Autore in precedenza di due album, Bone River Blues (2020) e Night Lore Blues (2021) Bonny Jack si rivela personaggio eclettico nel panorama blues e lo dimostra con questo Somewhere, Nowhere dove il linguaggio delle dodici battute fa da sfondo a ben altre contaminazioni. Intenso e suggestivo, l'album è un personale viaggio all'interno dell'universo sonoro dell'autore, il quale non manca di sorprendere per la capacità di adattare le sue radici blues ad una gamma di atmosfere che portano l'ascoltatore in un mondo esoterico fatto di visioni notturne e suoni che si dipanano tra folk, roots, country, rock e spiritual. L'atteggiamento di Bonny Jack è quello dello sciamano che mischia i vari intrugli in una pozione magica per far accedere l'ascoltatore in villaggi rurali persi in un western desertico dove serrati riff chitarristici si sposano con banjo, violino, fisarmonica, scacciapensieri, ritmiche, in un collante dal potere trance. Eppure si è in una dimensione pressoché acustica di blues primitivo ma le dodici canzoni hanno il vigore di trasportarci in un mondo altro, quel mondo che anni fa fu meravigliosamente esplorato dai 16 Horsepower e che Bonny Jack resuscita cantando nenie, ballate, filastrocche, canzoni che si appiccicano addosso e rendono prigionieri. L'ambientazione notturna e il decor esoterico sono evidenziate dalla grafica del foglio interno al disco dove accanto a colori terrei e teschi rituali spiccano i titoli, alcuni dei quali (Damajuana, Mexican Standoff) non nascondono i riferimenti a quel Messico misterioso di calaveras e sugar skulls che nella cultura regionale sono celebrati nel Dia de Muertos e che tanto hanno ispirato l'iconografia di molte band della Southern California e Tex-Mex.
Bonny Jack è abile a mantenere equilibrio, a cominciare da Uncle Jack e Carnival Valley lo spiritismo che le canzoni emanano non è mai un pachuco kitsch, c'è maturità sia nello storytelling che narra la sospensione tra vita e morte, sia in quel suono di frontiera che sa flettersi a seconda dei momenti al blues o al folk, al rock desertico e al gothic-country. La generale estetica dark delle storie quasi contrasta con la voce pulita e immersa nel mood di Bonny Jack che nei meandri della musica americana sembra esserci nato. Farsi rapire da questo piccolo gioiello made in Italy è solo questione di ascolti, poi dalla bellissima Tell Me al gotico sudista Me & My Allies, dalle trombe mariachi in salsa walzer di Mexican Standoff al Delta di Mother Moon, dalle voci in simbiosi di Devil's Saddle canto di lontane leggende sepolte dalla polvere alla cavalcata di Post Apocalypse Song, la sensazione è quella di trovarsi in un film che si è già visto ma adesso ritorna in tutto il suo fascino. Da qualche parte, nel nulla.
MAURO ZAMBELLINI AGOSTO 2025
48 commenti:
Livio. Bella scoperta. Matteo Senese, one man band (in origine batterista) ci regala un mix intrigante di Appalachi, taranta e Americana. Pare che il nome d'arte derivi da due famosi pirati...
Voce acuta e limpida, testi in inglese; tappeto strumentale estremamente vario e intrigante.
Atmosfere forse avvicinabili a tratti al bellissimo doppio Cruel Country (Wilco, 2022). Tanto x capirci.
Da sentire, assolutamente.
Intrigante la copertina e fa piacere sapere di una band nostrana. Ricordo con piacere non molti anni fa i Guano Padano rifarsi a certe sonorità care ai Calexico ma mostrando al contempo una propria personalità.Leggendo la tua recensione ci troviamo di fronte ad un lavoro che nulla ha da invidiare a certe grandi band d'oltreoceano o altrettanti songwriters in odore di border. Grazie Mauro...
