sabato 25 luglio 2020

 
 Considerato da molti il miglior album dei Fleetwood Mac della prima epoca, Then Play On  pubblicato originariamente il 19 settembre del 1969 dalla Warner/Reprise, si colloca a metà strada tra i rigorosi Mac del periodo blues e i miliardari Mac del periodo californiano, più orientati verso un soft-rock dalle colorazioni west-coast. Then Play On , il cui titolo trae spunto dal primo verso de La Dodicesima Notte  di Shakespeare, fu registrato a Londra con l'innesto di un terzo chitarrista, Danny Kirwan, a fianco di Peter Green e Jeremy Spencer. Apparentemente è un disco di passaggio visto che, prima della trasformazione californiana, ci furono diversi cambiamenti in formazione. E' l'ultimo album  con Peter Green, non ancora inghiottito nei  vortici mentali indotti dall'uso del LSD, il quale lascerà le chitarre in mano a Jeremy Spencer, se ne andrà di lì a poco nei Bambini di Dio, a Kirwan, e poi a Bob Welch e Bob Weston, fino a quando non arriverà Lindsay Buckingham, ed è  un disco estremamente importante perché segna un cambiamento radicale rispetto al rigoroso blues originario del gruppo, ampliando il  linguaggio verso una forma rock che teneva conto del sempre più impellente bisogno di improvvisazione che la band stava sperimentando in quell'anno, con concerti, in particolare quelli al Boston Tea Party che non avevano nulla da invidiare ai Grateful Dead, ai Quicksilver M.S e alla Allman Brothers Band.
 



I prodromi di quelle jam (raccomando l'acquisto del triplo The Boston Box  se ancora reperibile) sono proprio contenute in Then Play On , in titoli divenuti dei piece de resistence dei loro show come la devastante Rattlesnake Shake, come Underway, Coming Your Way e come Oh Well uscita originariamente su singolo divisa in una parte A e una Parte B e poi inclusa nell'album per la durata di quasi nove minuti. Nelle session di registrazione si affaccerà anche  Christine Perfect proveniente dagli Chicken Shack , futura moglie del bassista John McVie e futura tastierista dei Fleetwood Mac. Detto senza mezzi termini, Then Play On  è un album grandioso, un cinque stelle a tutti gli effetti, un lavoro di innovazione sonora sorprendente con Peter Green all'apice della sua ispirazione, capace con la sua Gibson di creare atmosfere dilatate e sognanti grazie all'uso frequente di fraseggi acustici. L'arrivo di Danny Kirwan, compositore ispirato e prolifico, innesta  sonorità melodiche sul ceppo blues del gruppo, e smussa l'incomunicabilità venutasi a creare tra Green e Spencer, le tre chitarre sono complementari e si intrecciano in modo proficuo. La rilassata My Dream per chitarra solista e chitarre ritmiche, è composta da Kirwan, autore di altri sei brani tra cui la tambureggiante (Mick Fleetwood fa sfoggio delle sue passioni africane) Coming Your Way, l'estatica e dolce Although The Sun Is Shining  e Like Crying,  il cui tema si basa sul contrastato amore tra due donne. Ma il pilastro attorno a cui è costruito Then Play On  è costituito dalle canzoni di Green : le dirompenti Show-Biz Blues e Rattlesnake Shake dove la tensione esplode in tutta la sua energia e dal vivo diventano delle cavalcate di rock/blues psichedelico, la delicata Closing My Eyes  frutto di un nuovo sforzo nel songwriting, i riferimenti hendrixiani e spaziali dello strumentale Underway, la travolgente Oh Well, immagine dell'ampliamento stilistico dei Fleetwood Mac tra incalzanti drive di chitarra e rilassate pause acustiche con tanto di flauto bucolico, ed infine Before The Beginning un cupo  blues per chitarra e timpani. A McVie e Mick Fleetwood si devono  invece Searching For Madge e Fighting For Madge brani strumentali gemelli, dominati dai ritmi di basso e batteria. Pubblicato dopo il successo dello strumentale Albatross, Then Play On  ebbe al tempo recensioni contrastanti, Rolling Stone lo stroncò per poi, in tempi recenti, ricredersi, Robert Christgau fu positivo descrivendolo come un mix di languide ballate e ritmi latini, altri lo definirono una odissea di blues psichedelico espanso, e mi pare una azzeccata definizione.  La nuova ristampa del disco non aggiunge molto, per non intaccare un concept già così elevato, ma recupera cose che erano andate perse : il blues One Sunny Day e la rallentata e sensuale Without You con quella chitarra (Green) che fa accapponare la pelle, omessi nell'edizione americana del Lp e poi inclusi nella compilation English Rose , e Oh Well  ripristinato nella sua doppia versione, Part 1 e Part 2 cosi come era uscita su singolo. Non so quanto gli giovi visto che i nove minuti interi del Lp facevano un bell'effetto, intelligente invece, visto l'uniformità stilistica tra il brano e l'intero album, è l'inclusione di The Green Manalishi, altro titolo destinato a far furore dal vivo al Boston Tea Party tra jam ed esplosioni strumentali, uscito come singolo durante il tour americano del 1970 ed ultima traccia con Peter Green in formazione. Un addio lancinante da parte di uno dei più grandi chitarristi del blues bianco. Then Play On  chiuse un'era d'oro per i Mac, i capitoli seguenti fanno parte di un altro libro, gli amanti del blues li abbandonarono (già con Then Play On avevano cominciato a storcere il naso), per quanto mi riguarda anche se i Mac californiani furono "un' altra band" non posso negare che album come l'omonimo del 1975, Rumours  e Tusk  siano quanto di più intrigante abbia espresso il soft-rock californiano dei settanta impolverato di cocaina.
 

