mercoledì 26 giugno 2024

JOHNNY CASH Songwriter

Registrate all’inizio del 1993 poco prima di incontrare il produttore Rick Rubin per quelle che sarebbero diventate famose come American Recordings , le undici canzoni di Songwriter  dovevano costituire un album poi accantonato perché Johnny Cash fu talmente assorbito da quella partnership musicale da proseguire una collaborazione durata per i restanti anni della sua vita. Quei demo furono registrati nei LSI Studios di Nashville e rimasero nel cassetto fino quando, trenta anni dopo, il figlio di Johnny Cash e June Carter, John Carter Cash li ha scoperti e col produttore David “Fergie”Ferguson ha isolato la voce e la chitarra acustica dell’autore per poi darne nuova vita, aggiungendovi parti strumentali con musicisti che avevano già suonato col padre. Nella Cabin di Hendersonville nel Tennessee dove Johnny Cash  era solito scrivere, registrare e rilassarsi, il figlio John Carter, chitarrista e co-produttore del progetto, con l’aiuto del fidato tecnico di studio del padre, David Ferguson e l’altro tecnico Trey Call hanno ridotto gli originali alla sola voce e chitarra  e plasmato quel materiale grazie agli interventi del chitarrista Marty Stuart, del bassista Dave Roe ed il batterista Pete Abbott. Il risultato raggiunto è prodigioso, rispettare il sound dell’epoca con un approccio di misura e di eleganza, un sottile lavoro di interventi calibrati che preserva il cuore delle canzoni proiettandole in un contesto moderno. Fondamentale il ruolo di Ferguson, probabilmente una delle persone che sapeva meglio cosa piaceva a Johnny Cash, ingegnere del suono dello studio di Jack Clement dove Cash amava registrare e con cui aveva lavorato nella maggior parte degli album per la Mercury e per le American Recordings, e grazie all’aiuto del quale sono stati selezionati i musicisti protagonisti di Songwriter,  album che permette di recuperare canzoni che mostrano l’ampiezza della scrittura di Cash secondo una veste che suona come se l’artista l’avesse registrato oggi. Il chitarrista Marty Stuart che suonò con Johnny nei Tennessee Three negli anni ottanta, ed il bassista Dave Roe in tour con l’artista nella decade successiva ed il batterista Pete Abbott già con la Average White Band, sono il nocciolo  strumentale dell’operazione a cui si sono aggiunti Matt Combs (chitarra acustica e mandolino), Mike Rojas (Hammond B3 e pianoforte), Russ Pahl (chitarra, basso, dobro e steel), Sam Bacco (percussioni), Ana Cristina Cash (cori) e altri invitati tra cui Dan Auerbach , Harry Stinson, Vince Gill e Waylon Jennings la cui voce è stata salvata dalle originali session di I Love You Tonite e Like a Soldier. “Nell’approccio siamo andati dritti alle radici, per quanto riguarda il suono, e abbiamo cercato di non esaltarlo eccessivamente, afferma John Carter Cash -  l’abbiamo costruito come se papà fosse nella stanza. Fergie e io abbiamo trascorso migliaia di ore con papà nello studio di registrazione e quindi abbiamo cercato di comportarci come se fosse lì”. “Conosco John Carter da quando era un ragazzo, aggiunge Ferguson- quindi è stato fantastico poter  lavorare con lui. Mi ha lasciato molta libertà d'azione, soprattutto in termini di groove e cose del genere. Siamo andati proprio nella stessa direzione. Non c’è mai stata una conversazione o un piano su un prodotto finale, si è semplicemente trattato di fare del nostro meglio”.

Quelle di Songwriter  sono undici canzoni che parlano d’amore, dolore, bellezza, famiglia, salvezza spirituale, lotte personali e redenzione con quella profondità vocale e compositiva e quella lucidità che hanno reso Johnny Cash una leggenda, con l’aggiunta di un pizzico di spensierato umorismo. Undici gemme di saggezza, tormento e passione a cominciare dalla stupenda Hello Out There, afflato vocale gospel trasformato in una visionaria dimensione  cosmic-country  dal magnifico riff di Marty Stuart e dalla dilatata steel di Russ Pahl, un messaggio di salvezza che l’autore aveva registrato poco prima della collaborazione con gli U2 per The Wanderer. Non da meno è la seguente Spotlight, canzone sulla perdita di un’amore impreziosita dalla chitarra bluesy di Dan Auerbach, dalle percussioni di Sam Bacco, con l’ arrangiamento d’archi di Matt Combs che accompagna l’inconfondibile voce di Cash, una vera radiografia dell’anima. Drive On come Like a Soldier  facevano parte del primo capitolo delle American Recordings, la prima risplende nel lavoro di 4 chitarre in contemporanea (Stuart, John Carter Cash, Wesley Orbison, Russ Pahl) e parla delle difficoltà sopportate dai veterani di guerra del Vietnam comunicando attraverso un sound rarefatto tutto quel dramma, la seconda tratta invece della lotta di Cash contro la dipendenza. Scritta dopo un periodo in un centro di recupero si muove su una linea country-folk con la voce di Cash che sembra cercare una rinascita accompagnato dall’amico Waylon Jennings, uno degli outlaw della country music.

