lunedì 29 settembre 2014

MY FAVOURITE CONCERTS II


Seconda parte: anni novanta e duemila

Compilare la lista dei miei concerti preferiti degli anni novanta e duemila è stata operazione dura e complicata, non priva di continui ripensamenti. Il fatto è che negli ultimi ventiquattro anni i concerti sono stati molto più abbondanti e frequenti e la selezione più difficile. Negli anni settanta i concerti in Italia erano centellinati, sia perché il rock e l'organizzazione/spettacolo di questa forma artistica e di divertimento   non erano così "industrializzati" e manageriali, la fase pionieristica permetteva sì straordinarie sorprese ma anche eventi rari e contati, a parte un periodo assai florido tra la fine degli anni sessanta e l'inizio dei settanta quando fecero la comparsa promoter come Zard e Mamone che avevano imparato dagli anglosassoni come muoversi in questo settore. Mi ricordo in quel periodo glorioso gli Humble Pie a Bergamo, i Family e i Ten Years After a Milano, Mad Dogs & Englishmen a Torino, Van Der Graaf Generator, Osibisa e addirittura Rory Gallagher a Gallarate, tanto per fare alcuni esempi. Quasi contemporaneamente all' arrivo dei promoter sopra citati, che certo non facevano opera pia ma avevano intuito le potenzialità economiche del rock dal vivo, iniziò la stagione delle autoriduzioni ovvero "il rock è mio e lo voglio gratis" con conseguenti casini e scontri ai concerti e non sempre per colpa di chi contestava il prezzo del biglietto, a volte anche per l'incapacità delle forze d'ordine nell'arginare tali manifestazioni il cui ruolo si riduceva a manganellare e  sparare candelotti. Mi ricordo un delirante concerto dei Led Zeppelin al Vigorelli di Milano dove la P.S sparò lacrimogeni tra la folla dentro la stadio andando a colpire perfino il palco dove c'erano Robert Plant e compagni trasformando il tutto in un girone infernale irrespirabile dove il pubblico, per la maggior parte pagante, correva a destra e manca preso dal panico cercando una via di fuga. Il risultato fu che l'Italia venne bandita dalle grandi star internazionali, per vedere qualcosa di importante bisognava andare all'estero, per noi che abitavamo al nord la Svizzera fu la meta più comoda e accessibile, il Festival Jazz di Montreux costituiva un sicuro rifugio per i fan del rock e del blues perché in quella rassegna c'erano almeno un paio di serate d.o.c. e negli altri mesi dell'anno lo stesso Casinò di Montreux metteva in cartello concerti appetitosi, mi ricordo la Mahavishnu Orchestra agli albori, Frank Zappa nel giorno dell'incendio del Casinò, Cactus, Deep Purple e Black Sabbath oltre ai Pink Floyd dell'eraUmma Gumma.  Con gli anni ottanta la storia è cambiata ma quella è stata la decade peggiore per la storia del rock con tutti quei sintetizzatori e suoni di plastica. Nonostante ciò sono calati in Italia Bruce Springsteen e la E-Street Band, gli Stones a Torino nel 1982, i fantastici Blasters, Tom Verlaine, una valanga di texani, gli X, i Mercy Seat, gli U2, i Pretenders, Graham Parker and The Rumour, i Clash, Dire Straits, Dr.Feelgood, Eric Clapton e chi più ne ha ne metta. Concerti che hanno contribuito a formare una educazione musicale e sono rimasti nel cuore. Però l'abbondanza non sempre fa bene al cuore, lo insegna il colesterolo, e gli anni novanta e duemila pur soddisfacendo i palati più esigenti per una offerta notevolmente superiore, se da una parte hanno permesso di vedere quasi tutto il desiderabile attraverso concerti spesso formidabili, dall'altra, la consuetudine ad andare ad un concerto di rock,  ha tolto quella magia e quell'eccezionalità che si provavano un tempo quando i concerti erano una rarità e la possibilità di vederli una vera conquista. Naturalmente l'età conta e come, vedere i Rolling Stones a ventanni si ha un flash emotivo che difficilmente si prova a 50anni, anche se non è sempre detto, la giovane età rendeva quegli eventi una tappa imprescindibile nella propria educazione musicale ed esistenziale. Come scritto nell'introduzione della prima puntata di My Favourite Concerts, il concerto è unico e irripetibile e la sua fruizione dipende molto dalla sensibilità, dallo stato d'animo e dalle aspettative personali nonché dal luogo in cui lo si vive. Provate ad essere in un periodo di intenso love affair  con una persona magari facendoci l'amore col sotto fondo di Drive All Night e poi arriva in città questo signor Springsteen con la sua band e al quarto pezzo del concerto vi fa proprio Drive All Night davanti ai vostri occhi e orecchie come l'avete sempre sognata. Potreste essere oggettivi e super partes nel giudicare quel concerto? Manco per le palle, non dico che sia il concerto della vita ma quasi. Così per il sottoscritto è successo che i concerti degli ultimi 24 anni sono stati bellissimi senza però possedere quella magia dei concerti vissuti nei settanta e negli ottanta, non perché non abbia più fatto l'amore su una canzone rock ma perché quell'atteggiamento primitivo della scoperta, la ritualità collettiva dell'evento, l'avventura e la giovanile innocenza nel vivere un episodio fuori dalla normalità, è un po' svanita, per l'età in primis ma anche perché l'abbondanza ha vanificato quella magia e quelle folgorazioni. Sono considerazioni squisitamente personali che però non mi hanno privato di vivere grandi emozioni anche negli ultimi 24 anni, sia nei grandi concerti che in quelli minori, in provincia e nei piccoli club. La lista che segue vuole essere una sorta di sguardo sul rock dal vivo che più mi ha impressionato negli anni recenti, non sono tutti e la graduatoria non è rigorosa, selezionarne ventidue (come una squadra di calcio con riserve) è stato difficile ma come scritto sopra il troppo stroppia e quindi less is better.

