mercoledì 23 ottobre 2024

MARCUS KING BAND Fabrique, Milano 20/10/24


 

C’era attesa per il ritorno a Milano di Marcus King con la sua attuale band dopo la pubblicazione dell’album Mood Swings non troppo benvoluto dai fans della prima ora. Da qualche tempo il baricentro della sua musica si è spostato dal furente, chitarristico e jammato rock-blues degli esordi ad un mood più confacente alle sinuosità del soul, anche in virtù di una voce calda e leggermente arrochita che ben si adatta alle melodie di questo genere. Le prime avvisaglie si sono avute al tempo di Carolina Confessions ma sono diventate evidenti con la produzione di Dan Auerbach di El Dorado e del recente Mood Swings, il primo vicino alle ambientazioni del country-soul, il secondo un succoso modern soul che premia una voce che ha pochi eguali al momento, la più autorevole assieme a quella dell’amico Warren Haynes (entrambi della Carolina, il primo del Sud, l’altro del Nord) nel  cantare un soul-blues di derivazione americana. Lo show milanese ha tolto qualsiasi dubbio, Marcus King, uscito dal tunnel della dipendenza, è parso in forma ed immerso in questa fascinazione, ritagliandosi all’interno del concerto, un siparietto in solitario per voce e chitarra acustica a sottolineare la veste di soul songwriter. Così, con la maestria di un giovane Bobby Womack, ha dato voce ai palpiti di un cuore innamorato nella struggente Bipolar Love, in Die Alone e appunto Mood Swings. Ma non crediate che ciò che è stato il suo passato sia stato buttato alle ortiche perché la Marcus King Band seppure in formazione rinnovata possiede ancora l’artiglieria per sparare un benessere elettrico che tonifica i sensi, sia nelle intense ballate che hanno i titoli di Save Me e Goodbye Caroline, momenti in cui la commozione serpeggiava palese in platea, sia nei pezzi più muscolosi dove un secondo chitarrista, Drew Smithers, non sempre in tono e piuttosto meccanico nei suoi affondi con la slide (forse perché costretto a suonare una  Custom del 1976 visto che le sue sono scomparse nel trasferimento da Madrid a Milano) dialogava con la Gibson e la Telecaster del leader in una sincronia di esaltanti assoli di pura scuola southern rock. Se poi aggiungete il potente e dinamico batterista Jack Ryan, un bassista che per tutta la durata dell’esibizione ha sorriso come fosse ad una festa di compleanno, ed un tastierista, Mike Runyon, che con l’Hammond intrecciava i fili dell’intero sound  con quel grasso sentore di Muscle Shoals e Stax, allora era chiaro a tutti che la  Marcus King Band poteva tranquillamente innestare la sesta marcia senza mai andare fuori giri. Cappello da cowboy, basettoni da soulman anni 70, scuro abito di taglio western, Marcus coi suoi pards è stato annunciato dalle note de Il Buono, il Brutto e Cattivo prima di partire a razzo con l’arcigno rock-blues di It’sToo Late preso da Young Blood, per poi dedicarsi alla melodica e romantica Beautiful Stranger, a Hero e This Far Gone in modo da avvalorare il nuovo corso della sua discografia. Ma se le ballata soul con la loro innata sensualità sono il cuore pulsante di tali tracce, la resa live non si limita all’ elegante ammiccamento proprio del genere, perché King con i suoi compagni di ventura vitalizza il parlare d’amore con l’ elettrizzante ed energico ardore di cui sono capaci e allora quella che era semplice sensualità si trasforma in una esplosione di carnalità rock. In Inglewood Motel la stanza sembra grondante di amore, la voce di Marcus King fa vibrare l’anima e la band si scioglie in un sussulto jazzistico che rivela una bravura strumentale di prim’ordine, il brano si fonde con Azucar per poi lasciare posto al malinconico tono country di Good Time Charlie’s Got The Blues, una composizione di Danny O’Keefe che veniva interpretata anche da Presley. La robusta ed originale rivisitazione di Are You Ready for the Country di Neil Young sul giro di chitarre di Crossroads dei Cream e 8 A.M, un lascito di California Confessions, che parte lenta prima di scatenarsi in una bufera soul-rock, è quello che necessita perché dopo neanche un’ora di show la platea, finalmente divisa tra giovani e anta, donne e uomini, raggiunga la temperatura di godimento. La sanguigna Honky Tonk Hell trasuda boogie e bettole sporche di avventure da quattro soldi, Fuck My Life Up Again rimette in pista il soul prima della scorbutica e caotica jam Lie Lie Lie dove il batterista scatena tutta la sua forza in un assolo d’altri tempi per finire nel Rice Pudding del Jeff Beck Group. L’attesa per l’encore non dura nemmeno un minuto, sappiamo da una vita qual è la generosità delle band nate sotto la Mason-Dixon line, la dolce Delilah e Wildflowers & Wine, altri due estratti dai dischi prodotti da Auerbach, preparano il gran finale per una Ramblin’ Man che manda in visibilio l’intero Fabrique evocando Dickey Betts, gli Allman ed una tradizione musicale che ancora sa essere viva e contagiosa.