Due toccanti canzoni d’amore, entrambe dedicate alla compagna della sua vita June Carter deceduta tre mesi prima della sua scomparsa nel 2003 ritraggono un Cash accorato, signorile nel condensare in poche note e parole, con pacata discrezione, un estratto di storia personale sua e della famiglia. I Love You Tonite è una commovente lettera d’amore scritta alla moglie nel 1991 mentre Poor Valley Girl  parla sia di June che di sua madre Maybelle Carter e lo fa coi modi tipici del country più asciutto e domestico, col tocco raffinato del dobro di Russ Pahli , il contrabbasso di Dave Roe ed il contributo vocale di Vince Gill. Sulla stessa falsariga Soldier Boy è un estratto di arte della semplicità, rappresentazione di una voce universale che all’epoca in cui questi demo furono realizzati era piuttosto ignorata. Cash si trovava in una fase di pausa della sua carriera, non aveva ottenuto quello che gli era dovuto seppure avesse firmato un pezzo di storia musicale a stelle e strisce, solo le American Recordings  riporteranno la giusta e meritata attenzione sulla sua opera. A maggior ragione Songwriter, dal punto di vista lirico,  è album imprescindibile di un artista colto in un momento particolare della sua vita, con canzoni per la maggior parte inedite, “rivestite” a nuovo con l’intento di portare nuove persone a scoprire e approfondire la conoscenza di un artista tanto importante. Un autore che in Have You Ever Been To Little Rock  esprime l’orgoglio per la sua terra natale su una bellissima melodia tradizionale, mentre il tema della dolcissima  She Sang Sweet Baby James  ruota attorno ad una giovane madre single che canta Sweet Baby James di James Taylor per confortare il suo bambino. Johnny era un fan di Taylor sin da quando quest’ultimo si esibì nella prima stagione del "Johnny Cash Show" nel 1971. Se Well Alright  attraverso il ritmo sardonico del classico boom chicka boom  propone con umorismo l’incontro casuale tra una lei ed un lui in una lavanderia a gettoni, Sing It Pretty Sue estratta dall’antico booksongs di Cash è la confessione di un fan che abbandonerà ogni pretesa e non dirà a nessuno del loro incontro riguardo a  lei che ha rinunciato a tutto per una carriera affascinante ed essere una star di proprietà pubblica. Chitarre acustiche ed elettriche, sezione ritmica in punta di piedi per non privare la scarna poesia degli originali, sfumature e dettagli centellinati ad arte, lap steel e contrabbasso, melodie che pulsano di amore e sofferta esistenza, Songwriter  presenta undici canzoni di rara bellezza ancora più accattivanti con questo ritocco sonoro, il giusto riconoscimento ad uno dei grandi autori, narratori e cantanti della musica popolare americana, degno di sedere a fianco di Woody Guthrie, Hank Williams, Muddy Waters,  Bob Dylan.

Songwriter  è disponibile nella versione singolo CD con gli undici titoli citati e nella versione doppio CD con altri titoli noti del suo repertorio e brani ri-registrati negli anni ottanta.

MAURO  ZAMBELLINI     GIUGNO 2024

p.s  dedicata a Paolo Carù grande fan dell’uomo in nero.

 

 

 

 

 

48 commenti:

Armando Chiechi ha detto...

Prima ancora di finire di leggerlo, questo articolo trasmette tutta la passione espressa nello scritto e sicuramente in quelle che saranno state le sensazioni durante l'ascolto. Certi "ritocchi" seppur a volte risuonano strani, in taluni casi ,possono dare piacevoli risultati e con le dovute differenze di stile e genere ripenso alla soundtrack di " Bird" ( Eastwood/ Charlie Parker ) e a quanta gioia mi trasmise quel disco. Penso che... visto i musicisti coinvolti e cosa non secondaria, un figlio che ben conosceva suo padre, un lavoro da avere assolutamente e tra l' altro già "Out Among the Stars" a suo tempo ci aprì il cuore e le orecchie al suo periodo Mercury, che seppur non tutto rose e fiori, conservava pure delle belle sorprese!!

corrado ha detto...

