lunedì 26 ottobre 2009

Gov't Mule > By A Thread


Difficili e arditi come è loro solito nei dischi in studio, i Gov’t Mule mettono a segno uno dei loro migliori lavori, fatta eccezione per le esaltanti prove live di With a Little Help From Our Friends, The Deepest End e del DVD A Tail of 2 Cities. In studio i Muli non concedono nulla alla scorrevolezza e al “facile sentire”, sono impegnativi, complessi, ostici. Non fa eccezione By A Thread un disco solido come una roccia che richiede parecchi ascolti prima di essere apprezzato, prima di considerarlo uno dei loro lavori di studio più completi. Meno immediato e fruibile del precedente High and Mighty (2005), By A Thread riflette una visione cupa del mondo avvalorata da testi che traspongono una accettazione sconsolata della realtà, quasi un arrendersi davanti a tante ingiustizie e disuguaglianze. Così non sorprende che l’inizio del CD sia affidato a Broke Down On The Brazos, un brano che affronta lo smarrimento psicologico con una durezza e delle piroette sonore che ricordano i King Crimson del Robert Fripp più sperimentale se non che, in scena, c’è la chitarra ferrosa e tetra di Billy Gibson ad aiutare Warren Haynes mentre il basso di Jorgen Carlsson spara un granitico funky post-atomico.
Un inizio muscoloso che si ripete nel seguente Steppin Lightly dove è ancora Jorgen Carlsson, un mattatore per tutto il disco, a dare il drive con il suo mostruoso basso mentre Haynes canta da disperato e schitarra come un ossesso. Roba pesante, dura da digerire, hard-rock, free e funky invecchiati nell’acciaio.
Più fruibile è l’unica cover del disco, il traditional Railroad Boy qui trattato con una sapiente vena celtica che permette al batterista Matt Abts di ergersi in tutta la sua potenza e ai Muli di inscenare finalmente una di quelle ballate rock per cui sono famosi, contorta quanto si vuole, aspra e massiccia ma alla fine epica e grandiosa. Una delle tracce migliori del disco.
Poi si ritorna al muro di suono di cui i Muli sono capaci con architetture sonore complesse, trovate strumentali, tecnica e una forza esecutiva impressionante. Prendete ad esempio Monday Morning Meltdown una cantilena funerea che sembra fare da sfondo ad un film catastrofico sulla fine del mondo, una specie di preghiera riguardo ai peccati dell’America del dopo 11 settembre caratterizzata da un contorsionismo strumentale che nella parte fanale si stempera in una accattivante linea di chitarra jazz. Otto minuti, una lunghezza abituale per i Muli, che si ripetono in Inside Outside Woman Blues#3, un blues lordo che dispiega tutto l’armamentario tecnico-strumentale del gruppo con Haynes che fa l’Hendrix, la sezione ritmica che mette a soqquadro una fabbrica siderurgica e le tastiere di Danny Louis che sibilano come un serpente dietro le note della chitarra. E’ un torch-blues contorto e sofferto che all’inizio incede lento e pesante come un pachiderma per poi liberarsi nel finale in un assolo di Gibson di altissima qualità in cui si respira tutta la classicità del Chicago blues.
Altri otto minuti con Scenes From A Troubled Mind, titolo azzeccato per un brano che parte lento e poi schizza nervoso dietro un furente rock zeppeliniano per poi ritornare all’insana tranquillità originaria. Una parvenza di normalità la offre World Wake Up, canto di speranza sulle sorti del pianeta contrassegnata dall’andamento pacato, dal tono riflessivo e dalla voce compassionevole di Haynes. Una auspicata richiesta di armonia e tolleranza dopo tante cupezze, chiusura di un disco che mostra una non banale divagazione reggae-soul (Frozen Fear) sulla falsariga della loro geniale versione dub di Play With Fire degli Stones ed una di quelle ballate (Forevermore) che trasudano l’eroismo del rock.

By A Thread non è un disco perfetto e nemmeno consolatorio ma è un atto di lucida coerenza da parte di uno dei gruppi più coraggiosi, originali ed innovativi del recente rock/blues.

Mauro Zambellini Ottobre 2009

GOV’T MULE
By A Thread
Provogue
***1/2


14 commenti:

Silver Surfer ha detto...

Non sono sicuro che mi piacerà questo disco ;-)

Max ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con te quando dici " Difficili e arditi come è loro solito nei dischi in studio... " e quando ribadisci che non si lasciano andare al " facile ascolto " .

Sono una band davvero fuori dagli schemi e dalla banalità in certe occasioni e questo ne fa il loro punto di forza.

Lo ascolterò senz'altro...