L'odierna ristampa esce il 18 settembre in CD e in vinile, completata da un book di 16 pagine con le note di copertina del biografo della band Anthony Bozza ed una introduzione di Mick Fleetwood. Chi non l'avesse non se lo lasci scappare.

 

MAURO ZAMBELLINI  LUGLIO 2020






39 commenti:

bobrock ha detto...

Peter Green ci ha appena lasciati. per il sottoscritto un chitarrista che entra nell'olimpo degli dei. Il boston box è un live pazzesco.
Questo disco che hai recensito è stupendo.
Aggiungo anche che i FM per me sono sono quelli che si fermano a questo disco.
L'altra formazione non lho mai presa in considerazione.

Ste4ano ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Ste4ano ha detto...

Album sorprendente, non l'avevo mai sentito. Dai Fleetwood Mac mi sono sempre tenuto piuttosto alla larga dato che della loro produzione conobbi innanzitutto quella commerciale - parte della quale si mantenne comunque su livelli dignitosi - e solo successivamente quella British Blues degli esordi (genere del quale però non sono mai stato grande fan, pur apprezzandone lo spirito nonché, qua e là, alcuni esponenti o lavori). A dirla tutta, nemmeno Peter Green mi è mai particolarmente piaciuto come chitarrista: tecnicamente dotato, l'ho sempre trovato piuttosto freddo e con un approccio troppo morbido e pulito per il genere che suonava. Gusti personali, ovviamente. Anche stavolta sono d'accordo con Zambellini: 'Then play on' è un grande album. Vivido, energico, con i pregi dei migliori album psichedelici (atmosfere oniriche, pregevoli intermezzi acustici, frequenti tributi al blues, ecc…) e privo dei loro comuni difetti (tempi dilatati, eccessivi virtuosismi e così via). C’è aria di QMS e Love (e di molti altri, in effetti), per alcune scelte sia ritmiche che melodiche. Coordinate geografiche e temporali: Bay Area, Summer of Love.

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Solo x segnalare un bel doppio cd del 1996, "live at the bbc": i Mac di Green\Spencer\Kirwan nel '69-'70, già alle prese con molti dei brani di 'Then' e altre prelibatezze, ancora a 1\2 strada tra ortodossia blues e psichedelia\soft rock\pop di gran classe del futuro.
Vorrei anche spezzare una lancia in favore del (primo) periodo California\piscine\cocaine: come giustamente ricorda Zambo 'Rumours' e il doppio 'Tusk' (di entrambi ho i vinili d'epoca) sono dei gran dischi. Forse mai più come qui il pop-rock ha raggiunto tanta perfezione e grandezza. Magari i Cars di Rick Ocasek ci si sono avvicinati. O gli Eagles periodo Joe Walsh...
Dominante la personalità di Lindsey Buckingham in qs versione dei FM (andate a sentirvi un suo singolo solista: 'Countdown'. Non si smetterebbe più di ascoltarlo), ma anche Stevie Nicks è importante.
Certo, i maestri insuperati nell'andare oltre il blues x creare un suono e un fantastico repertorio originale sono stati gli Stones, ma anche i Mac californiani hanno sfornato, nei loro primi anni, gemme indimenticabili, e qui ognuno avrà i suoi preferiti. Nella mia play ho almeno sei pezzi da Rumours...

bobrock ha detto...

Ciao unknown rispetto quello che scrivi ma i FM con le due donzelle proprio non li reggo.
Si potrebbe ironizzare di blues non si campa ma di canzoni pop ci vivi per generazioni.

corrado ha detto...

Non sapevo che fosse morto Peter Green e la cosa mi addolora molto. Suonava regolarmente con la sua band e sembrava un uomo sereno e contento, anche se appannato quanto a creatività. Certamente ben diverso da quel ritratto alla Syd Barret che ne aveva tracciato Alessandra Sartore sul "Mucchio Selvaggio" n. 50, del marzo 1983.
White Sky era un bel disco con un'ottima canzone, Seven Stars, ogni tanto lo riascolto e regge bene al tempo. Altrettanto non posso dire dei F.M. versione pop, che già mi piacevano poco allora, a parte Stevie Nicks, che era proprio bona...

corrado ha detto...

Ho ritirato fuori il vinile: è In the Skies, del 1979, il disco bello con Seven Stars...

bobrock ha detto...

