domenica 31 gennaio 2021

THE BLACK CROWES Shake Your Money Maker 30th Anniversary

 

Non occorre essere uno specialista per affermare che tra gli album d’esordio che fecero più scalpore nel rock americano di inizio anni novanta ci fu Shake Your Money Maker dei Black Crowes. Arrivò nel pieno dell’ “emergenza” grunge ma si rivolgeva all’eredità  classica del rock n’roll con rimandi espliciti al British blues, in particolare Stones, Free, Faces, Humble Pie e Led Zeppelin e al Southern rock, in primis Lynyrd Skynyrd, poi negli album successivi Allman Brothers Band. Adesso che si riparla di un loro ritorno in scena con un tour che, pandemia permettendo, dovrebbe arrivare a novembre anche dalle nostre parti, fa piacere sapere che in occasione del 30esimo anniversario Shake Your Money Maker  viene ristampato in una edizione che rende merito alla sua grandezza. Oltre all’album originario ampliato con una decina di inediti, B-sides e due demo della prima incarnazione della band quando ancora si chiamava Mr. Crowe's Garden, è presente un esplosivo concerto ad Atlanta, loro città natale, del dicembre 1990, una chicca assoluta per qualità audio e potenza della performance. Supervisionata dai fratelli Robinson e dal produttore originale George Drakoulias, la riedizione, disponibile in diversi formati (Super DeLuxe, 4LP, 3CD, doppio CD, LP 180 gr.) prevede anche un libro di 20 pagine con note scritte dal critico David Fricke ed altre amenità per collezionisti quali volantini, pass, setlist e patch. Inoltre, Charming Mess, una delle canzoni in studio inedite, che originariamente doveva essere il primo singolo della band e venne invece esclusa dall'album, è già disponibile sulle piattaforme digitali. La 30th Anniversary Edition  è quindi un succulento attestato di rock n’roll ad alta temperatura a cui è impossibile rimanere refrattari.  


Due note sul disco originario sono doverose. I Black Crowes si formarono nel 1988 attorno ai fratelli Robinson, il cantante Chris ed il chitarrista Rich. Assieme a loro il bassista Johnny Colt ed il chitarrista Jeff Cease, usciti da una massacrante selezione di musicisti più o meno locali, ed il batterista Steve Gorman amico di gioventù dei Robinson. Da Atlanta arrivano a New York grazie al produttore George Drakoulias che li porta a suonare al CBGB davanti a diversi discografici, i quali al terzo pezzo se ne sono già andati dal locale. La cosa non disturba Drakoulias e nemmeno i cinque Corvi Neri, perché al momento di firmare un contratto discografico da cinquemila dollari per la Def American, pochi soldi anche per l'epoca, Shake Your Money Maker  è già in rampa di lancio. E' il 1990 e la pista è affollata, almeno per quanto riguarda gli aeroporti del rock americano. L’anno prima è decollato Bleach  dei Nirvana, l'anno seguente sarà la volta di Ten dei Pearl Jam ma i Black Crowes intercettano altri desideri e fanno breccia in un pubblico affamato di rock e blues. La rivista Rolling Stone scrive: questo disco dei Black Crowes è come suonerebbero oggi gli Stones se Keith Richards nei suoi salad days si fosse fatto di steroidi piuttosto che di eroina".  Ai Black Crowes  piace soprattutto l’erba e si fanno promotori di Hempitation, concerti a favore della depenalizzazione della marijuana, mentre Shake Your Money Maker  riaccende per via di una eccitata urgenza anni 70 la vecchia mitologia sesso, droga e rock n'roll. Non vestono camicie di flanella e la copertina del disco strizza l’occhio all’oscurità esistenziale delle foto di David Bailey sui primi dischi degli Stones, camminano su una strada diversa dal grunge (pur contando sull'ingegnere del suono Brendan O'Brian, uno di casa a Seattle) e chi li bolla come nostalgici deve presto ricredersi perché le vendite lievitano e la loro epopea sarà quanto di meglio espresso dal rock americano fin de siecle. Pescano il jolly con una muscolare versione di Hard To Handle di Otis Redding che vede all'opera dietro le quinte il pianista di Allman e Stones, Chuck Leavell, con a fianco chitarre assassine in grado di sostituire l'assalto dei sassofoni della Stax dell’originale. Con una simile cover presentano l’album, un concentrato di rock n’roll misto a-boogie e blues che annovera una sequenza di canzoni da capogiro. Già Twice As Hard  e Jealous Again  fanno capire che oltre al  contagioso groove, c’è  un songwriting di livello e qualche ballata come l’emozionante She Talks To Angels  sulla fragilità e debolezze di un tossicodipendente, che non lascia indifferenti. E poi la band anche in studio riesce a sposare l’euforia dei Faces con le veemenza degli Humble Pie, i febbricitanti Stones con le rasoiate dei Led Zep e l’eccitazione freak dei Lynyrd Skynyrd. Fedeli alla linea fino al dettaglio (registrano dal vivo in analogico e per  creare il botto che introduce Thick n' Thin mandano il batterista Steve Gorman a schiantarsi con la macchina contro il bidone delle immondizie nel parcheggio dello studio di Atlanta dove stanno incidendo), ma non avulsi dal loro tempo. Nello stesso modo in cui i loro idoli inglesi avevano infilato il blues nel motore e  truccato i watt facendo suonare il blues come mai si era sentito prima, loro resuscitano il classic rock con una energia e freschezza che non si respiravano da almeno dieci anni. Album splendido ancora oggi (ha venduto 5 milioni di copie), per nulla invecchiato, contenente pezzi da novanta come Sister Luck, Stare It Cold, Struttin’ Blues, Could I’ve Been So Blind, oltre ai titoli già citati sopra, divenuti fissi nei loro show. Se non ci fossero The Southern Harmony and Musical Companion (1992) e Amorica (1994) sarebbe il più grande rock n’roll album degli anni novanta.


