Considerato da molti il miglior
album dei Fleetwood Mac della prima epoca, Then Play On pubblicato originariamente il 19
settembre del 1969 dalla Warner/Reprise, si colloca a metà strada tra i
rigorosi Mac del periodo blues e i miliardari Mac del periodo californiano, più
orientati verso un soft-rock dalle colorazioni west-coast. Then Play On , il cui
titolo trae spunto dal primo verso de La
Dodicesima Notte di Shakespeare, fu
registrato a Londra con l'innesto di un terzo chitarrista, Danny Kirwan, a fianco di Peter Green e Jeremy Spencer.
Apparentemente è un disco di passaggio visto che, prima della trasformazione
californiana, ci furono diversi cambiamenti in formazione. E' l'ultimo
album con Peter Green, non ancora
inghiottito nei vortici mentali indotti
dall'uso del LSD, il quale lascerà le chitarre in mano a Jeremy Spencer, se ne
andrà di lì a poco nei Bambini di Dio, a Kirwan, e poi a Bob Welch e Bob Weston,
fino a quando non arriverà Lindsay Buckingham, ed è un disco estremamente importante perché segna
un cambiamento radicale rispetto al rigoroso blues originario del gruppo,
ampliando il linguaggio verso una forma
rock che teneva conto del sempre più impellente bisogno di improvvisazione che
la band stava sperimentando in quell'anno, con concerti, in particolare quelli
al Boston Tea Party che non avevano nulla da invidiare ai Grateful Dead, ai
Quicksilver M.S e alla Allman Brothers Band.
I prodromi di quelle jam (raccomando l'acquisto del triplo The Boston Box se ancora reperibile) sono proprio contenute in Then Play On , in titoli divenuti dei piece de resistence dei loro show come la devastante Rattlesnake Shake, come Underway, Coming Your Way e come Oh Well uscita originariamente su singolo divisa in una parte A e una Parte B e poi inclusa nell'album per la durata di quasi nove minuti. Nelle session di registrazione si affaccerà anche Christine Perfect proveniente dagli Chicken Shack , futura moglie del bassista John McVie e futura tastierista dei Fleetwood Mac. Detto senza mezzi termini, Then Play On è un album grandioso, un cinque stelle a tutti gli effetti, un lavoro di innovazione sonora sorprendente con Peter Green all'apice della sua ispirazione, capace con la sua Gibson di creare atmosfere dilatate e sognanti grazie all'uso frequente di fraseggi acustici. L'arrivo di Danny Kirwan, compositore ispirato e prolifico, innesta sonorità melodiche sul ceppo blues del gruppo, e smussa l'incomunicabilità venutasi a creare tra Green e Spencer, le tre chitarre sono complementari e si intrecciano in modo proficuo. La rilassata My Dream per chitarra solista e chitarre ritmiche, è composta da Kirwan, autore di altri sei brani tra cui la tambureggiante (Mick Fleetwood fa sfoggio delle sue passioni africane) Coming Your Way, l'estatica e dolce Although The Sun Is Shining e Like Crying, il cui tema si basa sul contrastato amore tra due donne. Ma il pilastro attorno a cui è costruito Then Play On è costituito dalle canzoni di Green : le dirompenti Show-Biz Blues e Rattlesnake Shake dove la tensione esplode in tutta la sua energia e dal vivo diventano delle cavalcate di rock/blues psichedelico, la delicata Closing My Eyes frutto di un nuovo sforzo nel songwriting, i riferimenti hendrixiani e spaziali dello strumentale Underway, la travolgente Oh Well, immagine dell'ampliamento stilistico dei Fleetwood Mac tra incalzanti drive di chitarra e rilassate pause acustiche con tanto di flauto bucolico, ed infine Before The Beginning un cupo blues per chitarra e timpani. A McVie e Mick Fleetwood si devono invece Searching For Madge e Fighting For Madge brani strumentali gemelli, dominati dai ritmi di basso e batteria. Pubblicato dopo il successo dello strumentale Albatross, Then Play On ebbe al tempo recensioni contrastanti, Rolling Stone lo stroncò per poi, in tempi recenti, ricredersi, Robert Christgau fu positivo descrivendolo come un mix di languide ballate e ritmi latini, altri lo definirono una odissea di blues psichedelico espanso, e mi pare una azzeccata definizione. La nuova ristampa del disco non aggiunge molto, per non intaccare un concept già così elevato, ma recupera cose che erano andate perse : il blues One Sunny Day e la rallentata e sensuale Without You con quella chitarra (Green) che fa accapponare la pelle, omessi nell'edizione americana del Lp e poi inclusi nella compilation English Rose , e Oh Well ripristinato nella sua doppia versione, Part 1 e Part 2 cosi come era uscita su singolo. Non so quanto gli giovi visto che i nove minuti interi del Lp facevano un bell'effetto, intelligente invece, visto l'uniformità stilistica tra il brano e l'intero album, è l'inclusione di The Green Manalishi, altro titolo destinato a far furore dal vivo al Boston Tea Party tra jam ed esplosioni strumentali, uscito come singolo durante il tour americano del 1970 ed ultima traccia con Peter Green in formazione. Un addio lancinante da parte di uno dei più grandi chitarristi del blues bianco. Then Play On chiuse un'era d'oro per i Mac, i capitoli seguenti fanno parte di un altro libro, gli amanti del blues li abbandonarono (già con Then Play On avevano cominciato a storcere il naso), per quanto mi riguarda anche se i Mac californiani furono "un' altra band" non posso negare che album come l'omonimo del 1975, Rumours e Tusk siano quanto di più intrigante abbia espresso il soft-rock californiano dei settanta impolverato di cocaina.