Ehhh si Stevie Nicks piaceva a molti ....in effetti gran bel tipo. Se proprio vogliamo trovare un difetto a parte una discreta dipendenza da alcool e consumo di additivi chimici era quasi perfetta.

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Buon ferragosto a tutti. Bello parlare di musica con appassionati e competenti come voi. So di ripetermi, ma la cosa preziosa è il rispetto reciproco nell'ovvia diversità dei rispettivi gusti. Io non reggo i Dead, a voi non piacciono i Mac californiani. E allora?
Lunga vita al (guitar) rock!!!!!
E sì, qui siamo tutti d'accordo: la minuscola Stevie agitò i sogni di molti, all'epoca.
Anche Tom Petty fra i suoi estimatori.
Ma lo stile di vita hollywoodiano lascia i suoi segni. E poi, il tempo passa anche per le rockstar, mica solo per noi, mannaggia!
Stevie: stop draggin' our heart around!

Armando Chiechi ha detto...

Album che a malincuore non ho mai posseduto ma farò di tutto per recuperarlo magari in vinile. Ho sempre amato i Fleetwood Mac con Peter Green e sempre apprezzato molto anche certi suoi lavori da solista come quelli con lo Splinter Group( su tutti l'omaggio a Robert Johnson).Dei Fleetwood Mac hollywoodiani ho solo Rumors e sinceramente non sono mai riuscito ad amarlo completamente ma sono cosciente del fatto di aver ignorato questa formazione.Considero Green un grande artista e una grande anima e per quanto ho sempre adorato il suo blues ( autografi e covers) quando penso a lui non posso fare a meno di sentire nelle orecchie la meravigliosa Albatross !!
Armando

bobrock ha detto...

Unknown sai che palle se ci piacessero sempre e soltanto gli stessi gruppi .
Per la cronaca il 25 settembre esce Atlantic City degli stones che ovviamente abbiamo tutti come bootleg e che ovviamente mi ricomprerò .
Grandissimo concerto

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Sfondi una porta aperta. Immensi Stones, anche x come hanno saputo valorizzare il loro sterminato archivio live, rimasterizzandolo, recuperando concerti integrali, arricchendoli dove possibile col video (ci godremo tutti il dvd del 17 dicembre '89!!!).
Paradossalmente nella loro discografia ufficiale erano proprio i live a lasciare un po' perplessi. Beh, hanno ovviato alla grande. La serie "from the vault" è strepitosa, il "totally stripped" x me è la massima espressione della loro maturità artistica.
Con gli anni 2000 sono entrati in una meravigliosa terza età musicale, facendo di sè stessi un brand, un mito insuperabile, una leggenda vivente e rockante.
Se penso al rock, la primissima cosa che mi salta agli occhi sono gli Stones sul palco, uno dei riff immortali di Keef e gli sberleffi di Mick.... poi via in automatico con una serie irripetibile di hits goduti mille volte ma che non stancano mai. Magia del blues, che sta alla base di ogni loro respiro. Gioia pura.
It's only rock'n'roll, certo. E ti pare poco????

bobrock ha detto...

la discografia live degli stones prima che aprissero gli archivi era quanto di più frustrante ci potesse essere. Un mistero o una totale miopia di chi gestiva le loro uscite. Solo Get yer ....mi appagava.
Sul mondo bootlegs le case discografiche non hanno mai capito che il mercato di riferimento era quello degli hardcore fans e che la sovrapposizione non avrebbe mai creato un freno alle uscite ufficiali.
Ho buttato nel cesso cifre hollywoodiane quando gli archivi dei nostri beniamini non aspettavano altro di essere pubblicati.
Onore al merito sia ai Grateful Dead che ai Pearl Jam che che negli anni 90 hanno cominciato a far circolare bootlegs fatti da loro. Oddio sulle date potrei sbagliare ma se la memoria non mi inganna ho cominciato la serie dei Dicks Picks nel 1993.
Anche il ragazzo del New Jersey sul fronte live avrebbe tanto da farsi perdonare.......e ovviamente mi sono ricomprato un congruo numero di concerti che avevo già e mi sono chiesto perche' aspettare il nuovo secolo per renderli disponibili.

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Sulla miopia delle major, ma anche dei manager e degli artisti stessi, potremmo scrivere una biblioteca, noi hardcore fans.
Tu sei orgoglioso possessore dell'intera serie dick's, io ho circa 300 titoli dall'oceano Springboot, buona parte dei quali francamente inascoltabili, ma non per questo pagati meno, anzi!!!! Ma era tanta la gioia all'arrivo di ogni pacchetto che li considero tuttora soldi ben spesi.
Springsteen, e Landau (non dimentichiamo mai colui che, nel bene e nel male, 45anni fa vide "il futuro del r'n'r"), hanno scelto di pubblicare e mettere in vendita in digitale sul sito ufficiale un'ottima serie di concerti integrali e rimasterizzati, ma non è la stessa cosa, neanche lontanamente, rispetto al poter avere in mano il box, jewel o cartonato che sia, col suo bravo booklet e qualche foto inedita e coeva.
Ma basterebbe vedere come è stato massacrato, nel (costosetto) box dedicato a "the river" il concerto di Tempe (AZ) del 5 novembre 1980. Dal dvd mancano, senza nessuna spiegazione, quasi il 40% delle canzoni, e manco a dirlo sono i pezzi + belli. Roba da tagliargli le mani.... e non solo.
Vabbè che noi maniaci siamo potenzialmente incontentabili, ma certe cose sarebbero talmente elementari che le vedrebbe anche un cieco. Pubblicare con tutti i crismi almeno 2 o 3 concerti x ogni tour di Bruce, audio, video e foto, superdeluxe stile Stones, appagherebbe migliaia di fans e porterebbe millions ai loro conticorrenti.
Macchè... the answer, my friend, is blowin' in the wind

