martedì 27 ottobre 2020

BRUCE SPRINGSTEEN LETTER TO YOU

3 ottobre. Ho rispettato i tempi comuni, mi sono svegliato alle 8, giornata grigia, piovosa, triste, ho acceso il Marshall e con Amazon Unlimited ho ascoltato finalmente tutto Letter To You. Un disco di grande malinconia rock, con alcuni momenti davvero commoventi, non entro nella disamina dei brani, scrivo dopo un solo ascolto. Più che l'inverno come suggerisce la copertina, è un disco autunnale, l'autunno della vita, malinconico e triste ma con ancora quel filo di resistenza e di saggezza che permette alle cose, in questo caso alla musica di emanare bellezza. Traspare la consapevolezza di non aver vissuto invano, di aver vissuto con l'intensità che ti porta a fare anche degli errori e degli sbagli, ma con sincerità e onestà. Certo c'è una differenza tra i tre brani di un tempo che fu e quelli di oggi, un po come i giubbotti che una volta Bruce portava, un po sgualciti e sciupati, presi magari da un mercatino dell'usato ma vissuti fino alle pieghe della pelle, e quelli di oggi che sembrano appena usciti da una boutique. Ma i giubbotti sono rimasti, come è rimasto il suo rock n'roll che con Letter To You Springsteen ci regala in questo anno infausto. Un Bruce così non lo ascoltavo da tempo. Bel disco.

Questo è il post che ho scritto su fbook la mattina del 23 ottobre dopo il primo ascolto a caldo di Letter To You, oggi martedi 27 torno sul luogo del delitto con alcune considerazioni, più per stimolare la discussione tra i lettori del blog, che me lo hanno chiesto, che altro. Certo, tra il 23 ed oggi ci sono stati altri ascolti, per cui  ho una idea più chiara del disco, ma sottoscrivo la prima impressione a caldo. Letter To You non è un capolavoro, è solo un buon disco, onesto e sincero come già scritto, e frutto di una volontà, quella dell’autore, di andare avanti guardandosi indietro, raccogliendo i ricordi, i suoni e gli uomini, quelli ancora rimasti, che sono stati con lui nella sua avventura artistica. E’ un disco molto diverso da Western Stars e non solo per il suono, ma per lo spirito collettivista che lo ha creato,  un lavoro d’insieme tra Bruce e la sua band, che qui dà tutta sé stessa non inventando nulla rispetto al passato ma ribadendo con professionalità e vigore il mainstream rock che da Born In The Usa contraddistingue la loro musica, non sottostando in maniera passiva, come è capitato nel recente passato ai dettami di Ron Aniello, un produttore che se non ci fosse sarebbe meglio. Sarà per la carica di nostalgia che il nuovo disco trasmette, e per quel po’ di retorica che affiora in testi rivolti al tempo che passa, agli amici che non ci sono più, all’ombra della morte (plausibili per l’amor di Dio ma in qualche momento aggiuntivi di una enfasi che si riflette anche nella voce di Bruce, il caso più eclatante è House of 1000 Guitars  con quel finale supplichevole) ma Letter To You risulta un disco crepuscolare e malinconico pur col suo sound potente e rockato, nelle sue chitarre urlanti, nel dispiegamento al meglio di una E Street Band che in qualche frangente sembra correre  avanti a Bruce, come quelle passeggiate in montagna in cui ci si ferma ad aspettare quello che è rimasto un po’ indietro perché affaticato. Ma l’essere uscito definitivamente dalla bolla autoreferenziale della biografia+On Broadway, è la misura che Bruce, pur con qualche stanchezza addosso, non ha abdicato al suo essere rocker popolare e non populista, un rocker per tutti, con i pregi e i difetti che questo comporta, ancora in grado di scaldare gli animi ed in qualche momento di emozionare come un tempo. Nonostante le colossali vendite lo abbiano reso un fenomeno da classifica, Western Stars è forse un lavoro più raffinato nel songwriting e nelle melodie, in molti casi superiori a quelle attuali (Last Man Standing  è talmente trita e ritrita che non si capisce di quale album faccia parte e Ghosts per il sottoscritto è troppo calcolata (avevo scritto paracula ma sembrava troppo pesante) per acchiappare la folla osannante dello stadio con quel carico completo di botta e risposta cantato/chitarre, refrain, rullata, coro, sax, piano e organo) ma quelle canzoni si perdevano (a mio modo di veder) in una cascata di arrangiamenti tutti uguali tale  da renderlo monocorde e privarlo di brillantezza, a parte l’ultima canzone,  ( non sono a priori contro archi e violini, ma usati con dettaglio, sfumature, parsimonia, eleganza, ascoltatevi Moonlight Mile e Winter  degli Stones per vedere come si possono efficacemente adattare ad un contesto di ballata rock), mentre Letter To You con tutti i limiti di scontatezza è un disco pulsante, che non ti accomoda in poltrona ma ti trasmette ancora dell’energia, in qualche caso anche della commozione. E’ un disco di rock mainstream ed è anche la costatazione di come la gioventù sia irripetibile anche nell’arte, nonostante l’età avanzata porti saggezza ed esperienza. Il Bruce di oggi non è quello di ieri, ma è encomiabile lo sforzo, non escluso il salutare aiuto della ESB, di non tirarsi indietro, di non arrendersi e di non svendere quello che è sempre stato il suo rock. C’è un divario evidente tra i 3 pezzi del passato ed il materiale di oggi, comunque fusi in un armonico equilibrio, senza che ci sia contrasto, grazie alla compattezza del sound della ESB. E’ forse nella costruzione della canzone e della melodia la differenza, una chance che Bruce sfrutta dando il meglio di sé sfogando la sua intensità emotiva e facendo venire i brividi a chi ascolta. Song To Orphans era una scheletrica canzone in chiave folkie molto verbosa, quella di Letter To You è il miglior Springsteen con band che si possa desiderare, corale, romantico, trascinante. Hanno scriito che sembra Dylan in questa canzone, è vero solo in parte, nonostante la struttura sia quella della ballata dylaniana, qui è BRUCE SPRINGSTEEN al 100% e al suo top, come  abbiamo imparato ad amarlo. Gigantesca.  E If I Was A Priest non è da meno, anzi. Fa parte di quella dinastia di canzoni nata con Lost In The Flood, un flusso di parole e versi che cresce inarrestabile fino a diventare una preghiera epica, che l’armonica, quella armonica e quel pianoforte e quel talking prima del finale la stringono, la avvinghiano a The River , per significato, per pathos, per narrazione rock, prima che l’assolo di chitarra la accompagni in quella dannazione elettrica che tanto desideriamo dalla ESB. Due canzoni che ti tolgono il fiato, pur con l’amara consapevolezza che sono state scritte in un’ altra era, quando Bruce aveva un'altra tensione. Poi c’è Jeanny Needs A Shooter  che io avrei (ma chi sono io?) desiderato più magra e sottotono, forse perché innamorato della cruda versione che ne diede il grandissimo Warren Zevon, ed invece con quell’inizio alla Independence Day  e quel finale drammatico diventa un’opera lirica. Nello stile dello Springsteen più teatrale ed enfatico, e va bene così. E poi ci sono i pezzi nuovi,  pur col sospetto che qualcosa sia stato recuperato e riadattato. The Power of Prayer  pare per la melodia rimasta fuori da Western Stars ma rivestita rock col mood di Letter To You, Rainmaker  dopo l’intro, assume le cadenze e l’arrangiamento che erano di casa in The Rising, Burnin’ Train recupera l’urgenza dei vecchi pezzi rock, dal ritmo di Roulette alle corde tese di Jackson Cage, chitarre a palla con molto riverbero e vento nei capelli, questo si un pezzo da stadio senza karaoke ma con muscoli da vendere, Letter To You è invece il classico brano radiofonico molto Bryan Adams di cui personalmente non ne sento il bisogno. Rimane da dire dell’inizio e della fine, in punta di piedi One Minute You’re Here , mi fa venire in mente l’atmosfera di Tom Joad ma il testo non è altrettanto nobile, lo xylofono di Charlie Giordano fa molto Natale e ci sta bene con la copertina, intimo e struggente,  chiude I’ll See My Dreams una splendida e corale ballata del genere The Land of Hope and Dreams dedicata ad un amico che se ne è andato troppo presto. Sontuoso l’arrangiamento piano/organo, Bruce non piange anche se ne avrebbe il motivo ma ha la forza di darci appuntamento ad un dove e quando che è solo nei nostri sogni.

MAURO ZAMBELLINI

 

 


 

159 commenti:

corrado ha detto...

Che dire? Una bellissima recensione, che mi trova d'accordo quasi su tutto. Quindi per il momento resto alla finestra e aacolto gli altri lettori, in attesa di raccogliere qualche mio spunto personale.
Dico solo che in questo momento così cupo e difficile, io e tanti altri avevamo bisogno di un vecchio conpagno che ci consola e regala un gran bel disco.

Unknown ha detto...

Ciao Zambo

Del tuo ascolto c'era bisogno. Come sai non condivisi la tua opinione (tua e di Denti e di tanti anche fan) su Western Stars, secondo me un ottimo disco, e mi fa piacere leggere qui toni diversi, seppur con le stesse legittime riserve. Su Letter To You siamo molto più d'accordo, sfumature sui singoli pezzi a parte. Guarda il film se ti capita, a proposito di Bob Dylan lo definisce «il mio mentore, il fratello maggiore che non ho mai avuto». Mi è sembrato un bel momento.

Un forte abbraccio e keep on rockin'
Mauro (Gerva)

Armando Chiechi ha detto...

Riascoltandolo nuovamente ieri rimango fermo sugli stessi punti di cui ho già accennato. Innanzitutto concordo sul giudizio in toto,il disco non è un capolavoro ma un gran bel disco. Per quel che riguarda i brani come tu dici, i vecchi fanno la differenza e personalmente " Janey Needs a Shooter" mi piace tanto nella rilettura di Zevon tanto in questo " ripescaggio" di Springsteen. Trovo ancora deboli " The House of Thousand Guitars" per il suo ripetersi e " Rainmaker" per un ritornello a mio vedere che contrasta troppo con tutto il resto. " One minute.." nella sua malinconia stupenda e il testo seppur stringato riassume bene il senso e qui c'è tutta la differenza di scrittura dal Bruce anziano rispetto al giovincello dei suoi brani più antichi.Ad ogni modo un ascolto " On the Road" vince 2 a 1 su quello tra le quattro mura. Con simpatia e immutata stima.

Armando

Unknown ha detto...

Bella recensione. Io lo trovo un gran bel disco di rock.le 3 canzoni del passato sono suonate e cantate in modo superbo.che sia o non sia un capolavoro è una discussione che non mi appassiona.alla fine dell'ascolto ne esce un lavoro compatto non sfilacciato questo vuol dire che le nuove canzoni non sfigurano con le vecchie. Bugho60

Luigi ha detto...

Recensione bellissima che,a mio modo di vedere,stabilisce ancora una volta lo stato dell'arte per quanto riguarda un disco di Springsteen.
Non è un mistero che la tua passione e competenza per certe sonorità ti abbiano fatto diventare uno dei pareri più ascoltati in fatto di "classic rock".
Mi sento di dissentire solo su Ghosts che si,Sara'ruffiana quanto vuoi,ma certifica ancora la capacità a71 anni di costruire un inno rock capace di far saltare in aria S.Siro in un futuro concerto (speriamo non troppo lontano)dalle nostre parti.

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Ho già detto la mia sul post sbagliato (qll degli stones), e tutto sommato il ns prof non mi ha bocciato sonoramente.
Anch'io mi voglio unire al coro di lodi x la recensione. Zambo uno di noi, non c'è niente da dire. Parla con e dal nostro cuore, della nostra musica ma non solo.
Se poi a lui piace burnin train, e a me ghosts, poco male. Gusti personali. Anzi, occasione x me di riascoltare + attentamente la prima!
Ci vediamo a sansiro, boys, a tifare uniti x il boss, in giorni speriamo + sereni; e tutti vaccinati!!!

armando ha detto...

Concordo con quanto dici Unknow 2. È normale che alcuni brani possono piacere più o meno e non è il caso di fare le pulci su questo o quel pezzo. Più che altro penso cosa ne sarà dei concerti visto il periodo critico ?!? Fatico onestamente a vedere Bruce come lo si è visto on stage negli anni passati. L'età avanza per tutti e pretendere performance come le intendevamo prima diventa sempre più improbabile. Mi piacerebbe che il suo porsi possa diventare prerogativa di onestà anche sul palco e non riproporre qualcosa che andrebbe contronatura a 70anni passati,considerando quella fisicità tipica dei suoi show.Vedremo cosa ne sarà di questi "vecchietti" e di noi,fermi mentre quel treno nero ci sfreccia davanti.

Armando

corrado ha detto...

Ma dai, avete visto la vitalità di Iggy Pop a 73 anni? Certo, gli si comincia a vedere il fisico che cede, ma sul palco è ancora una bestia! E gli ultimi dischi? Uno meglio dell'altro.
Vogliamo Bruce a torso nudo, che sviene, rinviene, si arrampica sul pianoforte e canta per 4 ore!...

Paul ha detto...

Dopo una dozzina di ascolti provo a dire la mia a corollario della puntuale disamina di di prof. Zambo.
Direi che significativamente segnalo 3 elementi:
- i 3 pezzi "vecchi" sono indubitabilmente immensi con il loro incedere tipico dello springsteen degli esordi, i testi lunghi e visionari, il sound pieno degli e streeter. Pazzesco come non siamo mai rientrati neanche in Collection successive tipo Tracks. In ogni caso buon per noi.
- i pezzi "nuovi" sono nei casi migliori (la rivalutata letter to you, la perfettamente ruffiana ghosts, la prevedibile ma solida last man, la rabbiosa rainmaker, l'apertura atipica con la sussurrata one minute e la chiusura più enfatica ma emozionante di dreams) l'espressione dello springsteen più ispirato degli ultimi 20 anni, quello dei pezzi più riusciti di the rising o wrecking ball per intenderci. Un paio di pezzi, quelli centrali, mi appaiono invece debolucci.
- non ci sono regine del supermarket, ragazze nei summer clothes, non ci sono i falsetti forzati e gli intervento di tom morello. C'è il risultato in presa diretta di un combo di musicisti che si conoscono a memoria e dai quali è stato tirato fuori un sound caldo, non artefatto, avvolgente (e Dio salvi Roy Bittan, e anche Charlie Giordano questa volta). E la voce del boss che a volte rischia di incrinarsi (if i was a priest) arrivando al limite, la rende ancora più sincera.
Non funziona tutto e sempre a meraviglia, il gap fra vecchio e nuovo si sente ma è stato miscelato a dovere senza far eccedere lo stridore.
Azzeccata sopratutto la sequenza dei pezzi che spesso è una questione sottovalutata.
Ero scettico e avevo il fucile spianato per un altro disco deludente con la e street band (infatti ero tra quelli che aveva apprezzato la coerenza eccentrica di western stars):a 71 quest'uomo è stato ancora in grado di sorprendermi.

Zambo ha detto...

Concordo Paul su quello che scrivi, attento a dare della ruffiana a Ghosts perché sul sito Pink Cadillac si sono già incazzati contro di me arrivando quasi all'offesa, il popolo degli springsteeniani o almeno alcune sue componenti estremiste è una delle calamità del rock n' roll, comunque a parte ciò, perché non si dovrebbe parlare dei singoli pezzi ?, cito Armando, un album va sezionato nelle sue componenti, poi certo a qualcuno piace caio ed altri tizio, ma vabbè è il bello della discussione. Ciò che io vorrei dal Bruce che ho stimato ed amato, a parte i concerti , è un disco " della sua età" non ammiccante, facile e travolgente, ma pensoso e autentico. Che so , come fece ad un certo punto Tom Petty, realizzando Wildflowers. Ecco, sebbene più giovane di un solo anno, la carriera artistica di Tom Petty l'ho trovata più autentica, meno piaciona. Aspetto pietre.

Armando Chiechi ha detto...

No Mauro,niente pietre..questa è onestà intellettuale. Petty è stato più " indipendente" se mi si passa il termine, dove Springsteen più che piacione, ha continuato a fidarsi di produttori sbagliati. Avesse ascoltato più Little Steven le cose sarebbero andate diversamente o almeno credo. Certo guardando in parallelo le due discografie, con Petty non devi rinunciare a nulla...che poi a me non faccia impazzire " Southern Accent" comunque rimane un piccolo neo,in una grande discografia.

Armando

Paul ha detto...

Tranquillo prof.,nessuna lapidazione, questo blog non credo sia popolato da talebani. L'inappuntabile osservazione di Armando, uno dei migliori classmate, credo sia li' a palesarlo con evidenza.
Effettivamente la fase "matura" di petty in particolare, ma credo di poter aggiungere anche mellencamp tra gli altri, si è rivelata piuttosto in sintonia con gli inevitabili adattamenti al variare delle stagioni e allo scorrere inesorabile del tempo.
Mi piacerebbe sapere dal prof cosa ne pensa della fase "senile" per esempio di Dylan e magari degli Stones che forse soffrono anche loro di qualche deficit di autenticità. Attendo pietre (non rotolanti)

Armando Chiechi ha detto...

Grazie Paul della tua stima. A Zambo dico che riguardo il fatto di non " fare le pulci.." è stata una mia involontaria contraddizione e concordo su quanto afferma, dopotutto rimarco sempre su i due brani ( The House of Thousand Guitars e Rainmaker) che non mi hanno convinto. Inoltre concordo anche sul fatto che i fan generalmente ( che siano di Springstenn o qualsiasi altro artista o band..) mancano di capacità critica. Un caloroso saluto a tutti.

Armando

Unknown2 ha detto...

