venerdì 15 aprile 2022

Willy DeVille THE LAST WALTZ


 

Nel 2008  Willy DeVille a ridosso dell’ultimo tour prima della sua prematura scomparsa avvenuta l’anno seguente, ripristina la sigla Mink DeVille Band. Una scelta dettata da alcuni cambiamenti nella sua vita artistica. Dopo aver trascorso parecchi anni nel Sud-Est degli Stati Uniti tra New Orleans, il Mississippi e New Mexico, il gitano  torna a vivere nella amata New York dove si stabilisce con la terza moglie Nina Lagerwall. E’ un uomo profondamente cambiato, trent’anni di eccessi autodistruttivi hanno lasciato il posto a modi più pacati e dolci ma i suoi interessi continuano a riflettere passioni mai sopite: il blues, le origini del rock n’roll, i vecchi musicisti come il pianista di Chuck Berry Johnny Johnson, i cantanti francesi. La musica è ancora il cuore pulsante del suo vivere ed in onore di New Orleans sceglie il giorno del Mardi Gras  per pubblicare il suo sedicesimo album, Pistola, un disco che introduce con The Mountains of Manhattan e Stars That Speak qualche dettaglio sonoro nuovo rispetto al suo usuale backround. Se la prima è un recitato solenne, una sorta di reading poetico accompagnato da flauto e tamburo indiano che racconta di quando i nativi americani (altra passione nei suoi ultimi anni di vita) popolavano la penisola di New York, la seconda è un baritonale canto alla Leonard Cohen dove si citano New York, Berlino e Barcellona. Ma memore del passato le cose che spiccano nell’album sono l’ipnotico voodoo blues I’m Gonna DO Something The Devil Never Did, lo shuffle New Orleans The Band Played On, la messicaneggiante Remember The First Time e la rockata So So Real con cui aprirà i concerti che di lì a poco effettuerà in Europa. Anche due magnifiche ballate: la crepuscolare When I Get Home e Louise di Paul Siebel, canzone su una prostituta già interpretata da Leo Kottke, Eric Andersen, Bonnie Raitt, Tom Waits, Linda Ronstadt e Ian Matthews.



 Il nuovo disco gli offre la chance di ritornare on the road nell’amato Vecchio Continente con una band che è a proprio agio col suo pachuco di soul latino, tex-mex e cajun ma contemporaneamente è in grado di ripristinare quel rock urbano degli anni newyorchesi. Naturale quindi optare per la sigla Willy DeVille & The Mink DeVille Band con cui presentarsi sui palchi europei. Di fianco alle collaudate e colorate voci delle sorelle Wise, Yadonna e Dorene, presenti dai tempi di Loup Garou,  vengono ripescati dagli anni ottanta e novanta il percussionista e fisarmonicista Boris Kinberg ed il batterista Shawn Murray, ed entrano in scena forze giovani come il tastierista Darin Brown, il bassista Bob Curiano  ed il chitarrista Mark Newman. Willy in scena è carismatico come sempre pur apparendo pallido e stentoreo, per via dei problemi all’anca e della malattia incipiente ma la voce è una radiografia dell’anima, roca, profonda e dai marcati sentori blues. Con la band passa in Italia il 14 marzo a Trezzo d’Adda ma sono due le registrazioni sul mercato che testimoniano  quel tour del 2008, entrambe obbligatorie per tutti gli amanti della buona musica. La prima, pubblicata nel 2014 dalla Repertoire nella serie Rockpalast, è costituita da un CD e DVD assemblati col DVD di un altro concerto, sempre a Bonn in Germania ma del 1995, la seconda si intitola Venus of The Docks ed è di recente pubblicazione . Edita dalla MIG tedesca è la cronaca di uno show avvenuto a Brema il 27 febbraio del 2008. Entrambe le performance sono di grande valore storico per la carriera del nostro e magnifiche dal punto di vista musicale, entrambe davanti ad un festoso pubblico tedesco che ancora oggi ricorda Willy con estremo affetto.



Cominciamo con la prima esibizione al Museumsplatz di Bonn datata 19 luglio, dove alle tastiere e con la fisarmonica si rivede il vecchio amico Kenny Margolis, un pilastro di Mink DeVille fin dai tempi di Coup de Grace. Las sua presenza si sente, come quella del muscoloso Mark Newman che con la slide imprime un deciso approccio bluesy. La sola Yadonna Wise si occupa delle voci di contorno, gli altri sono quelli menzionati sopra. Willy come si vede nel DVD di Live at Rockpalast 1995&2008 è un incrocio tra Dracula e un nativo americano,  pallido, capelli lunghi dritti nerissimi, baffetti spioventi, pendenti turchesi, collana e occhiali con lenti rossastre. Sembra uscito da Intervista col Vampiro, l'aspetto non è rassicurante e a causa dell'incidente automobilistico di qualche anno prima, si sorregge su uno sgabello e solo a tratti si mette in piedi con la chitarra. Le sigarette completano la scenografia ma è la voce a sedurre, un profondo latrato blues al cui confronto Howlin ' Wolf pare un cantante di musica leggera. Dà il via allo show con la litania oscura e mannara di Loup Garou raccontando di neri serpenti, paludi infestate da spiriti e lune gialle, un inizio  magnetico che porta l'artista in quel torbido ma affascinante universo che gli anni in Louisiana gli hanno cucito addosso. Grazie al lavoro di Mark Newman intinge in un blues scarno e viscerale ma non mancano gli altri ingredienti del suo pachuco come l'uptempo tra rock e r&b di So So Real estratto da Pistola,  la cajun music di Even While I Sleep, le dolcezze romantiche di Heart and Soul, la danza malandrina di Spanish Stroll e il rock/soul della Losiada newyorchese intrecciato tra Mixed Up Shook Up Girl e Venus of Avenue D. C’è posto per i suoi hits Hey Joe,  Demasiado Corazon  e per Cadillac Walk  e la torrida Savoir Faire. Ma sono altri i titoli a rendere questa performance significativa dell'ultimo corso dell'artista: due vecchi brani come Steady Drivin' Man e Just Your Friends entrambi di Return To Magenta sono rimessi secondo l’umore del momento, il primo accentuando il drive rollingstoniano con una iniezione  di blues alla John Lee Hooker, il secondo sottolineando l'implicita natura folk-rock  del brano con la fisarmonica di Margolis che aggiunge un’ aria western da ultima notte di Billy The Kid.  Il lercio rockabilly-punk sudista White Trash Girl, storia di degrado in un microcosmo di sottoproletariato bianco, il delirio Delta di Muddy Waters Rose Out Of The Mississippi Mud e lo swampin'  You Got The World In Your Hands, la prima tratta da Loup Garou, la seconda da Crow Jane Alley e la terza da Pistola spostano decisamente a Sud il baricentro del concerto. Se poi si aggiunge il grasso Bacon Fat di Horse of A Different Color  il quadro mostra tinte blues vicine a Fred Mc Dowell e John Lee Hooker come mai si erano viste, e la Mink DeVille Band è talmente versatile da shakerare con una maestria incredibile rock, soul, R&B, cajun, creando un groove eccitantissimo.

