Si è scritto molto sui social il giorno dopo l'esibizione milanese di Lucinda Williams a proposito se sia giusto presentare sul palco un'artista in evidente difficoltà, reduce da un ictus che le ha lasciato problemi di deambulazione e per di più funestata la sera stessa da una faringo-laringite che l'ha costretta a tossire e soffiarsi il naso continuamente.C'è stato chi, indignato, ha lasciato la propria poltrona dopo solo qualche brano, altri hanno evidenziato il cinismo di chi ha portato in tour Lucinda Williams in queste condizioni oppure qualcuno ha ipotizzato che l'artista americana sia in qualche modo costretta ad esibirsi per pagarsi l'assicurazione che negli Stati Uniti garantisce le cure per la malattia. Facile fare della dietrologia, la verità non la conosceremo mai e nemmeno interessa perché quello che personalmente mi ha emozionato, commosso, meravigliato è stata la forza di una donna che spogliata del suo mito, fragile e “nuda”davanti ad un pubblico meraviglioso e partecipe del suo dramma, è riuscita a rimettere in piedi, dopo un inizio agghiacciante con lei in evidente stato confusionale e la band che cercava di mettere insieme i cocci, scambiando sguardi impauriti di incoraggiamento, un concerto che dopo due ore ed un bis di tre canzoni, è finito trionfale con l'intera platea in piedi ad incitarla e a seguirla in una corale Rockin' In The Free World di Neil Young. Un momento memorabile, il potente realismo del rock n'roll, un' artista aggrappata alla vita grazie alla sua musica con quella voce vivida ed espressiva che nemmeno la malattia ha cambiato, una voce che è dolore, malinconia, abbandono, rabbia e accettazione, la voce di chi non vuole arrendersi e pur nella precarietà contingente manda messaggi di resistenza. Il concerto più umano che mi sia capitato di assistere, traballante all'inizio, liberatorio alla fine, con la Williams che malferma si portava appresso l'asta del microfono fino al limite del palco e pur scusandosi per gli inceppi, le false partenze, i colpi di tosse, l'acqua rovesciata, lo smarrimento in alcuni momenti, trascinava l'intero teatro nella più tangibile affermazione che per alcuni grandi artisti come lo è lei arte e vita sono la stessa cosa.
Certo l'inizio ha messo tutti in un silenzio glaciale, facendo presagire la fine prematura del concerto, accompagnata sul palco dal road manager la Williams accennava a Blessed per fermarsi subito, smarrita e confusa, guardando con terrore i due chitarristi, Stuart Mathis e Doug Pettibone, che con dolcezza cercavano di darle fiducia tranquillizzandola e rimettendo in moto l'esibizione.
Starnuti, tosse, sguardo assente hanno fatto presagire il peggio, Protection non possedeva minimamente il carisma dell'originale, così come Right In Time ed una esangue Drunken Angel. Poi la Williams ha preso forza, il fantasma di Tom Petty in Stolen Moments, canzone a lui dedicata, l'ha benedetta e complice una band superlativa con un batterista da favola con tanto di cappello da cowboy in grado di ottenere il massimo col minimo del gesto, un bassista (David Sutton) che definire efficace è dire poco e due chitarristi, uno ( Stuart Mathis) con la Gibson SG, l'altro ( Doug Pettibone) prima con una Gretsch, poi con una Stratocaster e la lap steel, capaci di "illustrare" con ricami di alta scuola come deve essere il suono americano anche quando si lavora a volumi bassi. Dimostrazione eccelsa di tecnica, gusto, feeling, conoscenza, saggezza sonora che ha supportato e spinto la rockeuse di Lake Charles a dare il meglio di sé in Big Black Train, in Lake Charles, nella scapigliata e rockata Let's Get The Band Together, nuova di scrittura e nella bluesata, scura e paludosa Pray The Devil Back To Hell. Uno dei momenti topici del concerto assieme alla commovente e palpitante Born To Be Loved suonata in punta di piedi quasi fosse un jazz di un combo acustico, ed una Copenhagen da pelle d'oca che grondava malinconia come fossero lacrime di un innamorato abbandonato.
