I Drive by Truckers arrivarono a Decoration
Day dopo il clamore suscitato da The Southern Rock Opera celebrato
come album dell’anno e dopo un estenuante tour che li vide perdere il chitarrista
Rob Malone sostituito da Jason Isbell,
pedina per almeno sei anni fino al 2007 fondamentale nell’economia del gruppo
sia per il sound che per il songwriting. L’apprezzamento che i DBT si erano
guadagnati da media e pubblico contrastava in quel momento con le vicissitudini
umane vissute sia da Patterson Hood
che da Mike Cooley, entrambi
chitarristi e cantanti, in crisi con i rispettivi matrimoni, e ancora fresco
era il dolore perdita di due cari amici, il bassista John Caloon, con Hood
negli Adam’s House Cat, toltosi la vita nel 1999 e Chris Quillen perito in un
incidente stradale nel 1996. Il malessere veniva gestito suonando e bevendo,
non si può dire che i DBT in quei giorni fossero al massimo della forma ma sia
Hood e Cooley avevano chiare un paio di cose: primo, essere in una rock n’roll
band era l’unica possibilità per non finire tossici o nel più miserevole
anonimato, secondo, sebbene in The Southern Rock Opera avessero
cantato l’epopea di una band come i Lynyrd Skynyrd, non volevano assolutamente
essere etichettati come gruppo southern rock. Con Brad Morgan dietro i tamburi e Earl
Hicks al basso (se ne sarebbe l’anno dopo), i DBT iniziarono a concepire Decoration
Day tra la fine di maggio e l’inizio di giugno del 2002 per poi
pubblicarlo solo a metà dell’anno seguente, una volta completate le
registrazioni dal vivo in studio al Chase Park Transduction Studios di Athens
in Georgia, affidando la produzione a David
Barbe e la copertina in stile gotico sudista al loro disegnatore personale,
Wes Creed, a tutti gli effetti il
sesto DBT. Considerato da molti come il più riuscito lavoro della band, almeno
per quanto riguarda il periodo pioneristico, è indubbio che Decoration
Day con quel suono tra garage, indie e roots abbia influenzato un ampio
scenario di americana tanto da essere
citato come importante influenza da Wednesday, MJ Lenderman, Waxahatchee.
Patterson Hood lo ha sempre definito un album dalle liriche dark visto i temi
trattati: divorzi, morte, droghe, incesti e faide famigliari, ma non per questo
a detta degli autori è stato divertente
realizzarlo. Lo si percepisce dalle canzoni che contiene, molte diventate un
must nei loro concerti, è il caso di Sink
Hole scritta da Hood sulla perdita della
fattoria di famiglia nella zona rurale dell’Alabama dove trascorse la
gioventù, di Do It Yourself e When
The Pin Hits The Shell entrambe sul suicidio dell’amico John Cahoon, di Marry Me cantata da Cooley e dedicata
all’altro scomparso Chris Quillen, della caustica e rabbiosa Hell No, I Ain’t I Happy. Ma ci sono
anche Outfit e la stupenda Decoration Day dal finale psichedelico, entrambe scritte da Isbell, nella prima descrive i consigli del
padre che gli suggerì di divertirsi ma di evitare le droghe per via endovenosa.
Nella dondolante e ariosa My Sweet
Annette Isbell fa valere la sua tecnica
chitarristica sopraffina usando la chitarra di Peter Buck dei REM, John Neff suona la pedal steel in The Deeper In e Outfit, Shonna Tucker futura compagna di Isbell suona il basso nella
delicata Sounds Better In A Song e il
leggendario tastierista dei Muscle Shoals Spooner
Oldham lascia il segno in When The
Pin Hits The Shell. Quindici brani uno più bello dell’altro racchiudono
l’essenza musicale dei DBT tra chitarre lancinanti, pause acustiche,
emozionanti ballate, ruvido roots-rock,
visioni di un Sud lontano dagli stereotipi, frizioni e acidità psycho,
il cantato sofferto e soul di Hood e quello più rockista di Cooley. Prima di
essere pubblicato la Lost Highway, la casa discografica a cui erano legati i
DBT, cercò di convincerli a ridurre il numero di canzoni dell’album minacciando
di non pubblicarlo. Decoration Day fu pubblicato
come era stato concepito dal gruppo, il 17 giugno 2003 per la New West, la
quale cura la nuova definitiva edizione
rimixata da Greg Calbi e arricchita da Live at Flicker Bar, Athens GA,
June 2002 . Un anno prima dell’uscita di Decoration Day la band fu protagonista di’ un rauco,
arruffato ed empatico set acustico in un piccolo locale di Athens poco distante
dal loro club preferito, 40 Watt Club. Presentarono la quasi totalità dei brani
ancora inediti con un calore ed una sinergia tangibile ancora oggi, come fosse
una festa tra amici, quegli heathens battezzati dalla canzone con lo stesso
titolo e divenuto termine di gergo
comune nella loro cerchia tanto da rischiare di diventare l’originario titolo
di Decoration
Day. L’atmosfera è quella di una serata irripetibile tra appalusi,
urlacci e scambi di battute, la distanza tra musicisti e pubblico è
praticamente azzerata e tutti concorrono ad una palpabile gioia collettiva. Per
nulla tedioso ma ugualmente graffiante anche senza corrente elettrica, il solo
basso di Earl Hicks è plugged mentre Brad Morgan lavora con metà del suo kit di
batteria, Hood e compagni presentano per la prima volta il materiale di Decoration
Day ricevendo una rumorosa e
alcolica approvazione dagli heathens del Flicker Bar. Data per inesistente fino
a qualche tempo fa, tale registrazione è adesso la ciliegina sulla torta che
corona uno degli album più importanti nella carriera dei Drive By Truckers.