Il medesimo feeling su cui si poggia lo show  del 27 febbraio al Pier 2 di Brema documentato da Venus of the Docks. Sebbene la data sia posta all’inizio del tour ed al posto di Margolis ci sia Darin Brown con Yadonna qui affiancata da Dorene, la band è già rodata. Tante le similitudini con la performance di Bonn ma anche qualche diversità.  Ripristinata l’apertura strumentale classica degli albori da Mink DeVille, qui Harlem Nocturne ha lasciato il posto ad un jazz cubano che sfoggia percussioni alla Tito Puente ed un pianoforte molto charmant, è So So Real ad aprire le danze con quell’aria malandrina e peccaminosa che la voce disposta a tutto di Willy non nasconde. Dallo stesso Pistola è tratta la sincopata Been There Done That, confessione sui suoi passati junkie ritmata quanto basta per trasformare un trascorso amaro in una danza sensuale, e sempre sulle dipendenze l’ipnotica e sinuosa cantilena Chieva col pianoforte a fare la melodia fa da ponte tra la viziosa ode a Rosita di Spanish Stroll e la sporca Bacon Fat nella quale l’armonica, la rovente slide ed una voce nera come la pece trasformano Brema in Clarksdale. Willy è in forma, il suo cantato si è fatto nel tempo più cavernoso e blues, qualcuno al proposito aveva tirato in ballo Tom Waits ma senza peli sulla lingua Willy aveva liquidato la questione con le seguenti parole “ Tom è un mio amico ma non l'ho mai ascoltato davvero, suona sempre come se stesse scherzando, sembra l'ubriacone divertente in fondo al bancone del bar”. Prendere o lasciare questo è William Paul Borsey Jr. altrimenti conosciuto come Willy DeVille, il più grande soulman dopo la scomparsa di Otis Redding.


Heart and Soul concede un po’ di santità al set ma è un’inezia perché con il rockabilly-punk White Trash Girl e il bluesaccio Muddy Waters Rose Out Mississippi Mud siamo di nuovo all’inferno, o meglio nel fango del Grande Fiume, in quel Sud raccontato da tanta letteratura “marginale” e da film come Killer Joe di William Friedkin e The Paperboy di Lee Daniels. Demasiado Corazon ed Hey Joe  servono a far ballare le signore mentre i rough boys si scatenano nella sequenza Savoir Faire/Cadillac Walk. Venus of Avenue D invece continua a lasciarmi estasiato a più di 40 anni dalla sua comparsa per quell’insieme di attesa, malizia, abbandono e tensione che si porta dentro, come fosse l’ adattamento del Wall of Sound di Phil Spector in un melodramma del Lower East Side, comunque annerita dal sibilo di una  slide che è un serpente e dal tocco gospel delle sorelle Wise. Capolavoro.

Se Italian Shoes gioca col funky, le versioni di Trouble In Mind e Heartbreak Hotel dicono dell’abilità di fare sue canzoni altrui. La prima, uno dei cavalli di battaglia della parentesi acustica del Trio In Berlin non possiede lo stesso intimismo di quella occasione, il brano ante-bellum di Richard Jones trova qui un Willy assatanato con la voce, accompagnato da pianoforte,  slide e dalla sezione ritmica, la seconda è invece rallentata ad arte dentro un intrigante swamp-blues. Il brano reso celebre da Elvis Presley muta in un sordido e misterioso gris gris con alligatori come compagni, roba degna di Dr.John, Coco Robicheaux, Tony Joe White e di quelle anime perse della Louisiana voodoo.

Il finale del concerto è struggente,  Let It Be Me il brano di Gilbert Becaud popolare in tutto il mondo è un commovente commiato di sola voce e pianoforte, un addio applaudito con reciproca commozione dal pubblico di Brema.

Da sempre ribelle, anticonformista, estraneo a compromessi, Willy DeVille aveva una sua teoria riguardo alla sua avventura musicale “ So che venderò molti più dischi quando sarò morto, non è molto piacevole dirlo, ma devo abituarmi a questa idea che la morte è lì, la sento alla porta. Non sto dicendo che andrò da qualche parte subito, ma so che sta arrivando”. La signora con la falce arriverà un anno dopo il concerto di Brema, il 6 agosto 2009, privandoci di uno dei più grandi artisti di tutta la storia del rock. Non possiamo fare altro che ascoltare con quanto charme, passione e bravura, Willy solo un anno prima, in Venus of the Docks   era capace di stregare, incantare e sedurre. Un gigante.


MAURO ZAMBELLINI     APRILE 2022
 

 

 

 

 

 

 

 

 

59 commenti:

Armando Chiechi ha detto...

Caro Mauro ricordo ancora il tuo resoconto sulle vecchie pagine del blog che riportava la data di Trezzano e quanto ti sei prodigato parlandone,non ultimo il lavoro che ti ha portato a scriverne ancora sul tuo bel libro di non molti anni fa.Ebbi anche la fortuna di vederlo dalle mie parti proprio in quel 2018 e nel rileggere queste righe mi sembra di rivivere quella magica serata di Luglio. Ricordo ancora che ci andai con un' amica e mia sorella e ci avrei tanto voluto portare mia moglie, purtroppo impegnata quella sera in un turno lavorativo serale. Un amico qualche anno fa mi passo' la data di Bonn su DVD semiufficiale in cui la resa audio quanto quella video è ottimale ma leggendo questa tua recensione farci su un pensierino è doveroso.

Armando

Armando Chiechi ha detto...

* Pardon ( 2008 )

Unknown2 ha detto...

Livio. Ho il dvd Rockpalast 1995 & 2008, visto e rivisto, e mi ha sempre colpito la sofferenza con cui era costretto a battersi nel 2008, l'evidente fatica, il malessere diffuso che lo squassavano. Eppure sul palco attingeva a energie nascoste, e lo spettacolo era condotto con orgoglio e dignità su standard altissimi. Compreso l'aspetto scenico, x lui sempre fondamentale. I suoi concerti erano Spettacoli, in ogni senso. Atmosfera, commedia e tragedia, sesso e amore, blues\soul\pachuca\rock'n'roll. Ovazione.
Qui, nel 2008, figura ieratica, emaciata, magnetica; voce roca, spezzata, catarrosa, profonda. E non credo che qs concerti fossero frutto di mere esigenze 'alimentari'. Primo, perchè, ripeto, sono di qualità sopraffina, e secondo xchè mi piace credere che, sentendo avvicinarsi la signora con la falce, abbia voluto dare on stage l'ultima zampata, dimostrare a se stesso e a noi tutti che era un grandissimo, a dispetto dello scarso successo mercantile, di certo non favorito anche dai suoi protervi istinti autodistruttivi, che mai ha rinnegato, x cui mai ha chiesto scusa, come a dire "io sono così, se mi volete. Sennò andate pure a farvi fottere".
Struggente, commovente, spettacolare, indimenticabile, irripetibile.
Grazie Mauro x l'ennesimo tributo a un grandissimo misconosciuto.
Un brindisi in onore del Beautiful Loser x eccellenza

Unknown2 ha detto...