Nella stessa sera su altri palchi della stessa Milano andava in onda  la redenzione, la glorificazione e la santificazione del personaggio di turno, un ecumenismo di mani protratte a toccare il mito in una sorta di rito salvifico, niente di tutto questo alla periferia oscura della città, dentro le mura del Fabrique dove il rock n’roll rimaneva una manifestazione profana di sensi, cuore e turbamenti pelvici, il canto semplice e meraviglioso di un ragazzo venuto dal profondo Sud che canta e suona la chitarra come un Dio (dei bassifondi).

MAURO ZAMBELLINI     Foto di RODOLFO SASSANO

38 commenti:

bobrock ha detto...

Dovevo andare ma problemi di schiena ( decisamente importanti ) me lo hanno impedito . Avevo assistito ad un paio di concerti della MKB ed ero proprio curioso di questa nuova data milanese tenuto conto che l’ultimo album proprio non mi convinceva . Tanto mi era piaciuto Young blood quanto mi ha annoiato l’ultima prova in studio che spero rimanga un caso isolato . Anzi se rimettesse in piedi il gruppo sarebbe cosa apprezzata. Detto questo ben lieto che sia stata una bella serata e mi auguro la prossima volta di essere della partita .

bobrock ha detto...

Una curiosità quanti spettatori c’erano ? Perché la concomitanza di Cave era decisamente impegnativa .

Zambo ha detto...

Sinceramente non ti so dire il numero di persone presenti ma c era tanta gente di tutte le età e sesso, non mi aspettavo una simile affluenza, fabrique pieno e non strapieno

corrado ha detto...

Beh si possono apprezzare l'uno e l'altro, senza contrapposizioni. Poi mi pare che l'altro apprezzi Marcus King
Come sempre la differenza la fa la percezione di ognuno di noi che è, ovviamente, soggettiva.
Comunque per me è triste allo stesso modo: non c'è speranza alcuna che l'uno o l'altro vengano in Sardegna e partire da qui in periodo lavorativo è impresa per gente incredibilmente coraggiosa...

Zambo ha detto...

Certo che si possono apprezzare entrambi, nel passato ho visto un paio di concerti di nick cave molto belli ma l ecumenismo che è montato attorno a lui, un Po come con Springsteen, ha assunto toni religiosi

corrado ha detto...

Eh... Lo so. Da fastidio anche a me, per diversi musicisti che apprezzo. Ricordo di aver iniziato a provare un po' di questo fastidio con Bino Vox ai tempi del film su Ruttle and Hum. Tutto troppo, troppo, troppo esagerato.
E poi abbiamo visto che fine hanno fatto gli U2...
Comunque vedrò cosa si apprezza di Marcus King live Milano su YouTube, anche se non è la stessa cosa.
Mi piace però la dimensione da carbonari che sei riuscito a rendere nel tuo scritto

Unknown2 ha detto...

