Come parecchi album
degli Stones, Love You Live nasce in un periodo burrascoso. A metà novembre
del 1976 tutti i membri della band si incontrano a Londra per discutere del
nuovo contratto discografico e contemporaneamente decidono per un nuovo album
dal vivo registrato in un piccolo locale. C’è chi vede in questa scelta il
tentativo di recuperare credibilità rock ricreando l’atmosfera fumoso del
Crawdaddy agli albori della loro carriera, ed una implicita risposta ai gruppi
punk, in primis i Sex Pistols che a più riprese li hanno definiti “rivoltanti, senza più nulla da dire ai
giovani”. Il nuovo contratto con la Emi è firmato il 16 febbraio dell’anno
seguente, distribuirà i dischi della band in tutto il mondo, eccetto Usa e
Canada. Per il Nord America bisognerà aspettare il primo aprile quando
firmeranno con la Atlantic per la distribuzione della Rolling Stones Records il
cui nuovo presidente è ora Earl McGrath (lo
stesso che coraggiosamente “arruolò” nella stessa scuderia la Jim Carroll Band)
al posto di Marshall Chess. Secondo alcune fonti l’accordo con la Atlantic
frutta alla band 21 milioni di dollari per sei album, a cui bisogna aggiungere
10,5 milioni di dollari per ogni album grazie al contratto con la Emi. Ma in
mezzo a questo oceano di soldi c’è Toronto.
L’idea è quella di registrare il concerto al Mocambo Club, un piccolo locale di soli 300 posti già in auge negli
anni quaranta, in quanto Keith Richards per via delle sue pendenze giudiziarie
non avrebbe avuto problemi con il visto perché il Canada era membro del
Commonwealth. Gli Stones arrivano all’Harbour Castle Hotel di Toronto il 20
febbraio, eccetto Richards che giunge quattro giorni in compagnia di Anita
Pallenberg e del loro figlio Marlon. All’aeroporto la squadra narcotici
ispeziona i bagagli di Anita e trovano 10 grammi di hascish ed un cucchiaino
con tracce di eroina. E’ rilasciata con la promessa di presentarsi in Corte ma
il 27 febbraio quattro ufficiali della squadra narcotici irrompono nella camera
di Richards, lo svegliano a suon di sberle e arrestano lui e consorte non
appena rinvengono un’oncia di eroina purissima ed un quinto di oncia di
cocaina. Dirà sarcasticamente Keef “ ero
in dormiveglia e non li riconobbi, nessuno di loro indossava la regolare
uniforme dei Mounties, mi sarei svegliato prima se li avessi visti vestiti da
Giubbe Rosse”.
L’accusa è pesante e
rischia di compromettere la vita del chitarrista e l’esistenza degli stessi
Rolling Stones. E’ pressoché certo che la polizia canadese tenesse sotto
controllo il gruppo ed il loro entourage dal loro arrivo in Canada. A Keith
viene tolto il passaporto e rilasciato su cauzione di mille dollari con
l’obbligo di presentarsi davanti alla Corte il 7 marzo. Senza eroina la sua
tenuta fisica peggiora, è uno straccio,
in completa crisi di astinenza, Bill Wyman e Ron Wood si prestano ad aiutarlo, dribblano le guardie nell’hotel
e vanno in cerca della “roba”. Il 4 marzo gli Stones suonano il primo di due
concerti al Mocambo Club con Billy
Preston alle tastiere e Ollie Brown alle percussioni davanti ad un pubblico
di trecento fortunati vincitori del concorso indetto dalla stazione radio CHUM.
Tra i presenti anche la moglie del primo ministro canadese Pierre Trudeau,
Margaret Trudeau la quale organizzerà un party in loro onore proprio all’Harbour Castle Hotel dove anche
lei alloggiava in una suite. Nasce il gossip circa una sua relazione d’amore
con Mick Jagger che occuperà le prime pagine delle riviste scandalistiche, solo
più tardi si saprà che il motivo del flirt fosse in realtà Ron Wood, il quale
non smentirà mai la faccenda.