armando ha detto...

Mi riallaccio a quanto scritto da Unknown 2 e Bobrock e mi perdoni Zambo se usufruisco del suo spazio per allungare il brodo. Vero e come non darvi ragione sulle strane logiche che regnano il mercato dei live. Per i Grateful Dead,nulla da dire anzi,dovrebbero tutti guardare li in "Tripland" e concordo su quanto detto da Bobrock sugli Stones e la apertura ai live tenuti in archivio. Degli ufficiali ho sempre amato Get's Yer Ya-Ya's Out e Love You Live su tutti,almeno per un discorso di resa e scalette. Sia benedetto anche Dylan e Neil Young anche se quest'ultimo varia di qualità e non sempre dai suoi Archives i live hanno una resa ottimale. Su Bruce a dire il vero il Box di The River è quello che ancora mi manca e il dvd live lo ho perchè copiato da un amico ma se non erro sul materiale mancante lo stesso Landau a suo tempo mi pare che disse non avere rese video decenti (?). Per il resto è un mercato strano e mi piace ricordare quanto emesso dagli stessi Doors anni fa sul mercato...a fronte di ottime rese live,purtroppo la maggiorparte avevano una resa da bootleg....valli a capire ??

Armando

Zambo ha detto...

Sul numero di settembre del Buscadero, lungo pezzo del sottoscritto sulla videografia live degli Stones dagli anni sessanta ad oggi. Se vi interessa, visti i commenti di bobrock, unknown ed armando

bobrock ha detto...

Comprato e letto zambellini ; come sempre ottimo articolo . Ma quanto mi sarebbe piaciuto fare l’archivista dei live dei nostri beniamini .

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Qua in periferia il Buscadero arriva con un po' di ritardo, ma mi berrò avidamente l'articolo di Zambo.
Ringrazio Armando x la segnalazione della dichiarazione di Landau, che non conoscevo. Allora dobbiamo pensare che del River tour, 144 concerti, esiste solo un video e perdi+ pesantemente monco: se non è miopia, qs... Tantopiù grave, poi, xchè irrimediabile. Sigh.... A sto punto devo ringraziare x l'esistenza di Houston 78, non certo il miglior concerto del mitico Darkness tour (118 date), ed è inutile sperare nei video di Passaic, Atlanta o del Winterland. Peccato
E sì, Bob, ognuno di noi sognerebbe di andare a riesumare da qualche mitica cantina, e selezionare, i migliori concerti dei ns beniamini. Lo faremmo pure gratis, anzi, pagheremmo x farlo. Ma qs compito pare spesso assegnato a qualche giovane contabile del tutto indifferente al fascino e al valore di ciò che gli passa x le mani.
E il buon Bill Levenson non può, purtroppo, occuparsi di tutti i rockers che meriterebbero un certosino lavoro di riscoperta.
E allora accontentiamoci dell'eccellente lavoro finora fatto su Stones, Dead, Dylan, e speriamo che Neil e Van non abbandonino il lavoro a metà...
Dura la vita, x noi live addicted

armando ha detto...

Letto e consumato l'articolo di Zambo sull'ultimo numero del Buscadero e sabato scorso ispirato dallo stesso mi sono riandato a vedere il secondo e più bello del Bridges To Babylon Tour. Magari fine settimana ne prendo qualcun'altro dal mio scaffale ma è difficile dire quale. Faccio prima a dire che uno di quelli che meno rivedo in genere è il Rock'n'Roll Circus.

Con affetto e immutata stima un saluto a Zambo e agli amici di questo blog !

