venerdì 4 dicembre 2015

THE RIVER : la storia

 
 

 
La leggenda racconta che in un freddo giorno nevoso, prima del Natale 1988,  a New York  era in corso una importante e affollata asta su oggetti provenienti dal mondo dello spettacolo  quali locandine di film firmate direttamente da Alfred Hitchcock, un vestito di prova usato da Judy Garland per Wizard of Oz e altre curiose memorabilia, quando una giovane donna bionda in eleganti abiti borghesi, dopo aver aspettato pazientemente che la folla dei cinefili si diradasse, alzò la mano per fare la sua offerta a proposito degli articoli riportati a pag.41 del catalogo, contrassegnati coi numeri che andavano dal 306 al 311. Sicura del fatto suo, la giovane donna  offrì per il primo di quegli articoli la cifra di 500 dollari ma un distinto signore seduto in fondo al locale rilanciò il prezzo di 2000 dollari e con l'autorità di chi ha soldi da maneggiare e il distacco del vincitore si accaparrò l'oggetto del contendere. La situazione si ripropose invariata anche per gli altri articoli  di quella maledetta pagina 41, ogni offerta della giovane donna veniva sovrastata dal gioco al rialzo dell'attempato signore, che con voce sicura svilì ogni tentativo della giovane donna. All'ennesimo intervento, quasi stizzita, la donna si girò per vedere meglio chi fosse quell'uomo, un quarantenne leggermente in sovrappeso con l'aria del professore che con i suoi modi aveva mandato in fumo gli oggetti del suo desiderio portandosi a casa tutti gli articoli del lotto. Mai si sarebbe immaginato di trovare in quel posto colui che non aveva sicuramente bisogno di spendere tutti quei soldi per della memorabilia su Springsteen, l'uomo, Jon Landau, che dell'artista poteva possedere tutto, in particolare i fogli su cui Springsteen aveva scritto le sue canzoni. Difatti, i pezzi preziosi di quell'asta si riferivano ai fogli su cui l'artista aveva scarabocchiato di proprio pugno  i testi di alcune sue rare canzoni,  un cimelio dell'era Still Mill col titolo di Full Of Love, una canzone mai pubblicata, Still Here, le cui liriche preannunciavano il tema di Darkness of The Edge of Town, un Poem For Clarence che Bruce aveva usato per introdurre sul palco Clarence Clemons e un pugno di canzoni manoscritte (Out In The Street, Slow Fade, Indipendence Day, Point Blank) buttate giù  da Springsteen immediatamente dopo la chiusura di Darkness On The Edge of Town  e  diventate poi l'argomento del missing album di Springsteen del 1979 ovvero The Ties That Bind.  L'origine di quei manoscritti rimane una mistero e in questi casi raramente la casa d'aste rivela la fonte di provenienza ma le indiscrezioni dicono che tale materiale provenisse direttamente dall'ambiente interno a Springsteen. Una tra le voci più attendibili attribuisce  la responsabilità a Mike Batlan, l'originale tecnico delle chitarre di Bruce, che licenziato in tronco dallo stesso per un bisticcio avesse per ripicca occultato i fogli.
 

Comunque sia la storia, e non ci interessa più di quel tanto, questo aneddoto consente di ritornare su uno degli episodi "oscuri" della discografia di Bruce Springsteen, quello della genesi di uno degli album più popolari e osannati del Boss, il terzo capitolo dello storico ciclo  aperto nel 1975 con Born To Run  e chiuso nel 1980 con The River. Pubblicato il 17 ottobre di quell'anno The River  venne beneficiato dal primo posto nella classifica di Billboard e da un tour che consacrò Bruce Springsteen come il più grande performer rock di tutti i tempi. Nelle note annesse al box The River Collection  il giornalista Mikal Gilmore, fratello di Gary Gilmore, quello diventato famoso per aver richiesto l'esecuzione capitale per i due omicidi perpetuati in Utah e poi impiccato nel 1977 (la storia è raccontata da Normal Mailer in Il canto del boia), lo definisce  "l'album cardine di Bruce Springsteen: la cerniera tra le ambiziose agitazioni che l'avevano preceduto e i tumulti musicali più stringati e lo storytelling da brivido che seguirono".

