IS TIME ON MY SIDE ?
Festeggiare
le nozze d'oro con l'ennesima antologia di successi sembra proprio una presa
per i fondelli. Si sa gli Stones amano
prenderti per i fondelli col sorriso sulle labbra anzi con la lingua fuori e
allora gli basta un Grrr!. qualsiasi. 48 brani storici più due inediti, One More Shot e Gloom and Doom registrati la scorsa estate a Parigi, esce in
versione normale,standard, deluxe, superdeluxe, vinile e chi più ne ha ne
metta. Da sette anni non incidono un disco di canzoni nuove e questo Grrr!
più che il titolo del disco sembra il verso dei fan incarogniti per l 'ennesima
antologia. Per fortuna non è tutto qui, c'è anche il film Crossfire Hurricane di
Brett Morgen, un rockumentario che documenta l'ascesa dei Rollling Stones
attraverso i periodi chiave della loro incredibile avventura e il suggestivo
dvd Charlie
Is My Darling, esiste anche un formato deluxe molto caro con cd e libro
annessi, che testimonia la loro arrembante tourneè irlandese del 1965 quando
erano ancora dei pischelli foruncolosi e Satisfaction
era appena uscito. Consigliato. Ma non è tutto qui, come si sa ci sono le "stellari"
esibizioni dal vivo all'O2 di Londra e a Newark, l'ultima data sabato 15 dicembre
è possibile vederla a pagamento su Sky in the middle of the night, ma a quanto mi
è capitato di vedere e sentire via you
tube non è certo uno show da ricordarsi
in eterno, anzi i quattro, no cinque anzi sei perché c'erano anche Wyman e
Taylor in un paio di pezzi, mi sembrano un po' sgangherati pur con qualche gancio rock n'roll.
La
domanda a questo punto che mi viene
sponanea è, ha diritto una rock n'roll star over sessanta o anche di più salire sul palco e suonare ancora rock n'roll senza
risultare ridicolo e patetico ? La risposta è si, se riesce a fare quello che
fa Springsteen (un mostro) o, con qualche titubanza, Dylan o Ian Hunter (dignitosissimo),
altrimenti è bene chiudersii in uno studio di registrazione, lavorare, incidere
un disco di nuove canzoni e portarlo in giro in tutta umiltà come un bluesman in
un teatro, in una piccola venue dove non c'è tutta l'enfasi e la grandiosità
dello stadio o di un palazzetto. Fare come i bluesmen insomma, come Muddy
Waters (morto a settanta anni però), ridurre il clamore, azzerare la pomposità, andare
di basso profilo. Mica un gioco da
ragazzi se ti chiami Jagger o Richards e appena ti muovi sono in centomila a
seguirti e se fai un concerto in un teatro il biglietto costa come una Golf. E
allora, che dire, chiedo a voi che seguite il rock e gli Stones, cosa fare per
il rock over sixty ? Fare come dice
Renzi e rottamarli tutti, consigliarli il golf mentre fischiettano Satisfaction o Whola Lotta Love o farsi venire il magone vederli cantare Honky Tonk Women sperando nell'ultimo
colpetto ed ignorare che il tempo non aspetta nessuno, né loro né noi, come
diceva il titolo di una strepitosa ballata delle Pietre Rotolanti ?
Per
il momento la soluzione ce l'ho ed è quella di invitarvi a procurare il succulento
materiale che la band ha finalmente reso disponibile in rete in questi
ultimi mesi. Sono quattro strepitosi concerti relativi a diversi periodi della
loro carriera. Il primo, uscito un anno fa, è The Brussels Affair ottanta minuti di rock al
serramanico del tour europeo dell'autunno del 1973, la data è quella del 17
ottobre alla Foret Nationale di Bruxelles in Belgio. Concerto registrato da
Andy Johns e rimixato da Bob Clermountain, da sempre mitizzato dai bootleg pubblicati,
ora reso disponibile con una resa sonora quasi perfetta. Fotografa gli show di
quel tour seguito alla pubblicazione (un mese prima) di Goats Head Soup. Non
siamo ai livelli degli show di Ladies and Gentlemen ma poco ci
manca. Si parte con Brown Sugar seguita
da una traballante Gimme Shelter,
dalla accoppiata Exile di Happy, cantata da Richards e Tumbling
Dice, ottima versione e dalle nuove Star
Star, Dancing With Mr.D e Doo Doo Doo Doo (Heartbreaker) che nel tour dell'anno prima erano assenti. Lo show
entra nel vivo con una delirante e lunga
versione di You Can't Always Get What You
Want, per poi involarsi in un finale con una bluesatissima Midnight
Rambler (magnifica l'armonica, micidiali le chitarre),con Honky Tonk Women, Jumpin' Jack Flash e Street Fighting Man, tangibile
dimostrazione di una band in forma, con una propulsione funk dovuta alla
presenza di Billy Preston, in qualche episodio fin troppo invadente con la sua
tastiera (fastidioso il suo stridere in Street
Fighting Man) e con la carica selvaggia espressa dai brani più lunghi. Sono
gli Stones dei primi settanta, cattivi e pericolosi ma diversi da quelli destroy del 1978, con Mick Taylor al
top delle sue potenzialità e con uno stuolo di musicisti al seguito impegnati a
infradiciare il sound di grassa black music. Alle tastiere c'è Billy Preston,
Bobby Keys e Trevor Lawrence si occupano
dei sassofoni, Steve Madaio della tromba e trombone. L'unico momento di riposo
dello show è Angie, chicche per
amatori la veloce e "strombazzata" All Down The Line e il frenetico blues-rockabilly Rip This Joint estratto da Exile.