Veniamo alle bonus tracks: Charming Mess è una dichiarazione d’amore ai Faces con chitarre sguaiate e piano honky tonk, e 30 Days in The Hole  recupera gli Humble Pie prima che lo facciano i Gov’t Mule, dandogli una pennellata glam.  Don’t Wake Me è furia punk-rock “fatta” di speed, come dire “te lo do io il grunge” mentre  Jealous Guy di John Lennon è stravolta e bluesy grazie al lavoro di Hammond e pianoforte. Waitin’ Guilty ha le sembianze di una ariosa ballata da strada, Chris canta senza urlare e il coro aggiunge coloriture gospel, Hard To Handle contrariamente a quella uscita sull’album è qui in veste Stax con tanto di sezione fiati. L’alternate version di Jealous Again  è per sola voce, clapping e chitarra acustica, ed in versione acustica è anche She Talks To Angels voce, tamburello, chitarra e pianoforte. Deliziosa. Un’ altra versione di She Talks To Angels tutta arpeggi e aria country-folk arriva dagli esordi quando la band si chiamava Mr.Crowe’s Garden, così come  Front-Porch Sermon decisamente country con quel banjo, contrabbasso e armonie vocali.

Se queste sono le bonus tracks, il concerto di Atlanta, December 1990 è roba per cuori forti. Show memorabile,  potente, eccitantissimo, specchio della prima stagione dei Black Crowes col chitarrista Jeff Cease che se ne sarebbe andato di lì a poco sostituito da Marc Ford. Sono i Corvi più assetati di rock n’roll, le fughe psichedeliche di Ford non ancora nel copione, qui il sound è secco, teso, febbricitante come la voce da predicatore soul di Chris Robinson e le taglienti chitarre di Rich e Cease, una coppia che non fa prigionieri. Non mancano peraltro gli arrangiamenti e dietro alla martellante sezione ritmica lavorano pianoforte e organo, come nella accorata ed intensa Seeing Things e nella favolosa She Talks To Angels  mentre il delirio rock n’roll si consuma in You’re Wrong, Hard To Handle  unito in jam con Shake Em’ On Down di Fred McDowell  ed una distorta e assatanata rivisitazione di Get Back dei Beatles. Sangue, sudore e polvere da sparo in Sister Luck e Struttin’Blues, quest’ultima in grado di dare punti aanche a Jimmy Page e combriccola, e nei sconvolgenti tredici minuti di Words You Throw Away originariamente apparsa come B-side del singolo Hotel Illness. L’incandescente trance finale di Stare It Cold  e Jealous Again è l’apoteosi di un set bruciante, sanguigno, travolgente, cantato da uno sciamano  con alle spalle una band in grado di convergere gli assoli dei grandi chitarristi inglesi nel denso fango del blues del Sud. Pura stregoneria sonora.

MAURO  ZAMBELLINI    gennaio 2021 

 






 

55 commenti:

armando ha detto...

Bella avventura quella dei Corvi Neri di cui ricordo ancora un bell'articolo di presentazione sul vecchio Mucchio negli anni che furono. Come sempre archivierò questo tuo prezioso scritto per acquisti a venire e magari per rivivere con un pizzico di giusta nostalgia quella stagione. Personalmente il mio preferito dei loro, rimarrà sempre Amorica, ma con gli altri non c'e' mica da scherzare !?!

Armando Chiechi

Zambo ha detto...

Anche io preferisco Amorica ma adesso hanno ristampato Shake Your Money Maker, che h comunque canzoni che nei live sono sempre state riproposte. Ciao Armando

Armando Chiechi ha detto...

Certo, questo è il loro fantastico esordio quanto il successivo una fantastica conferma. Personalmente ritengo che i nostri anche nei lavori minori e meno riusciti abbiano lasciato il segno. Non so cosa aspettarmi dalla loro reunion ma spero riescano a regalarci qualcosa di buono. Singolarmente i due fratelli hanno fatto belle cose..mi auguro solo che certe frizioni non tornino a galla ?!?

Armando Chiechi

Unknown2 ha detto...

Livio. Gran disco, il primo Black Crowes! Acquistai all'epoca il vinile, grazie alla spinta del Mucchio, e ne sono tuttora entusiasta. Per me, e scusate se vado controcorrente, è forse il miglior B.C. Probabilmente il motivo, visti i miei gusti, è nell'eccellente recensione di Zambellini: la chitarra di Jeff Cease, molto + rock dello psichedelico Marc Ford, suo successore. E poi una manciata di canzoni, e di cover, stupende! Sempre spina dorsale dei loro fiammeggianti live, anche negli anni a venire.
Li ho visti a Brescia nel 2001, non certo il loro periodo migliore, ma mi lasciarono una grandissima emozione. Erano l'opening di Neil Young e Crazy Horse, ma a 20anni di distanza sono molto + vivi nella memoria rispetto al concerto del fuoriclasse canadese.

Paul ha detto...

Grazie Zambo, sarà un un acquisto necessario anche per chi, come me, di loro ha praticamente tutto e li segue dal loro primo gracchiare.
Sono dei fuoriclasse, non ci sono discussioni: il loro è stato il miglior impulso rock&roll degli ultimi 30 anni. Qualsiasi sia stata la reincarnazione attorno ai 2 fratelli: con jeff cease, nella veste più ruvida e sporca, con marc Ford con i colori acidi e i sapori psichedelici di un pugno di album indimenticabili, con audly freed (che benedizione, seppur breve, furono i cry of love) protagonista quantomeno di un paio di live compreso quello eccellente con jimmy page, con l'immenso luther Dickinson nelle ultime produzioni più raffinate e colte.
E anche con Jackie green nell'ultima uscita milanese mi avevano parecchio entusiasmato.
Bravi, troppo bravi: comprese le schermaglie e gli scazzi fra fratelli e bandmate (chiedere a steve gormam) che fanno molto rolling stones e le loro digressioni solistiche, che seppur imperfette, hanno alcuni picchi altissimi.
Anche per questo ero in spasmodica attesa per il loro ritorno a novembre.....vabbè...

corrado ha detto...

