venerdì 1 dicembre 2017

THE ROLLING STONES ON AIR

 
Finalmente il 23 aprile del 1963 la BBC concesse ai Rolling Stones una audizione dopo che Brian Jones aveva inviato loro una accorata lettera con cui si chiedeva di ascoltare il loro nuovo rhythm and blues di Chicago. Si presentarono Jones, Jagger, Richards e Ian Stewart, Wyman e Watts non erano reperibili quella mattina, suonarono I'm A Hog For You, Baby di Leiber e Stoller e I'm Moving On di Hank Snow, tre settimane dopo il manager della BBC David Dore rispose loro con una lettera in cui si diceva che avevano fallito la prova. Inizia così, nel peggiore dei modi, il lungo e fruttuoso rapporto tra la band e la BBC inglese, principale responsabile dopo la seconda guerra mondiale della diffusione della musica popolare, la prima a trasmettere jazz e musica americana e poi indiscussa mattatrice, sia a livello radiofonico che televisivo, dell'ascesa del pop e del rock in terra inglese. Dopo quella sfortunata audizione, dopo l' apprendistato nei locali londinesi adibiti al jazz  e dopo la pubblicazione dei primi singoli a loro nome, i Rolling Stones ritornarono con ben altri risultati  negli studi e nei teatri usati dall'emittente, divenendo ospiti d'eccezione con esibizioni live poco canoniche per l'epoca ma per questo apprezzate da un pubblico entusiasta, creandosi una popolarità che trasmissioni come Saturday Club, Top Gear, The Joe Loss Pop Show contribuirono a lievitare.  On Air, edito nell'edizione standard con 18 tracce e nel formato deluxe con 32 tracce, accompagnato da un bel volume monografico dello stesso titolo disponibile solo import, racconta la storia dei Rolling Stones con la BBC tra il 1963 ed il 1965, gli albori della band nella frenesia dell'epoca, una visuale sull'adolescenza del gruppo prima che diventassero famosi, quando la loro esistenza si divideva tra lo squallido e freddo appartamentino al numero 102 di Edith Grove a Chelsea, luride tavole calde e le prime apparizioni all'Ealing Club, al Flamingo e al Marquee come intermezzo di esibizioni jazz. Ne viene fuori l' amore viscerale verso il blues di Chicago, il R&B, il rock n'roll e i contorni di musica americana tra soul e country, anni formativi spesi con passione e dedizione, prima di essere la più grande rock n'roll band del mondo. Una storia affascinante raccontata da un libro zeppo di scritti e fotografie e soprattutto da 32 titoli selezionati e rimessi a nuovo atti a documentare le vere e profonde radici musicali della band, il loro esordio e le loro spumeggianti esibizioni alla BBC. Le canzoni in questione, titoli per lo più noti ai fans, otto dei quali in versioni mai registrate o pubblicate fino ad oggi e altre rintracciabili solo in bootleg ed in pubblicazioni semi-ufficiali, provengono appunto dalle storiche trasmissioni della BBC dell'epoca e mostrano la band nel pieno della propria euforia esecutiva, esuberante e sorprendente tanto che sette di queste tracce debuttarono prima sulle onde radio che sui solchi dei dischi ufficiali. Si va dagli esordi nel 1963 nel radiofonico e leggendario Saturday Club con Come On, il singolo debutto degli Stones, qui presentati dal leggendario Brian Matthew, Roll Over Beethoven (mai pubblicata su disco ufficiale), idem per Memphis, Tennessee, al massiccio materiale del 1964 del Joe Loss Pop Show (It's All Over Now, I'm Moving On, If You Need Me, Little by Little), al radiofonico Blues in Rhythm trasmesso da un teatro di Camden (Route 66, You Better Move On, Mona, Cops and Robbers), al programma overseas  Rhythm and Blues (una mai edita versione di Ain't That Loving You Baby  e la strumentale 2120 South Michigan Avenue) fino ad uno dei più significativi programmi della BBC radio,  Top Gear, nella quale la band suonò Crackin' Up (altro inedito) e I Can't Be Satisfied. Ma tra i brani risalenti a registrazioni del 1964 la cui fonte è il Saturday Club ci sono  la beatlesiana I Wanna Be Your Man, Carol, Beautiful Delilah, I Just Want To Make Love To You e una versione inedita di Hi Heel Sneakers di Tommy Tucker. Tutto materiale che testimonia  l'attaccamento che Brian Jones, allora presunto leader della band, e compagni nutrivano verso il rock n'roll e la musica afroamericana. Cover di Salomon Burke, Chuck Berry, Willie Dixon, Bo Diddley, Jimmy Reed, Arthur Alexander, Muddy Waters e a partire dal 1965, dopo lo sbarco in America e la visita agli studi della Chess Records, anche le prime composizioni originali sotto lo pseudonimo Nanker/Phelge. Annidate tra cover di pezzi illustri e selezionati, in On Air  spiccano interpretazioni grezze e vibranti di Satisfaction presa dal Saturday Club, The Last Time (da Top Gear), The Spider and The Fly (da Yeah Yeah) in una forma più vicina all'elettrizzante immediatezza tipica dei concerti della band piuttosto che alla versione in studio dei pezzi stessi. Altra chicca interessante è la curiosa ed inedita Fannie Mae in origine registrata dal bluesman Buster Brown nel 1959, oltre a titoli più noti come Cry To Me e Oh Baby! (We Got a Good Thing Goin' (sempre dal Saturday Club), Down The Road Apiece e Everybody Needs Somebody To Love (da Top Gear).

