domenica 9 aprile 2023

MUSICA una storia sovversiva TED GIOIA




 

Tutti gli appassionati di musica dovrebbero leggere questo affascinante e dettagliato trattato con cui Ted Gioia, critico jazz e storico della musica americana, intraprende una straordinaria operazione di rovesciamento intellettuale rivendicando il peso giocato in ogni importante innovazione musicale da tutti coloro che sono ai margini della società. Ecco spiegato il sottotitolo, Una storia sovversiva , lunga quattromila anni, dal suono del vento quando ancora l’uomo non era comparso sulla terra fino alle innovazioni tecnologiche e alle neuroscienze del nuovo millennio, passando dai primi strumenti recuperati dai corni degli animali o dall’arco dei cacciatori, dalla Grecia antica e la Roma Imperiale, dal Medioevo ed il Rinascimento, dai primi trovatori, dalla diaspora africana, dal blues, dal jazz, dal rock n’roll, dal punk, dal grunge, dal hip-hop e la techno. Con una scrittura affilata e colta ma scorrevole, l’autore si addentra in tutti gli aspetti della Musica mettendone in evidenza aspetti poco noti, come per esempio il fatto che per lungo tempo le percussioni furono prerogativa solo femminile, finché il loro uso in campo militare non divenne prevalente, oppure di quanto la Chiesa osteggiò e bandì la polifonia perché anticamera del trance, oppure della lira che, in quanto strumento ben accordato, promuoveva l’armonia e l’ordine sociale, mentre il flauto sfruttando il fiato umano per i suoni strazianti fu istigatore pericoloso di passione ed estasi. Ted Gioia, come conseguenza di un capillare ed approfondito lavoro di ricerca, ci racconta come avveniva la trasmissione dei canti tra gli antichi aedi greci, e del perché i trovatori francesi medioevali nella loro ispirazione e nel loro stile fossero debitori dei girovaghi ispano-arabi. Ma anche come la musica nell’antichità agisse come gesto propiziatorio, celebrazione della sessualità e base della prosperità e di quanto le canzoni siano state alla radice di quella che oggi si chiama psicologia , in parole povere un modo per celebrare le emozioni e gli atteggiamenti privati, molto prima che la vita interiore fosse giudicata degna di rispetto in altre sfere della società e nei luoghi del potere ecclesiastico. Divertente  la parte riguardante  Bach, Mozart e Beethoven inconsapevolmente sovversivi,  la citazione da Tracce di Rossetto  di Greil Marcus per i possibili  collegamenti tra l’eresia catara nella Francia medioevale ed il punk-rock oppure le credenze, alimentate dal potere religioso, per cui i bardi e gli artisti itineranti venivano accusati di stregoneria tanto che il demonio assumeva le fattezze di un menestrello. E ancora gli schiavi e i loro discendenti che hanno continuamente reinventato la musica, dal ragtime al blues, dal jazz al R&B, e infine soul, rap, hip, hop, perfino le origini della musica country nel Neolitico e il rito sacrificale nel rock n’roll con gli amplificatori devastati dai Who, la chitarra incendiata da Hendrix, Altamont e Sid Vicious.

