giovedì 28 dicembre 2023

MY BEST OF 2023

 

Niente ristampe, edizioni deluxe, vecchi concerti ritrovati, solo dischi dell’anno. Questa è la sporca dozzina, un disco  al mese.



LUCINDA WILLIAMS  Stories from a rock n’roll heart

Il disco più nerazzurro dell’anno, lo dice la copertina, anche il più rock n’roll



IAN HUNTER     Defiance part 1

Il disco brit-rock dell’anno. Non fatevi ingannare dalla carta d’identità, qui c’è una vitalità che è rimasta ai tempi dei Mott The Hoople. Forever young.



JOHN MELLENCAMP   Orpheus Descending

Un disco  che unisce la grande canzone d’autore americana con la protesta socio-politica e la malinconia del tempo che passa. Caldo, arguto,confortante



THE ROLLING STONES    Hackney Diamonds

Una delle poche certezze rimaste da un secolo a questa parte



ANGELO leadbelly ROSSI   It don’t always matter how good you play

Come aprire un juke joint dalle parti di Gallarate e far divertire ogni sera con un show diverso. Blues a geometria variabile ed un tocco psycho



THE FUZZMEN     The Fuzzmen

Italian third mind. Shakerare garage, Traffic, jazz, Curtis Mayfield, southern e psychedelia. Servire a temperatura ambiente.



ROSE CITY BAND  Garden Party

Bucolici e psichedelici, rilassanti e gradevolmente erbivori. Nel senso della panama red.



DUANE BETTS   Wild & Precious Life

Paesaggio pastorale, chitarre in libera uscita, ballate al profumo delle magnolie, un pianoforte che svolazza e quella vecchia fascinosa aria del Sud. Come ringiovanire di 30 anni padre Dickie.



LANKUM    False Lankum

Tradizionali e solenni, cupi e dronati, celtici e psichedelici. Folk irlandese d’avanguardia. Mettersi il maglione di lana.



VAN MORRISON   Movin’ on Skiffle

Irriducibile. Le tradizioni “povere” della musica Americana trattate con un irish beat, una voce che è uno strumento e pinte di swing.



CHRIS   STAPLETON     Higher

Come unire il country di Nashville meno  edulcorato  con il soul di casa Muscle Shoals, il tutto dietro ad una voce forte ed autorevole



ROBERT FINLEY    Black bayou

I misteri, l’oscurità ed il blues del bayou, come nei racconti di James Lee Burke. Louisiana mon amour.

 


 

34 commenti:

Armando Chiechi ha detto...

Grazie Mauro per questo tuo immancabile resume d'anno. Di questi 12 ne ho preso poco più della metà, per il resto prendo appunti, compreso Robert Finley che mi tenta parecchio.

Happy New Year !!

bobrock ha detto...

Io sono indietro tre su 12, prenderò finley forse Chris Stapleton ( mi sembra che proprio Armando lo sponsorizzava parecchio e in effetti ad un ascolto approfondito ho capito perché vende un mare di album )
Lankum proprio mai sentiti, duane Betts paga troppo le radici paterne e non mi convince ( per ora), LUCINDA dopo l’ esibizione live dello scorso anno faccio troppa fatica ad ascoltarla con obiettività’.
Anche Fuzzmen e Garden party non pervenuti ( nel senso anche per questi sono a digiuno )
Van Morrison lo amo ma skiffle non molto .
Io butterei dentro la lista Bruce Cockburn , graham parker, e wilco
Complimenti al titolare del blog per l’ennesimo splendido libro.
Auguri di buon anno a tutti , sperando in un mondo più tranquillo.
Give peace a chance, siamo nella retorica ma a volte c’è né’ bisogno.
Un grande abbraccio .

Luigi ha detto...

Un grazie per la lista gradita come ogni anno .
Unico neo definire il disco della Williams un disco nerazzurro.
Io in copertina ci vedo solo una bella foto in bianco e nero ma è una questione di punti di vista.....

Unknown2 ha detto...

