I Rolling Stones ad Hyde
Park 44 anni dopo, un evento immortalato da un DVD, da un doppio CD, da un Blue Ray e da una edizione deluxe con tutto e di più. Hanno
suonato quest'estate il 6 ed il 13 luglio nel più famoso parco di Londra,
entrato nella cultura rock per quel
mitico concerto del 5 luglio del 1969 con cui salutarono Brian Jones, morto tre
giorni prima, e diedero il benvenuto a Mick Taylor. C'erano 250 mila persone ad
Hyde Park quel giorno, Jagger liberò centinaia di farfalle e lesse un brano
tratto dall' Adonais di Percy Shelley, lo show, non eccelso come il tour
americano che sarebbe iniziato di lì a poco,
fu celebrato dal film The Stones In The Park. " C'è qualcuno che era qui nel 1969" grida ad un certo punto Mick
Jagger ai sessantacinquemila presenti la sera del 6 luglio 2013, infilandosi la stessa camicia bianca da
paggio che aveva ad Hyde Park nel 1969, rispondendo alle grida di una parte
del pubblico con "bentornati, è un piacere vedervi di
nuovo" e dando il via ad una sempre verde Honky Tonk Women con Keith Richards impegnato nel suo sporco lavoro
con la chitarra, i fiati di Bobby Keys
e Tim Ries a soffiare assatanati e Chuck Leavell a regalare col piano il suo
miglior assolo del concerto, anzi dei concerti per ché Sweet Summer Sun assembla
registrazioni di entrambe le date londinesi, il
6 e il 13 luglio. Il camicione
bianco di Jagger non è il solo riferimento al concerto del 1969, a contorno dello show nel DVD ci sono difatti brevi flash presi da quel lontano Hyde Park ,
oltre ai commenti dei protagonisti e del pubblico festante, un pubblico
transgenerazionale che va dai bambini ai nonni, tutti felici di assistere al'
ultimo ? ( si dice così da almeno
trentanni) show della band più longeva
della storia del rock. Che in questo Hyde Park Live non manifesta quei segni di
bolsaggine palesati in diverse occasioni delle ultime tourneè, mi viene in
mente ad esempio Milano 2006 e nemmeno
svolge il compito con routine,
come da contratto e senza particolare trasporto. Lo show di Hyde Park, come d'altra parte
quello di Glastonbury del 29 giugno, per certi versi ancora migliore, li vede vecchi ma in forma, non ancora pronti
ad andare in pensione, contenti di stare davanti al pubblico, non solo per l'incasso
ma per divertirsi con ciò che sanno fare meglio ovvero suonare rock
n'roll.
Lo
spettacolo è meno elaborato e circense di quelli degli anni novanta, loro sono
più schietti, impegnati e concentrati negli assoli, nei riff e nelle melodie, Richards e Wood suonano le chitarre in modo
decente, si divertono come stessero in garage a far festa , Charlie Watts sorride perfino tanto è a suo agio, e
Jagger, beh Jagger lo si può amare o odiare, ma è uno dei grandi misteri
della vitalità fisica umana, è straordinariamente in forma, canta senza sosta
con una voce che non soffre minimamente il tempo , corre, salta, si dimena con
quelle sue mossette tipiche, sculetta, incita il pubblico, gioca, si concede
completamente, ha una forza scenica che non hanno i suoi colleghi più giovani e
riesce ad essere meno gigione e pavone
del solito, evitando di fare il Mick Jagger che imita Mick Jagger. Il resto è
l'eccellenza in fatto di turnisti, se così si possono definire, sax e trombe di
prima classe, il pianista di Jessica, Chuck Leavell al loro servizio dal
lontano 1982, la voce maschile di Demon
Fowler, l'ugola rovente di Lisa Fisher,
la quale in Gimme Shelter dimentica l'acuto iniziale ma poi sulla pedana in
mezzo alla folla diventa regina, danza con Jagger, agita le frange della sua camicia come fossero le ali di un aquila, tira fuori la sua voce da soul singer e accende l'eros di
Mick. E'solo uno dei tanti momenti caldi dello spettacolo perché se è vero
che le canzoni fanno la differenza è
altrettanto vero che gli Stones di quest'estate sono ancora un gran bel sentire
e vedere, e quindi meglio il DVD che il CD.