Parlando delle nostre passioni è difficile a volte stare dietro a tutto o perlomeno a quelle cose che in un certo qual modo ci coinvolgono. L' età gioca spesso con prepotenza e a gamba tesa ma è altrettanto vero che la curiosità è il migliore antidoto per non farsi abbattere dalla nostalgia e dal dire quasi in automatico che i bei dischi di una volta non ci sono più!?! Spesso però mi trovo nel bel mezzo con la sensazione di non riuscire a capire quanto un ascolto odierno durerà nel tempo e se quel determinato lavoro sarà riascoltato e per quanto ancora. Ora i gusti sono strettamente personali ma in questi giorni mi è capitato tra le mani l'ultimo lavoro di Mary Chapin Carpenter " Personal Hystory" e dopo il primo ascolto ho avuto la sensazione di trovarmi davanti ad un dischetto che sicuramente saprà veleggiare attraverso le stagioni. Disco dalle tinte autunnali e non più strettamente legato a quella area country folk che l' ha resa nota agli appassionati. Per le visioni invece se siete abbonati a Netflix consiglio il bel documentario in tre episodi " Kathrina" : l'Uragano vent'anni dopo prodotto da Spike Lee,intrigante ed appassionante. Per le letture invece mi porto dietro da mesi un bel " mattone" *( solo per il formato..900 e passa pagine) " Lonesome Dove" di Larry McMurtry, libro preso in ritardo per poter rispettare in ordine cronologico e partire dal prequel " Il cammino del morto" uscito lo scorso anno .
Livio. Sì Armando, hai ragione. Nel mio caso è un po' la pigrizia, il calore della comfort zone dei dischi + o - vecchi che conosco e so essermi piaciuti (abilmente vellicata dalle major che producono superbox sempre+ costosi e in gran parte inutili ma allettanti),
ma, ammettiamolo, anche la desolante constatazione che di roba veramente buona ne esce sempre meno!
The golden age of rock 'n' roll (Mott the Hoople, 1974) se n' è ormai andata insieme alla mia giovinezza: tanto vale prenderne atto con abnegazione e affidarsi all'enorme mole di ottimi prodotti usciti nei decenni passati. Anche il ns Buscadero, mi pare, pigia molto (e fa bene) sul passato glorioso + che sul presente periglioso...
Poi leggiamo con fedeltà il giornale anche xchè ci vengano segnalate le poche ma buone novità!
Sul fronte visivo io ho sky, e la proposta è sempre meno ricca, con repliche a iosa. Anche qua è forse la pigrizia che mi impedisce un cambio radicale. Devo anche dire che ho provato netflix x un paio d'anni, rimanendo profondamente deluso da film e serie autoprodotti. Mi rifugio sempre + spesso su roba già vista e semidimenticata. Registro con mysky dalle tv commerciali e durante la visione faccio scorrere fast la pubblicità mefitica che ormai impesta non solo la tv ma anche e soprattutto il web...
Restano i libri, e quelli, se scegli bene gli autori, non deludono quasi mai.
Mi permetto di segnalare Mick Herron, inglese, autore di spy del 21° secolo: classe superiore, scrittura eccellente, rivitalizza un genere che pareva defunto dopo il crollo del Muro. La serie Jackson Lamb è da non perdere.
Condivido il tuo entusiasmo x Larry McMurtry. Se vuoi seguire la cronologia dopo "Il Cammino Del Morto"(544 pagg) viene "Luna Comanche" (908 pagg), poi "Lonesome Dove"(976 pagg) e infine "Le Strade Di Laredo"('solo' 516 pagg).
Io non li ho letti in ordine ma mi sono divertito ugualmente un sacco. Lo stesso Autore li ha scritti e pubblicati "in disordine": terzo, quarto, primo, secondo. Puoi leggerli e goderteli anche come opere singole.
Si giusto Livio..
Thanks !
Scusate la sicura overdose springstiniana che provocherà l'ennesima uscita discografica ma in tutta sincerità qualche anno fa avrei dato un braccio per un box che raccogliesse le session di Nebraska con relative versioni elettriche
Non si può dire che la attesa sia spasmodica ma lo attendo con grande gioia e curiosità insieme al film.
Il libro di Warren Zanes era bellissimo
Livio. Eccoti accontentato, Luigi! 17 ottobre Superbox 4cd + blu ray. 1) Outtakes 2) Electric, 8 pezzi 3) Nebraska risuonato (immagino full band) al Count Basie Th. 4) Remaster + 5) blu ray del concerto al CB Theatre.
Come sperato e largamente ipotizzato, poco prima del film altro boxone da ? 150 ? Di più?
Vedremo: x fortuna c'è sempre spotify, anch'essa aumentata del 10% xaltro...