Livio. Nerazzurro, forever and ever! E gran bel disco, x di +. Poi comprendo chi è rimasto shockato vedendo Lucinda live in grave difficoltà...
Fatti salvi i sempiterni Stones, comprendo e apprezzo (anche se non condivido) l'impegno di evitare ristampe e live, ma mantengo le mie riserve sui lavori di Mellencamp e Morrison, continuo a non essere attratto dal country(Stapleton), credo anch'io che Duane Betts abbia ancora della strada da fare. Mi sono perso Ian Hunter e rimedierò. Gli altri onestamente devo ammettere che non li conosco, però se i Fuzzmen, ad es., non sono nè su spotify nè su youtube, beh...
Sulle famigerate (ma xchè poi???) piattaforme trovo perfino gruppi davvero piccolissimi, realtà locali che seguiamo in 4gatti, x affetto + che x passione. E allora xchè i Fuzzmen et similia non ne approfittano? Autoesclusione da malinteso senso di alternatività?
Concludo ringraziando il Prof x Tom Petty e x l'articolone su Lynyrd e Crowes, segno che live e remaster li apprezza eccome anche lui!
E buon 2024 a noi tutti, ma x non sbagliarvi tenete la testa bassa, chè se torna in sella quello sciroccato di Donald dovremo vederne delle brutte.
Poi ti giri e vedi un Biden da geriatria estrema e con un figlio impresentabile, a cominciare dal nome...
Solo il Rock potrà salvarci, che siano ristampe o novità!

Paul ha detto...

Caro Mauro, segnalazioni sempre utili che condivido in toto almeno per quelle di cui ho potuto godere in questo anno. Per quelle a me sconosciute proverò a rimediare appena possibile. Aggiungo alla tua lista 3 mie aggiunte, in ambito rigorosamente classic rock: De Wolff che mi hanno esaltato sia nel loro ultimo lavoro che nella esibizione live di novembre; Rival Sons, ormai una garanzia di qualità e compattezza; Dirty Honey, per me la rivelazione 2023, in cui sono inciampato casualmente a gennaio consumando il loro esordio, travolgendomi live a marzo e confermando con l'ultimo lavoro di essere un incrocio terribilmente ben riuscito fra primi Aerosmith, Free, Bad Company e Mountain.
Un augurio di buone feste a tutti, con ovviamente tra le mani il nuovo splendido libro del nostro prof.
Paul

Paul ha detto...

Dimenticavo 2 segnalazioni che sicuramente sono divisive ma che mi hanno turbato e affascinato e che non ho smesso di ascoltare: jonathan wilson e peter gabriel.

il Barman del Club ha detto...

Sempre scelte di altissimo livello che ti raffigurano in pieno: mi aspettavo anche i Gov't Mule ma va bene anche così.

bobrock ha detto...

😂😂😂😂😂in effetti anche io li ho omessi i Govt Mule 😇😇😇e dire che soltanto quest’anno li ho ascoltati live 4 volte.
Dirty honey adesso vado ad ascoltarli .
Anche l’arcangelo Gabriele con I/O ha prodotto un buon album
Lentamente riesco a mettere insieme dieci album
Di nuovo buon anno a tutti

max de cart ha detto...

La copertina è bianconera dammi retta.
Grandi gli Stones....non sbagliano quasi mai un colpo. Bel disco.
Molto bene anche Ian Hunter-
Mi sono piaciuti anche molto i lavori di Daniele Tenca e Graziano Romani.
Buona musica a tutti per 2024.

Unknown2 ha detto...

Livio. Beccato su sky arte: "A night with Lou Reed". Concerto breve (solo 1ora) ma fulminante. Bottom Line, NY, 1983. In scaletta i classici + qlc pezzo da Blue Mask e Legendary Hearts, che on stage assumono tutt'altro spessore.
Fred Maher ai tamburi(batteria elettronica... vabbè, erano gli eighties...), il grande Fernando Saunders al basso(spesso si appropria della linea melodica, lasciando la ritmica alle chitarre) e Robert Quine alla Fender: mattatore assoluto, fa piangere\miagolare\urlare il suo strumento. Look da travet: giacca, camicia bianca, calvizie devastante, ma un grande alla 6corde. Fantastico.
Loulou, in gran forma, si esibisce anche in svariati, pregiati assoli di chitarra.
Andy Warhol beccato fra il pubblico adorante.
Sì, sono passati + di 40anni. Classic rock? Dinosaur rock? Ma và: grande, grandissima musica. La nostra musica, senza tempo, senza età e senza scadenza.
Perchè "you can't beat 2guitars, bass, drum" (Lou Reed, dal retro cover di New York).
Che bello

bobrock ha detto...