Nel 1975 Born To Run  aveva creato la mitologia della strada, tre anni dopo Darkness aveva portato gli ascoltatori nell'oscurità del sogno americano senza porsi il problema delle cause storiche, The River  inaugurava l'infelice decade degli anni ottanta con un penetrante esame della vita di ogni giorno di tanti americani, tra duro lavoro, amori destinati al fallimento, paura e naturalmente macchine. Un album che è il punto di riferimento di una carriera (come lo sono stati altri doppi album di studio, il White Album  per i Beatles, Exile  per gli Stones, Blonde  On Blonde  per Dylan, Electric Ladyland  per Hendrix,  London Calling  per i Clash) più dal punto di vista del racconto che da quello del successo, ovvero il passaggio da una rappresentazione mitica dell'America ad una visione storica della realtà americana. Gli avvenimenti successivi della sua vita artistica contribuiranno a confermare questa tendenza.

The River  esce in un momento di difficile passaggio politico e culturale oltre che temporale, proprio nel momento in cui l'amministrazione Carter lasciava il posto a Ronald Reagan e alla sua restaurazione. Un disco molto diverso sia dall'euforico Born To Run  che dall'ombroso Darkness,  un insieme di canzoni divise tra potenti rock urbani e malinconiche ballate che riflettevano un senso di tradizionalismo che poteva apparire populista, oltre costituire un punto di non ritorno nella carriera dell'artista del New Jersey. Prima della sua uscita l'orientamento culturale dominante nel suo paese era in molti modi radicato nel retaggio etico degli anni sessanta e settanta, secolare, liberale, anche solidaristico in tante istituzioni; dopo la sua uscita l'orientamento culturale dominante andò verso quella che è l'immagine prevalente degli anni ottanta e novanta, evangelica, conservatrice, molto meno critica verso il potere e la tradizionale autorità. Con i caratteri e le immagini che popolano le canzoni di The River, Springsteen può addirittura sembrare un conservatore, appartenente a quella classe operaia americana che tante volte si è schierata coi repubblicani, anche se in realtà  le cose non sono mai come sembrano e quello che Springsteen stava cercando di conservare nelle sue canzoni era molto diverso da ciò per cui era stato eletto Ronald Reagan. Figlio degli anni sessanta, Springsteen metteva la sua musica al servizio di una visione che per molti versi esalava ancora il profumo degli anni cinquanta, una visione che non evitava gli aspetti meno attrattivi di quella nazione ma nello stesso tempo descriveva le vite individuali anche nel loro lato ordinario e comune. Il protagonista di Sherry Darling sembra un prodotto di una serie televisiva di largo consumo, il lavoratore di Out In The Street assomiglia a qualcuno della generazione di suo padre più che all'etica hippie della propria gioventù e in un periodo dove emergevano Toyota e Honda e l'industria giapponese metteva in ginocchio l'industria automobilistica a stelle e strisce, c'era un che di incosciente nostalgia in Cadillac Ranch. Nel momento in cui Bruce Springsteen lasciava dietro di se l'idealismo esaltante di canzoni simbolo come Born To Run, Thunder Road e The Promised Land, comunque epicentro delle sue sismiche performance, e il ragazzo si faceva uomo, erano le radici a dare supporto alla sua ispirazione, uno spirito retrò applicato alla musica non meno che ai testi. Wreck On The Highway  evoca la classica country music degli anni quaranta e cinquanta, I Wanna Marry You fonde un antico tema romantico con il rock italoamericano di Dion e Frankie Valli, Hungry Heart si libera dalle oppressioni indotte dall'educazione cattolica attraverso una manifestazione fisica e sessuale come il ballo  ed il sound alla Duane Eddy di Ramroad  riporta alle origini del rock n'roll e ai fifties.
 

