplessità e lucide analisi espresse da Bob ,alla fine è il cuore ed un personale sentire che comanda e che non si può nemmeno incanalarli in una determinata fascia con relativi album . Certo concordo Bob... su tutta la linea o quasi e su quella produzione legata ai suoi anni duemila davvero miseri,eccetto le Seeger Session,paradossalmente almeno per il sottoscritto l'unico capolavoro degli anni incriminati...poi per il resto, con qualche piccola eccezione e qualche buon disco qua e là, la vediamo più o meno allo stesso modo. Sul Pit e il fatto che tu ci vada nulla in contrario e perché poi...anche se posso capire le tue perplessità al riguardo ma il mio citarlo era riferito più che altro a vecchi post di Zambellini a proposito di quella maggioranza di fan frequentatori delle prime file.. ma per un fatto più che altro generazionale di cui tu sicuramente non fai parte e come lui disse non riferito a chi lo ascoltava da una vita come noi,anzi soprattutto come te e Mauro ! Poi proprio per non farne un dramma e rendere pesante tutta la bagarre che su questo lavoro si sta creando ci ho scherzato su...ma su questo credo non credo ci siano fraintendimenti. Lo dico sempre e come dice Livio, almeno tra di noi il confronto è sano come voluto dal nostro Professore ! Poi che una parola possa essere travisata o male interpretata può capitare...dannazione sarebbe così bello trovarci uno di fronte all' altro davanti ad una buona birra 🍺
RispondiEliminaBuona domenica a tutti
Armando
Fuori tema e per cambiare argomento ho letto sul busca di novembre una recensione del concerto di Dylan a Parigi .
RispondiEliminaSe non fossi andato ad Amsterdam mi sarei mangiato le mani pensando di avere perso qualcosa invece voglio rassicurare tutti gli assenti che non si sono persi nulla. Anche io come il recensore ho visto Zimmerman decine di volte ma questa volta siamo arrivati al punto di non ritorno che a dirla tutta è stato raggiunto da tempo.
Dylan non ha più la voce per sostenere uno show , spiace a dirsi ma é cosi.
Tutta l’epica che ci é stata raccontata riguardo la destrutturazione delle sue canzone nasce dalla voce che nel corso degli ultimi 40 anni si modificata impedendogli di cantare le canzoni così come erano state composte.
Dylan apre la bocca , canta come riesce e il gruppo deve stargli dietro. Punto e basta.
Non é un artista come Picasso che ha inventato il cubismo . Dylan canta come meglio gli riesce e ogni volta é differente o meglio é stato differente nel corso del suo never ending tour.
Pertanto anche questo ultimo tour che gira attorno al suo ultimo lavoro dove Dylan è circondato da un gruppo splendido risente dell’ ingrediente principale. La voce narrante .
Lo dico a malincuore perché Zimmerman è un autentico monolite della canzone popolare e tra 400 anni la sua musica e i testi saranno celebrati ne più ne meno come la musica di Mozart ma arriva un momento in cui bisogna ritirarsi.
Per agganciarmi a quanto scrive Bob , qualcuno tra voi ha preso l'ultimo libro di Dylan ? A dargli una veloce occhiata sembra molto interessante e ben impaginato con delle fotografie molto belle. Però vorrei avere una dritta sul saggio, visto che siamo intorno ai 40,00 euro?
RispondiEliminaArmando
Armando sarà il mio prossimo acquisto mi sembra un libro decisamente interessante; anche solo per le reazioni che suscita . Non so se hai letto cosa ha dichiarato Chris Franz dei Talking Heads che era molto seccato perché Dylan citava Costello e non loro come miglior disco del 77…….. ahhhhhh vanità che brutta cosa.
RispondiEliminaCerto...Dylan va preso per quello che è, poi magari domani mattina potrebbe dirti il contrario proprio come in altre occasioni ha fatto Keif ! Comunque il libro sembra veramente appetibile e da regalarmelo per Natale.
RispondiEliminaArmando
Solo un appunto per Perrineville che sembra sapere di me più di quanto ne sappia io: non recensisce mai dischi che non ho ascoltato e anche quando costretto dalle imposizioni delle case discografiche al tempo ad ascoltare le anteprime nei loro uffici , non mi limitavo ad un solo ascolto ma a diversi , tanto che molte volte mi buttavano fuori dall ufficio. E tanto meno scrivo per essere controcorrente , è per cercare audience, lo dimostra la mia storia, scrivo per esporre il mio punto di vista che può piacere o meno ma é frutto della mia passione per il rock è dell esperienza maturata in tanti anni su riviste e radio che mi hanno dato la possibilità di farlo e non hanno mai avuto niente da ridire. Informati
RispondiElimina❤️
EliminaAllora, Zambo, era meglio se dicevi che li ascoltavi al volo, visto le cantonate che prendi.
RispondiEliminaPerrineville un sincero vaffanculo , frequenta altri lidi
RispondiEliminaPer quanto riguarda la disamina dei dischi del Boss , mai come in questo momento visto le sue risposte abusive e un Po arroganti sul caro biglietti in usa il soprannome è appropriato , mi trovo d accordo con Bobrock tranne su Devil che trovo un disco di desertico folk rock che mi ruba più di un emozione
RispondiEliminaElusive non abusive
RispondiEliminaO caro Zambo ti sei offeso, mi spiace. Non accetti una critica o un contraddittorio ? Dove siamo finiti. Vedi un po' come finisci la "recensione" di Western Stars, non credo che questa volta ti abbiano buttato fuori dall'ufficio per i reiterati ascolti. oh...son parole tue. Offenditi da solo semmai.
RispondiElimina"Può essere che un unico, o quasi, ascolto in anteprima non permetta un giudizio più approfondito ma fossero state tutte così le Western Stars non si avvertirebbe una palpabile sensazione di imborghesimento pop."
Dopo aver letto il pezzo su Dylan ma già avevo sentore, senza sminuire nessuno ( quando insegnavo non ho mai fatto preferenze anzi ero più tollerante con quelli che faticavano a raggiungere il 6 ) Bobrock sei il mio recensore preferito. Quello che lo ha recensito sul Buscadero è un musicista e tra l altro molto valido e sensibile ma da essere entrato on una sorta di trance mistico. Poi condivide col vecchio Bob un ebraismo che talvolta copre un giudizio più obiettivi. Non fraintenxetemi non ho nulla contro gli ebrei come contro i palestinesi. Caso mai coi russi filo putin .
RispondiEliminaAccipicchia al correttore
RispondiEliminaPerrineville ......Un unico o quasi...
RispondiEliminaComunque col senno di poi non muto il giudizio su WS , alcune belle canzoni rese meglio dalla soundtrack del film con veste più spartana. Arrangiamenti pomposi e tutti uguali , senza fantasia, come quelli dell ultimo disco
Stasera ho ascoltato una cassetta che avevo registrato negli anni 80 con una versione di The Raver, The Promise , My Love Will Boy Coi Down, Rendez Vous.....ma siete sicuri che stiamo parlando della stessa persona ? Neil Young, Tom Petty, Bob Dylan, Van Morrison, Robert Plant non mi sembra che siano cambiati o involucri così tanto....Poi dal vivo sarà un altra cosa ma i dischi sono impietosi
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaIl correttore è il mio public enemy n 1, the raven è the fever e my love will not let you me down, involucri.....ahahah...è involuti
RispondiEliminaGli insulti sono sempre un gran brutta cosa e lo dice uno che non ha un carattere facile . Mi piace il confronto , possibilmente civile dove le parti espongono le proprie ragioni . Abbiamo opinioni differenti , gusti differenti e artisti con i quali abbiamo un rapporto che travalica la pura passione . Zambellini non devi prendertela troppo altrimenti passi dalla parte del torto . D’altronde la tua storia di cronista rock ( giornalista mi suona troppo serioso ) ti precede. E non devi neanche giustificarti .
RispondiEliminaInutile riportare il virgolettato della tua recensione ; l’hai ascoltato una volta e non ti é piaciuto .
Passo dal presupposto che dopo altri ascolti se tu avessi cambiato idea l’avresti scritto.
Il problema è che quando hai a che fare con un hardcore fan non puoi toccargli il santino .
Questo vale se tocchi Dylan, Vedder, Springsteen. Provate a dire a un deadhead che i Dead li trovate mosci e noiosi e vedrete che reazione anno … ( ho un centinaio di live dei Dead per la cronaca ).
Caro Perrineville quello che a te non è chiaro é che in questo blog amiamo la musica come forma d’arte e siamo tutti legati alle emozioni che ci hanno dato le canzoni di Springsteen e non solo.
Proprio perché lo amiamo ancora parecchio ci sentiamo in diritto di dire quello che non ci piace.
Il che non vuole dire che noi abbiamo ragione e tu no .