Livio Lou Reed ad oggi è la dipartita di cui sento maggiormente la mancanza . Non c’è stato un concerto uno di quelli a cui ho assistito uguale all’altro. Sempre controcorrente, senza mai assecondare il pubblico . Forse l’artista più intimamente ROCK che ho ascoltato . Di quel concerto che tu hai visto , ho il ricordo dello stesso tour al palazzo dello sport di Milano ( quello che crollò perché due architetti romani non avevano preventivato che a Milano potesse nevicare 😂😂😂).
L’anno era il 1984. Se leggi una delle tante bio su LR Robert Quine venne spesso trattato a pesci in faccia dal nostro.
Grandi artisti ….uomini un po’ meno grandi .

corrado ha detto...

Celebre concerto che girava spesso in tv all'epoca. Era un'ottima band. Il tour era proprio quello di Legendary Hearts, in cui Lou Reed aveva iniziato a tenere un passo indietro Robert Quine. In The Blue Mask i due avevano collaborato molto bene e infatti quello è un gran disco.
Questo concerto ora è anche su Rai play, dunque lo si può finalmente gustare quando si vuole.

Unknown2 ha detto...

Livio. Questa del dissidio Reed\Quine mi mancava. In effetti nel video a malapena si scambiano qlc sguardo.
Forse LR temeva che Q gli facesse ombra.. I suoi assoli, x quanto volonterosi, scompaiono di fronte al lavoro eccelso di Quine!
Del resto l'ego smisurato di LR ha causato danni, a lui e a chi gli stava intorno, x tutta la carriera. Se poi aggiungiamo che x 3\4 del tempo Reed stava "in orbita", beh, detto tutto no?

gialloesse ha detto...

Ma tu mi conosci, cioè sai chi sono ? Ma si, ne sono certo. Bisogna togliere il punto di domanda. Grazie per le preziose segnalazioni.
(Blog : gialloesse.wordpress.com)

corrado ha detto...

Non c'entra niente, ma noi abbiamo perso Gigi Riva. L'uomo, il campione non c'è più, ma il suo esempio si staglia ancora contro la mediocrità del presente. ❤️💙

bobrock ha detto...

Sappi che é spiaciuto molto anche a me e non sono uno da tanti romanticismi . Riva era il simbolo di un calcio ⚽️ che non esiste più ( da un pezzo) e senza conoscerlo mi dava l’idea di una gran brava persona.
Mica i clown 🤡 che giocano oggi che per qualche dollaro in più cambiano maglia … e te li ritrovi avversari .
Gli stessi che quando vengono acquistati baciano la maglia e promettono amore eterno.
Salvo alla fine dell’anno passare al nemico con la più totale tranquillità….
Peccato che la sua carriera sia terminata così precocemente.

Unknown2 ha detto...

Livio. Caro Corrado: c'entra eccome. Rombo di Tuono era un grande Uomo, e giustamente viene celebrato dalla stampa mondiale come "il più grande attaccante di sempre". Ma prima che calciatore è stato esempio di sobrietà, lealtà, concretezza. Parlava coi suoi silenzi.
I cialtroni del calcio odierno dovrebbero studiarselo x bene.
Ma poi sentiamo i fischi di Riad durante il minuto di silenzio in suo onore, e siamo certi che non cambierà mai nulla. Anzi: sempre peggio, x lo sport + amato e popolare, in mano ad agenti\mediatori sciacalli (senza offesa x gli sciacalli) e a "campioni" solo di avidità.
Buon calcio a tutti ): ): ):

Armando Chiechi ha detto...

Mai capito nulla di calcio, sempre giocato male nelle partite che si facevano tra amici in cortile ma è innegabile quanto e comunque quanto questo sport abbia sempre affascinato la mia immaginazione durante la mia infanzia e prima adolescenza. Gigi Riva al pari di altri suoi contemporanei era un campione fuori e dentro il campo. Siamo cresciuti con gente che ci ha aiutato a capire il vero senso dello sport e della vita e quindi è innegabile quanto possa rattristarmi sentire certe notizie. Insieme a loro se ne va una parte di te e di quel mondo che ci ha visto crescere tra fumetti e l'odore delle figurine Panini, quell'intervallo di tempo tra la pura meraviglia negli occhi di un bambino e l' eccitazione di una scossa al suon di rock'n'roll che sarebbe venuta subito dopo.

corrado ha detto...