Per questa volta passo. I B. C. non mi hanno mai entusiasmato, anche se riconosco che sono un gruppo tosto e tecnicamente notevole. Ma il problema è sicuramente mio: tra la fine degli anni 80 e l'inizio dei 90 ascoltavo altre cose ed ero più interessato a suoni diversi, non necessariamente grunge (le camicie di flanella lasciano il tempo che trovano, per me era un rifarsi a Neil Young).
In quel periodo ascoltavo molto i Sonic Youth, che sfornavano dischi incredibili e seminali; i Mudhoney, pur nella rozzezza della loro tecnica (poi sono migliorati parecchio); gli Screaming Trees. Ma anche i R. E. M., erano in un ottimo periodo e lo stesso Neil Youn acwva inaugurato un decennio di ottimi dischi. Mi interessavano di meno gruppi degnissimi, ma per me poco affascinanti, come i Pearl Jam e i Soundgarden. Anche i Nirvana, che pure ascoltavo, erano di meno nelle mie corde. Ascoltare questi gruppi, come purw i Black Crowes era un po' come mangiare delke bistecche di brontosauro riscaldate della sera prima... Poi con gli anni mi sono anche ricreduto, ma ormai era passato il momento. Ho dei dischi dei B. C., me li ha regalati un caro amico, ascolto qualxhe canzone, ma, insomma, non sono esattamente una band di riferimento nella mia vita, capisco comunque benissimo che sono stati un gruppo fondamentale per tanti altri miei coetanei e infatti se ne parla nelle chiacchierate con i miei amici fans, quando riusciamo ad evadere dall'infinita quarantena di questi mesi

Unknown2 ha detto...

Livio. Beh, è un mantra del ns padrone di casa che da qui è bandito il 'pensiero unico', no?. Ben vengano dunque orientamenti e gusti diversi, x ql che mi riguarda. Fra quelli che citi, io, x es., ho amato molto Screaming Trees e ovviamente REM, che insieme a Neil Young vanno di diritto annoverati tra gli immortali.
Dei Corvi ho adorato il suono Stones, che porto marchiato indelebilmente sul cuore, e certo qs mi qualifica tra i 'sauri', lo riconosco, ma l'età mi consente ormai di andare dove mi porta il cuore, senza vergogna...
Al grunge riconosco il grande merito, un po' come al punk una quindicina di anni prima, di aver portato sulla scena rock una ventata di aria fresca, un ritorno alle origini sempre salutare e necessario (e forse è proprio ql che tanto manca alla musica del nuovo millennio: uno sconvolgimento, una benefica rivoluzione: chissà che dal 'rockdown' non esca qualcosa...). Poi, forse anche x meri motivi anagrafici, io ho amato + le spille da balia che la flanella, ma qs rientra nel novero dei gusti personali, e fa testo solo x me.
Ognuno di noi ha un 'proprio'percorso formativo musicale, peculiare e unico, e ciò, se da un lato autorizza a sostenere con orgoglio e passione le proprie preferenze, dall'altro impone di portare rispetto e attenzione alle scelte altrui. A patto che a monte ci siano sempre corretta informazione, amore x la materia e spirito critico e autocritico.
Tutte qualità che appartengono, senza dubbio, ai partecipanti a qs ns spazio e a chi ci ospita. Qs rende fruttuoso, e non litigioso, il confronto di idee

Unknown2 ha detto...

Livio. Ehi, bello lo spot di Springsteen x Jeep, che dite? Elegante, poetico, profondo. E' pur sempre pubblicità, ma se nell'85 rifiutò 12mln$ dalla Chrysler e ora ha accettato questo, il motivo c'è, e si capisce bene. Neanche stavolta ha 'dato' una sua canzone, comunque, e il messaggio, dopo lo scempio di Capitol Hill, parla di Re-United States... Gliela perdoniamo?

Armando Chiechi ha detto...

Armando : Per quel che mi riguarda e riagganciandomi a quanto dite, Neil Young è stato un mio "mito" fin da ragazzino e quando cominciai a comprare dischi e va da sé che fu un piacere ritrovarlo in perfetta forma in quei primi anni '90 dopo gli orrendi ed inutili dischi fatti con la Geffen. Mai stato un vero appassionato del Grunge ma la curiosità non mi è mai mancata ma ai Nirvana ho sempre preferito i Pearl Jam, anche se i miei preferiti rimarranno sempre quelli di " No Code", più maturi e meno abrasivi. Sul versante inglese non ho mai amato il Brit pop ma amato Paul Weller e quei suoi primi lavori da solista. Per tornare ai Black Crowes invece, mi incuriosirono molto ma cominciai ad amarli veramente con" Amorica" ed il disco successivo per quanto non fu proprio osannato dalla critica.

Armando Chiechi

corrado ha detto...

A nominare Paul Weller mi si apre il cuore. L'ho sempre seguito e posso assicurare che fino agli ultimi due dischi piuttosto ripetitivi e poco interessanti, sia con le sue band che da solista ha sfornato musica di una qualità impressionante e soprattutto costante, fino almeno a "A kind revolution", del 2016. Strano destino il suo: per alcuni un classicista, se non un passatista, per altri un "coraggioso mainstream controcorrente", che ha collaborato e collabora con un sacco di musicisti molto più giovani di lui, ma anche con artisti del calibro di Robert Wyatt. Meriterebbe più considerazione dalla critica, ma, appunto, sta sulle balle a molti perché è davvero molto diretto.
I Pearl Jam invece, pur non amandoli particolarmente, alla fine li ho ascoltati anche molto, ho un paio di loro dischi, sia del periodo più grunge che di quello un po' più classic del periodo successivo, oltre alle cose con Neil Young. Una collaborazione da cui mi aspettavo qualcosa di più, sinceramente

bobrock ha detto...