Semplicemente la vediamo così .
E non devi offenderti . Non c’è nulla di personale .
Ma se anche tu offendi prendendo per il culo il padrone di casa ( red ronnie di Crozza) inevitabilmente la discussione trascende .
E mi sembra che nella vita di tutti i giorni abbiamo fin troppi esempi di maleducazione.
Io l’ho già detto in passato a tutti quelli che Ws é piaciuto così pure l’ultimo lavoro per me è ok .
Ma le prese per il culo questo no siamo tutti adulti .
Riportiamo la discussione a toni appropriati che hanno sempre contraddistinto questo blog .
Cercando di strappare un sorriso a tutti i partecipanti ma se vi dicessi che ogni tanto vado a qualche concerto di heavy metal 🎸sono ancora degno di partecipare a questo blog oppure devo allontanarmi con ignominia…???
Buona serata a tutti
Bobrock. Intanto ti ringrazio di non avermi mandato a quel paese. E' già una partenza. Detto questo non è che mi è stato "toccato il santino", se leggi quello che ho scritto sopra anche a me l'album Non è piaciuto. La cosa che non mi piace è il dato contro a priori perchè è Springsteen e anche stavolta non ha riscritto una Jungleland. Mannaggia, non è più lo stesso. Grazie al ca... La chiave di lettura "da uno che ci ha abituato a Drift Away e Higher and Higer mi aspettavo altro" l'ho assolutamente sposata anch'io, ma una volta capito il senso del nuovo lavoro, anche basta affondarci il coltello per un articolo monocorde basato solo su quella delusione personale. Ritengo che si debba essere anche un po' oggettivi, e alla fine questo giudizio è più da fan di prima ora col paraocchi che altro. Uno come il padrone di casa che ha i mezzi e gli strumenti per capire cosa volesse fare Bruce in questo lavoro ("Cantare e basta, per una volta"), fa un recensione prendendo un filone (corretto) e non vedendo altro (sbagliato). Allora dico, o lo fai apposta o non ci ha capito niente (altro vaffanculo ?). Poi mi vieni a dire che ascolti gli album infinite volte e ti contraddici palesemente con le tue parole dicendo che WS l'hai sentito nemmeno una volta prima di scriverci la recensione. Poi ti sale il dubbio che anche si questo non si sia andati troppo a fondo. E' un album a se stante che niente aggiunge e niente toglie alla carriera di Springsteen. Inutile ? forse si. Ma non da demolire..ahh com'era bella The River. Certamente. Tanto è che il prossimo tour sarà il tour mancato di "Letter to you" e non di questo ultimo, criticato lavoro.
RispondiEliminaParafrasando il titolo del suo disco Only the Rich Survive
RispondiEliminaLivio. Càspita, un uragano ieri! Allora un po' di pepe ogni tanto fa bene!
RispondiEliminaSì, Bob, più o meno condivido i tuoi giudizi, e seguo Springsteen da 50anni tondi. In concerto l'ho visto una dozzina di volte, ma solo xchè dopo il 2009 ho smesso. Ho centinaia di boot del suddetto, ma ascolto spesso solo quelli del Darkness Tour.
Forse sono troppo ecumenico, ma mi pongo il problema di non imporre la mia visione a chicchessia: personalmente detesto chi ama comandare, sono un individualista. Non accetto imposizioni, ma neanche voglio impormi su nessuno.
Allora mi sforzo di capire anche chi la vede diversa, ma non x qs cambio idea.
WS l'ho risentito e salvo (forse) la title track, Hitch Hikin' e Moonlight Motel.
Mi ritrovo nei giudizi di Zambo, non c'è nulla da fare.
X riconoscenza continuo ad ascoltare e rispettare Springsteen, e di riflesso chi ama la sua musica post Tunnel, ma non posso condividerne i commenti positivi.
Ragazzi, in una delle recenti interviste ha detto, testuale, 'da giovane ero un sociopatico'... altro che Jungleland! E ora cosa sei diventato, imbottito di psicofarmaci e rimbambito dagli psicoterapeuti, dai milioni e dai chirurghi plastici?.
La tragedia è che tutti si invecchia. Lo accettiamo in noi stessi, dobbiamo ammetterlo anche nei ns eroi.
Ci andrei cauto col libro di Dylan. Le sue precedenti imprese letterarie furono quanto meno 'ermetiche', e uso un eufemismo. Ma anche qui: se vi sarà piaciuto parlatene sul blog e me lo procurerò.
E ognuno ascolti la sua musica! Che sia jazz, metal, o, come me, beat italiano anni '60, e perfino Vasco e Ligabue (ma solo fino ai primi '90, 30anni fa: poi non sono invecchiati, loro. Sono proprio scomparsi)
Livio. Restando in tema di (pessimi) invecchiamenti e di pepe: qualcuno ha sentito l'ultima 'fatica' di Neil Young? Parlo di World Record, xchè ultimamente sforna un disco la settimana. A me pare una colossale presa in giro: sciatto, rozzo, rudimentale in tutto, con quell'odioso organetto da oratorio.
RispondiEliminaOk sparare su Sp.steen, ma questa è roba da ricovero coatto!
Il bello è che ci sarebbero anche canzoni apparentemente buone (This old Planet, The Long Day before...) ma vengono proposte in veste tanto dimessa da rasentare il masochismo. O il sadismo, se la vediamo dal ns punto di vista di ascoltatori.
Boh, ditemi voi
Zambo’s Place è un’isola felice.
RispondiEliminaNel mare dei social in cui ci troviamo a nuotare quotidianamente, questo spazio, questo nostro spazio, rappresenta un porto sicuro, una casa in cui ritrovarsi e discutere appassionatamente ma civilmente di quello che ci piace e anche di quello che non ci piace.
Il padrone di casa ci accoglie, ci lascia discutere, interviene in modo parco ed equilibrato per dare spazio soprattutto a noi, i suoi ospiti, allievi e condivisori di un certo modo di vedere e vivere la musica.
Il fatto che nel giro di ventiquattro ore Mauro sia dovuto intervenire ripetutamente e, a un certo punto anche perdendo la pazienza, è un fatto che mi rattrista, ma tutto sommato si è trattato di un momento raro nella storia di questo blog. C’è da dire che tale fatto si presenta ogni volta che si recensisce un disco di Bruce Springsteen. In queste occasioni, come accaduto alcuni anni fa per “Western Stars”, vengono a trovarci personaggi che non hanno ben compreso lo spirito con cui si frequenta Zambo’s Place. Arrivano, danno giudizi di merito sulle persone, senza peraltro conoscerle, quindi spariscono per lungo tempo.
Come Bob Rock anch’io sono diviso fra atteggiamento comprensivo e tendenza a non essere accomodante, quello che mi preme dire è che non mi piace quando qualcuno mi entra in casa e comincia a criticare questo o quello senza rispetto per me, padrone di casa. Purtroppo lo vediamo un po’ ovunque, pare che ultimamente sia questo il modo più diffuso di interagire e rapportarsi con gli altri, non solo sui social ma anche nella vita quotidiana. Mutamento antropologico dovuto alla sempre più forte dipendenza dalla tecnologia e dai social network? Non sono un sociologo e non mi addentro al problema, prendo atto che negli ultimi anni si è affermata tale tendenza.
Mi viene da lodare la posizione presa da 3 personaggi musicali diversi tra loro ma che trovano tutto il mio consenso.
RispondiEliminaIvano fossati i Rem e Robert Plant.
I primi due hanno deciso di chiudere ai primi segni di calo di ispirazione ed il terzo non ha mai ceduto ad una patetica reunion degli Zeppelin
PS.
Giudicare l'ultimo Neil Young disco del mese lascia perplessi
Detto questo, vorrei fare qualche considerazione sui temi di cui si è discusso negli ultimi giorni e partirei non da Springsteen ma da Dylan.
RispondiEliminaIo ricordo che nel 1992, per il concertone del trentennale, il “menestrello di Duluth” (non ridete, per favore!) non era riuscito a cantare la sua parte in “My back pages” e vederlo in tv in quel modo mi aveva direi terrorizzato. Poi ho comprato il cd, ho riascoltato il brano e quell’esibizione imbarazzante non l’ho ritrovata: la parte cantata dal nostro era stata reincisa in studio e tutto aveva un altro aspetto (anche le stecche canore e strumentali di qualche suo ospite). Mi sono sentito un po’ preso in giro, perché non era quella l’esibizione live.
Prima e dopo mi ricordo però un Dylan vocalmente in forma. Nel 1987 lo avevo visto a Milano, nel concerto con Tom Petty e Roger Mc Guinn e mi era piaciuto molto. Quindi l’ho rivisto a Cagliari, nel 1999 (sette anni dopo il concerto del trentennale) e mi era sembrato decisamente in forma. Tale impressione è stata rafforzata dall’ascolto del bootleg che avevo realizzato per l’occasione.