I prodromi di quelle jam (raccomando l'acquisto del triplo The Boston Box se ancora reperibile) sono proprio contenute in Then Play On , in titoli divenuti dei piece de resistence dei loro show come la devastante Rattlesnake Shake, come Underway, Coming Your Way e come Oh Well uscita originariamente su singolo divisa in una parte A e una Parte B e poi inclusa nell'album per la durata di quasi nove minuti. Nelle session di registrazione si affaccerà anche Christine Perfect proveniente dagli Chicken Shack , futura moglie del bassista John McVie e futura tastierista dei Fleetwood Mac. Detto senza mezzi termini, Then Play On è un album grandioso, un cinque stelle a tutti gli effetti, un lavoro di innovazione sonora sorprendente con Peter Green all'apice della sua ispirazione, capace con la sua Gibson di creare atmosfere dilatate e sognanti grazie all'uso frequente di fraseggi acustici. L'arrivo di Danny Kirwan, compositore ispirato e prolifico, innesta sonorità melodiche sul ceppo blues del gruppo, e smussa l'incomunicabilità venutasi a creare tra Green e Spencer, le tre chitarre sono complementari e si intrecciano in modo proficuo. La rilassata My Dream per chitarra solista e chitarre ritmiche, è composta da Kirwan, autore di altri sei brani tra cui la tambureggiante (Mick Fleetwood fa sfoggio delle sue passioni africane) Coming Your Way, l'estatica e dolce Although The Sun Is Shining e Like Crying, il cui tema si basa sul contrastato amore tra due donne. Ma il pilastro attorno a cui è costruito Then Play On è costituito dalle canzoni di Green : le dirompenti Show-Biz Blues e Rattlesnake Shake dove la tensione esplode in tutta la sua energia e dal vivo diventano delle cavalcate di rock/blues psichedelico, la delicata Closing My Eyes frutto di un nuovo sforzo nel songwriting, i riferimenti hendrixiani e spaziali dello strumentale Underway, la travolgente Oh Well, immagine dell'ampliamento stilistico dei Fleetwood Mac tra incalzanti drive di chitarra e rilassate pause acustiche con tanto di flauto bucolico, ed infine Before The Beginning un cupo blues per chitarra e timpani. A McVie e Mick Fleetwood si devono invece Searching For Madge e Fighting For Madge brani strumentali gemelli, dominati dai ritmi di basso e batteria. Pubblicato dopo il successo dello strumentale Albatross, Then Play On ebbe al tempo recensioni contrastanti, Rolling Stone lo stroncò per poi, in tempi recenti, ricredersi, Robert Christgau fu positivo descrivendolo come un mix di languide ballate e ritmi latini, altri lo definirono una odissea di blues psichedelico espanso, e mi pare una azzeccata definizione. La nuova ristampa del disco non aggiunge molto, per non intaccare un concept già così elevato, ma recupera cose che erano andate perse : il blues One Sunny Day e la rallentata e sensuale Without You con quella chitarra (Green) che fa accapponare la pelle, omessi nell'edizione americana del Lp e poi inclusi nella compilation English Rose , e Oh Well ripristinato nella sua doppia versione, Part 1 e Part 2 cosi come era uscita su singolo. Non so quanto gli giovi visto che i nove minuti interi del Lp facevano un bell'effetto, intelligente invece, visto l'uniformità stilistica tra il brano e l'intero album, è l'inclusione di The Green Manalishi, altro titolo destinato a far furore dal vivo al Boston Tea Party tra jam ed esplosioni strumentali, uscito come singolo durante il tour americano del 1970 ed ultima traccia con Peter Green in formazione. Un addio lancinante da parte di uno dei più grandi chitarristi del blues bianco. Then Play On chiuse un'era d'oro per i Mac, i capitoli seguenti fanno parte di un altro libro, gli amanti del blues li abbandonarono (già con Then Play On avevano cominciato a storcere il naso), per quanto mi riguarda anche se i Mac californiani furono "un' altra band" non posso negare che album come l'omonimo del 1975, Rumours e Tusk siano quanto di più intrigante abbia espresso il soft-rock californiano dei settanta impolverato di cocaina.
L'odierna
ristampa esce il 18 settembre in CD e in vinile, completata da un book di 16
pagine con le note di copertina del biografo della band Anthony Bozza ed una
introduzione di Mick Fleetwood. Chi non l'avesse non se lo lasci scappare.
MAURO
ZAMBELLINI LUGLIO 2020