Livio. Mi riconosco tra chi è rimasto un po' così x la svolta soul\crooner di MK. Attendiamo sviluppi sull'evoluzione della sua carriera musicale.
Sull' ecumenismo verso le top star, credo occorra distinguere guardando l'intera carriera degli "imputati" e soprattutto non facendo di ogni erba un fascio.
Credo anch'io che gli U2 siano stati un po' da tutti sopravvalutati (secondo me da + di 30anni si sono persi nella nebbia) e forse Nick Cave, facendo leva sul lato bohemiènne del suo personaggio, sopravvalutato lo è stato da sempre.
Come noto, dissento su Sp.steen, che tra passi falsi e umane defaillances resta un caposaldo del mio essere rock.
Anche stavolta, fra l'altro, si è schierato apertamente dalla parte giusta, con K.Harris, e il suo endorsement ha fatto rumore su tutti i media mondiali. Non sono molti i personaggi pubblici che hanno il fegato di esporsi prima della chiusura delle urne.
Più in generale, nel max rispetto di chi ne sa + di me, sussiste a tutt'oggi il pericolo di snobbare chi ha successo planetario (una volta li definivamo "commerciali", ricordate? Che nostalgia!!) in favore di chi magari ha l'unico, discutibile, merito di non avere ancora sfondato.
Noto con dispiacere, Prof, che somministri staffilate a Bruce ogni volta che puoi, si tratti di una recensione dello Steve Earle acustico, o di un commento sul live di MK. Ma che ti ha fatto? Una volta anche tu lo incensavi, e buona parte della mia ammirazione deriva da un tuo articolo di decenni fa suoi suoi migliori bootleg, cui da allora ho dato caccia spietata, rendendomi conto della sua eccellenza come performer.
Certo invecchia, come tutti noi, e non benissimo.
Il tempo passa, x Stones, Dylan, Young, V.Morrison, Fogerty, Mellencamp... ma non bastoniamoli troppo: si è perso lo stampo, di artisti così.
Buon autunno a tutti.

Marco ha detto...

Non sono troppo d'accordo sul discorso del "fegato di esporsi", dal momento che Springsteen non ha fatto altro che ribadire ciò che ha sempre fatto, ovvero appoggiare il candidato democratico di turno (fin dai tempi dell'elezione di Reagan, un presidente sul cui carro poi sono saliti in diversi, a partire da Neil Young). Notizia quindi abbastanza prevedibile e scontata ed in definitiva una "non notizia". Immaginate invece che casino se si fosse pronunciato a favore di "McDonald" Trump: lì si che ci voleva fegato! :-))))

Zambo ha detto...

Forse Livio sei tu che stravedi un Po, per MK non ho detto nulla su Bruce, solo sull ecumenismo di tanti suoi fan. A proposito se leggi bene la recensione per Steve Earle mettevo in luce come un suo concerto acustico mi aveva annoiato e l altro osannato. Riporti solo la parte negativa, perché?Vuoi che vengano meno le mie considerazioni critiche , pur non condivisibili, oppure come la maggior parte sia portato all esaltazione del personaggio anche quando non lo penso? Non sono il tipo. E per quanto riguarda Springsteen ammiro la sus presa di posizione per Harris, come pure le sue sortite a sorpresa in piccoli club e pure parecchio della sua ultima tournée, ma posso dissentire da certe sue uscite discografiche, dal silenzio di Ferrara, dal silenzio rispetto al costo dei biglietti, dal suo essere un personaggio più mediatici che musicista ma questo non toglie il mio grande rispetto verso di lui è quanto la sua musica abbia significato per me. Poi ognuno invecchia come crede e magari se uno scrive che lo scorbutico è antipatico Van Morrison oggi concede nei suoi dischi una musica che altri grandi, tipo Bruce, se la sognano (salvo prossime smentite,) ....Non è avercela su con uno, ma guardare le cose come stanno senza paraocchi ideologici

Zambo ha detto...