Splendida recensione.
Splendido tributo a Paolo Carù.
So già che sarà uno splendido disco di Johnny Cash.

Unknown2 ha detto...

Livio. Purissimo Johnny Cash. Un atto d'amore di familiari e amici molto + che un'operazione commerciale. Il suo vocione non si è mai sentito così bene: pieno, rotondo, modulato. Lode anche ai tecnici, di allora e di adesso.
Accompagnamento di gran classe proprio xchè non prevale, è elegantemente in secondo piano, come nei dischi anni '50, pur di primissima qualità.
Davvero perfetto x ricordare Carù.
Che dire: commovente, Dignitoso. Perfetto

bobrock ha detto...

Non sono operazioni che mi piacciono ; sono forzature e manipolazioni . Mi piace quello che é vero . Possibilmente vivo.
Con la tecnologia di oggi si potrebbe mettere mano a tutto quello pubblicato smontarlo e rimontarlo e andare avanti all’infinito.
Detto questo se vi piace così ok io mi astengo .

corrado ha detto...

Bell'intervento, si apre una nuova gustosa polemica! 😁
A me, invece, piacciono manipolazioni e remix. A patto però di avere a disposizione l'originale originale, con tutti suoi difetti

Unknown2 ha detto...

Livio. Nessuna polemica, ci mancherebbe: tengo in grande considerazione il parere di Bob, che ha toccato con mano tutti, ma proprio tutti, e + volte, on stage, i ns eroi musicali.
Penso che, come sempre, dipende da come l'operazione viene messa in campo. Mi pare che il disco di Cash sia pieno di amore e di rispetto, oltre che di magheggi tecnologici, s'intende. E allora ci può stare. A me piace, e sottolineo: a me.
+ in generale, apprendo che sia i Pearl Jam (qualche concerto), sia Neil Young (addirittura tour annullato), devono soccombere, come il vituperato Springsteen, a problemi di salute\età. E temo che sarà via via sempre + così. Allora, se vogliamo ancora godere di qs musica che ha nutrito la ns vita, dovremo giocoforza accettare dei compromessi, come un concerto rinviato a + di un anno, o un disco con pesanti interventi esterni, da macchina del tempo.
Così è, se ci pare. E se no, così è lo stesso.
Buona estate(finalmente) a tutti

bobrock ha detto...

Confermo nessun intento polemico. E poi perché ?
Dico che queste operazioni non mi piacciono . Ascolterò il disco ma sapere che una parte é stata registrata post morte ⚰️ non aiuta nell’ascolto.
É come cercare di riportare in vita qualcosa che non c’è più .
A meno che vogliamo citare Gene Wilder e dire SI PUÒ FARE!
Allora perché non per i concerti live : un gruppo suona dal vivo brani dei Doors e Morrison viene sostituito da un nastro e tra poco dalla I.A.
Vi piacerebbe ?

Marco ha detto...

E' già stato più o meno fatto con gli ologrammi (Elvis e mi sembra Whitney Houston), e anche con gli avatar degli ABBA e fra qualche anno dei Kiss...ancora più inquietanti perché riguardano due gruppi i cui membri sono ancora tutti in vita.

Armando Chiechi ha detto...

Interessante dibattito e nota di riflessione quella di Bob e Marco che pongono inquietanti risvolti. Personalmente condivido da un punto di vista etico il disappunto,ma con qualche eccezione posso e mi è capitato di apprezzare qualcosa al riguardo, seppure l' argomento e il dibattito inevitabilmente ci fanno pensare al tempo "bastardo" che tutto toglie e nulla restituisce a parte la memoria e i bei giorni che furono. A dirla tutta è un periodo in cui se devo fare qualche acquisto, i miei denari propendono e pendono più verso la lettura che nuovi acquisti musicali , seppur non riesco a farne a meno e la musica mi tiene compagnia tutti i giorni della settimana.

Luigi ha detto...

Molti artisti hanno sempre detto che le canzoni , una volta pubblicate, appartenevano al pubblico.
Bene, adesso siamo arrivati in un epoca in cui non solo il " pubblico" ne usufruisce passivamente ma le manipola a proprio piacimento trasformandole in qualcosa di nuovo.
Queste operazioni possono essere rispettose o meno degli intenti degli artisti .
Credo che comunque che si sia aperta una porta che difficilmente si chiuderà.
PS.
Ascoltate Texicali ultima fatica di Dave Alvin insieme a Dale Gilmore.
Splendido a mio avviso.

