venerdì 1 marzo 2019

GARY CLARK Jr. THIS LAND

 
Esiste una dicotomia nella produzione discografica di Gary Clark Jr., astro emergente della chitarra, tra le testimonianze live dei suoi concerti, improntati ad una feroce e veemente riproposizione del rock-blues, e gli album in studio disposti ad una più ampia sperimentazione sonora e inglobanti elementi funk, hip-hop ed elettronici. Così i puristi dovrebbero prendersi le dovute precauzioni nell'approcciarsi a This Land  perché non è il blues come usualmente lo conosciamo l'argomento del disco, ma  un convulso, complesso, caotico, paranoico universo sonoro dove un sound saturo  si riempie di trucchi elettronici, di sintetizzatori, di sperimentalismi sonici , di campionamenti offrendo , quello si, una visione moderna, eretica ed incazzata del blues come fosse l'espressione dei sentimenti di una società tormentata nella quale regnano rabbia, intolleranza, frustrazione. Quelli che erano stati i limiti di sovrabbondanza di Story of  Sonny Boy  Slim vengono riaggiustati nel nuovo disco così da creare una sorta di documento approfondito di ciò che l'artista avverte come un inquieto state of mind serpeggiante nell'America di oggi, la versione 2019 di un blues che sconfina dalle dodici battute del Delta abbracciando un eclettismo sonoro dove c'è  posto per il funk, un metallico R&B, schegge di hip-hop, il punk ed il reggae dentro un caleidoscopio di sensazioni che è un vero maremoto emotivo. Ondate sonore e cruenti assalti sensoriali, tempeste rumoriste e limpidi assolo di chitarre, ballate soul ed improvvise accelerazioni , This Land è un disco che non lascia indifferenti e accomodati nel docile sentire blues, è un disco coraggioso e ardito che divide e fa discutere, e già questo è un risultato positivo, l'opera più ambiziosa e, secondo chi scrive migliore, dei lavori in studio del texano. Un lavoro anche difficile, provocatorio e forse eccessivamente lungo considerate le due bonus tracks, ma di sicuro l'attestato di un artista impegnato a studiare nuove possibilità creative, ricercando e sperimentando in studio, indicando nuove strade, magari a discapito della sua fama di animale tout court della chitarra rock-blues.


Lo hanno aiutato in questo edificio sonoro i batteristi Brannen Temple e  JJ Johnson, la percussionista Sheil E ( al tempo con Prince), il bassista Mike Elizondo e lo stesso Clark è accreditato in molte tracce al basso, alle tastiere e al programming delle  percussioni. La presenza di Sheila E. suggerisce l'accostamento negli occasionali falsetto vocali di Clark a  Prince, succede in I Walk Alone ed in parte in Pearl Cadillac,  mentre nel messaggio sociale di Feed The Babies è evidente lo stile di Curtis Mayfield.  Innumerevoli sono comunque i rimandi al blues : I Got My Eyes On You (locked&loaded) è un blues torturato che dà modo alla chitarra di Gary Clark Jr. di mostrare le sue virtù con un assolo tanto bruciante quanto eloquente, Low Down Rolling Stone sceglie la crudezza di un distorto hard-blues-rock chitarristico per raccontare l'orrore di un uomo che scopre di aver raggiunto un punto in cui l'oscurità è l'unica sua zona di conforto, The Governor è un blues spogliato con una slide vecchi tempi e tanto fascino "sudista", Dirty Dishes Blues un bell' esercizio di Delta blues in solitario, leggermente più pulito del precedente, e Did Dat  (una delle due bonus tracks) una ballata che sfocia in uno di quegli assolo dove il blues è lirica sublime. Ma se questi sono i momenti più ascrivibili alla tradizione del genere, il rimanente This Land  è un vulcano in eruzione, fotografia di cosa sia l'arte musicale di Gary Clark Jr. oggi. Già l'inizio di This Land mette a fuoco le cose, il Woody Guthrie accreditato tra gli autori viene rivoltato da un noise di tastiere prima che Clark "tiri" uno sporco link di blues e si metta a cantare puntando il dito contro il razzismo ancora strisciante negli stati del Sud, inseguito da un battere di reggae elettronico. Il video è magnifico, coglie uno dei temi dell'album sia nella denuncia che nella risposta, coi bimbi neri che nella scena finale calpestano ed incendiano la bandiera confederata.
 

What About Us è un'altra dichiarazione che le cose devono cambiare, la chitarra si insinua nel disordine electro-funk per suggerire una via di salvezza, Feelin' Like A Million è invece un reggae dancehall che porterebbe in pista l'intero Caraibi, non privata però dell' acido graffio della chitarra. Di stampo differente è Gotta Get Into Something , una corsa impazzita tra  punk, rock n'roll e Clash, che contrasta con la morbida soul ballad Pearl Cadillac in cui un falsetto tra Prince e Mayfield viene strapazzato nel da un micidiale assolo di chitarra.

The Guitar Man a dispetto del titolo è la traccia più pop dell'album, ma l' inciso finale di chitarra in stile Mick Taylor è una chicca e Don't Wait Tilt Tomorrow una dolente ballad con infiltrazioni elettroniche anni 80 che mostra il Clark più sornione e romantico.  Il musicista texano ha tradotto con This Land  il turbamento dei tempi in cui viviamo in un sound inquieto e sfaccettato, non ha reso un omaggio politicamente corretto al blues ma ne ha esplorato i margini e le frizioni, offrendo la sua moderna, diversa e contraddittoria visione del genere e regalando uno dei dischi più importanti dell'anno.

 

MAURO   ZAMBELLINI   





5 commenti:

montecristo ha detto...

il suono in studio come già detto non mi convince, non so se riesco abituarmi a questa modernità, però le canzoni sono belle, molto più che il precedente disco, sono curioso di sentire la resa dal vivo

Rocco

Unknown ha detto...

Sembra interessante ascolterò. Non male Walter Trout effettivamente

captaintrip89 ha detto...

Ciao Zambo, ti considero da sempre un riferimento in materia...quando scrivi è come se stessi suonando con la tastiera. A proposito di blues "moderno" che qui recensisci, mi sembra un disco sullo stile di un plastic hamburgers, lavoro di un altro eterodosso delle 12 battute che recentemente mi ha davvero colpito, malgrado le sue spigolosità...

captaintrip89 ha detto...

Parlo di fantastic negrito

bobrock ha detto...
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