martedì 8 ottobre 2019

LAID BACK



La ristampa in versione espansa del primo album solista di Gregg Allman consente di ritornare all'inizio degli anni settanta quando la Allman Brothers Band e i suoi musicisti rappresentavano la nuova musica che stava uscendo dal Sud degli Stati Uniti e inondava con una forza dirompente l'intero panorama del rock-blues internazionale.

Non furono esattamente mesi ridenti quelli che seguirono la morte prima di Duane Allman e poi del bassista Berry Oakley, due tra i fondatori della Allman Brothers Band. In particolare Gregg Allman, fratello di Duane, si ritrovò in un momento di sconforto e di smarrimento e sul futuro della band sembrava addensarsi una cappa scura di pessimismo. La settimana dopo la morte di Duane avvenuta il 21 ottobre del 1971, il doppio album Live at Fillmore East  era schizzato nelle prime posizioni della classifica dei dischi più venduti scoperchiando quel vulcano che Duane aveva contribuito a costruire. Cominciarono ad arrivare i soldi ma la tragedia incombeva di nuovo come un avvoltoio. La band si era trasferita ai Criteria Studio di Miami per lavorare a Eat a Peach, l'album iniziato un paio di settimane prima la scomparsa di Duane. Sapevano che dovevano portare a termine il lavoro e poi rifugiarsi in tour perché quello era l'unico modo per esorcizzare il lutto e tenersi assieme. Non erano al massimo della forma, prendevano vitamine e si erano dotati di un dottore che li teneva sotto controllo quotidianamente. Naturalmente oltre alle vitamine c'era dell'altro ma questa è una faccenda che ha segnato l'intera storia della Allman Brothers Band. Gli sforzi portarono a buon fine, nel nuovo album c'erano diverse tracce già incise con Duane tra cui le splendide Blue Sky e Little Martha  oltre ad alcuni estratti degli storici show del marzo e del giugno 1971 al Fillmore East di New York tra cui la kilometrica e pazzesca Mountain Jam. Non funzionavano da riempitivo, la cosa era già stata programmata in partenza con Duane, le novità riguardavano piuttosto la presenza di Ain't Wastin' Time No More, Les Brers In Minor  e Melissa  dove la band si cimentava adesso in cinque, con Dickey Betts unica chitarra, salvo gli interventi di Gregg Allman con l'acustica. Prima di finire l'album la ABB allestì un paio di gig per testare i nuovi brani ed il suonare dal vivo  fu un toccasana, ridiede energia, riportò vitalità ed una ragione per continuare. Proprio le nuove tracce attestavano che la loro musica non era morta con Duane, possedeva ancora ricchezza, brillava e dimostrava che la Allman Brothers Band poteva ancora proseguire la propria avventura. Ma incombeva sul loro destino una sorta di maledizione, come se si trattasse di un dramma sudista alla Tennesse Williams. C'erano tutti i segnali,  la verità era che Berry Oakley, il bassista, era morto con Duane sebbene il fato lo portò via un anno dopo in circostanze simili a quelle dell'amico fraterno. "Forse Duane era il fratello che Berry non aveva mai avuto, ma comunque sia la morte di Duane fu troppo per lui. Dopo le birre cominciò con il Jack Daniel's, arrivò a collassare più volte, non suonava come era solito fare, spesso non si reggeva in piedi e quella è la ragione per cui ingaggiammo Joe Dan Perry per sostituirlo". Cosi scrive Gregg Allman nella sua autobiografia My Cross To Bear. La depressione fu la nuova compagna di Berry Oakley e non ci fu nessuna possibilità di convincerlo ad intraprendere una  riabilitazione, "non voglio dire che lui voleva morire ma non penso che lui volesse vivere ancora". L'incidente motociclistico che coinvolse Oakley fu accompagnato da diverse perplessità, le testimonianze affermano che la sua moto andò dritta e diretta contro il bus, era ubriaco quando successe, dopo l'urto si alzò e non volle nessuna ambulanza. Se ne tornò alla Big House ed ebbe una emorragia cerebrale. Era l'11 novembre del 1972. La tragedia pareva andare a braccetto con il successo. Quando uscì Eat A Peach  si insediò al primo posto delle classifiche di vendita, non era mai accaduto, divenne disco d'oro.