...

Unknown2 ha detto...

Livio. Musicalmente, trovo strepitoso l'apporto della slide di M. Newman, la coloritura blues che arricchisce il tutto.

Zambo ha detto...

Livio, grande recensione la tua, grazie

Luigi ha detto...

C'e'una bellissima definizione in lingua spagnola per definire un uomo poco incline a compromessi:
Hombre vertical.
Ecco DeVille apparteneva senza dubbio a questa categoria di artisti e persone.
In patria sconosciuto ,più apprezzato nella vecchia europa non ha comunque mai raccolto minimamente il successo che avrebbe meritato.
Spero che il successo di " demasiado corazon" come sigla del programma Zelig abbia lasciato almeno due spiccioli nelle tasche sue o in quelle degli eredi.

bobrock ha detto...

hombre vertical é proprio una bella definizione.
Purtroppo anche post morten é finito nel dimenticatoio. Un gran peccato che la sua arte pura non sia stata rivalutata così come la discografia che nel complesso ha sempre prodotti lavori interessanti ( ad eccezione di sportin life) .
L’ho apprezzato molto all’inizio e sono riuscito a riacciuffarlo poco prima che morisse .
Pensavo fosse un rocker ma nella sostanza ero uno straordinario chansonnier.
Anche questo album dal vivo è splendido ma tutti voi a cominciare dal padrone di casa avete utilizzato parole migliori .
Gloria eterna a questo artista.
,






Armando Chiechi ha detto...

Ricongiungendomi a quanto postato da Mauro e commentato da Livio, il DVD che posseggo fa riferimento al tour del 2008 con tutta l'esecuzione di Bonn riportata integralmente al posto di Brema. La scaletta sembra una combinazione dei brani su evidenziati e Willy è come appare nel riquadro del DVD ufficiale. Credo si tratti di una ripresa fatta e autorizzata per una TV tedesca ma per ogni titolo che appare in basso ad ogni cambio di brano si legge il logo del Rockpalast che onestamente nemmeno ricordavo, quando per la prima volta lo vidi sulla mia TV. Credo semplicemente che il tutto una certa ufficialità debba averla ma che siano state fatte delle copie tratte da quello che più che è un semplice Special live. Ad ogni modo ispirato da quanto letto me lo sto sciroppando sul divano mentre mia moglie è al lavoro e non posso fare a meno di ripensare a quell'ultimo tour e a tutto quello che Willy ci ha lasciato.

Buona Domenica a tutti!!

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Perdonate la digressione, ma x me l'hombre vertical resta lo sciagurato hector cuper, che pretese la cessione di Andrea Pirlo xchè 'scarsamente muscolato', e xtanto indegno del suo centrocampo di scarponi... Simili obbrobri li vedemmo in anni + lontani alla Beneamata solo con la dismissione di Roberto Carlos, xchè 'non sapeva difendere', e con la somma stupidata, il demenziale scambio Bonimba-Anastasi.... :(

bobrock ha detto...

Dai Livio che quest anno fate il bis ….

bobrock ha detto...

Andando fuori tema ma non troppo parlando dì malattie anche Dave Alvin negli ultimi due anni se l’ha vista brutta . Cancro alla prostata e al colon.
Attualmente è fuori pericolo incrociando le dita ma prima dì cantare vittoria ci vogliono anni .
Abbiamo rischiato dì perdere prima del tempo una grande fuoriclasse.

Armando Chiechi ha detto...

Si Bob..a proposito di Dave Alvin, ultimamente ho visto in rete una sua immagine on stage e se non era dovuto alla foto leggermente fuori fuoco,sembrava messo veramente male. Ho letto anche io questa news e mi ha preso un brutto magone. Tutto quel mondo di cui ci sentivamo e ci sentiamo partecipi, si sta sgretolando sotto i nostri occhi giorno dopo giorno...ed è dura accorgersi quanto quelli che credevamo "forever young", siano destinati ad invecchiare proprio come noi. Certo che lo si sa e sarebbe stupido pensare il contrario...ma è come se a loro fosse concessa un'altra chance,la stessa che a volte crediamo di avere noi, ma quando vediamo le loro fragilità e le loro malattie, allora capiamo che non possiamo più tornare indietro !?

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Bob, mi tocca toccarmi... :)
Certo, si invecchia tutti, e ci si acciacca sempre +. Però, provate a vederla in un altro senso: come mi disse un saggio "stai invecchiando? e per fortuna!!!!". Perchè l'alternativa è...
E allora godiamoci (parlo x me, voi siete una generazione dopo) tutta la musica, gli affetti e la bellezza che possiamo. Poi quel che sarà, sarà!
Un saluto commosso e riverente a Valerio Evangelisti, star internazionale del fantasy storico, mancato ieri a Bologna. Indispensabili i 12 libri dedicati a Nicholas Eymerich, Inquisitore, e anche il mini-ciclo 'Metallo Urlante'.
Altri lavori risentono, x me, del suo 'cuore a sinistra', ma almeno i due citati sono imperdibili.
Buon viaggio, Valerio, e grazie x le magnifiche ore passate sui tuoi libri

Unknown2 ha detto...

Livio. Nel frattempo i Maneskin, vestiti cme dei deficienti, spopolano al Coachella, o almeno così si dice sui ns notiziari. Mah....

bobrock ha detto...

Armando si invecchia e la nera mietitrice non fa sconti : belli bruti ricchi poveri giovani e non . Siamo tutti sulla rampa di lancio 🚀
Per questo bisognerebbe vivere sempre intensamente anche se è facile dirlo a parole

bobrock ha detto...

Livio basta non parlare dei Maneskin…e vedrai che ti sentirai meglio . Per me non esistono .

Unknown2 ha detto...

Livio. Hai ragione Bob, naturalmente. Non ti curar di lor...
Mi fa solo incazzare che quelli lì x ogni starnuto hanno servizi da 3minuti in prime time sulla rete pubblica ammiraglia, mentre, tanto x restare in tema, un Willy De Ville non se lo fila nessuno, ora come quando era vivo. Logiche di mercato, già...

Unknown2 ha detto...

Livio. X il derby hai portato bene, Bob: insisti :)

bobrock ha detto...

Tranquilli avete lo scudetto in cassaforte

Unknown2 ha detto...

Livio. Gufa, gufa, gufa...

Armando Chiechi ha detto...

Livio... non ho mai letto nulla di Evangelisti ma sono stato tentato a farlo più d'una volta. In questi giorni sto leggendo " Il tempo è un bastardo" di Jennifer Egan che mi lasciai sfuggire qualche anno fa e fortunatamente l'ho ritrovato anche in edizione economica Mondadori.Un libro originale e ben scritto in cui la musica ha un ruolo non secondario. Per quel che riguarda la nostra musica momentaneamente mi sono fermato con gli acquisti e mi sto riascoltando molta roba e di vario genere,compreso il nostro mai dimenticato Willy !!