Personalmente di fronte a certe uscite non so mai come comportarmi. Da una parte mi allettano quando il contenuto ha uno spessore tale da giustificarne l' acquisto ma dall' altra dipende anche su quale costo si aggirano. Certo al giorno d'oggi le case discografiche fanno leva su un certo tipo di acquirente ( noi principalmente per sommi capi) ma è anche vero che chi cura certe uscite ha un metodo di approccio non sempre allineato a tutti gli altri. Ad esempio al momento ritengo che le uscite "extra" degli Stones siano quelle che riescono ad accontentare tutte le tasche e quelle più intelligenti nel proporsi. A seguire ci metto Dylan con le sue Bootlegs Series ma talvolta ci sono state pure lì delle esagerazioni. Belle quelle Younghiane se parliamo dei suoi archivi ma anche tanto materiale ripetuto. Mi è piaciuto molto anche il lavoro fatto con gli archivi della Mitchell . Su " Nebraska" non mi esprimo e preferirei farne un preascolto su Spotify quando sarà disponibile ma ho tanti dubbi su un prezzo che a pelle non credo sarà tanto accessibile....poi magari mi sbaglierò?!?
Livio. Possente, scabra, rabbiosa la Born in the USA 1982 in trio con Max e Garry. Bellissima.
Se Reagan avesse sentito qs versione non avrebbe certo equivocato il messaggio!
Costo preventivato tra i 70 e gli 80 euro
Però si tratta dell’album ripetuto all’infinito su 5 supporti. E al momento sono piuttosto tiepido .
Avrebbero potuto fare un bel doppio con la rimasterizzazione sul primo cd e la versione elettrica sul secondo a 20 euro ma ……perché non fare spendere di più gli hardcore fans
Ha ragione Armando quando cita gli stones ; doppi cd prezzi nella norma ..
Complimenti a chi cura le loro uscite
Livio. Vero. Forse sarebbe bastato addirittura un solo cd x outtakes e versioni elettriche: troppo spesso dimentichiamo che un cd può contenere fino a 70minuti di musica!
Su Sony Music Italy lo danno a 59,90. Poi ognuno farà le sue scelte.
L'assaggio però è ottimo: io che non ho mai amato la Born in t. USA ufficiale, elettronica e ipertrofica, studio o live non fa differenza, riscopro un grande pezzo.
PS: sempre lode agli archivi stonesiani x qualità, quantità, sobrietà. Mai un'uscita sbagliata: rispetto x i fan e comunque montagne di $ x loro, ma onesti!
Livio. Finalmente sulle piattaforme il Mad Dogs & E. di TedeschiTrucks. Mi associo all'entusiasmo del Prof e della sua magistrale recensione.
Vorrei solo aggiungere due parole sull'originale del marzo 1970, frutto di un tour americano di 55 concerti in 45 città in 2 mesi. Una benefica follia tenuta in piedi solo da alcol e droghe in quantità, con litigi, ego ingombranti e gelosie (Cocker era follemente innamorato di Rita Coolidge, che non ricambiava). Eppure il risultato fu strepitoso, orchestrato dall'estro New Orleans di Leon Russell (con 45anni in meno) e supportato da una formidabile orchestra: tre batteristi (con le superstar Gordon e Keltner), due percussionisti, i fiati degli Stones di Sticky, Chris Stainton (ancora tastiere), Radle al basso, 10dieci10 coriste sopraffine (un coro gospel, in pratica), e Don Preston chitarre.
E poi la voce inimitabile di Joe Cocker, minatore gallese catapultato al n°1 da un album di cover in cui suonano S.Winwood, J.Page, M.Fisher. Voce possente, soulful, rabbiosa e tenera, sfonda a Woodstock con l'urlo catartico divenuto simbolo del festival. Purtroppo, sprovveduto e mal consigliato, nonchè perso in una voragine di bevande e polveri, sprofonda presto nell'anonimato, da cui risorge nel 1986 x una seconda carriera meno glamour grazie al brano di R.Newman nel film di A.Lyne.
Ma gli anni d'oro furono il '69 e il '70, con due dischi ottimi, Woodstock e l'apice live Mad Dogs, di cui esistono svariate versioni, anche dvd e boot, con scalette sempre diverse, ma immutato felicissimo spirito rock\blues\r&b\soul\gospel, sull'onda dei coevi Delaney & Bonnie (con Clapton).