Lo show del Mocambo è
aperto dal gruppo canadese April Wine
e viene registrato dal tecnico Eddie
Kramer, l’uomo dietro le incisioni di Jimi Hendrix. Un secondo concerto
viene effettuato il 5 marzo, anch’esso interamente registrato da Kramer, una
esibizione che farà scrivere a Chet Filippo sulla rivista Rolling Stone “ il più grande show mai visto”. Il New
York Times riporta che quei concerti sono un ritorno al suono ruvido e al
grezzo R&B inglese, proprio come ai tempi del Crawdaddy.
Titoli che non cancellano
la preoccupazione attorno al futuro del gruppo, Richards evita il carcere
grazie ad una cauzione di venticinque mila dollari e gli viene restituito il
passaporto. L’udienza è rinviata al 27 giugno ma accordi vengono presi perché
lui ed Anita si disintossichino con un metodo chiamato Black Box in una
fattoria a Pauli in Pennsylvania che raggiungono dopo un volo privato che fa
scalo a Philadelphia. Toronto è anche l’inizio della fine del matrimonio tra
Mick Jagger e Bianca Jagger i quali se ne vanno in una breve vacanza in Grecia
per ritrovare l’armonia smarrita ma senza risultato, ognuno sembra ormai
“distante” dall’altro. Toronto non è lontana da New York e Jagger è di casa
nella Grande Mela, in maggio incontra ripetutamente Jerry Hall allo Studio 54. Da
parte sua il 19 luglio Richards non si presenta davanti alla Corte canadese, il
suo avvocato giustifica il fatto per via della cura disintossicante che il suo
assistito sta intraprendendo alla Steven Clinic di New York. La seduta è
rinviata al 2 dicembre, alla fine di luglio Mick e Keith terminano il mixaggio
del nuovo album live proprio nella città americana. A Francoforte fans degli
Stones raccolgono fondi per aiutare Richards, progettando una marcia
all’ambasciata canadese per presentare una petizione in favore del loro idolo.
Ma sul mercato irrompe Love You Live, il 12 settembre
Jagger tiene una conferenza stampa al Savoy di Londra, tutti gli Stones eccetto
Richards partecipano al party di presentazione al Marquee, il 16 settembre il
disco esce in Inghilterra piazzandosi al terzo posto nella classifica delle
vendite e rimanendo per otto settimane nei primi trenta, negli Usa arriva alla
quinta posizione fermandosi per sette settimane. Prodotto dai Glimmer Twins l’album è dedicato allo
scomparso tecnico del suono Keith Harwood e sfoggia una copertina disegnata da Andy Warhol. Nelle quattro facciate del
vinile originale spiccano estratti di concerti registrati agli Abattoirs di
Parigi nel giugno del 1976, a Toronto e Los Angeles nell’estate 1975 mentre una
facciata, la terza, è dedicata al set del Mocambo Club del marzo 1977. L’album
è accolto con poco entusiasmo dalla stampa ma il tempo dirà cose diverse. Oggi
finalmente quei due favolosi set nel club canadese sono stati recuperati e mixati
dallo specialista Bob Clearmountain e
sono alla portata di tutti grazie ad un doppio CD tutto dedicato a
quell’evento.
Live At The El Mocambo disponibile in più formati riporta l’integrale
set del 5 marzo 1977 più tre
aggiunte dell’esibizione del giorno prima, ed in virtù dell’atmosfera intima
del club, dello spazio ridotto e del calore intrinseco della serata col
fortunato pubblico a ridosso del palco, è un documento quanto mai veritiero e
significativo nella produzione dal vivo dei Rolling Stones che qui concedono
una performance intensa, smagliante e a dir poco sontuosa. Senza ombra di dubbi
la nuova edizione si rivela essere un live rappresentativo nella loro discografia
ufficiale, almeno per quanto gli anni settanta pre-Some Girls, album che
uscirà l’anno seguente a Love You Live e segnerà la fine
della dipendenza da eroina da parte di Richards e la risoluzione dei suoi
problemi legali.