Evidentemente oggi, dopo oltre vent’anni, Dylan non ce la fa più e concordo con Bob sul fatto che forse dovrebbe ritirarsi, anche perché dischi belli o interessanti non ne realizza da tempo. Ma Dylan è Dylan e se gli togliessimo il piacere di girare il mondo ed esibirsi sarebbe come togliere a certi anziani dei nostri paesi il piacere di andare a lavorare in campagna a novant’anni: durerebbe un giorno. Lasciamolo esibire, se lo tiene in vita.
Neil Young non sembra né cotto né bollito, l’ultimo disco è un po’ più suonato, prodotto e ripulito rispetto a quelli registrati in Oregon, ma le nuove canzoni non hanno il taglio di quelle epiche del passato, eccetto la splendida “Chevrolet” e la simpatica “Love Earth”.
RispondiEliminaCosa me lo fa apprezzare oggi, allora? Proprio il fatto che lo spirito è quello di sempre. Neil è un ultimo Buscadero che si ostina a combattere sul serio le sue battaglie, senza badare al fatto se il suo suono sia commerciale o meno, se le canzoni sono più o meno belle di quelle del passato, senza dover rendere conto al mercato, prima che a se stesso.
Esattamente il contrario di Bruce Springsteen, che, pur desiderando in astratto fare qualcosa che gli piaccia e abbia un senso non troppo effimero, è ormai costretto a tenere un occhio e un orecchio al mercato, che per lui è di dimensioni galattiche e dunque, in quanto generalista, deve proporre un suono generalista.
RispondiEliminaL’ultimo disco, come ho già detto, è semplicemente un sottofondo molto omogeneo, con canzoni quasi indistinguibili fra loro, buone, appunto, per fare da sottofondo a una tavolata natalizia con parenti e amici.
Anche per me è un disco inutile, ma non me la prendo più di tanto, dato che dal mio punto di vista, il “tradimento” del Boss è iniziato nel 1984, con “Born in the U.S.A. (e quanto aveva ragione allora Maurizio Bianchini nel recensire “Dancing in the Dark”: «Dopo tanti anni, questa è la prima canzone di Springsteen che onestamente non mi piace»).
Avendo una figlia che ha scoperto Springsteen a 13 anni (ora ne ha 17) e che lo ascolta massicciamente e con notevoli capacità di analisi, sono portato a essere benevolo col nostro, un po’ come fa mia figlia che dice, «Certo, non c’è paragone coi dischi degli Anni ’70-’80, ma c’è qualcosa di buono anche in quelli di oggi, e poi io lo voglio vedere in concerto!»…
E dunque, com’è il Boss post “Born in the U.S.A.”?
RispondiEliminaOgnuno la vede a modo suo, io, cresciuto alla scuola coranica del “Mucchio Selvaggio” fin da quando avevo 10 anni (1977), la vedo così:
Tunnel of Love – Mai piaciuto, a parte un paio di canzoni. Oggi proprio non mi va di ascoltarlo.
Human Touch – Forse il peggiore, nonostante qualche timido tentativo di novità. Mai più ascoltato.
Lucky Town – Un po’ meglio, con alcune buone canzoni, ma senza anima. Con la E-Street Band forse sarebbe stato meglio di “Tunnel of Love”.
The Ghost of Tom Joad – Per tre o quattro canzoni un grandissimo disco, per le rimanenti sicuramente inferiore alle sue produzioni migliori. Ogni tanto lo riascolto (ma non tutto).
The Rising – Per me un gran disco, brutalizzato dalla produzione che, come ha detto Bob, lo ha fatto invecchiare male. L’ultimo disco importante del Boss.
Devil and Dust – Anonimo. Non me ne ricordo una di canzone, ma forse riascoltandolo con altro spirito qualcosa potrei recuperare, come la canzone sul cadavere nel fiume, se non sbaglio.
Magic – Orrore e raccapriccio. Ripensandoci è forse questo il disco peggiore. Non ho parole per descrivere una simile schifezza, che ha inaugurato un decennio in cui non ho più ascoltato Springsteen e se ci sono tornato è stato perché un giorno, ascoltando “The River” in un viaggio con la famiglia, mia figlia è rimasta fulminata e da allora (2017) l’ho accompagnata negli ascolti springsteeniani facendo io stesso pace col Boss.
Working on a Dream – Altro disco orrendo, ma un po’ meno peggio dell’altro. Se la gioca sul podio con “Human Touch” e il precedente.
High Hopes – Patchwork tartassato un po’ da tutti, ma ci sono alcune canzoni che riascolto volentieri, come la cover dei Suicide
Western Stars – A me è piaciuto e all’ascolto regge ancora, nonostante alcuni episodi pesanti. Dal vivo alcune canzoni migliorano, altre peggiorano (come “Moonlight Motel). Apprezzo il fatto che Springsteen a 70 anni abbia scritto e cantato un disco di canzoni nuove che, con altri arrangiamenti sarebbero di livello alto. Sono curioso di sentire qualche pezzo dal vivo, possibilmente.
Letter to You – Disco bello, ma per chi vuole essere sincero e realista, è il primo disco di Springsteen in cui il Boss ha voluto intenzionalmente proporre un cliché, quello del rocker che torna alle radici, dove tutto DEVE essere suonato e presentato esattamente come i vecchi fans vorrebbero. In questo ha saputo pescare tre grandi canzoni del passato, che aiutano nel giudizio positivo. Non è “il più bel disco dai tempi di…”, ma è un bel disco che ascolto con piacere e in alcuni punti con emozione.
Only the Strong survive – Abbiamo detto tutto. Concordo con Zambo e Bob.
Propongo una cosa: far produrre a Neil Young un disco di Bruce Springsteen e a Ron Aniello uno disco di Neil Young. Giusto per curiosità. Credo che ne sentiremmo delle belle!
Un saluto a tutti e in primo luogo a Mauro il nostro padrone di Casa!
Dimenticavo "Wrecking Ball". Inizialmente l'ho visto come i precedenti, poi l'ho rivalutato e lo trovo un buon disco proposto con onestà.
RispondiEliminaAh, le Seeger Sessions... So che piacciono a tutti. Io ho provato ad ascoltarlo e riascoltarlo, gli ho dato mille possibilità, ma proprio non mi piace. Perdonate se sono in controtendenza, come vedete, lo avevo pure dimenticato..
Interessanti le considerazioni di Corrado su Bob, Neil e Bruce. Non torno su Springsteen perché tanto si è detto e poi considerando che in larga parte la vediamo allo stesso modo, il resto sono solo varianti personali, in cui mi ritrovo tra Bob e Corrado e d'accordo con Mauro ( D&D) per quel che riguarda la produzione post Tunnel of Love che tra l' altro mi piace a parte la title track e più del suo precedente millionseller. Concordo su Neil,uomo ed artista di un'integrità umana e morale come pochi, sicuramente i suoi sogni da hippie sono rimasti tali e per fortuna! Poi sui suoi dischi,almeno a partire da un po' di anni a sta parte cerco di seguire molto i suoi Archives e a dare precedenza a questi, rispetto ai suoi lavori in studio...ma stargli dietro è veramente difficile, considerando che magari proprio in questo istante dall' altra parte della luna, potrebbe star pensando di tirar fuori altro. Bob è un gigante e tale rimane nonostante la sua produzione in studio lasci a desiderare, almeno dalla svolta crooners.Ad ogni modo comunque ci torno sempre su perché la considero quasi materia da studio.
RispondiEliminaArmando
Corrado é sacrosanto che tua figlia voglia sentire e vedere Bruce live , si divertirà tantissimo.
RispondiEliminaMentre per quanto riguarda l’inciso di Luigi anche io ho apprezzato i rem che hanno mollato al momento giusto e ancora di più Plant che non ha ceduto a guadagni facili .
Mentre X quanto riguarda Fossati di cui sono stato un grandissimo ammiratore ( sono cinque o sei in tutto gli italiani che ho apprezzato nella mia vita ….Battiato su tutti ) non gli perdono il fatto di avere rinnegato “ la mia banda suona il rock “.
Non l’ha più cantanta dal vivo come se si vergognasse di un successo pop.
E poi mi dava fastidio quell’aria da poeta dolente sempre depresso…..e che cazzo un di allegria .
