Registrato
durante le sedute di Heavy Load Blues presso The Power
Station nel New England con il produttore John Paterno (Elvis Costello, Los
Lobos, Bonnie Raitt)che ha affiancato Warren Haynes, i due dischi sono però
stati realizzati in sale diverse senza usare le stesse apparecchiature. Peace....Like
A River è un potente album di rock che non sfigura nella discografia in
studio dei Gov’t Mule per varietà ed ampiezza espressiva. Dodicesimo album
della loro collezione ( senza contare i numerosi live) ribalta un po’ l’idea
generale venutasi a creare nel tempo che i Muli siano sostanzialmente una band
live bravissima nelle cover ma piuttosto debole nello scrivere in proprio e nel
lavoro in studio. Peace…..Like A River respinge questo punto di vista attraverso
tredici tracce, ma ce ne sono altre cinque contenute nell’Ep Time
of The Signs che accompagna il CD, che oltre a fornire ottimo materiale
da sviluppare nelle performance dal vivo, mostra quanto sia sfaccettata la
musica dei Muli oggi, non riducendosi solo al lato più imponente e granitico.
Certo, anche qui i Muli si confermano una potente macchina da guerra con un
impianto tecnico e strumentale da paura, a cominciare dal bassista Jorgen Carlsson cresciuto in maniera
vertiginosa negli anni e dal lavoro non più solo riempitivo del tastierista Danny Louis, per non dire del drumming quadrato
e killer di Matt Abts e di Warren Haynes, per il quale ormai sono stati
consumati tutti gli aggettivi sia per quanto riguarda la chitarra che il modo
di cantare, ma Peace….Like A River è anche un disco di canzoni una diversa
dall’altra dove non mancano fantasia, arrangiamenti di fiati, echi di rock,
soul, blues e jazz dell’epoca d’oro, melodie e armonie vocali degne di un
ottimo songwriting. Ne viene fuori uno stile compositivo il più possibile
conciso che coesiste con le sortite solistiche individuali, brani che rimangono
compatti pur lasciando spazio alle divagazioni strumentali. Muscoli e cuore,
potenza e romanticismo, Peace….Like A River a livello
tematico affronta gli eventi che hanno investito il mondo in anni recenti a
cominciare da pandemia e guerre, per chi scrive è un ottimo compromesso tra
songriwiting e suono. La presenza di alcuni invitati aggiunge brillantezza al
quadro generale, se Same As It Ever Was è
l’apertura classica che ti aspetti da un disco dei Muli, con l’alternanza di
pause e frustate sonore che ti portano sulle montagne russe del loro rock-blues
fino al dirottamento finale tenuto saldamente in mano dalla chitarra di Haynes
e dall’organo di Louis, l’arcigno funky-blues Shake Our Way Out dà modo a Billy
Gibbons di inscenare quel power-sound da trio tipico degli ZZ Top dove
basso e batteria sono una vera deflagrazione tellurica. Granitico, duro,
possente, è uno degli episodi di continuità coi Gov’t Mule delle origini. Di
diversa ambientazione è Dreaming Out Loud
scritta da Haynes citando discorsi di Martin Luther King , John e Robert
Kennedy, Danny Louis col piano
elettrico costruisce il terreno ritmico dove si innesta una elegante sezione
fiati mentre gli interventi vocali di Ivan
Neville e della blueswoman Ruthie
Foster accompagnano Warren Haynes in quello che sembra un numero di revue
R&B da grande orchestra. Un’altra cantante fa la comparsa nel disco, l’
emergente Celisse Henderson si
infila nelle note della lenta e bluesata Just
Across The River, ennesimo titolo che usa il fiume come metafora, al
contrario il talkin’oscuro e deep south di Billy
Bob Thornton caratterizza The River
Only Flows One Way, brano che
scorre sulle dinamiche di un reggae visionario, dubbato e ipnotico con tanto di
sezione fiati nel rispondere alla sezione ritmica. Se questo è il banchetto con
gli invitati, il resto non è certo un menù da ospedale. After The Storm mischia Santana e jazz-rock di primissimo taglio
che lascia spazio all’Hammond di Louis di giganteggiare e a basso e batteria di
creare un groove sornione ed irresistibile, gli sporadici interventi di Haynes
con la chitarra sono schizzi da grande illustratore. Long Time Coming sembra studiato apposta sulle sonorità tra jazz,
blues orchestrale e rock dell’omonimo album degli Electric Flag, Gone Too Long si
sviluppa come una ballata appassionata dai risvolti romantici e l’ assolo di
Haynes è da antologia , Made My Peace è
piacere assoluto per le orecchie, Head Full of Thunder e Peace I
Need sono scuola per bassisti e batteristi.
Ad
un album di per sé già piuttosto lungo, si aggiungono nell’edizione in CD le
cinque tracce dell’Ep. Vale la pena citare la tesa e jazzata Stumblebum, Time Stands Still colorata
dal coro femminile e dal funambolismo delle tastiere, i toni scuri, sibilanti e
notturni di Blue, Blue Wind con tanto
di tromba che imita Miles Davis e The River Only Flows One Way questa
volta cantata dallo stesso Haynes.
Senza
i Gov’t Mule il rock non avrebbe più quella avventurosa attitudine alla
sperimentazione che fu di grandi band del passato, Allman e Dead in primis,
detto questo non resta che alzare il volume e sedersi sulla riva guardando
scorrere Peace….Like A River.
MAURO ZAMBELLINI MAGGIO 2023