martedì 3 marzo 2020

drive by truckers the unraveling

 
 

Esiste una continuità tematica tra il precedente album American Band  e The Unraveling  ed è il periodo tumultuoso che i Drive By Truckers si sono trovati a vivere nel loro paese, ma se il primo annunciava una tempesta in arrivo con l'elezione di Trump, questo è scritto tra i relitti e le conseguenze che quella tempesta ha provocato. Come affermano gli stessi DBT  The Unraveling  non è un disco politico nel senso usuale del termine, piuttosto esamina le reazioni personali causate dalle cose che sono successe attorno in termini di decimazione dei valori, distruzione delle certezze, negazione dei diritti. Il personale è politico si diceva una volta, e lo stesso afferma Patterson Hood, portavoce della band e mai come in The Unraveling  protagonista visto che è l'autore della maggior parte  delle canzoni, coadiuvato da Mike Cooley il quale si limita a cantare e scrivere Slow Drive Argument  e Greviance Merchants , la prima un irruente e urticante rock n'roll nello stile dei DBT, la seconda a proposito della proliferazione dei suprematisti bianchi negli Stati Uniti, In questa,  Cooley col suo stile crudo ma colloquiale si immerge nella psiche di un terrorista di destra dopo che la miglior amica della babysitter della propria famiglia è stata assassinata su un treno nella progressista Portland a seguito di un attentato . Che sia un disco in cui conta più il cuore che il cervello nell'attuale stato emotivo della band lo confermano le canzoni che aprono e chiudono l'album,le quali solitamente assumono un significato preciso nel disegnare i contorni delle loro opere. Rosemary with a Bible and a Gun con le sue rime a spirale ed il sentore gotico alla Bobbie Gentry, la voce lontana e mai cosi bassa di Hood accompagnata dal pianoforte di Jay Gonzales e dal violino e la viola di Patti King e Kyleen King tanto evocative nel trasmettere un senso di distanza narrativa, è stata influenzata dai tempi difficili in cui Hood e Cooley lasciarono Florence in Alabama per trasferirsi a Memphis in cerca dei sogni che sarebbero arrivati solo nel nuovo millennio. Awaiting Resurrection chiude l'album come succedeva con Baggage in American Band e Grand Canyon in English Oceans  ovvero un lungo brano dai riflessi psichedelici, in questo caso lento, sinistramente cadenzato ed ipnotico nel quale Hood sopraffatto dalle immagini religiose è alla ricerca di un barlume di illuminazione. Inizia chiedendosi se c'è un diavolo in questo mondo tuffandosi nelle realtà dolorose dell'America di oggi e poi conclude domandandosi con un pizzico di ottimismo "alla fine siamo solo in piedi, guardando la grandezza svanire nell'oscurità, in attesa di resurrezione". The Unraveling  per musica e significati è un grande album, forse meno diretto di altri che lo hanno preceduto ma vorticosamente proiettato ad offrire una nuova visione dell'american music, oggi scevra dal bisogno di canzoni d'amore e di conforto, piuttosto concentrata sulle emozioni e lo sconcerto indotti dall'aumento delle sparatorie nelle scuole e nelle chiese, dalla violenza razziale e di frontiera, dai bambini relegati nelle gabbie come riferito in Babies in Cages, oscuro e magnifico brano impreziosito dal washboard elettrico di Cody Dickinson, dai suicidi e dalle overdose, come menzionato in Heroin Again, coraggiosa nell'affrontare un tema così vecchio ma ancora attuale. La canzone che ha però dato il via a tutto l'album è 21st Century Usa, ballata vagamente country con tanto di lap steel su un' America in cui non basta spaccarsi la schiena di lavoro pesante per poter sopravvivere, dove ti prescrivono pillole per esorcizzare paure ed ansia e dove guardi i tuoi figli e preghi che ci sia una speranza. Thoughts and Prayers è ugualmente snervante sebbene percorra la via della ballata elettroacustica con un ricamo di pianoforte che rende dolce l'ascolto pur nella macabra immobilità che aleggia su una sparatoria di massa, tra satira e geremiade. Armageddon's Back In Town è l'altra faccia dei DBT e dell'album, urgente, rabbiosa, elettrica e rock.
 

Se la scrittura delle canzoni è stata un'operazione impegnativa e brutale visti i contenuti delle canzoni, la registrazione, al contrario, ha seguito un processo gioioso, a detta di Patterson Hood.  Aver lavorato per una settimana negli storici studi di registrazione di Sam Phillips a Memphis con il produttore di lunga data Dave Barbe e l'ingegnere Matt Rose-Spang, circondati da foto storiche in un'atmosfera di metà del secolo scorso, ha infuso nei DBT un "benessere" che si è riversato nelle registrazioni dando a The Unraveling quel sapore vintage dei dischi di una volta. Lo studio ha funzionato da macchina del tempo, Memphis con la sua contraddittoria storia sociale è il sogno a cui i DBT hanno ambito fin da giovani, il patrimonio musicale della città e lo spirito di Sam Phillips hanno condizionato in senso positivo la creazione dell'album oltre il semplice dato tecnico, formando un suono contemporaneamente moderno ed antico. 18 brani per 85 ore di session, poi i lavori di mixaggio presso gli studi di Barbe ad Athens in Georgia e l'ulteriore masterizzazione del maestro Greg Calbi nel New Jersey, alla fine l'album è stato ridotto a nove canzoni. Lilla Hood ha progettato la confezione utilizzando una splendida foto di Erik Golts con due ragazzi che guardano il tramonto sulla costa dell'Oregon ed il collaboratore e amico di lunga data Wes Freed  ha curato la parte grafica. Dopo tre anni di silenzio (lo spazio più lungo intercorso tra i loro album) i DBT sono tornati con un album oscuro e impressionista, a mio modo di vedere profondo, intenso e graffiante. Ora si tratta di vederli in tour perché l'Europa (naturalmente Italia esclusa) li aspetta.

MAURO   ZAMBELLINI      FEBBRAIO 2020