Quando
le notizie sulla salute di Wilko Johnson, cancro al pancreas, avevano fatto il
giro del mondo, è arrivato a sorpresa questo lavoro a due tra il chitarrista
ex-Dr.Feelgood ed il cantante degli Who, Roger Daltrey. Da rimanere increduli,
quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, così Wilko Johnson ha
reagito alla crudele diagnosi, con una decisione che può lasciare attoniti,
gettandosi in un' infinita serie di concerti (l'ultimo dei quali a Londra pochi
giorni fa), cercando di sfruttare al massimo i pochi mesi di vita che gli hanno
prospettato. L'idea di Going Back Home nasce quattro anni
fa quando Roger e Wilko si sono trovati uno accanto all'altro ad un music award
ed hanno iniziato a parlare dei vecchi tempi e della vecchia scuola del British
rhythm and blues. Entrambi erano innamorati del suono di Johnny Kidd &The Pirates i cui hits, Shakin' All Over e Please
Don't Touch, sono stati una influenza per entrambe le loro band, quell'inimitabile
sound da heavy power trio che faceva da supporto ad un cantante solista, fu una
vera e propria istituzione del rhythm and blues inglese. Così Johnson e Daltrey
hanno pensato che poteva essere una buona idea mettere insieme un tributo a
quella musica ed appena Daltrey terminò
il suo tour con gli Who, ben felice di apprendere che Wilko era ancora in
discreta forma, si ritrovarono in un piccolo studio di registrazione a Uckfield
nel Sussex, lo Yellow Fish, felici di unire le loro forze e i loro talenti. L'album
è stato registrato lo scorso novembre in una settimana coinvolgendo due membri
della touring band di Johnson, il bassista dei Blockheads Norman Watt-Roy ed il
batterista Dylan Howe. A loro si sono aggiunti l'ex tastierista degli Style
Council, Mick Talbot ed il produttore Dave Eriga. Il risultato è un album scoppiettante, onesto
e sentito, una collezione di nuove versioni di brani del repertorio di Johnson,
setacciati dal periodo coi Dr.Feelgood,
coi Solid Senders e dai suoi dischi
solisti degli anni ottanta. In più c'è la ballata inedita Turned 21 ed una composizione del 1975, Going Back Home, composta assieme
al chitarrista di Johnny Kidd & The Pirates, Mick Green, già
interpretata dai Feelgood delle origini. Il disco esce per la storica etichetta
di Chicago, Chess, tanto amata dai
british-bluesmen.
Suono
asciutto, assoli fulminei e concisi, drive secco e veloce, Going Back Home si regge sull' inconfondibile stile
chitarristico di Wilko Johnson, un marchio riconoscibile nell'ambito del
R&B e del pub-rock inglese, il suo modo di suonare essenziale e teso, più
da ritmico che da solista, accompagna il sound dell'intero disco, come se fosse
una continua riproposizione del tiro di Roxette,
con sotto una spiccia ma efficace sezione basso/batteria e sopra un Roger
Daltrey, che al primo ascolto lascia un po' perplessi per la voce grave e
tuonante ma poi ci si abitua. Talbot ci mette del suo "toccando"
alla Jerry Lee Lewis, sostanzialmente è
Wilko Johnson a fare da mattatore, basta ascoltarsi la partenza, All Through The City presa dal
repertorio di Dr.Feelgood, per capire come andranno le cose. Trascinante e
birrosa, sembra di essere tornati a Stupidity, e così è per la sincopata
Sneaking Suspicion e Some
Kind of Hero dove anche l'armonica
fa la sua parte. Keep It Out Of Sight è uno dei pochi momenti lenti mentre la
title track viene virata British Blues da un' armonica coi fiocchi. Everybody's Carryng A Gun ha i germi di una ballad elettrica alla
Dylan pur essendo stata registrata originariamente coi Solid Senders , Dylan
ricompare in Can You Please Crawl Out
Your Window, sua è la firma di questa canzone incisa nel 1965, che salì le
classifiche inglesi all'inizio dell'anno successivo e venne pubblicata in album
solo nel 1978 e nel 1985. Johnson
la sdoganò nel 1981 nel suo album Ice On The Motorway e qui ne dà una versione molto più
scapigliata e adrenalinica di quella
folk-rock di Dylan.
Semplice
ma godibile, Going Back Home è probabilmente il testamento di Wilko Johnson,
musicista che non ha goduto della popolarità che meritava pur essendo uno
degli stilisti della seconda generazione del British R&B. Le
royalties di questo disco saranno donate ad una fondazione che combatte il
cancro giovanile.
MAURO
ZAMBELLINI
2 commenti:
Come al solito seguirò i tuoi consigli per gli acquisti.
Intanto vado a rispolverare il mio vecchio vinile dei Solid Senders(con grandioso mini lp live incluso)del '78 e me lo butto su a tutto volume.
Grande epopea quella del pub-rock inglese.
Ciao Zambo.
Dylan Howe (il batterista) è il figlio di Steve Hove degli Yes...
Bye
Pit
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