E pur lodando gli sforzi vocali di Susan Tedeschi e ribadendo la qualità dell'omaggio di TTB, siamo ben lungi dalla forza\pathos\gioia\sofferenza di Joe Cocker, artista da riscoprire assolutamente!!
Livio. PS: naturalmente la celestiale chitarra di Derek Trucks è invece l'elemento in + che rende imperdibile il live at Lockn'.
Non ho ancora ascoltato l'ultimo omaggio della Tedeschi Trucks Band ma mi riprometto di farlo nei prossimi giorni. Di quel doppio storico conservo il vinile che puntualmente ogni anno o quasi riprendo per riascoltarlo. È uno di quei live storici che al pari di altri titoli leggendari non invecchia mai e che talvolta, complice un pizzico di sana nostalgia, ti riporta a quei giorni lontani e a quei tempi magari non facili ma sicuramente diversi dall' orrore che ci circonda. Purtroppo a volte la curiosità mi spinge ad un confronto sui social ma vedo che è davvero difficile chiamarlo in questo modo. L'odio ed enormi falsità la fanno da padrone e il dibattito è puro distillato di veleno. Resistere e vivere in una società occidentale davvero in declino non è cosa facile ma come diceva un brano a noi caro : " ci deve essere un motivo per continuare a crederci..." !!
Buona Domenica a tutti
Livio. Un grazie dal cuore al Buscadero491 e alle 14pagine14 dedicate, con la cover, ai fantastici CreedenceCR. Nel magico periodo '68-'70 una serie di dischi strepitosi con decine di hit indimenticabili, poi le paranoie di JohnF e l'esaurimento della sua miglior vena ispirativa portarono al dissolvimento di quel che era sempre stato un formidabile cantautore supportato da una band di onesti comprimari.
Determinanti i CCr nel portarmi sulle vie del rock americano e a preferirlo (fatte salve le nobili eccezioni a noi tutti ben note) a quello inglese.
35anni fa capivo pochissimo dei testi, ma fu quella voce unica, acuta, ruvida, rabbiosa e potentissima a catturarmi senza scampo, insieme al suono primigenio, grezzo, sincero, di due chitarre, basso, batteria (lo dice anche Lou Reed che sono l'essenza del rock) e a composizioni freschissime, stringate, essenziali, esplosive (melodia gancio, ritornello esplosivo, assolo bruciante, ritmo senza respiro).
Finalmente viene porto il doveroso tributo a un gruppo seminale come pochi altri, del tutto estraneo a derive psichedeliche e sbrodolate jam, che fondava la sua possanza solo sulle canzoni. E che canzoni.
Se proprio fossi costretto a stilare la mia top ten songs di sempre (ma secondo me non basterebbero 1.000), ecco, Fortunate Son ci sarebbe sempre.
Onore al Busca che non teme (anzi!) di parlare del ns grande passato.
Livio. 55anni fa, naturalmente, altro che 35!
La rivisitazione di Mad dogs avvalendosi di quel cast stellare vale l’originale e in qualche passaggio aggiunge anche qualcosa . Direi più unico che raro .
Sul discorso social direi che sono vomitatoi dove il confronto non è neanche concepibile. Torno alla memoria di bambino in cui assistevo a tribune elettorali ( c’erano due canali e ovviamente non potevo che subire le scelte dei miei genitori 😇) dove le persone si confrontavano rispettandosi senza interrompersi. Mi sembra di parlare dei tempi dei dinosauri.🦖
Poi aggiungo di mio che sono stato protagonista di uno scatto di nervi su questo blog … cosa sicuramente censurabile ma neanche aver teso pubblicamente il proverbiale ramoscello di ulivo è servito a far tornare chi pensa di avere ricevuto una offesa incancellabile.
Il che mi fa molto pensare sulla elasticità mentale di molte persone.
Vero Bob, i tuoi ricordi sono anche i miei e credo di tutti su questo blog. A quei tempi il confronto non conosceva urla ed offese. Non c'era bisogno di moderatori perché seppure con idee contrapposte i protagonisti sapevano come comportarsi dentro e fuori gli studi televisivi. Secondo me la deriva è cominciata con certo Berlusconismo e con le reti della Fininvest, però il discorso è lungo...
Armando la penso alla stessa maniera; attribuisco al santo di Arcore il principio dell’imbarbarimento e della discesa verticale di questo paese. È evidentemente che il terreno era fertile e buona parte degli italiani la pensassero come lui che ha sdoganato qualunque cosa .