Un saluto a tutti!

Armando

Luigi ha detto...

Quest'anno sono 50 anni dall'uscita di Transformer di Lou reed.
Tra i pezzi Vicious, satellite of love,Walk on the wild side, Perfect day.
La produzione era di David Bowie.
Cosa chiedere di più alla musica rock?
Probabilmente nulla.......

Unknown2 ha detto...

Livio. Transformer è semplicemente uno dei dischi + belli mai usciti. L'ho consumato. Averlo prodotto, e aver riportato Lou Reed ai suoi livelli è forse (parere strettamente personale) la miglior cosa fatta da Bowie in tutta la sua carriera.
Prof: ma chi è 'sto bresin dino, che su amazon critica il tuo libro sugli Allman attaccandosi a particolari ridicoli e argomentazioni pretestuose? Dice di essere un recensore egli stesso, ma 'ndo scrive? Forse è pure medico: parla di sindrome di Marfan, ma dalle foto che ho visto io, Duane non aveva un aspetto 'marfanoide'. Purtroppo ne so qualcosa: io, medico, ci ho perso un fratello....
Ma magari lui è il portatore di verità assoluta che tutti aspettiamo da sempre.
La mia solidarietà, Prof. E perchè non l'ha scritto lui, allora, il libro sugli Allman, visto che sull'argomento sa pure ciò che non esiste?
Evangelisti: Nicholas Eymerich è un personaggio potentissimo, i suoi libri sono fondati su ricerche storiche impeccabili: se ne leggi uno non lo lasci +

corrado ha detto...

Ho ripreso in mano il bootleg che avevo registrato dell'ultimo concerto di Willy De Ville al quale avevo assistito. Chissà perché ricordavo che fosse del 2008, in realtà è datato 9 luglio 2005, a Santa Maria Navarrese, Ogliastra, costa ovest della Sardegna.
Ci ero andato con mio cognato e avevo trovato l'esibizione un po' stanca, comunque sottotono, mentre a mio cognato era piaciuta molto. Io forse ero ancora legato allo splendido concerto di Cagliari 1994 (bootlegato anche quello), ma certo, pensando a cosa è accaduto a De Ville in quegli anni e alla sua morte nel 2009, oggi rivedo e riascolto con tutto un altro spirito. Ho fatto quasi indigestione del nostro durante l'inverno, accompagnato dalla lettura e rilettura del libro di Mauro, adesso sto ascoltando altre cose più dei nostri giorni, ma so già che presto ritirerò fuori il suo live del '94, che mi mette sempre in un'ottima disposizione d'animo.
Su Lou Reed, per chi come me è stato svezzato fin da bambino con le sue canzoni, Transformer rimane sempre un'opera fondamentale, ma in tutta sincerità, è uno dei suoi dischi che ascolto meno. Oggi lo trovo barocco e datato, non ha il fascino atemporale di altri suoi lavori, con i Velvet e da solo. Ci sono certo i capolavori immortali come Walk on the wild side, Satellite of love, Perfect day, ma quel suono troppo prodotto, con l'orchestra, le trombe e tutto il resto oggi non riesco ad ascoltarlo. Personalmente preferisco il suo suono più asciutto ed essenziale prima coi Velvet e poi quello sfoderato con The Blue Mask, New York, Magic and loss, Ecstasy. Questione di gusti, comunque. Ascoltare Transformer o Sally can't dance oggi mi fa pensare di essere finito in qualche comune hippie a rollarmi una canna o roba del genere. Esperienze che per ragioni anagrafiche e per mia attitudine non ho fatto né avrei voluto fare!...😄
Di Evangelisti ho letto il primo libro dell'inquisitore, quello ambientato da noi in Sardegna. All'inizio mi stava anche piacendo, poi il prevalere di atmosfere fantasy e la inaccoglibilità totale della ricostruzione storica me lo hanno fatto rapidamente disamorare, anche se apprezzo la sua scelta forte di abbandonare la strada della ricerca scientifica, dalla quale era partito (come me era dottore di ricerca in Storia Medievale, se non sbaglio), per fare qualcosa di diverso.
È diventato un grande del suo genere, anche se io preferisco altre cose rispetto alla narrativa di genere.
Un caro saluto a tutti, ciao!

Unknown2 ha detto...

Livio. Corrado, come sempre, tra noi, de gustibus non disputandum est.
Tanto x dire, a me anche Sally era piaciuto, x non dire del sommo R'n'r Animal. E va anche detto che lo stesso Lou, almeno su Sally, ha sempre speso parole di fuoco ('ero sempre fatto. Non ricordo nulla di quelle sessions...').
Su Evangelisti: è il tuo campo, e mai mi sognerei di competere. Sapevo che era stato docente di Storia Medievale, e quando x curiosità sono andato a verificare date, nomi, località, ho sempre trovato corrispondenza, ma il mio è chiaramente un approccio ludico, da appassionato di fantasy di qualità, non da storico professionista, x cui non posso che allinearmi al tuo giudizio, pur continuando ad apprezzarlo e consigliarlo come pura letteratura d'evasione.

Armando Chiechi ha detto...

Interessante la vostra disquisizione su Evangelisti . Sul libro di Mauro e su questi "attacchi" dico che l' invidia è una brutta cosa e onestamente mettere in dubbio la sua competenza la trovo una cosa assurda. Certo non sempre i nostri gusti e pareri combaciano al 100% ma questa è un'altra cosa. La professionalità, la passione e l'amore messo dal nostro Zambo sono qualità rare in un paese che da tempo avrebbe avuto più bisogno di un Zambellini e meno di un Luzzato Fegiz !?! Su Lou Reed nulla da dire ma tra i suoi dischi dei settanta personalmente ho una passione particolare per Coney Island Baby. "Transformer" non lo riascolto da una vita ma tra quest'ultimo e " Berlin" è il concept di casa in Germania che oggi a risentirlo mi sembra un po' indigesto.

Armando

bobrock ha detto...

Livio sono andato a leggere la recensione su Amazon e ho sorriso. Sembra quella di un adolescente ; il buon Drusin ci tiene a fare sapere a tutto il mondo 🌏 che lui é il massimo collezionista nonché esperto mondiale di Duane e compagni . Non c’è cimelio che gli sia sfuggito .
Ora fintanto che siamo adolescenti passi ,abbiamo avuto tutti l’immaginetta di qualcuno sul comodino , ma superata una certa soglia ( sceglietela voi 40 ? 50 . 60 ?) il rischio del ridicolo é tangibile . Sopratutto se vuoi fare una recensione , e invece fai l’inventario dei tuoi memorabilia ( che per carità non metto in dubbio il loro valore ) la dice lunga sulla personalità di Drusin.
Detto questo Lou Reed mi manca così come De Ville . C’è stato un lungo periodo della sua vita artistica in cui me lo sono perso. Non lo capivo più . E mi sono perso il tour quello da cui ha tratto Live in Berlin ( grandissimo errore ).
Di lui ho due ricordi nitidi la mia prima volta a Milano credo 1983 al Palatenda e nel 2008 ad Asti .
Io sto scaldando i motori : a fine mese Calexico, poi volo a Parigi per Iggy pop e poi mi butto su quel che resta di Clapton.
Ovviamente incrociando le dita perché finché non si spengono le luci in sala non ci credo mai.
Alla prossima friends

Unknown2 ha detto...