Anche qui, come per la lista dei settanta/ottanta per ogni artista mi sono limitato a soli due show, al contrario avrei dovuto mettere nella lista seguente almeno cinque Springsteen e tre Stones (oltre Basilea e Zurigo c'è anche l'O2 di Londra nel 2007).

1)  Tom Petty and The Heartbreakers       Lucca 2012

 2) The Black Crowes         Milano  1997

3)  Wilco                                 Torino   2007

4)   Bruce Springsteen & The E Street Band       Bologna  2002

5)  The Rolling  Stones             Basel 1995

6)  Dave Matthews Band                Lucca  2009

7)  Neil Young         Locarno 2013

8)  Bruce Springsteen Seeger Sessions    Milano  2006

9) Willy DeVille    Parigi     1999

10) Bob Dylan   Torino 1998

11) John Fogerty   Milano   2008

12)  Lou Reed   Milano  2000

13) The Rolling Stones      Zurich 2014  /  The Who  Locarno 2006

14) Dream  Syndicate     Mezzago  2013

15) Joe Ely Band           Vergiate  1993

16) Drive By Truckers  London 2014

17) Jeff  Buckley     Milano    1994

18) Pearl Jam   Verona 2000

19) Eric Clapton/Stevie Winwood Band   London 2011

20) Lynyrd Skynyrd     Milano  1997

21)  John Hiatt and The Goners    New York 2003

21 )Steve Earle & The Dukes    Milano 1997

lunedì 22 settembre 2014

MY FAVOURITE CONCERTS



Prima parte: anni '70  e '80
Ho tentato fino all'ultimo di non farmi coinvolgere da una delle mode di fbook, quella delle liste di dischi e artisti che hanno cambiato la vita. Mi bastava ricordare con simpatia le liste di Nick Hornby nel suo Alta Fedeltà , probabilmente il primo a dare legittimità letteraria ad uno degli innocenti giochi di gioventù più diffusi del mondo, quello delle classifiche, siano esse di calciatori, film, dive del cinema e dello spettacolo e soprattutto dischi. Ognuno può dire la sua ed in completa libertà, l'importante è non venire a capo di nulla, ognuno si tiene le proprie preferenze e stop. Ultimamente su fbook il gioco è diventato un po' logorroico ma i social network consentono questo tipo di maniacalità e va da sé  che una volta iniziato è difficile capire quando finirà. D'altra parte una rivista autorevole come la storica Rolling Stone americana già dagli anni ottanta aveva dato il via al gioco, numeri speciali sui 100 dischi fondamentali, sui 100 migliori chitarristi, sui 50 concerti imperdibili e via dicendo. Avendo alle spalle un bel numero di concerti visti mi sono messo a pensare anch'io a quelli che più mi hanno emozionato e ne sono uscito pago fino al midollo. Certo il concerto è un'esperienza che al di là della bravura dell'artista e della spettacolarità dell'evento coinvolge l' emotività di chi lo vive anche per il particolare momento in cui lo si usufruisce, lo stato d'animo contingente, l'età,  il luogo, la condivisione con altri, il carico di aspettative. Il concerto è unico, un disco lo si può acquistare nei tanti momenti dell'esistenza, c'è chi un disco lo compera appena pubblicato, altri dopo mesi, anni, il concerto dei Rolling Stones al Circo Massimo c'era solo quel giorno e basta, non è duplicabile. I Rolling Stones a Zurigo saranno stati migliori o peggiori o simili, ma il concerto è diverso. Exile On Main Street  comprato oggi è uguale a quello che io ho comprato nel 1972, sembra una banalità ma il concerto a differenza del disco è unico ed irripetibile. Per cui ognuno ha il suo BEST dei concerti e nessuno lo può contestare, anche se in giro c'è chi mette uno show di Springsteen vicino ad uno di Renato Zero bisogna accettare il gioco perché le emozioni non si discutono, si rispettano e al massimo ci si domanda come siano possibili tali  accostamenti.  