Capisco il commento di Corrado sulla sua freddezza sui corvi . Mi ricordo il loro primo concerto che vidi a Sesto San Giovanni poteva essere il 1992 oppure l’anno successivo. Mi incuriosivano le recensioni . Dischi non ne avevo ancora comprati. Ebbi sensazioni contrastanti di quella sera. Da una parte mi rendevo conto di vedere un grande gruppo per contro avevo l’impressione di essere scaraventato con la macchina del tempo vent’anni prima. Un gruppo che suonava come nei primi anni settanta , con un abbigliamento da freak ma nel frattempo il punk la new Wave e poi si era in pieno grunge. Allora mi chiedevo quale fosse il senso. Non era meglio continuare Ad ascoltare gli originali ...?
Ho impiegato un po’ di anni per rendermi conto ed apprezzare al meglio la loro musica . Ma alla fine la qualità della musica ha prevalso e mi sono reso conto che non erano dei semplici imitatori e che anche loro fuori tempo riproponevano quello che da tempo non faceva più nessuno. Puro e semplice rock n roll . E ho goduto della loro musica dei loro concerti fantastici. Sia con marc Ford e dopo con Dickinson mi hanno portato altrove . Ho memoria di due concerti ad Amsterdam poco dopo che avevano suonato a Vigevano , due serate pazzesche con cover di Stones e dei Velvet .
Grandissimo gruppo peccato gli scazzi personali per i quali nessuno ne esce bene . Come spesso succede a fronte di grandi musicista ci sono altrettante meschinità e bassezze umane. Detto questo anche io avevo comprato il biglietto pur tra la perplessità di un concerto organizzato al Forum di Assago.
Ps : x Livio ma ti ricordi a Brescia i 17 minuti di like a Hurricane di cui almeno 5 di solo feedback ... pubblico molto perplesso ma x il sottoscritto grande serata di Young di cui non ho visto mai un concerto deludente.
Ps2: x Corrado Paul Weller un fuoriclasse ha scritto decide e decine di canzoni stupende il problema che da noi ben pochi di quelli che ascoltiamo hanno grande popolarità tranne i soliti noti ma in patria lui è amatissimo ( ma quanti musicisti hanno vissuto più vite musicali al suo livello e con quella creatività )
Ps3 : x zambellini come sempre articolo splendido ed esaustivo ho già ordinato copia della ristampa

Unknown2 ha detto...

Livio. A scanso di equivoci ribadisco che Neil Young è stabile nei miei top five da almeno 50anni! Mi sono goduto ogni secondo del concerto di Brescia. Forse i BC mi hanno impressionato xchè mi aspettavo poco da loro: era un brutto periodo, sia umano che musicale (Lions non è di sicuro il loro miglior prodotto). Invece ressero il palco alla grande, potenti e ispirati, ideale apertura x le tempeste elettriche di Young, Sampedro e soci. Anzi, di Neil ho apprezzato molto anche la versione R&B di Correggio'93, supportata da un supergruppo con BookerT., Steve Cropper, Donald 'Duck' Dunn, Jim Keltner etc, che forse gli Younghiani + ortodossi non amano troppo.
Essendo il sauro della compagnia, Paul Weller l'ho amato più ai tempi dei Jam che degli Style Council e poi del periodo solista. Artista di spicco senza dubbio, molto british, ha cambiato pelle tante volte, senza mai sfigurare, nella sua lunga, onorata, carriera

Unknown2 ha detto...

Livio. So che c'entra poco, ma in tema di rimembranze permettetemi di citare il fantastico Fisherman's Blues degli Waterboys di Mike Scott. Disco epocale frutto di due anni di sessions documentate minuziosamente dal meraviglioso cofanetto chiamato, appunto, Fisherman's Box: 6cd dove c'è di tutto, comprese molte gustosissime covers, a un prezzo risibile (26€ se non ricordo male). Testimonianza esaustiva di un periodo di ispirazione paradisiaca irripetibile, e infatti mai più ripetuta. Ecco, questa è la musica british che prediligo

corrado ha detto...

Mi avete aperto il cuore!
Neil Young lo avevo visto in quegli stessi giorni, ma a Lucca, concerto memorabile del quale HO REGISTRATO UN OTTIMO BOOTLEG!
Il concerto del 93 l'ho mancato per un soffio: ero lì un paio di giorni prima per vedere proprio i Sonic Youth, in una gita memorabile per vedere la reunion dei Velvet Underground. Purtroppo né mio fratello né nessun altro dei miei amici aveva voluto prolungare il soggiorno... Il concerto sinceramente mi era sembrato un pochino moscio, ma ricordo comunque cover particolari come quella di Marvin Gaye.
A me il disco dei Waterboys era piaciuto. Lo avevo regalato a mio fratello, ma lui me lo aveva tirato in testa... Cose che capitano: come vedete non tutti abbiamo gli stessi gusti!

Zambo ha detto...

Al solito grazie per la partecipazione ricca e responsabile. Da altre parti per una jeep e qualche riflessione è ritornata in campo la falange. Riguardo ai gusti qui evidenziati che mi pare siano belli e vari. Livio consiglia Fisherman's blues degli Waterboys e non posso che essere d'accordo, un capolavoro assoluto, degno di essere comprato nella edizione espansa che come mette in evidenza Livio al tempo costava una inezia. Riguardo a Paul Weller, grande musicista sia coi Jam che solo. Amo i suoi album degli anni 90, Wild Wood su tutti ma anche Stanley Road, Heavy Soul, As Is Now, il live Catch-Flame, meno il recente periodo dove tende a fare il nuovo David Bowie. Visto più volte in concerto, sempre eccellente. Quando le case discografiche investivano, fui mandato all'inizio degli anni duemila a Madrid ad intervistarlo, faceva promozione per l'album di cover Studio 150, molto bello, non è propriamente un tipo simpatico, un pò di british spocchia ma rispose comunque a tutte le domande con la sensazione di chiudere presto la chiacchierata e farsi i fatti suoi. Per quanto riguarda il grunge, l'ho seguito poco ma i Pearl Jam mi sono sempre piaciuti sia su disco che live. A parte il lodatissimo Ten mi piacciono No Code, Binaural, Yeld perchè zeppe di quelle ballate piene di pioggia che evocano gli scenari del Nord Ovest americano, e l'unplugged oct.22.2003. Come mi piacciono tanto anche i REM visto che sono stati citati, in particolare Automatic For The People, Document e New Adventures in Hi Fi. Sui Black Crowes mi sembra di avere già detto, sono la più grande rock n roll band fin de siecle. Non vedo mai nessuno parlare di due gruppi che io reputo grandissimi, la Dave Matthews Band e Wilco, oltre a Drive By Truckers, Lucero e Widespread Panic, quest'ultimi specie per i live. Alla prossima. Rottamate le vostre auto da petazzoni, comprate le jeep, è il cowboy che è in voi che ve lo chiede. Greetings.

corrado ha detto...