Livio. Dài, è bello discettare su un mito come Lou Reed! Ammetto che, della produzione solista, a parte New York, apice assoluto, prediligo il Loulou primi '70, influenzato da Bowie e (soprattutto) Mick Ronson, un po' glam e un po' cantautore, poi creatore di quel sound tra hard e barocco con le due chitarre di Wagner e Hunter (l'intro delirante di Sweet Jane, 'quella' Rock'n'Roll!). Canzoni sparse come Kill your sons, Billy, R'n'r heart, oltre a Vicious, Satellite, Perfect.. canzoni, insomma, (x me) memorabili. La voce sfatta e 'viziosa', gli ammiccamenti, il trucco, i lustrini... Ha creato un personaggio da cui poi giustamente ha voluto uscire x esplorare altre vie, come fanno solo i grandi, e arrivare a... New York.
Recupero analogo e ugualmente meritorio, da parte del duo Ronson-Bowie, fu quello di Iggy: The Passenger mi piace sempre, ma non è certo il pezzo che lo definisce.
Anch'io ho il rimpianto di un concerto saltato a Bologna nel '74(?) causa i soliti idioti della musica proletaria...
Il bresin, poi, che chiama i nipoti Gregorio e Melissa (e il cane? lo chiamiamo Skydog???) dimentica che un conto è scrivere qualche riga sulla rockstar di turno (lo sappiamo fare tutti, dài, dopo decenni di ascolti devoti!), altro è metter giù un LIBRO: ricerche infinite, confronto delle fonti nelle lingue + disparate, lo sforzo di scrivere qc di originale senza farsi sopraffare dalla passione... una faticaccia!
Bob, attendiamo le tue impressioni live!
Intanto qui in Trentino impazza la vasco-mania: si parla di 2.000€ per una camera d'albergo il 20 maggio...

Unknown2 ha detto...

Livio. Altro spunto di riflessione. Iersera, dopo essermi lustrato gli occhi con City-Real (le difese, però, mah...) ho beccato su benemerita Rai5 'The quiet one' il bio-film di e su Bill Wyman. Bello e interessante. Collezionista\archivista compulsivo (Keef dixit: "in quegli anni ero sempre annebbiato, x ricordare qc devo chiedere a Bill"), pacato, riservato, schivo, di qualche anno + vecchio degli altri Stones. 3 matrimoni, se ho contato bene, e ben tagliente quando vuole: 'Ronnie era il pagliaccio che serviva x tenerci uniti'. Su Mick dice che è il miglior frontman di sempre, su Brian che era un grande e gli dispiacque vederlo autodistruggersi, nulla su Keith e Charlie.
Invece a fine film si commuove come un ragazzino ultrasettantenne rievocando l'incontro col suo idolo Ray Charles e soprattutto di come non accettò di suonare su un suo disco 'perchè non mi sentivo all'altezza'.
Orgogliosissimo poi del suo unico hit solista, la orripilante 'Je suis a rockstar', ovvero il peggio degli anni '80 concentrato in 3minuti...
Ebbe comunque il coraggio di lasciare senza rimpianti dopo il reunion tour dell'89-'90, xchè riteneva di aver 'toccato l'apice', e di doversi occupare di se stesso e della sua vita. E mai toccato droghe, + unico che raro.
Da vedere: lo trovate se volete su Raiplay-Rai5, ieri, 'the quiet one', 96min

corrado ha detto...

Confermo nel modo più totale: un conto è scrivere qualche commento più o meno dettagliato, come noi stessi facciamo qui (e qualche cosa l'abbiamo anche imparata), un conto è scrivere un vero libro con tutte le difficoltà anche solo a organizzarne l'impianto. Non ho letto quello sugli Allman Brothers, ma ho letto quello su De Ville. Scrivere libri come quello di Mauro è dannatamente difficile, ma poi da soddisfazioni enormi. A chi lo scrive e a chi lo legge

Armando Chiechi ha detto...

Si Livio...hai perfettamente ragione e per fortuna c'è Rayplay ,l' unico modo per vedere qualcosa di buono da mamma Rai. L' ho visto il docufilm su Bill Wyman e ho trovato molto bello anche quello su Paul Butterfield. Peccato solo che non c'è un ricambio frequente e spesso ci si ritrova quasi a rivedere gli stessi a distanza di breve tempo. Ad ogni modo però è già qualcosa...per quanto la musica di qualità sembra messa lì in un angolo?!? Scaricandomi l'app sul cell. ho modo di vedermeli quando li perdo in TV , compreso anche documentari legati non sempre necessariamente legati alla musica ma comunque interessanti. Molto bello uno che ho visto recentemente dedicato a Kerouac e alla Beat Generation e tra quelli musicali oltre a quelli citati mi è piaciuto molto " Birth of Cool" dedicato al grande Miles Davis.

Armando

Zambo ha detto...

Cari brothers, drusin penso sia un nome inventato per nascondere qualche entità a cui rode il culo. Scusate il francesismo, sul suo cane skydog e figli non commento, sarebbe facile fare ironia. Sul tubetto di coricidin il drusin si informi meglio, che poi Duane abbia in seguito usato anche lui un collo di bottiglia ci mancherebbe e non è che devo dircelo il signor drusin che forse di libri non ne ha mai scritti ,(Ma ho qualche dubbio) e non sa che le leggende quando non sono inventate aumentano il pathos del racconto

Unknown2 ha detto...

Livio. Sì, ma che tristezza, però, che meschinità! Come si fa a provare invidia xchè un collega ha realizzato un bel lavoro, a tentare di colpirlo, sminuirlo, danneggiarlo...
Il mondo della ns musica è sempre + asfittico: ormai in radio, tv e piattaforme varie impera tutta quella merda rap. Fioriscono anche i rapper italiani, anzi, regionali e dialettali, che quando riesci a capire cosa stiano blaterando c'è da mettersi le mani nei capelli x i 'messaggi' veicolati...
Eppure uno che di rock si occupa, magari pure noto e pubblicato, si prende la briga di spalare fango su un blood brother. Continuiamo così, facciamoci del male, ma poi non chiediamoci xchè la ns musica vive ormai quasi solo di (eccellentissime, x carità) ristampe

Zambo ha detto...

Scusate l'errore, il sopracitato è Bresin e non Drusin che è un caro amico nonchè grande bassista prima con gli Wind e adesso al servizio di Alvin Youngblood Hart. Scusate il lapsus.

Luigi ha detto...

50 anni in questi giorni dall'uscita uscita di Exile on main street .
Semplicemente il più grande disco della storia del rock......
Senza se e senza ma !!!!!!!!

Unknown2 ha detto...