Ps: comunque ad ogni uscita del boss si agitano le acque 😂😂😂😂😂
Un po’ di allegria ( in un concerto a Milano disse “ non sono abituato al successo “……
RispondiEliminaLivio. Sì, Fossati è un depresso cronico (non ha mai superato l'amore non corrisposto x la Mannoia, x cui scrisse quel fantastico verso "...la donna che ha lottato tanto - perchè il brillare naturale dei suoi occhi non lo scambiassero per pianto..."), ma un gran cantautore, secondo me. Se poi si vergogna de 'La mia Banda', chissà che pensa del periodo Delirium, gruppo che capitanò nei primi anni '70, e che sfondò con 'Jesahel'... (:
RispondiEliminaLive at Fillmore 97
RispondiEliminaTom Petty and the heartbreakers
Semplicemente il miglior regalo di natale che possiate farvi. La storia del rock sulla punta delle dita. Suonato da una band stellare in stato di grazia.
Non vedo l'ora ma devo pazientare fino a martedì. Aspetto chiaramente resoconto di Mauro a tal proposito sempre se non decida di completare con la seconda parte del box dedicato ai Little Feat.
RispondiEliminaBuon weekend a tutti!
Armando
Livio. Lo sto ascoltando, magia Spotify. Strepitoso. Da avere assolutamente, anche se x me è quasi un doppione. 6 dei 20 concerti tra gennaio e febbraio '97 registrati professionalmente: qui c'è il meglio. Forse l'apice di una Band favolosa (nominata x l'occasione House Band onoraria del Fillmore) in una venue non enorme, raccolta, a favorire raffinatezze strumentali e scalette 'creative'. Petty, Campbell, Tench(in forma strepitosa), Thurston, Epstein, Ferrone. Pubblico partecipe ma non invadente. Suono caldo, pastoso, esattamente come ti aspetti da un 'live'. Prezzo ragionevole, cover bellissima. Produzione a cura degli eredi Petty, affiancati da Campbell e Tench, che ricordano quel mese a S. Francisco come uno dei migliori periodi della loro carriera.
RispondiEliminaUn florilegio di cover x tutti i gusti, sempre porte con rispetto ma anche rielaborate e personalizzate nell'inconfondibile stile Heartbreakers.
Strepitose versioni dei loro classici: quasi a caso cito 'It's good to b.K.'(12min.), Campbell stellare; una selvaggia Boogie Chillen' con J.L.Hooker(9min); e poi County Farm, devastante(8min), Mary Jane(10min), Gloria (Them) 11min....
Scusate l'entusiasmo, ma qui siamo davvero in Paradiso. Anch'io spero in un articolone del Prof da gustare insieme a queste delizie.
Buon Natale in anticipo
Si Livio, già il Fillmore evoca di suo stagioni epiche, poi un live di questa portata immagino cosa può essere e quelle covers ne fanno ancora più un piatto appetitoso.
RispondiEliminaSarà un buon Natale all'insegna del miglior Rock'nroll e per fortuna sui live questo fine anno è stato strepitoso !!
Armando
Livio. Da non perdere il mini-set di 4pezzi dei Byrds, con Roger Mc Guinn, che Petty presenta come il proprio mentore, sorvolando su quella volta in cui il buon Roger, evidentemente 'in volo', si congratulò con lui x la 'sua' versione di American Girl, affermando però di non ricordare con precisione quando l'aveva scritta... (: (: (: (da un recente articolo del Prof)
RispondiEliminaQuanti di voi hanno sentito tutto il box dei feat? Le versioni cambiano di volta in volta come per gli ABB oppure sono copia carbone ? Vorrei evitare di prendere un box che ascolto mezza volta .
RispondiEliminaDei Feat come molti di voi immagino ho il doppio album in vinile e la versione Deluxe che uscì anni fa in CD per la Rhino con i brani aggiunti come bonus Tracks. Ho letto la recensione di Mauro sul Buscadero di questo mese e sembra un acquisto consigliato perché di materiale extra ce ne eccome ! Poi non so onestamente quale sia il prezzo considerando il numero dei CD qui contenuti ?! Sicuramente quello di Petty ad esempio, seppur inferiore come numero di dischetti,mantiene un prezzo adeguato e onesto, ma credo che trattandosi di un numero che ne conta il doppio( Waiting...)le cose possano essere diverse...e quindi credo che Mauro possa darci in merito fornire i giusti consigli !?
RispondiEliminaArmando
PS : mi scuso per qualche errore di battitura ma ritengo di aver espresso il senso ...
RispondiEliminaArmando
Livio. Ciao Bob, ti do il mio parere, x ql che può valere.
RispondiEliminaMi sono posto anch'io il problema. Non sono un superfan dei LF, ma ne so riconoscere la grandezza. Ho buona parte della loro discografia, in particolare l'ottimo Waiting for Columbus Deluxe, 2cd Rhino del 2002.
Posso dirti subito che nel nuovo Super Deluxe 8cd non ci sono pezzi in più. La Deluxe del 2002 contiene già ogni canzone eseguita in ql tour, per quanto ne so (tot 27 songs).
Ho controllato i tempi di esecuzione dei vari pezzi nei 3concerti integrali e mi pare che non ci siano grandi variazioni tra l'una e l'altra serata, eccezion fatta x Day at the Dog Races (tra i 10min di Manchester e i 13 di Londra) e Dixie Chicken (minimo 9min Londra, max 14min Washington).
Perciò, come sempre, dipende dal tuo livello di passione. Se sei un superfan ti fiondi sul Super Deluxe (intorno ai 100€ su amazon, x 8cd non è esagerato).
Se, come me, non sei un completista dei LF, ti accontenti dell'ottimo Rhino Deluxe 2cd del 2002, che ti dà un'ottima versione di ognuno dei pezzi eseguiti nel tour del '77.
Poi, siccome noi fan seguiamo (x fortuna) le ragioni del cuore, io sono lo stesso che 24h fa ha definito indispensabile un box di cui possiede già in ottima qualità + del 70% dei pezzi...
Buon weekend a tutti
Grazie Livio per la tua dettagliata info, infatti serve giusto per capire quanto valga effettivamente spendere soldi, avendo già una versione abbastanza esaustiva di quel meraviglioso tour...poi è chiaro che come tu dici ...al cuore non si comanda e li zio pantalone non si può certo tirar indietro !!
RispondiEliminaRicambio il buon weekend a tutti !
Armando
Grazie Livio , anche io avevo la doppia ristampa della rhino e per quanto avessi altri live dei Feat questa ristampa mi sembrava per hardcore fans e io non sono così spinto.
RispondiEliminaTanto per intendersi anche io ho ricomprato il fillmore di Petty pur avendo il bootleg e le canzoni in supero non sono poi molte ….
A gennaio esce vol.17 della Bootleg di Dylan e ovviamente lo prendo.
Come hai detto tu dipende da quanto sei fan…
Grazie e alla prossima
Livio. Naturalmente resta in piedi il dilemma sui ritocchi in studio apportati da Lowell George ai nastri originali. X me non è un problema: simili operazioni di maquillage non sono infrequenti sugli album live, e almeno questa è stata fatta apertamente e dal leader incontrastato del gruppo,
RispondiEliminanon sottobanco da qualche produttore impiccione e\o oscuro tecnico.
Anche i puristi che volevano i concerti ruspanti e grezzi, 'in originale', ora sono dunque soddisfatti.
Help me friends
RispondiEliminami hanno chiesto la lista dei dieci dischi dell'anno per il Buscadero, stando a quanto ho acquistato e sentito mi sa che più della metà sono ristampe e non va bene perchè cosi invecchiamo più dei nostri miti. Dischi nuovi non ne ho ascoltati molte tali da essere dei best of the year, mi vengono in mente i DBT, Buddy Guy, Wilco, The Hanging Stars, Steve Earle...e anche questi non sono propriamente nuovi anche se forever young.....voi che segnalate? Mi pare un anno molto moscio
Di fretta mi è venuta fuori questa playlist
RispondiEliminaTom Petty Fillmore
Rolling Stones El Mocambo
Tedeschi Trucks Band I am the moon
Buddy Guy The Blues don't lie
Eric Clapton Nothing but the blues
Drive By Truckers Welcome 2 Club XIII
The Hanging Stars Hollow Heart
Wilco Cruel Country
The Meltdown It's a Long Road
The Delines The Sea Drift
aggiungerei come ristampa Willie de ville : venus of docks
RispondiEliminaIl resto le ristampe che hai elencato
Il nuovo Young non l’ho ancora ascoltato e mettere mellencamp tra i migliori dell’anno anche no. Album discreto ma nulla più .
Anche lyle lovett oppure calexico li ho presi ma sono album minori
Sono pigro mi muovo nella mia comfort zone
Ma aspetto suggerimenti da tutti voi
. . ..? Ma tedeschi Trucks tutti e 4 gli album ? Vale la pena .? Io mi sono fermato al primo episodio che reputo appena discreto.