La tesi di Ted Gioia afferma la musica come agente del cambiamento nella vita umana, un motore di trasformazioni e magie che nei secoli ha dovuto farsi strada tra ostacoli, superstizioni, divieti. Nei  secoli, scrive l’autore, la libertà di canto è stata importante quanto la libertà di parola, e spesso assai più controversa, temuta per via dell’intrinseco potere di persuasione. Le canzoni incarnano  frequentemente nuove idee pericolose molto prima che qualsiasi politicante sia disposto ad esternarle e per tale motivo re, potenti, autocrati, tecnocrati e leader religiosi tendono a delegittimare le innovazioni musicali, congelarle, omologarle e assorbirne le spinte,  trasformando le forme primarie e originarie. Dimostrazione di ciò che accade oggi, dove potenti interessi economici vogliono la musica limitata alle forme più prevedibili dell’industria dello spettacolo, sempre più incarnate da algoritmi che promettono di rimuovere ogni difficoltà e ostacolo al consumo musicale anche se sacche di resistenza insistono ad usare la musica in modi inattesi e disordinati. La diversità, secondo Gioia, favorisce l’innovazione  e le esperienze musicali più intense vanno cercate tra gli emarginati, tra schiavi e forestieri, più che nella classe dirigente che invece ha tutto l’interesse nell’ omogeneizzarle tanto che, come spesso è accaduto, il ribelle è diventato mainstream. Le istituzioni e le imprese non creano innovazioni musicali, si limitano a riconoscerle a posteriori e a farle proprie. La musica, secondo il trattato di Gioia, è sempre stata collegata al sesso e alla violenza, i primi strumenti grondavano sangue, le prime canzoni  promuovevano la fertilità, la caccia, la guerra e i più grossi cambiamenti musicali sono affiorati in città portuali come Liverpool e Amburgo e in città malsane come Deir-El Medina e New Orleans. Ma le canzoni possiedono ancora la magia e trasmettono amore, non hanno età e sfidano le barriere tra generazioni. Musica- Una storia sovversiva  è un libro avvincente che non finisce di sorprendere e meravigliare e non tralascia nulla, dalla musica gregoriana a Beethoven, dal Canto dei Cantici a Lesbo,  dallo Shijing a Scott Joplin, da Duke Ellington a Robert Johnson, da Miles Davis a Elvis Presley, da Marvin Gaye ai Beatles, dai Doors  ai Sex Pistols,  da Kurt Cobain al South Bronx, dai festival pop ai rave (le ultimissime dimostrazioni del potere della musica come accesso al trascendente e agli stati alterati della coscienza), da Napster al K-pop, dall’Auto Tune a Spotify. Senza scordarsi come suggerisce Ted Gioia che “quando cantiamo l’ormone ossitocina immesso in circolo con un messaggio partito dall’ipotalamo ci fa provare un legame emotivo con chi appartiene al nostro gruppo, ecco perché gli stati hanno l’inno nazionale e i tifosi cantano l’inno della propria squadra. Ma l’ossicitina è anche l’ormone dell’amore e delle coccole, salta fuori in situazioni di stress e può spedire la gente in trincea o ad una protesta di piazza”.

La musica intrattiene ma non può mai essere ridotta ad un intrattenimento, quattrocento pagine dense, corpose, che esaltano il potere rivoluzionario della musica, la sua funzione sociale e di benessere individuale. Libro documentatissimo, coinvolgente, istruttivo, visionario e godurioso. Un capolavoro.

MAURO ZAMBELLINI    EASTER 2023

34 commenti:

corrado ha detto...

Un apparato critico imponente, che può corroborare alcune mie opinioni su musica e società oggi. Sicuramente da leggere.
Buona Pasqua a tutti voi!

Armando Chiechi ha detto...

Dalla recensione intuisco essere un libro impegnativo ma che trasuda passione, intelletto e amore da ogni pagina. Prendo nota Mauro.

Grazie

Unknown2 ha detto...

Livio. Gioia vanta una imponente produzione in merito soprattutto alla musica jazz. Qui in un tomo ponderoso, esaurientemente recensito da Zambellini, teorizza di una musica eminentemente sovversiva e cita ripetutamente come 'avversario' il potere religioso.
Non so a che religione si riferisca, ma i muezzin cantano, poco conosco l'induismo e il buddhismo, gli ebrei cantano eccome, e quanto ai cristiani\cattolici basta entrare in una chiesa x essere assaliti da coro e organo a tutto spiano.
Un genio assoluto come Bach compose essenzialmente musica sacra, Messe e Requiem da Verdi in giù sono innumeri, ricordo l'Ave Maria di Schubert e Stille Nacht...
Il Gospel, da James Brown a Elvis, a Ray, e Aretha e centinaia d'altri 'istigatori di passione ed estasi'...
I canti gregoriani... Il Christian Rock, poco pubblicizzato, ma solidissimo, e nn solo negli USA...
Non voglio insistere oltre, ma ogni religione a me pare intrisa letteralmente di musica.
E la musica non sovverte mai nulla. Ci credevamo, noi attempati, 50anni fa, ma il sogno è svanito a Woodstock e Altamont, annegato da soldi e droghe.
La musica è compagna preziosissima della ns vita, ma quanto a sovversione... con tutto il rispetto, personalmente mi rivolgerei altrove.
Buona Pasqua, fratelli

Armando Chiechi ha detto...

Vero anche quello che tu dici Livio, il business c'è sempre stato ed è esistito sin dai tempi non sospetti. C'è stato con Frank Sinatra,Elvis e i Beatles ed anche con i vari Bob Dylan, Stones, Lou Reed e Jim Morrison, solo che sicuramente vi era un'etica e una morale per cui seppur l' intenzione era quella di vendere ,al tempo stesso il messaggio non ne era intaccato e l'amore per lo spirito dell'arte sopra ogni cosa. Gli uomini in capo alle major erano competenti e vi era tanta passione che coinvolgeva tanto gli addetti ai lavori quanto i fruitori. Poi per carità,seppur in minoranza veri outlaws ne abbiamo avuti ma dovremmo guardarci molto indietro o almeno così la penso,quando nella mia mente risuonano quei nomi come Robert Johnson, Hank Williams,Johnny Cash ecc.