Livio. Sugli Stones, io continuo a preferire Let it Bleed. Se ben ricordo, Armando è x Sticky, mentre il Prof è d'accordo su Exile... Poco importa: sempre di capolavori assoluti parliamo!
Segnalazione: su amazon ho beccato in offerta il Memoir (autobiografia) di Stevie Van Zandt. Dubbioso, vista la mattonata di autocommiserazione da milionario depresso che era stato il BTR di Sp.steen, l'ho preso e... divorato! Miami sforna un bel tomo grondante di succulenti aneddoti, ma soprattutto parla tantissimo di musica, e poco o nulla dei suoi problemi. Personaggio incredibile, vera anima della Jersey scene, ascendenze calabro\napoletane x parte di madre, fanatico di quel che lui chiama il Rinascimento, cioè la British Invasion di 1\2anni '60, adora i Beatles e quella età dell'oro in cui anche il Pop era prodotto da Phil Spector, e suonato e cantato da Artisti e professionisti di primissimo livello.
Affatto prono al 'mito Bruce', che comunque considera il suo migliore amico, gli muove critiche ed appunti non da poco e soprattutto non gli perdona di averlo escluso dalla prima E-St. Band ("il nome + stupido x un gruppo, in concorrenza solo con The Beatles") xchè la Columbia non voleva spendere x un secondo chitarrista. Il boss avrebbe potuto facilmente opporsi, ma... non lo fece.
Autore, arrangiatore, produttore, chitarrista, cantante e frontman, ma anche attivista anti-apartheid e ideatore dei primi canali radio satellitari 'classic rock'. Ma poi anche educatore, attore nei Soprano e alfine in un film del suo amico Marty (Scorsese)... Un fuoco d'artificio incessante di idee e iniziative. Non tutte di successo, anzi, ripete spesso che l'abilità che gli manca è quella di fare soldi! Ma non si perde mai d'animo, ha mille amici che aiuta e da cui viene aiutato.
Velenoso con un viscido Paul Simon, cita battute impagabili di Tom Petty e Lou Reed.
Non vi annoierò ulteriormente: consigliatissimo, divertente, autoironico, appassionante anche nella parte non dedicata alla sua partecipazione al mito springsteeniano. Afferma senza remore che il suo + grande errore fu lasciare gli E-Streeters nel 1984.
Un concentrato di energia, di passione e di risate: buona lettura!

Armando Chiechi ha detto...

Vero Livio.. che memoria !! Il mio preferito degli Stones è " Sticky Fingers" ma gioca un ruolo affettivo perché uno dei primi vinili dei Glimmer Twins che acquistai ...ma tra il poker che parte da Beggars Banquet e chiude con Exile ... è difficile dire quale sia il più bello , se poi ci mettiamo pure il live con Charlie Watts in copertina abbiamo i 5 album della vita dei ragazzi !! Su Little Steven si può dire tutto il bene possibile , ricordando che i suoi ultimi due live sono stratosferici. La sua bio non l' ho ancora letta ma rimedierò presto, per quanto Amazon non sia il mio canale d' acquisto preferito ( ma qui entrano altri fattori che non discuto per non annoiare) !! BTR onestamente è un libro che mi è piaciuto e per una sua buona parte, poi da un certo punto in poi fino ad arrivare alla fine concordo. Sul coinvolgimento di Little Steven come attore lo trovo un grande caratterista, senza dimenticare che i Sopranos è stato il primo serial ad evidenziare la qualità della HBO e delle sue proposte. Ultimamente sto in fissa con " Yellowstone" la serie con Kevin Costner !!

Buon weekend a tutti

Armando

corrado ha detto...

Esattamente il tipo di personaggio e di libro che traspare dalle sue canzoni e da quello che gli conosciamo di pubblico. Meno male che c'è lui a salvare Springsteen...

Unknown2 ha detto...

Livio. X carità, non voglio promuovere amazon. E' solo che ho dovuto convertirmi al libro digitale causa problemi di spazio nei miei scaffali. Kindle propone quotidianamente delle super-offerte, a volte interessanti come il librone di Miami Steve a 3€, e ho deciso di approfittarne. Tutto qua

Armando Chiechi ha detto...

Certo Livio..e poi ognuno è libero di fare ciò che vuole ed è padrone in casa propria. Io personalmente preferendo il contatto umano, cerco sempre di avere un referente a prescindere che sia materiale di natura culturale o altro. Però ognuno conosce la propria tasca e ritiene giusto cosa fare, soprattutto in tempi come questi. Io lavorando nel settore delle utensilerie/automotive come agente di commercio mi scontro a volte con chi mi parla di prodotti trovati in rete a prezzi assurdi o acquistati da Amazon per una sciocchezza e quindi per forza di cose mi trovo sempre a combattere politiche di questo tipo. Per i libri di Zambellini ( sia Willy De Ville che gli Allman...)li ho ordinati in libreria e dopo nemmeno una settimana mi sono arrivati. Però come già detto ...ognuno è libero in casa 🏠 propria.

Abbracci

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. E' un tema delicato e importante, e l'hai posto con estrema signorilità. Vero: l'e-commerce sta uccidendo milioni di onesti commercianti\intermediari che fino ad oggi hanno reso possibile e comoda la ns vita. Io stesso ho patito il disagio e il dispiacere del mio libraio e del mio venditore di dischi, quando li ho salutati definitivamente, ma ormai davvero non avevo + un posto x nuovi libri\dischi\dvd, e il fattore prezzo era ed è estremamente sbilanciato!
Ma la croce non va gettata addosso al povero consumatore finale, che da sempre combatte quotidianamente per ritagliarsi in bilancio anche uno spazio-cultura, quanto piuttosto ai politic(anti) che non hanno il coraggio di tassare adeguatamente gli osceni guadagni di qs nuovi oligarchi!
Elon Musk si compra Twitter (che non ha MAI generato utili) per 45mld? E + della metà li ottiene dalle banche? E non ne parla nessuno....
Io sarei d'accordo: pagare qc in + (xchè le eventuali tasse, stai certo, verrebbero scaricate sul consumatore finale!) e generare un po' di giustizia.
Forse non è impossibile: sui libri cartacei qc si è fatto, e ora amazon e c. possono offrire solo sconti risibili, intorno al 5%. E' un buon inizio, no?

Armando Chiechi ha detto...

Si Livio concordo. Il mio riferimento non era certo riferito al consumatore finale ma ad un sistema sballato che ha favorito il mercato libero e di conseguenza rotto quegli equilibri che fino a qualche anno fa ancora esistevano. Certo la politica ha sempre le sue responsabilità e come sempre siamo noi a raccogliere i cocci e a patirne le conseguenze. Ad ogni modo l' importante è non farci sconfiggerci e rimanere sintonizzati come ha detto più volte il nostro Bob !!

Armando

Armando

Armando Chiechi ha detto...

bobrock ha detto...

