giovedì 23 novembre 2023

GOV'T MULE Teatro Dal Verme MILANO 20/11/23


 

 

Esiste la serata perfetta nel rock ? Si quando in città, nella fattispecie Milano, arrivano i Gov’t Mule e suonano in un teatro comodo, dall’acustica ottimale, davanti ad un pubblico caldo e competente che ricambia la bellezza che arriva dal palco con applausi e partecipazione sentita, così da instaurare quella sinergia tra artisti e pubblico che gli Allman chiamavano hittin’ the note. Avrò visto 8/9 concerti dei Muli ma questo del 20 novembre a Milano rimarrà impresso indelebile nella mia memoria, una band mostruosa costituita da quattro eccezionali solisti  che si fondono nella chimica di un insieme che non ha eguali oggi, per tecnica, amalgama e inventiva, regalando musica sublime anche quando, come nella prima parte dello show, può apparire dura, contorta, difficile ma sempre legata ad una idea di sperimentazione che si traduce al momento, mentre suonano  col sorriso sulle labbra, in assoli, rallentamenti, stacchi e ripartenze, parti cantate e torrenziali flussi sonori che portano l’ascoltatore in un paradiso del vero sentire dove si pensava fosse ormai già esaurito il numero dei concerti memorabili. 


Il dimagrito Warren Haynes, sempre modesto e affabile, è il condottiero di questa pattuglia che definire rock è limitativo perché nel loro concerto c’è di tutto ma solo esclusivamente musica, a parte il suggestivo gioco di luci di vago sapore psichedelico che illumina il palco. Solo musica perciò, che sa essere rock, blues, jazz, free, psichedelia, reggae, hard, fusi in composizioni che lasciano comunque trasparire il senso della canzone, anche quando questa si traduce in una jam che si vorrebbe non finisse mai. Haynes suona le chitarre con delicatezza come se le stesse accarezzando ma ne trae un fiume in piena, le conosce come se fossero suoi figli, non hanno segreti per lui, e canta con quella voce fatta apposta per strappare commozione nelle ballate blues, salvo urlare ogni tanto quando il tema diventa duro e rabbioso. Ma non è mai una rabbia iconoclasta, piuttosto una reazione a qualcosa di irragionevole ed ingiusto come nelle tematiche del blues, è statico in scena ma è la musica creata che vola, si innalza, attorciglia le emozioni, ti porta dove sogneresti essere. Di fianco a lui Danny Louis 


è la ragnatela sonora che collega il solismo di Haynes con lo stantuffo ritmico, avvolgendo il tutto. I suoi tocchi sono nobili ed estasianti, è solenne e drammatico, è lieve e fluido, sia quando è frontale verso la platea col suo Hammond o voltato di fianco sul piano elettrico. Berretto di lana, occhiali, sobrio nel look ma straripante con le dita è l’alchimista dei Muli, il lato melodico dell’ensemble, il contraltare del sempre più contratto (nelle pose) e magro Matt Abts  il treno su cui viaggia la musica dei Gov’t Mule.


 La quintessenza del batterista, picchia quando è il momento e poi diventa così soffice e delicato da sembrare che non abbia in mano nemmeno le bacchette quando Haynes smorza il pezzo, lo addormenta dolcemente in un affascinantissimo mood jazzy, dove sono solo i sussurri e i celestiali tocchi a tenere ancora in vita la canzone. Per poi riesplodere in un magma sonoro dove la Les Paul del leader  ricorda, a seconda dell’istante, B.B King o Santana, Duane o Elmore James (quando va di slide). 


Kevin Scott è il nuovo bassista, vecchia scuola non possiede il funambolismo del  dimissionario Jorgen Carlsson ma non sbaglia un tempo, è tosto ed il timing con cui risponde ad Abts è dimostrazione di dinamiche assolute. Alto, robusto, barbuto pare uno dei Metallica ma si è inserito perfettamente nel gruppo e quando fa il suo assolo gli altri lo assecondano come si deve, in un pulsante ed ipnotico drive. 