Unknown2. L'impressione è che il boss abbia il terrore di invecchiare, che procrastini ad ogni costo la presa d'atto della terza età, ed eccolo a riproporre un copione già visto, anche se x noi rassicurante e piacevole. Manca una guida saggia e solida (jon landau, dove sei???) e un produttore che lo indirizzi verso una gloriosa maturità. Mi viene in mente ciò che seppe fare rick rubin (uno che ha lavorato con eminem e kanye west.....) x johnny cash. Gli ha regalato forse (bestemmio?) la parte migliore della carriera.
Forse purtroppo bruce non avrà mai il coraggio di scelte tanto radicali, e soprattutto il suo entourage pare un po' troppo ruffiano e compiacente x consigliarlo al meglio, ammesso che lui si lasci consigliare, poi...
Time will tell
E trovo esecrabile che chiunque, e in particolare il ns prof, venga insultato x i suoi gusti musicali. Allora non abbiamo capito proprio niente, 60anni di rock sono trascorsi invano. Che tristezza.
Confrontarsi con un critico musicale colto, preparatissimo, imparziale, democratico come il ns padrone di casa deve essere un privilegio. Va meritato: io dico che se ghosts continua a piacermi + di burnin train evidentemente sono io in difetto, ho ancora strada da fare, cose da imparare. Ed è proprio qui il bello, no?

Armando Chiechi ha detto...

Per Unknow 2. Credo che le tue sensazioni siano condivise da chi frequenta questo spazio e credo anche da chi sa andare oltre la parola " fan". Che sia Bruce o chiunque, artista o essere umano, penso che ad un certo punto debba confrontarsi con quello spettro. Sapere cosa possa provare lui o come reagire in tal proposito è qualcosa che riguarda lui e la sua psiche ma è innegabile che questa sorta di esorcismo provochi in lui certe reazioni. Da tempo ho smesso in genere, di fare degli artisti e dei rispettivi dischi quasi delle ragioni di vita,o almeno con chi ora ha una certa età. Se mi piacciono li ascolto e continuo a farlo, contrariamente li dimentico seppur con amarezza. Su Zambellini offeso non mi esprimo anche perché chi lo ha fatto non merita replica ma dimostra solo un'evidente immaturità.Al riguardo al sottoscritto piacque ed ancora piace Western Stars ma non per questo ho smesso di stimare Mauro...anzi, non smetterò mai di ringraziarlo per quante cose belle mi ha fatto scoprire ed in questo ci inserisco anche libri ed autori come un certo James Lee Burke. Quel che conta per me ora è mantenere vivi degli spazi e quella umanità che sembra sempre più allo sbando. Questo spazio è per fortuna un'isola felice e voi i migliori isolani e compagni d'avventure. Un grande abbraccio amici.

Armando

Zambo ha detto...

Grazie Armando, grazie Unknown2, grazie a tutti per la stima ed il calore. Quando mi hanno chiesto se potevano mettere il mio pezzo su Pink Cadillac, il curatore del sito è persona nobile, sapevo a cosa sarei andato incontro, è un luogo di fans accaniti e si sono fermati su un sostantivo senza accorgersi che fondamentalmente parlavo bene del disco, portando riferimenti e altro, ma tant'è sono convinto che i fans di Springsteen ascoltano solo quello, al massimo qualche cantautore italiano tipo Vasco e Ligabue, non se la prendano chi in questo blog ha confessato "le proprie debolezze" ahahah ampliando però il proprio range di gusti e piaceri alla grande, mentre gli evangelici non sanno nemmeno chi è Southside Johnny e se ne guardano bene di venire a vedere Little Steven in concerto. Chiusa qui, parliamo d'altro, Paul mi chiedeva cosa pensavo della fase senile di Dylan e Stones. Premetto che Dylan lo considero il numero 1 e ho una simpatia sfrenata per gli Stones, dico che l'ultimo disco di Dylan lo si ascolta, ben che vada 3 volte, non c'è musica, quando c'è tipo il Falso Profeta è banale che anche una cover band dei Deep Purple la suonerebbe e quella lungo pezzo su Kennedy è strutturato attorno alle rime, ovvero ha messo nomi che andavano bene per le rime e non per il loro significato storico. Tutti a parlare del brano di Kennedy, nessuno parlò quando lo fece Lou Reed su The Blue Mask, molto meglio. Compro i dischi per la musica, se voglio delle poesie compro un libro. Non ho comprato l'ultimo disco di Dylan. Su Dylan che canta Sinatra stendo un velo di compassionevole silenzio. Ripeto, per me Dylan è il numero 1 almeno tra i songwriters. Gli Stones non hanno mai voluto salvare nessuno, anzi con le loro droghe ne hanno dannati parecchi, ma sono quello che sono sempre stati, delle canaglie che hanno saputo veicolare il rock-blues in bellissime canzoni pop che sono diventate la colonna sonora di molte vite, finendo anche con lo scandire lo scorrere del tempo, come dimostra l'iso massiccio che dei loro pezzi viene fatto al cinema, Scorsese in primis. Sono sempre stati loro, certo non innovativi, ma in molti momenti tutto il rock ha dovuto confrontarsi con i loro dischi e la loro musica. Dal vivo, e la mia è una tsetimonianza diretta, sono ancora divertenti sebbene facciano più o meno gli stessi pezzi, manca purtroppo un loro disco di materiale nuovo, perchè Bigger Bang è di 15 anni fa. Hanno rimesso in circolo le loro origini con Blue and Lonesome e lo hanno fatto alla grande grazie anche ad un professionista quale Mick jagger che sempre più blues oggi lui di Richards, e ad un chitarrista come Ron Wood spesso trascurato o minimizzato. Insomma gli Stones perchè invecchiano con nonchalance, non la fanno lunga sui ricordi, di morti alle spalle ne hanno anche loro una valanga, ma hanno capito che il rock n'roll è quella roba lì, una roba che ha che fare con il divertimento, il piacere, il sesso, i vecchi bluesman, l'amicizia e se c'è da mandare affanculo Trump lo fanno senza pensarci sopra e se c'è il lockdown fanno un video che per cinque e passa minuti ti fa dimenticare tutto il resto, ti consola, pur facendoti vedere un mondo vuoto ed inutile.

Unknown ha detto...

Leggo i commenti e le risposte da parte di Mauro veramente stimolanti ed appassionate. Io non so se Gosht e paracula o meno. So per quanto mi riguarda che quando è uscito il disco nella mia città BS era esaurito nei pochi negozi rimasti e pure in un grande magazzino. Incredibile ho detto al mio figliolo anche lui fan di Bruce. Ho telefonato ad un negozio di una città vicina e così siamo partiti per acquistarlo dopo che il negoziante ci aveva detto che non c'erano problemi . Nel ritorno imboccando l'autostrada abbiamo iniziato ad ascoltarlo..Beh mi son commosso ascoltando Janny needsa shorter,mentre quando è partita Ghost ho premuto l'acceleratore quasi volessi mangiare l'autostrada. Queste sono le mie sensazionii.E Bruce è il mio Supersenso (prendo a prestito il titolo di un saggio di Bruce(toh!!) M.Hood) è il mio sesto senso magico. Sfugge alla razionalità e spiega perchè a 60 anni compiuti e in pensione non sappia resistere un giorno per aver il nuovo lavoro di Bruce ma abbia un urgente necessità di averlo ora ,subito . Il mio figliolo m'ha detto ad un certo punto: "vecio" alza il piede che andiamo a schiantarci. Un saluto a tutti buona giornata.

Armando Chiechi ha detto...

Sono in sintonia con te Mauro riguardo Dylan che anche io considero il numero 1 per quel che ha fatto e per la sua figura unica ed immensa. Sulla musica e della sua primaria importanza siamo d'accordo e quando questa va a braccetto con dei bei testi è il massimo, ma credo che su questo la pensiamo allo stesso modo. A questo punto mi viene da pensare alla grande Joni Mitchell, che provocatoriamente il suo amico Croz,ha definito superiore a His Bobness !?!. Ad ogni modo il suo ultimo disco da me comprato risale a " Tempest", bootleg series a parte, che di questi tempi rimangono la cosa più bella e ghiotta del vate di Duluth. Stesso discorso lo estenderei a Young, mia antica fissa ma è normale che ad una certa età non puoi aspettarti più di tanto, eccetto forse proprio i Glimmer Twins. Su certi fans ultras siamo d'accordo e qui c'è da divertirsi a sentirne delle belle non solo in area Jersey. Ho letto definire capolavori " The Soft Parade" dei Doors, " Trans" di Neil Young e " His Majestic and..." degli Stones...??

Saluti

Armando

bobrock ha detto...

Bello leggervi tutti quanti ...sotto sotto sogghigno pensando ai simpatici fans di Bruce che se la sono presa con Zambellini.
D’altronde come puoi dire che Ghost è una paraculata ....ERESIA ERESIA ...

Paul ha detto...

Grazie Zambo per le puntuali e esaustive osservazioni sulle questioni poste. Al fin troppo prolifico Dylan effettivamente si perdonano anche scivoloni come la trilogia Sinatra e gli Stones invece non hanno probabilmente nulla da farsi perdonare: il diavolo non chiede scusa per definizione.
Petty (e mi ripeto mellencamp) si distingue positivamente in merito proprio perché non annovera eccessi da bulimia discografica né paraculate da esposizione commerciale.
Sugli inciampi di springsteen in questi anni non so individuare bene una causa: so solo che un disco come quest'ultimo aiuta sicuramente a dimenticarli

Perrineville ha detto...

Direi bella e onesta recensione, fui uno che me la presi a cuore per le critiche pesanti a Western Stars, per me incomprensibili da uno come Zambo che considero un grande e intoccabile. La mia critica era che aveva fatto una recensione superficiale non da lui.
Qua mi ritrovo parecchio d'accordo, magari più che "ruffiane" certe canzoni, sono fatte a volte con un occhio a quello che saranno live, all'interazione con il pubblico e alla fine Bruce è rinomato si sa per i suoi concerti che sono un'esperienza mistica ed unica, quindi fa un po' il suo mestiere alla fine, no ? E' pur vero che in alcuni brani si sente l'esperienza e tanto del passato, un pezzo in qua uno in la sa del già sentito e vive un po' di mestiere. Ma non possiamo farne una grande colpa. Se sperimenta nuovi suoni, "ma cosa vuol fare non è giovane lascia perdere", se suona il suo, "già sentito stesso sound", cosa deve fare allora....
Disco onesto e sincero, ad averne, felice che possa esprimersi ancora ad altissimi livelli, e lo Springsteen ventenne che incontra quello di oggi, crea una commistione unica ed esplosiva, credo che "If I Was The Priest" sia un pezzo per il quale valga la pena ringraziare un dio della musica per la sua mera esistenza, c'è tutto, la scrittura, l'arte, la E - Street Band, il talento acerbo preso per mano da un maturo Bruce e trasformato in capolavoro assoluto, vedere il documentario, da mostrare ai posteri in tutte le "scuole di rock" dell'universo. Mi sono un po' allargato, lo so.

bobrock ha detto...

non so se Zambellini avra' voglia di entrare nel merito ma resto sempre sconcertato (versione educata) quando una persona si rivolge ad un altra dicendogli che ha scritto una recensione superficiale.
Anche perchè Z. su W.S. ha scritto fiumi di parole, dato che è stato tirato per la giacca da più parti.
Quindi la morale e' : fintanto che parlo bene di un qualunque beniamino e sottolineo QUALUNQUE allora sei uno straordinario recensore, uno che la materia la mastica e puo' insegnare in qualunque università del mondo; al contrario se il gusto del recensore o semplicemente il suo punto di vista è differente da un altro, allora implacabile scatta la reprimenda dell'hardcore fan.
Annuncio al blog: a chiunque sia piaciuto W.S. e buona parte della produzione dell'ex ragazzo del new jersey degli ultimi 20 anni per me va bene.
Al contempo se una persona non è convinta di un disco e sottolineo qualunque disco io rispetto il suo punto di vista. Questo non mi impedirà di esporre le mie argomentazioni, ma senza voler blandire Zambellini che non ne ha bisogno, di tutto si puo' dire dei suoi scritti salvo di essere un critico superficiale.

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Carissimi tutti, così si discute di rock. X tutti noi è evidentemente una ragione di vita, e non la meno importante!
Allora che bello sentir parlare di dylan, young, mellencamp e Tom Petty(già dimenticato dai +, direi, e allora noi coltiviamone con cura l'ascolto e la conseguente, inevitabile ammirazione) e anche springsteen, sì.
Cosa vogliamo noi incontentabili dal boss? Non lo so, lo ammetto, ma certo qc di + vicino a letter che a ws(sempre col totale rispetto x chi la vede diversamente).
E tutti i ns grandi vecchi: il primo passo è forse non considerarli più dei miti infallibili, ma, anche loro come noi, esseri umani problematici, teneri, non immuni dall'invecchiare, + o meno bene...
Non dobbiamo temere di dire che qualche loro disco, specie tra gli ultimi, non ci piace troppo. Nessun mito che crolla, anzi si tratta di sostituire la venerazione acefala con l'affetto consapevole e generoso che si riserva agli amici di una vita. Quelli che ci puoi anche discutere un po', ma poi ti ritrovi a bere qc proprio con loro...
E allora ecco che il ns prof può benissimo (anzi, DEVE) criticare dylan x l'ultimo cd, affermando legittimamente nella stessa frase che x lui è il number one assoluto. Nulla di strano, nessuna contraddizione. Affetto ed amicizia veri impongono franchezza e sincerità reciproche, no?
E siccome tengo a voi lasciatemi fare il medico, x 1minuto: il covid non è sconfitto. Chi come me è over 60 stia a casa, se può. Si vaccini contro l'influenza, usi SEMPRE i dpi, igiene mani, distanze... Non appesantiamo il ssn, che deve concentrarsi sulle emergenze.
No retreat, no surrender

Armando Chiechi ha detto...

Non c'è forse bisogno ma ritengo di dire agli amici che frequentano questo spazio che sono completamente d'accordo rialacciandomi q quanto hanno scritto qui su Bobrock e Unknow 2. Certo.. che non sempre si può essere in sintonia ma se si continua a frequentare queste pagine vuol dire che vi è un confronto civile e rispettoso. Apprezzo molto la "sottolineatura" di Bobrock quanto i concetti espressi da Unknow 2. Per quanto riguardo il covid personalmente esco solo per esigenze lavorative e per urgenze di cui tutti non possiamo farne a meno. Sono mesi che il fine settimana sono chiuso in casa ma è sempre un piacere circondarmi di tutto ciò che amiano. Avendo poi mia moglie che opera nel settore farmaceutico va da se che le attenzioni sono sempre maggiori e concordo su quanto raccomanda il ns.Unknow 2. Brutto periodo anche perché vedo la società spaccata in due e mi è difficile pensare come la gente non possa capire !? Avremo magari modo di parlarne ma il pensiero che Trump possa essere rieletto mi fa venire i brividi...

Saluti a tutti

Armando

bobrock ha detto...

Trump questa volta a casa.......
mi riallaccio a quanto detto su Zimmermann anche per me insuperabile (frase quanto mai banale) anche per me i 18 minuti di murder most foul sono di una noia mortale ......avendo letto il testo mi sembra l'elenco del telefono.
Ma anche Bob in passato qualche disco lo ha cannato alla grande restando comunque un punto di riferimento.





Unknown ha detto...

Unknown2 la mia unica uscita è l'acquisto del CD di Bruce. Seguendo tutte le indicazioni per proteggersi/ci Poi per quel che mi riguarda a parte l'irrazionalità per aver Springsteen ,ho dato mandato ai miei di provvedere nei miei confronti in caso di selfie con Salvini-Meloni esultanza pro-Trump e altre incommensurabili follie(nel rispetto di tutte le opinioni) un TSO senza se e senza ma immediato.Per sentirmi in pace vado a sentirmi un Rory Gallagher d'annata.saluti a tutti e grazie al padrone di casa.


è

bobrock ha detto...

Unknown col il tuo post sei in cima alle mie preferenze...ce ne vorrebbero parecchi di Tso in questo paese. Un fan di Bruce che fa un selfie con Salvini ....mi hai fatto veramente sorridere.

bobrock ha detto...

A proposito di questo benedetto disco a me piacciono tre canzoni tre ........
Che sono di una bellezza così esagerata che non c’è partita col resto .
Ma se a qualcuno piace tutto resto per me va bene lo stesso .

Zambo ha detto...

Vi adotto tutti. E stiamo attenti, anche se da irriducibile ribelle pur settantenne oggi ho inforcato la moto e mi sono fatto un 200km nella bassa piemontese fermandomi a mangiare la panissa in una trattoria, accompagnandola con un barbera. La moto consente il distanziamento sociale, il barbera brucia i virus (speriamo). Rock on. Per chi voleva ascoltare Roru Gallagher comunico che il Best Of appena uscito, doppio CD, è superlativo, per scelta dei pezzi e qualità audio. Se uno volesse una panoramica da mettersi in macchina è il top.

bobrock ha detto...

Rory Gallagher a palla ho buona parte di quanto pubblicato negli ultimi anni .....

Armando Chiechi ha detto...

Interessante e ghiotta segnalazione sul best di Gallagher che cercherò di non farmi sfuggire avendo del chitarrista irlandese poca roba. In ambito blues mi è piaciuto molto Albert Cummings per quanto il suo stile sia più asciutto e meno torrenziale rispetto ad altri.Bel disco anche quello di Dion e sorpresa almeno per me in quanto l'ho sempre ascoltato in ambito soul/doo woop.Bonamassa ha fatto un buon lavoro e a volte forse è più apprezzabile in questa veste oppure al fianco di Beth Hart, almeno per il sottoscrìtto !?!