Ricordo pur non essendo un fan di Van Morrison che non ha venduto il suo catalogo, fai i dischi quando è quanto gli piace, non sottosta ai calcoli delle case discografiche, i suoi dischi sono sempre eccellenti, e il costo dei suoi concerti sono mediamente abbordabili. Poi che uno non si vestirebbe mai come lui berrebbe una birra insiemeco a lui è un altro discorso

Zambo ha detto...

E comunque il migliore, colui che non si è mai venduto e si è schierato senza sbanderarlo, in tanti iniziative benefiche, ambientali e umanitarie, è Tom Petty.

Zambo ha detto...

Ma non voglio che si trasformi in una gara a chi è il più bello del reame. Per cui spero che finisca qui e ringrazio per i commenti.

corrado ha detto...

Comunque, giusto per dire: dal vivo Marcus King è una figata!

Armando Chiechi ha detto...

Mi sento vicino a Corrado per il fatto di essere lontano geograficamente dalla possibilità di avere a portata di mano certi concerti , anche se a dirla tutta dalle mie parti ultimamente è passato Robert Plant, ma purtroppo non ho potuto presenziare per impegni lavorativi che mi hanno portato a disertare forzatamente tale evento. Concordo su Van Morrison e sul fatto che continua a fare ciò che vuole infischiandosene di tutti. Ho ascoltato il suo live e preso il suo ultimo lavoro con brani riarrangiati da direttori d'orchestra e cantato insieme a vocalist jazz, come da nomi più di grido come Joss Stone e Willie Nelson. Un lavoro davvero gradevole con quel suo cocktail che abbraccia swing, blues e jazz.Per contro incuriosito da una recensione di Helga Franzetti sul Buscadero di qualche numero addietro, ho acquistato l' ultimo dei Black Keys dove le incursioni nella black music si muovono in modo diametralmente opposto a quello dell' Irlandese. Ad ogni modo tra i pochi CD di quest' anno dal sottoscritto acquistati,quello più ascoltato è l'ultimo di Charley Crockett, vicino ci va Ray LaMontagne e un gradino sotto ci metto i Black Crowes, seppur mi aspettavo da questi ultimi qualcosina in più ! Per il resto qualche altro acquisto riguarda ristampe o lavori in ambito jazz come Sam Rivers, Grant Green,Bill Evans o un bel box di Big Joe Turner per la Pablo.

Unknown2 ha detto...

Livio. Zambo: sono d'accordo su quasi tutto quel che mi dici. Su VanM e Tom Petty sfondi una porta aperta: songwriters immensi, certamente superiori a Sp.steen che forse li sorpassa solo come furia onstage. Anche sui lati oscuri del boss convengo tranquillamente, nemmeno io credo di portare i paraocchi. Per Ferrara parziale e tardiva ma apprezzabile ammenda è l'inserimento di ben 5pezzi da quel concerto nella tracklist del nuovo docufilm Disney.
Vero anche che su St.Earle è fifty\fifty, ma non capivo xchè tirare in ballo Bruce in quel contesto. X MK mi riferivo al commento sul blog.

Marco: direi che x schierarsi con trump + che fegato ci vuole... stomaco! :) :) :)

Zappa (the movie): stupendo film approvato dalla famiglia che ha dato accesso illimitato all'archivio video di casa e che traccia un ritratto senza smancerie del geniale compositore di musica contemporanea.
Non sono un suo fan, ma trovo innegabili il peso e l'originalità eversiva di un italiano(ipse dixit) che conosciamo come ottimo chitarrista e grande performer, il cui maggiore cruccio era di non poter eseguire le sue composizioni x orchestra visto il costo proibitivo che nessuno era disposto ad accollarsi.
Ebbe una sola hit (al n.39 di Billboard), la Valley Girl eseguita con la figlia, e spese tutto x realizzare un disco con la London Symphony.
Ucciso da un cancro a 52anni, lavorò fino all'ultimo senza piangersi addosso.
Un grande film che mi ha fatto riscoprire un grande musicista.