Però …oggi più che mai nessuno salvo Travaglio e pochi altri ( per la cronaca non sono un suo ammiratore ) gli imputa il decadimento politico e morale della società italiana .
E abbiamo la Meloni e il suo governo di alto profilo…
La vedo esattamente come te Bob. Tra l' altro mi viene anche da pensare a come i tempi siano cambiati e di paralleli sempre più frequenti con le barbarie made in U.S.A. Un presidente o dovrei dire Imperatore che dà del figlio di p****** al suo predecessore augurandogli il peggio e poi pretende rispetto, lui e tutti i suoi sostenitori. Di qua un Vannacci che glorifica e santifica il martire dell'estrema destra dicendo cose a dir poco assurde. Certo nel mondo occidentale i sostenitori di certe politiche si sono rivelati più numerosi di quello che credevamo ma al tempo stesso mi chiedo : " possibile che tutto questo deve passare come l' assoluta normalità e fino a che punto un presidente Americano al giorno d' oggi può spingersi, in un paese definito democratico "?
Un caro saluto a tutti. Vi leggo sempre con interesse e piacere. Tutti, nessuno escluso.
Che poi io non scriva dipende semplicemente dal fatto che si può anche non avere niente di particolare da dire. Escluderei invece ragionamenti dietrologici e giudizi di valore, che vengono espressi su persone che in effetti non si conoscono
Livio. Bentornato Corrado, continua a scrivere!
Su berlusconi, putin, netanyahu, trump... che dire ancora? Forse che almeno tre di loro sono stati trionfalmente e ripetutamente eletti dal popolo sovrano, il che ci mostra tutta l'inadeguatezza di una cultura fatta ormai solo di tv spazzatura e selvaggio ingovernabile internet: così abbiamo un vannacci (eurodeputato) che propone l'insegnamento nelle scuole dei giuramenti di pontida e della decima mas. Se non è apologia del fascismo questa, cosa mai potrà dirsi tale??
Una riflessione: Springsteen manco si ricordava del Nebraska elettrico (intervista di qlc mese fa, poi prontamente rettificata dal Boss stesso), ma evidentemente la Sony, che ha pagato 560mln il suo archivio, si è messa a scavare con spietata efficienza, e in pochi mesi pubblica Lost Tracks II (7dischi) e Nebraska '82 (2dischi + remaster + concertino + blu ray + blablabla). Cominciano a rientrare dall'investimento, boys. Si sono aperte le cataratte...
Giusto Livio. " Nebraska" ritengo sia autentico così come lo abbiamo conosciuto, bello nel suo essere scarno e perfetto nella sua veste acustica. Certamente non tutto è propriamente inedito e nuovo in quanto attraverso tanti bootlegs abbiamo nel tempo avuto un' idea di quelle sessioni a cavallo tra i due album o meglio quanto concettualmente brani dell''82 fossero legati a quanto poi visto nel successivo BITUSA. Chiaramente la Sony deve pubblicare per contratto un tot di album ed è giusto sia così, quel che non va bene sono i costi come avete precedentemente evidenziato e non trovare una soluzione che accontenti tutte le tasche. Un doppio sarebbe bastato...
150 bigliettoni la prossima uscita di Zimmerman delle bootleg series ….
Le ho tutte ma ….non so che fare
Livio !!! Che faccio ? Compro ?
Sono gli anni pre botto
Oppure mi butto sul demoproletario doppio ???
Livio. Bob(Rock!): x Bob(Dylan) il discorso è ancora + estremo che x Sp.steen. Gli archivi dylaniani (anch'essi, ricordo, ceduti a suon di centinaia di mln$ alla major di turno) erano già stati abbondantemente saccheggiati in precedenza con innumeri(17) costosi superbox zeppi di qualche gemma e di tanta fuffa.
Ora ci propinano il n.18, periodo '56-'63, 8cd a 156,99€: in qs lasso di significativo c'è solo Freewheelin'.
Ovvio che può interessare unicamente ai superfan completisti , gli stessi che acquisteranno anche il prossimo, definitivo, assolutamente inedito, clamoroso cofanetto con... il primo vagito alla nascita di his Bobness e, uditeudite, ma solo nella versione superdeluxe, la sua prima parola di senso compiuto: "Money!!".