John
Pasch aveva realizzato l'irriverente e spiritoso poster del tour che è anche la
cover di questo bootleg ufficiale Brussels
Affair (Live 1973).
Non ho mai reputato il tour seguente
l'uscita di Tattoo You come una cosa memorabile. Sarà perché Still
Life è un live così smorto e sbrigativo, sarà perché quando li vidi
nell'appendice europea a Torino del 1982 le cose che mi rimasero in mente
furono lo jogging di Jagger, i piegamenti di Richards con la chitarra e la vittoria
dell'Italia contro la Germania nella finale del Campionato Mondiale di calcio
la sera stessa, partita vista in un bar di Settimo Torinese con altri stoned usciti come me dall'autostrada.
Jagger aveva predetto il 3 a 1 e ciò basta ad spedire lo show nell'olimpo dei
grandi ricordi ma in onestà non fu un concerto da strapparsi i capelli. Questo Hampton
1981 , la data è il 18 dicembre al Coliseum di Hampton in Virginia,
penultimo concerto del tour, ricompone la storia . Più colossale di tutti i
tour che lo avevano preceduto per il fatto che adesso sono gli stadi il luogo
dei concerti, quello del 1981 (e poi la sua appendice europea dell'anno
seguente) vede l'allestimento di un palco che nella sua interezza raggiungeva i
68 metri di larghezza. Fu l'inizio dell'organizzazione manageriale di tour su
vasta scala che portò nella cassa degli Stones, grazie anche al merchandising,
un enorme gettito di soldi come mai si erano visti. Dal 1981 la più grande rock
n'roll band del pianeta diventa la più ricca rock n'roll band della storia.
Difficili essere obiettivi quando prima c'era stato il maestoso rock di
Bruxelles, lo sporco "venerdì" di Los Angeles e l'urgenza punk del
Texas, le cose sono cambiate, inutile far finta di niente, gli Stones
continuano a rotolare ma adesso il loro rock è un affare di tutti non solo dei
ribelli. Loro sono i primi ad esserne consapevoli visto che Jagger prima
dell'inizio tour afferma "non posso
andare avanti ancora per molto a far finta di avere diciotto anni".
Nel
loro show c'è ancora aggressività e bruciante rock n'roll ma il tour di Some
Girls del 78 è stato uno spartiacque tra il prima e il dopo, tra gli
Stones spumeggianti dei sixties e devastanti dei seventies e quelli monumentali
che verranno dopo. Adesso tutto è controllato da uno spettacolo che non ha
sbavature, studiato nei particolari, potente e imponente, calibrato tra
fiammate rock n'roll e romantiche ballate che allentano la tensione e
permettono alla band di tirare il respiro, è ancora grande rock ma adesso la
strada è sgombra di barricate e si può andare allo stadio anche col papà.
Venticinque
pezzi in programma, cinque pietre rotolanti anzi sei se si considera Ian Stewart al piano, più Ian McLagan alle
tastiere (cambio in meglio rispetto a Preston) e Ernie Watts al sassofono
(nella prima parte del tour c'era Lee Allen, quello dei Blasters), Hampton
1981 azzera Still Life e riabilita
quel tour. Si
parte con Under My Thumb e non è il
solo ripescaggio degli early Stones perché
in scaletta finiscono anche Let's
Spend The Night Together, Time Is On My Side, Let It Bleed oltre alle
solite Hony Tonk Women, Jumpin' Jack
Flash e Satisfaction. Ci
sono gli estratti dell' ultimo disco pubblicato Tattoo You, Neighbours, Black Limousine, Start Me Up,
Little T&A, una fantastica Waiting
On A Friend impreziosita da un lungo assolo di sax e una scavezzacollo Hang Fire e ci sono i lasciti di Some Girls, i due album che fanno da
ossatura allo show. Ma compaiono anche i classici del loro repertorio e il
siparietto rock n'roll/rockabilly di Twenty
Flight Rock e Goint To A Go Go oltre
a qualche rimasuglio di Emotional Rescue riverniciato di
fresco come Let Me
Go e She's So Cold. Eccellente la
versione di Let It Bleed con Ron Wood
in gran spolvero.