Blue Bottazzi ha detto...

i miei Mule preferiti sono The Deep End 1+2 ed i live di Halloween. Non apprezzo molto le "durezze", ma questo ultimo non l'ho ancora ascoltato...

python ha detto...

caro Zambo,
non me lo aspettavo + un disco così bello, e invece...

sarà il nuovo ingresso, Jorgesson? boh, fatto stà che i miei cari muletti hanno ripreso a volare alto, non vedo l'ora di rivederli!!!

rock'n'roll!!!!

sergio ha detto...

li aspetto al varco all'Alcatraz,ma di sicuro non rimarrò deluso.la classe non è........
il 21/11 a Chiari/BS c'è Sonny Landreth, non fatevelo scappare ( è solo un consiglio ,non sono il promoter ,neehh )

Paolo ha detto...

Mauro, premetto che ti seguo dai tempi di Mucchio Selvaggio e per me le tue recensioni sono una garanzia. Attualmente compro Buscadero di fatto solo per la tua presenza (poco mi piace l'eccessiva vena country della rivista). Vorrei capire la differenza di giudizio tra il tuo blog (tre stelle e mezza) ed il Busca (quattro stelle). Mezza stella in piu' perche' piu' lo ascolti e piu' ti piace ? Personalmente sono partito da un giudizio molto basso ed ora, dopo diversi ascolti lo sto veramente apprezzando. Grazie di una eventuale risposta.

zambo ha detto...

Paolo,le quattro stelle sono state proposte in sede di redazione, mi è stato chiesto il parere ed io, dopo ulteriori ascolti, mi sono trovato d'accordo ad alzare il punteggio.
Penso che tra i dischi di studio sia uno dei migliori dei Muli.

Paolo ha detto...

Grazie Mauro, sono completamente d'accordo, lo ascolto molto spesso e lo trovo piu' bello ogni volta. Ad ogni ascolto se ne apprezzano nuovi dettagli, la band a quattro elementi da maggior ricchezza ai brani e permette a tutti di mettere in mostra la tecnica stratosferica che hanno. Il nuovo bassista e' un degno sostituto di Woody, anche se poi in fondo, live a parte, un disco che mi piace molto e' Deep End con tutti i bassisti ospiti. Grazie per la risposta che ancora una volta dimostra la tua grande onesta' professionale. Quando c'e' un tuo giudizio positivo io il disco lo compro senza neanche sentirlo. Ti leggo dal'90 ed in vent'anni non ho mai preso la "sola" come diciamo a Roma. Grazie ! Sono poi un fan maniacale degli Stones e qui dovrei aprire una parantesi gigantesca per farti tutti i complimenti che meriti sull'argomento specifico, dico solo che il tuo libro allegato a Shine e' spettacolare. Eppoi ci sarebbero tutti i fantastici articoli (gelosamente conservati) sulle band southern, sul rock americano... vabbe' smetto qui, ci siamo capiti.

zambo ha detto...

Grazie Paolo per i complimenti,pareri come il tuo metteono carburante nel motore e calore al cuore. Aspettati quindi una sorpresona tra un annetto o giù di lì.Nel frattempo se puoi vai a vedere Wilco (oltre ai Muli)adesso con Neels Cline alla chitarra sono una band stratosferica. A presto

Mauro ha detto...

Sottoscrivo al 100% quanto detto da Paolo, mi sembra che mi abbia rubato le parole di bocca: fanatico Rollingstoniano,lettore della prima ora del Mucchio e poi del Busca (sono abbonato) che, condivido, tira un pò troppo al country. Appena ho un nuovo numero in mano vado dritto alle tue recensioni più rockettare (è un complimento, sia chiaro), Zambo sei la mia guida. Non sbagli un colpo! Per questo cd dei Mule sarei più per le tre stelle che per le quattro, che invece do ai Wilco senza esitazioni (mica per niente li hai citati come stratosferici nella risposta a Paolo). Non lasciare il Busca o non lo compro più... Grazie

Blue Bottazzi ha detto...

Quattro stelle tutte tutte.
Il miglior disco in studio dei Mule.

zambo ha detto...

Grazie Mauro per i complimenti e grazie a Blue che alla fine è arrivato anche lui alle quattro stelle. E' un disco che va sentito ma che i Muli siano in forma li ho visti a Milano due settimane fa, uno show possente ma anche pieno di fantasia psycho e corazon blues, un tour de force all'insegna del rock e non del karaoke (come quello dell'amato Bruce dell'ultimo tour), un concerto torrido che ha oscurato uello più granitico e heavy dei Muli del 2005.

Blue Bottazzi ha detto...

E a quando la cronaca dello show?

PS: hai saputo del box di DMB 3 CD Live In Lucca + DVD Live In London?

bobrock ha detto...

troppo troppo bello questo disco.....