giovedì 11 agosto 2016

THE ROLLING STONES Totally Stripped



  Il 1995 è stato un anno eccezionale per i Rolling Stones, li vidi alla fine di luglio a Basilea e fu uno dei concerti migliori della band visti dal sottoscritto. Proprio nel mezzo di quel Voodoo  Lounge  Tour  il gruppo si esibì al Paradiso di Amsterdam, all'Olympia di Parigi e alla Brixton Academy di Londra, tre locali storici molto diversi per capienza e ampiezza dalle arene e dagli stadi del resto del tour, concerti più intimi davanti ad un pubblico di qualche migliaio di persone festose ed incredule di trovarsi così vicine a Jagger e compagni, concerti elettrici ma con una ampia sezione semi-acustica che pareva in sintonia con una delle mode dell'epoca, i concerti unplugged. L'idea di tali show ai Rolling Stones venne durante la conferenza stampa newyorchese con cui annunciarono  il Voodoo  Lounge  Tour  quando un giornalista chiese " c'è qualche possibilità di vedervi suonare unplugged?". Oh yeah, rispose Ron Wood. La moda degli unplugged era cominciata nel 1989 grazie a MTV e aveva prodotto dischi di un certo successo, nel 1992 quello di Eric Clapton e l'anno seguente Rod Stewart e Nirvana. I Rolling Stones presero la palla al balzo, l'annuncio del Voodoo  Lounge Tour  fu dato nel maggio del 1994, due mesi più tardi uscì l'album con lo stesso nome, il primo concerto del tour avvenne a Washington, poi ci furono gli Stati Uniti, il Canada, il Sud America, il Sud Africa e nel marzo del 1995 il Giappone. Prima di esibirsi al Tokjo Dome gli Stones si imbucarono per alcuni giorni negli studi della Toshiba/Emi per iniziare a lavorare a quello che sarebbe diventato l'album Stripped.


Invitarono il produttore Don Was e con lui la band suonò vecchi pezzi solitamente trascurati dal vivo in versioni stringate e spoglie, prevalentemente acustiche. Rimisero in pista uno dei brani che li aveva avvicinati al blues, quel Love In Vain che costituisce il cordone ombelicale con Robert Johnson, poi fu la volta di una  The Spider and The Fly  in chiave minore e della malinconica ballata Wild Horses. Rispetto ai loro esordi la tecnologia aveva fatto passi da giganti ma Richards e soci cercarono di offrire un basso profilo del loro materiale, prendere i migliori elementi di una registrazione unplugged senza farla completamente unplugged. D'altra parte gli Stones erano nati come una band da club e sapevano come muoversi al riguardo, se Love In Vain manteneva quella veste polverosa da blues di Robert Johnson, Wild Horses  mostrava la dolente atmosfera sudista dei Muscle Shoals dove era stata originariamente registrata e così Let It Bleed e The Spider and The Fly  sembravano uscire da un disco di country-blues del Delta. Di questo lavoro in studio se ne ha testimonianza visiva nel DVD contenuto nel nuovo box intitolato Totally  Stripped,  incluso in questo box, quattro DVD più un CD. Titoli che  finirono per costituire il menù dell'originale album Stripped  del 1995. assieme alle registrazioni provenienti dalle session dell'Estudios Valentim De Carvalho di Lisbona, due giorni dopo la loro esibizione allo stadio di Gijon, ovvero il classico di Buddy Holly Not Fade Away, una archeologica I'M Free e quella Sweet Virginia esibita con chitarre acustiche in quello stile country che aveva insegnato loro Gram Parsons. A questo materiale di studio vennero aggiunte sei tracce provenienti dalle esibizioni dal vivo al Paradiso di Amsterdam e L' Olympia di Parigi, tra cui la Like a Rolling Stone  di Dylan con cui fecero promozione all'album pubblicandola anche in singolo e in video. Nel box Totally  Stripped , il CD audio che accompagna i tre DVD dei  concerti di Amsterdam, Parigi e Londra, è stato completamente rivoluzionato con quattordici titoli tutti esclusivamente live senza menzione delle versioni in studio di Tokjo e Lisbona. E' perciò un nuovo CD, che ha mantenuto una sola performance in comune con lo Stripped  originale, senza fare menzione del materiale in studio e meno coerente con l' ottica unplugged con cui era stato originariamente concepito. 