Da ora a Novembre in uscita
Nebraska deluxe
Amorica deluxe dei black crrowes
Who are you deluxe The Who
Black and blue deluxe Stones
Auguri a voi e ai vostri portafogli
Livio. Aggiungi Dylan (che nel '56 aveva 15anni: chissà che meraviglie avrà inciso!!!) e almeno anche i Dream Syndicate...
So che mi ripeto, ma io da tempo ho risolto con Spotify: tutta la musica del mondo e di sempre, aggiornata minuto x minuto, a 12€\mese. Pubblicità progresso, dicevano una volta
Tutte lucide e condivisibili le vs.considerazioni. Ormai la musica con la quale siamo cresciuti ha già da tempo trovato in quel mercato fatto di ristampe Deluxe e cofanetti celebrativi la "svolta" e la chiave di accesso per i nostalgici mai stanchi dell' ennesima riedizione. Tra i molti protagonisti ritengo che pochi sono ancora in grado di sfornare prodotti degni della loro fama, perciò ricorrere a questi box diventa un altro modo per alimentare la leggenda e dare una continuità alle leggi di mercato. Personalmente avere il supporto fisico ha sempre il suo fascino ma spendere cifre esorbitanti è davvero assurdo, perciò la considerazione di Livio circa Spotify non sarebbe trascurabile. Personalmente lo uso per farmene un' idea circa quello che sulla carta mi alletta per poi regolarmi di conseguenza ma con tutto quello che abbiamo fisicamente diventa sempre più arduo trovare altro spazio. Insomma spesso sono combattuto in proposito.
Livio. Nel frattempo è uscito anche un brano del "concerto" al Count Basie Th., NJ. Open All Night è moooolto simile all'originale. Il video mostra Bruce onstage su una sedia illuminato da un faro, con la famosa Fender scrostata, che rifà il pezzo allungandolo un po' (stile On Broadway). In ombra si intravede il grande Larry Campbell all'acustica, di cui però è difficile distinguere il suono.
Pare che in altri pezzi compaia Charlie Giordano.
Maaaah.... per me una delusione. Speravo in versioni elettriche full band, da poter gustare in concerto, con arrangiamento diverso e + ricco.
Condivido quanto dici Livio. Effettivamente Open all Night vista in questa registrazione non offre una nuova rivisitazione, appare pure abbastanza monocorde... comunque ne azzardo un' altra rimanendo nell'area delle personali fantasie : " perché non riarrangiare il tutto in una veste acustica con Nils Lofgren al dobro e Roy Bittan all' accordion ?". Al di là di tutto e per tornare con i piedi per terra,mi tengo stretto il primo " Nebraska".
Livio. Il vero interesse sul Nebraska'82 sta tutto nel disco elettrico e in quello delle outtakes. L'indizio della BUSA in trio fa sperare benissimo, sulle outtakes sono sempre cauto: se sono state lasciate fuori, nel 95% dei casi il motivo è evidente, no?
Chiaro esempio ne è quella sciocchezzuola di Lonely Night in the Park.
Naturalmente la versione ridotta electric +outtakes 2cd non è prevista...
Come dicevo, ecco il risultato della cessione dei diritti alla sony.
Invece, Bruce prosegue e amplifica la sua personale battaglia contro il biondo, definito stavolta "spazzatura della storia" ed invocandone l'impeachment. Aggiunge amare, condivisibili considerazioni sull'inconsistenza del partito democratico, e sul fatto che troppi americani che l'hanno votato in fondo ne condividano le aberranti proposte.
E bravo Boss. Almeno i diritti di pensiero e opinione non li hai ceduti a nessuno!
Certamente che sia lui o chiunque altro va bene perché non si può ignorare quanto accade ogni giorno nella società Americana. Ieri ho visto al cinema l' ultimo film di Paul Thomas Anderson ( Zambo sul suo profilo social ne scrive una sintetica ma azzeccatissima recensione ) e tanti sono gli spunti sui quali riflettere. La scusa è quella di prendere in prestito l'idea dal libro " Vyneland" di Pinchon ma c'è tanto, anzi tutto che guarda ai nostri giorni. Ben vengano film ,musica e libri e tutto quello di non allineato alle attuali politiche. L' arte e gli artisti sono sempre le migliori antenne.