La crescente popolarità della ABB trascinava per inerzia la popolarità di Macon che gradualmente stava diventando un centro riconosciuto per la sua creatività musicale ed il pullulare di molte band. La Capricorn Records con i suoi studi aveva contribuito a portare in città nomi come Marshall Tucker Band, Wet Willie, Eric Quincy Tate, Dr.John, Alex Taylor, Captain Beyond, Cowboy, per citarne alcuni, la nuova musica veniva adesso dal sud e qualcuno la battezzò col termine southern rock. Nell'estate del 1972 prima della morte di Oakley, la AAB iniziò a lavorare a quello che sarebbe divenuto Brothers and Sisters , l'album della svolta. Gregg Allman portò in quelle session la canzone Queen Of Hearts, un pezzo che lo aveva impegnato per più di un anno e mezzo, costruendola su un tempo in 11/4 come per l'intro di Whipping Post.  La presentò alla band ma dato che era completamente ubriaco nessuno ci fece caso. "Quando chiesi loro il motivo di quel disinteressamento mi risposero che quella canzone non voleva dire proprio niente. Allora aspettai la fine di quelle prove e poi me ne andai da solo ai Capricorn Studios ". Inizia cosi la genesi di Laid Back  il primo disco solista di Gregg Allman. Per qualche tempo il biondo tastierista riuscì a tenere il piedi in due scarpe, da un lato le session per Brothers and Sisters , dall'altro le ore in studio per il suo disco, in mezzo qualche ora di sonno per riprendersi.  Esaurito mentalmente e fisicamente avrebbe lasciato perdere un simile tour de force se casualmente non fosse stato raggiunto in studio dal bassista Johnny Sandlin che già conosceva gli Allman per essere stato con loro negli Hour Glass. Sandlin si propose nelle vesti di ingegnere del suono e possibile produttore oltre a darsi da fare nel trovare musicisti adatti. Chiese a Gregg cosa avesse in mano e Gregg gli fece ascoltare These Days  di Jackson Browne,  della quale possedeva un demo registrato a New York con Derring Howe. Sandlin gli suggerì l'innesto nella canzone di una pedal steel ma Gregg  inizialmente scartò l'ipotesi perché non voleva che il brano suonasse country. Al che Sandlin gli propose il chitarrista Scott Boyer  il quale con una Gibson pedal steel fece un lavoro perfetto senza farlo sembrare un pezzo di country music. Sandlin fu il collante di tutto il lavoro, col suo basso, coi suoi modi pacati e la sua voce tranquilla infuse nel collettivo il giusto mood, sapeva come trattare con gli altri e affrontare le difficoltà, aveva psicologia da vendere.
 

Uno dei primi musicisti ad essere contattati da Sandlin fu un ventenne pianista dell'Alabama, Chuck Leavell che aveva suonato con Alex Taylor and Friends e Dr. John ed il cui stile si adattava al lavoro che Gregg aveva in mente. Ricorda Chuck Leavell,  "durante la primavera del 72 suonavo nella band  di Dr.John e aprimmo in un paio di date per la ABB, poi per diverse ragioni Dr.John smise il tour ed io me ne tornai a casa in Alabama. Poco tempo dopo mi telefonò  Johnny Sandlin dicendomi di questo progetto assieme a Gregg Allman ed invitandomi a prenderne parte". Leavell finì col suonare in Laid Back  e contemporaneamente anche in Brothers and Sisters  assumendo un ruolo importante nella ABB nei tre anni che seguirono.

In realtà Laid Back aveva già avuto un prologo quando, dopo la morte di Duane, Gregg  si rifugiò per qualche tempo a New York a casa di Derring Howe, caro amico dei due fratelli, che lo ospitò nella sua abitazione sulla Fifth Avenue. Howe era una sorta di confidente e sapeva che Gregg aveva in mano una manciata di canzoni sue, che esulavano dal contesto della ABB. Gregg aveva necessità di tenersi lontano da Macon e così Howe accettò di finanziargli, nella primavera del 1972 ,la registrazione di alcuni demo ai Criteria Studio di Miami, tre o quattro canzoni tra cui la struggente Queen Of Hearts. Poi in estate i due si trasferirono al Advantage Street Studio di New York dove fecero altri brani. Ma Gregg Allman era sempre talmente ubriaco (parole dello stesso Howe) che fu impossibile portare a compimento il progetto. Cosa che invece avvenne poco dopo negli studi della Capricorn a Macon.