Ma se The River  fosse semplicemente una serie di quadretti riciclati  sarebbe stato velocemente dimenticato come un pezzo da museo invece di diventare un disco da isola deserta. La ragione della sua longevità è il modo con cui molte canzoni dell'album si occupano di faccende che sono sia contemporanee che senza tempo. Forse il miglior esempio è proprio la stessa The River, una storia di amore destinata ai cliché di una vita  qualunque di provincia, tra preoccupazioni e ristrettezze economiche, una storia che si ripresenta a ogni generazione e non è solo il frutto della sensibilità di un ragazzo americano del 1980. Drive All Night evoca amore, mentre Stolen Car  evoca terrore ma entrambe suonano fresche e confortevoli ogni volta che si ascoltano, anche nella loro struggente malinconia e lo charme malizioso di Hungry Heart è ancora capace di sedurre trentacinque anni dopo essere entrato nelle Top Ten dei singoli e nella heavy rotation radiofonica, in contemporanea con Starting Over di John Lennon e proprio nei giorni in cui questi veniva ucciso davanti al Dakota Hotel.

Lo  Springsteen di The River  può essere visto come un amabile conservatore ma ciò che era interessato a conservare erano le tradizioni musicali, politiche e culturali che avevano reso possibile l'esistenza di Chuck Berry, dei Beatles e di Bob Dylan ovvero conservare valori come l'integrazione, l'uguaglianza e la libertà definita in termini di personale autonomia, in contrasto con quei valori di  cui fu alfiere Reagan ovvero segregazione, competizione e libertà definita in termini di liberismo economico. Le canzoni di The River  simbolicamente riaffermano la possibilità di immaginare un mondo dove il conservare le tradizioni con cui si è cresciuti  si accompagna, come suggeriscono le parole di A Change Is Gonna Come di Sam Cooke,  ai cambiamenti che stanno per arrivare ed è proprio il testo di Independence Day a suggerirlo, laddove Bruce non canta solo dell'indipendenza del diventare adulti e recidere il cordone ombelicale con la famiglia, il padre ed una vita predestinata di fatica e anonimato, ma piuttosto della ricerca di un possibile futuro dove "c'è gente diversa che ora viene e vedono le cose in maniera diversa, e presto tutto quello che abbiamo conosciuto non ci sarà più" .

The River  è il primo vero disco di rock popolare di Springsteen, molto più di Born In The Usa,  la sua musica non è slegata dal contesto socio-temporale in cui nasce ed è pronta a recepire, nel bene e nel male, gli input del momento, un concetto che rischia di sfuggire di mano e annoverare l'artista nel populismo se non fosse che per Springsteeni i dubbi, sugli individui, sulla società, sulla politica, valgono molto di più che le certezze. Mentre in Born To Run e Darkness  Springsteen analizzava la realtà americana osservando  e descrivendo le forze che controllavano le esistenze dei personaggi delle sue canzoni nella dimensione del presente e del quotidiano, senza porsi il problema delle cause storiche, da The River  cominciò a porsi il problema di indicare in che modo le cause dei problemi fossero imputabili alla storia passata del suo Paese. Nebraska,  Tom Joad  e The Rising  andranno ancora più a fondo in questa analisi senza perdere una virgola del potere consolatorio e liberatorio della sua musica.
 

 