Armando

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Grazie a tutti x essere visceralmente anti trump. Almeno su qs springsteen ci ha messi d'accordo, e speriamo di poter festeggiare al + presto. Oddìo, non è che biden esalti + di tanto, ma non può essere peggio di donald, giusto?
Credo che anch'io verrei internato dai miei, senza bisogno che glielo chieda, in caso di sbandamenti verso il trio meraviglia matteo-giorgia-silvio, ma qui entriamo in un campo minato. Non voglio assolutamente mancare di rispetto a chi non la pensa come me, e mi costringo sempre a ricordare che uno dei miei pezzi preferiti in assoluto, sweet home alabama, è... diciamo un bel po' reazionario, senza x qs perdere un grammo del suo valore musicale. Arte e bellezza non hanno colore politico: volano molto + in alto.
E bene ha fatto il ns prof, rider indomito, a inforcare la sua harley. Mica ci dobbiamo chiudere in un bunker. Solo rispettare, con le stranote precauzioni, il diritto alla salute e alla vita anche dei + deboli e indifesi. Poi che il barbera bruci i virus(faccina sorridente), avrei qualche dubbio, ma certo lo prescriverei in quantità non omeopatiche x un doveroso brindisi alla vita, a rory(che avrebbe apprezzato) e a noi tutti.
Bob: e diccele, ste 3canzoni, dài. Così si scatena un altro vespaio. Io voto x le 3vecchie:
priest, janey, orphans. Certo che anche i'll see you strappa il cuore....

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Una vignetta di schulz. Charlie e snoopy di schiena, seduti in riva al lago. charlie: "un giorno ci toccherà morire, snoopy". Risposta: "certo charlie, però gli altri giorni no"

Unknown ha detto...

Unknown2. Ultima, giuro. Armando: grandissimo james lee burke!!! Dave robicheaux e clete purcell sono due icone noir. Certo che gli editori italiani potrebbero servirlo un po' meglio, però, eh? Apriamo una petizione?

Armando Chiechi ha detto...

Per Unknow...si James Lee Burke purtroppo è mal distribuito se intendevi questo. Per Unknow 2 su " Sweet Home Alabama" c'è da dire che fu una risposta provocatoria quanto bonaria a Young ( c'era un'ammirazione reciproca) ma sul testo reazionario quei " boo boo" rivolti a Wallace proverebbero il contrario, quanto pure " Ballad of Curtis Lowe" decisamente antirazzista ma è anche vero che si può essere conservatori senza per questo essere razzisti. Credo che negli U.S.A. le cose a volte si fanno un po' nebbiose in tal proposito. Probabilmente come tanti dissero, all'epoca i Lynyrd Skynyrd hanno cercato di non sbilanciarsi più di tanto anche per non scontentare i fan più conservatori, anche se negli ultimi tempi hanno espresso posizioni vicine ai repubblicani, affermando però di non condividere le frange più conservatrici, però parliamo di dichiarazioni fatte quando ancora Obama era nella White House. Chissà cosa ne pensano di Donald Duck Fuck Trump....????

Armando

bobrock ha detto...

Unknown2 politicamente non riesco ad essere rispettoso. Se uno è di destra, razzista, con nostalgie del ventennio non abbiamo nulla da dirci. E qui mi fermo perchè non è un blog politico e non voglio sconfinare. La senzazione è che la pensiamo tutti alla stessa maniera. Ma d'altronde ad un fascio non puo' piacere Bruce Springsteen..... non credo proprio.
Le tra canzoni dai....è quasi banale sono i tre ripescaggi anni 70' di cui Priest è veramente di rara bellezza. Riguardo a Janey anche io preferisco tuttavia la versione di Warren Zevon (altro stra dimenticato ) ma anche questa che sembra provenire direttamente da Darkness mi piace molto.
Degli altri brani I'LL see you in my dreams è una bella chiusura.
Il fatto è che trovo una differenza abissale tra i tre brani ripescati e il resto del disco. Piu' che mai viene a galla la differenza tangibile tra " the golden age of Bruce 1973-1988" e il periodo che ne è seguito dopo.
Aver rotto le righe con la E st. e non aver più ripreso il filo se non dal vivo ha indubbiamente fatto male da un punto di vista creativo al ragazzo del new jersey.
E a questo punto vi faccio una domanda : ma le partiture di Jungleland, Backstreets, Kitty's back, NYC serenade e via cantando chi le ha scritte ?
cioe' chi ha scritto le note sul pentagramma ??????
David Sancious prima e Bittan dopo, Bruce ? la Est + Bruce ???
Aggiungo senza voler fare una guerra di religione che i lavori di Petty con gli Heartbreakers mi sembrano piu' coesi ed equilibrati.
Traduzione A Springsteen mi sembra che è venuto a mancare la spalle della E st., ma questa è stata una sua decisione gestendo i dischi e i produttori in autonomia. Quanto avrei voluto Miami Steve in sede di produzione ......

corrado ha detto...

Perdonate, giusto per fare il bastian contrario e in attesa di scrivere più diffusamente sul disco, vorrei arginare un pochino la tendenza "revisionista" di Bob.
È chiaro che molto spunti nelle canzoni del passato non possono essere farina del sacco di Bruce, ma sono piuttosto la sintesi di un'alchimia fra persone e musiche creatasi in un preciso momento storico e come tale non più ripetibile.
Come è nata la partitura pianistica di "New York City Serenade" ce lo ha raccontato lo stesso David Sancious recentemente. Bruce arrivava in studio con un brano o una melodia vocale e un'idea di massima dell'atmosfera che desiderava raggiungere. Poi però lasciava grande spazio all'improvvisazione dei suoi musicisti e in quel brano Sancious ha davvero creato qualcosa di grandioso. Lo stesso per il sassofono di Clarence Clemmons in "Jungleland" o per altri brani.
Ma che le idee, almeno a livello di spunti iniziali venissero anche da Bruce e che nessuno di loro da solo avrebbe potuto fare altrettanto (Bruce compreso) lo dimostra il fatto che nessuno di quei musicisti al di fuori della E Street Band ha avvicinato le vette raggiunte in quegli anni con il loro lavoro di squadra, quello sottolineato da Mauro nella sua recensione. Per il resto concordo su tutto, compreso sul fatto che avrei voluto uno Steve Van Zandt più presente in produzione e con la sua chitarra maggiormente in evidenza nei dischi del Boss, compreso l'ultimo

Armando Chiechi ha detto...

Ascoltando " Greetings from Asbury Park.." dove ha fatto quasi tutto lui fa pensare che anche sui successivi e vicini ci sia farina del suo sacco ma da quanto si è letto e come credo sia logico è normale che in una band ci sia la collaborazione dei musicisti e qui sicuramente Sancious ha avuto un certo peso ( The Wild, the Innocent..). Bittan che è un altro gran pianista per quanto differente dal primo ha sicuramente contribuito e cosi Little Steven su un versante più r'n'b. Secondo me diventando con il tempo la scrittura e i relativi testi piu' " smilzi" ed essenziali anche la musica si è dovuta adattare ( o viceversa) o il bisogno di rendere meno verbose e torrenziali le sue storie ha necessitato un processo diverso. Fin qui nulla di male o strano, però lo scioglimento della E.Street ha sicuramente interrotto un dialogo. Con The Rising credo che ci sia stato un nuovo modo di lavorare anche se ci si sono messi di mezzo i produttori che non sempre ne hanno dato una giusta continuità ed evoluzione, chiaramente parlando del suono. Certo Petty nella sua varietà e'comunque riuscito meglio a dare una continuità con una messa a fuoco più riuscita. Poi chiaramente questi sono solo pensieri miei e supposizioni. Chissà quanto altro c'è dietro ma dalla biografia "Born to run" proprio sul suo periodo post " Tunnel of Love" non traspare molto...?

Armando

Zambo ha detto...

Per Unknown2 specifico amabilmente che sono un sincero anti-Harley, mi piacciono le moto che fanno strada, non quelle da esibire lucide all'aperitivo. Posseggo una Honda Four 500 del 1978, ormai d'epoca, che in questi due anni non ho usato ma in passato molto, una Triumph 850 Street Twin facilissima da guidare, specie in percorsi urbani, per spostarsi velocemente e sbrigativamente, piace un casino perché tutta nera opaca, ed una BMW R 1200R che è una bomba per i viaggi lunghi, veloce, potente, maneggevole ma ci devi stare attenti percHé con 115 cavalli non puoi scherzare. Tutte comprate usate, qualche buon affare. Sono iperteso e certi giorni mi ritrovo con la pressione alta, inforco la moto, faccio un bel giro e quando torno la pressione è a posto. Solo che ho 70 anni e non so fino quanto dura.

Per quanto riguarda rock e politica: sui Lynyrd Skynyrd ci sono stati tanti luoghi comuni ma come giustamente puntualizza Armando, spesso sono solo tali e mai hanno esternato punti di vista razzista. Che siano poi vicini ai repubblicani questo ci sta, ricordiamo che molti repubblicani farebbero sinceramente a meno di Trump, e i primi ad essere contro la schiavitù furono i repubblicani e non i democratici. Comunque che vinca Biden, anche se non mi fa certo impazzire, preferivo Sanders ma probabilità di vittoria, meno di zero. Conosco tutta una legione di springsteeniani a Varese che da sempre è leghista, per cui andrei piano a dire che i destri non amano Bruce.
Sono d'accordo con chi scriveva che in passato ci fu una sinergia tra Bruce e i suoi musicisti e anche agli addetti ai lavoro attorno che portò a quei capolavori. E' indubbio anche che a differenza degli Heartbreakers di Petty, quelli della E Street Band non sono musicisti eccezionali, ad eccezione di Nils Lofgren. Roy Bittan è un buon pianista e così Gary Tallent ci sa fare col basso ed anche con qualche produzione ma gli Heartbreakers sono altra cosa. Dopo una settimana di ascolto di Letter To You mi è venuto questo pensiero: ai dischi di Springsteen recenti manca il mistero, lo senti, ti piace, lo risenti ma dopo un po è risaputo, non ci trovi la sfumatura, la sottigliezza, il senso profondo musicale che non avevi colto all'inizio e poi scopri piano piano. E' per questo che dopo una settimana lo metti in macchina e lo senti a volume alto come fosse un integratore energico. Ma senza più quel fascino che avevano The River, Darkness, Born To Run, non parliamo di Nebraska. E' rock mainstream e va bene così.
Abbiate cura di voi, un abbraccio.

corrado ha detto...

Zambo, hai trovato l'espressione giusta: manca il mistero. Letter to you è indubbiamente un bel disco, sincero e con un'idea di fondo forte. Ma non c'è il mistero, quella tensione profonda che altri lavori profondevano. È un gran disco mainstream, ma nel senso più nobile del fermine. I capolavori sono altra cosa, sono rari e li riconosci subito.
Però Letter to you è comunque bello e mi piace, non accadeva da The Rising, disco per il quale bisognerebbe tuttavia fucilare il produttore

Armando Chiechi ha detto...

Dici bene Mauro riguardo rock e politica. Ci sono pure, come ho letto e già detto dei Deadheads sostenitori di Trump ?!? Difficile da credere ma è cosi, però ognuno è libero di ascoltare ciò che vuole a prescindere dal credo politico. Su Springsteen ed i suoi ultimi dischi hai ragione e forse vi è anche il fattore non meno importante di averlo ascoltato troppo (?!?).Tecnicamente come tu dici Lofgren è un ottimo chitarrista e dovrebbe essere impiegato di più, Bittan è un musicista che conosce il suo strumento e gli altri buoni musicisti, compreso Max Weinberg che non è un virtuoso ma è un batterista che non sbaglia un colpo ed essenziale come Watts negli Stones.Pero' come tante bands altrettanto famose la somma dei suoi componenti è maggiore della line up effettiva,poi come sappiamo a fare la differenza è il carisma di Bruce e il suo proporsi, ma non è dato sapere fin quando durerà? Sinceramente altre incursioni stile Session band mi sarebbero piaciute ma i sogni sono nemici della realta'.A proposito poi di Nord e Sud, schiavismo e guerra civile segnalo un bellissimo saggio letto anni fa intitolato " La guerra civile americana" edito da Coniglio Editore e che consiglio caldamente anche perché è un accurato studio e va oltre tutti i luoghi comuni che ci hanno sempre propinato.Buon sabato a tutti.

Armando

Zambo ha detto...

Armando, d'accordo su tutto ma non te la passo che Weinberg sia come Watts, Max è un martello, preciso ma sempre un martello, Watts è uno che detta i tempi a Richards e Wood e nella sua semplicità è raffinato come un jazzista

Armando Chiechi ha detto...

Ok...non voglio giustoficarmi per carità,era per dire che sono entrambi batteristi essenziali e precisi.Insomma non dei gran virtuosi seppure con tutte le differenze e particolarita'. Ricordo Watts nei suoi trascorsi jazz quanto Weinberg al di fuori della E.Street con una band swing e jumping jive.
Abbracci

Armando

Unknown2 ha detto...

unknown2. E' evidente che la maniera di comporre, produrre, realizzare un disco da parte di springsteen è cambiata moltissimo. Una volta impiegava ANNI x mettere insieme un album, scrivendo decine di canzoni e scartandone di bellissime solo xchè magari non erano in sintonia con l'atmosfera generale del disco. Una volta si faceva scrivere le partiture dei fiati da van zandt; non riusciva a decidersi a rilasciare pezzi già perfetti, tornandoci su ossessivamente x mesi e mesi, in estenuanti sedute che esasperavano la band.
Ora ci racconta di aver realizzato letter in 5giorni, lasciando campo libero alla band, registrando live in studio.
Un altro mondo. Un altro uomo: x capirlo è obbligatoria la lettura dell'autobiografia.
E x fortuna che ha avuto la lucidità di andare a pescare tre perle del passato. E' vero, dietro a qs disco non c'è mistero, non c'è magia, nè tensione. C'è la gioia del ritorno all'e-street sound. Tanto basta a Bruce, e tanto basti a noi. X me va bene.
Poi, la band: bittan è un signor pianista. Letter lo tiene in piedi lui, altrochè. Anche nei pezzi meno riusciti, senti e apprezzi il suo guizzo. E giordano non gli è da meno. Tallent è una roccia, dovesse mancare lo rimpiangeremmo. Max secondo me si è un po' involuto, in qs anni. Lo sento fermo ai suoni da stadio, picchiare forte, rullata e via. Jake si è assunto il ruolo di simulacro dello zio. contento lui...
Le chitarre bruce le ha sempre usate principalmente come tappeto ritmico, sono sempre state un po' sacrificate, ed è un peccato, specie x nils. L'ho già detto, ma l'assolo sfumato al termine del pezzo migliore, priest, mi fa una rabbia....
Non è stato tanto fortunato, o abile, il boss, da avere al suo fianco tench e campbell, insomma, ma neppure ferrone e thurston (X i bassisti negli heartbreakers c'è sempre stata la porta girevole, anche a causa di luttuosi eventi).
Magari la consapevolezza di avere una band + di amici che di grandi musicisti ha portato Bruce allo split dopo l'88. E magari un po' di manie di grandezza, eh?. Poi si è ricreduto varie volte, si è affidato a personaggi di non eccelsa caratura come morello e aniello (troppo made in italy???), ha sbagliato regolarmente i produttori... Ne ha combinate di ogni, salvo la felice parentesi seeger sessions.
E anche qui l'autobiografia è illuminante: parla + dei suoi demoni interiori che di musica. Teniamone conto.
Forse a landau non è stato proprio permesso di intervenire?. Chi lo sa.
Anche i concerti sono cambiati tantissimo. Da tensione, profondità, spessore drammaturgico quasi insostenibili, stemperati solo alla fine da una catartica rosalita, si è passati direttamente alla catarsi, alla commovente ma un po' stucchevole voglia di affetto (do you love me????), a volte al karaoke vero e proprio. Nonostante tutto resta il miglior performer su piazza, come fai a lamentarti?
PS Anch'io considero charlie (is my darling) un'istituzione, e max un onesto professionista, ma non credo ci fosse intenzione di paragonarli
PS2 su politica e musica sì, c'è una gran confusione, e si possono portare decine di esempi a sostegno sia di una tesi che di un'altra. Secondo me è un bene: vuol dire che non si possono mischiare, come olio e acqua. O fai l'una o fai l'altra. Con la musica, x noi, sempre lassù, into the great wide open

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Vivissimi complimenti al prof x il suo parco moto!. Io ho detto harley tanto x dire, ma so bene che un vero biker tiene molto ai particolari

Armando Chiechi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Armando Chiechi ha detto...

Riscrivo la mia risposta ad Unknow 2 più che altro per non incorrere in fraintendimenti,anche perché a volte scrivere in questa modalità può risultare fuorviante ( pregi e difetti della rete) !?! Innanzitutto la tua disamina la trovo lucida ed attenta e mi associo a quanto hai scritto su. Anche io come te avrei preferito quel solo magari in un altro punto e non sfumato alla fine,ma un motivo ci sarà stato, poi magari dal vivo cambia tutto !?! Concordo anche sui musicisti e sul loro valore e mi piacerebbe veder impiegato Lofgren di più e diversamente. Poi siamo tutti d'accordo che nella serie in cui giocano gli E.Street quanto gli Heartbreakers, i secondi hanno una squadra più forte ! Ad ogni modo se parliamo di produzione questo disco suona alla grande come mai forse era capitato e proprio ieri, risentendolo per il piacere di lasciarlo scorrere senza analizzare per una volta testi o soli,break o bridge,lo posso dire tranqillamente,considerando poi quanto fossero opachi certi lavori,incluso gli stessi capolavori di cui tutti sempre parliamo.Chiaramente non nomino Nebraska perché la bellezza sta nel suo essere grezzo e spoglio.Ad ogni modo come tu dici sta bene cosi e di musica per fortuna c'è né comunque tanta da scoprire,riscoprire ed ascoltare. Ora aspettiamo che Zambo ci delizi con qualche altro post o novità, anche se a dirla tutta non vedo l'ora che il suo progetto sugli Allman vada in porto. Saluti a tutti.