Unknown2 ha detto...

Livio. Per non dire della Intelligenza Artificiale (involontario? ossimoro). Pare che creando un database con tutte le canzoni di un certo artista o gruppo, la IA ne possa sfornare all'infinito di "simili" ma in realtà anche "nuove". Come giudicarle? A ben guardare attinge alla creatività originale, ricombinandola via via. In fondo sarebbero frutto di quanto creato in precedenza dall'artista.. mah....

Armando Chiechi ha detto...

A proposito di country e declinazioni dello stesso , aggiungendoci pure tutto quel suono Americana che spazia dal Blues al jazz più tradizionale, passando dal rockabilly e western swing, ultimamente ho trovato puro godimento nell'ascoltare Charlie Crockett dopo il prezioso articolo retrospettivo che qualche numero fa gli ha dedicato il nostro buon Zambellini. Nel fine settimana ho inoltre assistito al consueto Pignola Blues Festival ( PZ) che includeva nei tre giorni,tra i vari ospiti ,Tommy Castro. Fantastica scoperta è stata quella di Will Wilde, armonicista e singer Britannico, dotato di una buona padronanza dello strumento ed una voce vigorosa che ha riletto a parte i classici, anche una "Lazy" dei Deep Purple davvero intensa. Poi essere circondato dall' aria frizzantina serale con 17/18 gradi non è poca cosa di questi tempi e con i 37/40° della città. Un abbraccio a tutti...

Marco ha detto...

E anche John Mayall ci ha lasciato. Uno dei pochi musicisti veramente coerenti che negli anni, seppur con i fisiologici alti e bassi, non ha mai abbandonato la strada del blues.

corrado ha detto...

Anche Lui?...
E da 20 anni non ci sono più ricambi generazionali. Non nel rock propriamente detto, perlomeno.
Forse davvero sta finendo un'epoca

Armando Chiechi ha detto...

Un' epoca sta finendo certo, però una certa continuità c'è almeno in U.S.A. ed in parte nel Regno Unito. Certamente non parliamo di mainstream ma di un mercato più di nicchia ....tra l' altro lo leggiamo attraverso i report di Mauro e sulle pagine del Buscadero.

corrado ha detto...

Certo, tutto vero. Ma non vedo, non dico in Dylan o uno Young, o un Petty, o un Waits, ma nemmeno uno Steve Wynn, un Mark Lanegan, o dei Mudhoney.
Anche noi in Italia abbiamo i nostri Cheap Wine, ma in generale non vedo nulla che smuove la gente, le masse, specialmente i giovani.
A quelli ci pensa Taylor Swift, perfetto esempio del mondo di oggi

Unknown2 ha detto...

Livio. Esatto. D'altronde, a parte i super big, migliaia di ottimi artisti, la linfa del potenziale futuro, non vendono più dischi, e non si possono permettere un tour. Ergo: destinati a scomparire, o sopravvivere nei weekend, in piccoli club x aficionados sempre + stagionati.
I giovani sono lontanissimi da rock\blues\soul\punk etc etc.
Siamo razza in estinzione: facciamocene una ragione, ma teniamo alta la bandiera.
Il Buscadero, x quanto in ritardo, e nonostante tutto, continuerà a pubblicare e a nutrirci, fin che noi lo compreremo.
Un saluto commosso a John Mayall, che ha tenuto a battesimo e forgiato al blues alcuni dei + grandi chitarristi del rock tutto.
PS Armando: ho letto la tua appassionata recensione al libro di Warren Zanes. Anche grazie a questa, se lo pubblicheranno come e-book di certo lo prenoterò.
Buona estate, sempre

Armando Chiechi ha detto...

Grazie Livio...a proposito di libri ti posso dire che mi sono piaciuti molto il Larry McMurty del " Cammino del Morto" ( ma mi mancano i sequel), bella scoperta è stata lo scrittore afroamericano A.J. Cosby ( ho scritto bene ?) e per quel che riguarda Mayall mi sibferma un groppo in gola quando ci ripenso...ci rimarranno una miriade di gran bei dischi. Buon Estate a tutti...

Armando Chiechi ha detto...
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Unknown2 ha detto...

Livio. "Il cammino del morto" è il prequel(ma pubblicato dopo) del fantastico "Lonesome dove" e del successivo "Le strade di Laredo"(è nella mia troppo lunga lista, ma al cuor non si comanda).
A. S. Cosby, ottima scoperta giallo\noir!

Armando Chiechi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Armando Chiechi ha detto...