Si, anche la mia infanzia è trascorsa con nella mente tre caposaldi: Gigi Riva, Tex Willer e il Rock.
Per tutte quelle ragioni che avete ottimamente esposto.
Grazie per i vostri feedback

Unknown2 ha detto...

Livio. Eh, ma allora ditelo! Operazione nostalgia.
Giggirriva e il possente Bonimba;
Tex: ce li ho tutti! da 'La mano rossa'(n. 1) a 'I pirati del Borneo' (n. 759), tutti i Tex mensili, che però ormai da decenni non leggo più, ma insieme al Busca sono acquisto irrinunciabile, lasciando perdere le decine di spin-off che il buon Sergio Bonelli sforna come conigli.
E le Panini, il mitico Pizzaballa, portiere dell'Atalanta '63-'64, che mai riuscii ad avere. Le Valide, Bisvalide e Trisvalide, studiate x capitalizzare i pacchi di doppioni con premi irraggiungibili...
Poi la tempesta ormonale, il rock, il ginnasio, ma qs è un'altra storia.
Il poeta massimo della magica età preadolescenziale è il sommo Stephen King, altro che maestro dell'horror. Stand by me (The Body), ma anche It e tanti altri libri e racconti del Maestro di Bangor.
Ma sto andando fuori tema.
Ciao, e buoni ricordi a tutti

corrado ha detto...

Bellissimo. Siamo venuti tutti su bene con questo imprinting!

Armando Chiechi ha detto...

Eh sì Livio...poi mica vai tanto fuori, considerando l' amore di King per il rock'n'roll e tutta la musica che amiamo o abbiamo amato. Concordo sull'errrata e facile catalogazione dello scrittore del Maine. Il mio primo incontro con i suoi libri almeno per me fu L' Ombra dello Scorpione e di li tutti quelli che più o meno ci hanno accompagnato. Se guardo indietro potrebbero formarsi i lucciconi ma sono felice ad ogni modo perché mia nipote di tredici anni incuriosita dai suoi libri mi ha chiesto di farglieli leggere, cosa che non mi faccio ripetere perché per problemi di spazi che si restringono e perché non si può proprio conservare tutto, sarà un vero piacere regalarli !!

Unknown2 ha detto...

Livio. Anch'io fui fulminato sulla via x Damasco da "L'ombra dello scorpione"!
Poi non mi sono + fermato e ho letto quasi tutto di SK, compresa la ponderosa saga della Torre Nera. Chissà se il suo talento sarà mai premiato anche a livello "accademico", come ampiamente meriterebbe.
Trovo che la sua produzione si sia fatta molto + cupa e pessimista dopo l'investimento che subì anni fa, che lo costrinse a lunghe, dolorose cure.
E suona pure la chitarra in un gruppetto amatoriale, ma ha avuto occasione di esibirsi insieme a Warren Zevon (nn ricordo + nell'intro di quale dei suoi innumeri libri l'ho letto: ormai ho una certa).
Gratitudine imperitura a un grande scrittore che, non c'è dubbio, ha migliorato la qualità della mia vita.
E insistiamo a far leggere i giovani: anch'io ho introdotto mia nipote, laureata in giuri., ai legal thriller di M.Connelly con Mickey Haller, the Lincoln Lawyer. Non sarà Dante Alighieri, Connelly, ma è il top nel suo genere.
Seminiamo: qc spunterà

Armando Chiechi ha detto...

Curioso... perché mi piace molto il noir ma di Connelly non ho mai letto nulla ma stravedo per la serie Bosch tratta dal personaggio dei suoi libri. Sarà una scusa per tornarci ed approfondirlo.

Unknown2 ha detto...