E scusate se mi dilungo, ma una parola ancora x J.L. Burke, che il peso del tempo non lo sente affatto. Ho letto solo ora Robicheaux, ed è uno dei suoi migliori. Nei 24volumi della serie torna costantemente sull'intreccio inestricabile di Male e Bene, aggrovigliati e in lotta dentro ognuno di noi, come la natura rutilante e marcescente del suo adorato Bajou. Un grande.

Zambo ha detto...

Livio, solo per precisione, ho tirato in ballo Bruce nella recensione di Steve Earle per dire che il set in solitario e acustico è una brutta bestia, che anche i più grandi spesso hanno difficoltà nel tenere alta la tensione. Mi ricordo il concerto di Tom Joad a Nizza che alla fine non ne potevo più anche perchè come chitarrista Bruce non è certo un virtuoso, al contrario a Milano nel set in solitario di Devils and Dust non volevo che finisse più- E in quel disco solo Steve Earle se la cava alla grande.
D'accordo sul film di Zappa, non è certo un mio pupillo ma il film è ottimo e lui un grande personaggio fin da quando da ragazzo confezionava esplosivi.
JLB Burke è un gigante, ho recensito per il Busca Robicheaux ma non ho letto Cattedrale e aspetto Clete per recensirlo. In attesa se non lo conoscete leggete Il mio angelo è la ali nere di Elliott Chaze di cui è appena uscito Goodbye Golitah che però non ancora letto. E ascoltate Live at Ryman vol.2 di Jason Isbell and 400 Unit, una bomba. A presto friends.

Armando Chiechi ha detto...

Giusta riflessione Bob. A proposito di Cave ero tentato nel prendere l' ultimo ma "una voce" mi ha detto di lasciare perdere, seppur potevo fare un preascolto su Spotify, ma per una volta un po' di sesto senso sposato a qualche " reazione negativa" altrui hanno avuto la meglio sulla decisione. Il documentario su Zappa l' ho visto tempo fa e mi è piaciuto molto, così come il monumentale film sui Dead voluto da Scorsese di qualche anno fa. E a proposito dei Dead e della scomparsa di Phil Lesh, oggi mi sono rivisto Grateful Dead The Movie, oltre due ore di concerto con i Grateful Dead ai tempi in cui con loro militavano Donna e Keith Godeaux. Altri tempi...e tanta commozione !!

corrado ha detto...

Su Nick Cave mi fido di mio fratello. L'ultimo grande disco e Push the Sky away (2913).
Poi è arrivato il diluvio e per fortuna il nostro ne sta uscendo.
Per me è un grande, ma naturalmente è un mio parere.
Ho ascoltato l'ultimo di Marcus King e confermo che è un lavoro gradevole e accattivante. Poco rock blues molto soul Pop, ma fa piacere sentirlo
Mi diverto a citare Bruce e ricordo la bella uscita da Stern con una E-Street Band a ranghi ridotti, in una dimensione semi unplugged e ottime versioni dei classici springsteeniani.
Per il resto, mi godo il dibattito dentro Zambo's Place

Zambo ha detto...

Bobrock lungi da me incazzarmi per così poco, era solo un cazzeggiare amichevole sui miti del rock n roll , tra amici e buongustai

Unknown2 ha detto...

Livio. Ewwiwa fratelli, il ns blog si è risvegliato!!
Il TomJoadTour l'ho perso x motivi familiari gravi, ma ho diversi boot e concordo che non sono il max del sollazzo. Di quel periodo ricordo con piacere l'apparizione a Sanremo con il Pippo nazionale : eseguì TheGhostOfTJ da brivido e poi abbandonò immediatamente il palco lasciando Baudo di stucco.
Molto meglio il Devils&D a Bologna: platea avvinta, silenziosa e rispettosa come poche volte mi è stato dato vedere. Grande show.
Felice che Burke piaccia, almeno qui tra noi. In Italia, stando ai numeri di amazon, purtroppo tira davvero poco: inspiegabilmente, direi.
Prima di Cattedrale e Clete c'è anche New Iberia Blues(gran titolo, eh?) che però devo ancora gustare. Me lo conservo per i tempi bui....
E.Chaze l'ho letto e apprezzato: noir d'antan con finale a sorpresa...
Un abbraccio a Bob, sperando che la sua schiena non lo tenga lontano dai concerti che tanto ama, e che vorremmo tornasse a recensire (anche) in questa sede. E sì, i Faces avevano quel qualcosa in più. Stay with me è... fondamentale, più stones degli Stones, coi suoi multipli finali che vorresti continuassero all'infinito.