Unknown ha detto...

Livio, nell'antichità ai frati era consentito di cantare solo per poche ore e di sera, la polifonia venne vista come un peccato, le canzoni che parlavano di emozioni personali, di affetti e potevano portare all'estasi erano bandite, questo succedeva nell'antichità, oggi ci sono ragazzi che cantano e suonano in chiesa ma Ted Gioia spiega anche che il sistema riesce a inglobare e far proprie le spinte sovversive. Ancora oggi se ascolti musica rock in certi paesi ti portano in galera, vedi Russia o Iran. Beatles, Stones, Dylan hanno cambiato il nostro modo di vivere e concepire la realtà, più sovversi8vi di così.....Ti consiglio di leggere quel libro, è impegnativo ma anche divertente

Unknown2 ha detto...

Livio. Gentile Anonimo, hai ragione: non si parla di un libro senza averlo letto, ma mi pareva di aver chiarito che mi basavo solo sulla recensione di Zambellini.
Per il resto mantengo, senza polemica, il punto: purtroppo nessun movimento musicale ha mai sovvertito alcunchè, anche se proprio io, 50 e + anni fa, ci credevo davvero.
Penso che la musica, arte istintiva x elezione, parli all'istinto di ognuno, individualmente, a prescindere dalle idee 'politiche' (ci sono bellissime canzoni che inneggiano alle dittature + becere...) e forse è una fortuna che nessuno possa arrogarsene l'uso esclusivo x scopi strumentali.
Dylan e soci hanno arricchito considerevolmente la vita 'spirituale' di chi li ha voluti ascoltare. Poi, proprio la parabola artistica del 'menestrello di Duluth' ci ricorda che il tratto folk\combat fu brevissimo, se parametrato alla sua + che 60ntennale carriera (4-5anni, forse), x non dire di Beatles e Stones, perfettamente e felicemente integrati nello star system e nell'industria della musica.
Fra i big mi vengono in mente solo i Clash, duri e puri fino in fondo. Ma quanto a risultati, beh, lasciamo perdere.
Gli estremismi religiosi, in particolare, oggi, quello islamico, sono nemici della musica e di qualunque altro impulso vitale che possa sfuggire al loro ferreo controllo, ma proprio per questo sono destinati a fallire miseramente: vedere lo straordinario, eroico movimento delle donne iraniane!
Comunque, come sempre, esprimo solo le mie idee in libertà, come si parla e a volte si discute tra amici, senza volersi imporre, anzi meditando e apprezzando come arricchimento ogni diversa opinione.
Cordialmente

Zambo ha detto...

Scusa Livio , non so com è successo ma il commento unknown era in realtà mio. Zambo.

bobrock ha detto...

Quanto mai divertente l’equivoco 😂😂😂😂
Livio mi piace quello che hai scritto. Comunque volate troppo alto per i miei livelli…..io domani sera vado a sentire gli Eels in scaletta 27 brani non sarà l’inizio di una rivolta ma promette una serata divertente

Unknown2 ha detto...

Livio. Oooops! Non sapevo di interloquire col Boss! Che però non si smentisce e risponde con grande civiltà e tolleranza: ok, fratelli, ulteriore dimostrazione che qs è proprio casa nostra!
Ai gruppi 'kombat' mi piace aggiungere anche i nostrani Gang: chi più duro e puro (e inascoltato) di loro?
Bob: no, sugli Eels proprio nn ti seguo. Ma come sempre mi piacerebbe leggere la tua live-recensione.
Un bel libro: 'In forma di essere umano' di Riccardo Gazzaniga. Storia vera della caccia riuscita del Mossad ad Adolf Eichmann, principale responsabile della cd 'soluzione finale'. Avvincente come una spy story, approfondisce anche il punto di vista del gerarca nazista, imbucato in Argentina sotto falso nome. E', + in profondità, la disamina + sintetica e obiettiva che abbia mai letto su come si sia arrivati a tanta aberrazione. La banalità del male, come scrisse Hannah Arendt.
Da leggere e da far leggere

Armando Chiechi ha detto...