Livio. Per me Michael Connelly è il top del Police Procedural. La serie di Harry Bosch la considero imperdibile. Se ti è piaciuta la trasposizione televisiva sarai entusiasta dei libri. Consiglio di procedere in ordine cronologico: in qs modo potrai procurarti le edizioni "economiche" (esistono anche uscite singole con 3 romanzi). Qualità massima a prezzo di base, ma soprattutto potrai seguire anche le vicende 'umane' di Harry(Hieronymus) che si dipanano parallelamente alle sue indagini.
Tutt'altro che supereroe\sciupafemmine, HB è sostenuto da un senso di giustizia inossidabile, che lo porta spesso a scontrarsi con le gerarchie.
Umanissima voglia di verità, all'interno del labirintico sistema poliziesco\giudiziario della megalopoli LA.
Gli Harry Bosch sono ormai 24, ma eccellenti sono pure i 7 Mickey Haller, i 5 Reneè Ballard(sua + recente creatura) e i 3 Jack Mc Evoy.
Buona lettura!

Armando Chiechi ha detto...

Grazie Livio😉

Marco ha detto...

Intanto condoglianze al Boss per la scomparsa della sua amata mamma, Adele Zirilli.

Unknown2 ha detto...

Livio. Mi unisco alle condoglianze, seppur 'virtuali'.
Sappiamo quanta importanza ha avuto questa piccola grande donna italiana. Era lei a mantenere la famiglia Springsteen, fu lei a regalare "a brand new japanese guitar" al giovane Bruce,
mentre Doug se ne stava al buio in cucina, a fumare e bere birra, aspettando il figlio solo x imprecare contro i suoi capelli lunghi e "this damned guitar".
Le cose della vita

corrado ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
corrado ha detto...

Completerei la lista dei migliori dischi del 2023, sulla quale sostanzialmente concordo, con "Plastic Eternity", dei Mudhoney, che festeggiano alla grande 35 anni di attività.
Me lo ero perso, ma in realtà è un ottimo disco, suonato e registrato veramente bene. Sono i sopravvissuti di quel fenomeno complesso chiamato Grunge e che raccoglieva musicisti ed esperienze diverse fra loro, inoltre sono sempre stati coerenti e non sono mai scesi a compromessi

Armando Chiechi ha detto...

Il tempo scivola via e a volte non hai il tempo nemmeno di prenderne coscienza. Certamente Adele Zirilli ha vissuto credo...una vita intensa ed ha ballato tenendo duro fino ai suoi ultimi giorni, cosa che per certi versi avrebbe dovuto fare suo figlio,ma canalando il tutto nel verso giusto. Inoltre e per rimanere più strettamente legati alla nostra Spoon River se n'è andato pure Wayne Kramer ma ormai è storia di tutti i giorni. Le nuove proposte ed i bei dischi suggeriti dal nostro Mauro sono l'antidoto per non farsi travolgere dal velo di nostalgia, ma se il passato non è un pesante macigno e lo si vive nel modo giusto, riscoprire e riascoltare certi dischi e' un vero piacere. Ultimamente mi è capitato riascoltando vecchie cose di Bob Seger (Seven), Steely Dan ( Katy Lied), Blood Sweat & Tears ( il secondo, terzo e quarto album), vecchie cose di Lightin' Hopkins e jazz sparso. Inoltre vorrei ringraziare Livio per i suoi suggerimenti circa Michael Connelly. Non ho fatto in tempo a segnarmeli che mia moglie ha già ordinato e letto i primi due.

corrado ha detto...

Wayne Kramer, cavolo... Riascolto i Mudhoney e lui muore. Lui che aveva prodotto un paio di loro dischi e anche suonato i (il basso!)

Unknown2 ha detto...

Livio. Armando, fra lettori ci si dà una mano: tu mi hai fatto conoscere Charles Willeford e il suo Hoke Moseley..
W. Kramer con gli MC5 è stato importante, pur se ignoto ai più.
Di tutti i grandi che ci lasciano resta però la musica. La qualità, quando c'è, è inossidabile e senza tempo.
Ieri, entrando in un negozio, sono stato colpito dalle note struggenti di "Since i've been loving you" (Led Zep 3, 1970). Fatti i doverosi complimenti, mi è stata indicata la "responsabile" della scelta: una ragazza giovanissima e sorridente. La ns musica, fin che noi la coltiveremo, non morirà.

Unknown2 ha detto...

Livio. Addio ad Ernesto Assante, 66anni, prima firma musicale di Repubblica. Ha contribuito grandemente a sdoganare il Rock come forma d'Arte e di Cultura in maiuscolo.
Buon viaggio, anche a lui