RispondiEliminaJohn fullbright
RispondiEliminaFantastic negrito
Black keys
Fountains d c
Jack white il secondo acustico
Paolo nutini (non storcete la bocca )
GA 20
The Sadies
Lee fields
Marcus king
Les bains and the glory fires
Eli paperboy reed
Non ho messo ristampe e box
A completare:Ristampe , live , box
RispondiEliminaTom Petty and Heartbreakers live at fillmore 97
Rolling Stones El mocambo 77
Little Feat Waiting for Columbus
Eric Clapton Nothing but the blues
John Mellencamp Scarecrow 2 cd
Willy de ville Venus of the locks
Mavis staples and Levon helm
Leo nocentelli Another side
Creedence At Royal albert hall
Gov t mule Stoned side
Correggo Venus of the docks
RispondiEliminaConcerto dell'anno
RispondiEliminaBlack Crowes Alcatraz Milano
Rolling Stones San Siro
Anche io pochi acquisti per quest'anno e principalmente concentrati sul versante archivi...
RispondiEliminaPeace & Noise : Neil Young & Crazy Horse
Live at El Mocambo : Rolling Stones
Live at Fillmore : Tom Petty and Heartbreakers
The Delines : The Sea Drift ( il più ascoltato..)
* Per il resto altre ristampe blues e jazz...tra Sunnyland Slim, Freddie King, John Lee Hooker, Wes Montgomery, Clifford Brown, Max Roach ecc...
si, dimenticavo il Willy dei Docks
RispondiEliminaLivio. Avete detto già tutto voi
RispondiEliminaIl Noise and Flowers di Neil Young e Promise of the Real mi è piaciuto un sacco.
Poi Stones\Mocambo,
Petty\Fillmore (disco dell'anno),
Mink\Docks,
Clapton\Blues,
Creedence\RAH,
Delines\SeaDrift,
Van Morrison\What's it(ma non è certo uno dei suoi dischi migliori...),
Black Crowes\1972,
Steve Forbert\Moving thru America,
Allman\Down in Texas'71,
Buddy Guy\Blues don't lie
Ecco la mia sporca dozzina x il '22. Molte ristampe\archivi, ma io da tempo mi sono arreso all'inevitabile...
Approfitto indirettamente di Livio in quanto condividendone il Neil Young con i Promises of Real di Noise & Flowers, avevo riportato erroneamente il titolo. Tra le ristampe inoltre per sostituire una mia copia rovinata ho potuto godere di " Other side of Town" di Chuck E.Weiss , benché contenere una sola bonus !?!
RispondiEliminaArmando
Pardon : contenesse* un solo bonus.. maledetto t9 mi fa parlare come Tarzan 😉😄
RispondiEliminaArmando
Durissima, ha ragione Zambo: quando per interesse le ristampe superano le novità, allora c'è qualcosa che non va. Evidentemente è un brutto periodo per chi vuole fare rock oggi, non so se è una situazione definitiva, ma per il rock come lo abbiamo inteso noi è un momento di stallo.
RispondiEliminaHo ascoltato i Big Thief, molto Younghiani e gradevoli, ma niente di nuovo sotto il sole. Poi l'ultimo Young, appunto, che rimane sempre lontano dalle sue opere non dico migliori, ma interessanti. Per proporre un esempio, dischi come "Hawks & Doves" o "Re-ac-tor", al tempo giudicati di basso profilo, oggi suonerebbe come dei capolavori. Il concerto del 2016, che ha fatto uscire recentemente, è decisamente buono, invece, ma non è materiale nuovo.
Di Springsteen meglio tacere, mentre a me è piaciuto molto il disco dei nostri Cheap Wine, non tanto per i brani "rock", ma per alcune ballate che si staccano un poco dalla loro produzione abituale.
Ci sarebbero dischi interessanti come F. K. Twigs, ma si uscirebbe dall'ambito degli ascolti di questo blog e poi, sinceramente, apprezzo fino ad un certo punto, non certo fino a innamorarmene. Un disco invece che ho ascoltato moltissimo è quello dei Delines. Lì la scintilla è scattata.
Proseguo con lo studio di Wess Montgomery e dei chitarristi di Tom Waits, ci sono personalità eccezionali, non solo Marc Ribot, Robert Quine, Keith Richards o David Hidalgo, ma anche quelli dei primi dischi... C'è tanto da studiare!
Livio. Bob, ci attendiamo, naturalmente, la tua classifica dei migliori concerti 2022!
RispondiEliminaSegnalo anche i King Hannah, Kevin Morby e Orville Peck, il cantautore country mascherato. Inoltre ci siamo dimenticati i Dream Syndicate: canzoni di livello medio, rispetto al passato, ma arrangiate è suonate alla grande
RispondiEliminaEd è morto pure Wilko Johnson!!! L'ho saputo solo oggi.
RispondiEliminaUn grande. Semplicemente un grande, sia con i Dr. Feelgood che da solo.
Livio. Ho amato tanto i Dr Feelgood. Wilco ha lottato contro il suo male, rubandogli molti anni e vari dischi...
RispondiEliminaVedete, il senso di amare tanto riedizioni e ristampe è anche quello di tener vivo il ricordo di tanti Artisti che hanno reso migliore la ns vita con la loro Musica.
Come mi insegnava già il Foscolo negli anni lontani del liceo\ginnasio.
Ciao Wilco: la tua Musica resta con noi
Che bella considerazione, Livio. Davvero foscoliana nella sua essenza. Quanto vorrei trovare musicisti con cui suonare i Dr. Feelgood aggiornati (non necessariamente i Jam). Purtroppo tutte le mie frequentazioni hanno abbassato ormai le saracinesche della vita, quanto a interessi e voglia di fare. Posso solamente suonare "She does it right" da solo. Ma non è la stessa cosa.
EliminaLivio. Noi teniamo viva la fiamma, Corrado. E' anche questo il nostro compito. Poi si vedrà. Intanto tu porti tua figlia, ed io le mie nipoti, al live di un performer d'eccellenza (questo è innegabile). Magari da cosa nasce cosa.
RispondiEliminaSanta Claus is coming to town
Per Springsteen a Roma sarebbe bello incontrarsi tra frequentatori di questo blog. Abbiamo qualche mese per organizzarci
RispondiEliminaLivio. X me purtroppo temo non sarà possibile. Ho già tutto organizzato x Monza, causa problemi di lavoro delle nipoti, ma anche x me, in qs fase, sarebbe complicato assentarmi x + giorni, visti i problemi di salute di un mio familiare, che non mi sento di lasciare solo x + di 24h.
RispondiEliminaForse Corrado e Bob ce la faranno a vedersi: fatevi una birretta anche x noi, lontani in Trentino e in Sicilia(so che Armando ha problemi analoghi).
Ma soprattutto non lasciamo svanire qs bella amicizia musicale 'virtuale', sempre aperta anche a Luigi e a chiunque si avvicini con lo spirito giusto.
Non scordando mai di ringraziare il ns ospite e mentore Big Zambo
Presente per eventuale incontro a Roma.
RispondiElimina(Salvo problemi dell'ultimo momento)
Io non sarò presente a nessuna delle date previste, ma qualora per altro evento o altre occasioni sarà possibile vederci , lo farò con immenso piacere, così come è sempre bello farlo in questo spazio,interagendo tra noi e il nostro padrone di casa. Un abbraccio sincero a tutti e un Buon Natale a tutti seppur con anticipo !
RispondiEliminaArmando
Per tornare ai dischi di quest'anno e riflettendoci ancora su e più in generale, vedo che ci sono ultimamente annate a fasi alterne. Non memorabile questo 2022 e come giustamente dice Mauro e gli amici di questo blog, alla fine sono le ristampe e gli Archivi quelli ad interessare di più! Guardando le vostre liste mi ritrovo molto con quella di Livio seppur non ho preso tutto quello che lui elenca, tranne la tripletta Young, Stones e Petty ( sezione archivi) e i Delines di Sea Drift, il più ascoltato di questo anno ed ottimo come soundtrack per i libri di Willy Vlautin e perché no anche per il Midwest raccontato da Tom Drury ! Personalmente mi ha entusiasmato molto pure il Charlie Musselwhite di " Mississippi Son" e un piacere è stato "ritrovare" una Mavis Staples e Levon Helm in un " Carry Me Home" in realtà e non poteva esser diversamente, inciso nel 2011! Dischi che vanno sul sicuro e ti restituiscono quelle poche certezze, per quanto nulla di nuovo sotto il sole. Mi tenta molto pure il " 1972" dei Black Crowes che ho ascoltato in rete e sicuramente prenderò! Per il resto come già detto ,tante ristampe ma tra le più ascoltate c'è un Freddie King di inizio anni sessanta e il Chuck E.Weiss di " The Other Side of Town". Riprendo spesso e così riascolto tanto pure il Chet Baker di " Chet" del '58, in cui ritrovo il mio lato malinconico e un ricordo legato ad uno strano episodio accaduto a fine Agosto scorso, giorni in cui ho perso mio padre. In controtendenza e per tornare al post, dico che il disco di Springsteen " Only The Strong Survive" ogni tanto lo metto su e mi diverte e mi mette di buon umore seppur perde 3 a 1 al 90mo e senza arrivare ai supplementari con il Southside Johnny di " Soultime" e il Little Steven degli ultimi meravigliosi live. Non sarò nelle date di Monza,Ferrara e Roma perché ho chiuso con la E Street Band dal doppio tour di Wrecking Ball ed in genere visto anche gli acciacchi e l'età che avanza sono i piccoli eventi ed i festival blues estivi ad attirarmi più verso l'andare per concerti. Per rimanere a questo consiglio agli amici di guardare in rete alla serie dei vari Rockpalast perché c'è veramente tanto di cui godere. Dai Dream Syndacate a Chris Robinson Brotherhood passando per Elvis Costello, un Graham Parker d'annata e tanto altro, inclusi i Green On Red ed i Grateful Dead. Certamente mi rivolgo soprattutto a chi come il sottoscritto è lontano dai centri ed i luoghi italiani deputati e più qualificati a certi eventi. Scusandomi per le lungaggini vi abbraccio fratelli !