Grazie Livio per la correzione su A .S.Cosby ( non riesco a memorizzare la seconda lettera...) del quale ho letto " Legittima Vendetta" uscito poco prima dell' ultimo. In questi ultimi mesi, a dire il vero tra musica e letteratura, i miei acquisti hanno visto l' ago della bilancia spostarsi decisamente verso la carta stampata. Le uniche novità dell' anno in corso riguardo la musica e dal sottoscritto acquistate,sono stati i Black Crowes, Charlie Crockett e pochissimo altro...per il resto molta roba rientra nei riascolti o nel recupero di vecchio materiale. La scomparsa di Mayall sarà la giusta occasione per andarmi a risentire vecchi vinili e CD, a dirla tutta...e comunque mai del tutto dimenticati o tralasciati. Intensa invece dicevo ... l'immersione nelle letture. Ho da poco riacquistato, dovendo sostituire una vecchia copia rovinata, il Jim Carroll di " Jim Entra nel campo di Basket" e ho goduto nei mesi precedenti di scoperte quali " Jasmine Ward,Allan Gurganus, del songwriter nella veste di scrittore Josh Ritter e sono lì in attesa grazie ad una tua segnalazione, i vari di Michael Connelly già letti da mia moglie e che a breve leggerò dopo il Robert Ward di " Il mio nome è Red Baker". Mi scuso per la lungaggine evi abbraccio tutti, ringraziando ancora Mauro per Charlie Crockett e per il suo ricordo in memoria di John Mayall...

Armando Chiechi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown2 ha detto...

Livio. Internet mi soccorre: ho sbagliato anch'io. E' S. A. Cosby (Shawn Andre).
E pure io al momento sto + in lettura che in ascolto. Sempre ambito giallo\noir,
dal classico: Simenon\Maigret(sempre di livello), Camilleri\Montalbano(li sto esaurendo), M.V. Montalbàn\Carvalho(sottovalutato, da riscoprire), Banville(a quando il Nobel?), Sciascia, scrittore supremo;
gli italiani: Manzini\Robecchi\Toscano\Longo\Costantini\Fusco, tutti da provare;
i contemporanei: Connelly\Connolly\Lehane\Lansdale\Winslow\King!!\Pennac\Welsh\Padura...;
le scoperte, poche: Alan Parks, Gigi Paoli, Mick Herron...
Basta. Come al solito, sto esagerando.
Buon weekend. Buona lettura

Armando Chiechi ha detto...

Vero...S.A.Cosby....ora avendolo di fronte non posso sbagliare😄

corrado ha detto...

E così, anche Massimo Cotto ci ha lasciato, improvvisamente come altri.
Sono certo molto dispiaciuto per la persona, che mi è sempre sembrata cordiale e garbata.
Personalmente quando scriveva sul Mucchio Selvaggio l'avevo sempre considerato un giornalista di seconda fascia, come la gran parte di quelli emersi durante la "fase calante" della rivista, ma in ogni caso l'avevo sempre letto con rispetto e attenzione.
Recentemente avevo comprato un suo libro, "Rock Therapy", nel quale metteva in fila tantissime canzoni della nostra vita a scopo appunto terapeutico. Devo dire sinceramente che non ho trovato nulla di stimolante nella lettura e mi dispiace, perché è l'ultimo ricordo che ho di lui. Certo, Carù, pur con tutti i suoi difetti mi è sembrato un'altra cosa.
Ho ascoltato qualcosa di recente.
Gli X decidono di porre fine a quasi mezzo secolo di carriera con "Smoke & Fiction", un disco davvero ottimo, direi fulminante, grezzo ed essenziale ma ispirato e ottimamente suonato, con un Billy Zoom, da sempre mio idolo chitarristico, in grado ancora oggi di suonare alla grande, cosa che non vedo più in altri miei eroi, più o meno coetanei di Billy.
Lo consiglio di cuore, per la capacità di restituirci quelle energie e quella sincerità che nel rock di oggi stanno ormai scomparendo. Grande disco.
Ho poi ascoltato il secondo volume di "Stampede", di Orville Peck e l'impressione che avevo ricevuto dal Volume 1 è stata confermata. Ottimo prodotto, certo, ben suonato, arrangiato e registrato in maniera straordinaria, ma troppo... troppo... Mainstream? Si, forse è il termine giusto.
Un disco pop - country - rock di oggi, per un pubblico di oggi, molto più variegato, trasversale e di bocca buona rispetto a quello della nostra epoca.
Rimango fortemente perplesso per i duetti che caratterizzano quasi tutta l'opera. Simpatico quello con Willie Nelson, no comment per quello con Elton John, interessante quello con Kilye Minogue e così via.
Il classico disco che deve far svoltare commercialmente la carriera del suo autore, aiutato e non poco da tutta la retorica gay che permea il personaggio e le sue canzoni.
Però, con tutto il rispetto per i gusti sessuali di ciascuno di noi, che pizza questi video nei quali, rigorosamente, gli uomini se la fanno con gli uomini e le donne con le donne. Sono scherzosi, hanno il giusto contenuto disturbante per i benpensanti, ma stanno diventando anch'essi degli stereotipi. E a me non piacciono gli stereotipi, di qualsiasi tipo.
Va beh, ho detto la mia, non mi resta che augurare una buona estate a tutti voi, confidando in un abbassamento delle temperature (da noi siamo quasi a 40°!).