Energici, potenti e duttili i Muli affrontano la prima parte dello show con più durezza ma offrendo lampi di assoluto trance come Thorazine Shuffle  e diversi ripescaggi dal lontano passato. Riemergono Temporary Saint, Bad Little Doggie con cui si è aperto il concerto, l’omaggio a Monk di Thelonius Beck, la splendida sincopata Broke Down The Brazos e poi due titoli che giustificano il fatto che il tour è all’insegna della recente pubblicazione. Da Peace…..Like a River  arrivano difatti Peace I Need,  una chicca con quel carico di blues da pelle d’oca, e After The Storm, nella seconda parte ci sarà tempo anche per Shake Our Way Out. Chiude il set I Asked Her For Water e potrebbe essere già sufficiente se non fosse che dopo venti minuti di break, ciò che si ascolterà nell’altra ora e trentacinque minuti di concerto (durata totale 2 ore e quaranta) sfiora il soprannaturale. Haynes menziona Heavy Load Blues  e il blues sale in cattedra. Dopo la mirabolante Endless Parade e la reggatissima Unring The Bell,  chiama sul palco l’armonicista Fabio Treves e con lui eseguono Good Morning Little Schoolgirl  frazionata in un ritmo molto diverso dall’originale classica, quasi singhiozzante. Poi i Muli si scatenano nella lunga Sco-Mule  che tra rallenty, ripartenze, impennate e scorribande strumentali con un il drive bestiale di Matt Abts (sia Santo subito), Carlos Santana dell’età dell’oro sembra lì sul palco. Il momento più romantico dello show è affidato al colpo al cuore di Beautifully Broken e allora il Teatro Dal Verme ha ormai cambiato galassia e per chi è in sala non resta che abbandonarsi al piacere sensoriale di una musica totale. Potrebbero fare tre concerti in un giorno con scalette tutte diverse tanto è immenso il loro repertorio e la loro versatilità, scelgono Shake Our Way un funky nero come la pece e la lunga Feel Like B.U.S.H,  un blues urbano ad alto numero di ottani per chiudere lo show. L’encore non si fa attendere,  Haynes canta solo a-cappella e commuove con Grinnin’ in Your Face  di Son House, poi richiama Treves in Long Distance Call di Muddy Waters, l’amore di entrambi, e trascina Muli e pubblico adorante in Soulshine, finale previsto di un concerto straordinario. Eleganza e sensibilità,  Soulshine  non è solo la canzone più nota dei Gov’t Mule ma è anche il filo che riconduce agli Allman (uscì nell’album Where It All Begins ), la band che ha dato i natali a tutta questa fantastica storia musicale che dura tutt’ora.

 

MAURO ZAMBELLINI 

Le foto sono dell’amico Zanza

 

27 commenti:

Luigi ha detto...

Confermo e sottoscrivo ogni sensazione anche per il concerto della sera precedente a Bologna.
Vorrei solo sottolineare , una volta tanto, la giustissima scelta dei teatri come luoghi del concerto.
Comodità ed acustica perfetta sono fondamentali per spettacoli come questo.

Armando Chiechi ha detto...

Che bello leggere queste cronache e sapere che quando si vuole è possibile portare band o artisti in luoghi dove normalmente si dovrebbe suonare. Tanto di cappello al Beacon Theater o alla Royal Albert Hall ma perché non cominciare a pensare che anche da noi certi luoghi potrebbero divenire la normalità e non l' eccezione ?

Unknown2 ha detto...

Livio. Grande recensione x quella che possiamo definire tranquillamente 'the best r'n'r band in the world'. Giustamente Zambo sottolinea che a volte (su disco) possono anche apparire ostici, pesanti, ma evidentemente dal vivo sanno mettere l'anima pure su pezzi 'difficili' ed esaltarne la vitalità. Fa piacere leggere che hanno suonato anche canzoni gloriose e bellissime come Beautifully, Brazos e l'eterna Soulshine, che anche live, per gli Allman fantastici dell'era Haynes-Trucks, era irrinunciabile.
Attendiamo (non ho dubbi) conferme da Bob, che se li è visti svariate volte, e che so, come me, amerebbe nei loro concerti qualche cover in più, come solo loro le sanno fare: con cultura, rispetto e passione infiniti x la ns musica.
Warren Haynes(ovviamente è lui leader ed anima dei Muli) è innanzitutto un fan, uno di noi, insomma. Lo dimostra l'ospitata di Fabio Treves, che perfino in Italia non molti conoscono, ma che lui, evidentemente apprezza come merita!

Unknown2 ha detto...