RispondiEliminaArmando
Livio. Ciao Armando, mi spiace per tuo papà. Così è la vita, dicono. Ma quando tocca i tuoi affetti è pesante, tutti purtroppo lo sappiamo.
RispondiEliminaDue cose.
Segnalo con un semplice clic da Zambo's Place su Blue Bottazzi Beat, x leggere sapide recensioni, in particolare Tom Petty e Springsteen...
E poi sto finendo un librone di + di 1000 pagg che mi ha entusiasmato, e di cui forse (ma posso sbagliare) si è già parlato in qs sede. 'Lonesome Dove' di Larry Mc Murtry (padre del James, cantautore che tutti noi amiamo) è un'Odissea della Frontiera, "il" romanzo western x eccellenza, duro (brutale, a tratti) il necessario, ma sempre soffuso di umana 'pietas', di vita, ottimismo, speranza, sottile ironia.
Spontaneo il parallelo col Meridiano di Sangue, di Cormac Mc Carthy, che è scrittore indubbiamente superiore, chiariamolo subito, ma la ferocia ebete, del tutto fine a se stessa, del 'Giudice' e dei suoi accoliti serve solo a legittimare il cinico pessimismo dell'autore sull'uomo e l'umanità. 'La guerra è Dio' suona figo e ardito, senza dubbio, ma di qs tempi mi fermerei un attimo prima di sottoscrivere.
In sostanza preferisco il lento, a volte farraginoso arrancare dei personaggi di Mc Murtry, che a tratti irritano ma + spesso si fanno amare, e il loro West selvaggio ma non crudele, dove anche agli uomini, come alla natura, è lasciata una speranza;
allo stesso modo, forse, in cui ascolto + volentieri il pub rock sgangherato ma autentico dei Dr. Feelgood rispetto alle cerebrali raffinatezze di tanta musica progressive et similia. Suonano meglio? Certo! Ma io continuo a preferire Wilco e soci.
Consigliatissimo, Lonesome Dove, e x me libro dell'anno, anche se pubblicato quasi 40anni fa.
Ciao Livio ti ringrazio del pensiero. Si... ho letto le recensioni di Blue Bottazzi e a proposito di McMurtry quello che tu citi sarà il prossimo libro che prenderò, anche perché,
RispondiEliminase pur conoscendolo non ho ancora avuto l' opportunità di leggerlo,contrariamente a McCarthy, di cui ho letto tutti i libri. Per questo Natale mi sono regalato uno di Cornell Woolrich, vecchio scrittore noir che consiglio a chi ama il genere.
Armando
Un disco che non è ancora uscito ma lo si può sentire su amazon unlimited è Cruel World di Wilco. Uscirà fisico a gennaio, sto facendo la recensione questa domenica di sole e vento dopo aver visto due giorni di calcio che al di là della vergogna di organizzare i mondiali in un luogo dove la donna vale meno di un asino, ha fornito partito interessanti e avvincenti. Riguardo a Wilco è un disco meno innovativo e avventurista dei loro migliori, Nels Cline è molto in disparte ma è un ritorno alle atmosfere folk-country dei primi due album con qualche sventagliata rock ed un vecchio aroma Uncle Tupelo. Sto lottando per farlo diventare recensione del mese del Buscadero di gennaio, ma è dura, sperando che non arrivi il solito Willie Nelson o Van Morrison o qualche contadino del Kentuscky a guastare la festa. Buona domenica friends, il rock ci salverà. In caso vogliate perdere del tempo ogni due martedi del mese, il prossimo è 20 dicembre sulla radio web Lupo Solitario c'è Rock-Ola un'ora in un salotto rock n'roll con vino e apparecchi hi fi da sballo. Lo trovate su fbook anche in video. Nella prima puntata il protagonista è stato Tom Petty.
RispondiEliminaVero Mauro..il disco ultimo dei Wilco, disponibile ed ascoltabile in rete è bellissimo ! Grazie per i tuoi suggerimenti.
RispondiEliminaArmando
Piccola curiosità
RispondiEliminaRyan Adams ha rifatto tutto Nebraska
Il disco è scaricabile gratuitamente dal suo sito.
Mi stupirò quando lo farà... (B)rian Adams!
EliminaLivio. Ryan Adams: personaggio indecifrabile. Mi piaceva un sacco, fino a che non è stato accusato di reati ignobili... Non so che dire: che senso ha, rifare oggi Nebraska??? Ancora + inutile di Only the Strong...
RispondiEliminaBryan Adams: ho un suo disco dell'84, Reckless e lo vidi in concerto a Milano anni fa. Dignitosissimo on stage, devo dire, anche se non è classificabile fra i 'nostri' musicisti
Livio. Wilco: blame on me, ma non mi hanno mai scaldato il cuore. Prometto di ascoltare il nuovo senza pregiudizi.
RispondiEliminaMondiali: sogno una finale Argentina-Marocco, e a quel punto forse tiferei Lautaro
Con Wilco mi sono fermato al disco col dromedario in copertina, magari sono belli anche i successivi, chissà, proverò ad ascoltare quest'ultimo.
RispondiEliminaSu Springsteen a Roma, sarebbe splendido incontrarsi. Io posso invitare chi di voi vuole contattarmi personalmente ad andare su academia.edu, un sito scientifico sul quale carico le mie pubblicazioni. Ha un servizio di messaggeria, dal quale poi posso inviarvi i miei contatti privati (mail e cellulare), naturalmente per questioni di privacy.
Insomma, se volete ci sono!
Per quello che riguarda Adams Ryan è sempre stato un personaggio del tutto particolare. L' ho adorato molto, ma ad onor del vero la sua discografia ha incluso e soprattutto negli ultimi anni, prodotti discutibili o comunque non sempre all' altezza di altri dignitosi lavori o veri e propri capolavori ( Heartbreakers e Gold su tutti).L' ultimo da me preso è stato il cupo Wednesadys, dove in qualche brano compare pure Emmylou Harris. A dirla tutta mi è piaciuto, nonostante comunque ho provato fastidio a leggere di certi incresciosi episodi e nell' ascoltarlo mi chiedevo cosa potesse provare la Harris al riguardo ?? Non giudico l' artista e nemmeno voglio fare il moralista, ma certi conflitti familiari si dovrebbero comunque e sempre risolvere civilmente!?! Dei Wilco ed anche io come Corrado, ho acquistato come ultimo l'omonimo con in copertina il dromedario ma ad ogni modo, adorando l' alternative country, ho trovato quest'ultimo lavoro appetibile. È già da qualche mese che è rintracciabile in rete e credo che nel suo fisico supporto non me lo farò sfuggire! Per concludere due o tre cose che mi hanno ultimamente entusiasmato.
RispondiEliminaTom Petty and The Heartbreakers: " Live at Fillmore 1997"
" La Tela Bianca" ( Arte e vita di Edward Hopper ) Documentario rintracciabile in rete.
" La fine dei Vandalismi" : Tom Drury
Armando
Buddy Guy, Blues don't lie mi sta piacendo un sacco! Sembra cantato da un ragazzino...
RispondiEliminaLivio. Un ragazzino di 86anni, Buddy Guy. In diversi abbiamo collocato il suo nuovo cd tra i preferiti dell'anno.
RispondiEliminaLa buona musica, l'Arte vera, non hanno età, nè data di scadenza. Non c'è anno di pubblicazione che tenga, conta solo la qualità: se è vera, il tempo non fa altro che esaltarla, scremando x mera forza di gravità 'il grano dal loglio'.