Sicuramente il libro recensito in questa pagina del blog sarà interessante e se ci fa discutere un motivo valido ci sarà !? Per il momento ho sul ripiano della mia libreria due arrivati da poco e che non vedo l' ora di leggere. Il primo è " Gesù dell'Uragano" recensito splendidamente dal nostro Prof.,l' altro invece è quello di Dylan già uscito a fine anno scorso(" Filosofia della Canzone Moderna") di cui mi innamorai già da quando la curiosità mi portò a sfogliarlo in libreria. Devo dire che merita per impaginazione accurata,contenuto e per la scelta di brani anche oscuri e legati soprattutto alla musica Americana e non solo.

bobrock ha detto...

Perplesso sulle setlist del boss ho ridotto da tre a due sere vendendo la data di Ferrara in meno di un minuto ( a prezzo di costo odio i bagarini con tutte le mie forze ).
Per la famosa legge di Murphy mi aspetto che Meeting venga suonata come unica data europea 😂😂😂😂
Eels: li seguo da venti anni ma da tempo hanno perso o meglio Mark Everett ha perso un po’ della originalità degli esordi.
Concerto con i suoi tre pards basso chitarra 🎸 batteria 🔋 suono garage band anni 70.
Dopo un po’ i brani si assomigliano . Nel complesso serata piacevole non indimenticabile.
Ti aggiungo anche una nota su roger Waters , ho assistito ad un paio dei suoi concerti ultra politicizzati. Dove il bombardamento di immagini spesso violenti ti distrae dal concentrarti sulla musica. La seconda sera me lo sono goduto maggiormente evitando di guardare la scenografia sempre importante e seguendo un gruppo notevole .
A 79 anni rimane quello che in assoluto rappresenta con maggiore incisività il suono dei PF con buona pace di Gilmoure . Per la cronaca non parteggio per nessuno dei due ma é un fatto che Waters sia quello con maggiore estro artistico.
Purtroppo i quattro Floyd non sono riuscito a vederli live , mi sono limitato alla formazione a tre .
Ma Waters da solo é un altra categoria.
Prossimo appuntamento Peter Gabriel a Verona .
Buon we

Armando Chiechi ha detto...

Imperdibili i tuoi report Bob...!!

Unknown2 ha detto...

Livio. Grazie Bob, sempre preziosi i tuoi spunti live. Su Roger Waters continuo a nutrire seri dubbi, x la natura dell'uomo e i suoi atteggiamenti fin dai tempi dei Floyd, ma grazie a te ho capito che musicalmente e dal vivo è attualmente da annoverare fra i top.
Su Springsteen confermo: in 28concerti nelle arene USA, con scalette di max 27pezzi, ben 19canzoni sono state eseguite 28volte, altre2 27x, 2 26x, 1 25 e 1 21. Cioè, x farla breve, praticamente 25 canzoni su 27 sono quasi sempre le stesse. Decisamente un altro uomo rispetto a quello che da una sera all'altra cambiava le scalette anche del 50%...
Poi nulla da eccepire sulla qualità e sulla durata (2ore e 45min, pause comprese, a quasi 74anni non sono male) ma sti show fotocopia diventano x chi li fa un semplice lavoro a catena di montaggio. X chi li ascolta non so... ci vorrà tanta nostalgia e altrettanta fantasia x entusiasmarmi, temo.
Il 28aprile si riparte da Barcellona x il tour europeo negli stadi, ma temo molto che l'unica differenza sarà la presenza degli opener, in genere diversi da show a show...
Su Meeting c'è davvero da sorridere, visto che BTR è il disco + saccheggiato del tour: 5 pezzi eseguiti su 6. E manca proprio....
Due parole sul live degli Who a Wembley con l'orchestra: grande disco, anche se è l'ennesimo numero di dinosaur-rock. Le WHO-canzoni, così piene, drammatiche, molto arrangiate, si prestano magnificamente all'accompagnamento orchestrale, che, con fiati ed archi, contribuisce a rinsaldarne il rango di classici assoluti della ns musica.
Roger Daltrey mattatore: classe 1945 come Townshend(anch'egli in formissima), domina stentoreo il palco, con qualche aiutino dai cori e piccole incertezze solo nei brani acustici.
Mi rendo conto che nei dischi + famosi degli Who ci sono sempre tantissime tastiere, eppure non c'è mai stato un keyboardist nel loro organico. Mah!

bobrock ha detto...