Livio. Perdonate, è fuori tema, ma ho appena terminato "Just Kids", libro in cui Patti Smith racconta la storia di due ventenni (con lei Robert Mapplethorpe), che nel '66 lasciano tutto x correre incontro all'Arte, a New York.
Amici, amanti, poi sodali, i due vivono nell'indigenza e nello squallore ('avevo sempre fame', 'nei corridoi, tizi seminudi si cercavano la vena su braccia coperte di piaghe'). Approdano finalmente al mitico Chelsea Hotel, dove fanno incontri mirabolanti: G.Malanga, G.Corso, W.Burroughs, S.Dalì, S.Shepard, Jimi, Janis, e infiniti altri. Allen Ginsberg, scambiata una magrissima Patti x 'un ragazzo carino', tenta perfino un approccio...
Il CBGB e il Max's ben prima del punk, le drag queen, un'atmosfera incredibilmente fertile e feconda x ogni forma artistica.
L'eroina dilagante(ma PS mai toccherà droghe pesanti) e l'AIDS falceranno qs generazione, Mapplethorpe compreso.
Quasi x caso, lei che voleva disperatamente essere poetessa, divenne una rockstar, mentre lui, artista visivo votato a visionarie installazioni, si affermò invece come fotografo di livello planetario.
Tutto nacque dalla passione x l' Arte di due ragazzini.
Da leggere

Armando Chiechi ha detto...

Si Livio , Just Kids è un grande libro. Avvincente e godibile in tutte le sue pagine. Per non impegnarmi in altre letture più impegnative e nell' attesa che mi arrivi Tom Petty ( Zambo & Denti ) ho riletto " Il Grande Sogno " di Sam Shepard, libro che porta con sé disillusione e echi di un mito che non c'è più, quella America che sempre rincorriamo, nonostante tutto.... e che sempre ci sfugge !!

Unknown2 ha detto...

Livio. Grazie Armando x l'info su S.Shepard.
Intanto il libro su Tom Petty è uscito! Disponibile da ieri, sarà la mia prossima lettura, accompagnata, of course, da un fiume di musica pettyana

Unknown2 ha detto...

Livio. Su youtube già gira una versione live di Rolling Stones + ladygaga "Sweet sounds of heaven". Benchè, naturalmente, i meccanismi non siano ancora perfettamente oliati, dà un'idea di cosa potrebbe essere on stage. Si comincia a sognare...

Armando Chiechi ha detto...

Lady Gaga ci fa un figurone con gli Stones e nel brano in questione sfodera una voce che non è da meno rispetto a Merry Clayton o Lisa Fisher. Fortunatamente il libro di Petty mi arriva Lunedì e non il 29 /11 come un certo ritardo lasciava presagire. Sarà bello immergersi in questa lettura, riascoltare la sua musica come suggerisce Livio e rivivere certe emozioni, come quando lo scoprimmo su quelle pagine in bianco e nero. Un grazie sentito inoltre al nostro Mauro Zambellini e a Marco Denti, senza i quali non avremmo scoperto tanta bella musica e preziose letture.

Luigi ha detto...

Volevo un vostro parere , e anche del prof, su una impennata ulteriore e assurda dei prezzi di alcune ristampe di vecchi album a noi cari.
Ho visto prezzi da gioielleria per i box di Who ( who s next) Bob dylan (at budokan )e Black crowes (southern harmony ). Capisco la politica del vecchio fan da spolpare ma qui le cifre hanno raggiunto livelli stellari.
Ovvio che non si sta parlando di beni di prima necessità però questo strozzinaggio nei confronti di una passione è insostenibile.
Se poi aggiungiamo i prezzi dei concerti....

corrado ha detto...

Addio, Shane MacGowan...
Anche il Boss gli aveva reso omaggio ad Aprile, quando era arrivato in tour in Irlanda

Zambo ha detto...

Luigi hai perfettamente ragione. Basta non comprarli e andare avanti con quello che si ha. Tra l altro il live at budokan di Dylan, mi assicurato un mio amico in vacanza laggiù, in Giappone costa 50 euro in meno.

bobrock ha detto...

Me lo hanno regalato ( Dylan budokan) e confermo che non vale i soldi che chiedono….
Un doveroso omaggio a Shane Mac gowan… mi ricordo cento anni fa una sera con pogues los Lobos e stevie ray vaughan ..organizzato dalla Barley quando chiunque poteva andare ad un concerto senza fare un finanziamento

Unknown2 ha detto...