La ruvida Honey Bee lasciava divertire la band con il ritmo e gli assoli, contenuti ma graffianti, in Essence come Righteously la Williams reiterava parole e versi creando un mantra circolare di effetto ipnotico, è lo stile di tante sue ballate,
Hot Blood la vedeva ritornare sul palco dopo solo qualche minuto dalla fine dell'esibizione, acclamata da tutto il teatro prima dell'apoteosi di Rockin' In The Free World dove la Williams pur ferita dal destino e quasi imbarazzata per trovarsi in quello stato ci buttava in faccia una grande verità: non sempre è facile vivere su un palco e sotto i riflettori e solo chi crede profondamente nella propria arte alla fine ne esce vincitore. Concerto che non dimenticherò mai.
TESTO di MAURO ZAMBELLINI
FOTO di GIUSEPPE VERRINI
Io AMO questa donna e la recensione è stupenda. Avrei voluto esserci per apprezzare anche le debolezze della donna e dell'artista
RispondiEliminaMi associo a quanto dice Corrado...
RispondiEliminaArmando
Livio. Commovente, esaltante: sia la recensione che il concerto. Speriamo che il tutto sia dovuto solo all'orgoglio e all'amore x la musica e x il pubblico della Williams, e non a situazioni becere di obbligo contrattuale e\o di bisogno. In ogni caso lei ha reagito da leonessa qual è, aiutata, come doveroso, dalla band e da un pubblico sensibile, colto e intelligente come forse, oso sperare, solo in Italia.
RispondiEliminaGrazie Lucy, Grazie Zambo.
Chissà se il ns Bob era presente...
Recensione esaltante quanto il concerto.Ero presente alla serata e mi sono sinceramente commosso nel vedere con quale forza la cantante abbia reagito ad un inizio a dir poco incerto.
RispondiEliminaIl finale poi è stato un giusto e meritato trionfo.Sono felice di essermi spellato le mani in un applauso finale interminabile degno tributo a Lucinda e alla band.
Un grazie infine al prof per il suo bellissimo racconto.
Ciao Livio ero presente ma la penso in maniera differente . Forse ero l’unico in sala a non sapere dell’ictus della WILLIAMS , comunque appena l’ho vista entrare in scena accompagnata e col bastone ho capito della gravità del suo stato.
RispondiEliminaI primi trenta quaranta minuti sono stati veramente imbarazzanti sia per l’artista che per il pubblico.
Il primo brano col vuoto di memoria , la williams che guardava perduta ed imbarazzata il suo gruppo ( é stata rivolta verso di loro per buona parte della serata) , i continui colpi di tosse , le stecche ripetute , i brani massacrati hanno fatto della prima parte del concerto un campionario di orrori. Poi dopo l’esecuzione di Copenhagen come per magia la situazione si è sbloccata. La tosse sparisce e in qualche modo le canzoni vengono portate a termine da un gruppo ottimo che sono stati i veri protagonisti della serata . Il cantato é migliorato ma pensando a quello che ero solito ascoltare nei dischi ( per la cronaca era la mia prima volta live ) , eravamo sotto un livello di sufficienza.
La WILLIAMS a distanza di due anni dall’ictus ha evidenti problemi di deambulazione , di equilibrio , presumo anche qualche strascico neurologico e dubito possa recuperare fisicamente .
Il fatto poi che la sera dopo dovesse cantare a Zurigo mi faceva pensare a chi la costringe ad un tour de force in quelle condizioni.
Il finale con lei che cerca di avvicinarsi al pubblico muovendosi con evidente difficoltà, guardata a vista dal suo accompagnatore evidentemente preoccupato , nell’esecuzione di un brano dove dovresti cantare a squarciagola mentre i tuoi mezzi non te lo permettono l’ho trovato tristemente patetico.
Questo è quello che é arrivato a me , le narrazioni dei concerti sono sempre molto personali.
Vi avevo detto che Dylan ad Amsterdam era stato inascoltabile ma chi aveva letto dei resoconti parigini aveva impressioni completamente differenti.
Per cui a Zambellini che da sempre é un grande fan della WILLIAMS , così come per Luigi porteranno del concerto un ricordo positivo per me una serata da dimenticare .
Un artista in quelle condizioni non deve esibirsi . Qualunque tipo di artista .
Mi spiace veramente tanto delle condizioni fisiche di LUCINDA WILLIAMS ma un artista non deve mettersi in quella situazione dove quando va bene il pubblico manifesta pietà per la tua condizione e quando va male ti riempie di insulti .
Va detto che il pubblico del lirico é stato molto affettuoso, io sono uscito dal teatro con una grande tristezza.