PS : come ben dice Mauro a proposito del film, grande soundtrack con musica Soul, Steely Dan e Tom Petty sul finale che ti scuote con la sua " American Girl" e ti dona tanta carica ed un pizzico di speranza per affrontare questi giorni incerti.
Vado controcorrente ma ultimo film di PTA l’ho trovato inguardabile; e dire che ho visto tutti i suoi film e sono un ammiratore.
Ma i primi 15 minuti sono qualcosa di trash ; la scena di Sean penn costretto a masturbarsi inguardabile e che dire quando dopo aver messo l’esplosivo su un traliccio lei dice a lui scopiamo …!!!
Ma vi pare realistico ?
Ma secondo voi Margherita Cagol e Curcio si parlavano in questo modo ?
Unica cosa bella la colonna sonora ma dubito che a PTA gli daranno ancora 150 mln di dollari per fare un altro film
Beh capita di non trovarsi sulla stessa lunghezza d' onda Bob e questo è il bello del confronto. Il prossimo che andrò a vedere è quello con Joaquin Phoenix nei panni di uno sceriffo di una città di confine ma al momento non ne ricordo il titolo.
Livio. Premesso che non ho visto il film in questione, Paul Th. Anderson fa parte di quella sempre + ristretta cerchia di registi (auto)definiti Autori con la maiuscola, che in nome della 7a arte si ritengono superiori a tutto: budget, buon gusto, morale corrente(figurarsi!!), semplice buon senso.
Qualcuno forse ricorderà il burro della coppia Brando\Schneider.... o il meno antico stupro nello(x me) sgradevole Brutalist...
A volte ne scaturiscono opere capitali, indimenticabili (e ognuno avrà i suoi preferiti, in merito) ma spesso trattasi di buchi nell'acqua, artistici come di botteghino.
Purtroppo qs determina la lenta morte del cd Cinema d'Autore, in favore del proliferare di serie tv, a volte buone, di rado ottime, + spesso decisamente ordinarie o peggio.
Intuitivo che x i produttori(mettono i soldi!!) conviene stiracchiare in 10episodi una storia azzeccata: il guadagno viene amplificato e la spesa relativa ridotta...
Solo che così il Grande Cinema scompare: non so se è x l'età,
ma a me pare che di film davvero memorabili ne escano sempre meno.
Dibattito aperto, dimostratemi che sbaglio: ne sarò felice
Armando sia ben chiaro che rispetto il tuo punto di vista .
Tra parentesi sto leggendo ovunque odi sperticate per questo film che per quello che vedo e sento non è piaciuto soltanto al sottoscritto e a sua moglie.
Boogie nights magnolia Il petroliere il filo nascosto tutti film da cui sono uscito dal cinema entusiasta .
Per la cronaca vado a cinema rigorosamente una volta alla settimana.
Pertanto mi ritengo un grosso appassionato della celluloide ( che non esiste più )
Io comunque trovo il film confuso nella trama , con dei dialoghi non solo irrealistici ma anche banali e volgarmente inutili .
Un finale banale e anche infantile .
Ve lo ripeto : chiudete gli occhi e pensate a Curcio e la Cagol dopo un attentato ..
E ditemi che lei gli avrebbe detto …scopiamo 🤷🏼♂️🤷🏼♂️🤷🏼♂️🤷🏼♂️
Ps: prossimo appuntamento Patti smith Bergamo venerdì prossimo
Anche io Bob ho letto commenti favorevoli quanto denigratori verso il film. Onestamente al cinema ci andavo molto fino a poco prima della pandemia , poi a causa di questa e al conseguente svuotamento delle sale purtroppo ne hanno chiuso diverse. Anche vicino a casa mia vi era una multisala a pochi passi ed era bello andarci senza fare km, benché non mi ha mai stancato guidare. Poi mi sono dovuto adeguare al sistema delle piattaforme e molti film li guardo in TV anche se più che questi ultimi,sono le serie che condivido con mia moglie, soprattutto sul filone drammatico e noir. Pero' al di là di tutto il cinema ha sempre il suo fascino e non c'è niente che possa battere la sua magia, nonostante rimpiangero' sempre le vecchie sale di periferia, i circuiti d' autore e le rassegne di una volta.