Partono con Start Me Up ovvero
dal 1981 e poi tornano indietro. Jagger è in camicia nera e giacca leopardata,
Richards in nero con camicia rossa, chiodo e t-shirts bianca per Wood, in
spartana maglietta verde Watts, sembrano una gang di teppisti dei quartieri
alti, monelli e aristocratici anche a settanta anni, almeno tre generazioni di rockers hanno
imparato da loro. Subito arriva è solo
rock n'roll ma ci piace, e difatti non aspettatevi altro ma se un alieno
arrivato questa mattina sulla terra vi chiedesse cos'è il rock n'roll, per rispondergli non potreste che fargli
ascoltare (e vedere) i Rolling Stones. Quindi, punto e a capo. Ecco Doom and Gloom la loro cosa più recente,
dura , potente, ballabile, roba da officine Stones, è del 2012 ma è già un classico.
Gibson
e Fender si succedono nelle mani di Wood e Keef, la Stratocaster dell'uno fa compagnia alla
Telecaster dell'altro, sentire cantare così fragile ed esangue Richards in You Got
The Silver, già esibita
abbondantemente nelle ultime date del Bigger Bang Tour, ci si chiede
quanto potrà durare ancora sul palco ma Happy allontana la risposta, è sguaiata,
orgiastica, felice, con Wood alla lap-steel e gli Stones ancora a Nellcote.
Quando cala l'oscurità Jagger si mette
la giacca di lamè , impugna la Fender nera, l' aveva già usata in Doom and Gloom , e dà il via alle danze, l'immenso prato di Hyde Park diventa un' onda,
la febbre del sabato sera si chiama Miss
You, le donne, tante, tantissime
come ad ogni concerto delle Pietre Rotolanti, vanno in visibilio e iniziano a
muoversi sinuose. Gli uomini lo fanno subito dopo quando Mick Taylor sale sul palco e con la sua Les Paul tinge di blues
lo show. Midnight Rambler è in versione deluxe, lunga, arrembante, al sangue. Sono tre
chitarre a sferragliare sul palco e si
sente, una bambina balla tarantolata nel parco, ha capito cosa dicevano mamma e
papà quando parlavano di Rolling Stones. Da lì in poi è rock n'roll come lo si immagina e lo si vorrebbe, puro e
sporco, il riff di Jumpin' Jack Flash è
bollente, il rito pagano di Sympathy For The Devil il momento in cui tutti i sessantacinquemila (per
sera) intonano il canto al diavolo-Jagger che in stola di piume pare un corvo
malefico uscito da un racconto horror. Richards con la Gibson fa il celebre assolo,
Watts aggiunge un pizzico di swing nel
drumming, come se volesse sdrammatizzare una canzone che nel tempo ha perso
quell'immaginario diabolico e trasgressivo. Ma Jagger è ancora capace di farci
credere che nel rock n'roll l'inferno esiste ancora ed è talmente bravo che
alla fine ne siamo convinti, o almeno facciamo finta. Il finale è affidato a Brown Sugar prima degli encore. Il corno
francese di Tim Ries ed un nugolo di belle signorine in nero, quelle del London Youth Choir, annunciano che tu non puoi sempre avere ciò che vuoi, detto che si adatta
bene alla quasi totalità della popolazione mondiale tranne che agli Stones a cui la vita ha regalato fama,gloria,
successo, popolarità, soldi e longevità artistica. La versione di You Can't Always Get What You Want è
all'altezza della sua fama, il gospel si sposa col miglior assist di Ron Wood
del concerto, poi l'apoteosi di Satisfaction
tra gioia e rock n'roll chiude un evento che il DVD Sweet Summer Sun ha già consegnato
alla storia. Non c'è niente di nuovo ma sono gli Stones dal vivo ovvero
divertimento assicurato e qualche colpo malandrino. Certo la scaletta di Sweet
Summer Sun avrebbe potuto essere
meno ovvia ma sono state omesse , e
c'erano nelle due date di luglio, Tumbling Dice, Beast of Burden, Bitch, All
Down The Line ed Emotional
Rescue, Paint It Black e Before They
Make Me Run, quest'ultima cantata
da Richards, sono state relegate nelle bonus tracks del DVD e
compaiono nel doppio CD. D'altra parte
la scaletta non è molto diversa da quella standard del loro Licks 2002/2003
World Tour , questi concerti sono nati per celebrare il loro
cinquantesimo anno di attività e sintetizzano la loro carriera con i brani più
noti. Su sedici tracce riportate dal
DVD dieci arrivano dagli anni sessanta
con la netta prevalenza dell'album Let It Bleed, quattro dai settanta,
uno è degli anni ottanta ed uno degli anni duemila, come dire il futuro è dietro
le spalle ma noi siamo ancora qui.
MAURO
ZAMBELLINI OTTOBRE 2013