        Durante il tour di Darkness  Springsteen aveva già lavorato a canzoni come The Ties That Bind, Point Blank, Sherry Darling, Indipendence Day, Ramrod, alcune delle quali le aveva suonate in concerto, ma la sua casa discografica, allora si chiamava ancora Columbia, era seriamente intenzionata a far uscire un album dal vivo tanto che furono registrati diversi concerti. Fu stampato un dodici pollici con una versione live di Prove It All Night  registrata al Berkeley Community Theater, rimixata da Jimmi Iovine con un suono compatibile per le stazioni radiofoniche Fm. L'uscita venne poi accantonata e si dovettero aspettare altri dieci anni per avere un live ufficiale di Springsteen. In realtà, nonostante il clamore mediatico suscitato qualche anno prima da Born To Run, i rapporti tra l'artista e la Columbia erano tutt'altro che idilliaci, questa difatti non sopportava i tempi lunghi di Bruce, così abituata ad un disco all'anno anche da nomi inattaccabili come Dylan. Era l'usanza in voga negli anni sessanta e settanta ma le cose stavano cambiando perché in quello scorcio d'epoca per un artista  sembrava più conveniente aspettare che un suo album uscisse definitivamente di classifica prima di pubblicarne un altro, evitando così di entrare in competizione con sé stesso. Springsteen lavorava alla sua velocità e la maggior parte dei suoi album hanno sempre rispettato i suoi tempi piuttosto che quelli della casa discografica. Per di più, in occasione del suo secondo disco, la Columbia delusa dalle 65 mila copie vendute, fu realmente in procinto di licenziarlo e quando anche Darkness  si posizionò  lontano dalle previsioni dei manager, (raggiunse il quinto posto di Billboard senza andare oltre) fu seriamente presa in considerazione la pubblicazione di un live per gestire lo stallo. La verità è che alla Columbia non interessava un album ma un singolo di successo. Durante un intervista verso la fine del 1978, Springsteen disse che era invece diventato urgente per lui realizzare un nuovo album, probabilmente per l'estate seguente. Iniziò a lavorare con la band nel marzo del 1979 ma entrò con la E-Street Band in studio al Power Station di New York solo in aprile. Aveva un pugno di canzoni nuove e qualche scarto dei precedenti album, la Columbia non aspettava altro e cominciò a far circolare la voce che il nuovo disco sarebbe uscito a ridosso delle festività natalizie. Le canzoni che Springsteen aveva in mano erano The Ties That Bind, un brano che aveva presentato per la prima volta dal vivo nel novembre del 78, Sherry Darling, altra canzone del Darkness  tour, di cui l'artista diceva che sarebbe stato il singolo con cui anticipare l'album, Indipendence Day  una canzone tanto potente ed emozionante che altri artisti avrebbero costruito un intero disco attorno ad essa, Point Blank un pezzo che era già stato rifinito in tante esecuzioni dal vivo, Ramrod altro debutto del 1978, quella Because The Night scritta per Darkness  e poi finita a Patti Smith e Driving All Night i cui rudimenti erano stati scritti nelle session di Darkness. Inoltre poteva giocare con altre carte, una serie di canzoni come Frankie, Fire, Hearts of Stone, Don't Look Back e Promise, entrate poi nella mitologia delle rarities, brani che avrebbero fatto la felicità di qualsiasi altro artista ma che per Bruce non erano ancora mature.
 

