Tutti gli appassionati di musica dovrebbero leggere questo affascinante e dettagliato trattato con cui Ted Gioia, critico jazz e storico della musica americana, intraprende una straordinaria operazione di rovesciamento intellettuale rivendicando il peso giocato in ogni importante innovazione musicale da tutti coloro che sono ai margini della società. Ecco spiegato il sottotitolo, Una storia sovversiva , lunga quattromila anni, dal suono del vento quando ancora l’uomo non era comparso sulla terra fino alle innovazioni tecnologiche e alle neuroscienze del nuovo millennio, passando dai primi strumenti recuperati dai corni degli animali o dall’arco dei cacciatori, dalla Grecia antica e la Roma Imperiale, dal Medioevo ed il Rinascimento, dai primi trovatori, dalla diaspora africana, dal blues, dal jazz, dal rock n’roll, dal punk, dal grunge, dal hip-hop e la techno. Con una scrittura affilata e colta ma scorrevole, l’autore si addentra in tutti gli aspetti della Musica mettendone in evidenza aspetti poco noti, come per esempio il fatto che per lungo tempo le percussioni furono prerogativa solo femminile, finché il loro uso in campo militare non divenne prevalente, oppure di quanto la Chiesa osteggiò e bandì la polifonia perché anticamera del trance, oppure della lira che, in quanto strumento ben accordato, promuoveva l’armonia e l’ordine sociale, mentre il flauto sfruttando il fiato umano per i suoni strazianti fu istigatore pericoloso di passione ed estasi. Ted Gioia, come conseguenza di un capillare ed approfondito lavoro di ricerca, ci racconta come avveniva la trasmissione dei canti tra gli antichi aedi greci, e del perché i trovatori francesi medioevali nella loro ispirazione e nel loro stile fossero debitori dei girovaghi ispano-arabi. Ma anche come la musica nell’antichità agisse come gesto propiziatorio, celebrazione della sessualità e base della prosperità e di quanto le canzoni siano state alla radice di quella che oggi si chiama psicologia , in parole povere un modo per celebrare le emozioni e gli atteggiamenti privati, molto prima che la vita interiore fosse giudicata degna di rispetto in altre sfere della società e nei luoghi del potere ecclesiastico. Divertente la parte riguardante Bach, Mozart e Beethoven inconsapevolmente sovversivi, la citazione da Tracce di Rossetto di Greil Marcus per i possibili collegamenti tra l’eresia catara nella Francia medioevale ed il punk-rock oppure le credenze, alimentate dal potere religioso, per cui i bardi e gli artisti itineranti venivano accusati di stregoneria tanto che il demonio assumeva le fattezze di un menestrello. E ancora gli schiavi e i loro discendenti che hanno continuamente reinventato la musica, dal ragtime al blues, dal jazz al R&B, e infine soul, rap, hip, hop, perfino le origini della musica country nel Neolitico e il rito sacrificale nel rock n’roll con gli amplificatori devastati dai Who, la chitarra incendiata da Hendrix, Altamont e Sid Vicious.
La
tesi di Ted Gioia afferma la musica come agente del cambiamento nella vita
umana, un motore di trasformazioni e magie che nei secoli ha dovuto farsi
strada tra ostacoli, superstizioni, divieti. Nei secoli, scrive l’autore, la libertà di canto
è stata importante quanto la libertà di parola, e spesso assai più controversa,
temuta per via dell’intrinseco potere di persuasione. Le canzoni incarnano frequentemente nuove idee pericolose molto
prima che qualsiasi politicante sia disposto ad esternarle e per tale motivo re,
potenti, autocrati, tecnocrati e leader religiosi tendono a delegittimare le
innovazioni musicali, congelarle, omologarle e assorbirne le spinte, trasformando le forme primarie e originarie. Dimostrazione
di ciò che accade oggi, dove potenti interessi economici vogliono la musica
limitata alle forme più prevedibili dell’industria dello spettacolo, sempre più
incarnate da algoritmi che promettono di rimuovere ogni difficoltà e ostacolo
al consumo musicale anche se sacche di resistenza insistono ad usare la musica
in modi inattesi e disordinati. La diversità, secondo Gioia, favorisce
l’innovazione e le esperienze musicali
più intense vanno cercate tra gli emarginati, tra schiavi e forestieri, più che
nella classe dirigente che invece ha tutto l’interesse nell’ omogeneizzarle
tanto che, come spesso è accaduto, il ribelle è diventato mainstream. Le
istituzioni e le imprese non creano innovazioni musicali, si limitano a
riconoscerle a posteriori e a farle proprie. La musica, secondo il trattato di
Gioia, è sempre stata collegata al sesso e alla violenza, i primi strumenti
grondavano sangue, le prime canzoni
promuovevano la fertilità, la caccia, la guerra e i più grossi
cambiamenti musicali sono affiorati in città portuali come Liverpool e Amburgo
e in città malsane come Deir-El Medina e New Orleans. Ma le canzoni possiedono
ancora la magia e trasmettono amore, non hanno età e sfidano le barriere tra
generazioni. Musica- Una storia sovversiva è un libro avvincente che non finisce di
sorprendere e meravigliare e non tralascia nulla, dalla musica gregoriana a
Beethoven, dal Canto dei Cantici a Lesbo,
dallo Shijing a Scott Joplin, da Duke Ellington a Robert Johnson, da Miles
Davis a Elvis Presley, da Marvin Gaye ai Beatles, dai Doors ai Sex Pistols, da Kurt Cobain al South Bronx, dai festival
pop ai rave (le ultimissime dimostrazioni
del potere della musica come accesso al trascendente e agli stati alterati
della coscienza), da Napster al K-pop, dall’Auto Tune a Spotify. Senza scordarsi
come suggerisce Ted Gioia che “quando
cantiamo l’ormone ossitocina immesso in circolo con un messaggio partito
dall’ipotalamo ci fa provare un legame emotivo con chi appartiene al nostro
gruppo, ecco perché gli stati hanno l’inno nazionale e i tifosi cantano l’inno
della propria squadra. Ma l’ossicitina è anche l’ormone dell’amore e delle
coccole, salta fuori in situazioni di stress e può spedire la gente in trincea
o ad una protesta di piazza”.
La musica intrattiene ma non può mai essere ridotta
ad un intrattenimento, quattrocento pagine dense, corpose, che esaltano il
potere rivoluzionario della musica, la sua funzione sociale e di benessere
individuale. Libro documentatissimo, coinvolgente, istruttivo, visionario e
godurioso. Un capolavoro.