Sul live degli Who ho da eccepire . Ero presente alla serata ovviamente svenandomi come negli ultimi 10/15 anni. Più o meno ventesima fila in campo. Posso anche dirti che Townshend ci ha simpaticamente preso per il culo sfregandosi pollice e indice indicandoci a quelli come me che occupavano le prime file considerato il costo dei biglietti.
Detto questo le mie perplessità ruotano attorno alla voce di Daltrey che detto tra noi oltre ad assomigliare nella vecchiaia a Gino Bramieri con quelli occhiali azzurrati e i riccioli che sembrano cotonati non ha proprio più la voce .
Ma questo si sapeva, seguo gli Who dal 1997 dal vivo cioè mi sono perso il meglio e li ho visti almeno una decina di volte oltre ad un paio di concerti di Daltrey in un improbabile tour di Tommy dove suonava il fratello di Townshend e con tutta la simpatia del caso non è la stessa cosa. Pertanto ho assistito al progressivo deterioramento della voce di Daltrey.
Quindi sappi che la voce che ascolti nel disco non è la stessa che ho ascoltato io dal vivo .Ha avuto in sede di editing un bel trattamento ringiovanente. Come se io e te ci sottoponessimo ad un bel lifting. Daltrey é arrivato a fine serata stremato e temevo che dovessero fargli un massaggio cardiaco.
Morale : come é stato il concerto ? Innanzi tutto io contavo molto sull’aiuto di Vedder che ha fatto da apripista e che ha “ consentito “ agli Who ( ma ha senso chiamarli Who … per me sono Townshend e Daltrey gli Who erano ben altro ) di riempire Wembley.
Invece ha cantato soltanto in un brano . I brani da Tommy e Quadrophenia ben si adattano ad arrangiamenti con l’orchestra . Si perde in potenza ma si guadagna in intensità evocativa di immagini . Townshend tende a non strafare e limit gli assolo.
Ma nel complesso il risultato è più che buono . Però da tempo Daltrey arranca come non mai . E per me quella sera é mancata la sua voce .
Ps: conscio di tutto quello che scritto il 17 giugno sarò a Firenze ….perché quando vedo Townshend roteare il braccio ….ha un effetto benefico sul sottoscritto a se so già da adesso che dirò peccato la voce di Roger.

bobrock ha detto...

Grazie Livio per le statistiche sul Boss . In effetti due sono i motivi per cui ho tagliato Ferrara . La prima la setlist standardizzata ., la seconda il fatto che confluiranno 80.000 persone da tutta Italia in un parco. Per cui mi immagino code in autostrada alla uscita di Ferrara code per il parcheggio ..code per mangiare code per andare nei meravigliosi bagni chimici ma soprattutto un meraviglioso imbottigliamento per uscire dal parcheggio e prendere la via del ritorno .
A 59 anni la pigrizia prevale e lascio ai giovani tutto questo . Per le altre due date mi sono organizzato in modo da evitare molti inutili stress.
Mentre volevo aggiungere per Waters che a dispetto di quello che dice la moglie di Gilmoure ( canta in playback) volevo dare il mio contributo smentendo questa puttanata. Waters canta dal vivo anzi la prima sera ( quella del 27 marzo ) era piuttosto stanco e la seconda ha cantato nettamente meglio. 79 anni due ore e mezza di show .
Ma soprattutto canta . Quindi non credete a quello che dice .
Poi sull’uomo, le posizioni politiche , l’ego smisurato …ha avuto cinque mogli ( tanto stabile non deve essere ) potremmo aprire un forum però è lui l’ uomo Floyd non c’è dubbio a riguardo .
Ps: fuori campo ieri sera ho visto ultimo film di Nanni Moretti ( sono un cinefilo oltre D essere un suo ammiratore). Personaggio divisivo o lo si ama o lo si odia . Un a,tri con un ego smisurato.
Gran bel film 🎥 consiglio la visione ( tranne un solo film “ tre piani “ ) ha sempre fatto un cinema di contenuti e di visioni .
Buona domenica

Zambo ha detto...

Con un Po di volontà e impegno andrò a vedere il film di Moretti anche se mi sta antipatico ma i vecchi film , in particolare Caro Diario, mi piacevano. Lo faccio soprattutto per sostenere il cinema d autore, un fioretto insomma. Altri che non mi piacciono molto sono i Pink Floyd che vidi nel 69 o 70 a Montreux al tempo di Umma Gumma Spazio piccolo, ero a pochi metri dal palco, tanti hippies, concerto ineccepibile, molto mentale. Qualche mese dopo nello stesso luogo vidi Rory Gallagher coi Taste, altra storia. Non so perché ma da quel momento non segui i più i Pink Floyd , quando fecero Money capii il perché. Per l amor di Dio gran gruppo ma preferisco il rock n roll. Buona Festa della Liberazione a tutti , viva l antifascismo sempre e comunque.