Armando Chiechi ha detto...

Mi riaggancio a Corrado per ricordare Massimo Cotto e a quanto fatto da lui al tempo del Mucchio Selvaggio. Ricordo con simpatia tra i vari,l' articolo burla " Song to Orphans" sul presunto triplo di Springsteen dal vivo e le sue pubblicazioni dei testi tradotti ( Bruce e Tom Waits ). Poi al di fuori di quella rivista nulla mi è capitato di leggere a parte un suo romanzo che ricordava un po' certe cose di Nick Hornby. La copertina dell' ultimo Buscadero con Caru',sua moglie Anna e Van Morrison ti fa pensare a tutti gli anni trascorsi e alla vita che se ne va e al senso della stessa. In questi giorni sono nella Maremma Toscana con mia moglie e certamente tra uno spostamento e l' altro è la buona musica a farci compagnia : tra le uscite dell'anno Black Crowes e Charlie Crockett, non possono mancare i Rolling Stones, Neil Young e Bob Dylan, qualche buona compilation blues ed un' altra con il jazz della Beat Generation ed ancora Joni Mitchell e Van Morrison ,Frank Sinatra, gli Steely Dan , Allman Brothers e Grateful Dead, Chet Baker e un sunto di Americana con The Delines, Neal Casal, Calexico , Lucinda Williams,Steve Earle ecc. Anche qui fa caldo ma la sera un po' rinfresca...

Unknown2 ha detto...

Livio. Un primo ascolto del cd di Mike Campbell non mi ha lasciato sensazioni memorabili. Magari ci riprovo, ma così d'acchito mi pare manchino proprio le canzoni. Ancora una volta: Tom, quanto ci manchi!
Neil Young comincia a stancare coi suoi archivi pieni ormai di nulla. Il nuovo cd, molto breve tra l'altro, presenta solo rimasticature, e di scarsa qualità, per giunta. Per quel che vale il mio consiglio: evitate.
Il Buscadero post Carù si presenta subito con 8pagine in meno. In terza pagina si legge, piccolissimo, che è diventato un "supplemento alla rivista Vinile", direttore responsabile Luca Sprea: ma chi è???
Forse, accanto ai sacrosanti remember del buon Paolo non avrebbe stonato qualche spiegazione sul presente\futuro del ns Busca.
X fortuna i collaboratori storici ci sono ancora tutti: speriamo il rodeo continui.
Se il giornale vive da 44anni è anche merito di noi lettori: diteci come stanno le cose. Ce lo dovete

corrado ha detto...

Commento preciso e lineare.
Sappiamo bene che pubblicazioni come Buscadero ( e non solo) si basano sull'entusiasmo di pochi appassionati, che rischiano del proprio per un ideale, non certo per guadagnarci.
L'unica cosa che possiamo fare noi lettori è non abbandonare la barca e remare tutti insieme. Siamo pochi, in un mondo che va da un'altra parte. È già tanto che il Buscadero esista ancora.

Luigi ha detto...

La butto lì.
Quanti sono i lettori assidui del Buscadero ?
Tra i cinque e i diecimila ?
Fare un Crowdfunding per aiutare a superare i primi mesi di difficoltà?
Visto il futuro non roseo della carta stampata e dei punti vendita (edicole ) virare verso un passaggio alla distribuzione per abbonamento .
O addirittura diventare una webzine?

Armando Chiechi ha detto...

Per l'abbonamento ci sto...
Anni fa lo feci per il Mucchio Selvaggio e smisi quando mi resi conto che arrivava prima in edicola. Ora non so come e quali sarebbero le tempistiche ma lo farei volentieri per sostenere la rivista.

corrado ha detto...

C'è il nuovo servizio abbonamenti a € 64,90, penso che andranno avanti con quel sistema. Diverso se si creerà un'opzione tipo "abbonato sostenitore", per dare più ossigeno alla pubblicazione

Unknown2 ha detto...

