MINUTE BY MINUTE
Ci sono
artisti e dischi che godono di una scarsa esposizione mediatica nonostante il
loro valore e la loro bellezza. E' il caso di James Hunter cantante di R&B
inglese arrivato al suo quinto disco solista, pressoché ignorato dalla stampa
dei grandi numeri sebbene sia autore di dischi realizzati con la cura e
l'artigianalità di una volta. Non è l'unico e non sarà nemmeno l'ultimo ma ogni
volta ci si stupisce della quantità di lodi sperticate che vengono rivolte
a qualche benedetto dello show business
ed il pesante silenzio, invece, che circonda altri. Come dire che, anche nel
rock, il merito quasi mai viene premiato. Ad esempio nell'anno appena trascorso
la maggior parte delle riviste specializzate internazionali hanno consacrato ai
primi posti delle loro classifiche uno come Frank Ocean, almeno in materia di
soul, autore di un disco che più glamour, fighetto e patinato di così si muore.
Le stesse riviste non hanno mai speso una parola di elogio per James Hunter, uno
che se lo mettete nel lettore ci sta come minimo una settimana di fila, e non
avete bisogno di altro. Già coi due precedenti lavori, People Gonna Talk (2006) e The Hard Way (2008) il cantante di Colchester, Sussex si
era fatto notare per l'eleganza ed il feeling con cui proponeva un soul-blues
ed un R&B fortemente debitori dell' era d'oro del genere. Il primo ad
accorgersi delle sue qualità vocali era stato Van Morrison che comparve nel
primo disco di Hunter, Believe What I Say del 1996 e poi lo ingaggiò come
backing vocal nello strepitoso A
Night In San Francisco e in
seguito in Days Like
This. Un curriculum di
tutto rispetto che Hunter ha messo a frutto imparando l'arte del soulman di rango,
caso abbastanza raro in un epoca in cui il soul è spesso inficiato di hip-hop,
arrangiamenti ridondanti, voci zuccherose,
tecnologia. James Hunter è un soulman vecchio stampo che confeziona i
suoi dischi con la precisione e la cura degli artigiani di un tempo, poche cose
messe al punto giusto, arrangiamenti misurati, una voce morbida e avvolgente che
ricorda Sam Cooke con qualche accento di
Otis Redding e Joe Tex, un pizzico di blues ed una band che sta tra Memphis e i
Rumour.
Il
nuovo lavoro Minute By Minute è un piccolo gioiello, R&B di scuola Stax,
deep-soul di provenienza sudista, qualche scampolo di reggae e ska shakerati
con mano inglese alla Graham Parker, ballate e tanto Sam Cooke. Canzoni mai
ripetitive ed una soprafina qualità di scrittura, oltre ad una buona
produzione, quella di Gabriel Roth (Amy Winehouse, Sharon Jones) che ha
aggiunto qualcosa in più rispetto ai precedenti lavori.
Il
disco è firmato come The James Hunter Six a sottolineare la camaraderie raggiunta dal cantante/chitarrista
e la sua stabile band ovvero i sassofonisti Damian Hand (tenore) e Lee Badau
(tenore), il contrabbassista Jason Wilson, il batterista Jonathan Lee ed il
nuovo organista Kylie Kohler. Antico e moderno sono miscelati ad arte in Minute
By Minute , si parte con Chicken Swift il cui riff ricorda Papa's Got A Brand New Bag di James
Brown e si entra subito nel vivo con i sassofoni e l'eco Otis Redding di Minute By Minute e il
fascino alla Sam Cooke di Drop On Me. La ritmica è asciutta da british soul-ska, pare
di essere capitati in una festa mod ma voce e sassofoni portano a Memphis, la
chitarra ha frequentato i corsi di Steve Cropper e le canzoni (scritte con la
collaborazione di Bosco Mann) risuonano dello stile vintage della Stax, della
Volt e della Kent.
Heartbreak è bossa-soul come l'avrebbe
cantata il grande Cooke, la reggata Let
The Monkey Ride occhieggia al primo Graham Parker e prende spunto dal tema di Brown Sugar degli Stones per parlare con
leggerezza di droga e amore, The Gypsy è
jazzata in acustico ed impreziosita da un magnifico duetto sassofoni-chitarra, Look Out è northern-soul con un po' di ironia politica e
If I Only Knew la disarmante e delicata ballad acustica
dal tenue sapore caraibico con cui si chiude questo prezioso e godibilissimo Minute By
Minute, un disco il cui
basso profilo è inversamente proporzionale alla sua bellezza.
Non
date retta alla pubblicità, scavate nei bassifondi, il tesoro è lì.
MAURO
ZAMBELLINI
1 commento:
Sta girando nel lettore . . . Non male, tanto Sam Cooke, un po di Amy W., ma c'è anche Graham Parker, . . . Da ascoltare ancora
Andrea Badlands
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