Per capire la tecnica di Springsteen in studio e la meticolosità del suo songwriting qualcuno ha tirato in ballo il carattere chiuso di quando era ragazzo, la scarsa attitudine alle relazioni sociali, il fatto che quando suonava con altri amici musicisti nei club di Asbury Park lui fosse immancabilmente il più serioso e taciturno. Forse è anche questa la ragione per cui un performer capace una notte di stregare uno stadio di 80 mila persone, la notte seguente mantiene l'umiltà di jammare in un club di provincia davanti ad una cinquantina di persone scarse e con musicisti locali. Fanatico nei riguardi del suo materiale privato e carismatico di fronte alle folle, pignolo e certosino, il più prolifico songwriter che possa esserci, prima di far uscire il suo primo disco Greetings from Asbury Park  aveva già messo su cassetta canzoni per almeno tre album, ed il più lento realizzatore di dischi che si ricordi, almeno per una certa epoca, visto che in 17 anni tra il debutto del 1973 e la fine degli anni ottanta pubblicò solo otto album di studio ufficiali. Ogni suo disco, a cominciare da Born To Run, diventava un'avventura massacrante, Springsteen usava lo studio per scrivere e riscrivere i pezzi incessantemente e i membri della band passavano la notte a registrarli aspettando la nuova pila di canzoni che Bruce scriveva di giorno. E ciò fu esattamente quello che successe nelle session di The River.  Prima di andare in studio la band aveva lavorato ad una dozzina di canzoni e a tutti loro, tranne che a Springsteen, quello appariva già un album completo. Le nuove canzoni includevano The Ties That Bind e I'm Gonna Treat You Right, conosciuta anche come Wild Kisses, che pareva piuttosto uno scarto di Born To Run. Poi c'era Tonight, brano muscolare non troppo dissimile da Jackson Cage. Springsteen era più concentrato sulla ricerca di un sound particolare e sull'approccio della band a quel sound piuttosto che sulle parti vocali. Di Tonight si persero le tracce mentre da un demo casalingo dei primi mesi del 1979 saltarono fuori You Can Look e Held Up Without A Gun, canzone questa che avrebbe dovuto essere in The River   ma tagliata fuori all'ultimo momento, ed una ballata, Chevrolet Deluxe, che  biografi come Charles R. Cross dicono possedesse alcune somiglianze strutturali con The River. Quando finalmente Bruce portò nell'aprile del 1979 la E-Street Band al Power Station, dopo le prove, dopo il demo tape, dopo tutto il tempo che si era preso per il songwriting, la prima canzone ad essere registrata fu la sventagliata micidiale di rock rabbioso intitolata Roulette, scritta a caldo dall'artista dopo l'incidente nucleare di Three Mile Island in Pennsylvania. Un mese dopo vennero registrate Cindy, Jackson Cage, Ramrod, Hungry Heart e Be True. C'era materiale più che sufficiente ed in molti casi eccezionale per un album ma Springsteen non ne era soddisfatto. Concepiva un album nello stesso modo che uno scrittore concepisce un romanzo, con un inizio, una fine ed un corpo centrale, e così per lui le canzoni tutte insieme dovevano sempre possedere più forza di ogni canzone presa singolarmente. La prima idea per il nuovo album  prevedeva una facciata A con The Ties That Bind, The Price You Pay, Be True, una romanticheria pop-rock con echi di Byrds che poi uscì come B-side di Fade Away, il rock n'roll proletario di Ricky (Wants A Man of Her) e la grandiosa Stolen Car meno lenta e rarefatta rispetto a quella messa nel doppio The River, con un afflato  decisamente roots determinato dalla fisarmonica di Danny Federici. La seconda facciata contemplava I Wanna To Marry You che nell'album originale perse il to, quella Loose Ends che è una delle migliori out-takes in assoluto del catalogo springsteeniano, dove risuona tutto lo stile della E-Street Band con l' assolo di sax, il drumming potente di Max Weinberg, il piano di Bittan, il refrain irresistibile e la voce di Bruce, un  brano che gli stessi musicisti della band dicono sia stato lo sforzo vocale più elevato mai fatto dall'artista in una seduta di registrazione. Poi ci sono Hungry Heart ed un titolo, The Man Who Got Away, che esisteva  nel notebook a spirale di Springsteen e oggi è disponibile nel CD delle out-takes di The River Collection. Un brano il cui impianto strumentale è sostenuto dall'organo di Federici, la voce è grave e sfiduciata, il ritmo nervoso, l'insieme crudamente rock. Avrebbe dovuto chiudere quella prima idea di album, Ramrod. Era un album diverso dai precedenti di Springsteen proprio per la presenza di diverse canzoni dai tempi medi, di love songs melodiche e di una sorta di easy-going confinante col pop. C'erano sentimenti e romanticismo, dolcezze in Loose Ends e Be True che facevano pensare ad un disco sulle difficili relazioni uomo/donna. Ma la storia non andò in questa direzione. Le cose tra il periodo in cui aveva buttato giù questa lista, presumibilmente all'inizio del 1979 e l'estate di quell'anno cambiarono drasticamente. L'album non era ancora stato mixato e la sequenza di canzoni rimase sulla carta. Springsteen si mise a rivedere ciascun brano e a fare mixaggi e contro mixaggi di ciascun pezzo fino a quando si prese una pausa perché  contattato per partecipare ai concerti antinucleari organizzati dai Musicians United for Safe Energy (MUSE) di cui facevano parte Jackson Brown, Bonnie Raitt, Graham Nash, Harvey Wasserman e John Hall. Bruce Springsteen e la E-Street Band suonarono al Madison Square Garden il 22 e 23 settembre 1979 ma per ragioni inspiegabili non presentarono la devastante Roulette, incentrata sui pericoli del nucleare, ma un set da capogiro con brani noti del loro repertorio più le nuove ed inedite Sherry Darling  e The River.  Dopo di chè l'artista tornò al proprio lavoro rimixando le vecchie tracce e mischiandole con delle nuove, creando quello che effettivamente sarebbe dovuto essere il nuovo album, intitolato The Ties That  Bind.  Della nuova lista, oltre alla canzone titolo, facevano parte Cindy, canzone pop di amore non corrisposto, piuttosto leggera per gli standard abituali della E-Street Band, Hungry Heart, Stolen Car, Be True, The River, una versione rockabilly di You Can Look (But You Better Not Touch), The Price You Pay, I Wanna Marry You e ancora Loose Ends. Questa è la scaletta dell' album singolo mai pubblicato, conosciuto come The Ties That Bind  per cui vennero perfino realizzate foto e copertina.  
 