Totally  Stripped   ha principalmente il compito di documentare quei tre concerti in sale piccole, pur col taglio di un vero live degli Stones con l'inclusione dei must dei loro show ovvero Midnight Rambler, Miss You, Gimme Shelter, Jumpin' Jack Flash. E sono proprio i tre DVD a far volare in alto Totally  Stripped  e a renderlo un documento eccezionale, tre concerti che fotografano uno dei momenti più felici ed esaltanti dell'avventura concertistica della band in un anno, il 1995, in cui la band è al massimo della forma, unita, entusiasta e in salute anche se non più giovane. Tre concerti che, proprio per essere in spazi ridotti, sono completamente diversi da quanto generalmente hanno fatto gli Stones in sessanta anni. Nel piccolo spazio del Paradiso di Amsterdam, una chiesa sconsacrata trasformatasi tra gli anni sessanta e settanta in uno squat per hippie, davanti a 1500 persone gli Stones il 26 maggio del 1995  suonano con l'immediatezza  e quella viscerale attitudine degli esordi quando erano una rock band da club che mischiava eretico blues e torrido R&B, oltre a regalare una significativa parentesi acustica che culmina nelle versioni unplugged di Let It Bleed  con tre chitarre in linea, le acustiche di Jagger e Richards e la lap steel di Wood, di una mai così romantica Beast of Burden, una barocca Angie e lo splendido affondo country dell'accoppiata Wild Horses-Sweet Virginia nelle quali si fanno sentire Chuck Leavell col piano e Bobby Keys col sax. Charlie Watts va di spazzole mentre Darryl Jones col suo basso, in questi frangenti, è l'unico a tenere attaccata la spina elettrica. A margine di questa pausa acustica una brillante The Spider and The Fly cantata da Jagger con l'atteggiamento focoso dei tempi del Marquee e un Richards a cui non  sembra vero di poter fare come i vecchi bluesmen imbracciando una Gibson d'antan. Il concerto si apre con Not Fade Away  di Buddy Holly ma interpretata come omaggio al beat di Bo Diddley  e tra le chicche c'è la resa western di Dead Flowers dove Wood sfoggia una Gibson Firebird. Nella luminosa e semiacustica  Shine a Light, virata gospel dal coro di Bernard Fowler e Lisa Fisher,  una composizione mai esibita prima di allora on stage , ci si mette Don Was con l'organo mentre nella scintillante versione di Like a Rolling Stone, il biglietto da visita di questi show, Jagger maneggia ironia e rispetto ( ed un colpo di armonica un po' stonato) presentandola con  "Bob Dylan l'ha scritta per noi".
 


Sette delle canzoni del Paradiso non rientrano negli altri due DVD, tra cui The Worst, tratta da Voodoo  Lounge,  cantata da Richards, il quale si mette nei panni del crooner anche con Slippin' Away  un soul degno di entrare nell'ultimo disco di Peter Wolf tanto è dolce e tenero. Sferzante la parte elettrica dello show, a cominciare dalla rasoiata di Live With Me e dall sua degna compagna Respectable oltre alla nervosa e sporca resa rockabilly di Rip This Joint, ricordo della loro "vacanza" francese a Villefranche.  Un concerto di altissimo livello, con una menzione particolare per Gimme Shelter , esibita solo ad Amsterdam, dove una sensualissima Lisa Fisher si cala nel ruolo di Merry Clayton e Richards con Wood se la sparano portando le chitarre in Paradiso. Una delle migliori Gimme Shelter  in circolazione su video e CD.  Il set si chiude con l' adorabile versione acustica di Street Fightin' Man,  che è il solo numero presente nell'originale album Stripped.
 