WILCO, WILCO, WILCO!!! Con Sky Blue Sky su tutti. Forse sono poco menzionati perché le ultime cose non sono un granché, in particolare Jeff Tweedy, ma stai tranquillo Zambo, sono sempre presenti nei nostri cuori.
Si Paul Weller, che io adoro, è sempre stato cosi, un carattere alla Van Morrison: un rompiballe!

armando ha detto...

Devo ringraziare apertamente Mauro per tutti i vecchi articoli su Paul Weller,artista che conoscevo per il lavoro fatto con Jam e Style Council, ma che ho approfondito meglio negli anni passati grazie a tutte quelle retrospettive ( Mucchio e Buscadero). I Wilco li adoro ma l'ultimo loro disco che mi è piaciuto risale al titolo omonimo con il dromedario in copertina. Idem per il nuovo fronte sudista e le band su citate. Sul versante jam i Wideaspread Panic mi piacciono molto, invece dovrei approfondire meglio la Dave Matthews di cui ho veramente poco.Comunque per rimanere da quelle parti,in questi ultimi anni la Tedeschi Trucks band è la formazione che più mi ha entusiasmato in ambito " jam",se mi passate il termine !?! Non cito i DBT perchè piu' diretti e sanguigni seppur "southerner" ma hanno tutta la mia stima,anche perchè secondo me vanno anche oltre determinati clichè da southerrockers. Se tutti nel deepsouth fossero come loro,non avremmo più certi fenomeni da baraccone come l'ex presidente,almeno è quel che penso!?!

Armando Chiechi

Unknown2 ha detto...

Livio. Trovo francamente fuori luogo criticare Springsteen, stavolta. Fatico a definire 'pubblicità' qs video pacato, sereno, riflessivo, privo di ogni ammiccamento e sinceramente teso all'unione e alla tolleranza. Non c'è una sua canzone, solo l'uomo e la sua voce.
Guarda caso, nei notiziari di tutto il mondo questo messaggio di pacifismo e unità, da vero Americano, ha trovato quasi più spazio delle gesta sportive del mitico Tom Brady!
Ma vi pare che uno che rifiutò una barca di milioni e seppe rispondere a muso duro a Reagan quando era quasi uno spiantato signor nessuno, possa svendersi ora che fattura come una multinazionale?
Se di marketing si è trattato, dico che è stata l'operazione pubblicitaria più gradevole, sentita, intelligente che io ricordi.
Un vero schiaffo ai vandali bifolchi di Capitol Hill e a chi li ha ispirati

Zambo ha detto...

Livio, sarà anche come dici tu e lui è libero di fare quello che vuole , anche il finto cowboy che predica unita e fratellanza ma per me è avidità politically correct

Armando Chiechi ha detto...

Armando : Riguardo lo spot di cui sopra penso e credo nella sua bontà e nel suo messaggio policamente unitario in un momento difficile per il paese. Capisco anche perplessità di altro tipo perché in questi casi è difficile dare un sereno giudizio. Ad ogni modo mi sarei scandalizzato di più sentire un suo brano in quella o altre pubblicità. Dylan l'ha fatto e come lui tantissimi altri insospettabili ma come dice Mauro, ognuno è libero di fare ciò che vuole. Di certo noi continueremo a fare la vita di sempre. Se poi per sbaglio dovesse arrivarmi un bonifico a nome di Springsteen, Dylan o Richards....eh che bel sogno. Magari stanotte....!?!

Abbracci a tutti.

Armando Chiechi

corrado ha detto...

E dai, è uno spot pubblicitario, cioè un affare per entrambe le parti, nel quale ognuno ha da guadagnarci. La Jeep vede il prestigio di Springsteen per il suo marchio, che aumenterà il fatturato, anche perché non credo che tutti i repubblicani d'America smetteranno improvvisamente di comprare Jeep perché schierata con i Democratici. Il Boss, più che soldi, dei quali non penso sia così avido, ci guadagna il piacere di fare una cosa sì commerciale, certo, ma che gli permette di dire la sua in un modo diverso: 'Compratevi la Jeep, petazzoni, e proviamo a stare tutti più sereni". Meglio di un comizio pubblico. La pubblicità fa miracoli... Io l'avrei fatta una cosa del genere, a prescindere dalla vagonata di dollari che incasserà Springsteen

bobrock ha detto...

Corrado so per certo ( fonte jeep) che Bruce è stato lautamente pagato x lo spot .
Detto questo ognuno è libero di comportarsi come crede .
Però ho fai uno spot pubblicitario o un invito all’unità nazionale .
Basta essere chiari

corrado ha detto...

Certo, secondo me ha incassato una vagonata di dollari. Resta il dubbio: perché allora il "messaggio"? Non era necessario, a ben vedere. Mi ricorda un po' quando uscì Dancing in the Dark. Anche in quel caso Maurizio Bianchini sul Mucchio disse: Ok Bruce vuol far ballare i kids coi nuovi suoni elettronici, che gli permetteranno un successo stratosferico, ma perché il messaggio? Detto questo, non ne farei un dramma, Springsteen non è Neil Young, come pure Dylan: evidentemente c'è chi se ne frega e fa gli spot e c'è chi dice che queste note sono solo per noi. A me vanno bene entrambe le filosofie, ma in fondo preferisco Neil Young

bobrock ha detto...

A me vanno bene entrambi ..( comunque ti ribadisco che ha preso una bella cifra il ragazzo del New Jersey)
Ps: ho Gia ordinato archivi vol 2 , ma non ti fa incazzare che tre cd sono già stati pubblicati ?

corrado ha detto...

Neil Young? Si e non capisco il perché dell'operazione, non ha neanche senso economicamsnte, pubblucarne 7 o 10 alla fine non gli avrebbe cambiato la vita e il conto in banca, del quale non si è mai preoccupato più di tanto. Certo che i brani inediti sono bellissimi e confermano che per Young la metà dei Seventies sono stati una miniera d'oro creativa. Comprerò ugualmente il cofanetto, tanto quei 3 dischi, fra vedere e non vedere, li avevo solo masterizati!...