Armando

bobrock ha detto...

ciao Corrado il termine "revisionista " mi fa un po' impressione.
Ho visto tanti storici e non solo storici fare del revisionismo una nuova materia e ho visto visto troppe volte la storia ( della nostra resistenza ) mistificata e storpiata. Mettendo sullo stesso piano chi è andato in montagna e chi ha scelto per la repubblica sociale. Credo che tu abbia ben capito da che parte propendo.
Detto questo e senza togliere nulla al nostro beniamino che ho visto trenta volte live (e anche questo indizio la dice lunga sulla mia passione cominciata nel 1979 acquistando BTR) mi dai la conferma che il risultato di certi capolavori è frutto di un lavoro di gruppo.
Gruppo che è stato sciolto nel 1988. Non voglio togliere nulla nè alla grandezza del singolo e al tempo stesso sottolineo che gli altri componenti non hanno partorito nulla di rilevante ad eccezione di Little Steven ( che comunque ha dovuto trovarsi altri lavori x campare).
Quello che volevo dire è che finchè sono stati assieme hanno sfornato dischi meravigliosi dopodiche' il livello qualitativo si è notevolmente appiattito-
Ti faccio un esempio di un altro gruppo per cui stravedevo : i Led zeppelin ( si lo so tu mi dirai ci vuole poco). Jimmy Page al momento dello scioglimento aveva 36 anni..... !!!
Negli anni a seguire non è riuscito ad imbroccarne una ....non solo, anche qualitativamente il suo stile è peggiorato. Lho visto a Zurigo 1980 e un paio di volte a Milano con Page ma sembrava un altro chitarrista.
A volte l'alchimia di un nucleo di persone crea gioielli inarrivabili ma poi presi singolarmente non riescono a produrre più nulla di indimenticabile.
Non è il caso di Springsteen che negli ultimi 30 anni ha scritto un congruo numero di belle canzoni sparpagliate in tanti album ma.......BTR è inarrivabile e gli altri album ( da Lucky Town in poi ) al confronto sono lontani parenti.







!!!!

corrado ha detto...

Hai visto Bob, che sono riuscito a stuzzicarti? L'ho fatto apposta a usare il termine revisionismo, perché anche io sono un fan di quel personaggio del Gruppo TNT...
A parte tutto, di mestiere io faccio lo storico del Medioevo, ma col revisionismo e i luoghi comuni abbiamo a che fare anche noi.
Mi trovi d'accordo sul fatto che i dischi post 1984 sono lontani parenti di quelli precedenti, abche se io gli avvicino Ghost of Tom Joad e The Rising, quest'ultimo però letteralmente affossato da una produzione ignobile. Sono comunque felice che il Boss non sia bollito e abbia appena realizzato un bel disco mainstream, nel senso di rivolto a tutti, ma senza rinunciare ai suoi principi, per quanto ormai la vena sia inevitabilmente appannata. Poteva andare peggio, pensa ad altri nostri ex eroi musicali del passato

bobrock ha detto...

Corrado mi trovi d’accordo ; nel complesso un buon disco . Tenuto conto che vivo di ristampe e i bei dischi sono sempre più rari.
Per dire una frase degna di Jacques De La Palice se tutto l’album fosse stato al livello dei tre brani ripescati ...........va Bhe dai ci possiamo accontentare.

bobrock ha detto...

Ps: bel mestiere lo storico del medioevo; 1000 anni di storia tra streghe pestilenze inquisizioni nuove dottrine e controriforme . Mai un attimo di noia . Ciao Corrado

corrado ha detto...

E poi scopri come la storia può essere tranquillamente manipolata per scopi della politica contemporanea. Se vuoi scoprire da dove attingono e perché certi partiti nazionalisti, secessionisti e simili, c'è il bel libro di Patrick Geary, "Il mito delle nazioni. Le origini medievali dell'Europa". Di gradevole lettura, ti fa capire dove hanno origine certi miti come quello delle sorgenti del Po e di Alberto da Giussano...
Ciao!

bobrock ha detto...

Adesso me lo segno . Grazie

Zambo ha detto...

Provocazione della domenica sera in tempi di covid : a parte i due pezzi ( Orphans e priest) e dreams, più lo sento e meno mi piace. Ma il problema è mio, non sopporto più quel suono squillante e solenne

Armando Chiechi ha detto...

Ci sta e si può anche cambiare idea ma mi sa che ti tocca riscrivere la recensione, tanto sei sulla tua pagina e noi non siamo talebani. Provocazione scherzosa in tempo di Covid...

Armando

Amedeo ha detto...

Bruce Springsteen ha una grave colpa: quella di esser divenuto dopo il 1984 un fenomeno di massa, che, incredibile a dirsi, dura tutt’oggi, visto che è l’unico al mondo rimasto che vende ancora dischi nel vero senso del termine. Tra l’altro mentre la gran parte dei rocker della sua generazione è stordita da coca, viagra e gioielli, quando non annegata nel proprio piscio, lui continua a incidere pezzi notevoli alla Last Man Standing o disseppellire capolavori dimenticati come Janey Needs a Shooter. Il peccato originale di piacere anche alle gettare, come quello di vederlo recensito da Famiglia Cristiana e Vanity Fair non dovrebbe condizionare il giudizio dei fans della prima ora o peggio ancora degli addetti ai lavori. Bruce ha 71 anni, ciò non può essere ignorato: non può ancora salvare la vita di qualcuno, dal momento che è lui il primo ad avere problemi, come coraggiosamente ammesso. Di Darkness in the Edge of Town (outtakes annesse) ce n’è uno solo. Come anche la Gioconda di Leonardo.

Amedeo ha detto...

Saluto tutta la presente platea, formata da gente in gamba e competente, scusandomi dell’intromissione. Il dubbio che mi pongo è che spesso si affidino a Bruce Springsteen troppe responsabilità. È un musicista rock attempato, salvatore in passato di milioni di anime, titolare - ciò è da tener sempre presente - di un’azienda che fattura centinaia di milioni di dollari e impiega centinaia di addetti, la cui responsabilità grava esclusivamente sul suo talento. Che negli anni il Boss sia riuscito a combinare, bene o male, arte e commercio, a fronte di un contratto faraonico che gl’impone pubblicazioni continue con buona pace dell’ispirazione, credo debba essergliene riconosciuto. Avrebbe potuto replicare all’infinito Born in the USA: invece ha tentato con difficoltà di mettersi sempre in discussione, a partire da Tunnel of Love, con gli ovvi e fisiologici risultati alterni che abbiamo visto. Ciononostante la sua credibilità di autore non è mai venuta meno, e se oggi Bruce Springsteen è una delle persone più influenti del mondo, capace di spostare addirittura le elezioni americane, approcciarsi ai suoi lavori con il pregiudizio del fan della prima ora o il purismo del fruitore più intransigente, credo sia un enorme torto che si fa a un uomo dalla personalità eccezionale capace di una carriera senza precedenti e autore di un lunghissimo romanzo americano, patrimonio della cultura di noi tutti.

Zambo ha detto...

Amedeo nessuno mette in discussione la grandezza e l importanza del personaggio, la mia ultima era una sorta di provocazione , una sensazione dopo un ascolto ripetuto a palla in macchina DI UN DISCO. Sullo spostamento di voti nelle eleazioni usa lo spero tanto visto cosa successe per kerry. Grazie della tua partecipazione al forum

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Abbiamo già statuito che criticare un disco di un autore non significa non amarlo sinceramente. Pensate solo a certe boiate del grandissimo neil young, o dylan, van morrison... tutti hanno combinato cose che a molti non piacciono. Ma se riusciamo a superare l'attimo e valutiamo tutta la loro produzione restano dei giganti, grandi anche nei loro errori, in fondo. Tantopiù che poi un disco può non piacere a me, ma a tantissimi altri invece sì (ws).
Importante che riusciamo ad essere fruitori onesti, intelligenti, obiettivi, capaci di riconoscere anche gli errori dei ns eroi, senza x questo abiurare la "vera fede rock".
Impariamo dal ns prof, che non teme di cambiare idea, e soprattutto di annunciarlo al mondo, senza x qs voler litigare con nessuno nè tantomeno denigrare springsteen.
Anch'io sono affascinato dall'avere fra noi uno storico del medioevo. Uno dei "tre evangelisti" di fred vargas esercita qs nobilissima professione. Chissà quante fesserie ci hanno insegnato a scuola, eh corrado???
Dovevo una precisazione su james lee burke. Per quanto ne so dovrebbe aver scritto 23 romanzi della serie robicheaux. 4 non sono stati pubblicati in italia, e già qs grida vendetta. Ha avuto ben 5 editori diversi nel belpaese, e specialmente le ultime uscite brillano x approssimazione nella traduzione, refusi multipli, bruttezza della copertina. Inoltre i titoli usciti in origine come giallo mondadori sono ormai da anni irreperibili. Ora io dico: se sellerio ha fatto un lavoro egregio con le opere di colin dexter (serie ispettore morse), che x me vale molto meno di jlb, xchè qualcuno non fa lo stesso con burke e robicheaux, almeno in formato kindle??? Credo che ne venderebbero un bel po', se adeguatamente pubblicizzate

Amedeo ha detto...

Sono io a ringraziarti, Zambo, per la compagnia tenutami per anni e, soprattutto, per i consigli e le opinioni sulla NOSTRA musica, parte fondamentale della NOSTRA vita, da te espresse sulle varie riviste specializzate con una competenza e un linguaggio assolutamente di primo ordine. Se sono cresciuto culturalmente un po’ lo devo anche a gente come te.

armando ha detto...

Ho letto le considerazioni di Amedeo quanto quelle del ns.Mauro e le capisco,considerando i due punti di vista . Sinceramente per quel che mi riguarda,considero " Letter To You" un gran bel disco, ammettendo comunque che i vecchi pezzi sono tutt'altra cosa e che a mio sentire, ci sono un paio di brani che non mi convincono, ma ne ho già parlato e non mi ripeto ancora. Ad ogni modo però mi piacerebbe fare alcune considerazioni al riguardo ma che potrebbero valere per qualsiasi altro artista. Ho conosciuto Springsteen grazie agli articoli di Mauro e di Blue Bottazzi sul Mucchio Selvaggio quando ancora era Wild e aprendo le sue pagine, l'odore di quell'altra America che tanto amavamo, ti entrava nelle narici e ti lasciava un sapore dolce amaro in bocca. Chi ha frequentato quelle pagine e amato tutta quella musica sa perfettamente di cosa parlo e inutile dire che sempre saremo grati a Mauro e a chi come lui ci ha fatto conoscere quel meraviglioso microcosmo. Pero' il tempo passa ed inesorabilmente si prende un bel pò di quei sogni e che siano le corse in auto sull'ovale del Kinsley o una fuga nella verde Thunderbird in compagnia di Chuck,Tom e Rickie Lee,sai in cuor tuo che quel che rimangono sono solo ricordi.E allora forse pensi che quella "liturgia rock" fatta di terre promesse o di vestiti che ondeggiano nella calura estiva.di treni in corsa per la salvezza potrebbero suonare ora un pò stonati. Forse si ha paura di guardarsi allo specchio e andare in frantumi insieme a quella immagine che ti restituisce una dura realta' e poche armi per poterla combattere. E allora magari pensi di cercare un modo per divertirti e ricorri a tutto quello che sfida il tempo e che di questo non ha paura, metti su Sam Cooke e James Brown,i Rolling Stones e Dr.John. All'improvviso però, il vecchio Neil ti guarda e sembra dirti che tutti quei sogni non sono finiti... possono diventare battaglie e che nel tuo piccolo qualcosa la puoi fare,basta non arrendersi e mettere un passo per volta, per non precipitare nonostante tutto intorno sembra tu stia aggrappato ad una vertiginosa gola . E allora credo che non ha poi tanta importanza se oggi posso ascoltare più un album e meno un altro, l'importante è aver fatto proprie certe cose e che ad averti reso migliore possa essere stata la musica quanto l'arte tutta. Oggi gira cosi,domani vedremo!?! No...che si chiamino Bruce,Tom,Neil o Bob,per me non sono stati eroi e non mi hanno salvato la vita,mi hanno pero' insegnato ad amarla e a capirla,nonostante tutto e a far si che trovassi un mio posto in questo mondo. Compagni di viaggio si..compagni con cui si viaggia insieme ma che puoi lasciare a metà strada per impreviste deviazioni o cambio programmi.E allora semplicemente dico grazie a loro e a tutti voi,perche' anche questo spazio e' diventato un abitacolo su quattro ruote e voi i miei compagni di viaggio. Dove andremo non lo so....è un mistero e quello lo lasciamo ai giorni che verranno.

Good Trip Brothers !!

Armando

Zambo ha detto...

Armando la tua dissertazione è molto appropriata e la condivido specie quando prendi a schiaffi la retorica che un disco o un artista ci ha salvato la vita, oggi ce la salvano medici ed infermieri, ed invece la nostra musica ci ha insegnato ad apprezzare la vita, amarla, capirla e accettarla, e dove andremo, mai come oggi non lo sappiamo.
Per quanto riguarda il grandissimo James Lee Burke l'ultimo libro che mi è capitato di leggere è stato Il Prezzo delle Vergogna, bello, mentre Creole Belle l ho lasciato lì dopo un centinaio di pagine perchè avvilito dai refusi e da una indecorosa traduzione. Il mio amore per lo scrittore mi ha portato per ben due volte, nell'ottobre del 2016 e nell'ottobre 2020, a New Hiberia sperduta cittadina della Lousiana nei pressi del Bayou Teche dove sono ambientate le storie di Dave Robicheaux. Sono finito nella tavola calda del paese, un self service dove ho mangiato benissimo e cheap e nel cui locale c'è una specie di altarino dedicato al detective, al suo procione e all'amico Clete Pourcel. Ero con un mio amico e alcuni avventori si sono meravigliati che due italiani conoscessero quel luogo e JL Burke. Meravigliati ci hanno fatto festa ed uno di loro un giudice ci ha simpaticamente dato il suo biglietto da visita dicendoci che se ci fosse capitato qualcosa nel viaggio di contattarlo senza problemi. Non solo in quel posto ma in tutto il Sud che ho visitato ti accorgi che saranno anche repubblicani e reazionari ma sono di una cordialità che qui si è persa, e se ti possono dare una mano non si tirano indietro. Louisiana Mon Amour.

Zambo ha detto...

volevo scrivere ottobre 2018

Armando Chiechi ha detto...

Si Mauro me lo ricordo,perché ne hai scritto qui e sul Buscadero.
Buona serata.

Unknown2 ha detto...

Unknown2. D'accordissimo con tutti voi. Dovevo mettere quadruple virgolette su ""eroi"". I musicisti che ascoltiamo sono umanissimi come e + di noi, fallaci e contraddittori, ma sinceri nell'esprimere lo stato d'animo del momento. E hanno qs dono di saper toccare i ns cuori, di esprimere, a volte meglio di quanto potremmo noi stessi, i turbini che si agitano nel fondo di ognuno.
Lietissimo di appartenere anche alla tribù di j.l.burke.
Dopo 'il prezzo della vergogna'(swan peak,usa2008), 17° robicheaux,
Burke ha pubblicato 'the glass rainbow'usa2010 (mai uscito qui da noi),
poi 'creole belle'usa2012, stesso titolo in italia,
poi 'light of the world'usa2013, da noi 'il sale della terra'(unorosso2017, coi soliti problemi di editing). Ultima uscita italiana a tutt'oggi.
In usa sono poi usciti: 'Robicheaux'2018, 'The new iberia blues'2019(bel titolo!) e 'A private cathedral'2020. Quando potremo leggerli in traduzione decente e senza errori da terza elementare?
The answer my friend is blowin' in the wind

corrado ha detto...

Oggi è stata una giornata strana.
Causa Covid mi sono ritrovato con un sacco di tempo libero e dopo aver accompagnato a scuola mia figlia, springsteeniana di 15 anni, ho girovagato per la mia città come da troppo tempo non mi capitava.
In Sardegna non abbiamo i grandi spazi fra la Via Emilia e la Bassa Piemontese, inoltre io avrei difficoltà anche con uno scooter 50, altro che moto, comunque Cagliari offre degli scorci mafnifici, fra il mare gli stagni, il centro storico arroccato nel castello medievale.
Girando fra le antiche stradine del Castello, un tempo meta di mie lunghissime passeggiate, solitario o in compagnia, mi sembrava di essere il protagonista di Mellow my mind", malinconica canzone di Neil Young: non ho ritrovato nessuna delle sensazioni del passato. Sono sceso in centro e sono finito nella libreria di un vecchio amico, scrittore e musicista, con cui abbiamo condiviso molto dei nostri anni '80, non solo il rock americano, ma la New Wave, la neo psichedelia, il rock cantato in Italiano.
Mi ha dato un 45 giri appena pubblicato: Joe Perrino & the Mellowtones che si riformano per ricordare Mario Loi e Carlo Camerota, tornando all'incredibile inizio di un'avventura partita con la canzone "Love the colors", che si inseriva in quel filone e momento musicale da cui erano venuti fuori gruppi come Green on Red e Dream Syndicate.
Improvvisamente, come un flash, mi sono tornate alla mente tutte quelle sensazioni che avevo inseguito nella mia passeggiata di primo matrino. Ho rivisto le vite di amici scomparsi, la gioia e il pericolo dei miei vent'anni, i visi sorridenti e ancora innocenti dei musicisti che ascoltavo o con cui suonavo. E le immagini di oggi, con Joe Perrino che sembra Rocky Ericksson (secondo me è una citazione bella e buona da un disco con The Aliens).
E ho capito solo ora il fascino, pur privo di mistero, di un disco come Letter to Youdi Springsteen. E perché stiamo tutti qui a discuterne, invece di dedicarci ai pur pregevoli dischi di War on Drugs, Tame Impala e altri ancora. Bei lavori, ma senza mistero, senza chilometraggio di esperienze di vita che possiamo aver percorso insieme a loro.
Letter to you è un bel disco, non un capolavoro, ma parla al nostro cuore, sotto la patina mainstream che un rocker popolare deve pur dargli.
A presto per l'esame più accurato e per rispondere meglio alla"provocazione" di Zambo e scusate per questo excursus su storie e sogni molto personali, ma che seguono un filo rosso con quanto stiamo dicendo suk Zambo's Place

Armando Chiechi ha detto...