Un'altra canzone ad entrare nella scaletta del disco fu Multicolored Lady  di cui Gregg possedeva già un demo realizzato ai Criteria Studio prima che morisse Oakley. L'aveva abbandonato per poter terminare Brothers and Sisters  ma lo riprese una volta a Macon. L'idea generale di Gregg era di intitolare l'album Laid Back , un termine di studio che allude ad una canzone che va col tempo giusto ma ha troppa energia dentro di sé. Così si spiega l'autore nella sua autobiografia, " allora mi viene da dire ai musicisti, man, puoi farla con un pizzico in più di laid back? solo un po' più easy, come tirare fuori un po' di follia da essa. Come se tu fossi Mr.Natural in una graphic novel di Robert Crumb.....insomma come dire, non tuffarti a capofitto". E fu proprio questa immagine che Gregg usò per illustrare ai suoi collaboratori l'intento del disco, " dissi loro di disegnare un Freak Brother e loro risero per mezz'ora".  Non erano musicisti qualunque, non occorreva spendere troppe parole con loro, dietro i tamburi c'era il talentuoso Bill Stewart, le chitarre erano di Scott Boyer e Tommy Talton che costituivano il cuore del gruppo denominato Cowboy, Charlie Hayward impugnava il basso e Jaimoe fece in un secondo tempo le sovraincisioni con le conga. Avrebbero aggiunto un contributo importante il tastierista Paul Hornsby che da tempo girava attorno agli Allman, il sassofonista David "Fathead" Newman molto noto negli ambienti jazz, i chitarristi Jimmy Nalls e Buzzy Feiten, diverse voci di contorno  e Butch Trucks. Scott Boyer fu una pedina importante anche nell'arrangiamento di Midnight Rider  aiutando Gregg a creare un sound differente rispetto alla versione della ABB contenuta in Idlewild  South.  " Gli dissi che volevo un suono swampy, immagine di quegli alberi di palude col muschio che scende come un velo di sposa, ed intorno gli alligatori e la nebbia, l'oscurità e la magia".  Scott suonò la pedal steel e contribuì ai testi e alle melodie, Tommy Talton si cimentò con la slide e la chitarra acustica.  Le testimonianze dicono di un clima cameratesco tra Scott, Tommy e Sandlin, il fatto di abitare assieme in quel periodo significò molto, lo studio divenne il loro campo da gioco e tutti si impegnarono ad aiutare nel modo migliore Gregg per uscire dallo sconforto per la morte del fratello. Il disco fu un vero miracolo ed una spinta a lenire il dolore. Così affermò  Jaimoe  "tu potevi ascoltare tutte quelle belle canzoni, con influenze che andavano da  Jackson Browne a Neil Young, da Bob Dylan a Tim Buckley, ne avevamo già sentito qualcosa quando Gregg cantava Please Call Home nella ABB e forse Midnight Rider, ma tutto  il suo talento di songwriter venne fuori con Laid Back".
 

Il fatto di lavorare a due dischi quasi in contemporanea causò però qualche problema.  La Allman Brothers Band stava registrando Brothers and Sisters  nello stesso periodo in cui Gregg provava Laid Back ," era come essere sposato ed avere nello stesso tempo una fidanzata dall'altra parte della città. Laid Back era la mia fidanzata, gli altri della band non erano contenti ma io avevo bisogno in quel momento di fare assolutamente quel disco ".  Fu una prima avvisaglia dell'attrito che sarebbe esploso qualche anno più tardi,  in particolare tra Gregg e Dickey Betts. Nella band Gregg si sentiva paritetico agli altri, se qualcuno avanzava una idea migliore della sua, lui lo incoraggiava a metterla in pratica, mai imponeva quello che si sarebbe o non si sarebbe suonato. Ma  con Laid Back  sentì il bisogno di fare qualcosa di completamente proprio, qualcosa da gestire in prima persona, tanto che decise, subito dopo la pubblicazione dell'album, di andare in tour con la sua band, supportato da una intera orchestra. Era un sogno che coltivava da tempo, allestire una big band sul modello di Joe Cocker's Mad Dogs and Englishmen ma con un intento ancora più ambizioso, aggiungendovi archi e violini. Assunse musicisti della  Filarmonica di New York : tre violoncelli, sei violini, sette viole, metà erano uomini, metà donne. Fu un problema atroce pagarli tutti ma alla fine del tour durato poco più di un mese, con tappe esclusivamente nei teatri, tutti quegli strumentisti furono riconoscenti di aver vissuto una esperienza unica, quella di suonare in una rock n'roll band. Alcune serate furono meglio di altre ma in generale la resa fu buona anche se Gregg non fu soddisfatto di come cantò, dovendo per forza di cose modulare la sua voce a volumi più bassi per la presenza degli archi. L'album che uscì, Gregg Allman Tour , vendette abbastanza bene.