Unknown2 ha detto...

Livio. Devo darvi ragione, mi sa. Alla base c'è un dare\avere per le due parti in causa, e quel retrogusto da cowboy dressed Marlboro County alla western stars è innegabile.
Ma voglio continuare a illudermi che sia stato anche un mezzo (e non un mezzuccio) x dire qc di sano, sincero ed utile ad una platea mondiale.
La pubblicità l'hanno fatta tutti, ora è toccato anche a lui. Amen
Neil Young, è NY. devi prenderlo in toto, così come viene. Lavori meravigliose e dischi inascoltabili. Cocciuto e pervicace sulle sue ossessioni, dei veri grandi è forse l'unico che, passati i 75, è ancora in grado di stupirci davvero, nel bene e nel male. Compreso il 30% di doppioni in ambedue i volumi degli Archives. E vedremo i successivi....

armando ha detto...

Considerando che ormai dei vecchietti rockers le cose più interessanti vengono dagli archivi ( da Young a Dylan, passando da Stones,ecc..),come dice giustamente Bob, è un vero peccato ritrovarci tre album già pubblicati,considerando anche i costi non proprio da Nice Price (eh si,reminescenze...). Per riagganciarmi e rispondere ad Unknow 2, dico che hai ragione su Neil,ma ricordo comunque con enorme delusione i suoi anni passati alla Geffen. " Trans",che fu l'ultimo acquisto che feci in vinile tra i dischi del Canadese, ancora mi brucia e se ci scandalizziamo per meno,dobbiamo ammettere che quelli furono anni brutti e le giustificazioni del nostro a mo'di provocazione,non mi hanno mai rincuorato. Ricordo solo che tornai ad amare ed acquistare i suoi album (pardon cd..) da " This Note is For You", anche se fu " Freedom" a farmi battere di nuovo il cuore. Ad ogni modo,ben vengano sempre inediti dagli archivi.

Armando Chiechi

corrado ha detto...

Trans a me piaceva... Per cercare di imitare la voce col vocoder avevo acquistato un kazoo alla Bennato e lo usavo per cantare, accompagnandomi con la chitarra acustica e un pick up gracchiante auto costruito. Eseguivo Computer Age. Va be' avevo 15 anni ed ero fuori di testa. I dischi Geffen successivi, tutti brutti

Armando Chiechi ha detto...

Armando : Si Corrado lo capisco, nel senso che da molti Trans è stato apprezzato, forse anche grazie a quello che Young disse dopo. Umanamente deve essere stato non facile crescere due figli con quella sindrome e quindi dare alle stampe un disco molto personale, seppur da tanti altri come il sottoscritto non apprezzato. Ad ogni modo a proposito di alcuni brani li contenuti, mi piacque la cover di Computer Age che fecero i Sonic Youth su un interessantissimo tributo con altri artisti e dedicato al grande Loner!!

Armando Chiechi

corrado ha detto...

Ah quanto ho faticato per avere quel disco... Mio fratello aveva la cassetta originale, al tempo non riuscivo a duplicarla e la ascoltavo quando tornavo a casa dai miei. Al tempo ho vissuto un paio di anni in posti dove un disco manco sapevano cos'era. Poi finalmente recuperai il cd sottocosto a Barcellona. Grandi cover proposte da Sonic Youth, Nikki Sudden, Loop, Nick Cave e Victoria Wiliams. Il curatore del disco, invece, aveva proposto lui delle cover veramente mosce e poco interessanti. Ancora meglio un tributo successivo in cui parteciparono Chris Cacavas, Steve Wynn, Lee Ranaldo senza i Sonic Youth, ma stavolta male e un sacco di altri musicisti, quasi tutti bravissimi. Adesso divento nostalgico, ma nel mio podio personale ci sono Neil Young, Lou Reed e Bruce Springsteen/Willy de Ville a pari merito. Poi tutti gli altri per una incollatura, come si suol dire

Armando Chiechi ha detto...

Armando Chiechi : Neil Young è stato uno tra i primi miei artisti di riferimento. Da ragazzino c'era qualcosa nella sua musica che mi attirava particolarmente. Per tanto tempo mi sono rispecchiato nei versi di alcuni suoi brani, una sorta di empatia dovuta anche al mio carattere e del mio essere allora, un ragazzino che si sentiva bene lontano dalla folla ma che al tempo stesso aveva bisogno di gente, per quanto avesse difficoltà ad affrontarli tutti insieme, quando ascoltai " On the Beach" mi rividi. Altri miei riferimenti oltre a quelli che tu citi, furono Jim Morrison, Johnny Cash, Bob Dylan,e più tardi Van Morrison e Chet Baker. Sul versante femminile invece ho sempre adorato Joni Mitchell,Rickie Lee Jones, Billie Holiday e per molto tempo anche Margo Timmins con i suoi Cowboy Junkies. Certo non le uniche ma quelle che più ho amato. In questi ultimi venti anni è Lucinda Williams la mia preferita.

Armando Chiechi

corrado ha detto...

Gli anni dell'adolescenza sono i più intensi e difficili. Ho sempre vivo il ricordo di quando camminavo per strada d'inverno, all'uscita del liceo con il walkman e le cuffiette, la musica di Neil Young 1972-1976... Rispetto ai miei compagni, persi fra cantautori italiani e synth pop, mi sentivo un marziano. Fin da quando avevo 10 anni, grazie a mia sorella maggiore, il Mucchio Selvaggio era la mia Bibbia, anche se mi consideravo in qualche modo un eretico, perché avevo iniziato a seguire tutto il nuovo rock, anche quello più sperimentale. Ed ecco che il mondo delle mie amicizie o frequentazioni era letteralmente scisso in due: ero un tamarro ancorato al passato per il mondo post punk, in cui spesso suonavo ed ero un eretico visto con sospetto fra gli amici che ascoltavano solamente rock blues americano. Eppure io ero innamorato di entrambi i mondi. Così ho continuato a tenere quella strada fra quei due mondi, tenendomi particolarmente cari gli insegnamenti di Zambellini, Bottazzi, Pettiti (ma che fine ha fatto?). Ed eccomi ora qui sullo Zambo's Place, come Ulisse che ritrova Itaca, un luogo di incontro per tutti noi, in cui si ascoltano gli altri si propone, si discute, a volte si è d'accordo a volte no. Quello che io intendo "Casa"

Unknown2 ha detto...