Livio. Luigi: io ho da tempo risolto il problema passando a youtube\spotify. Canoni accettabili: al prezzo di un cd al mese ho TUTTO, e in tempo reale. Stessa scelta x i libri: e-book a raffica, con sconti, rispetto al cartaceo, tra il 50 e l'80%.

Addio Shane. Oggi Rainy night in Soho a palla. Si è bevuto vita e musica, ma quando aveva voglia...
Io vidi i Pogues nel 1990, durante i mondiali. L'Italia aveva appena battuto l'Irlanda 1 a 0, e l'ineffabile Shane, ben carburato, esordì on stage con un bel 'fuck off, Schillaci!!!'. Risate e (timidi) applausi...

PS: a proposito di prezzi da usura. Ho acquistato tanti anni fa Poguemahone!!- the Pogues Box Set, meraviglioso, 5cd pieni di meraviglie a un prezzo ragionevole. Ho provato a cercarlo e, se si trova, il prezzo è + che raddoppiato...
Boys: sti cialtroni pensano davvero di poterci spennare a oltranza. E allora, unica difesa è lo streaming, e si ficchino i loro superbox, spesso inutili, là dove ben sapete

Armando Chiechi ha detto...

Concordo con quanto afferma Livio, almeno quando certe edizioni Deluxe o box che siano,costano un occhio della testa ed offrono magari meno di quello che ci si sarebbe aspettato. Di mio prediligo sempre i supporti fisici, siano essi CD,libri o vinili, per quanto questi ultimi rientrano più tra i vecchi che vado a riascoltare. Ad ogni modo non rinuncio a Spotify soprattutto quando ho bisogno di anteprime e quindi di capire se valga la pena di acquistare o meno quel determinato lavoro, ma mi capita pure di usarlo per ascoltare tutto quello che non riesco ad acquistare. In questi giorni prima di andare a letto o meglio prima di chiudere gli occhi ,sto leggendo Petty, il bellissimo libro della coppia Zambo-Denti ( o Denti-Zambo) e devo dire che già dalle prime pagine l'ho trovato coinvolgente e ben scritto, per quanto non avessi alcun dubbio in merito. Sono ancora all'inizio ma in questo weekend avrò modo di approfondire ancora più la lettura . Per quel che riguarda le novità o relative news gli Stones e Lucinda Williams sono i lavori più ascoltati finora ai quali si aggiunge l' ultimo di Chris Stapleton e il Neil Young live al Budokan Odeon. Per il resto tra musica in auto e fine settimana in casa una full immersion tra vecchi dischi di The Band, Jeff Beck, Randy Newman,Linda Rondadt,Bill Evans con il box della Riverside ( per chi piace il genere) e naturalmente il buon Seminole per accompagnare la lettura di cui sopra.

Zambo ha detto...

ascoltate il disco dei The FUZZMEN edito da una piccola etichetta italiana Long Song CAFè, un combo di sette grandi musicisti, qualcuno americano diversi italiani, stanno tra il rock, il blues ed il jazz ma fanno anche una versione di Move On Up di Curtis Mayfield ed una medley psichedelica sul tema di John Barleycorn Must Die dei Traffic, Musica senza steccati, open mind e strumenti in scioltezza. Non ve ne pentirete.

Zambo ha detto...

Long Song Records avrei dovuto scrivere ma l'ideatore dell'etichetta ha aperto a Milano anche un Long Song Cafè dove il 17 gennaio alle ore 21 con Marco Denti presenterò il libro su Tom petty. E' un piccolo bar stile Greenwich Village di un tempo con pareti tappezzate di libri usati che si possono comprare a prezzi scontati, un palchetto dove ogni tanto qualcuno suona, in genere jazz ma sono aperti anche ad altre espressioni pur in formazioni ridotte, buone birre, buoni vini e qualche piatto per mangiare. E' in via Eustachi.

Iaio ha detto...

Anche per me è stato un concerto memorabile, finalmente, dopo 3 volte, in un teatro degno del loro sound, uno spettacolo dalla nona fila in centro. Sottoscrivo ogni parola della recensione, inclusa la forma fisica di Haynes. Ci vediamo alla prossima

Unknown2 ha detto...