Che bello quanto hai scritto sulle sensazioni provate. Cagliari mi è rimasta nel cuore e ricordo non molti anni fa di aver visto a Quartu Peter Karp & Sue Foley in concerto. Idem per Franceso Piu qualche giorno prima dalle parti di Carbonia, ma non mi ricordo più il nome del paese...è l'età che avanza.

Armando

corrado ha detto...

Cagliari ha un suo fascino. Ultimamente iper sfruttato da scrittori modaioli e da mediocri giallisti da Happy Hour, ma con belle storie da raccontare

Zambo ha detto...

A Cagliari ho visto uno straordinario, meraviglioso concerto di Miles Davis, uno dei migliori concerti della mia vita, con la luna piena che si stagliava sul mare. Non mi importa che mi avessero sfilato dalla tasca della giacca la mini Olympus con cui avevo fotografato il festival. Facevano Jazz in Sardegna, mi sembra si chiamasse la rassegna, mi invitarono due volte perchè lessero sul Mucchio in miei articoli su Working Week, Carmel, Style Council e Cool Generation varia. Vidi pure Gil Evans orchestra e Herbie Hancock già rivolto al suo periodo elettronico, non intrigante per il sottoscritto Fui lusingato e mi divertii parecchio, Cagliari città strana, affascinante, ricordo che in un caldo pomeriggio bigiai il Poetto, mi sembra si chiami così la spiaggia, ed andai al cinema a vedere Sid&Nancy. Cose che succedevano nell'archeologia. Bell'amarcord Corrado

corrado ha detto...

Il concerto di Miles Davis... Ero un ragazzino squattrinato e sono andato a vederlo utilizzando la "Tessera Canguro"!...
Quel concerto è rimasto nella mitologia di tante persone: ogni tanto incontro qualcuno che ricorda di esserci stato. Il Muccchio si era occupato in più di un'occasione del festival Jazz in Sardegna. Ogni tanto organizzano ancora qualcosa, ma il grande momento sembra ormai passato. Resta l'esperienza di una rassegna che ha formato musicalmente tante persone che però non si sono fermate al jazz

bobrock ha detto...

Working week , Carmel che flash li ascoltavo e sono andato pure a sentirli live . Mi avete aperto uno squarcio li avevo dimenticati.
Bhe miles che dire ...un marziano dall’inizio alla fine della sua spaziale carriera .

bobrock ha detto...

Corrado il libro che mi hai suggerito è già nel carrello degli acquisti . Mi è piaciuto molto la tua dissertazione su Cagliari e dintorni .

corrado ha detto...

Bob, ora che lo squarcio è stato aperto, recupera qualcosa di quegli anni. Qualche disco ha mantenuto un po' del suo antico fascino. Poi mi dici del libro: c'è un interessante approfondimento sulla manipolazione della storia a fini politici

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Eh, sì, spesso x noi malati di rock la musica funziona come la madeleine di proust. Scatena deja vu devastanti che ti riportano ai tempi (felici, ca va sans dir) della gioventù.
Fra i citati, Jam, paul weller, style council, ma soprattutto il paisley underground di green on red e dream syndicate. E roky erickson, geniale anima persa negli acidi; ho consumato don't slander me.
Bellissima Sardegna, magica, misteriosa, fatata.
Ma stamane, già depresso x la serata di madrid, come non parlare degli usa, incredibilmente ancora in bilico fra biden e trump. Tanti anni fa sul mucchio qualcuno scrisse che gli americani erano un popolo di deficienti. Ne seguirono polemiche rabbiose... però, oggi, che dire...
O forse è tutto il mondo che sta andando chissà dove, dietro a orban, bolsonaro, johnson, trump e salvini. E il terrorismo fondamentalista dà benzina a qs personaggi, peraltro democraticamente eletti. Forse non resta che inchinarsi al volere del popolo sovrano e spararsi letter, a volume sufficientemente alto da cancellare tutto il rumore di fondo, e rispolverare il bel libro di dave marsh 'born to run'. Lì il mito è intatto, wild & innocent. Il secondo (glory days) è meno appassionante, già tratta di una rockstar...

Armando Chiechi ha detto...

Come non darti ragione mio caro Unknow 2,il mondo purtroppo non è mai stato e mai sarà forse quello che noi speravamo quando eravamo più giovani. Ad ogni modo però è tristissimo vedere i personaggi politici che tu nomini avanzare sempre più nelle preferenze della gente. Come trovo triste che si possa insultare una Greta Thundberg o vandalizzare l'auto di una ragazza genovese solo perché essere Lgbt. Per me non è una questione di essere a destra o sinistra,ma saper vivere civilmente in una società e saper creare un confronto sano come dovrebbe essere tra cittadini. Purtroppo però i vari Trump,Salvini...hanno amplificato e deviato il malcontento popolare portando tanta gente a fare quello che fa. E allora temiamoci la nostra musica pee combattere o almeno difenderci da tutti gli orrori !!

Armando

Zambo ha detto...

io sono democratico ma spero che un giorno o l'altro qualcuno spari a Trump

corrado ha detto...

Solitamente sono quelli come lui a pagare dei killer per eliminare gli avversari politici. Occhio, che se vince Trump ci toccherà vedere Springsteen trasferirsi in Australia...

Armando Chiechi ha detto...

Zambo la tua speranza è ciò che in molti forse abbiamo pensato. "Donald needs a shooter"....

Armando

bobrock ha detto...

No dai Zambellini ci manca solo che diventi martire ; avevo letto vari articoli in cui ipotizzavano che avrebbe fatto ostruzionismo cercando di rimandare tutto alla Corte Suprema ipotizzando brogli ( da che pulpito ).
Io sono fiducioso che Biden ce la faccia anzi io tifo per il vice di Biden che spero indirizzi la sua linea politica .

bobrock ha detto...

Unknown 2 ti confermo che reputo gli americani un popolo più che stupido ignorante .
La loro forza sono tutte nelle materie prime che anno nel sottosuolo .
Dopo la seconda guerra mondiale in ogni paese dove hanno messo piede hanno fatto solo guai oppure rimediato sconfitte ( Vietnam ) o figure grame ( Iran - Somalia ) al massimo stentati pareggi ( Corea).

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Coraggio, amigos. Forse non ci toccherà sparargli, a donald. Mentre scrivo, a biden (che comunque sembra mio nonno, e io ne ho 65) mancano 17 grandi elettori (certo che anche in usa, quanto a leggi elettorali, non brillano x chiarezza). Anzi, fox, che è x trump come mediaset x silvio, gliene dà già 11 in più. Le borse festeggiano, forse anche noi possiamo sbilanciarci, cominciare a sorridere e metter su 'fortunate son' a palla

Armando Chiechi ha detto...

Certo e poi come tu dici il sistema elettorale é veramente assurdo quanto il fatto di non pensare ad avere mezzi più moderni per il conteggio dei voti. Speriamo che ce la faccia Biden...

Armando

Unknown2 ha detto...

Unknown2. Proprio non se ne vuole andare, l'uomo con gli occhi da rettile. Non sa rassegnarsi, come un bamboccio capriccioso, di quelli che, quando perdono, pigliano il pallone e se lo portano a casa. Ma la sua sorte è segnata: tornerà a sperperare i soldi di famiglia, poverino.
Ma andiamo a cosa + serie: secondo il sito ufficiale, letter ha esordito direttamente al primo posto in ben undici paesi del mondo.
Ed essendo sì un buon disco, finalmente in linea con la sua golden age, ma certo non eccezionale, viene da chiedersi come mai qs 71enne proletario del jersey, piccoletto, bruttarello, che ha passato gli ultimi anni a lamentarsi della sua depressione da milionario,
sia ancora tanto amato in ogni dove, con un patrimonio di fans che attraversa almeno tre generazioni, e che a volte tocca fanatismi giustamente stigmatizzati su qs blog.
I concerti, sì, lì non lo batti. E la disarmante sincerità che gli ha fatto mettere in piazza i suoi problemi psichici. La distanza da ogni strategia politica (se forse oggi vincerà con biden, nel 2004 cannò di brutto con kerry). Il pragmatismo blue collar con cui in ogni città toccata dai suoi tour foraggia il banco alimentare locale, xchè una minestra non ha colore partitico.
La voglia e la possibilità di riscatto con cui ha toccato il cuore perfino di un emarginato pakistano in uk (blinded by the light è carinissimo, da vedere)....
Potrei continuare, ma non riuscirei a spiegare, nemmeno a me stesso, come mai, quando urla 'do you love me???' siamo in 80.000, quasi in lacrime, a sbraitargli amore eterno.
Forse in lui ognuno vede se stesso, e gioisce per quell' 1 su 1.000.000 che ci ha creduto, ha tenuto duro, e incredibilmente ce l'ha fatta, a portare in cielo la sua idea di rock semplice, sincero, liberatorio. Catartico, selvaggio e innocente, per sempre

Armando Chiechi ha detto...

Tutto vero Unknow 2 e ti dico che per essere quel piccoletto e bruttarello, vorrei 1gr.del suo carisma.A parte l'ironia e gli scherzi godiamoci la musica e teniamoci stretta la bellezza,perché questi sono tempi bui e brutti.

Armando

corrado ha detto...

Biden è presidente. Springsteen non deve più emigrare in Australia e riunire i Radio Birdman!...

bobrock ha detto...

....a me mancherà Melania.....

Zambo ha detto...

E' un bel quadro di Springsteen quello che tu hai scritto, unknown2 (ma perchè non uscire dall'anonimato) che condivido alla lettera ma stasera su Netflix ho visto il documentario su Keith Richards, Under The Influence, e l ho trovato molto più in sintonia con il mio bisogno di musica e di resistenza, rispetto a tutte le confessioni che Springsteen ci ha donato negli ultimi anni, dalla autobiografia a On Broadway ai due film che hanno accompagnato i suoi ultimi dischi. Non so, ma mi sono stancato di sentire di problemi privati, di depressione, di nostalgie, di ricordi, di cavalli e invecchiamento, di vite che non sono la mia, come fossero più importanti della musica stessa. Per un ora e mezzo Keith Richards mi ha fatto sorridere e dato del benessere sentendolo parlare di blues, di reggae, di come sono nate le canzoni, dei suoi dischi, dei Rolling Stones, dei momenti duri e della gioventù, delle lite e delle rinascite, anche delle perdite ma sempre in tono lieve e disincantato, ha parlato della musica perchè al di là di tutto è ciò che vogliamo da questi artisti ed è per questo che li abbiamo amati, a meno di non essere alla ricerca di un altro Papa. La musica, come dice Richards, nessuno potrà mai spiegarla, ma esplorarla è un grande divertimento. Sarà perché ho sempre preferito i peccatori ai santi, ma Under The Influence mi ha fatto venire una gran voglia di ascoltarmi del sano e sporco e rock n'roll e lasciare da parte le cartoline della vita, perché alla fine è questo che mi tiene vivo, e per la vecchiaia valgono ancora le parole di Keef " non sto invecchiando mi sto evolvendo".

Unknown2 ha detto...

Hai ragione Zambo. Il problema è che sono un deficiente informatico, e non so cambiare account. Allora lo scrivo qua: Unknown2 = Livio. E trasmetto dalla prov. di Trento.
Sottoscrivo al 100% anche la tua predilezione x chi non fa narcisisticamente della propria vita uno psicodramma permanente a diffusione planetaria e, senza rinnegare minimamente la mia vicinanza a springsteen, ribadisco ammirazione sconfinata x keith richards e x gli stones tutti, che hanno sempre saputo guardare in maniera scanzonata alla fama universale che li ha baciati, evitando accuratamente i toni messianici di bono\u2, tanto x fare un esempio, e rendendosi perfettamente conto che, a parte il saper suonare della buona, anzi ottima, musica
ed essere anche stati ben baciati dalla dea bendata, sono tutt'altro che dei superuomini. Anzi, non lo vogliono proprio essere, divini, speciali, intoccabili. Sempre sorridenti e gentili coi fans e con la stampa, tendono a sdrammatizzare la loro dimensione pubblica, non intendono essere guide nè modelli x nessuno.
Nella sua autobiografia, keef ne racconta di ogni, senza paura, senza vergogna. Negli anni, si è forse anche reso conto di aver avvicinato alle droghe, senza volerlo ma anche senza pensarci, tanta gente che lo vedeva appunto come un faro da seguire, e ha saputo ripulire efficacemente la sua immagine pubblica. Quel che poi fa in privato sono solo e unicamente affaracci suoi.
Profondissimo il suo attaccamento alla musica: anche negli anni + bui non ha mai anteposto le polveri agli stones. Grande ammiratore dei padri fondatori, ricordo quando, durante le riprese di 'hail hail r'n'r' si prese un poderoso cazzotto da chuck berry, per aver osato toccare la sua chitarra, ma questo non gli fece cambiare idea sulle sue qualità di musicista (le qualità umane, del buon chuck, beh, le stiamo ancora cercando...).
Ma come sempre mi sto perdendo in chiacchiere. Loro. gli stones hanno detto tutto in poche parole, in uno dei titoli + memorabili di un album e di una canzone:
it's only r'n'r, and i like it

Unknown2 ha detto...

but

Zambo ha detto...

Livio, non potevi esprimere meglio e mi complimento per la tua eccellente grammatica, il mio punto di vista, se ti capita guarda il documentario Under The Influence. Ho Netflix grazie ad un amico, Marcello Matranga, che durante il primo lockdown mi ha incluso nel mio abbonamento, senza pagare una lira. Non sono un fan delle serie, anche se il Metodo Kominsky è simpaticissimo, ancora sulla vecchiaia ma con un aplomb irresistibile ed un grande Michael Douglas, e Marseille, un poliziesco in una delle città a cui sono affezionato, ma guardo qualche film e documentari artistico/musicali. Tra i film Il Processo ai 7 di Chicago, sui fatti della Convenzione Democratica del 1969, è notevole, peccato che abbiano ciccato completamente la colonna sonora, e di materiale ce ne era a iosa...

bobrock ha detto...

bhe se cominci con Breaking Bad poi ti innamori dei personaggi. E una serie fantastica. Ovviamente le serie valide sono pochissime ma poi te le ricordi per sempre. E tanto per rimanere in tema il metodo Kominsky è troppo cinicamente divertente e Alan Arkin è un attore sublime.
Tornando al tuo ultimo post mi butterò subito sul docu di K.R.
Anche io se posso permettermi ne ho piene le palle di musicisti che parlano di depressione ( ho detto musicisti quindi Hardoc0re fans di Bruce trattenete il fiato). E aggiungo che faccio veramente fatica a capire chi dalla vita ha avuto tutto ma proprio tutto che debba menare il torrone con le depressioni.
Penso in questo momento a James Hetfield (primo nome a caso che mi viene in mente) che nei mesi scorsi è stato in rehab per soliti problemi di alcolismo e che ha sofferto di depressione.
E allora mi chiedo ma se suoni mediamente di fronte a 50.000 persone adorato worldwide, un tradizionale working class man cosa dovrebbe fare.....??
I musicisti depressi mi hanno sempre fatto incazzare, sarà che x me la musica è anche un potente antidepressivo.
Immaginatevi un mondo senza musica...un film senza musica
quello sarebbe veramente un vuoto incolmabile
ps: Livio decisamente suona meglio di Unknown2


Armando Chiechi ha detto...

Mi riallaccio a quanto detto da Bobrock e dico che anch'io preferisco Livio ad Unknow 2. Per quel che riguarda Netflix e le pay tv devo dire che sono indietro e ricorro a recuperare molto in dvd, più che altro perché non possiedo nessuna linea telefonica fissa,ma un webcube,che usato per visionare serie varie risulterebbe dispendioso. Ma se voglio godere di serie e visioni diverse da quelle propinate in tv,dovrò aggiornarmi,anche per un discorso puramente legato agli spazi che sempre più a fatica contengono i vari supporti. Ad ogni modo noto quanto questo blog stia diventando sempre più un contenitore culturale e un'angolo vivace fatto di un rispettoso scambio di opinioni. Non parlerò ancora dell'oggetto di discussione del blog ma parafrasando una pagina del Buscadero cosi vi saluto.

Armando

My Favorite Things : Last Weeks

Cd's : " Letter to You " : " Bruce Springsteen" ( Sony 2020)
Tom Petty : " Highway Companion" ( American 2006)
Lp's....
Gun Club : " The Las Vegas Story" ( Animal Records 1984)
R.E.M. : " Life's Rich Pageant" ( Irs 1986)
Sonny Rollins : " Tenor Madness"( Prestige ristampa 2015)
Libri : " Butcher Crossing" John Williams ( Fazi editore)
Charles Willeford : " Tempi D'oro per i Morti" ( Feltrinelli Economica..)