Armando Chiechi ha detto...

Mi aggancio a Mauro sull' ultima frase che ritengo importantissima visto i tempi. W l' antifascismo sempre e abbasso tutto quello che richiama all'odio ,al disprezzo e al sospetto del diverso. Che tristezza vedere tutto questo ancora...

Un abbraccio Carissimi Amici

bobrock ha detto...

Zambo massima e sana invidia PF 1970 Montreaux e poi l’indimenticabile Rory Gallagher ( me lo sono perso per gli esami di maturità !!!
I Floyd all’ apice del periodo psichedelico…..capisco perché poi li hai mollati .
Riprendendo la chiusura del tuo post e poi Armando : ora e sempre antifascismo , un doveroso omaggio ai nostri partigiani e a tutti quelli che sono morti per causa del fascismo .
Un paese che ha la memoria corta anzi non ha memoria. L’amnistia del 1946 di Togliatti fu un errore madornale così come permettere la nascita del Movimento Sociale guidato da un ex repubblichino .
Fa piacere che la pensiamo all stessa maniera ,molto piacere .

Unknown2 ha detto...

Livio. Assolutamente allineato sull'antifascismo.
Mio padre, dopo l'8settembre '43, a 20anni, fu internato in un lager nazista e vi rimase 2anni. Tornato a casa, pesava 34kili. La sua stessa madre, mia nonna, non lo riconobbe e non voleva aprirgli...
Durante la prigionia avrebbe avuto l'opportunità di aderire alla cd rep. di Salò, e sarebbe stato praticamente a casa, ma anche lui, come il 98% dei cd Internati Militari Italiani rifiutò sdegnosamente. Fin che fu in vita lui, tale disperato gesto d'orgoglio collettivo non fu mai riconosciuto dalla storiografia ufficiale e qs lo amareggiò x tutta la vita.
Durante la prigionia ne passò di tutti i colori, perchè il ns è un cognome tipicamente tedesco, e tragicamente il comandante del lager di Lienz(Austria), dove era internato, aveva un cognome molto simile, e si indignò a che uno 'sporco italiano' fosse quasi suo omonimo.
Purtroppo mio padre parlò sempre pochissimo di qs tragici eventi (ho poi scoperto che è un atteggiamento comune in chi ha vissuto esperienze tragiche) ma quando si apriva, di solito nei pranzoni familiari durante le feste... cose indicibili. E finiva sempre in lacrime.
Vi dico solo che se in tv compariva qualche film con soldati tedeschi era meglio cambiare subito canale, pena arrabbiature solenni.
Si rovinò la salute, in quei 2anni infernali. Da tempo non è + con noi.
Scusate la lunghezza, fratelli, e grazie x avermi dato l'occasione di ricordare. Lo faccio appena posso: guai a chi dimentica 'la banalità del male'.
Abbasso tutti gli 'ismi' e tutte le maledette dittature

Unknown2 ha detto...

Livio. Musicalmente: grazie Bob x avermi aperto gli occhi su Daltrey e Townshend(ancora con quella inguardabile tuta da metalmeccanico, quando in catena lui di certo non è stato mai). Non prenderò il disco.
Waters e Moretti personaggi divisivi. Ammetto che pure a me stanno antipatici entrambi, pur restando il primo una rockstar e il secondo uno dei pochi Autori di cinema italiani con la maiuscola.
Anche a Monza il Boss suonerà in un parco, e ai disagi che hai elencato aggiungi pure cottura da sole nell'attesa se fa bello, e oceanico bagno di fango se x disgrazia piove. Ma il tutto fa parte x me del rito di andare a un concerto. Sarà un bagno di gioventù, con le nipoti e qlc amico sincero...
Tra Rory e i Floyd, mille volte il primo. Non c'è partita, parliamo di campionati diversi.
In riferimento alla recensione di Zambo sul libro Rock\Pop: i confini sono necessariamente sfumati e spesso inesistenti. Ricordo che uno dei primi grandi raduni musicali fu il Monterey POP Festival, 1967. Nel roster figuravano: Hendrix, Jefferson A., Steve Miller(che ai tempi era un tosto bluesman), Country Joe, Canned Heat, Otis, Grateful, P. BUtterfield, Byrds, Buffalo Sp., Booker T, Electric Flag. Pop? Rock?: buona musica x tutti i gusti, direi

corrado ha detto...