Livio. Adoro Tom Petty, le sue perfette canzoni da 3minuti3, ideale connubio di potenza e melodia... heartbreakers.
3chitarre elettriche e un umanissimo genio del rock.
Ho impiegato un po' a leggere il Libro di Zambellini\Denti, ho voluto godermelo riga x riga, insieme alle musiche riscoperte di TP. Ho ri-gustato tutta la sua discografia, ho appreso tantissime cose nuove su uno dei miei beniamini. Un testo scritto a 4mani (e 2cuori!!), con affetto, competenza, obiettività, discrezione: imperdibile x chiunque ami almeno un po' la nostra musica, quella magica cosa che ancora può consolarci, sempre, da ogni schiaffo della vita, farci sentire vivi, commoventi e commossi come a 20anni. Anzi: meglio!
Troverete, in qs pagine, in parallelo alla storia dell'uomo TP e delle sue canzoni, un mare di dotte citazioni, un compendio storico\sociologico di quel pianeta alieno\mito sognato che è a volte x noi l'America. Troverete le storie di tanti artisti che amiamo, da Roy Orbison a Johnny Cash, a Dylan, Harrison, Mc Guinn.
Due citazioni dal libro, solo x dire dello spessore umano di TP:
"Il futuro del rock è nel pubblico, e non in un performer qualunque"(1985)
"Non è giusto non c'è nessun dannato gruppo rock il cui concerto valga 150$. Faccio milioni coi tour. Non vedo il motivo x aumentare"(2001).
A + di qc fischieranno le orecchie...
Mentre scrivo sto vedendo su youtube un buon video del concerto di Newark, NJ, 16 giugno '17, Tour del Quarantennale. Il 2 ottobre Tom Petty sarebbe morto, stroncato da antidolorifici e fentanyl(maledetto chi l'ha scoperto e lo produce). Aveva fatto il tour con un'anca fratturata. Affaticato e sofferente, on stage macinava due ore di musica di livello eccelso, coi musicisti migliori del mondo, col suo pubblico che amava e da cui era adorato.
Oso sperare che se ne sia andato felice, e ora sia in jam con Elvis, Roy, George, e tutti gli altri: Knocking on Heaven's Door.
I need to know

Armando Chiechi ha detto...

Concordo con quanto afferma Livio riguardo il libro su Tom Petty. Ben scritto e scorrevole quanto dettagliato sulle vicende artistiche ed umane del Seminole. Anche io non l' ho letto tutto d' un fiato e a dire il vero lo sto ancora leggendo seppur sono quasi arrivato alla fine. Inevitabile riascoltare i suoi lavori e perché no...anche certe sue registrazioni non ufficiali come mi è successo qualche giorno fa al rientro da un giro lavorativo. Ero in auto quando la chiavetta USB mi ha restituito le emozioni di un concerto all'Irving Plaza di New York del 1999. Apertura con Around & Around di Chuck Berry e chiusura con Gloria dei Them ed in mezzo tutte quelle meravigliose canzoni che Petty ci ha lasciato, per non parlare di altre covers quali una magnifica Hideaway di Freddie King.

Luigi ha detto...

Rolling stones / hackney diamonds
Lucinda williams/ Stories from a r n r heart.
John Mellencamp / Orpheus descending.
Ian Hunter / Defiance part 1
Robert Finley / Black Bayou
Nude Party / Rides on
Teenage Funclub / Nothing lasts
forever
Pretenders / Ralentless
Rain parade / Last days of dying sun
Peter Gabriel / I /o
Forse è un rito passato di moda (anche il nostro prof non le ama) ma questa è la mia top ten di fine anno.
Ve la invio insieme agli auguri di buone feste ed a un grosso abbraccio

Armando Chiechi ha detto...

Ricambio di cuore Luigi. Diverse cose in comune e tra queste sicuramente Stones,Lucinda Williams, Mellencamp mentre Finley lo devo prendere e stessa cosa per Ian Hunter . A dirtela tutta i Pretenders me li sono persi e distrattamente forse me li sarò lasciati sfuggire. Non ti nascondo di qualche recupero tra i quali un box di Bill Evans ,un album soul Classic di Jimmy Barnes ed altre cose sparse qua e là, tra cui un vecchio libro di Paul Auster e "M.Train" della Smith regalatomi qualche giorno fa da mia moglie. Per il resto diversi bei libri,incluso la doppietta di Burke,Chris Offutt e quello del nostro Mauro con Denti, senza dimenticare il saggio di Tarantino e " Filosofia della Canzone Moderna " di Dylan preso leggermente in ritardo seppur uscito a Natale dello scorso anno .Ancora diversi bei film, tra i quali l'ultimo di Scorsese,ultimo visto in sala.

corrado ha detto...