 
Gli Stones bissarono il 3 luglio all'Olympia di Parigi, trentuno anno dopo la prima esibizione nello storico locale, davanti ad un pubblico di duemila persone circa. Introdotti da fascinose luci bluastre, sullo sfondo tende leopardate in linea con la camicia di Richards ed il voluto decor decadente-chic del palco, uno scatenato Jack Nicholson in abito nero e occhiali scuri in balconata, il set dell'Olympia è sangue, sudore e ballate da capogiro. Una scaletta di ventidue brani per una performance da  vedersi almeno una volta la settimana per parecchi mesi. La band rolla al massimo, con una sezione fiati (due sax, tromba e trombone) che è la quintessenza del Memphis sound. Il concerto è strepitoso fin dalle note iniziali di Honky Tonk Woman che rimbomba come una Marsigliese del loro rock sesso, chitarre e libertà. In quel riff c'è una buona parte della storia del rock n'roll, derive country comprese e Parigi fin dalle prime note si rivela accogliente come non mai, non dimenticando che loro nel 1971 scelsero la Francia come esilio fiscale.  Chuck Leavell sale in cattedra ma è tutto l'inizio a mettere a dura prova le coronarie, in sequenza la rotolante Tumbling Dice, la fucilata semi-punk di You Got Me Rockin', una rabbiosa All Down The e la lasciva Shattered.  Lisa Fisher è una bomba sexy, guepiere nera di pelle, calze a rete e stivali al ginocchio, in Miss You, versione che perde qualsiasi contaminazione Disco per diventare una lunga ed eccitante danza rock, ostenta il suo lato B e coinvolge Jagger in un numero hard-core, una panterona come lo poteva essere la Tina Turner dei tempi d'oro. Tra i numeri non presentati ad Amsterdam spiccano il classico di Howlin' Wolf  Down In The Bottom  con Wood impegnato a slidare sulla chitarra acustica,  I Go Wild e le canzoni imprescindibili dei loro concerti nelle arene, Midnight Rambler, Start Me Up, It's Only Rock n' Roll, Brown Sugar e Jumpin' Jack Flash, quest'ultimo messo in chiusura di show. Carezze e polvere da sparo, chitarre di ogni forma e suono, lo swing di Watts ed il funky di Jones, la voce di Jagger e l'ugola squillante di Lisa Fisher, il sax di Bobby Keys e il velluto di Chuck Leavell, gli Stones sono al massimo e mettono a disposizione di una intimità da club la loro potenza da stadio. C'è qualcosa delle loro origini ma la tecnica, la malizia e la bravura di performer è enormemente cresciuta negli anni e prima di una nobile vecchiaia, questo è l'apice della loro avventura. Che siano i migliori Stones della storia capaci di sintetizzare in un unico set origini blues, ballate acustiche, la sensualità del soul e uno sguaiato ed elettrico rock n'roll, è un'ipotesi più che fondata. D'altra parte il terzo concerto, quello del 19 luglio alla Brixton  Academy di Londra, è considerato tra le dieci miglior performance di tutti i tempi della band, anche se, a parere del sottoscritto, per via di una venue più ampia (oltre le duemila persone) comincia ad avere i clichè dei concerti nelle arene perdendo un po' di urgenza da club. Sottigliezze, a Brixton, gli Stones giocano in casa e si presentano abbigliati per l'occasione con giacche nere (Jagger e Richards), blu brillante (Wood), bianche (Lisa Fisher e Darryl Jones). Più sobrio, al solito, Charlie Watts che contende all'honky tonk man Keith Richards (così lo presenta Jagger) la più calda ovazione del pubblico, mentre da par sua Mick sgambetta e si agita come fosse su un grande palco, come non aveva  fatto nei due show precedenti.  Tra le novità in cartello il bluesaccio Black Limousine, mai troppo esibito in tour, dove Wood si concede da vero bluesman suonando il dobro, la nostalgica Faraway Eyes mai così country con Jagger seduto al piano, la flebile Connection cantata da Richards, delle sferzanti Brown Sugar  e Jumpin' Jack Flash, già esibite a Parigi,  ed una memorabile Monkey Man  firmata dall' assolo di Wood con la celebre Gibson a cassa in plexiglas trasparente e da una Lisa Fisher esplosiva sia con la voce sia con la prorompente e seducente mimica con cui mette in riga Jagger. E poi c'è Love In Vain, asciutta e sentita come un blues prebellico, una chicca che vale da sola il concerto. Anche a Brixton gli Stones sono al top con un interplay tra i singoli naturale ed intuitivo (lo stesso Bobby Keys è in gran spolvero, sentire il suo assolo in Miss You), loro amano quello che suonano e questo feeling è palpabile in tutti e tre gli show, anche la mancanza di Satisfaction rende questi concerti assolutamente differenti ed unici.
Tre DVD per tre concerti memorabili resi disponibili ventuno anni dopo con un audio eccellente e una buona qualità  video, nonostante la digitalizzazione sia agli albori. Splendida la confezione a libro del box con fotografie da favola sia a colori che in bianco e nero. Se qualcuno a ferragosto è rimasto in città può consolarsi con questa chicca. Compratevi le birre e una bottiglia di Jack Daniel's.
MAURO  ZAMBELLINI