Laid Back  fu pubblicato nell'ottobre del 1973  due mesi dopo Brothers and Sisters  e per la maggior parte fu realizzato ai Capricorn Sound Studios di Macon con qualche parte rifinita al Record Plant di New York. Lo co-produssero Gregg Allman e Johnny Sandlin , i sontuosi e calibrati arrangiamenti d'archi e dei fiati furono opera di Ed Freeman con la sua orchestra. Due i singoli estratti dall'album: Midnight Rider   e Don't Miss Up A Good Thing.  La copertina (per chi scrive pessima) fu opera del disegnatore Abdul Mati Klarwein, conosciuto da Gregg a New York, il quale aveva già realizzato le cover di Bitches Brew  e Live-Evil  di Miles Davis. Gregg gli inviò una fotografia e Klarwein fece il lavoro, costò 1500 dollari, nel gatefold dell'album originario ci sono foto dei musicisti e Gregg con la sua nuova fiamma Janice Blair entrambi a cavallo. Janice Blair  era giunta a Macon dopo un divorzio, l'artista la conobbe durante la lavorazione di Laid Back  e la sposò immediatamente nel 1973. Iniziarono a vivere in un appartamento a Macon, all'inizio furono rose e fiori, poi iniziarono i problemi, di gelosia, di tradimento, di droghe, un rapporto a dir poco burrascoso.  L'anno dopo durante il tour della Allman Brothers Band di promozione  a Brothers and Sisters , a margine di uno show a Los Angeles, Gregg Allman fece la conoscenza della cantante Cher. Ma questa è un altra storia.
 

Laid Back  si installò al tredicesimo posto della classifica di Billboard e fu accolto positivamente dalla stampa americana.  Rolling Stone lo definì un album pieno di atmosfera e di colore, molto diverso da ciò che Gregg faceva usualmente con la ABB, ovvero l'altra faccia di un songwriter carismatico ricco di talento e personalità, Billboard lo inserì tra gli album migliori dell'anno mentre Robert Christgau su Creem fu meno entusiasta, per poi ravvedersi nel 1981 nella sua guida ai Rock Albums degli anni 70.
MAURO  ZAMBELLINI






22 commenti:

armando ha detto...

Grazie per la cronaca dettagliata.Non sapevo granchè riguardo a certi retroscena che tu hai qui proposto...certo il giudizio positivo non cambia ma è importante a volte conoscere certe cose per capire meglio la genesi di un album.Come tu dici... la Allman Brothers Band, è degna d'una novella o racconto tragico tipicamente sudista alla Tennesse Williams o alla Truman Capote (ma altri riferimenti non mancano..) e ti si stringe il cuore ogni volta ripercorrerne le gesta.Ritornarci su un vero piacere se si riesce a far finta che mai sia esistita quella copertina....
Armando Chiechi

emanuele ha detto...

bellissimo!!! Grazie Mauero

Unknown ha detto...

Mi aggiungo volentieri ai ringraziamenti x l'ottima retrospettiva su laid back. Davvero da riscoprire. + in generale lasciatemi anche dire che vedrei opportuno uno spostamento del glamour retrospettivo verso il rock americano, dopo gli entusiasmi x me eccessivi suscitati dai film su Queen, R. Waters, Elton J.
Stones a parte, sempre e comunque grandissimi, anche xchè legati da sempre a doppio filo al blues elettrico made in usa (e al country, molto + di quanto si pensi) credo che il rock usa potrebbe offrire infinite occasioni di celebrazione, a partire proprio magari dall'epica, tragica, intricata e lunghissima storia di ABB, che x me resta di strepitoso valore musicale anche negli anni di W.Haines e D.Trucks, anzi....
Sempre nel max rispetto dei gusti di ognuno, come doveroso x chi interviene su qs blog.
Unknown2

bobrock ha detto...
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Unknown ha detto...