Zambo ha detto...

letto anche io Tempi d'Oro per i Morti, bello e divertente, come d'altra parte dello stesso autore Miami Blues. Mi permetto di consigliare il tosto Il Caravan di Jennifer Pashley, a tratti agghiacciante, recensione sul Buscadero di dicembre e Motel Life di Willy Vlautin, il cantante dei Richmond Fontaine, entrambi ambientati in quella America profonda che vota Trump.

Armando Chiechi ha detto...

Grazie Mauro. Del " Caravan" ricordo la recensione e di Willy Vlautin da tue precedenti segnalazioni ci ho messo gli occhi su. Ultimanente ho visto passare in economica " Attica Blues" e anche qui ho intenzione di farci un pensierino. " Miami blues" l'ho letto pure io ma ritengo tra i noir " southern" James Lee Burke più intrigante e suggestivo. Ad ogni modo ho provato anche a leggere Jo Nesbo e devo dirti che mi è piaciuto molto, partendo proprio dal primo " Il Pipistrello", ma su questo autore scandinavo non ho problemi di reperibilità,in quanto mia moglie è un'accanita lettrice dei noir del nostro !

Abbracci...

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Mi piace parlare con voi. Adoro leggere, e prediligo i noir, gialli, spy, fantasy, science fiction, cyberpunk.
Attica blues l'ho letto, è buono, un po' acerbo forse, ma l'autrice si farà. Jo nesbo e il suo harry hole non possono mancare, me li sono sciroppati tutti, e ne vale la pena. Magari se asciugasse un po' la sua prosa, nesbo farebbe un ulteriore salto di qualità.
Oltre al citato burke raccomando george p. pelecanos, grande; valerio evangelisti col suo eymerich; joe lansdale (serie hap e leonard); sandrone dazieri (serie del gorilla); e poi santo piazzese, alessandro robecchi, antonio manzini (rocco schiavone!), christian frascella, lucarelli, padura fuentes, don winslow, r. crais, m. connelly (bosch ma non solo), john connolly (charlie parker), j. ellroy (specie i primi, fino a 6pezzi da mille, diciamo), r. galbraith (nickname dell'autrice di harry potter... Ma il suo cormoran strike è davvero buono), ian manook (yeruldelgger), cruz smith, le carrè. Camilleri, lehane, costantini (in calando con gli ultimi balistreri, però).
Paco ignacio taibo II, imprescindibile, come j.c. izzo e james crumley.
E l'immenso stephen king: ha prodotto forse troppo, ma smetta chi non l'ha mai letto di dire che è un "autore horror". Col czzzz!!!! E' un poeta vero, il massimo cantore del trapasso infanzia\adolescenza. Dopo l'incidente si è un po' depresso anche lui, ma lo sapevate che è un rocker dilettante e ha suonato (only a joke) xfino con warren zevon????
Leggo con gusto perfino il jack reacher di lee child: libri essenzialmente di revenge, dove il buono può scazzottare impunemente i cattivi: liberatorio.
E chissà quanti ne dimentico, ma stilare qs elenco è stato delizioso.

Unknown2 ha detto...

Livio. Mica ho finito. Le serie: io ho sky, e con la genialata di my sky mi registro o scarico ttt ql che mi piace (film, serie, intrattenimento, sport, musica) e mi confeziono la tv che piace a me.
Imperdibili: homeland (claire danes e m. patinkin), masters of sex (lizzy caplan e m. sheen), the deuce (maggie gillenhal e j. franco; soggetto di george pelecanos), vinyl (purtroppo solo 1stagione, prod. da m.jagger e m.scorsese), the bridge (usa version con diane kruger), snowfall (angela lewis e emily rios), atroce x come racconta la nascita e diffusione del crack, le bureau (m. kassovitz); chernobyl (agghiacciante, ma da vedere). E via e via...
In generale direi che il genere 'serie tv' sta raggiungendo qualità altissima, spesso paragonabile al film, ma con maggior possibilità di approfondimento e ricchezza di personaggi e storie parallele, fondamentali x creare un'atmosfera, e ricreare il profumo e il contesto di vicende ambientate nel passato (x es. 22.11.63, con j.franco, da stephen king)

corrado ha detto...

Vivaddio non si ascolta solo Springsteen! Eccheppalle, passassi il tempo a pensare ai suoi dilemmi rischierei di farmi venire la depressione anch'io e di questi tempi il rischio è dietro l'angolo.
Proprio per stemperare la mente dall'ascolto di "Letter to you", che rimane un signor disco, ho ripreso in mano alcuni dischi vecchi e nuovi, piuttosto diversi fra loro, ma che hanno il comune denominatore di farmi sentire bene e di buonumore.
Il primo è "Fervor", dei Jason & the Scorchers. Un lavoro, dimenticato da molti, ma incredibilmente pieno di potenza e lirismo, suonato alla grande con dei brani notevoli che reggono benissimo il tempo: Hot nights in Georgia, che di questi tempi elettorali ci sta proprio bene; Harvest Moon, non quella di Neil Young; la cover di Absolutely sweet Marie e altri ancora.
Poi i The Thrills, irlandesi, ma in bilico fra suoni della madrepatria e West Coast, con tanto di uso in alcuni brani della steel guitar. Erano proprio bravi quando uscirono agli inizi dei Duemila. Chissà che fine hanno fatto.
Inoltre, gli Shout out loud, svedesi e talentuosi, ultimamente un po' troppo virati al pop sintetico, ma i primi 3 - 4 dischi sono belli e possono piacere anche a qualche rocker vecchio stampo.
Concluderei le riflessioni sul Boss, tanto mi sa che quello che avevamo da dire lo abbiamo detto.
Il disco resta un bel disco, basta non ingerirne dosi eccessive o addirittura ascoltare solo quello, dunque ci sta che si spopori con un po' di Rolling Stones, come fa Zambo, per non perdere di vista cosa è il rock'n roll nella sua accezione base e poi ognuno trova la formula più adatta a lui per vivere questi nostri tempi moderni. Un saluto a tutti

Zambo ha detto...

Consiglio ai naviganti, specie per Livio, non troppi titoli se non ci si perde e si rischia di non leggere. Siamo d'accordo che le cose belle sono tante, ma consiglierei di rimanere nel recinto, qualche titolo mirato ed il resto una prossima volta. E' solo un consiglio da prof, troppa carne al fuoco spesso annoia la correzione......ahahahah..... Una domanda, io ho letto Texas Blues di tale Attica Locke, non centra nulla con Attica Blues?
Per i noiristi, leggetevi Carl Hiaasen, è divertente, disincantato (Crocodile Rock o L' Esca Mortale) siamo in Florida, e lui è molto molto molto amico dei Rolling Stones. Ciao

armando ha detto...

Si Mauro,mi scuso con te e con gli altri in riferimento a "Texas Blues" dal sottoscritto erroneamente riportato con diverso titolo di cui sopra. Per quel che riguarda il resto,in questo periodo di lockdown mi sto gustando anche tanta roba "vecchia" come vinili ma senza alcuna nostalgia,solo per il piacere di riascoltarli e vedere come hanno superato gli anni.

Buona Settimana

Armando

corrado ha detto...

Giusto per raggiungere il commento n. 100 e rompere le scatole scherzosamente al padrone di casa:
Recensione concerto Springsteen a Zurigo 1981, dal Mucchio Selvaggio n. 42:
"Arriva Racing in the street, il cui lirismo è pari solo alla commozione e alla bravura di Roy Bittan"...
"Bittan, Federici e Weinberg completano la scena e sorreggono un lirismo che a volte diventa epico".
Gli Heartbreakers saranno anche strepitosi, ma la E-Street non mi è mai sembrata da meno. E di Weinberg mi piace ricordare il bel libro di interviste ad altri musicisti scritto ormai tanti anni fa. Se martello è, si tratta di un martello di classe. Anche Bittan è un ottimo musicista, perché il suo tocco lo riconosci subito e questa è una cosa importante quando si crea il sound di una band

Zambo ha detto...

Corrado, d'accordo con te su Roy Bittan, meno su Max, che per l'amore di Dio avercene.....

corrado ha detto...

E va bene: 1 a 1, pari!...

Unknown2 ha detto...

Livio. Prof, come sempre mi inchino. Troppa carne al fuoco. L'entusiasmo mi ha trascinato, ma tutti gli autori citati mi piacciono davvero.
Allora oggi solo fred vargas (evangelisti\adamson) che scrive divinamente, seconda forse solo al sommo Leonardo Sciascia (gialli metafisici i suoi, brevissimi, fulminanti, da assaporare in ogni virgola). Dietro la lavagna però, la vargas, causa appoggio (e non solo) al pluriomicida cesare battisti. Buuuhhh
Anch'io ho fatto casino con texas blues di attica locke. Sorry
Crocodile rock mi è piaciuto davvero. Interessante jeff johnson (lucky supreme).
Tra i vecchi dischi menzione speciale x 'shinola', '93, degli energy orchard del compianto bap kennedy: energia frenetica, ottimismo, solarità: anticovid garantito! E 'boston, mass.', 1985, dei del fuegos (aprivano x tom petty nel let me up tour).
E Bob, tieniti pronto: sembra che la divina melania sia intenzionata a divorziare. Ci ha messo un po', ma ora sembra decisa

bobrock ha detto...

LIVIO temo che con la mia dichiarazione dei redditi potrò offrire a Melania al massimo un happy hour .....

Unknown2 ha detto...

Livio. Hello, Bob! dopo anni al fianco di un soggetto tanto squallido, il tuo happy hour le apparirà puro ossigeno. E non trascurare che qualche dollaruccio riuscirà pure a spillarlo a quel puttaniere di donald...

bobrock ha detto...

Di questo non ho dubbi Livio ( generoso assegno di divorzio ). Adesso ripongo grandi aspettative in Kamala che essendo di colore penso che abbia fatto il doppio degli sforzi per guadagnare quella posizione . Penso che Biden non possa avere tutte le energie che ci vogliono per guidare una nazione e pertanto mi auguro che quella donna possa dire la sua e soprattutto contare e non essere una soltanto una carica onorifica.

Unknown2 ha detto...

Livio. Netta impressione che la harris sia una tostissima, molto + energica di biden (che xaltro deve fare i conti col senato a maggioranza repubblicana). Probabile, vista l'età di biden, che fra 4anni lei, figlia di un giamaicano e di una nativa americana, diventi il candidato democratico alla presidenza!!!

bobrock ha detto...

Ottima idea . Donna di colore e presidente .
Mi piace molto .
Ps: oggi in macchina ascoltavo i Kinks, nel 1982 suonarono a Milano e un febbrone mi impedì di andarli a sentire , mi mordo le mani ancora oggi.
Non solo parlando di febbre qualche anno fa Bruce suonò a Padova la sera in cui esegui’ tutto BTR. non solo meeting across the river è una dei miei brani preferiti e in trenta concerti non sono mai riuscito ad ascoltarla . Ovviamente quella volta di Padova ero ko e ho saltato pur con il biglietto in tasca .

Amedeo ha detto...

“E che Dio aiuti Bruce Springsteen quando decideranno che non è più Dio. … Si rivolteranno contro di lui, e spero che sopravviva.”

John Lennon

Armando Chiechi ha detto...

Leggo quasi " per sbaglio" questa frase di John Lennon riportata qui da Amedeo. Eh si perché credendo di andare sull'ultimo post ho riaperto invece questo. Ricordo questa frase e sinceramente mi ha messo un po' di malinconia, per quanto non creda che Springsteen abbia bisogno del nostro aiuto !?! Ad ogni modo però fa strano pensare come sia cambiata in genere la percezione di un'artista che fino all'altro giorno si credeva intoccabile. Certo nessuno è santo ed è dura esserlo in città, giusto per citare un suo vecchio brano. Certo, gran parte dei suoi fan sicuramente hanno contribuito a far si che quello che era un faro, si sia trasformata in una flebile fiamma, ma forse siamo anche noi ad essere cambiati ed invecchiati e forse diventati più cinici. Personalmente non ne faccio un dramma e che sia di Bruce o di qualcun altro, un disco può piacere o meno ma la porta sarà sempre aperta per lui o chiunque saprà darmi gioia ed entusiasmo. Alla fine questo disco mi è piaciuto e se a qualcun altro può aver recato fastidio non ne faccio un dramma perché il mondo è bello perché vario nonostante tutto. Un giorno che tutto questo non ci sarà più allora si che sarà davvero triste ma per il momento e per fortuna mi sembra ancora cosi lontano !?!
Abbracci

Unknown2 ha detto...

Livio. Mette i brividi, qs frase di lennon, che non conoscevo, alla luce di quanto è successo a lui, 40anni fa, purtroppo.
Anche se x la verità era stato lo stesso john a dire che i beatles sono + famosi di Gesù.
E springsteen, direi, non ha mai avuto atteggiamenti da superstar antipatica. E' maturato lui, siamo maturati noi. E non è detto che sia sempre un bene... ma a far male a bruce sono state piuttosto le sue insicurezze, i suoi demoni personali ("when i was young, my father...").
Mestiere duro, la vita

Luca ha detto...

E' passato un bel po' dal primo ascolto di Letter, ma siccome in queste settimane non ho cambiato idea due righe le scrivo. Non sto ad analizzare tutto, dico solo che il lato C del vinile è una delle cose più belle che abbia mai fatto, If I was the Priest è sempre stata una delle mie preferite fin da quando non esistevano internet, YouTube etc e bisognava andare alla ricerca dei bootleg più improbabili negli scantinati di alcuni negozi di dischi, Song for Orphans è per me quasi leggenda fin dalla «fake news» del Mucchio sul triplo dal vivo che tutti aspettavamo come fosse la nostra Sacra Scrittura. Ghosts è un po' paracula? Punti di vista... Non mi stupisce che sia l'opinione di chi ha scritto e chi ha avallato una recensione come quella di Western Stars, ingiusta, secondo me, più nei confronti dell'uomo che dell'artista (in fondo i gusti sono gusti). Io invece penso che il pezzo, ma un po' tutto l'album, sia nato dalla voglia di fare la musica di una volta con gli amici di sempre e credo che per questo siano stati fondamentali gli ultimi album di Miami, in particolare Summer of Sorcery (il pezzo) che forse ha riportato Bruce a quelle estati magiche e agli amici che c'erano allora e che poco a poco se ne stanno andando... per sempre. No, non credo che ci siano tutti quei calcoli che diceva Marco Denti, Letter venderà molto, ma è soprattutto un disco per i vecchi amici da parte di un vecchio amico che ci ha aiutato molto quando era il momento e a questo punto della sua vita vuole semplicemente sentirsi bene con quelli a cui vuole bene, con chi gli vuole bene e anche con chi gliene voleva molto una volta... e oggi forse lo considera solo un settantenne un po' paraculo...
Saluti

Luca

Zambo ha detto...

È incredibile, Luca , come uni scriva che un pezzo, un pezzo, un pezzo suoni paraculo , nel senso che è studiato per l applauso facile , il karaoke da stadio, è si senta rispondere che reputi un artista , tutto l artista, come paraculo. Ma va bene così, forse perché non si è amato un disco , intendo ws, come lo hai amato tu ? Ma va bene , comunque io non sono è non lo sarò mai per il pensiero unico , a costo di prendermi bordate a destra e manca

Unknown2 ha detto...

Livio. Ecco, ci risiamo. E io che devo dire: sto in mezzo al fuoco. Non amo ws ma mi piace ghosts.
Però, però: sono in casa altrui, e un minimo di rispetto si impone, soprattutto xchè il ns prof se lo è guadagnato sul campo, il rispetto, in decenni di militanza nel difficile, ingrato mestiere del critico musicale professionista. Se io ho ascoltato centinaia di dischi, lasciando subito perdere quelli che non mi piacevano, lui ne ha ascoltati migliaia, scandagliando intere discografie, documentandosi in merito a collegamenti, collaborazioni, produzioni, sound technicians, vita privata, etc etc anche di artisti che magari istintivamente non adora.
E allora, se mi fa notare che ghosts è costruito esattamente x essere sbraitato in coro allo stadio, mi fermo a pensarci, e gli do ragione, anche xchè è l'esatta impressione che ho avuto io stesso, senza considerarlo necessariamente un fattore negativo. Il pezzo continua a piacermi, e allora? Comandano la pancia, l'istinto. Mica il prof me lo impedisce: ha semplicemente esternato la sua opinione, che x me pesa, e mi fa riflettere, visto che da decenni mi aiuta a scegliere roba buona da ascoltare, senza perdere tempo e soldi su ciò che non vale.
Allo stesso tempo, se ws non è piaciuto a me, lo hanno gradito invece milioni di persone, e qs deve farmi almeno un attimo riflettere sui miei limiti, che magari sono determinanti nel giudizio negativo. Ma non posso cambiare me stesso, e allora mi sta benissimo che altri lo ascoltino con piacere, senza pretendere che io la pensi come loro.
Rendiamoci finalmente conto che non esistono due esseri umani con gli stessi gusti, e che ad ognuno è dovuta libertà di ascolto e di giudizio in merito.
Soprattutto facciamoci convinti che la musica, e il rock in special modo, dev'essere fattore inclusivo, gioioso conciliatore, non campo di battaglia su cui spaccare in 4 il capello critico.
Ai concerti del boss se io ho gioito x racing in the streets e qc altro x born in the usa, che importa? tutt'e 2 eravamo felici, ed eravamo lì x quello, no?

Luca ha detto...