Livio. Bella definizione: Casa, piena di blood brothers NON con gli stessi gusti, ma la stessa passione sì. E tolleranza e comprensione.
Anche a me capita spesso di rimembrare il liceo ginnasio e le perplessità degli amici ai miei peana x Zuma, prodromi di tempesta elettrica dopo gli idilli di Gold Rush e soprattutto Harvest, e la disperazione della 'trilogia oscura'. Poi ancora una serie incredibile di opere tutte diverse tra loro ma ugualmente geniali, fino al moscio reactor, agli anni bui della geffen, al ritorno glorioso in reprise... i problemi familiari, troppo personali xchè io, con un oceano in mezzo, possa permettermi di sindacarli. I concerti x the bridge, la caduta dei capelli (come lo capisco!), gli altalenanti anni 2000. Sempre quel fuoco nello sguardo che promette sfracelli, il coraggio di fregarsene di tutto e di tutti, e poi, a casaccio, lo rivedo in The Last Waltz e nel concerto x il trentennale di Dylan, a portare scompiglio, sconvolgimento, fuoco. Piccole canzoni che ti fanno ancora piangere, ma Don't cry no tears... Quanto ha dato di buono alle ns vite il solitario canadese arrabbiato!
Fra i top vorrei aggiungere, oltre a quelli già citati, John Mellencamp e John Fogerty: chitarre al vento, direbbe Bobrock, non fanno mai male

Armando Chiechi ha detto...

Armando Chiechi : Esperienze e momenti di condivisione. Come dite giusta e bella definizione quella di casa. Uno spazio libero e democratico, alla faccia di chi dice che non può esistere un dialogo civile ed un sano parlare.
Armando

corrado ha detto...

Giusto per cambiare discorso: finalmente il Boss ha fatto qualcosa da vero rocker: arrestato per guida in stato di ebbrezza e spot per la Jeep ritirato!!! Così si fa, Bruce, ti sei riconquistato la stima di Zambo e di tutti noi!!!

Armando Chiechi ha detto...

Armando : La cosa a dire il vero mi ha fatto un po' ridere, considerato gli standard americani ( poco più di un drink). Poi è risaputo quanto Springsteen sia poco a suo agio con certi vizi. Mi chiedo cosa avrebbero fatto a Keth Richards o Tom Waits...forse la sedia ????

Armando Chiechi

Zambo ha detto...

Splendida definizione Corrado, Casa, Home is where rock n'roll beats and friends speak freely

corrado ha detto...

Orgoglioso di far parte di questo gruppo

Unknown2 ha detto...

Livio. Sì, Bruce l'ha fatta grossa. Dura lex sed lex. Contratto rescisso, OK. Giusto così.
Da springsteeniano di ferro, mi associo però a chi fa notare che trasgressioni molto + gravi vengono spesso fatte passare a (rock)star ben più estreme e trasgressive. Non è che un po' ha pesato la vecchia ruggine coi policemen del tempo di American Skin? O l'appoggio incondizionato a tutti i candidati demo da John Kerry in poi? In fondo non ha fatto del male a nessuno, non ha mai avuto storiacce di droga, e rilevo anche che la bomba è stata fatta scoppiare proprio nel momento + opportuno, x i detrattori. A orologeria. Mah: a un vecchio, affezionato fan, qualche dubbio lo concedete, carissimi coinquilini?
Io un buon bicchiere lo prendo volentieri, rosso o bianco, basta che sia 'fermo' e secco. Certo, poi evito di mettermi alla guida, ma succedesse, x inderogabili necessità e brevissimi percorsi, non riuscirei a sentirmi un criminale. Andrei lento lento fino alla meta.
Attendo che backstreet.com dica qc in merito. Loro sono molto politically correct, sono curioso di leggerli sul tema.
Home, sweet home

bobrock ha detto...

Chi nella vita non ha guidato con un tasso alcolico superiore al consentito più di una volta ?
Chiunque di noi ...ne sono più che certo .
Gli americani noto popolo che ha qualche problema con le dipendenze hanno la coda ti paglia . Ti arrestano se guidi dopo aver bevuto due birre ...se poi sei armato fino ai denti e vai in una scuola e fai il tiro al bersaglio allora si voltano dall’altra parte .
Adoro la loro musica e il cinema e le bellezze naturali ma sono un popolo che intimamente non amo ( versione educata).
Sono tutto tranne che democratici , esportano guerre e se avessero mano libera ci sarebbero ancora tanti strange fruits penzolanti .

bobrock ha detto...
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Armando Chiechi ha detto...

Armando : Concordo con quanto dice Bobrock riguardo gli Americani, per quanto al tempo stesso mi dico che non si può generalizzare, ma credo che in questo caso si stia parlando di quello medio che di certo non abita le grandi metropoli e quelle grandi città dove il melting pot ha funzionato meglio. Al tempo stesso però credo che la realtà Americana sia troppo complessa per essere descritta in poche righe. In proposito ricordo volentieri vecchi scritti e saggi di Vittorio Zucconi e di Alessandro Portelli. Certo non ci vivrei, almeno ora ed ho smesso di idealizzarla come facevo in giovane età, ma continua ad affascinarmi proprio per le sue contraddizioni. E' chiaro che su musica, certo cinema e libri non si discute...

Armando Chiechi

Zambo ha detto...