Così ho ceduto alle tentazione di elencare le meraviglie a cui ho assistito , quella che segue è la mia LISTA dei FAVORITI, la prima, relativa ai concerti visti negli anni '70 e '80, seguiranno gli anni novanta ed il nuovo secolo. Ne ho selezionati 15, avrebbero potuto essere molti di più ma mi sono contenuto, l'ordine è abbastanza fedele ma non del tutto, lo stato emotivo del momento e l'età hanno probabilmente contato moltissimo, come pure l'orgoglio di avere assistito ad eventi incredibili come gli Stones a Milano nel 1970, tour di Get Yer Ya Ya's Out, il mitico Springsteen di Zurigo '81 e i Little Feat del concerto al Rainbow di Londra da cui sarebbe stato estratto Waiting For Columbus. In questa lista come nella seguente ho limitato a due il numero di concerti per ogni artista, così Springsteen e gli Stones sono stati danneggiati. Un solo rammarico, non aver visto  la Allman Brothers Band e Bob Seeger con la Silver Bullet Band nei suoi anni migliori. I Beatles non mi mancano.
 
1) Bruce Springsteen & The E-Street Band        Zurich  1981
2) The Rolling Stones               Milano 1970
3)Little Feat                          London 1977
4) Bruce Springsteen & The E-Street Band  Milano 1985
5)) Mink DeVille                     Milano 1984
6) Ry Cooder                          Milano 1982
7) The Waterboys                  Dublin  1988    
8) Jefferson Starship             New York    1976
9) Santana                             Milano  1970
10) Miles Davis                      Cagliari 1986
11) Taste                               Montreux 1970
12) Ricky Lee Jones              Montreux  1982
13) Canned Heat                    Milano 1970
14) The Clash                         Milano 1981  / The Del Fuegos  Meolo 1989
15) Jethro Tull                       Milano 1971
 


domenica 14 settembre 2014

BRUCE SPRINGSTEEN PASSAIC, NJ 19 settembre 1978


Non si è mai capito come il più grande performer del rock n'roll degli ultimi quaranta anni non abbia mai beneficiato nella discografia ufficiale di un Live che sapesse degnamente catturare l'energia e la bellezza dei suoi show. Colpa sua, del suo management o della casa discografica? Difficile saperlo, per fortuna esistono i pirati che hanno supplito a tale ignobile lacuna e alla faccia di una latitante Sony/Columbia hanno reso possibile la testimonianza di una delle otto meraviglie del secolo appena trascorso ovvero un concerto di Bruce Springsteen con la E-Street Band. Centinaia di bootleg hanno festosamente inondato il mercato per la gioia delle centinaia di migliaia di fans, rendendo giustizia ad un artista che dal vivo è altra cosa rispetto allo studio di registrazione, un animale da palcoscenico generoso, viscerale ed umano, che da solo ha tenuto in piedi il rock n'roll quando questo, negli anni ottanta, sembrava al capolinea.