Zambo mi sono spiegato male evidentemente per paura di essere troppo prolisso... non amo particolarmente WS, lo considero un discreto album di un grande artista che stava cavalcando solo verso il tramonto e ogni tanto si fermava per accendere il fuoco e scaldarsi una tazza di caffè mentre il sole scendeva all'orizzonte. Altra cosa è Letter, grazie anche alla E Street Band, ai pezzi anni '70 e ad altre cose che ho già detto. Semplicemente mi sembrava, come ho detto, ingiusto il giudizio di Denti sui fantomatici calcoli di una persona verso cui ho un enorme debito di riconoscenza, soprattutto se avallato, il giudizio, da un critico musicale verso cui ho un altro grande debito di riconoscenza anche per quell'articolo di quasi 40(!) anni fa di 13 pagg. sul Mucchio che contribuì a farmi amare il boss. Ma io la persona Springsteen non la conosco personalmente e tendo a mitizzare, magari voi la conoscete meglio e avete ragione voi. Infine non credo di poter essere definito un integralista. E' vero, ho più di 100 dischi del boss, ma compro un centinaio di CD all'anno e ne ho più di 3.000 quindi il 97% di quello che ascolto non è Springsteen (compresi RS, Dylan e Tom Petty)... Vasco lo sentivo negli anni '80 e oggi lo rispolvero solo quando sono un po' malinconico mentre del Liga ho amato i primi album e li riascolto di tanto in tanto. Anche in questo caso il pensiero unico non c'entra proprio niente e le bordate non mi appartengono. Rimani sempre uno dei miei punti di riferimento (responsabile di molti dei miei acquisti...). Saluti
Luca

bobrock ha detto...

Ritorno sul luogo del delitto e di nuovo bordate e dx e a manca....
Luca senza polemizzare, ma se una persona trova la scrittura di un brano molto ammiccante, che fa l'occhiolino al pubblico, che gli mette in bocca un coro da stadio e che quindi per sintesi lo definisce un brano un po' paraculo non credo che si voglia peccare di lesa maestà oppure si voglia svilire il lavoro di una vita intera di un artista. Tutt'altro.
Il mio problema per esempio è che lho amato troppo e che vorrei che il mio beniamino continuasse a correre....e questo per ovvi motivi è impossibile.
Il fatto che ne parliamo ancora in questa maniera cosi' intensa la dice lunga.

Zambo ha detto...

Amedeo rispetto alla frase di Lennon mi fa specie che affermasse una cosa del genere quando lui purtroppo morto nel dicembre del 1980 non aveva ancora elementi per dire che Bruce era un Dio. The River era uscito solo 2 mesi prima è Bruce pur essendo già un performer incredibile era lungi dall' essere quella star che invece arrivò dopo born in the usa. Pur essendo dette da musicisti affermati certe affermazioni sono più che altro delle boutade, spesso dette per invidia. Al di là della sua grandezza , un Po sovrastimata a livello musicale , john Lennon questa volta ha debordato è Bruce non ha certo bisogno di simili patrigno

Zambo ha detto...

E rimango dell' idea che il genio dei beatles, musicalmente parlando , sia paul mc cartney

Unknown2 ha detto...

Livio. Ah, ah, prof. Allora lo fai apposta! Ti ci diverti, confessa! Se apriamo il contest lennon\mc cartney, non ne usciamo più.
Forse il dono + prezioso, x noi ascoltatori, è stata la difficile, delicatissima alchimia fra i 2, durata infatti pochissimi anni. Anche se, a ben vedere, in quasi tutti i pezzi dei Beatles si può facilmente capire chi è, dei due, il vero autore e chi co-firma x contratto.
Le carriere soliste, x quanto importanti, poi, non avvicinano minimamente la magia dei fab four, incredibile fucina di hits x 7 incredibili anni. Perchè bisogna calcolare anche l' "indotto" musicale dei baronetti: hanno dato una scossa incredibile al rock mondiale. Con il loro aspetto perbenino hanno raggiunto anche il pubblico più tradizionalista, costringendolo, assieme a Elvis, a guardarsi un po' intorno, a svecchiare lo scaffale dei dischi.
Io ho sempre preferito gli Stones e quell'irresistibile retrogusto blues\gospel, perfino country, dei loro pezzi migliori. Il loro rock barocco, x citare il prof, la loro immagine di ragazzacci terribili.
Mi sono avvicinato seriamente ai Beatles solo + tardi, acquistandone tutta la discografia, che non è certo sterminata, e gustandola con attenzione e vero piacere.
Lennon o McCartney? BEATLES!!!

bobrock ha detto...

penso anche io che Mc Cartney fosse il + bravo. E poi Lennon aveva sul collo l'avvoltoio giapponese che lo condizionava non poco.

Armando Chiechi ha detto...

Non credo di dire un'eresia almeno in questo gruppo,che ho sempre preferito di gran lunga i Rolling Stones ai Beatles, per quanto ai baronetti riconosco il genio dal punto di vista compositivo. Sinceramente sono cresciuto in una casa dove il classico copione era i Beatles a tuo fratello e i Rolling al sottoscritto. Ma poi si cresce e si guardano le cose con altri occhi e si frantumano con l'età certe barriere una volta invalicabili. Ad ogni modo comunque Sir Paul mi ha sempre fatto una certa simpatia, sentimento invece che Lennon non mi ha mai suscitato. Dei loro album i miei preferiti rimangono Revolver e il doppio bianco, invece su St.Pepper non sarò estremo come il buon Keif, ma gli preferisco di gran lunga e non poco " Il Pet Sound dei Beach Boys, parlando di geni e della lunga " competizione" tra McCartney e Wilson.
Armando Chiechi

bobrock ha detto...

Rolling tutta la vita ; Lennon Mc Cartney sono stati due straordinari compositori ma mi sono chiesto spesso certe soluzioni o arrangiamenti, uso di archi orchestre etc etc quanto ci fosse lo zampino di terze parti .
Non ho un disco loro e oggettivamente ho sempre fatto fatica a digerire le loro facce da bravi ragazzi.

corrado ha detto...

Sappiamo tutti o quasi che diversi riff dei Beatles della maturità erano in realtà opera di altri, come pure sappiamo che molte loro idee erano, per così dire, prese in prestito qua e là.
Non voglio certo essere distruttivo come il critico musicale Scaruffi, ma per me i Beatles sono stati molto sopravvalutati, anche se rimangono una delle più grandi pop band di tutti i tempi.
Hanno influenzato Elton John, i Queen e roba del genere. A chi piace quella roba ok, a me non tanto, anche se ho diversi dischi dei Beatles (non certo dei loro epigoni).
E comunque :
John Lennon non è stato un gran musicista, ma ha scritto "Imagine".
Paul Mc Cartney, ottimo musicista, non ha fatto altrettanto da solista, ma è un tipo simpatico.
Geoege Harrison è stato un artista più che dignitoso e si è meritato la stima di Dylan, Petty e altri grandi.
Ringo Star... Va beh la finisco qui

Armando Chiechi ha detto...

Dei loro epigoni come tu dici... Queen mai comprato un loro disco e di Elton John salvo le primissime cose, tra le quali uno stupendo album intitolato " Tumbleweed Connection" che ha più connessioni con The Band e non con i Beatles.

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Giusti i riferimenti ai contributi esterni x i baronetti. Su 'while my guitar...' di George, (altrp pezzo da isola deserta) suonano Clapton e Baker, x es. Poi il geniaccio di George Martin x gli arrangiamenti è sempre stato messo in secondo piano... avrebbe scalfito l'immagine xbenista.
Sull'antipatia x Yoko mi associo in toto, ma anche John ebbe molti atteggiamenti da padreterno un po' patetico: i vari bed-in furono francamente imbarazzanti, come anche, in precedenza, lo sbandamento collettivo x il santone indiano di turno, sponsorizzato anche da Harrison.
Musicalmente, nei suoi album solisti, io del buono ne trovo: oltre alla forse inflazionata Imagine, certi inni sociali come Power to the people, Woman is the nigger.., Happy xmas; l'urlo straziato di Mother, Jealous gay, Mind games, Whatever gets you..., tutto l'album Rock'n'roll. Pop, sicuro, ma di ottimo livello.
Paul, boh, simpatico, xbene, ma... Band on the run?, Live and let die? Prescindibile, secondo me, la sua produzione solista.
Dei queen non voglio neanche sentir parlare, di Elton John segnalo un vecchio live, 11.17.70, in trio con Olson e Murray. Una 'Burn down the mission' da 18minuti che vale il disco.
Ringo.. pare fosse il più simpatico e carino col personale di supporto. It don't come easy, e un toccante epitaffio alle esequie di Lennon:
John... era un grande musicista... ma era soprattutto mio amico, e mi mancherà...

Armando Chiechi ha detto...

Colgo l'occasione da segnalazione di Livio per andarmi a risentire quel lavoro di Lennon. Qualche tempo fa mi son portato a casa i loro vinili, compreso diversi lavori solisti appartenenti a mio fratello, perché non ha più supporto per ascoltarli. Figurati che anni fa, indispettito forse dal fatto che non avevo nemmeno un loro lavoro, per il mio 50mo compleanno mi regalò un bpx comprendente i maggiori titoli in formato cd. Nella busta d'augurio una cartolina con una loro foto in cui scrisse : " Questo è un mio pensierino...visto che non c'è un cazzo di cd e vinile dei Beatles nel tuo immenso catalogo, eccoti i più belli" Enzo. Ad unirci invece Doors,Velvet Underground, CSN & Y, Pink Floyd e R.e.m. e soprattutto i primi lavori dei Grant Lee Buffalo. Scusate per questo annedoto e parentesi ma mi son fatto prendere la mano dai ricordi.

Armando Chiechi

bobrock ha detto...

Ragazzi come faccio a dirvi che nel 1981 sono andato a Zurigo a sentire i Queen .....???

Unknown2 ha detto...

Livio. Bob, sei perdonato a prescindere. Un completista del live come te non poteva perdersi uno dei set più popolari del tempo. Mi piacerebbe sentire un tuo parere spassionato, obiettivo e senza peli sulla lingua, di quel concerto.
Armando: complimentissimi x i Grant Lee Buffalo, che anch'io apprezzo molto, e ascòltati anche i dischi solo di G.L.Phillips. Più rarefatti dei cd in gruppo, un po' 'americana', ma di gran classe e con melodie bellissime.
Ascolta pure il tuo saggio fratello: i Beatles vanno almeno conosciuti, poi ti fai la tua opinione in merito.
Anch'io con mio fratello Marco andavo ai concerti, e discutevamo interminabilmente di musica (lui superfan di Kinks e Who), letteratura, cinema e fumetto(ma di classe). E' mancato troppo presto, e da allora ho smesso di andarci, ai concerti. Le sue figlie, ora mie, mi hanno regalato i suoi vinili.
Per questo, forse, tengo tanto ad avere amici virtuali competenti e appassionati come voi con cui confrontarmi. Per questo non sopporto che parlando della ns meravigliosa musica si manchi di rispetto all'interlocutore, comunque la pensi.
Non è una scienza esatta, il rock. E' una questione di cuore, e ogni cuore ha pari dignità di fronte al cielo

corrado ha detto...

Oh! Guardate che Bob vi sta prendendo in giro!
Nel 1981...
A Zurigo!!
A vedere i... Queen!!!
😄😄😄
Bellissimo, ma soprattutto indimenticabile l'apertura del concerto con Gianni Togni!!!!
Avrei voluto esserci anch'io...

Zambo ha detto...

Ragazzi, io sono per gli Stones tutta la vita e non si discute ma i Beatles oltre che il fatto di costume, sono bravissimi in fatto di armonie vocali, melodie ereditate dalla tradizione del folk inglese, soluzioni sonore inconsuete e anche, nella prima fase, un bel tiro beat&roll. Rubber Soul e Revolver sono album bellissimi, come pure lo White Album, fin troppo incensato. E Sgt Pepper nel suo genere psycho beat ha delle magnifiche canzoni. Poi tutta l'enfasi attorno a loro la conosciamo e se dovessi dirvi chi sono stati i miei Beatles vi direi i Byrds. Alla prossima. Pensa Bob rock tu nel 81 andavi a vedere i Queen, io Springsteen, ma sui concerti a te non bisogna dire proprio nulla, ciao.

Zambo ha detto...

Mink DeVille’s “Bad Boy” cover isn’t the Larry Williams song, which is an uptempo rock’n’roll song that The Beatles covered quite well. Mink DeVille’s “Bad Boy” cover was first recorded by Clarence Palmer & The Jive Bombers for Savoy Records. Our version stays pretty close to the original. I’ve always loved Willy’s use of his higher vocal register on this song. Willy was quite knowledgeable about that period of pre-rock’n’roll r&b & schooled me on that period which I had limited knowledge.
Many hours spent listening to records. When I met Paul McCartney, he wanted to know who the original artist of the “other” Bad Boy was. He “quite liked that song with the 6/8 feel.” Paul obviously loved the Larry Williams song with the same title. In fact The Beatles covered a few Williams songs including “Dizzy Miss Lizzie” & “Slow Down,” all sung by John whose versions I prefer to the originals. I was curious why The Beatles covered multiple Larry Williams songs; a somewhat obscure r&b/rock’n’roll artist. McCartney said they “fancied” Williams’s songs & style.🎶 KENNY MARGOLIS, keyboards of Mink DeVille

Paul ha detto...

Anch'io sto dalla parte delle pietre che rotolano: troppo sangue che scorre e troppo fuoco che brucia per non stare dalla loro parte. Ma cmq grande rispetto per gli scarafaggi di cui ho poco ma ne avverto lo spessore e l'influenza storica clamorosa. (Io, come maestro di tennis, credo in Dio attraverso Federer ma capisco e rispetto il valore enorme di un Nadal o un Djokovic. Perdonate il personale parallelismo).
Cmq sarà per la depressione lavorativa causa covid ma ho fatto un ordine d'impulso di roba forte:
Ray lamontagne - monovision
Steve earle - ghost of west Virginia
Jason isbell & 400 unit - reunions
Lucinda Williams - good souls better angels
Jono manson - silver moon
James maddock - no time to cry
Chris stepleton - starting over
Jonathan wilson - dixie blur
Band of heathens - stranger
Hayes Carll - what it is
Posso confermare la potenza e il valore dell'ultimo Stepleton e l'immenso fade away diamond time di Neal casal (bella ristampa di un disco mitico che non conoscevo), immenso almeno quanto la sua perdita. Proprio domani, 15 mesi fa'.

Armando Chiechi ha detto...

Mi riallaccio a quanto dice Livio riguardo i Beatles e pure Mauro e con questo confermo a scanso di equivoci ancora il mio rispetto per gli " scarafaggi" di Liverpool. Quel mio annedoto riguardava il fatto di non aver comprato mai un loro disco, ma ad ogni modo li ascoltavo da mio fratello più piccolo come lui da me ascoltava Neil Young o Doors,giusto per citare i primi nomi che mi vengono in mente. È chiaro poi che da ragazzi condividendo la stessa stanza e lo stesso giradischi è inevitabile. Quando si è più giovani, credo che certi atteggiamenti siano più un modo per non " abbassare" la guardia e mantenere fede alla linea o a quel personaggio che ti sei "costruito".In cuor mio sapevo in realta' quanto mi piacesse Revolver o Abbey Road. Ad ogni modo e per citare Mauro, mi associo al suo sentire riguardo i Byrds, in quanto anche per il sottoscritto hanno avuto un valore pari ai Beatles e di McGuinn e soci ho amato tutto, compreso gli episodi meno felici. Livio, per tuo fratello mi dispiace tanto e ti capisco in quanto con il mio, l'unico terreno di condivisione è la musica ed ora che siamo adulti,in quelle rare volte che ci si vede è bello scambiarsi pareri con serenità e materiali vari. Per Bobrock e lo stesso Mauro, vi invidio per tutti i concerti che siete riusciti a vedere, estero compreso. Alla prossima amici...

Armando

bobrock ha detto...

Corrado credici o meno ma nei primi anni 80’ tramite la Zani viaggi si partiva in pullman e si andava a Zurigo .
Pertanto ho esordito con i Led Zeppelin 1980 e gli Ac/dc dicembre 1980 ( in Italia ancora non se li cagava nessuno ). L’anno dopo sono andato prima a Zurigo per i Queen ( tour di hot space ) e successivamente a Lione per Springsteen sempre su un bel pullman andata e ritorno .
Supporter dei Queen erano I Bow wo wo con Annabella Lwin che era veramente carina ( un eufemismo).
I Queen resto dell’avviso che una volta nella vita andavano visti ; Mercury era veramente il classico animale da palcoscenico e loro suonavano a memoria . Li ho visti altre due volte e l’effetto sorpresa era finito . Stessi gesti stesse movenze e brani suonati in maniera calligrafica . Mai una improvvisazione ne altro . Detto questo nel loro genere pop rock erano bravi e mi fa sorridere che paradossalmente ( in Italia ) li abbiano scoperti ben dopo la morte del loro frontman.

corrado ha detto...

Caspita, avevo pensato a uno scherzo! Sei davvero il Pico Della Mirandola del Rock, complimenti...

bobrock ha detto...

La musica è veramente una bella passione e i concerti li seguo dal 1979 .
Non vado da febbraio a un concerto e mi sembra che siano passati venti anni dall’ultimo .

Unknown2 ha detto...

Livio. Beh, Bob ci conferma che i Queen erano quantomeno dei serissimi professionisti che ripagavano sul palco l'affetto dei fan. Illuminante il commento secondo cui il loro set fosse privo di fantasia e improvvisazione. Facevano un onesto lavoro, insomma, ecco. Ma l'arte secondo me sta altrove.
Bello sentir parlare dei Byrds, anche x me grandissimi e sottovalutati, anche se dal vivo, almeno x i boot che ho sentito, non rendevano forse al massimo. I continui cambi di organico di certo non avranno giovato. Però riuscire a migliorare i brani di Dylan non è da tutti (Hendrix a parte). Adoro il suono limpidissimo, cristallino, della Rickenbaker di Mc Guinn e quanto ad armonie vocali se la vedevano coi Beach Boys, altro gruppo epocale, e non solo per Pet Sounds, ma anche x la produzione cosiddetta 'pop'.
Bob, una curiosità. Io conservo religiosamente i ticket dei (pochi, rispetto a te) concerti visti. Lo fai anche tu? Dovresti averne uno scaffale!

bobrock ha detto...