Armando

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Mi sa che io devo aspettare ancora, x leggere l'articolo.
Preghiera: Zambo, x favore, potresti pubblicarlo qui sul blog, così possiamo continuare a parlarne fra noi?
Tanto il Busca lo prendo comunque, non potrei mai perderne un numero!
Al buio io voto x Houston 18 luglio 1978. Some Girls strizzava forse un po' troppo l'occhiolino alle discoteche, e proprio x qs il video live è ancora + sorprendente. Possente, anfetaminico, vuole manifestamente competere col movimento punk. E stravince. Alla grande. Non c'è gara. Solo che alla rabbia sostituisce la gioia elettrica di un rock seminale, primigenio, immortale. Che bello!!!!
E pensate che quella stessa sera, a nemmeno troppi km di distanza, Civic Center di Jackson, Missouri, Bruce e gli E-Streeters erano in pista x il Darkness tour...
Se incontrassi Doc e la DeLorean... Ma poi non saprei scegliere!
Della seconda fase, dopo il fragoroso silenzio anni '80, scelgo, come già detto, il Totally Stripped. Maturità, esperienza, classe. Forse mai come qui ho apprezzato il lavoro unico, alla ritmica, di Keith. Qui assurge davvero ad opera d'arte. Controtempi, riff micidiali buttati lì con nonchalance. Meraviglioso. E poi l'intimità del piccolo teatro, l'affetto del pubblico (commovente l'ovazione x Charlie). CHE BELLO!!!!!

corrado ha detto...

E comunque il nuovo Springsteen promette bene almeno per un motivo: è stato registrato quasi in presa diretta e finalmente, dopo anni, è stato eliminato tutto quel mefitico suono impastato a causa del quale non riuscivi a capire cosa facevano i singoli strumenti. Questo ha portato Springsteen a produrre delle vere ciofeche, escluso forse Wrecking Ball.
Poi è vero che il boss ormai è vecchio e probabilmente neanche riesce più a suonare veramente, però la prima canzone è sinceramente bella, con delle sonorità che cercano di richiamare, in parte riuscendovi, il suono degli anni migliori. Staremo a vedere, ma non con il fucile spianato pronto a impallinarlo...

bobrock ha detto...

Letter to you non mi sembra una partenza esaltante ...mi auguro che il resto abbia meno l’effetto “ già sentito “....

bobrock ha detto...

Wrecking ball in effetti era un buon album ; l’ho rivalutato nel tempo .
Per il nuovo album si vedrà ; immagino già i fronti schierati .....io intanto aspetto che mi arrivi a casa la ristampa del disco dei Mac poi ad ottobre c’è anche Costello ...

corrado ha detto...

Costello mai piaciuto , anche se è sicuramente una bravissima persona e un buon musicista e Il suo provramma TV è molto divertente
Sui Fleetwood Mac sto cercando di riscoprire qjelli californiani e deco dire che Lindsay Buckingam ci sa propeio faree ha sfornato alcune belme canzoni. Niente a che vedere con Pefer Green, è proprio un altro gruppo, se lo prendi come un vruppo diverso riesci anche ad apprezzarli
Boss si vede che è invecchiato, ma comunque di questi tempi e con quello che sta succedendo in America, anche a mezzo servizio rimane un gran punto di riferimento per la società di quel mondo. Io la nuova canzone l'ho apprezzata sapendo che solotamente i singoli che sforna sono così così o anche bruttini. Se già "A letter to you" si fa apprezzare, posso ben sperare nell'album. Suonato in presa diretta, belle foto, titoli che promettono: Potrebbe non essere una delusione.. Un pochino di fiducia, dai.

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Stones: ascoltatevi il concerto di Bruxelles 73, in coda alla deluxe di goat's head (altro meraviglioso prodotto d'archivio!).
Giovani, sfrontati, rabbiosi. Più interessati al ritmo che alla melodia. Con sezione fiati e chilometriche versioni di you can't... e midnight r. Gimme shelter senza vocalizzi ma con tanta chitarra. E la sei corde di m.taylor, pulita e nitida, + clapton che stones, ma caratteristica del periodo.
Springsteen. Sì, lo so, anche a me il singolo sa di già sentito, ma è pieno, fragoroso, elettrico, e-street. E senza neanche l'ombra di un maledetto violino. A un mese esatto dal 71° del boss uscirà l'album, registrato a fine '19, live in studio, in soli 5gg, pare, e con 3 vecchi pezzi ampiamente noti ai bootlegari (janey, priest, orphans). Semplice nostalgia o carenza ispirativa? Ma chissene. Lo ascolteremo con rispetto, critici quel tanto che richiedono l'affetto e la gratitudine x 50anni di buona musica.
E, a Dio piacendo, nel '22\'23 saremo tutti a sansiro con lui, x rivivere la magia del 21 giugno 85. Invecchiato? Certo, proprio come noi. Per fortuna...

bobrock ha detto...

bruxelles 73 e leeds 71 dovevano essere pubblicati a se stante e non in super deluxe.....sono due concerti pazzeschi......ma proprio pazzeschi
ps x Corrado : costello è un altro artista come i dead o ti piace o ...ti fa cagare. Io lo trovo un artista curioso poliedrico (forse anche troppo) e decisamente bravo.
ps2: Bruce anche se lo critico...gli sarò sempre grato per tutto quello che ha prodotto.

corrado ha detto...

Ma si Bob, è qu3stione dj gusti. Di Costello ricordo volentieri un vecchio brano col video su Carlo e Diana, poi qualcosa qua e la, la moglie, molto bella e la trasmissione televisiva, dove si dimostra competente e simpatico, ma per il resto non mu ha mai appassionato.
Su Springsteen, asta non oretendergli l'impossibile, ma dischi onesti e ben fatti, ho troppa simpatia e rispetto per impallinarlo!