Genesis, Pink Floyd, Yes, la ttimurti che mi ha angosciato da bambino è ragazzino. Fuggiti come la peste, insieme a quell'altro, "Vade retro Santana"!
Il fatto è che li ricollego ai fratelli grandi dei miei amici di allora, che mi stavano molto antipatici per via della loro puzza sotto il naso e per la loro saccenza. Quindi sono molto condizionato dalla, 'imprinting iniziale. Oggi ovviamente rispetto chi ascolta quei musicisti, ma all'epoca ero molto radicale nelle mie opinioni.
Tant'è che dovrò partecipare al concerto di fine anno nella mia scuola, a base di Pink Floyd, Dire Straits, ecc.
Con il mio solito senso del sacrificio (fallo per gli alunni), suonerò qualsiasi cosa, ma in cambio ho ottenuto di eseguire tutti insieme "Water and Wine" bel pezzo rock'n roll dall'ultimo disco degli X!. Se c'è democrazia, vale per tutti!...

corrado ha detto...

Perdonate gli errori, ma dallo smartphone non te ne accorgi.
Quanto all'antifascismo, io sono nipote del grande Emilio Lussu("Un anno sull'altipiano", "Marcia su Roma e dintorni").
Una delle sue risposte famose a chi gli chiedeva se si fosse sentito perseguitato dai fascisti era:
"Perseguitato? Ma se ero io che perseguitavo loro"!!!

Armando Chiechi ha detto...

Commovente davvero il racconto di Livio sul Papà. Mi ha ricordato quanto mi raccontava un mio collega di Roma, citando il padre che aveva partecipato alla campagna di Russia, tornandone notevolmente provato e provando orrore quando guardava la neve o al sol pensiero che questa potesse posarsi sulla capitale. Interessante e curioso quanto scrive pure Corrado. Sui Floyd, contrariamente a mio fratello, non sono un loro grande fan, ma non nego di avere diversi loro dischi e di amare The Dark Side of The Moon, anche perché fu uno di quei vinili comprati da mio padre ( tutt'altro che fan del rock) che portò a casa sotto suggerimento di un suo amico quando ero un ragazzino e che sicuramente mi trasmise inconsciamente l' amore per l' oggetto e la passione per la musica. Poi va da sé che quando lo riascolto non posso fare a meno di ricordare lui e quei momenti che inevitabilmente ci riportano indietro nel tempo. Per citare Corrado riguardo Santana,dico di non essere mai stato un suo fedele appassionato, ma certi suoi primi dischi sono veramente grandi e a proposito di questo blog,ringrazio Mauro quando anni fa scrisse di Caravanserrai che colpevolmente avevo ignorato. Dopo qualche settimana corsi a comprarlo scoprendo un grandissimo capolavoro. Grazie ...

Armando

corrado ha detto...

Più che altro la deriva che quei gruppi hanno preso successivamente. Ma prima non potevo amarli perché ero un bambino di 2 o 3 anni 😇

Unknown2 ha detto...

Livio. Vita straordinariamente avventurosa, quella di Emilio Lussu. Un anno sull'Altipiano l'abbiamo letto e apprezzato tutti in famiglia. Resta ancora oggi un caposaldo dell'antimilitarismo, riferito non solo alla 1a GM, ma in generale. Hai un nonno famoso!

Unknown2 ha detto...

Livio. Santana trovo sia ingiustamente vituperato.
Ha avuto varie fasi, partenza fulminante creando il cd latin-rock, culminata col flash a Woodstock, per poi perdersi un po' in fumosi misticismi e sperimentalismi forse un po' fuori dalle sue corde con il grande chitarrista jazz John Mc Laughlin (suo compagno anche nella sbandata induista).
I prodotti + recenti, x quanto ammiccanti al 'mercato', sono dignitosi e mantengono una qualità media costantemente alta. Averne, di chitarristi così!
E poi, 'Samba pa ti' fu uno dei primi lenti 'corpo a corpo' della mia adolescenza: ho un legame 'sentimentale' con Carlos!

corrado ha detto...

Lussu era mio zio, ma va bene ugualmente! Purtroppo negli anni della mia formazione proprio non ascoltavo quella musica e quei musicisti. Se li avessi vissuti, sicuramente li avrei apprezzati di più. Ma come sono cresciuto e ho iniziato a leggere il Mucchio Selvaggio, sono stato piuttosto travisato dalle recensioni fulminanti di Maurizio Bianchini, che del resto all'epoca si attirò un mucchio di antipatie. Ma ormai i danni nella mia testa li aveva già prodotti... 😄

corrado ha detto...