Difficile per me la sera , quando si poteva ancora uscire e andare ai concerti, al pub o semplicemente dagli amici che hanno sky a vedere la partita , stare sotto lo 0,5 alcolico, spesso anche sotto l 1. In America un anno ho fatto tutta la costa ovest col bagagliaio pieno di birre e whiskey. Guidavo solo io e bevevo solo a sera arrivato a destinazione. Il mio compagno di viaggio era perennemente drink. Pensavo che fosse sufficiente a non avere guai visto la sobrietà del driver, non ci hanno mai fermato, sarei finito in galera solo perché avevo una bottiglia di whiskey aperta. Quando arrivai a Santa Barbara è lo raccontai agli amici americani si misero a ridere dicendo che ero un eroe è avevo sfidato la galera sicura. Loro lo facevano come zingarata il venerdì sera attraversando la città con l whiskey in macchina. Io avevo guidato per 3000 km.

Zambo ha detto...

Per bob rock about drive by truckers : southern rock opera. The dirty south. English oceans. The unraveling. E se lo trovi in triplo vinile Plan 9 records, 13 luglio 2006 un live stratosferico . Articolo suĺ busca di marzo, almeno spero

Unknown2 ha detto...

Livio. E' un altro mondo, l'America, fatta di mille piccoli 'states' (male) amalgamati fra loro. Produce musica, letteratura, film e serie tv da sogno, e poi vota democraticamente uno come trump (certo che anche da noi: tutto avrei pensato di vedere, ma non un brunetta nuovamente Ministro della Repubblica!!!).
Forse ci affascina tanto xchè in fondo è ancora un grande far west: case di legno, spostamenti continui, integrazione e razzismo, armi e guerre a profusione, lavoro e opportunità, fanatismo alcoltest e centinaia di migliaia di tossicodipendenti da antidolorifici oppioidi... Per non dire di una sanità riservata ai ricchi con l'assicurazione privata: roba da terzo mondo.
Certo neanch'io ci andrei a vivere, ecco, come vagheggiavo in gioventù.
Meglio dedicarmi all'ascolto dei DBT consigliati da Zambo: io ho solo Brighter than.. e It's great..alive, ma confesso di conoscerli troppo poco

Unknown2 ha detto...

Livio. Segnalo comunque un bel live in Georgia, fine agosto 2004, su youtube. Guitar sound al suo massimo!!!

Armando Chiechi ha detto...

Armando : Drive by Truckers : Ne ho solo tre anche perché quando escono ne arrivano pochissime copie. Nella mia città sono rimasti solo tre negozi di musica ma ad avere tutto è solo uno. Comunque questi i titoli : The Dirty South, Southern Rock Opera e tra gli ultimi American Band. A dire il vero ho anche qualcos'altro ma sono brani selezionati da un mio amico e dallo stesso riportati su un CD. Ad ogni modo mi piacciono molto e così pure i lavori da solista di Jason Isbell con i 400 Unit.

Armando Chiechi

bobrock ha detto...

Grazie Zambellini: avevo cancellato il post pensando che essendo andato fuori tema fosse fuori luogo la richiesta .
Adesso mi attivo con gli acquisti

Unknown2 ha detto...

Livio.Di gran classe la presa di posizione di backstreets.com sulle ultime vicende springsteeniane. La fanzine n.1 del Boss si limita a postare i video di 2 (sulle tre totali) esibizioni live di un'outtake di BUSA, poi uscita su Tracks, che parla appunto di quanto sia difficile essere a 'Man at the Top'.
Nè giustificazioni, nè polemiche. Delicatezza, affetto e vicinanza. Ottimo

Unknown2 ha detto...

Livio. Lasciatemi solo aggiungere, qui, dalla Casa del Rock, che It's hard to be a Saint in the City

Armando Chiechi ha detto...

Riagganciandomi a quanto dice Livio e non per parlare ancora di quanto accaduto,una cosa però mi stuzzica e mi frulla in testa,e cioè di una studiata mossa voluta per incastrare un simbolo della cosiddetta ala liberal progressista americana.Cio è quanto diverse voci del mondo dello spettacolo a stelle e strisce dicono in questi giorni. Per natura non sono un complottista ma la cosa fa pensare, considerando anche che ogni giorno in rete vi sono aggiornamenti ed è strano che per uno o due shot se ne stia ancora parlando !?! Il problema non è chi è stato fermato ma il gesto in sé e se fosse stato nelle stesse condizioni e con le stesse modalità un Danny De Vito, Whoopi Goldberg, Southside Johnny o John Bon Jovi ( per rimanere nel Jersey) non credo cambierebbe nulla !?! Forse tutto questo è un segnale di una guerra che ora verrà giocata attraverso i media per cercare di ribaltare messaggi di speranza e di un nuovo corso nelle mani di Biden. Trump è a casa ma non con le mani in mano o forse più semplicemente dietro a questo episodio ci sono gli strascichi di un vecchio fatto di cronaca in cui era coinvolto un certo Amadou Dallo e a New York governava un certo senatore Giuliani ? Si accettano scommesse.....

Armando Chiechi

Unknown2 ha detto...

Livio. Armando ribadisce ciò che pensiamo in tanti, ma trovo significativo che l'entourage dell'artista, cui backstreets.com è vicinissima, non intenda assolutamente polemizzare (è stato sottolineato anzi, dalle autorità stesse, come Springsteen sia stato fin dall'inizio 'collaborativo').
Atteggiamento molto maturo, di chi ha sbagliato, lo riconosce umilmente e ne accetta le conseguenze, a prescindere da ogni dietrologia, x quanto fondata possa essere.
Forse anche noi, hardcore fan, dovremmo prenderne atto e adeguarci.
Fra parentesi, anche Big Rudi si aggiunge alla infinita lista degli 'scaricati' da trump

bobrock ha detto...

Ribadisco il concetto : chi di noi non ha guidato ubriaco almeno una volta nella vita...... gli americani godono a rovistare nella vita delle celebrities senza alcun ritegno . Invadendo la sfera privata di chiunque h24; ribadisco il concetto : puoi comprare un mitra al supermercato, inventare che un paese abbia armi di distruzione di massa ed invaderlo ma mi raccomando non metterti al volante con un tasso alcolico superiore al consentito....Anatema anatema.

Zambo ha detto...

Ma se era, che so, john mellencamp ci sarebbe stato tutto questo chiacchierare su America & tequila

bobrock ha detto...

Direi proprio di no...