Un commento come richiesto da Livio per i primi due concerti del 2022 in pratica i primi dopo più di due anni . Questo inverno avevo visto jesus and the mary chain ma essendo un gruppo che in pratica rifiuta un “ contatto col pubblico “ ero rimasto piuttosto freddo anche se al tempo stesso trovavo irrigante e respingente alla stesso modo la loro proposta.
A fine aprile é stato il turno dei Calexico gruppo che é ospite fisso nel nostro paese con performance di altissimo livello.
Scarsa la presenza del pubblico , circa 400 persone con buona pace di chi dovrebbe essere affamato di musica dal vivo . Tra parentesi costo del biglietto risibile ( euro 30) paragonati alle richieste di altri performer ( non faccio nomi per evitare polemiche ma a giugno sborserò 350 euro per un biglietto , ma sono conscio di essere drogato di musica e quindi ..,pago)
Calexico quindi .., nuovo disco piuttosto piacevole ma la performance é stata piuttosto faticosa nei primi 40 minuti come se fossero ancora in rodaggio . Devo dire a onor del vero che anche il pubblico é stato poco partecipativo come se il lockdown avesse fatto perdere l’abitudine della partecipazione ….alla liturgia.
Nel finale complice brani più noti l’intensità é salita radicalmente e nel complesso la seconda parte del concerto é stata migliore.
É stata una sera piacevole non indimenticabile.
Di tutt’altro tenore il concerto di iggy pop a Parigi . Teatro sold out , tutti senza mascherina ( spero di non aver beccato il COVID ) pubblico caldissimo . Il gruppo di iggy é stabile da tempo , sono rodati suonano bene e l’iguana dal quale mi aspettavo un concerto pacato come due anni e mezzo fa a Londra dove aveva presentato Free ha messo ancora una volta a ferro e fuoco il locale aprendo con 5 foot one e chiudendo con serch and destroy. Nel mezzo vecchio e nuovo ben calibrati .
Una serata stupenda . 74 anni e non sentirli nonostante i problemi fisici ( zoppica da tempo vistosamente)
Prossima tappa Clapton dal quale non mi aspetto nulla se non un paio di zampate da vecchio fuoriclasse ( da tempo buona parte degli assoli vengono suonati da Doyle Bramhall II).
Alla prossima

bobrock ha detto...

Intrigante e respingente ( non rileggo mai e scrivo di getto )

Armando Chiechi ha detto...

Grande Bob...le tue cronache ed anticipazioni sono imperdibili. I Calexico sono una grandissima band e il loro mix musicale , una tra le proposte più affascinanti e intriganti di questi anni zero. Dalle mie parti arriva invece Tom Chacon con Scarlett Rivera..vorrei tanto andarci ( biglietto a costo irrisorio ..) ma purtroppo temo di non farcela per impegni di vario tipo, che mi terranno lontano . Ad ogni modo i concerti stanno riprendendo e senza ricorrere ai grossi nomi, spesso arriva qualcosa di interessante che rivela belle sorprese. Confido in un festival Blues non lontano dalle mie parti a Luglio non lontano dalle Dolomiti Lucane e in un' atmosfera davvero amichevole. Per tre giorni si respira aria buona, musica di qualità e buona cucina.

Armando

corrado ha detto...

Qui da noi solo la brasiliana Marisa Monte a giugno... Andrò al concerto ugualmente perché lei è bravissima e merita, a prescindere da un genere musicale che solitamente non seguiamo. Il rock in Sardegna quasi non esiste e per seguirlo mi toccherà viaggiare

bobrock ha detto...

La Sardegna è stata sempre penalizzata anzi tagliata fuori dai soliti circuiti musicali ( parlo di musica rock ) mentre se poi parliamo di Basilicata la rarefazione é assoluta . Banalmente anche in questo caso sei sei un appassionato di musica e vivi al sud o sulle isole diventa veramente complicato poter inseguire i tuoi beniamini.
Essere nato a Milano città che non ho mai amato particolarmente ha qualche vantaggio .
Tom Chacon e Scarlet Rivera mi sembra un connubio interessante. Armando do the best to see them live .





Armando Chiechi ha detto...

Tutto vero quel che dici Bob, il sud e le isole sono penalizzate, soprattutto per quel che riguarda il rock. Io vivo nel capoluogo pugliese e da noi a farla da padrone è sempre stata la lirica e il jazz in tutte le sue ramificazioni, per cui di quest'ultimo genere ho visto tanto e molti nomi che han fatto la storia..ma se sei cresciuto con il Mucchio Selvaggio e Buscadero, difficile trovare dalle mie parti i nomi che abbiamo amato in tutti questi anni e quando ciò è accaduto, ho visionato biglietto acquistato 100 volte per dirmi che tutto era vero. Ricordo ancora i vari Elliott Murphy e Willy De Ville, Patti Smith e Lou Reed, passando per Jackson Browne , John Trudell e Jeff Healey, solo per nominarne qualcuno a noi caro. Sul versante blues invece non mi posso lamentare e lo spostarmi in Basilicata a Luglio, diventa più che altro un modo per vedere nomi nostrani ed internazionali e godermi un weekend all' insegna delle 12 battute (negli anni Watermelon Slim, Marco Pandolfi, Fabrizio Poggi, Ana Popovic...ecc.) però è chiaro che se vuoi vedere I Gov't Mule o la Tedeschi Trucks Band,devi rassegnarti al fatto che da queste parti mai arriveranno !?! Però ripensando alla Sardegna mi viene in mente il Narcao Blues Festival e alla fortuna che ho avuto un anno che ero lì di vedere Peter Karp con Sue Foley e il grande Francesco Più.Negli passati comunque prendere un treno o meglio un bus non mi stancava e le energie erano altre se volevo godermi i grossi nomi...ora invece mi accorgo di esser diventato un po' pigro. Una volta me ne facevo quasi una malattia e facevo di tutto per andare in trasferta, ora invece mi accorgo che qualcosa sta cambiando... chissà !! Ad ogni modo ti invidio Bob ( nel senso buono) e ben vengano sempre le tue cronache e quelle di Zambo sui concerti che riuscite a vedere fuori e dentro la nostra penisola !!

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Grazie mille Bob. Un parere 'dall'interno' è preziosissimo x conoscere lo stato dell'arte della ns musica.
Mi spiace x Jesus e MC, che su disco ho molto amato, ma se una band non supera l'esame live... brutto segno.
I Calexico, demerito mio, non li seguo, ma dai vs commenti dovrò rimediare.
Iggy è un'icona cui si perdonerebbe tutto, ma mi pare sia stato il concerto che hai + apprezzato. I grandi veri non si smentiscono e non deludono mai, a dispetto dell'età e degli acciacchi!
Clapton ha, oltre all'età e alle ruggini dei passati eccessi, un carattere del tutto diverso (istruttivo il film 'life in 12 bars'). Credo che delegherà sempre più ai suoi devoti, giovani discepoli. Attendo con curiosità le tue impressioni.
Purtroppo i grandi eventi live cascano dove + fitta è la popolazione e dove si presume di vendere + biglietti. Anch'io, dal Trentino, ho sempre dovuto affrontare trasferte + o - impegnative, e pure io, lo ammetto, sono ormai frenato non solo dalla pigrizia e dall'età, ma anche dalla mancanza dolorosissima del mio brother Marco. Mio fratello che non c'è + e che è stato mio compagno di tante avventure musicali. Mi sono impegnato a portare le sue figlie, mie nipoti, a vedere Sp.steen, ma x me sarà doloroso

Armando Chiechi ha detto...