Livio. Ringrazio Zambo x le info e i chiarimenti. Spiace che al lutto si aggiunga la preoccupazione per la salute di Anna e i conseguenti problemi legali\amministrativi. Ovviamente non sapevo nulla di tutto ciò: mi sarei espresso diversamente. Chiedo scusa.
Qualche anno fa fui abbonato x un certo periodo: disastro. Giornale a volte perso, sempre in ritardo, spesso danneggiato.
Forse la cosa + semplice, se vi sono anche emergenze economiche, sarebbe aumentare il prezzo di copertina, temporaneamente o in permanenza, poco importa. Per noi qualche euro in più al mese cambia davvero poco, e se può servire al galleggiamento non farebbe che rafforzare la fratellanza.
Su Campbell: nessuna vis polemica, esprimo solo il mio parere di appassionato non esperto. Come sempre riconosco al Prof autorità critica e competenza superiore, ma al cuore e alle orecchie non si comanda. Non mi scalda, ecco.

Armando Chiechi ha detto...

Sto leggendo i vostri commenti e ricollegandomi a quanto scritto da Livio e da Corrado circa il Buscadero e la sua continuità mi andrebbe bene pure un aumento di prezzo. Più che altro per quanto favorevole all' abbonamento come scritto precedentemente, tengo anche in considerazione quanto espresso da Livio e a mie passate esperienze non proprio felici legate a tale modalità.Inoltre quando era ancora in vita mio padre mi raccontava che aveva avuto noie con un abbonamento legato all' Espresso. Quindi propendo ad un aumento di prezzo.

Luigi ha detto...

È morto Charles Cross giornalista e fondatore della fanzine Backstrees bibbia springstiniana dal 1980 alla chiusura.
Fan della prima ora ma anche critico e con la schiena dritta.
Non accettò la politica dei prezzi dei concerti degli ultimi tour in particolare la scelta del famoso cambio di prezzo in base alla richiesta.
Rip.

Unknown2 ha detto...

Livio. Sono stato x tanti anni lettore appassionato(nonostante il mio zoppicante inglese) prima cartaceo e poi digitale di Backstreets. Era molto + di una fanzine. Dice benissimo Luigi: schiena dritta innanzitutto, infatti quando il Follow that Dream non ha + avuto senso, lui ha chiuso baracca, senza ripensamenti.
Eccellente critico rock, ha pubblicato libri di successo su Cobain e Hendrix, di Seattle come lui.
Chissà se Sp.steen a ferragosto, a Pittsburgh, avrà una parola x lui. Ho i miei dubbi...
Ma fa niente, lo ricordiamo noi come merita.
Charles R. Cross: uno di noi, e tanto basti.

Armando Chiechi ha detto...

Non ho mai letto Backstreets se non spulciando qua è là ogni tanto in rete. Non avendo padronanza assoluta con la lingua mi sforzavo abbastanza, per quanto grosso modo riuscissi a coglierne il senso generale. Si vedeva ed era palesemente nota la professionalità di Cross e l'accuratezza mostrata anche con l'impaginazione e le foto a raccontarne ogni minimo dettaglio. Più di ogni altra cosa però è la dignità di Charles Cross ad avermi colpito, prerogativa non solo di un fan ma di un grande appassionato di musica, quale credo fosse. Purtroppo la Spoon River del rock'n'roll allarga i suoi ettari ogni giorno.

Buon weekend a tutti.

Unknown2 ha detto...

Livio. Better Days, Wim Wenders. Un raggio di sole, pura poesia. Un film fatto di niente, che ti lascia stupefatto e felice.
Vita spirituale e materiale di un sessantenne addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokio che svolge scrupolosamente il suo lavoro. Silenzioso ma sorridente e pronto al saluto, innamorato platonico, probabilmente abusato dal padre nell'infanzia, ascolta musica eccellente rigorosamente in analogico e legge Faulkner e P. Highsmith alla sera, oltre a fotografare in bianco\nero(come i suoi cuoi sogni) il "komorebi", i bagliori del sole, unici e perennemente cangianti, che attraversano il fogliame scosso dal vento di un grande albero "suo amico".
Detta così può sembrare una noia mortale, in realtà è una piccola perla, un capolavoro di serenità premiato giustamente a Cannes e impreziosito da Animals, Velvet, VanM., Otis, Kinks, Lou Reed, P.Smith....
Se vi capita, da non perdere.
PS: grazie a qs film ho pure scoperto Metamorphosis, preziosa compilation ufficiale Stones 1975 di rarities dall'etichetta ABKCO di Allen Klein.
Wim, sei unico

Unknown2 ha detto...