Di Paul Thomas Anderson mi manca solo " Il Filo Nascosto" e tra i preferiti ci metto " Boogie Night" per il suo tocco indipendente" Il Petroliere" per l' interpretazione di Daniel Day Lewis e " Magnolia" per la sua coralità degna del miglior Altman, tra i meno amati invece " The Master" e " Licorice Pizza".
Per Bob e per chi ha visto "Vizio di Forma": " vi ricordate la versione elettrica di " Journey Through the Past" di Neil nella soundtrack?
Vizio di forma e the master hai ragione li ho pure visti.
Tra parentesi quando avevo visto the mster avevo in banca come clienti Scientology e vi posso assicurare che sono belli strani . Impermeabili a tutto, praticamente di gomma ..non li scalfisci in nessun modo .
Comunque PTA è un grandissimo regista a prescindere che l’ultimo film mi sia piaciuto o meno .
Livio. Beh, il film non l'ho visto, ma Vineland di Pynchon l'ho letto anni fa. Non me n'è rimasto un gran ricordo. Libro caotico, "espressionista", sul naufragio degli ideali peace\love della generazione dei '60, lo paragonerei a certe svisate lisergiche, a una interminabile jam senza capo nè coda. Forse andava consumato con un'aggiunta di LSD.
Pare comunque che il film non sia assolutamente fedele al libro (al contrario di Vizio di Forma, stesso scrittore, stesso regista), ma PTA ha la statura x allontanarsi dalla traccia di Pynchon, a sua volta autore geniale e controverso.
E sì, ne parlano quasi tutti molto bene, ma al botteghino non va granchè, nonostante Di Caprio (cachet: 25mln$).
Beh si Livio, Pynchon nei libri che citi l'ho trovato anche io abbastanza caotico e per forza di cose il film con Phoenix nei panni del detective Sportello doveva essere più "lineare" ma alla fine cominci quasi a trascurare la trama e a seguire le caratteristiche dei personaggi...per cui è impossibile non simpatizzare con Phoenix/Sportello chiaramente ispirato nelle fattezze allo Young del periodo tra " Everybody Knows This Is Nowhere" ed " After the Gold Rush".
Livio. Vero Armando, come in vari noir ingarbugliati e volutamente inesplicabili (vedi molte opere di David Lynch) non resta che farsi trascinare dal ritmo delle immagini e dei suoni, cogliere le atmosfere, empatizzare coi personaggi, e restare ammaliati dal messaggio sottotraccia: la onnipresente nostalgia x un'epoca d'oro che tutti avremmo voluto eterna e vincente, nella musica innanzitutto, ma che vista in prospettiva era un misero castello di carte.
Pynchon poeta dei beautiful sixties, insomma, e allora giù il cappello x lui e x chi (PTA) lo celebra, o tenta di farlo.
Il libro a cui fare riferimento non l’ho letto ma Vizio di forma era un film nel quale ci si perdeva e si rimaneva sospesi .
Di quelli che quando esci dalla sala rimani un po’ perplesso . Il paradosso è che non ne potrei parlare male perché aveva il suo fascino.
Quando andrò in pensione ( dicembre 2026) mi metterò a leggere tutti i libri che nominate .
Ps: il box di Nebraska scende a 59 euro su Amazon ..a 39 lo compro 😂
Se ti dicessi di sì mentirei e quindi andrò a ripassare 😂😉
Livio. Buona idea: dynamic pricing anche sui superbox. Dopo qlc settimana il prezzo crolla... e la Sony, che ha pagato 530mln$ l'archivio del Boss, piange...
Ma 'sti furboni, gèni del marketing, non sapevano nulla di spotify??
Giusto Livio, cifre da capogiro assurde quando con Spotify puoi ascoltare album interi. Certo il supporto fisico ha sempre il suo fascino ma a proposito di Springsteen ad esempio e per tirare in ballo il box con i 7 CD, ho ascoltato più volte " Inyo" e " "Somewhere North of Nashville" senza essere costretto a fare un mutuo . Probabilmente la stessa cosa si ripeterà per " Nebraska" a meno che come dice Bob non scende a 39,00 euro, eppure a ben vedere diverse di quelle outtakes li avevo già ascoltate su un bootlegs uscito tempo fa,per cui se devo comprare qualcosa cerco di rimanere intorno ai 20,00/22,00 euro e quest' anno sono usciti diversi lavori mica male anche uscendo dai nostri abituali percorsi.
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