Che bella per quanto triste la tua chiusura Livio. Vero, vedere un concerto è sempre una sorta di esperienza particolare,ma condividerlo con qualcuno che ti è vicino ne amplifica a volte la potenza e la magia. In vita mia le trasferte le ho fatte sempre da solo tranne in rari casi in cui ad accompagnarmi è stata mia sorella con amici o mia moglie soprattutto negli ultimi anni, ma per impegni lavorativi suoi che non sempre hanno combaciato con i miei, diventa difficile a volte organizzarci !? Ricordo che ne avevi già parlato e le tue emozioni diventano in un certo senso anche le nostre. Io ho delle nipoti ancora bambine ma dubito possano crescere con la stessa musica che abbiamo amato...poi chissà, mai dire mai !??

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Grazie A., x la comprensione. Non dovrei tediarvi coi miei fatti personali, ma mio fratello era il mio alter ego, anche e soprattutto su musica, libri, film, fumetti d'autore, serie tv.... Discussioni infinite (lui + 'inglese', io 'americano', lui sf, io noir, e via così) che ci tenevano mentalmente e culturalmente attivi, x quanto abitassimo, adulti, un bel po' distanti. Da adolescenti, quando i soldini erano pochi, alternavamo gli acquisti ("io gli Allman, tu Neil Young, ok?") e la discoteca di casa era rigorosamente aperta a tutt'e2, x quanto ogni disco avesse un preciso proprietario...
Ora non ho + nessuno col mio stesso background cultural-musicale (nel bene e nel male) e mi capita spesso di rivolgermi silenziosamente a lui quando un brano mi fa venire la pelle d'oca, un film mi esalta o un libro vorrei non finisse mai. Credo che condivida, ma sempre con quei puntuti distinguo che sovente ci facevano azzuffare e discutere deliziosamente all'infinito.
E' anche x qs che tengo tanto alla correttezza e civiltà che sono cardini di qs blog. X me siete new brothers con cui confrontarmi e sulle cui obiezioni riflettere sempre attentamente.
Sì, sto invecchiando. Ma va bene così.
Rock on

Unknown2 ha detto...

Livio. I giovani, poi, devono essere lasciati liberi di sperimentare, di sbagliare, di trovare la LORO strada, che non può essere la nostra: x definizione.
Con Marco ci incazzavamo come bestie quando vedevamo rifiutato sprezzantemente ogni input culturale dalle sue figlie (Blade Runner???: noioso. I Rolling Stones? Non è il mio genere!). Poi ci siamo resi conto che pure noi, alla loro età, rifiutavamo x principio ogni suggerimento 'maturo'. Alcuni dei quali abbiamo poi rivalutato in età adulta....
E ora le mie nipoti (raramente, ma) mi citano Hoodoo Gurus e Springsteen, Michael Connelly e...
C'è speranza. Sempre

Armando Chiechi ha detto...

Vero Livio e per quel che riguarda tuo quanto mio fratello mi riconosco al 100%. Pure lui più verso le terre d'Albione, mentre io mi facevo cuocere dal sole Californiano o dall' afa del Delta, giusto per citare universi geografici e musicali a noi caro. Ed hai perfettamente ragione sul fatto che i più giovani debbano trovare la loro strada !
PS : Non ti preoccupare delle tue emozioni e ricordi, perché sono belle cose da condividere !!

Abbraccio a te e a tutti!

Armando

bobrock ha detto...

Livio sei sempre toccante quando parli di tuo fratello ; traspare questo sentimento, questo affetto enorme e riesci a farcelo percepire , quasi vedere. Non ci sono parole adeguate quando si perde una persona cara , non ci sono gesti .
Rimane il ricordo e nel tuo caso é bellissimo di un rapporto così intenso .
Non c’è nulla di scontato nella vita non è detto che due fratelli debbano per forza volersi bene.
Voi invece avete condiviso tanto e questo è già tantissimo .
Poi la vita o meglio le vite dovrebbero andare diversamente ma il percorso é pieno di curve di ostacoli e di falsipiani.
Un abbraccio a tutti quanti
Ps: per chiudere con un sorriso …Clapton ve lo racconto un altra volta ……

Unknown2 ha detto...

Livio. Thank you, Bob. Hai ragione: torniamo a bomba. Quando te la senti facci sapere del Clapton concert!
Intanto qui in Trentino impazza la Blascomania. Esposizione mediatica spropositata, giustificata forse, e solo in parte, dal significato di nuovo inizio, di rinascita post pandemia, del mega evento da 120.000 viewers.
Ora tutti a genuflettersi, ma non dimentichiamo che Vasco fu bandito x + di 30anni da tutti i media x le sue, non edificanti, vicende tossiche. A prescindere dal giudizio musicale, resto sempre stupefatto dalle giravolte degli ineffabili opinion makers: da drogato inavvicinabile e improponibile, cancellato da mammarai e consorelle quando (secondo me) proponeva anche roba molto buona, ora che, paradossalmente, da almeno 30anni è quasi inascoltabile, eccolo trasformato nel paladino di pace, amore e libertà!
Mah... no comment.
E mi disturba anche sentire e leggere i commenti increduli di chi riferisce del pacifico svolgimento del concerto, quasi fossero arrivati i vandali.
Ma il popolo del rock è il + civile, paziente e tollerante. Piano piano se ne renderanno conto? Chissà...
Intanto, sull'onda dell'entusiasmo, c'è chi si spinge a ipotizzare addirittura una venue springsteeniana a Trento. I politici di turno, cavalcando la tigre, dimenticano forse che, date le caratteristiche del territorio, una città di 130.000 abitanti la puoi bloccare x 3gg una volta, ma se ci fai l'abitudine... anche no.
Un abbraccio, brothers, buona musica e buona estate!

Unknown2 ha detto...

Livio. Ufficiale: Springsteen sarà a Ferrara il 18 maggio 2023, a Roma il 21 maggio, e a MONZA martedì 25 luglio 2023, ultima data, x ora, del tour europeo. Visto che a San Siro non ci vogliono... Io ho già scelto.

Strepitoso il suono del Live Mocambo. Stones '77, freschi, ruspanti e con problemi (come sempre), che sul palco, però, come sempre, non si sentono. Imperdibile, esattamente com la recensione di Mauro Zambellini.
A 'sto punto, Prof, sorge spontanea la domanda: ma un bel librone sugli Stones, proprio no? Avrebbe tipo 1000pagine, ma sarebbe un best seller!!!

corrado ha detto...

Io ho da mantenere la promessa fatta a mia figlia e... The Promise è importante. Giovedì proverò ad acquistare due biglietti, tanto mia moglie 4 ore di concerto più altrettante di attesa non le regge e la piccola ascolta solo le Black Pink...