Martedì io non c'ero ma ho letto i vari resoconti sul web. La vidi nel 2016 a Pusiano è se la memoria non mi inganna anche allora era in condizioni fisiche non ottimali ma non tali da impedire un concerto che ricordo non memorabile ma assolutamente gradevole.
RispondiEliminaLa fase crepuscolare degli artisti (e degli atleti) è un momento che mi affascina ma che è assolutamente delicata: apprezzo per intenderci coloro che lottano contro le difficoltà dell'età che avanza con i problemi che ciò si porta dietro.
Esemplificando mi sembra che il Clapton che ho visto a ottobre o il Plant degli ultimi show siano assolutamente credibili, così come lo fu l'ultimo De Ville visto a Trezzo e già segnato dalla malattia (era affaticato ma ruggiva ancora).
Imbarazzante invece il Collins che casca sul palco o un Peter Green che vidi a Pistoia completamente scollegato dalla realtà. Il rischio che subentri il senso di pietà che dice Bob è effettivamente concreto a fronte dello stridore fra ciò che abbiamo amato in un'altra veste nel passato e ciò che abbiamo davanti agli occhi ora.
Non ho citato appositamente springsteen a riguardo perché so che potrei creare una valanga incontrollabile
Paul io ho scritto questa recensione con molto dispiacere. La pietà é un sentimento che spesso mi imbarazza. Prescindendo dalla malattia di LW un artista dovrebbe capire quando mollare , quando diventa impresentabile e/o grottesco o poco credibile .
RispondiEliminaNel caso specifico di questa donna che ha sfornato dischi bellissimi le auguro di recuperare non tanto per una futura attività live ma specificamente per la sua vita privata, che non debba farsi aiutare da nessuno e che possa muoversi senza la paura di stramazzare a terra . Per i concerti é suonata la campana closing time.
Per il boss ….. occhio a quello che scrivi 😂😂😂😂😂😂😂 i rischi di ritorsione sono altissimi 🤣🤣🤣🤣🤣
Il 10 sera c'ero anch'io, in seconda fila, ed ho potuto vedere la difficoltà di Lucinda a stare sul palco e la sua forza nell'imporsi a farlo. I musicisti sono stati superlativi nell'incoraggiarla e la comprensione del pubblico incredibile.
RispondiEliminaIl concerto si è poi incanalato sulla giusta strada e ci siamo ritrovati la Lucinda che ci aspettavamo, la voce potente, le canzoni che aspettavamo da una vita di sentire dal vivo.
Abbiamo ritrovato una delle ultime "Grandi" che ci ha mostrato la sua umanità in maniera quasi timida, mettendo in mostra una grande dolcezza.
L'abbiamo aspettata alla fine del concerto (eravamo solo in sei) e nonostante la stanchezza ed il freddo si è fermata a parlare, sempre con quel tono timido e dolce, dicendoci che vuole tornare in estate, speriamo davvero di poterla rivedere.
Mauro, se vuoi, ho una sorpresa come quella di Willy DeVille a Mascalucia (CT) il 13 Luglio 2008.
Livio. Molto interessante il dibattito in corso. Comprendo xfettamente l'imbarazzo di Bob di fronte a un'artista che palesemente non dovrebbe stare lì, e l'indignazione verso chi la costringe on stage, alla mercè delle reazioni di un'audience che non sempre può essere all'altezza.
RispondiEliminaAllora l'ipotesi dello stato di bisogno di LW si fa avanti. e qui mi chiedo, non x la prima volta: ma è possibile che la nazione + ricca e potente al mondo debba costringere i suoi cittadini + fragili a mendicare x avere assistenza? Lungi da me ogni retorica antiUSA, qui parliamo di semplice buon senso.
Su Springsteen il discorso è molto diverso. Lui nn è certo in condizione di bisogno, anche se è vero che soffre da decenni di grossi problemi psicologici. Basta leggersi l'autobiografia, o rivedersi uno(vale l'altro) dei 'concerti' a Broadway. Nel suo caso però prevalgono troppe scelte sbagliate, per troppo tempo.
Tutti lo aspettiamo al varco on stage: io sono ancora convinto che ci sorprenderà positivamente.
Credo che dovremo fare la abitudine a situazioni simili a quelle alle quali abbiamo assistito al concerto della Williams.
RispondiEliminaI motivi sono facilmente intuibili vista l'età media degli artisti che seguiamo.