Armando Chiechi ha detto...

Che brutto risveglio stamattina! Non che mi aspettassi chissà cosa nel caso di un differente risultato, ma sapere del rosso Donnie di nuovo alla Casa Bianca mi ha messo tanta tristezza addosso. Certo... non è un mistero se i dem o progressisti che siano, non hanno saputo rispondere alle domande delle classi meno agiate e quindi nuovamente decretare un grande fallimento per le speranze di tanti elettori e facilitare il consenso opposto...ma è davvero un' America da film dell'orrore quella che vediamo già davanti ai nostri occhi .

Unknown2 ha detto...

Livio. Mi unisco con sconcerto e cordoglio massimi. L'uomo + potente del mondo, con camera, senato e giudici tutti dalla sua parte, eletto stavolta anche con schiacciante consenso popolare, è di nuovo il 78enne donald, condannato in sede penale. Al netto degli enormi errori di biden e soci, resto sempre attonito di come i diseredati, i latinos, gli ultimi, arrivino a fidarsi di personaggi del genere,
Chissà. Speriamo solo che almeno nel suo staff alberghino intelligenza, umanità, senso delle istituzioni statali e mondiali.
Speranza flebile, invero

corrado ha detto...

La sconfitta della Harris era prevedibilissima, anche nelle proporzioni schiaccianti che si sono concretizzate.
È una donna
È nera (anche Obama lo è ma è un maschio)
È scesa in campo all'ultimo momento come una soluzione di emergenza, dunque senza un programma e la giusta convinzione
È stata una vice presidente di basso profilo
In America c'è voglia di odio e di scontro sociale e in queste condizioni il più cattivo, il più violento vince sempre, almeno all'inizio.
Tocca tenersi Trump per quattro anni senza condizionale e sperare che la sua ascesa non distrugga il già precario scenario internazionale

bobrock ha detto...

Di basso profilo ? Non ricordo un vice di alto profilo negli ultimi 60 anni . E poi donna , nera . Sono un po’ perplesso Corrado .
Comunque hanno votato a furor di popolo un bandito .. per cui a ciascuno il suo . mi sembra che anche qui da noi per vent’anni la maggioranza ha votato l’uomo a cui è stato dedicato ( per ora ) un aeroporto …condannato in via definitiva. Siamo in ottima compagnia.

corrado ha detto...

Bob, la mia sintesi è:
In periodi come questo i cattivi vincono sempre (almeno inizialmente).
Riguardo alla Harris, non è il mio ragionamento, né tantomeno la mia sensibilità. È il ragionamento di tantissimi americani, purtroppo

Unknown2 ha detto...

Livio. Sì, è un voto di pancia. Chi + sbraita, insulta, delinque impunito(dunque è "+ furbo") ottiene il voto di neri, latini, white trash, donne(contro una donna).
Traslato nel belpaese, in fondo bossi e salvini prendono bei voti nel ns meridione, dopo decenni di insulti e minacce ai "teroni".
Livello culturale medio che sta precipitando: tv generaliste e internet selvaggio provocano danni pazzeschi alla mente e al cuore soprattutto dei ns giovani.
Qualcuno tiene duro: ieri Powell ha detto che non si dimetterà.
Intanto Elon Musk ha guadagnato 13miliardi di $ in un giorno: capito il suo endorsement, boys?

Luigi ha detto...