E se in musica sono dinosauro, in letteratura, invece, mi scopro sperimentatore. A seguire un piccolo elenco di autori italiani di thriller\noir (il genere che prediligo) a mio avviso di buono\ottimo livello:
Salvo toscano (serie Fratelli Corsaro)
Gigi Paoli (serie C. A. Marchi)
Antonio Fusco (serie comm. Casabona)
Paolo Pinna Parpaglia
Antonio Infuso (comm. Vega),
poi due ormai affermatissimi, Antonio Manzini (Schiavone, anche in tv grazie all'ottimo Marco Giallini) e Alessandro Robecchi (a.k.a. Roberto Giallo del Mucchio Selvaggio, quello vero) col suo Monterossi.
Una recente scoperta: Charles Willeford (serie Hoke Moseley),
e altri italiani come Diego De Silva (Malinconico, anche in RAI), Fulvio Ervas (Stucky), e Christian Frascella (serie Contrera) in cui trovate anche massicce dosi di ironia e autoironia, che non guastano mai.
Buona lettura!
Grazie Livio per le tue dritte sui libri. Il noir mi piace e seppur sono un fanatico di quello americano, incluso il Willeford che tu citi, non mi dispiace ogni tanto variare con quello italiano ed europeo in genere. Per fortuna su questo fronte ho mia moglie che in quanto ad autori di questa estrazione geografica non si fa mancare nulla. Tra i suoi ogni tanto pesco Jo Nesbo, quanto Lucarelli, De Giovanni e quelli che tu citi,che sicuramente tra i suoi non mancano. Se fosse una fanatica di musica sarebbe perfetto ma già condividere libri e cinema è già tanto. Ultimamente stiamo vedendo su Amazon Prime diverse cose perse precedentemente. Consiglio se vi è sfuggito," Quella Notte a Miami" di Regina King... tratto da una pièce teatrale e che narra di un possibile incontro tra i vari Malcolm X,Caccius Clay, Sam Cooke e Jim Brown, così come sul fronte humor nero,una divertente commedia di Robert Carlyle con lo stesso ed una fantastica Emma Thompson intitolato " Delitti Perfetti".
RispondiEliminaSaluti a tutti
Armando
Livio. Ok la copertina e le 5stelle, ma poi la copertura del Live at Fillmore '97 si riduce, escluse foto, a una paginetta scarsa di cui la maggior parte dedicata all'elenco dei pezzi con, solo x alcuni, un commento telegrafico. Manco a dirlo, Friend of the Devil, essendo dei Grateful, è 'uno dei punti + alti del box'....
RispondiEliminaCartellino giallo\arancio x l'ultimo Buscadero. Ok le 12dodici pagine x Jerry Lee buonanima, ok i 'nomi nuovi', ma Tom Petty merita di più. Speriamo in un approfondimento nei proxx numeri .
Sempre grazie di esistere al Buscadero, a chi lo dirige e a chi ci scrive, ma quanno ce vo', ce vo'!
Pregi e difetti del busca li conosciamo bene tutti.
RispondiEliminaNe è perfettamente conscio anche il nostro prof che pure ci scrive.
Resta il fatto che vederlo ogni mese in edicola mi mette di buonumore.
Concordo con Luigi. Sono quelle piccole certezze che ti restituiscono le passioni che vanno costantemente alimentate. Compri il Buscadero, ascolti musica, guardi i film e leggi i libri per riconnetterti al tuo passato quanto per scoprire cose nuove. Da una parte vorresti riprenderti ciò che non può più tornare e magari ti illudi possa il tuo cuore sanguinare come un tempo. Poi ti accorgi che stai invecchiando ma trovi ingiusto che tutta la tua vita e tutto il tuo spirito possano esser stritolati dalla quotidianità ed è in questi contrasti che continui a vivere e a lottare...
RispondiEliminaArmando
Leggo il buscadero dal primo numero ma lasciatemi dire che non ho mai potuto soffrire l’arroganza e L’esibizionismo del proprietario del negozio di ….Vabbè lo avete capito . Evito di nominarlo anche come forma di cortesia del titolare del blog .
RispondiEliminaAggiungo che quel signore lo trovo un pessimo recensore.
Un conto quando leggi un articolo di Zambellini che ti fa sentire la musica ma quando leggo le recensioni di quel signore che conclude un articolo sempre con le solite frasi “ i ragazzi hanno le palle, le chitarre sugli scudi, un disco che sentiremo a lungo , molto a lungo “….. beh francamente ….. non capisco perché anni fa non c’è stata un altra diaspora.
Diaspora per dove? Non c'era un'altra "Velvet", che tra l'altro non durò molto. Siamo pochi e per sopravvivere tocca stare tutti insieme, anche con chi obiettivamente non è un granché e io lo avevo capito già dai tempi della prima storica diaspora: dal "Mucchio" proprio al "Buscadero".
EliminaMa vi ricordate la sua recensione degli Unforgiven…..??? Impagabile
RispondiEliminaHai ragione Corrado….ma per me è una questione di pelle e di contenuti
RispondiEliminaPs a Roma ci sono …. Oddio anche a Ferrara e Monza . Potremmo “ correre il rischio di incontrarci “
Splendido Bob.
EliminaRipeto: andate su academia.edu > Corrado Zedda. Lasciatemi un messaggio e da lì vi reindirizzo sui miei contatti personali! 👍
Innegabile quanto dice Bob. Personalmente e per tornare ai vecchi tempi, tanto il vecchio Mucchio quanto il Buscadero furono le mie riviste musicali di riferimento e per tanto tempo lo sono state fino a quando il Mucchio non diventò settimanale e dovetti orientarmi principalmente sul Buscadero e maggiormente da quando Zambo e Denti ci entrarono. Certo..inizialmente erano vere e proprie "fanzines" per gli amanti di certa musica americana e quindi un piatto succoso per chi prediligeva come il sottoscritto certe sonorità , ma ad onor del vero vi erano comunque delle piccole differenze. Ritengo che il Mucchio abbia avuto dalla sua un maggior coraggio e una qualità più alta in termini di scrittura. Certe retrospettive ed articoli su ( cito a memoria..
RispondiEliminaWho, Lyle Lovett, Tom Waits,Lou Reed, Miles Davis,la Beat Generation, Steve Wynn,il cinema di Eastwood ecc...) il Buscadero le sognava. Poi per quanto questi fossero pure, articoli comprati dalle testate straniere..certamente non ne altera la storia e certa fascinazione. Ritango inoltre che con l' arrivo di Zambo e Denti il Buscadero sia cresciuto molto, senza comunque nulla togliere ai vari e bravissimi Callieri e Trevaini. Poi è chiaro che queste sono e rimangono solo le considerazioni di un lettore... perché immagino non sia così semplice e soprattutto nel nostro paese, portare avanti un'avventura di questo tipo...!?
Armando
Livio. Non potendo essere a Roma (mannaggia), sarà bello incontrare chi, di noi Blood Brothers, sarà come me a Monza, in particolare Big Bob che volò a NY x vedere gli Allman al Beacon Th!
RispondiEliminaCi manca ancora la tua lista dei concerti preferiti del 2022, Bob. Scommetto che Nick Cave è sul podio.
Ciao Livio quasi finito questo anno aggiungo per fortuna perché la mia vita lavorativa è stata letteralmente stravolta in quanto la banca per cui lavoravo é stata comprata da un colosso francese bravissimi nel fare marketing ma nella realtà completamente falsi.
RispondiEliminaTi dico solo che uno dei primi diktat che mi hanno detto nel corso di una riunione é la seguente affermazione “ da noi il cliente deve uscire spolpato “ … che fa a pugni col mio modo di lavorare…..
Non ti dico il nome ma in Italia i gruppi francesi sono due … avendo 58 anni devo fare buon viso a cattiva sorte.
Terminato lo sfogo … ti elenco i migliori concerti :
Rolling Stones Milano e Nick Cave a Verona il meglio a cui ho assistito.
Per intensità il concerto degli Stones é stato veramente stupendo con un pubblico che “ letteralmente spingeva “ il gruppo come da tempo non sentivo fare .
Nick cave per pathos e per quella voglia di abbracciare il pubblico che é diventata una sua caratteristica . Prima sembrava che volesse aggredirlo oggi ne ha letteralmente bisogno . I suoi drammi personali sono alla base del suo cambiamento.
Al terzo posto metto Clapton a Bologna ( seconda data ) , in realtà ho assistito a tutte e tre le serate che sono state un compendio di come si fa un concerto ad altissimo tasso tecnico dove professionalità e cura dei dettagli , dove ogni nota era la posto giusto .
A seguire Iggy Pop a Mantova , l’ iguana ha letteralmente sbancato con un concerto più lungo del suo standard , con buona pace dell’orchestra che ogni tanto affiorava ma é stata una serata assolutamente rock in una cornice stupenda.