Tra i tanti bootleg che hanno creato la mitologia di Bruce dal vivo questo è uno dei migliori se non il migliore. Trattasi dello show del 19 settembre del 1978 a Passaic nel New Jersey in quella che fu la tournè americana di presentazione del nuovo disco Darkness On The Edge of Town, una serie di concerti che a parere del sottoscritto costituiscono l'apice insuperabile della storia concertistica del Boss. Concerti lunghi, appassionati, esaltanti, pregni di romanticismo e di rabbia, urgenti e melodrammatici, resi ancor più intensi dalla frustrazione che Springsteen provava dall'essere stato lontano dai palchi per qualche anno, a seguito dei problemi contrattuali con il manager Mike Appel. Il ritorno fu un'esplosione, era dal tour dei Rolling Stones di Exile che il rock n'roll non conosceva una simile deflagrazione di energia ed eccitazione, un uomo prigioniero del rock n'roll salvava tutto quanto c'era stato da Elvis in poi proprio nel momento che un' orda di vandali chiamati punk stava appiccando fuoco al genere e alla sua storia. Lo Springsteen del 1978 è come il Barolo del 1971, del 1982, del 1990,  annate eccezionali, irripetibili, eccelse, ci arriverà vicino lo Springsteen del 1981, quello di The River ma quello del '78 rimane un'esperienza trascendentale, una comunicazione col divino, la rappresentazione di cosa sia il rock n'roll in tutti i suoi aspetti, musicali, esistenziali, comunicativi. Che non ci sia stato un documento ufficiale che lo testimoniasse, a parte quell'ampolloso carrozzone di registrazioni intitolato Live 1975-1985, la dice lunga sulla lungimiranza dell'industria discografica. Per fortuna, come dicevo sopra, esistono i pirati che prima fecero uscire un triplo vinile, poi duplicato in un triplo CD con lo stesso titolo, Piece de Resistence. Dopo molteplici ristampe, circola ora una nuova edizione con l'indicazione del luogo e della data del concerto come titolo, un triplo CD inficiato da una lunga intervista di Vin Scelsa, amico di Bruce e allora master dei dj di WNEW, la stazione radiofonica newyorchese per eccellenza nel campo rock di quegli anni, e dalle presentazioni di altri dj. Il concerto fu difatti trasmesso via radio in contemporanea da alcune stazioni della east coast che ebbero un peso fondamentale nell'affermazione del Bruce Springsteen dell'epoca, oltre alla leggendaria WNEW che dal 1975 grazie al disc jockey Dave Herman aveva in scaletta un quotidiano Bruce Juice nel suo show mattutino, furono sintonizzate sui concerti del Capitol Theater  settembre 1978 anche due radio di Boston ed una di Baltimora. Il tour di Darkness iniziò a Buffalo il 23 maggio e si concluse nel gennaio del 1979 a Cleveland dopo 118 date. Il tour fu un trionfo, certo non c'era la quantità di pubblico che c'è ora ma la E-Street Band era un vulcano in eruzione e Bruce l'uomo che poteva cambiare la vita a chiunque. Sentito oggi questo Live ha il duplice effetto di spedirvi diretti in paradiso e di farvi buttare dalla finestra le ultime incisioni di Bruce. Qui l'artista è al top della sua forza scenica ed espressiva, ha alle spalle un album epico e romantico come Darkness e la notte di Passaic è una di quelle che incorniciano una carriera nelle meraviglie dell'arte musicale. Dalla lunga resa di Prove It All Night, mai così devastante ad una Racing In The Street da antologia, da una Jungleland che ha il potere di catapultarvi in quella New York che ci fece conoscere Martin Scorsese coi suoi film a ballate che poi si sono raramente sentite, come Point Blank, Independence Day, 4th of July, Not Fade Away. Tutto qui è memorabile, dall'inizio di Badlands a The Promised Land dove c'è un Clarence Clemons al picco della sua forma, fino alla revue finale di R&B con la Detroit Medley e Raise Your Hand, passando per l'intera Bibbia springsteeniana degli anni settanta .

Chi non possedesse questo Live ha in parte vissuto invano la propria esistenza, chi lo possiede nella vecchia edizione della Great Dane si tenga quella perché la pulizia effettuata non migliora il prodotto in modo stravolgente e l'originale regge benissimo, in più la lunga intervista allenta la tensione dell'ascolto, quindi grande, grandissima performance ma ristampa che non dice niente di nuovo se non ribadire che Piece de Resistence è uno di quei dischi imprescindibili per capire lo spirito del rock n'roll.

MAURO  ZAMBELLINI      SETTEMBRE 2014