Di fronte a questa ennesima delusione mi sento di rubare le parole a Forrest gump alla fine della sua maratona intorno al mondo:
Io torno a casa, sono un po' stanchino.

bobrock ha detto...

Corrado la tua sintesi mi risuona meglio .
Se penso alle tribune politiche che ascoltavano i miei genitori quando ero piccolo , e guardo 40/50 anni dopo tutti i politici che in questi anni non hanno fatto altro che urlare , prevaricare , insultare i propri avversari in una totale assenza di sostanza preparazione competenza non capisco come ci possa essere stata una così barbarica involuzione .
Non vorrei volare troppo in alto citando Pasolini che già negli anni 70 parlava della società dei consumi , per quello che mi riguarda il punto di non ritorno è cominciato con le televisioni commerciali.
Ma non do la colpa a mr B. perché se non ci fosse stato lui c’è ne sarebbe stato un altro . È una questione di determinismo storico . Ma le televisioni commerciali + 20 anni di mr B che ha sdoganato qualunque cosa svelando il peggiore lato del paese hanno portato la ns società in questo nuovo medioevo.

bobrock ha detto...

Detto questo schiena permettendo e soprattutto per alleggerire la pesantezza dei miei scritti vi comunico che ho preso il biglietto per il santo patrono delle feste parrocchiali a Manchester 14 maggio e soprattutto 28 Londra l’indistruttibile Iggy Pop .
La co op arena a Manchester è un arena al chiuso con 22.000 posti a sedere ma soprattutto un acustica fantastica .
Estate scorsa ho visto Doobie Brothers / Eagles e il suono era veramente incredibile.

Zambo ha detto...

per Bobrock, le TV commerciali hanno fatto disastri incalcolabili. Sono andato in pensione da insegnante alla fine del 2010, non ne potevo più, non per il mio lavoro ma per come erano cambiati i ragazzi della scuola media, magari non tutti ma tanti. E sai quando è cambiata la storia, quando ha iniziato il Grande Fratello, non subito, dopo un paio di anni, molti tra i ragazzi hanno capito che nella vita non era necessario studiare, impegnarsi, aprirsi alla cultura e agli ideali, no..... bastava vestirsi ed atteggiarsi in un certo modo, apparire, cercare il facile successo, divenire un ingranaggio non pensante ma scaltro della società dello spettacolo.....il cui spettacolo era condotto dall'alto da Mediaset ed il suo capo che poi hanno trascinato tutti quelli che non vedevano l'ora di bollare, perchè ignoranti, la cultura, il sapere, la conoscenza come elite. Prima arriva il lavaggio del cervello in compagnia dei soldi, poi arriva la politica, l'unica salvezza è rinchiudersi quando possibile nelle nostre riserve indiane e difenderle, con tutti i mezzi. Fanculo Trump e tutti i suoi simili, fanculo gli ultimi che votano i primi anche quando gli tolgono sussidi, sanità, scuole, dignità del vivere.

Armando Chiechi ha detto...

Non posso che essere d'accordo con le analisi di Corrado, Bob e Mauro...ma ritengo che siamo tutti da questa parte della barricata. L' età e l' avanzare del tempo portano da una parte una certa silenziosa rassegnazione, ma al tempo stesso ritengo che non bisogna mai abbassare la guardia...almeno quando lo spirito e la mente sanno di essere vivi e di poter pensare che il sole nonostante tutto, potrebbe ancora splendere. L'arte nelle sue varie espressioni è un'arma non da poco...

bobrock ha detto...

Per Zambo : io oltre al grande fratello ci metterei dentro storicamente i programmi di Ricci con le veline con buona pace delle conquiste femministe , e anche programmi come buona domenica condotto da Maurizio Costanzo dal quale alla fine degli anni 70 avevo sentito parlare di televisione spazzatura, di film interrotti dalla pubblicità e che poi ha replicato sulla rete del Biscione . Ma poi non vogliamo dare una menzione d’onore alla Durso ?
Hai ragione Zambo molti giovani hanno come riferimento Corona Fedez i soldi facili . Leggere un libro è troppo impegnativo.
Domanda: sono io che sto invecchiando o quando mi guardo in giro non vedo che volgarità coatti nani e ballerine ?
Io sono contento quando ascolto Augias o Barbero . Ma spesso mi chiedo se sono io quello strano .