Il risultato finale è una band al massimo del suo entusiasmo e della sua intensità, esempio unico per l'era di un' urgenza interpretativa ed esecutiva straordinarie, capace di ricondurre gli ascoltatori ai suoi anni giovani e vigorosi quando la notorietà artistica dei Rolling Stones era già rassicurata ma la conquista del mondo ancora tutta da effettuare.
 
 
 
 
Detto questo, sorge però una domanda, data la diffusione di tale materiale in precedenti dischi, dai primi album dei Rolling Stones all'abbondanza di bootleg e raccolte semi-ufficiali che hanno inondato la loro avventura discografica, quasi sempre di facile reperibilità, quale è la ragione ed il senso di una operazione come On Air, al di là della sua documentazione cronologica del brillante rapporto con la BBC? La risposta è da ricercarsi nella eccezionalità della qualità audio di tale materiale, resa che oscura tutti i precedenti reperti di tali registrazioni. Per riportare in vita lo spirito originale delle canzoni al momento della prima esecuzione in radio, i nastri sono stati sottoposti ad un processo di "separazione delle sorgenti audio", ciò ha comportato il de-missaggio delle registrazioni ed il coinvolgimento dei tecnici degli Abbey Road Studio (tra cui James Clarke e Lewis Jones)al fine di ricostruire, riequilibrare e re-missare i suoni strumentali e vocali di ciascuna traccia, per ottenere un sound più completo ed efficace. Il sistema si chiama de-mix e apre le porte a possibilità di registrazioni prima d'ora inarrivabili consentendo ai tecnici dell'audio di creare nuovi mix e nuovi master. La rivista Wired ha così sintetizzato il processo "immaginate di poter destrutturare un frappè e di mettere da parte le fragole, da un'altra le banane e da un'altra ancora i cubetti di ghiaccio; quindi prendete tutti gli ingredienti e frullateli insieme da capo". L'ascolto di On Air è godimento assicurato, come essere presenti negli studi o nei teatri usati dalla BBC per quelle registrazioni, suoni di una purezza eccezionale con tutto il pathos del momento comprese le relative imperfezioni, le chitarre che gracchiano acustiche o stridono elettriche, gli applausi e le distorsioni, le spigolature e la voce febbrile di Jagger, l'incalzare ritmico della sezione ritmica e l'urgenza di un rock n'roll bianco mai così vicino all'essenza del blues. Sentire per credere.

MAURO   ZAMBELLINI