Non hanno perso tempo i Drive By Truckers durante il lockdown visto che in poco più di un anno hanno pubblicato due album, The Unraveling e The New Ok e appena smorzata l’onda d’urto della pandemia sono ritornati in tour promuovendo il nuovo disco Welcome 2 Club XIII. Lavoro diverso dai due precedenti perché meno concentrato sul volto oscuro dell’America di oggi tra predicatori religiosi, eroina di ritorno, sovranisti di varia forma e natura, povertà e disgregazioni umane e sociali. Welcome 2 Club XIII nasce dai ricordi di Patterson Hood quando giovane, negli anni settanta, era costretto a farsi oltre due ore di macchina per trovare un locale che facesse musica e servisse alcolici. La zona del Nord Alabama nei pressi di Muscle Shoals dove Hood abitava era davvero desolata e proibizionista e l’unica possibilità era raggiungere The Line, subito oltre il confine statale, dove sorgevano alcuni honky tonk bar in grado di offrire birra fredda, musica e risse. Uno di questi club si chiamava Club XIII e fu per lui una specie di salvezza. Negli anni ottanta la situazione anche in Alabama divenne più “liberale” ed in quel periodo Hood conobbe Mike Cooley col quale formò gli Adam’s House Cat. Ma il Sud continuava ad essere il luogo più contradditorio d’America e ogni due anni un referendum costringeva i club e gli honky tonk bar a finanziare coi propri introiti le chiese locali affinché queste potessero indottrinare i fedeli a tenere lontano dai propri paesi il diavolo nascosto nella bottiglia. “ Il proprietario del Club XIII di tanto in tanto ci organizzava un mercoledì sera o ci lasciava aprire per una band hair-metal per la quale eravamo terribilmente adatti, e tutti stavano fuori finché non finivamo di suonare. All'epoca non era molto divertente, ma ora lo è per noi”. La canzone che traina il nuovo album si intitola The Drive ed è una cupa narrazione adatta ad un road movie dalle tinte noir segnata da un pesante riff di chitarra, nella quale Patterson Hood evoca i suoi viaggi nel profondo della notte, quando, dopo essere uscito dal club, con l’auto girovagava per campagne, sobborghi urbani, strade secondarie ascoltando musica a palla, bevendosi qualche birra e perdendosi nel nulla. Molti dei momenti più significativi della sua vita, dice Hood, arrivano da quei vagabondaggi notturni e quando i DBT entrarono in scena, quei late night drives to nowhere furono sostituiti dai lunghi spostamenti per raggiungere le città in cui si sarebbero esibiti. Quei ricordi antichi costituiscono l’ input di un album dove il guardarsi indietro lascia spazio all’amarezza che traspare dalle ballate, anche se non mancano episodi ascrivibili al ruvido rock dei DBT. Il disco è nato quasi per caso nel corso di tre frenetici giorni dell’estate del 2021 quando la band si unì per riannodare le fila dopo i mesi di inattività imposti dalla pandemia.
Registrato sostanzialmente dal vivo con la produzione del solito David Barbe, Welcome 2 Club XIII mostra comunque nei testi elementi di feeling positivo riconquistato a seguito dei lutti che hanno funestato l’entourage della band e della rabbia “politica” espressa dai precedenti tre album, a cominciare da American Land. Permangono amarezza e malinconia ma è come se i Drive By Truckers respirassero ora una sensazione di libertà dopo il lungo periodo di clausura del lockdown. Anche i concerti attuali lo testimoniano, ormai loro sono una macchina da guerra che non fa prigionieri, una grande rock n’roll band oliata in tutte le sue componenti con un carismatico leader, Patterson Hood, un alter ego, Mike Cooley, che ha sempre più spazio nel cantare e scrivere canzoni ed un tastierista/chitarrista, Jay Gonzalez, che è un vero jolly.
Se The Drive si cala in una misteriosa e plumbea atmosfera
notturna, la seguente Maria’s Awful
Disclosure, una delle composizioni firmate e cantate da Cooley, fa riferimento ai risvolti nazionalistici di
tanto clericalismo sudista con un sound di echi e riverberi fluttuanti in uno
spazio dai colori psichedelici dove si fa sentire il lavoro alle tastiere di
Jay Gonzalez. Shake and Pine è uno di quei brani in cui si avverte l’eredità
Muscle Shoals di Patterson Hood, quell’intreccio di country e soul mai troppo
definito qui svolto su un ritmo da marcetta, e la seguente We Will Never Wake Up In The Morning , ancora opera di Hood, è
dolente ed introversa, come se i DBT avessero il freno a mano tirato, ma è il mood necessario per
raccontare un’altra balorda storia del Sud. Una vera short story. Non mi fa per
nulla impazzire la canzone che dà il titolo all’album, piuttosto routinaria,
diversamente da Forged In Hell and Heaven
Sent brano dall’infarinatura country con un bel lavoro di chitarre e
l’apporto vocale di Margo Price. Strepitosa è Every Single Storied Flameout, un fiammeggiante rock di Mike Cooley
reso ancor più bruciante dagli interventi di sax e tromba e altrettanto bella è
Billy Ringo In The Dark, una
dondolante ballata pennellata di nostalgia dove l’inciso di lap steel ne
sottolinea l’umore crepuscolare. Chiude Wilder
Days scheletrica ballad che rimanda alla traccia iniziale per via dei
ricordi di giorni selvaggi in cui ci si credeva invincibili, oggi
irrimediabilmente segnati dalla nostalgia, sottolineata dai toni acustici e dall’acuto
vocale di Schaefer Llana.
Lungi dall’essere il miglior disco dei Drive By Truckers, Welcome
2 Club XIII è lavoro dignitoso e
di nobile scrittura rivolto soprattutto alla storia dei protagonisti, dove più
che i ganci tipici del loro rabbioso e polveroso rock n’ roll conta un maturo e sardonico senso della
riflessione in ballate e canzoni che ne colgono il lato più personale.
MAURO ZAMBELLINI
GIUGNO 2022
foto di M.Z del concerto dei Drive By Truckers al Paradiso di Amsterdam del 6/06/22. Recensione concerto su Buscadero luglio/agosto