C'è però un altro fattore da considerare: il crollo del mercato discografico che una volta garantiva rendite sicure con la vendita del proprio catalogo.
Oggi che non è piu cosi la sola fonte di guadagno è la attività live che per molti artisti è diventata obbligo e non una scelta.
Si sta parlando di artisti di richiamo medio piccolo, la cosa non riguarda ovviamente i grandi nomi del rock.
Purtroppo non essendoci andato ho dovuto leggerne su questa pagina e attenermi a quanto riportato. Tutti interessanti i vari interventi come quello di Bob, ma in situazioni particolari è sempre difficile darne un giudizio sereno. Ho letto con partecipazione quanto scritto da Mauro ma trovo non da meno gli interventi che guardano con delusione e dispiacere a quanto accaduto. Altro spunto interessante quello in chiusura espresso da Livio sulla sanità Americana, così come il finale di Luigi...ma tutti... nessuno escluso, mi avete stimolato a rifletterne ancora più che in precedenti occasioni.
RispondiEliminaGrazie....
Armando
PER QUALCHE DOLLARO IN PIU'
RispondiEliminaAllora per il concerto di Springsteen il 1 aprile (non è un pesce d'aprile) 2023 al Madison Square Garden nel primo anello, che poi sarebbero le prime fila visto che in quel posto il palco è al centro della sala, una poltrona è stata pagata 5476 dollari. Calma, restano delle sedie in fondo alla sala a sinistra a 600 dollari. Non siamo in Italia ma negli Usa e speriamo che la magia del dynamic pricing non varchi l'oceano. Interrogato a proposito il Boss ha detto che nel passato ha fatto prezzi inferiori agli altri grandi artisti per cui adesso si adegua. Non mi risulta che al momento biglietti di altri concerti delle rockstar che più amiamo siano stati pagati con cifre sìmili. Ma chi vivrà vedrà, per il momento rilassiamoci con ONLY THE RICH SURVIVE.
"Poor man wanna be rich,
Eliminarich man wanna be king
And a king ain't satisfied till he rules everything"
😂😂😂
Una volta queste cose si chiamavano bagarinaggio (e si veniva perseguiti)ma se adesso si chiamano dynamic pricing e sono legali allora ......tutto a posto e avanti così .
RispondiEliminaBhe 5476 dollari 💵 é un prezzo più che adeguato per sentire il Boss al MSG ; l’importante è che suoni i brani degli ultimi due album possibilmente in ordine cronologico 😂😂😂😂
RispondiEliminaStamattina mi sono svegliato con Jailbird dei Primal Scream (Stones rivisitati ottimamente) e mi son dimenticato che c'è un tizio del New Jersey che prende 6.000 dollari a concerto!... 😄😄😄
RispondiEliminaLivio. X quanto si evince da backstreets.com (fanzine principe del boss) in USA lo sconcerto e lo schifo dei long term fan del boss è massimo.
RispondiEliminaRisibili le giustificazioni addotte. Non è affatto vero che in passato i suoi ticket costavano meno, nè che altri big abbiano finora adottato il dynamic pricing (ma pare lo faranno tutti a breve). E se è verissimo quanto detto da Luigi, che visto il tracollo del mercato discografico causa streaming l'unica fonte di reddito resta il live, non è certo springsteen che può venire a piangerci povertà, no?
E' business, è commercio, è domanda\offerta. Finchè i suoi show saranno sold out ha ragione lui. Quando teatri e stadi inizieranno a svuotarsi (e accadrà!) ripiegherà probabilmente sui suoi archivi live, con ristampe e concerti d'epoca a raffica... che noi compreremo, xchè siamo noi fan la parte buona dell'equazione. Noi che cerchiamo nei ns divi di plastica dorata un cuore che, se mai c'è stato, ha smesso di battere da un pezzo.
Ma a Monza io ci sarò: non x lui, ma x me. X il ricordo di un tempo felice che nessun boss mi potrà rubare, e che rivivrò fin che posso.
Bootleggers, roll your tapes... ma vaffanculo, va'!!!
Bellissimo quello che hai scritto Armando .
RispondiEliminaPs: vorrei ricordare che Bruce ha venduto il suo catalogo per usd 500 MLN; pertanto salvo errori qualche spicciolo dovrebbe averlo da parte …..
Primal scream Corrado … grande gruppo. Quando Gillespie non è troppo fatto dal vivo sono anche meglio
RispondiEliminaGrazie Bob e a proposito dei Primal Scream ho sempre adorato quello " Stonesiano" e con la copertina che riportava l' insegna elettrica con bandiera confederata.
