lunedì 14 novembre 2011
Daniele Tenca > Live For The Working Class (Route 61)
Quando meno te lo aspetti, in un momento di crisi del mercato discografico c'è chi azzarda a creare una piccola etichetta discografica. Coraggiosi non c'è che dire, che la fortuna sia dalla loro parte. L'etichetta si chiama Route 61 e questo basta per capire che il terreno su cui si muovono è il rock e la musica americana. Americana- Made In Italy strilla il loro logo e difatti le prime pubblicazioni riguardano italiani e non solo che contaminano la musica americana, in particolare il roots-rock con il folk, il bluegrass e la musica irlandese. Date ad un ascolto a Fathers and Sons del duo Donald & Jen McNeill supportati dai bravi connazionali Lowlands, una delle più originali formazioni italiane nel campo di americana. E poi Among The Stream dei Mardi Gras una formazione di musicisti romani con una cantante irlandese che espandono americana nelle terre celtiche e regalano una splendida versione di Land of Hope and Dreams di Bruce Springsteen.
Lo stesso Springsteen risuona inconfondibile nel nuovo lavoro di Daniele Tenca altro affiliato Route 61. Si intitolava Blues For The Working Class il disco debutto di Tenca come solista, un anomalo disco, per il mercato italiano, che parlava di lavoro, fabbriche e classe operaia in un contesto sonoro che non nascondeva i riferimenti a Springsteen e a certo blue collar rock della East Coast americana. Un disco con ottimi testi e buona musica in cui il blues era solo una delle componenti del suono di Tenca. Il disco aveva il nobile intento di sostenere con le vendite l’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi sul Lavoro, problema quanto mai attuale considerato l’increscioso proliferare di incidenti e morti sul lavoro oggi.
Daniele Tenca ha pensato bene di portare quel disco dal vivo e così è nato Live For The Working Class, dodici brani, la maggior parte suoi ed un pugno di cover tra cui le springsteeniane Johnny 99, Red Headed Woman e Factory, un traditional (John Henry) ed un blues dell’italoamericano Andy J.Forest, Breach In The Levee. Con lui c’è una band che suona con l’abilità e la determinazione di una provata rock n’roll band americana, una band solida e ben amalgamata che conta sull’ottimo lavoro di chitarre di Leo Ghiringhelli e Heggy Vezzano, sulla sezione ritmica di Pablo Leoni e Luca Tonani e sullo splendido apporto dell’Hammond di Cristiano Arcioni. Da parte sua Tenca ci mette la voce, la chitarra e l’acustica nello stile di quei songwriter che alternano rabbia e poesia in canzoni il cui cuore batte dall’altra parte della strada, dalla parte di chi lotta e di chi spera in un domani migliore. E’ il rock della classe operaia che qui si materializza in titoli come Cold Comfort, Flowers at The Gates, The Mills Are Closing Down, He’s Working, My Work No Longer Fits For You che evocano i paesaggi di Youngstown ed hanno come focus la deindustrializzazione, la perdita del lavoro e della dignità. la disoccupazione, le ingiustizie sociali e l’ impoverimento di massa. Il tema è quanto mai all’ordine del giorno e Tenca pur ergendosi come un moderno ed elettrico John Henry, non ricorre ai sermoni, agli slogan e alle facili conclusioni ma usa per il suo elettro-sindacalismo il rock n’roll sporcandolo di blues e di ballate di ruggine e polvere. Il sound è quello che potete trovare in un disco di Bruce, di Mellencamp, di Willie Nile di Joe Grushecky per cui siete avvisati. Non è la prima volta che in Italia sentiamo roba simile, furono i Rocking Chairs ad inaugurare una stirpe ancora seguita e applaudita oggi, Tenca è uno degli ultimi iscritti a questa lista ma proprio per questo ha metabolizzato le esperienze passate in un rock che non delude, per onestà ed efficacia. Il disco è stato registrato nel dicembre del 2010 al Amigdala Theatre di Trezzo D’Adda.
MAURO ZAMBELLINI
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1 commento:
davvero bello! da ascoltare.
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