In Love You Love erano solo quattro le tracce delle serate di El Mocambo, tutte cover di artisti che in qualche modo hanno influenzato i primi passi della band ed il loro universo sonoro. Una potentissima Mannish Boy di Muddy Waters, una versione riveduta e reggata di Crackin’ Up di Bo Diddley, lascito dei loro trascorsi giamaicani di qualche anno prima, una strascicata e dolente Little Red Rooster di Willie Dixon e la scoppiettante Around and Around di Chuck Berry, Quattro artisti fondamentali nel background delle Pietre, ampliamente omaggiati negli album Decca/London degli esordi, nella prima metà degli anni sessanta. A queste cover si aggiungono nel nuovo formato il classico dei classici Route 66 ed il brano di Big Maceo Merrywetaher Worried Life Blues dove, analogamente a Litte Red Rooster, Ron Wood estrae meraviglie dalla slide portando entrambe le esecuzioni in un fumoso club di Chicago. Il rimanente del nuovo disco è costituito dall’ampio e variegato repertorio della band inglese fino al 1977. Una manna se confrontato al karaoke di hits che ci hanno abituato negli ultimi tour, perché in scena ci sono titoli di quel periodo poco menzionati nel resto della discografia ufficiale, relativi agli album post-Exile e pre-Some Girls generalmente sottostimati dalla critica generalista, che al contrario contenevano perle che qui brillano nella giusta lucentezza. Se Exile offre come suo solito All Down The Line e Tumbling Dice oltre ad una anfetaminica versione di Rip This Joint che manda a nanna Sex Pistols e soci, dal seguente Goats Head Soup arriva una arruffata Star Star esaltata dalle corde di Keith Richards e da It’s Only Rock n’Roll sono pescate la canzone-titolo dell’album ed una sguaiata e sporca Dance Little Sister dove Jagger maneggia il R&B come fosse nato a Memphis e non sul Tamigi.
Ma il disco più vicino
alle serate di El Mocambo è il caraibico Black and Blue pubblicato nella
primavera del 1976 e atto ufficiale dell’entrata nel gruppo di Ron Wood. Quel disco
spesso bistrattato regala ben sei canzoni al set del Mocambo: Hot Stuff già in odore di Studio 54 un
anno prima della Febbre del Sabato Sera, qui sudato e funky come mai, la
melodica ed un po’ gigiona Fool To Cry che nel finale si apre in
una pregevole e claptoniana coda chitarristica, l’arzilla e negroide Crazy Mama dove tra i riff di Richards ed
il drumming di Charlie Watts si infila il piano di Billy Preston, la
rockata
Hand of Fate, l’ondeggiante e
sensuale
Melody e Luxury forse l’episodio
meno sfavillante del lotto. Nel
mucchio anche l’inedita (per il tempo) Worried
About You, un avvincente soul-rock cantato in parte in falsetto che sarà incluso in Tattoo
You, completamento di un set
affatto canonico e standard dove naturalmente non possono mancare hits come Honky Tonk Women con cui si apre la
serata del 5 marzo, Brown Sugar, una lunga e scatenata Jumpin’ Jack Flash e Let’s
Spend The Night Together.
Un concerto superlativo,
registrato in maniera perfetta con un sound pulito pur nell’esuberanza delle
versioni, reso ancora più caldo dall’atmosfera da club con Jagger che dialoga
coi presenti in biunivoca sintonia. Le due serate a Toronto costituiscono un
evento del tutto particolare nella storia dei Rolling Stones e della città
canadese e contro ogni previsione visto i casini in cui si erano infilati, in
particolare Keith Richards, la band sfoderò due performance leggendarie che
finalmente, oggi, la pubblicazione integrale di Live at the El Mocambo documenta
in tutta la sua brillantezza.
MAURO ZAMBELLINI