RispondiEliminaArmando
Livio. Sì, Armando, the show must go on. Il ns cuore e i ns ricordi, però, x fortuna, sono solo nostri, e non sono in vendita. Anzi, sempre affamati di nuova bellezza! Hungry Heart versus Pay me my Money down: non c'è partita, purtroppo.
RispondiEliminaX la precisione i mln sono 565, Bob...
Mi unisco al plauso x i Primal Scream (bellissimo nome, fra l'altro). Movin' on up mi fa ancora vibrare come la prima volta, e che chitarra! Unire Stones ed elettronica poteva essere l'uovo di Colombo. Purtroppo Bobby G, come ricorda Bob, alla fin fine ha amato + le polveri che la musica.
Livio. E a proposito di bellezza, noto con piacere che, smentendo x una volta il pessimismo del Prof, i Wilco hanno avuto il Busca-triplete: copertina, articolo retrospettivo su YankeeHF e disco del mese.
RispondiEliminaLa recensione puntuale, documentata e ricca di agganci di Zambo x Cruel Country dà 'peso accademico' ad una mia sensazione 'di pelle' su spessore e profondità di un doppio album che + lo ascolti e + ti entra nel cuore, per non uscirne più.
Luigi lo ha già definito Disco dell'anno. Certo ci vorranno delle grandi uscite per spodestarlo.
Se vi lascia un po' spiazzati al primo ascolto, dategli una seconda\terza opportunità. La merita assolutamente e non ve ne pentirete.
Alla facciaccia di ogni dynamic pricing
Sono al secondo capitolo dei 4 cd di Tedeschi Trucks e il secondo cd é nettamente migliore del primo ; DT é molto più presente e in particolare il brano all the love con i suoi nove minuti é un gioiellino .
RispondiEliminaIn aggiunta non avevo ancora ascoltato l’album di Marcus King che ho trovato veramente ottimo .
565 😂😂😂 MLN Usd bhe dai Livio avrà fatto una donazione alla caserma dei pompieri dove lavora il figlio … oppure gli ha comprato tutta la caserma 😂😂
Livio. E una scuderia (piccolina, vorrai mica si riduca alla fame!) x la figlia...
RispondiEliminaLivio. Ma oggi tutti in piedi x salutare David Crosby.
RispondiEliminaAlmost cut my Hair a palla.
Tristezza infinita, ogni giorno se ne va un pezzo della ns musica ('La vita è una merda. Poi muori' diceva qualcuno).
Restano le canzoni, pesanti come montagne, leggere come l'aria.
So long, Croz
Io sono affranto. Nello stesso giorno sono morti David Crosby e mia sorella. È stata lei a portare in casa Déjà Vu e Harvest quando lei aveva 11 anni e io 9... A pensarla oggi sembra fantascienza, ma se io sono qui con voi è anche grazie a mia sorella.
RispondiEliminaA presto amici
Il nostro rock fonte di gioie gioventu' e spensieratezza sta diventando un mesto viale del tramonto dove ogni giorno si aggiunge una perdita ed un dolore.
RispondiEliminaAggiungere altre parole a quanto bene da voi riportato superfluo. Tristezza infinita e che da lassù David, tu possa donarci ispirazione e tanto amore per i duri giorni a venire ...
RispondiEliminaArmando
Sentite condoglianze per tua sorella Corrado.
RispondiEliminaMi unisco a Mauro e porgo le mie condoglianze a Corrado e perdonami per non averlo fatto prima.
RispondiEliminaArmando
Corrado …..non ci sono parole. Sono veramente dispiaciuto e qualunque frase rischia di essere ridondante e retorica.
RispondiEliminaTi abbraccio idealmente, spero di poterlo fare materialmente a Roma.
La vita spesso é ingiusta e incomprensibile.
Livio. Corrado, non ho parole. So che, perdipiù, hai avuto altri lutti in famiglia, di recente. Ti sono vicino.
RispondiEliminaAnch'io (ne ho già parlato fin troppo) ho perso un fratello anche 'compagno di musica'. Dopo 12anni tuttora mi manca: ma ogni volta che lo penso lui è con me. E' qui con me
Un abbraccio a Corrado
RispondiEliminaAnche da parte mia un abbraccio di vicinanza
RispondiElimina