Tutto ciò risale all'autunno del 1979, il disco avrebbe dovuto uscire a Natale ma Springsteen si fermò per mixare il suo set del Madison Square Garden per l'album No Nukes   e Devil With A Blue Dress fu scelta come radio sampler per inondare la nazione di potenti note rock al servizio di una sensibilità anti-nucleare. Immancabilmente i tempi si allungarono, la Columbia fremeva, l'artista aveva più dubbi che certezze e cambiò drasticamente alcune delle canzoni già registrate, oltre a portarne delle nuove. La band dal canto suo sperimentò delle versioni rockabilly di tutto il materiale a disposizione, Slow Fade  divenne Fade Away, Stolen Car  cambiò pelle in una struggente ballata ma alla fine il disco con quelle canzoni suonava come un party record e nient'altro. Il materiale si sviluppava tra due estremi, tra lo scalpitante rock n'roll di Cadillac Ranch e l'atmosfera intimista di Wreck On The Highway,  in mezzo c'erano oltre mezzo milione di dollari messi nello studio che non avevano ancora portato a nulla. Poi finalmente qualcuno suggerì l'ipotesi del doppio album e allora tutto cominciò ad avere un senso agli occhi di Springsteen. Abbandonò l'idea di un disco pop basato su  canzoni d'amore e prese in considerazione entrambi gli aspetti del party, il tipo che beve con gli amici al bar e la moglie e i figli a casa che piangono soli.  Come disse lo stesso autore allo scrittore Robert Hilburn "avevo un album di canzoni finite ma non diedi il via all'album perché non era abbastanza personale. Questo album, The River , è molto più personale ed intimo, cercavo quella logica interna che univa ogni cosa e adesso qui c'è". Anche il cambio del titolo non è casuale, da The Ties That Bind, i legami che uniscono, a The River  sembra sottolineare come il focus del disco si sposti dalle relazioni uomo/ donna ad un contesto più ampio e generale, una visione che ha suscitato nella critica americana  paragoni coi libri di Steinbeck e con il cinema  John Ford. Ma The River  non è un album che offre delle soluzioni e dei finali, racconta sì delle storie con delle conclusioni ma senza risoluzioni di verdetti morali. Venti canzoni divise in quattro facciate di vinile, un doppio album  assurto all'olimpo del rock, almeno di quello post-70. Furono in tanti ad entrare in contatto con la musica di Springsteen proprio con The River  ( responsabile anche un tour che arrivò alle nostre porte con quel mitico concerto all'Hallenstadion di Zurigo nell'aprile del 1981) grazie ad una canzone-titolo di una forza epica ed un significato simbolico straordinario. E l'intero lavoro non suona come un prodotto della decade in cui uscì ma è una connessione di tutto quanto ha espresso il rock n'roll dagli anni cinquanta in poi nella sua dimensione popolare, compresa la presenza di un lato pop ( Hungry Heart e Sherry Darling), prima assente nella discografia dell'artista. Se c'è un album che viene ricordato come espressione della totalità del sound di Springsteen con la E-Street Band, questo è proprio The River, un doppio album leggendario, un vero disco da cinque stelle anche in virtù della nuova ristampa che ne illumina le sfaccettature e  l' evoluzione.

 

MAURO    ZAMBELLINI