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Costello. Neanch'io stravedo, però gli riconosco coraggio e coerenza. Non ha mai cercato il facile successo ed è stimatissimo nell'ambiente. Purtroppo sono abbastanza vecchio da ricordare che agli inizi ci venne gabellato addirittura come punk. Nulla di + lontano.
Ho un suo vecchio vinile, punch the clock, e ricordo la sua this year's girl come opener della II stagione di the deuce, eccellente serial. Non fatevi scoraggiare dal sottotitolo italiano (la via del porno. sigh): l'argomento è trattato con estremo gusto ed eleganza. D'altronde soggetto e sceneggiatura sono del grande george pelecanos!.
Springsteen. Non dobbiamo essere neanche troppo buoni, però, se davvero gli vogliamo bene. E allora mi chiedo se sto don aniello sia proprio l'unico su piazza disposto a produrre il boss.
Forse certa ripetitività sgorga anche dalla scarsa verve produttiva, no? E non dovrebbe pensarci il manager, a qs cose?

Zambo ha detto...

Friends, il singolo di Springsteen è sicuramente meglio di tutto Western Stars ma è talmente già sentito che non infonde nemmeno un secondo di brivido emotivo, forse la cosa nuova è l'aggressivo hammond di Charlie Giordano, piaccia o meno. L'album, ben venga ma.....tre pezzi riesumati dal passato, più si dice un pezzo di Willie Nile, speriamo non sia una sorta di nuovo High Hopes. Per quanto riguarda chi chiede di postare il pezzo sui live degli Stones apparsa sul Buscadero, mi pare troppo lunga per un blog....ma ci penso, al momento sto scrivendo sulla ristampa di Goats Head Soup. Un caro saluto a tutti voi.

corrado ha detto...

Ckncordo con lei Mauro: brank ampiamente già sentito (qui in particolare Loose ends, Restless night non aggressiva, Land of hope and dreams) e il rischio di un lavoro che pesca dal passato per ovviare a una crisi compositiva. Speruamodi no, ma ho visto segnali incoragianti che mi fanno ben sperare. Poi, come sa, io ho apprezzato anche Western Stars proprio perché diverso dal solito Springsteen e quindi a suo modo imprevedibile. Il video del boss e dei suoi amici invecchiati è comunque emozionante, un'emozione per forza di cose diversa da quelle del passato. Un'emozione senile, certo, ma non un'emozione da poco. AIUTO, HO CITATO ANNA OXA!!!...

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Alfine il Buscadero è arrivato anche qua. Scontati ma nn x qs meno doverosi i complimenti\ringraziamenti x l'articolone sugli stones live in video. In generale apprezzo moltissimo i pezzoni antologici scritti da gente preparata e competente come Zambo e colleghi. Obiettivamente, a bocce ferme, con passione e competenza, senza l'assillo di un disco nuovo, si mette ordine nella discografia e nelle vicende umane di artisti importanti e a volte sottostimati (ottimo anche il pezzo su Richard Thompson e signora). Spesso consentono di (ri)scoprire canzoni o interi dischi ormai dimenticati, e aggiungere nuove perle alla playlist. Bravissimi, grazie.
Ha ragione bob: è una maialata pubblicare un concerto famoso e agognato come brussells 73 solo in un cofanetto costosetto... ma le linguacce non hanno mai fatto beneficienza, e anche qui non si smentiscono. X fortuna che c'è spotify.
Su springsteen, + o meno tutti d'accordo. Sollievo nel risentirlo con gli e-streeters, ma non esaltati dal prodotto finito. Giusto paventare un altro high hopes...
La cosa nuova è forse proprio il video: io direi commovente. Nonnetti terribili ancora rock addicted. E forse il + segnato sembra proprio il boss, con quello sguardo a tratti perso nel vuoto...
No retreat, no surrender

bobrock ha detto...

ciao Zambellini con la tua affermazione su Bruce si scatenera' l'onda lunga degli ultras.......
Ai nostri beniamini over 70 non possiamo chiedere piu' nulla in quanto hanno già abbondantemente dato. il massimo che mi sentirete dire è che il disco non mi piace e la notte dormirò ugualmente. vorrei evitare inutili diatribe come per western stars dove ci sono state un paio di persone che avrei mandato a stendere e solo per educazione (sic) ho lasciato perdere.
ma sono una pallida minoranza e che appaiono ( e scompaiono ) solo per gli album di Bruce.
La ristampa di Goat...lho presa ma rigorosamente versione 2cd.....Bruxelles l'avevo gia' saldamente sui miei scaffali e per cento euro prendo altre ristampe. Un saluto e + rolling per tutti...

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Hey!!!! Ghosts è già meglio di letter (che, riascoltata, sto forse rivalutando) ! Fa scorrere davvero il sangue nelle ossa! Cantare in coro a sansiro i'm alive sarà troppo bello. Nulla di nuovo, ma stavolta dico: per fortuna! Chitarroni al vento, mighty max, piano e sax, suono impastato e trascinante, voce calda e matura. That's enough for me.
Testo nostalgico e toccante, come anche il bel video con preziose immagini d'epoca.
Promosso, ma accetto tutte le critiche che verranno da chi è + obiettivo di me sull'argomento Bruce

corrado ha detto...

