venerdì 8 luglio 2011

Black Crowes a Vigevano 7 luglio


L’unica cosa stonata della serata è la durata dello show, solo un’ora e mezza per i Black Crowes,  una delle band che ha fatto delle jam la propria cifra stilistica e quindi abituata a ben altri tempi. C’era gente che era venuta da Brescia, da Portogruaro, dalla Toscana e dalle Marche sobbarcandosi km e  soldi non per vedere il pur bravo Paolo Bonfanti che apre la serata alle 20.45 ma per vedere i Black Crowes che bisogna aspettarli fino alle 22.30 ben sapendo che a mezzanotte si chiuderanno i battenti.
Detto questo lo show dei Black Crowes è stato assolutamente grandioso, una esaltante definizione di rock n’roll quintessenziale con urla, assoli  di chitarra, intro di pianoforte, basso che pulsa come un ossesso, lo strepitoso drumming di Steve Gorman, le fiondate R&B  e le ballate che si involano nel cosmo con i suoni che si dilatano e ti accompagnano su altri pianeti senza bisogno di un ticket a base di stupefacenti. Pur nella sua brevità e nella quasi assoluta mancanza di brani del repertorio recente quello di Vigevano, prima tappa europea del Say Goodbye to the Bad Guys Tour è stato un doppio concentrato di eccitazione, energia, note sanguinolenti, intensità, urgenza espressiva come poche volte capita di assistere oggi. Magari negli anni settanta queste cose erano all’ordine del giorno, oggi sono una rarità e nessuno meglio dei Black Crowes interpreta il rock come allora, in modo selvaggio, viscerale  e trasgressivo, intendendo per trasgressione non il gesto ad effetto, iconoclasta o blasfemo qualsivoglia ma il trasgredire le regole estetiche della musica mainstream  che va di moda oggi ovvero poche luci sul palco, nessun fronzolo, solo sei musicisti abbigliati come il loro pubblico con jeans, t-shirt e camice da lavoro ma in grado con le loro voci e i loro strumenti di creare un pathos sonoro ed una febbre emotiva che sono un assalto ai sensi e al cuore dello spettatore che di botto viene spedito direttamente nel nirvana del vero sentire.
Con Luther Dickinson al posto di Marc Ford i  Black Crowes hanno mutato il sound ma sono rimasti la più straordinaria rock n’roll band della terra da quando i Rolling Stones se ne sono andati da Nellcote. Li ho visti negli anni novanta con Marc Ford ed erano stati concerti memorabili (Basilea nel 95 come supporter degli Stones e poi Palasesto e Palavobis), li ho visti (deludenti) ai Magazzini Generali al tempo dell’incerto By Your Side  ma con Luther  è un’altra cosa, né meglio né peggio, solo diversi perché il suono, almeno quello che si è sentito la sera del 7 luglio a Vigevano, si è fatto più aggressivo, più diretto, più memphisiano sebbene Stones e Faces siano sempre dietro le note e quando la jam monta i Dead strizzano l’occhiolino. Luther Dickinson e Rich Robinson si dividono le chitarre e anche se Rich si è infilato in alcuni assoli di grande efficacia è proprio Luther  che fa il gioco sporco, che alza il tiro, che alimenta la jam, che spinge in avanti la band in quella che in certi momenti, quando i brani si allungano e abbracciano il cosmo sembra una felice e feroce connessione tra Allman e Dead. In questi frangenti è Chris Robinson con la sua voce da disperato profeta del rock n’roll ad accendere le polveri, canta, balla, urla,  poi si ritrae e lascia il campo ai due chitarristi,  li guarda passarsi la palla in un devastante gioco al rimando che porta i Crowes nei meandri di un rock psichedelico che è delizia per chi scrive e immaginazione per la mente.
Davanti al pubblico ruvido che il rock n’roll si merita, freaks, bikers e rockers di tutte le età, le lunghe e jammate versioni di Wiser Time aperta alla grande dall’assolo di piano elettrico di Adam McDougal poi sviluppatasi come una formidabile  jam di psycho soul/blues, di Poor Eliiah/ Tribute to Johnson omaggio alla carovana di Delaney and Bonnie con Chris Robinson che imbraccia la chitarra e fenderizza come il Clapton di quel tour e di Thorn In My Pride inizio lento e dondolante con Chris Robinson che predica la sua profana omelia rock/blues poi trasformatasi in una selvaggia danza con l’armonica che impazza sull’eco di Midnight Rambler  hanno sparso nella magica notte blue del suggestivo Parco del Castello di Vigevano, finalmente una location degna di un evento musicale, le vibrazioni sante del grande rock che fa storia.
Ci voleva gente che viene dal sud degli Stati Uniti, dal triangolo d’oro del rock, del blues e del soul per risvegliare emozioni che parevano estinte. Ci voleva un cantante, Chris Robinson, che sembra Robinson Crusoe  ma canta come Rod Stewart e si muove scodinzolando come lo Jagger dell’American  Tour del ’72 incitando la folla e la band in un rito sciamanico che si apre con le fucilate di Sting Me e Jealous Again e si chiude con le frustate di Remedy  altro lascito del loro antico repertorio a delinquere. In mezzo c’è una folgorante Soul Singing, la commovente invocazione di She Talks To Angels dove i Crowes si ricordano delle ballate, l’urlo memphisiano di Hard To Handle e due tracce del  repertorio più recente, il vago country-soul di Good Morning Captain ripresa da Before The Frost e la melodica Oh Josephine da Warpaint.
Undici tracce in tutto per 90 minuti di musica, troppo poco per chi  ha aspettato dieci anni per rivederli ma sufficienti per sentire di che musica è fatto il paradiso.