Continuando cito I Govt Mule che adoro e per partigianeria vorrei mettere sempre al primo posto ma da tempo quando vengono in Italia fanno un set solo ( di fatto costa di meno a chi organizza ). Peccato che loro come i maratoneti danno il meglio sulla lunga distanza .
Non posso non citare Elton John e gli Eagles come esempi di grande professionalità ( grande il baronetto , freddine le aquile )
Chiudo con i Black crowes per i quali mi sarebbe piaciuto sentire qualche cover dal recente 1972
Delusione dell’anno Porcupine Tree di una noia mortale , di Dylan ad Amsterdam ricordo l’ottima birra rossa bevuta primo dello show poi cala il buio. Anche i Pearl Jam non hanno brillato ( meglio Londra di Zurigo ) ma Vedder non era in grande forma.
Per il 2023 ricomincio con
LUCINDA WILLIAMS seguiranno gli Eels ,Rogers Waters , Bruce , peter Gabriel ( speriamo bene .. perché é molto invecchiato ), Townshend e Daltrey ( non ce la faccio a chiamarli Who), conscio che da anni Daltrey è senza voce ma quando vedo Townshend roteare il braccio mi sento subito meglio .
Poi ho un paio di concerti metal che per decenza non nomino altrimenti vengo radiato dal blog.
Mi piacerebbe rivedere ancora gli Stones ma secondo me suonerrano negli usa
Ps: siccome ho conservato buona parte dei tkt dei concerti visti mi sono reso conto che dal 2016 ad oggi c’è stata una impennata che supera il 100% del costo del biglietto 🎫…… la musica dal vivo sta diventando appannaggio di chi può spendere il che fa molto pensare a cosa é stato il rock roll nella società nella cultura giovanile .
I nostri beniamini possiamo dire che ci hanno preso bellamente per il culo , io sto al gioco ma sono pochi i musicisti che rispetto dal punto di vista umano . Si lo so sono pieno di contraddizioni.
Ps2: a Milano suoneranno il primo luglio Black Keys assieme a quel coglione di Liam Gallagher, e questa volta mi astengo perché 86 euro proprio non riesco a spenderli .
Buon natale a tutti ma soprattutto buon anno
Ps3: ovunque leggo recensioni meravigliose sull’ultimo lavoro di Bruce per cui vuole dire che non capisco proprio più nulla 😂😂😂😂😂😂
Grande Bob...il nostro prezioso inviato insieme al Professor Zambo Whitehair...!
RispondiEliminaAuguroni ...
Armando
Livio. Ciao Bob, scusa se ti ho scassato i cabasisi in un momento brutto. E non ti angustiare: chiunque abbia un minimo di sale in zucca sa bene che in QUALSIASI banca tenteranno sempre di spolparti. Sta a noi farci un minimo di cultura finanziaria e soprattutto restare sempre aggiornati in merito: lo dobbiamo ai risparmi faticosamente raggranellati in una vita. Poi di certo tu non sei il tipo che venderebbe derivati tossici alla vecchietta pensionata, ma la rivoluzione bancaria va fatta a livello politico, non dal singolo Don Chisciotte. Se poi il fango dei ns europarlamentari è quello emerso in qs gg, buonanotte. X nn parlare della presidente bce che in un minuto è riuscita ad affossare le borse di 1\2mondo e il debito pubblico di 1\2europa. Chi mi assicura che la gentil sig.ra il giorno prima non abbia stravenduto allo scoperto in stile 'una poltrona x 2'?
RispondiEliminaGrazie sempre x i tuoi report live, preziosi x i rocker da divano come me!
Continua ad aggiornarci, ti prego, quando avrai tempo e voglia!
E poi, ora che sei il Capoclasse, hai dei doveri, che diamine! (: (: (:
Riguardo alle recensioni di OTSS, su Backstreets.com qlc g fa è stata pubblicata una corposa rass. stampa mondiale. Diciamo che siamo 65% a 35%, e nei positivi(65) ci sono anche rotocalchi e quotidiani non specializzati che chiaramente stampano, ben pagati, le veline delle major.
C'è però un recensore, irlandese mi pare, che lo definisce un disco 'inutile'. Vi ricorda qc?
Livio non mi hai disturbato per nulla anzi semmai ho mescolato privato al pubblico e dir si voglia.
RispondiEliminaAdesso sto sentendo il box di Petty e oggettivamente per quanto avessi il bootleg questo suona che é un piacere.
Ma la vessata questio é la presente : se sono state suonate 85 canzoni perché ne hanno pubblicate 58?
Magari la risposta è nel booklet allegato. Sono pigro e non ho letto nulla.
Oppure le rimanenti 27 le tengono buone per un nuovo doppio cd….oppure ancora tra 5 anni quando chi cura l’eredità di Petty sarà a corto di soldi pubblicherâ the complete live at fillmore……
Pensare male é lecito.
Ps: ho appena letto le note del booklet e aggiungo questa considerazione : perché non pubblicare l’ultimo show tre ore di concerto 40 canzoni e a parte le altre 45 a completamento.
RispondiEliminaAvremmo avuto un concerto intero più il resto.
Si lo so ….. sono un rompicoglioni ma a volte i fan potrebbero indirizzare meglio chi pubblica e cosa pubblica.
Vedrete uscirà un seguito accetto scommesse
Livio. Ma certo! Infatti sul boot 'San Francisco Serenades' c'è, completo, l'ultimo concerto della residency al Fillmore: 7 febbraio 1997. 40 canzoni, suono ottimo anche se ovviamente non al livello dell'ufficiale, 40canzoni, 191minuti. Ma soprattutto conserva il mood, il feeling, di un concerto reale, con l'apoteosi finale Gloria-bye bye johnny-satisfaction-louie louie e la chiusura lieve di Alright for now.
RispondiEliminaRendiamoci conto che il mercato delle ristampe sta diventando l'ultima vacca da mungere x major, eredi famelici e artisti in declino. Tutti ci marciano alla grande, a partire dal buon Neil, che del minitour acustico di inizio '71 fra un po' pubblicherà anche le strimpellate sul pullman durante i trasferimenti...
Ed è incredibile che solo gli Stones abbiano capito che il fan attempato( ): ) e (relativamente) danaroso vuole concerti singoli e completi, scalette sfiziose, suono spaziale, foto inedite, prezzi ragionevoli e via così. Ciò che serve, insomma, ad alimentare la nostalgia e la magia di un evento irripetibile ma che è stato reale, almeno quell'unica volta.
Invece, braccini corti, tengono sempre qc da parte x farci comprare anche l'ennesima ristampa rimasterizzata.
E allora difendiamoci, andando a spulciare scalette e tempi di esecuzione e diventando selettivi negli acquisti, anzichè entusiasti bulimici: li educheremo a servirci sempre meglio.
Fatta salva la passione nostra che loro sfruttano ma che ci consente di restare umani. Io di Petty ho tutto, compresi i box Playback e Live Anthology, + tanti boot. Ci ho speso dei bei soldi. Gli altri(soldi), come ben sapete, li ho sprecati.
BUONE FESTE, Blood Brothers
Giuste considerazioni quelle espresse da Bob e Livio. Purtroppo sono anni che le case discografiche hanno capito il giochetto, visto che tra l' altro il guadagno gli arriva dai " boomers" e quindi fin quando la vacca è negli archivi a riposare...ogni tanto la si sveglia e la si spreme. Tra l' altro diventa in taluni casi pure difficile seguirne il percorso, Neil Young su tutti dove ci vuole un libretto delle istruzioni!? Però con le vostre perplessità e conseguente ragionamento che non fa una piega, avete dato una giusta soluzione.
RispondiEliminaRicambio di ❤️ gli Auguri a voi e tutti i frequentatori del Blog...
Armando
Livio. Per dirla proprio tutta fuori dai denti, uno magari si aspetterebbe dal proprio magazine di riferimento qualche dritta anche su opportunità e convenienza di certi acquisti, segnalando ripetizioni, incongruenze, omissioni, prezzi, occasioni uguali se non migliori su pubblicazioni del passato etc.
RispondiEliminaE' la vexata quaestio del conflitto di interessi del ns editore, che tutti ben conosciamo. Visto che nessuno di noi intende rinunciare al Buscadero, che resta di gran lunga la migliore rivista x chi ha i ns gusti musicali, dobbiamo difenderci da soli scambiandoci info su pregi ma SOPRATTUTTO DIFETTI delle nuove uscite ristampe-deluxe-superdeluxe.
Poi la passione (e il portafoglio) di ognuno darà il verdetto definitivo, come sempre, sperando sempre che il ns gentilissimo Ospite non ci espella x indegnità!