(...cupi sogni)

Unknown2 ha detto...

Livio. Scusate, il titolo esatto è PERFECT DAYS, quasi come la canzone di Lou, che infatti scorre in versione pianistica sui titoli di coda.
L'ultima canzone del film è Feeling Good di Nina Simone: un augurio e un proposito x tutti, no?

Armando Chiechi ha detto...

Un film ( Perfect Days) che non ho fatto in tempo a vedere ma sicuramente lo recupero al più presto . Ricordo che ne parlò anche Mauro. Wenders è tornato e a proposito di cinema, mi ha rattristato sapere di un Lynch che a causa di gravi problemi di salute ha rivelato che sarà impossibilitato a girarne altri. Tutto il nostro immaginario e il nostro mondo si sta sgretolando davanti ai nostri occhi giorno dopo giorno. Ci rimane però tutto quello di cui abbiamo goduto e perché no, anche tutto quello di buono che ancora si produce. Scoprire grazie alle segnalazioni del nostro Zambo certi nuovi dischi è un vero piacere. Qualche giorno fa girovagando tra i colli Toscani con il nuovo di Charles Crockett che diffondeva la sua musica nell' abitacolo è stata una vera goduria così come ieri nel mio studio tenere a palla l'ultimo dei The Black Crowes !
Per contro e per tornare a certi classici ieri ho rivisto volentieri su Amazon Prime la versione restaurata del " Il Sorpasso" di Dino Risi ,autentico capolavoro del cinema nostrano !!

Unknown2 ha detto...

Livio. Almeno sul sito ufficiale, Sp.steen pubblica un breve ma sentito ricordo di C.R.Cross: ok

Unknown2 ha detto...

Livio. E, a chiudere il cerchio, ieri sera, Pittsburgh2, gli ha dedicato Backstreets. Bene, bene

corrado ha detto...

A me sembra che questa seconda parte di tour (il 2024) sia più spontanea della prima, alla quale ho assistito anche io.
Sempre uno splendido spettacolo di intrattenimento dei giorni nostri, chiaro, ma forse ai vecchi fans lascia qualcosa in più.

Luigi ha detto...

Vorrei un vostro parere precisando che si tratta di un ascolto un po' fuori dalle nostre rotte abituali.
Ho ascoltato il nuovo album dei Fontaines D.C.
Credo che siano il nuovo gruppo destinato a riempire gli stadi e a farsi intervistare da Fabio Fazio.
Al di là di questo mi piacciono (e non poco )

corrado ha detto...

Ciao Luigi, posso darti il mio parere, per quello che può valere, ma è espresso da un ascoltatore che frequenta anche tutto l'ambito del nuovo rock, nuovi suoni, ecc. E che quindi alterna la lettura del Buscadero a quella di Blow Up e Rumore (Rockerilla è oggi a mio parere un prodotto scadente).
Dei Fountaines D. C. ho ascoltato bene il primo disco e ho cercato di farmi un'idea di come sono dal vivo guardando alcuni loro concerti.
Diversi miei amici li trovano bravissimi, io sinceramente li ho trovati noiosi e ripetitivi, con un suono che vuole essere quello di certa New wave anni 80, ma che alla fine risulta poco originale e ripetitivo.
Non avendoli ascoltati recentemente, credo che abbiano svoltato su un piano più generalista, perché altrimenti non si comprenderebbe il successo presso il grande pubblico.
Essendo ormai passato il momento dei Muse ed essendo ormai i Coldplay troppo pop, i Fountaines possono ancora proporre al grande pubblico quella vaga idea di ribellione o perlomeno tensione del genere musicale di riferimento per una generazione che cerca un simbolo musicale a cui aggrapparsi.
Ma a me sembra tutto posticcio e, credimi, sono un grande appassionato di nuovo rock, ma per certe cose è ancora più rivoluzionario Johnny Cash. Che è tutto dire.

corrado ha detto...

Ascoltato anche il nuovo, Romance, dopo che Luigi me ne ha fatto venire la curiosità.
Effettivamente è piuttosto diverso dal primo lavoro, si vede che c'è una evoluzione. In generale non mi appassiona, ma non è un brutto disco

Unknown2 ha detto...

Livio. Luigi: non ho mai seguito i F.DC. Non li conosco bene, pertanto non è opportuno che esprima giudizi sulla base di un ascolto frettoloso.
Ma se a te piacciono, goditeli e promuovili con convinzione! C'è gran bisogno di novità nei ns scaffali.