Otto anni dopo gli Stones ritornano in
pista, si sono lasciati alle spalle i dissapori tra Jagger e Richards e Ian
"Stu" Stewart, fulminato da un infarto il 12 dicembre 1985. Steel
Wheels non è un gran disco ma
permette loro di tornare negli stadi sponsorizzati dalla Budweiser che negli
Stati Uniti sborsa 3,7 milioni di dollari per i diritti pubblicitari. Per la
prima volta arrivano in Giappone, è il 1990 e i dieci spettacoli al Korauken
Dome di Tokyo vengono visti da cinquecento mila persone con un incasso di venti
milioni di dollari dovuto alla vendita dei biglietti e dei gadget. Tanti i
musicisti al seguito, ritorna Bobby Keys al sax, Chuck Leavell con le tastiere,
Lisa Fisher, Cindi Mizelle e Bernard Fowler fanno i cori, gli Uptown Horns ci
mettono i fiati. E' il primo tour senza Stu e ci sono samples e tastiere
computerizzate, lo show è diventato ancora più colossale e imponente, il palco
è una cattedrale, una sorta di rito pagano si accende non appena Jagger urla Start Me Up. Nonostante le evidenti
differenze con gli anni ruggenti ed il suono talmente maestoso da far
rimpiangere l'agro rock/blues degli anni sessanta, Live At The Tokyo Dome è un signor live con versioni da
brivido di 2000 Light Years From Home,
un viaggio nel cosmo a bordo di un astronave
impazzita, una mai così satanica Sympathy For The Devil (superata solo da
quella del Voodoo Lounge Tour) e una Gimme Shelter finalmente all'altezza della sua fama. Non meno
esplosive sono Satisfaction, Brown Sugar in
torrida veste Stax e Jumpin' Jack Flash mentre
tra le rarities spiccano la versione
flamenco di Paint It Black, una
ritrovata Bitch, la tosta Rock and Hard Place, la melodia psycho-pop di Ruby
Tuesday e Harlem Shuffle, unica
testimonianza del disco più trascurato del gruppo, Dirty Work. Potente e spettacolare sarà l'ultimo tour con
Bill Wyman nei ranghi.
Quattro
live di altissimo livello, questo sì un modo degno per festeggiare i loro
cinquanta anni di lavoro.
MAURO ZAMBELLINI
6 commenti:
cazzo Zambo,li adoro.ciao maestro
i due pezzi nuovi però sono belli tosti
vero, verissimo Paolo, ma l'ennesima antologia rompe un po', avessero fatto una collection di canzoni di "seconda scelta" magari avrebbe avuto più senso e poi sono convinto che negli archivi c'è ben altro........
CARO ZAMBELLINI, SCRIVI COME POCHI.
STREPITOSI I LIVE DEGLI ARCHIVI, BASTEREBBE LASCIARE A CHI NE HA VOGLIA DI METTERCI LE MANI E PUBBLICARLI. ALTRO CHE ANTOLOGIE.
MA GLI STONES TANTO SONO GRANDI SUL PALCO QUANTO SE NE FOTTONO DEL LORO PUBBLICO ..DA SEMPRE.
D'ALTRONDE UN RON WOOD CHE DICE CHE 800 USD SONO UN PREZZO ADEGUATO PER UN BIGLIETTO DEI LORO CONCERTI.....
io aspetto sempre il disco country che richards registrò negli anni 70....
zambo, che dire? sono quasi sempre d'accordo con te, adoro gli stones e willy deville; quello che hai scritto su di lui avrei potuto scriverlo io quasi con le stesse parole (quasi..), e per quanto riguarda gli stones....beh, sono una delle mie ragioni di vita. però stavolta dissento un pò, nel senso che mi voglio togliere dal coro dei peana a dylan (tempest non mi ha convinto)e al boss; io gli ultimi tour e soprattutto l'ultimo l'ho trovato deludentissimo, la E st. band scoppiata e stanca, solo tanto mestiere. gli stones sono agli ultimi colpi ma non li trovo ancora uno spettacolo nostalgico. hanno avuto poco coraggio nelle setlist trascurando ad es. gli outtakes di exile e some girls e chicche varie della loro discografia, ma tutto sommato il loro modo più "rallentato" di suonare li fa ancora reggere. certo, la loro dimensione attuale è l'arena da 15,000 posti. non riempirebbero più gli stadi in tante nazioni e i teatri avrebbero prezzi da una notte con un'olgettina, ma se ogni sera proponessero 5-6 chicche e 2-3 pezzi del nuovo album (che spero ci sarà), non li troverei meno credibili di gente come springsteen, dylan, mellencamp, petty ecc. Mick invecchia meglio degli altri colleghi-rivali(che comunque si tingono i capelli anche loro), ha un fisico da cine e se ne fotte di tutto. e allora? sarà mica una colpa?io a 70 anni vorrei somigliare a lui e non a gianni letta o a pippo baudo ad esempio.. Comunque invito tutti a seguire band come chris robinson, drive by truckers, gov't mule, alabama shakes, black keys,north mississippi allsatrs , crackers, ryan adams, jack white e decine d'altri. per ora un pò di futuro ancora c'è. ora e sempre, zambellini for president!
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