Livio i biglietti sono tragicamente sparpagliati un po' nei miei cassetti altri su un tabellone in cantina.
Un po' lungo da spiegare ma x semplificazione ho dei problemi di spazio.
Comunque per darti un dato statistico dal 1979 ad oggi ne ho visti tra 600 (dato per difetto ) e 700 ( dato per eccesso) di concerti.
Ho cercato nei limiti delle mie possibilità di andare a sentire chiunque attirasse la mia attenzione e non necessariamente dovesse piacermi a tutti i costi. Non solo per mia curiosita' alcuni gruppi andavo a sentirli due sere di fila proprio per capire come si ponessero tra una sera e l'altra.
I queen dopo Zurigo li vidi un anno dopo al palazzo dello sport di Milano capienza 12.000 persone ( quello che crollò nel 1985 perche' gli architetti non avevano previsto che a Milano nevicasse....) e per entrambe le sere c'erano 8.000 spettatori. IL tour era quello di the Game parliamo di Radio ga-ga hit che altrove aveva sbancato.
All'epoca la critica considerava i Queen un gruppo di serie B.
E mi sbellico dalle risate quando leggo gli osanna che sono derivati dall'uscita del loro film che non ho visto.
Sappi che la seconda sera mi sono annoiato a morte. Non c'era un gesto uno di Mercury che non avessi visto la sera precedente. Se fossi un musicista mi sparerei piuttosto che fare un tour del genere.
Sappi che sono molti gli artisti che suonano replicando sera dopo sera in maniera sempre uguale.
Cambiando argomento e parlando dei Byrds che non ho visto, ma ho avuto il piacere di assistere ad un concerto di Mc Guinn e Hillman al palalido a Milano 1980 molto bello.

Unknown2 ha detto...

Livio. Bob, non hai bisogno di scaffali, visto che ogni concerto è stampato nella tua memoria. La tua competenza live è davvero unica, sarai il ns consulente sul campo, insieme solo al prof.
Sai distinguere tra chi fa un 'lavoro' e chi propone uno Spettacolo. Diciamo che i queen in fondo non sono diversi da madonna o dalle boybands: coreografia e scaletta studiate a tavolino, vietata qualsiasi improvvisazione, anche strumentale. Che tristezza.
E probabilmente ce ne sarebbero altri, magari insospettabili, da citare, a qs proposito, vero?
Nel mio piccolo ho riscontrato la stessa calcolata programmazione nei live di ligabue. Ne ho apprezzato i primi dischi, ma non posso disconoscere che non ha MAI eseguito un inedito sul palco: gestione da vero da ragioniere del repertorio e delle scalette.
Che differenza con Springsteen, ragazzi, che non ha mai suonato la stessa scaletta due volte (escluso lo psicodramma 'on broadway', of course), e non ha mai lesinato sulla durata dei suoi concerti, o sui suoi brani più nuovi e segreti, nè tantomeno sulle cover, spesso strepitose. E' soprattutto x qs che ci è entrato nel cuore, credo, e non ne uscirà, qualunque cosa faccia.
I Byrds non li potevi aver visti, x motivi anagrafici, e credo, sempre col dovuto rispetto, che il McGuinn solista non sia neanche lontanamente avvicinabile alla magia del gruppo originario. Stesso discorso di Lennon, McCartney e tantissimi altri, in fondo. Anche qs tema si potrebbe sviluppare in maniera interessante...

corrado ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
corrado ha detto...

Riproporre un format è ormai strategia diffusa un po' ovunque e mi dà veramente fastidio. Ultimamente ho seguito gruppi come i Khruangbin, interesssante trio con venature pop psichedeliche, una bella chitarra e una bassista decisamente affascinante. Vedendo tre - quattro dei loro live ho notato che ripetono esattamente le stesse pose, le stesse coreografie, tutto senza sorprese. Stessa cosa con Tame Impala e altri ancora.
È come se vivessimo in un gigantesco format, in cui tutto è stato già studiato, compresa la fantasia

armando ha detto...

Come ho ripetuto piu' volte,invidio e nel senso buono,tutti i concerti visti da Mauro e Roberto ma nel mio piccolo non mi posso lamentare,per aver visto ed essermi toldo negli anni numerosi "sfizi".Certo rimpiango non aver visto mai Tom Petty o gli Allman Brothers,ma purtroppo indietro non posso tornare. Essendo poi la mia regione e particolarmente la città dove vivo (Bari), una piazza ricettiva da sempre verso il jazz,non nascondo che di questo genere ne ho visti tantissimi,incluso giganti come Davis,Gillespie,Horace Silver..ecc,per non parlare di quei chitarristi " crossover" come John McLaughlin,Mike Stern,Bill Frisell o Pat Metheny. Ad ogni modo però provo una grande rabbia per non essere riuscito a vedere Rickie Lee Jones mesi addietro a Foggia per cause di forza maggiori.Per tornare ai Byrds e giustamente al discorso anagrafico e a tempi che non abbiamo vissuto,pur avendoli amati molto,non so se poi dal vivo hanno dato quanto altre band del periodo ? A sentire quelle tracce estratte da Untitled o Live at Fillmore '69,sembra che a parte la tecnica dei vari musicisti,mancasse la magia dei tempi dei vari Crosby o Hillman ? Purtroppo a parte i box e qualche estratto non abbiamo molto,per poter capire il loro percorso on stage !?!

Armando

bobrock ha detto...

Armando vivendo a Bari sarebbe stato oggettivamente complicato per te seguire svariati artisti come invece per chiunque che viva al nord.
Basterebbero i nomi che hai citato in ambito jazz per essere piu' che soddisfatto. Io di concerti jazz penso di non averne visti più di una ventina in vita mia e me li ricordo bene. Non ho approfondito più di tanto il genere perchè mi rendevo conto che il divario tecnico cosi' come la proposta musicale creava un solco incolmabile tra ascoltare Dee Dee Ramone e Jaco Pastorius.
Quando vidi nel 1980 i weather report al palalido di Milano mi sembrava che fossero calati gli extraterrestri . Lo stesso anno avevo visto i ramones sempre al palalido ( leggendaria in senso negativo un articolo sul Corriere della sera di quel coglione di Mario Luzzato Fegiz che titolava " stasera a Milano c'e' da avere paura").
Se si comincia ad ascoltare jazz seriamente non si torna più indietro e a me sedicenne piacevano le chitarre. Cosa che continuano a piacere ancora oggi.
LO scorso anno sono andato con mio nipote a sentire Marcus Miller ( appunto uno dei venti concerti jazz....) ; sono musicisti di un altro pianeta non c'e' storia. Ma il rock o un certo tipo di punk mi danno delle sensazioni che ancora oggi mi fanno sentire vivo.
Per riallacciarmi al discorso sulla modalità di approccio di un artista sul palco ( stessa setlist. analoghi movimenti/gesti, setlist differenti, setlist sempre e comunque differenti....teatralità ..etc etc) si potrebbe aprire un forum infinito dove chiunque ha ragione da vendere.
C'e il musicista che dice " suono gli stessi 20 pezzi perche' così non faccio fatica " ; un altro che dice suono gli stessi 20 pezzi perchè il pubblico vuole ascoltare solo quelle 20 canzoni, altri ancora che dicono suono sempre quei 20 pezzi perche' li voglio eseguire in maniera perfetta.
Ci sono quelli che cambiano setlist ogni sera non tanto perche' vogliono essere originali, ma perchè è una precisa scelta commerciale ( in modo tale che gli hardcore fans li seguono all'infinito). Oppure ancora cambiano setlist spesso perche' si rompono le palle ogni sera di suonare sempre le stesse cose ( la mia opzione preferita). Vi dico anche che io faccio parte di quelli che sono (abbastanza) ossessionati dalle setlist e che a volte vivono male il concerto perche' la sera prima tizio ha suonato una canzone che vorrei ascoltare che inevitabilmente non verra'suonata la sera dopo.
Un aneddoto: nelle tre serate in cui ho ascoltato al Beacon gli ABB nella seconda data uno dietro di me per tutta la sera ha continuato a ripetere al suo vicino " speriamo che suonino Stormy Monday"..........ovviamente l'anno suonata la serata successiva...
Non nego di avergli dedicato un pensiero di solidarietà.

Unknown2 ha detto...

Livio. Jazz: mi fate ricordare un concerto che vidi in tempi lontani con gli Area di Demetrio Stratos e i Perigeo. Se i primi erano ancora al confine tra rock e jazz, e qualche emozione me la regalarono, anche grazie a quella voce incredibile, dei secondi non potei che ammirare la perizia tecnica: veri mostri, sia singolarmente che come ensemble. Ma il coinvolgimento emotivo, per me, fu assente.
Credo che il rock sia la musica più difficile, xchè non prescinde da sentimenti veri che la sottendano: amore, rabbia, gioia, protesta, etc. Se quei 4 accordi non hanno alla base una pulsione emotiva autentica, sia nell'attore che nel fruitore, si riduce tutto ad un triste teatrino, e diventa pop, del + becero e commerciale.
Nella musica 'colta' al contrario, classica o jazz o contemporanea, la perizia tecnica, la preparazione d'insieme, una cultura musicale profonda e autentica, sia in chi esegue che in chi ascolta, sono presupposti essenziali allo scatenamento delle emozioni, che comunque non sempre vengono cercate dagli esecutori.
Sulle scalette, d'accordo che le motivazioni x variare oppure no possono essere le + varie (nel 'no' metterei anche la pigrizia nel preparare tanti pezzi in sede di rehearsal, o la necessità di pubblicare poi un live scientificamente calibrato nel dosaggio dei pezzi), ma anch'io preferisco chi sul palco cerca ancora un po' di vita e rifiuta, anche a costo di qualche 'stecca', il puro e semplice compitino. Naturalmente ciò sfugge a chi non presenzia a + concerti dello stesso tour, cioè alla stragrande maggioranza, ma salta agli occhi di chi, come Bob, può vantare presenze multiple.

Armando Chiechi ha detto...

Concordo con quanto dite e credp che ogni genere di musica possa trasmettere differenti emozioni. Personalmente mi "carico" tanto con il rock quanto con il blues o il soul. Per il jazz come voi dite è differente ma è anche un atteggiamento tipicamente italiano o europeo di non farsi trasportare più di tanto perché fa più cool piu' figo. Ricordo anni fa un direttore artistico di un jazz club dalle nostre parti che prima di presentare un quartetto di soli sassofoni disse : " se vedi il pubblico a New York, noti che si diverte, qui sembra che debbano andare al patibolo". Ad ogni modo però avendo avuto sempre più fame di rock, in quanto jazz e blues* (* anche se in minima parte) qui non hanno mai fatto fatica a "passare" vi lascio immaginare con quanta e quali emozioni ho potuto vivere una discesa dei vari Lou Reed, Patti Smith, Willy De Ville, Elliott Murphy, Bob Dylan, Jackson Browne, Calexico,Jeff Healey,John Trudell...giusto per citarne qualcuno. Va da sé che le lunghe trasferte siano state riservate ad un certo Bruce.

Ps : molto interessante e vero il discorso sulle scalette di Bob...

Armando

bobrock ha detto...

Area.......gran bel gruppo Livio. Erano veramente innovativi. Chissà come sarebbero andate le cose se Stratos non fosse morto prematuramente.
Ps: le setlist ...ragazzi gioia e dolori (c'e' una nota umoristica non prendetemi troppo sul serio.)
Ma quando non sono riuscito a sentire meeting across the river causa febbre .......all'onnipotente ho detto di tutto.

Unknown2 ha detto...

Livio. Bob, pensa che Demetrio, ad inizio carriera, militava nei... Ribelli. Purissimo beat italiano, tipo Rokes, Equipe 84, Dik Dik e Camaleonti.
Musica che adoro, lo confesso. Ho tutti i 60 cd di red ronnie ('quei favolosi anni '60') e in più altrettanti di 'peace and love', sul rock\beat uk+ una spruzzatina usa.
Ero un bambino, e alla radio passavano solo qs. Comunque qualità enormemente + alta rispetto a quanto si ascolti adesso: ai tempi Chris Stapleton avrebbe avuto qualche passaggio, di sicuro. Ora, il nulla.
Ma torniamo a Demetrio: ascoltatevi, su youtube o spotify, senza pregiudizi, 'pugni chiusi' dei suddetti Ribelli, e ditemi se non è un pezzo strepitoso...

bobrock ha detto...

ovviamente avrai rock and roll exhibition.....

Unknown2 ha detto...

Livio. Macchè! Manco lo conoscevo!!! Me lo ascolterò al + presto. Grazie

Unknown2 ha detto...

Livio. Gruppo estemporaneo, da una botta e via. Bello risentire i barriti di Demetrio, anche al piano,
e la seicorde di Paolo Tofani, altra colonna Area, memore dei suoi trascorsi nei 'Samurai' e nei 'Califfi',
sciacquarsi le mani nel rock primigenio di Elvis, John Lee, Jerry Lee...
Traspaiono gioia e divertimento assoluti

corrado ha detto...

E comunque, visto cbe il post è ancora "vivo", ieri ho visto Bruce Springsteen and the E-Street Band al Saturday Night Live. Mi è sembrato decisamente in forma e divertito, suonava addirittura le parti principali di chitarra. Evidentemente stare con la sua band gli fa bene, quasi lo ringiovanisce... Insomma, fa ancora piacere vederlo in azione, tutto qui.

Unknown2 ha detto...

Livio. Segnalo anche una bella interview al Jimmy Fallon show, sempre su youtube. Il primo commento: Springsteen never looked better.
Bruce appare tirato a lucido, deciso, sorridente. Evidente che due best seller di fila, come ai vecchi tempi, lo fanno sentire vivo. Non tanto x i danè (ne ha ormai fin troppi) ma xchè lui letteralmente vive x (e grazie al)l'affetto dei suoi fan.
Al snl esegue con gli e-streeters (meno Tallent e Tyrell x 'precauzione covid') ghosts e i'll see you'. Chitarra solista e tanto feeling. Vocalmente è un po' arrugginito sulle note alte, ma ha tutto il tempo per ovviare.
Facile e bello prevedere che uno dei primi tour post covid sarà il suo, che sarà fantastico e che l'opener d'obbligo è Ghosts. Canzone da stadio, come tutti avevamo facilmente predetto

Unknown2 ha detto...

Livio. Annunciato un mega jewel box ufficiale con 8 (OTTO!!!) concerti integrali del Darkness Tour. Oltre ai 5 celeberrimi radio broadcasts (L.A., Cleveland, Passaic, Atlanta e S.Francisco) ci sono anche Passaic2, Houston 8 dicembre (già in dvd nel box celebrativo x Darkness) e Winterland2.
Tutti concerti stra-noti e ampiamente bootlegati (io stesso di alcuni ho + versioni), ma un'uscita ufficiale, suono perfetto, prezzo ragionevole (intorno ai 180€, se ho ben capito, x 24cd) di tale levatura a testimoniare l'apice, secondo me, della carriera di Springsteen, beh va celebrata.
Forse anche gli archivi del Boss cominciano ad essere scandagliati con cuore ed intelligenza, sull'esempio del lavoro in corso x gli Stones. Era ora!!!

Armando Chiechi ha detto...

Bella notizia per quanto diversi tra questi concerti come tu dici li abbiamo già in bootleg e di buona fattura. Ad ogni modo però se dovesse essere l'inizio di un' apertura ragionata degli archivi,ben venga. Colgo l'occasione del tuo intervento per augurare a te e tutti voi un Sereno Natale. Almeno quest'anno avremmo tanta musica da ascoltare in casa. Auguri
Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Grazie Armando. Anch'io voglio porgere, al ns Prof e a tutti gli Amici di qs blog, i + sinceri Auguri di Buon Natale e di Felice 2021, col vaccino e tanto rock live!
X intanto 'accontentiamoci' dei cd: Santa Claus is coming to town!

corrado ha detto...

E anch'io desidero fare i miei più affettuosi auguri di buon Natale a tutti voi, confidando in un 2021 finalmente più sereno, dopo quanto stiamo passando nel 2020.
È in arrivo qualche bella ristampa, anche se non sono un collezionista di raccolte, live e cofanetti. Per quel che ho sentito, gli Archives di Neil Young anni 1972-1976 sono per i miei gusti da non perdere, ma c'è qualche disco recente da ascoltare con interesse e piacere.
Detto di Springsteen, Van Morrison, Iggy Pop (tra l'altro ha piazzato un'altra bella canzone proprio in questi giorni), segnalo il bellissimo disco di Matt Berninger, il cantante dei National. Il gruppo nin l'ho mai ascoltato con particolare attenzione, ma ora questo dusco solista, prodotto e suonato nientemeno che da Booker T.
Va ascoltato e può piacere anche alla platea di Zambo's Place.
Di nuovo auguri a tutti!

bobrock ha detto...

Matt Berninger mai sentito mho me lo segno ....grazie

corrado ha detto...

Dai, ti può piacere, anche se ha dei modi un po' da sbruffone, figurati che pensavo fosse inglese..

Amedeo ha detto...

Leggo solo ora. Ricordo bene di aver letto, non so dove, una frase di John Lennon secondo cui Hungry Heart era il più grande pezzo radiofonico mai uscito dalla fine dei Beatles. Lennon mori a fine 1980, ma non prima di essersi reso conto della grandezza di Bruce Springsteen. (Amedeo)