Unknown2 ha detto...

Livio. Tutto fin troppo vero, ma non diventiamo disfattisti.
Vero che di libri manco parlarne, vero che la "musica" che "ascoltano" è una schifezza,
ma io vedo tanti giovani che studiano\lavorano, fanno volontariato, cercano di migliorare onestamente e faticosamente le proprie prospettive di vita, amano e conoscono il buon cinema e le serie tv di qualità...
Credo che, x evitare che i loro miti siano ferragni\fedez un ruolo fondamentale lo svolga la famiglia (allargata): genitori, nonni, zii, prozii, amici e via così,
con l'educazione, l'esortazione, l'aiuto morale e materiale, ma soprattutto l'esempio di vita e di comportamento.
Compito nostro, allora, segnare la giusta via. Poi, come ognuno di noi ha scelto la propria strada, anche loro lo faranno, un po' deludendoci, un po' stupendoci.
Non ascolteranno Tom Petty, no, ma saranno magari persone migliori di noi(parlo x me: non è che ci voglia poi molto...).
Restiamogli vicino.
Ascoltiamoli, consigliamoli, aiutiamoli: poi saranno loro ad aiutare noi

Armando Chiechi ha detto...

Giusto Livio... concordo anche con la tua riflessione.

corrado ha detto...

Comprato e letto d'un fiato l'ultimo Buscadero, che propone un menù di prim'ordine.
Ottime le 12(!) pagine sugli X, che hanno realizzato un gran disco ma che forse si ritireranno.
Interessante retrospettiva su Van Morrison del periodo 1985-1995, scritta con ottima competenza.
Così così l'analisi del cofanetto degli Archi es di Neil Young, dove non concordo su diverse valutazioni del recensore.
Scopro che i Fairport Convention esistono ancora.
Bella e competente recensione di un'antologia con inediti dei Galaxie 500, da riscoprire in quanto da lì poi sono nati i Luna.
Jason Isbell sugli scudi (d'altronde il nostro padrone di casa ce lo aveva anticipato) e tante altre cose interessanti.
In mezzo a tutta la tristuta che stiamo commentando, un momento di bellezza

Bobo ha detto...

Buongiorno, desideravo un parere da Zambellini che reputo il più autorevole conoscitore degli Allman e suoi membri ( a proposito complimenti per il libro sugli Allman ) sull'ultimo lavoro di Warren Haynes .
L'ho ascoltato un paio di volte, disco con venature soul , per me Haynes non tradisce mai .

Unknown ha detto...

Grande Zambo, sottoscrivo ogni parola! Da tuo pluriennale affezionato... seguace (nel senso che seguo le tue recensioni sempre in primis) mi viene da dirti: Dobbiamo aspettare la tua lista dei miglior albums dell'anno affinchè tu ci gratifichi con qualche segnalazione in più...?! Dai regalaci qualche recensione più spesso, io non vedo l'ora!
Con grande simpatia. Mauro F.
Con grande simpatia
Mauro

Armando Chiechi ha detto...

Ho comprato ieri l' ultimo numero del Buscadero ma non sono riuscito ancora a leggerlo se non le primissime pagine. Presumo che Mauro a proposito di Warren Haynes ne abbia parlato bene, visto che risulta tra le scelte del mese. Mentre scrivo queste righe sto effettuando un preascolto su Spotify e la sensazione è quella di un grande album, in cui il lato soulful del chitarrista emerge alla grande, come già accaduto in suoi precedenti lavori da solista. Inoltre mi sembra e provo ad azzardare che in solitaria, il suo essere autore, riesca a dare una maggiore compattezza alla forma canzone, lì dove con i Got'Mule invece spesso fa più fatica. Certamente sia in un caso che nell' altro siamo sempre ad alti livelli...