I commenti a questo post hanno ormai sviato dall'argomento principale: ricordare i Fleetwood Mac, quelli veri dell'epoca di Peter Green. Rileggendoli dall'inizio non mi capacito per la perdita dell'uomo e dell'artista, che avrebbe meritato ben più di quel che la vita gli ha riservato. Ho potuto approfondire poi la storia della band e di un personaggio notevole come Lindsay Buckingham, che ha un po' pagato lo scotto di ereditare il ruolo e la leadership di Green nei Fleetwood Mac, in realtà Buckingham è un signor autore di ottimo pop rock, ma, appunto,non un bluesman acido e perdente alla Green. La band originale era più vicina allo spirito dei loosers, quella successiva ai candidati democratici delle presidenziali USA.
Poi ci si è spostati sul piacere di acquistare e collezionare ristampe di questo o quel musicista o band del passato, argomento che personalmente mi interessa poco, per vari motivi, ma so bene quanto sia bello mettere le mani su questa o quella registrazione del passato, ascoltarla, riviverla, se si era presenti... A me dà la sensazione di chiudermi in un passato perfetto e irripetibile, ma quanto vorrei un bel cofanetto come si deve con ottime registrazioni live dei Television, ad esempio!
Poi si è passati allo spazio dei trolls Springsteeniani, dei quali forse faccio in qualche modo parte anche io.
Per la verità dal 2004 al 2015 non ho più ascoltato il boss. O meglio, ascoltavo qualcosa dal nuovo disco, rimanevo francamente orripilato e dimenticavo in fretta dedicandomi ad altri paesaggi sonori. Poi un bel giorno mia figlia di allora 13 anni ha scoperto The River e insieme abbiamo ascoltato e riascoltato tutti i dischi, del passato, qualcosa di importante nel rapporto padre - figli, ecco perché provo una istintiva simpatia per lo Springsteen di oggi, consapevole della sua reale dimensione.
Ma devo confessarlo: le prime due canzoni dal nuovo album, pur sapendo di già sentito, sono le cose migliori del Boss che ho sentito dai tempi di The Rising (scusate ma le Seeger Sessions a me proprio non sono piaciute, ma neanche da lontano. È sicuramente un errore da parte mia, magari le riprenderò in mano).
E così ho dato spazio anche alla mia anima di troll Springsteeniano, non lo avrei mai pensato, dato che nelle ultime settimane ho ascoltato parecchio i due dischi paralleli di Nicolas Godin e Jean-Benoit Dunckel, che con le cose migliori di entrambi quasi arrivano ai fasti di Moon Safari... 22 anni fa, pazzesco!
Un caro saluto e grazie per questo bellissimo spazio di discussione e confronto. Prevedo che il mese prossimo, se ci sarà un post sul nuovo Springsteen, avremo un picco nei commenti superiore a quello di Western Stars, prepariamoci!...

bobrock ha detto...

ciao Corrado, a volte si parte da un discorso e si vira su un altro. Parlare di ristampe diventa inevitabile dato che anche il disco dei Mac è tale. aggiungo che per me esistono solo i Mac quelli di Green. Gli altri si sono assicurati onori dollari e fama ma sono un altro gruppo che nulla a che fare con il precedente. Io sto aspettando che pubblichino anche il secondo volume in cd di Before the Beginning.
Capisco il tuo black out su Bruce anzi lo condivido appieno. Non entro nel merito di cosa è meglio cosa è peggio ma per me esistono due Springsteen, uno grande autore di dischi fino a tunnel of love l'altro che con alterne fortune ha tirato i remi in barca fa dischi mediocri e continua ad essere un performer pazzesco. Capisco che quando hai la pancia piena e un conto in banca di Billions of dollar la creatività diventa un optional.
Per fortuna il suo rigore morale mi sembra inalterato, ha allevato dei figli che non si mostrano sui social a buttare i soldi del padre nel cesso. o a farsi arrestare ubriachi o drogati. Prende posizioni politiche ed è rimasto se stesso. Per vedere i suoi concerti non devi fare un finanziamento cosa che accade da sempre per i Rolling. Mi sembra un personaggio autenticamente americano nel migliore senso possibile. Di quelli democratici e ancora vicini alla classe operaia ( che da tempo non va piu' in paradiso).
ciao a tutti

corrado ha detto...