Ragazzi, trovo almeno il tempo di inviare a tutti voi i miei più affettuosi auguri di buon Natale e sereno 2024. Un anno strano e spesso terribile, a livello generale e a livello personale, ma che ci ha lasciato anche momenti molto belli, fra questi il disco degli Stones.
Un abbraccio a tutti!

Unknown2 ha detto...

Livio. Ringrazio tutti x gli Auguri, che contraccambio di cuore. Non aspettiamoci troppo dal 2024: è bisestile...

I miei Best 2023:

Wilco, Cruel Country, stupenda sorpresa e disco dell'anno
Who, Live Wembley w. Orchestra
Lucinda Williams, Stories from a r'n'r heart
Rory Gallagher, All Around Man, live 1990
Rolling Stones, Hackney Diamonds, e GRRR live!
Black Crowes, Shake your money maker live
Clapton, Definitive 24nights: BLUES
Lynyrd Skynyrd, 45 the Complete Collection

Concerto: quando l'Innominato incontra la Monaca di Monza....

Libri:
Il Tom Petty di Zambo\Denti, imprescindibile
Leonardo Padura Fuentes coi suoi gialli cubani, crepuscolari e malinconici
Salvo Toscano e le brillantissime indagini dei Fratelli Corsaro
Abir Mukherjee, gialli nell'India coloniale
Mick Herron, Le Carrè + una tonnellata di humour british
Alan Parks, tartan noir disperato e durissimo
Roberto Costantini, Alessandro Robecchi, Antonio Manzini, ovvero tre garanzie made in Italy

Buon Natale, boys!!!

bobrock ha detto...

Non ci provo neanche a mettere insieme dieci album nuovi perché non sono in grado . Mi fermerei a due .
Tutto il resto sono ristampe o album dal vivo.
Anche io voto il concerto dell’innominato come migliore dell’anno. Seguono a ruota Govt mule , Chris Isaak.
Per il 2024 anno in cui compio tragicamente 60 anni ho già messo in cantiere 13 concerti . Si riparte con Bruce Cockburn a marzo.
Se abbiamo fortuna e se la sorte li accompagnerà ancora vedremo gli Stones in Europa la prossima estate.
Nel frattempo suggerisco di andare a sentire la Dave matthews band che per me è uno dei concerti top della prossima stagione.
Chris Isaak torna a Parigi a luglio , io mi sono già prenotato e consiglio vivamente
Viviamo tempi complicati , osserviamo in televisione scene di guerra che non credevo di vedere più , o meglio potevo pensarle in paesi lontanissimi . Il nostro governo che non ho votato latita, oppure ti chiede la carta di identità se urli alla Scala “ viva l’Italia antifascista “. I media saggiamente pilotati si occupano dei pandori della Ferragni . Il Mes non è stato ratificato e c’è qualche legaiolo che ancora vorrebbe tornare alla lira .
In Argentina ha vinto le elezioni un buffone, negli Usa vincerà ancora Trump, in Europa soffiano venti di estremismi a destra.
Non è un buon natale.
Detto questo un abbraccio a tutti quelli del blog e come dice Keith Richards “ alla faccia di chi ci vuole male”.

bobrock ha detto...

Errata corrige: mi é sfuggito il dettaglio che gli Stones suonano…..negli Usa . Un dettaglio di poco conto .
Quindi augurandogli lunga vita ne riparliamo nel 2025 😂😂😂😂

Armando Chiechi ha detto...

Un sentito Augurio a tutti e al nostro Prof e che il nuovo anno possa donarci la forza e la costanza di andare sempre avanti, nonostante i tempi. Inutile dire che sono quanto mai più appropriate le lucide riflessioni di Bob. Attendo chiaramente quella decina di titoli da parte di Mauro sull' anno in chiusura , non per il gusto di stilare la playlist di rito ma piuttosto per ricordarci qualche lavoro che può esserci sfuggito.

Merry XMas...Friends💐🌲

Zambo ha detto...

Grazie a tutti per l'apprezzamento del libro su Tom Petty, fa piacere sapere che vi è piaciuto. Tra pochi giorni metto qui sul blog la lista dei miei preferiti, solo cose uscite quest'anno, niente vecchi live ritrovati o ristampe. Nel frattempo auguro a tutti Voi amore e salute.
Zambo