Unknown2
Bobrock, sei l'Indiana Jones dei concerti! Gli Allman al Beacon! Il max del max. Confesso che anch'io trovo un po' morbido il Gregg solista, forse xchè sono troppo legato all'inarrivabile suono ABB. Le radici blues, le venature jazz, le origini south. L'attitudine jam, come dici benissimo tu. La doppia batteria, che invece di appesantire, magicamente alleggerisce il sound. E poi 4 dei più grandi chitarristi nella storia del rock, Duane, Dickey, Warren, Derek, sia lode a loro! X nn dire di Chuck Leavell, ora Stone.... e la voce di Gregg. Magia pura. E, ripeto, qualità somma anche nelle formazioni successive all'originaria.
Dirò la bestemmia: quasi quasi preferisco gli ABB anni '90-'00. Ascoltatevi gli 8cd del fox box, poi mi direte.
E penso anch'io che qui da noi il suono usa sia enormemente sottovalutato in favore del sopravvalutatissimo rock inglese, sempre a rincorrere le mode, sempre meno legato ai sacri testi blues... ma qs è un'altra storia

bobrock ha detto...
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Unknown2 ha detto...

Unknown2. Mi inchino alla tua dedizione al verbo rock. E temo che il problema-concerti da noi sia legato all'invecchiamento del pubblico(io ne ho 64.....) senza adeguato ricambio giovanile.Non è solo un problema economico. Tieni anche conto che ormai nessuno acquista + cd, dvd, etc. Col bendidio che trovi su spotify, i soldi risparmiati potresti reinvestirli in concerti...
Ma la 'musica' che passa ora sui media massivi è tutto fuorchè rock, e temo che il biblico 'rock'n'roll will never die' sia ormai condannato a sonora smentita. Preferisco sperare di essere troppo vecchio x comprendere e apprezzare le nuove forme in cui la ns musica si manifesta. Di sicuro sono un grande fan di ristampe e cd live d'annata. Dinosaur rock, dice qc, non senza ragione, but i like it.
Bowie no, ma Roxy e R.Newman deserti fanno male al cuore.
Per tanti motivi, ai concerti ormai vado sempre meno. Mea culpa. Ti posso però citare i Counting Crows al Geox di Padova, qualche tempo fa, un bel pieno...
Credo che TTB sarà bellissimo, anche se forse preferivo la versione senza gentil consorte. Ma il solo fatto che abbiano suonato x intero live il Mad dogs and Englishmen li rende sublimi.

bobrock ha detto...
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Unknown ha detto...

Attento, chè ci danno dei misogini.
Dimenticando yoko ono e patti scialfa...

bobrock ha detto...
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Unknown ha detto...

Unknown2. Scusa il ritardo.
Ma è stata + lei a mollare lui, se ben ricordo...

Unknown ha detto...

E non scordiamoci di Linda Eastman-kodak, pace all'anima sua, ma... le tastiere proprio non erano il suo forte, eh...

bobrock ha detto...
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Unknown ha detto...

Ci mancherebbe. Basta che poi non se la porti sul palco...

Fedora Rigotti ha detto...

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Unknown ha detto...

Ma che è 'sta roba???????

bobrock ha detto...
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Unknown ha detto...

Altro bel tema da sviluppare, le condizioni in cui sono costretti i fruitori del rock live, dopo aver sborsato prezzi-ticket nn certo "di favore". Ecco il perchè di quello strano post... tra bootleg e biglietti esosi x location infami... serve proprio a little help, a tassi di favore, ovviamente

Zambo ha detto...

Saluti a voi commentatori del blog , si vede che non siete i fanatici che girano ultimamente è monopolizzamo il giudizio acritico, comunque ho appena fatto una intervista al patron della Barley Arte riguardo a concerti e biglietti dove ne vengono fuori delle "belle, spero venga pubblicato sul buscadero di gennaio

bobrock ha detto...
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Unknown ha detto...

Caro Mauro, aspetto con curiosità l'articolo per gennaio. Anche io sono uno dei limoni da spremere a cui fa riferimento Bob Rock. In Sardegna, poi, tutto lievita ulteriormente, sia per i (pochissimi) concerti interessanti nell'isola, sia quando ti devi spostare...
P.s.
Poi commento anche il re post su Springsteen il film...

Unknown ha detto...

Unknown2 ciao a tutti. Bello leggervi. Direi che le sanguisughe del rock qualche smacco da youtube e spotify lo stanno subendo. Prima di comprare un cd lo puoi ascoltare con comodo e decidere di conseguenza. Puoi leggere anche troppo su ogni tour, e vedere spezzoni di concerto, e capire se valga la pena sbattersi e svenarsi x una certa data di un certo artista. Usiamo la rete x disarmare i vampiri