MAURO ZAMBELLINI      LUGLIO 2011
fotografia di Renato Cifarelli ©

11 commenti:

Anonimo ha detto...

peccato davvero per la durata, non ho capito se a causa di qualche problema tecnico o se è stata proprio una scelta loro quella di fare un'ora e mezza.. per il resto, credo che i crowes siano la più grande r'n'r' band del pianeta fra quelle in attività (waiting for the stones);il loro cosmic hippy r'n'r' show è l'ultima rappresentazione del concerto rock canonico, con echi di stones,led zeppelin, faces, grateful dead, allmam ecc ecc..imperdibili. arcade fire,fleet foxes ed altre band che vanno per la maggiore oggi sono brave ma è un'altra roba, quasi un altro genere ormai.. l'entrata di luther dickinson è stata una scelta azzeccatissima, im questo momento assieme a warren haynes credo sia il più grande chitarrista rock sulle scene. l'ho visto 40 giorni fa a savona e torino con i north mississippi allstars ed è stata una roba incredibile, davanti a 100 persone malcontate (credo che nessuno sapesse del loro tour a parte i lettori del busca, non una cazzo di radio che ne abbia parlato, neanche quelle "rock" ).
insomma, peccato per chi non c'era. io sarò un pazzo, ma me li vado a vedere ad amstardam il 17 e 18.... la vita è corta purtroppo..meglio non avere rimpianti

Paolo Vites ha detto...

mi sa che ti è piaciuto... concerto da paura, già

zambo ha detto...

anonimo, fai benissimo, non posso per impegni ma andare ad amsterdam a vedere i crowes penso sia la cosa migliore di questa summer of rock. mi consolerò andando a genova lunedì sera a vedere l'haynes di man in motion

emma ha detto...

nel 2009 quando dopo averli visti a Londra alla Brixton mi sono tatuata un corvo sul polso. che cazzata vero? no! mio marito ha i dead sul polpaccio mi sono detta. ho cercato nella collezione di casa che comprende circa 3000 dischi quasi tutti periodo 1970 qualcosa che mi desse le stesse emozioni.
nostalgia? sono donna? no assolutamente! credo che questa sia avanguardia, una ventata di aria che arriva da ovest, vedi anche la letteratura degli ultimi anni o il cinema (ogni tanto).e' in atto una rivoluzione culturale nascosta. non mi sarebbero bastate neanche 3 ore, inebetita come la prima volta, come quando con l'ipod dipingo e la mano segue la voce disperata di robinson. non c'è sorte peggiore di chi vive in un tempo non suo - ho letto....ma se qualcuno scrive e canta il mio tempo allora non sono sola

Anonimo ha detto...

cazzo pero.....a Londra hanno fatto 2 serate e hanno suonato 20 pezzi a sera!!!!!! e per giunta anche uno shake your money maker con jimmy page la seconda serata!!!!!!! porca troia ma cos'hanno a londra piu di noi?!?! io mi sono fumato un discreto viaggetto da Riccione sai com'e????!!! bravo eh paolo bonfanti...per carita ma sai.....detto questo lunga vita a Chris Robinson e compagni col loro r&r!!!

Massimo Miserocchi ha detto...

I Black Crowes sono la più grande southern band attualmente esistente...e con Luther Dickinson alla chitarra lo sono ancora di più di quando c'era Ford.
Peccato si sciolgano.....credo però che li rivedremo...
Purtroppo si interrompono nel momento più maturo della band. Ognuno di loro è cresciuto molto...forse imparando molto anche dai più vecchietti (vedi le innumerevoli apparizioni di Chris Robinson con Phil Lesh). Vorrei poi segnalare che il cameo del pezzo di Delaney & Bonnie che inseriscono da qualche anno nella scaletta e che hanno fatto anche a Vigevano è bellissimo!!!! Poor Elijah - Tribute to Johnson è u pezzo meraviglioso. Provate a vedere su Youtube anche i video con Eric Clapton!!!! FANTASTICO!! CIao

Francesco Petrella ha detto...

Scusate, c'ero anch'io e il concerto è stato deludente, non solo per me.Altro che fantastico, 90 minuti scarsi di presenza scazzata di chi suona solo per i soldi, unica data italiana e mi aspettavo molta più gente. Sono mestieranti e con il r'n'r non si puo prendere in giro le persone che ti vengono a vedere. Rimasto delusissimo. Credo che ormai non abbiano piu niente da dire e poi sono terribilmente monotoni e monocordi. Ce ne vuole dal dire che è stato fantastico, secondo me. E di concerti ne ho visti moltissimi. Molto deludente anche John Mellecamp, in passato Johnny Winter (scandaloso). Tutti questi vecchi e ormai finiti rockers dovrebbero imparare da Bruce Springsteen.

Massimo ha detto...

Nemmeno a me hanno entusiasmato molto. E poi l'apertura di Paolo Bonfanti, che tristezza

Giacomo ha detto...

Un concerto mediocre, un mezzo pacco. deluso.

Perrocchi Stefano ha detto...

Mi piacevano molto i Crowes, ma diciamocelo sinceramente, sono anni che OGNI loro canzone assomeglia ad UNA o PIU loro canzoni, dimostrando molti limiti. Questo si è notato a Vigevano, si vedeva chiaramente che non vedevalo l'ora di finire lo show.Non credo si possa piu parlare di una grande band, a meno che i vostri limiti non siano cosi limitati

Tiziano ha detto...

a me 'un so mai piaciuti