Pubblicato in sordina nel 2020 questo è l’unico
live ufficiale di Nick Waterson e la sua band, registrato nel mitico Pappy and
Harriet’s, un locale in stile western completamente in legno situato a
Pioneertown, nel Mojave Desert poco distante da Joshua Tree e ad un centinaio
di miglia da Los Angeles. L’ambientazione è degna del contenuto, uno
spumeggiante, trascinante, irresistibile show di uno dei rocker californiani
più interessanti degli ultimi anni, capace di unire passato e presente in un
set che lascia senza fiato tanta è l’energia e la brillantezza profusa,
complice una band coi fiocchi ed una chiassosa partecipazione del pubblico che
ricorda gli antichi live degli anni sessanta. Chi lo ha visto nel novembre del
2019 al Magnolia di Milano sa di cosa parlo, Waterhouse è uno showman con il
viso da impiegato di banca che frulla un groove contagioso e diabolico dove il
rock n’roll si accompagna col soul, lo swing con il rhythm and blues, il surf
col rockabilly in un tornado di note che travolge l’ascoltatore e lo porta in
un universo musicale senza tempo.
Lui, direttore del combo, con chitarra, voce
e occhiali, dirige musicisti che dai loro strumenti estraggono l’essenza del
piacere e del divertimento, senza dimenticarsi di una note, una sfumatura, un
dettaglio, mettendo la tecnica completamente al servizio del feeling. Obie Hughes è una sassofonista baritono a cui
bisognerebbe farle un monumento tanto le sue entrate evocano quei fumosi club
losanegeleni cari al jazz e al primo Tom Waits, e così è per Mando Dorame, il
tenorsassofonista, un nome un programma. Alla sezione ritmica ci pensano Brian
Long col basso e Eric Jackowitz con la batteria mentre il funambolico e
bravissimo Jerry Borge con piano e organo pennella di retromania il tutto, richiamando
Jimmy Smith, Brian Auger, Booker T e tutta una dinastia di tastieristi rivolti
più al mood che al virtuosismo. Naturalmente l’avvenente Carol Hatchet fa da
corista e da contraltare vocale al leader, che dal cappello estrare i pezzi
forti del suo repertorio. Innanzitutto Some
Place il brano che nel 2012 lo ha fatto conoscere ai cultore dei nuggets
moderni e poi brani dell’album Never Twice (Straight Love Affair, It’s Time, LA Turnaround, Katchi ) e di Time’s
All Gone ( Say I Wanna Know,
Don’t You Forget It, If You Want Trouble, Raina) mentre dall’omonimo Nick
Waterhouse del 2018 arriva solo El Viv, probabilmente perché questo show
è antecedente alla sua pubblicazione. Stacchi, controstacchi, rallenty e ripartenze
scatenate, furtive ma mai così sostanziose entrate di sax baritono, ritmi
scoppiettanti e coretti soul (Wreck The
Rod), talking da crooner adrenalinico e la maliziosa danza doo-wop di Katchi , sguaiato R&B urbano (I Feel An Urge Coming On), aromi blues e
sassofoni shout (Dead Room e Don’t You Forget It), la sensualissima Raina ed una Pushing
Too Hard che risveglia i Seeds. Impossibile stare fermi,
impossibile non accorgersi di quanta euforia e salute irradiano Nick Waterhouse
e la sua band, Live at Pappy and Harriet’s per chi scrive è il più divertente
live degli ultimi anni.
MAURO
ZAMBELLINI APRILE 2021