Grazie per le belle parole, Bob, per questo parlavo di istintiva simpatia e di apprezzamento per un Boss a mezzo servizio... Purtroppo non mi sembra che in questo momento ci sia in giro qualcuno capace di prenderti il cuore come questi musicisti del "passato" e lo dico da grande frequentatore di suoni del presente. È come se la musica rock e i suoi derivati stessero diventando una semplice forma di intrattenimento come tante, da qui si capisce il grande successo dei vari talent, non solo in Italia, ma in giro per il mondo. L'esito finale di un processo di massificazione e mercificazione che ha radici molto lontane nel tempo. Io rimango sempre piuttosto acido e scontento, pencolando continuamente fra i grandi del passato e la ricerca di qualcosa di importante nei nostri giorni. A volte approdo sul Buscadero, a volte su Rumore o Blow Up, ma soprattutto cerco di far funzionare le mie orecchie. Un saluto, ciao a tutti quelli che ci leggono

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Non posso negare che anch'io considero finiti con tunnel i glory days di Sp.steen. Poi, a partire dal "decennio perduto" in california, è un altro uomo, e un altro artista. Ha trovato la sua stabilità familiare, ha finito di correre, è diventato adulto. Continua a mettercela tutta, però, x se stesso e per i suoi fan, che adora almeno quanto noi amiamo lui.
Un fratello maggiore, x me, proprio x i suoi passi falsi, i balbettii, le commoventi incertezze. Autentico, tenero, sincero.
Ed è molto bello che una tredicenne ami the river: complimenti a tua figlia, Corrado, ed a te.
Anche per i Mac vale l'assioma "due gruppi diversi". C'è a chi piacciono tutt'e2, e a chi no. Niente drammi, il mondo continua a girare ugualmente. Certo, farebbe piacere vedere i miliardari mac2 spendere una parola per Peter, che ha alfine trovato la pace... ma la vedo dura.
Sul rock del passato e quello del presente io ho da tempo fatto la mia scelta. Le ristampe sono il mio pascolo, insieme alle sempre + scarse news dei miti di gioventù. Ho avuto la fortuna di vivere la golden age del r'n'r, quando anche le case discografiche lavoravano con passione, oltre che x un giusto profitto. Oggi uno Springsteen, che ha sfondato davvero solo 11anni dopo l'esordio, non avrebbe avuto possibilità. O ti pieghi al mercato, o entra il prossimo (vincitore di talent). Così non si va da nessuna parte.
E allora bandiera bianca, don't shoot me, i'm only a rocker. E via con le ristampe

Armando Chiechi ha detto...

Interessanti tutte le considerazioni finora da voi espresse. Per quel che mi riguarda da qualche anno ho ridotto notevolmente gli acquisti e principalmente cerco di non farmi mancare anche altre fonti di interesse quali cinema e libri. Se guardo in relazione al passato quasi mi vien da piangere, se penso che oggi a fine anno, mi son portato a casa un totale ( dai 3 ai 5 nuovi acquisti) quando una volta il minimo erano 10 e più pezzi( sigh)!Il mio discorso certamente è in relazione non al numero, ma ai costi rapportati alla qualità. Certo non tutto è un copia ed incolla e c'è sempre qualcosa di interessante,seppur spesso derivativo nelle novità.... ma se penso di acquistare un vinile a prezzo pieno, mi arrendo solo all'idea. Ad ogni modo però capisco anche che ad una certa età si diventa molto ma molto selettivi prima di cacciare 2 lire in più !?! Ad ogni modo non ne faccio un dramma perché come voi,musica in casa non manca.E da quando ho ripreso a far funzionare il mio vecchio piatto è una goduria anche riascoltare tanto vinile che avevo quasi dimenticato e tra Rock,blues,soul,folk,jazz e classica*(* vari dischi da casa dei miei vecchi) ce né di roba.Comunque credo che a non morire debba essere la curiosità,il vero motore che ci spinge ancora a leggere questo blog o il Buscadero,a far si che nonostante tutto si possa ancora trovare spazio e tempo per un film ed un libro. Certo una volta si rischiava di piu' ma per quanto alla fine oggi ci si ritrova con poco, quel poco mi basta per non morire del tutto dentro !?!

Armando

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Un saluto a tutti, e grazie x l'opportunità di interloquire con voi.
Libri e film, sicurissimamente, da sempre, e vorrei aggiungere anche le serie tv. Ce ne sono molte di altissimo livello, e che meritano assolutamente attenzione. Certo, ci vuole tempo, e (solo) in qs l'età aiuta.
Permettetemi allora un suggerimento, sui libri. La trilogia di Art Keller (il potere del cane, il cartello, il confine) è il capolavoro del grande Don Winslow, costatogli 20anni di vita. Sono in tutto 2.500 pagine, ma le leggi (quasi) d'un fiato. Può essere un eccezionale feuilleton, uno di quei fluviali romanzi d'appendice che ti tengono sveglio la notte. Ma è anche, soprattutto, un'acuta, amara riflessione sul problema delle droghe, sulla storia recente di qs piaga, sulle (im)possibili soluzioni. Dalla nauseante brutalità dei narcos messicani si approda alla fine al problema dei soldi, delle complicità in alto loco (e come non riconoscere il presidente Dennison? E Winslow vi starà ancora + simpatico).
Consigliatissimo. Un solo aggettivo: formidabile!!!
Ma ora incalza Lou, col suo capolavoro della maturità. A noi la parola, Zambo ha già detto, magistralmente, la sua