Traviato, non travisato, anche se rende la sensazione

bobrock ha detto...

Corrado complimenti per la parentela credo che “ un anno sull’altipiano “ sia una lettura “ di base “ . Come il sergente nella neve , se questo è un uomo etc etc .
Adesso capisco o credo di capire la tua passione per la storia che poi é diventata un lavoro.
Chissà quante storie ti avrà raccontato.
Mio padre era amico di Nuto Revelli e indirettamente ho sentito tanti racconti della resistenza e della ritirata di Russia.
Erano persone con un altra tempra … avremmo dovuto clonare il loro DNA e farne dei duplicati.

bobrock ha detto...

Tornando alla musica a me Santana PF e i primi Genesis piacevano veramente molto.
Di quel periodo per me il massimo erano i King Crimson che ho amato in tutte le formazioni possibili .
Fuori tema vorrei sottolineare i prezzi dei biglietti del concerto di Iggy Pop a Milano a luglio …si parte da 115 euro
Ma che cazzo….

corrado ha detto...

Ma figurati Bob, mio zio è morto quando io avevo 7 anni e lui stava perlopiù a Roma. Tornava ad Armungia raramente, per qualche caccia al cinghiale e qualche volta discuteva (o litigava) col cugino (mio nonno). Esiste, credo una foto dove compriamo insieme, ma io non l'ho mai vista. È rimasta, certo, l'aria di famiglia è la tendenza a combattere le ingiustizie senza abbassare lo sguardo contro chiunque. Però è una parentela di cui vado orgoglioso.
King Crimson, quelli mi piacevano. Ascoltavo spesso Island. Poi si, Santana qualcosa l'ho apprezzato, ma avendolo conosciuto tardi lo associo molto alle sue cose più commerciali. Iggy Pop ormai costa quanto Springsteen... Entrambi hanno fatto la fame per anni e oggi vogliono rifarsi!

Unknown2 ha detto...

Livio. La strada del Davai, di Nuto Revelli ha ispirato anche un bellissimo pezzo di Massimo Priviero. Sulla ritirata di Russia indimenticabile 100.000 gavette di ghiaccio (Giulio Bedeschi). Oltretutto anch'io ho fatto la naja da Alpino.
Tu passerai x il camino (Vincenzo Pappalettera), memorie da Mauthausen...
Mia mamma era appassionata divoratrice di volumi sulle due guerre mondiali e mi ha trasmesso libri e passione.
Dei Crimson indimenticabile x me il primo In the Court of t.KC (1969: i secondi anni '60 hanno visto da soli + capolavori di tutti i decenni successivi!). Poi McDonald e Giles abbandonano e Fripp(altro ego smisurato) impone la sua visione, geniale ma lontana dai miei gusti... Certo i due transfughi non è che combinarono poi granchè: un discreto disco insieme in cui compare anche Steve Winwood, poi Mc Donald finirà, se nn sbaglio, addirittura nei Foreigner(buuuh!).
I prezzi dei biglietti saranno sempre + proibitivi. Ai concerti di Dylan addirittura paghi 5€ in + x farti impacchettare il telefono: ma è legale secondo voi una puttanata del genere?

armando ha detto...

Bellissimo il capolavoro dei King Crimson ( In the Court..) e secondo un mio modesto parere, una band che si è sempre mantenuta su altissimi livelli pure nelle prove meno riuscite. Sul impacchettamento dei cellulari ai concerti di Dylan trovo che sia sbagliato per quanto rimanga antipatico vedere gente che lo tiene in mano per quasi tutto il concerto. Secondo me una volta che hai fatto due o tre foto,un piccolo estratto video lo tieni per ricordo e finisce li...ad ogni modo cmq,da un pò di tempo ormai la mia voglia di andare per concerti si sta riducendo a quei piccoli eventi che magari aspetto anche un anno o quasi,sapendo che sarò ripagato da buona musica,ospitalità e voglia di godermi pure cucina e paesaggio circostante.

My favourite Things :

Gesù dell'Uragano : James Lee Burke

Filosofia della Canzone Moderna : Bob Dylan

Moving on Skiffle : Van Morrison

Night Train : Oscar Peterson

Il Collezionista di Carte : P. Shrader

Goliath : 1,2,3,4 Season ( Amazon Prime)

Armando Chiechi ha detto...

Chiedo scusa per il t 9 se ha mangiato una lettera e apostrofo ..😉😉