Non è
mai stato un bluesman ortodosso Francesco Piu, già il disco di quattro anni fa
prodotto da Eric Bibb e con testi di Daniele Tenca, Ma-Moo Tones faceva intravvedere un orizzonte più ampio e
non solo dipinto di blues. E cosi è, Peace & Groove è un bellissimo disco, tra i migliori
"italiani" dell'anno dove il bluesman sardo si diverte a mescolare il
blues col soul, il funky con il gospel, il folk con il rock creando un groove
pacifista e psichedelico, brillante ed estremamente coinvolgente. D'altra parte
il nostro non ha mai fatto mistero delle sue radici, da una parte il Delta e
Chicago, dall'altra il rock, gli AC/DC, i Rolling Stones, i gruppi psichedelici,
in mezzo l' attaccamento alla sua terra, qui concretizzato dalla stesura dei
testi fatta a quattro mani con lo scrittore sardo Salvatore Niffoi, vincitore del Premio Campiello nel 2006 per
l'opera La Vedova Scalza. Sono canzoni che raccontano storie d'amore, di guerra
e di speranza quelle di Peace & Groove ma se non ci fosse la veste sonora
creata da Piu coi suoi compagni di ventura, tra i migliori musicisti italiani
di blues e soul, il tutto rimarrebbe un esercizio nobile e politicamente
corretto ma non scombinerebbe nessun senso. Ed invece Peace & Groove nel sound non è affatto politicamente corretto
perché Francesco Piu manda all'aria i clichè, il rigore e le radici e frulla il
blues dentro un magma colorato e psichedelico che più che a Robert Johnson si
avvicina a Sly and Family Stone.
Finalmente un eretico nel nostro panorama nazionale del blues, magari non è
l'unico ma con questo disco Francesco Piu è andato oltre, con coraggio, con
fantasia, con spregiudicatezza, anche nelle cover sceglie di non essere
rispettoso, il traditional Black Woman diventa
un gospel misto di doo-wop sfilacciato con le launeddas e dei rumori di fondo
che infondono un'aria sinistra e funerea, All
The Love al contrario è un funky danzabile e jazzato cadenzato dal piano
elettrico, dal drumming agile di Mauro Canu, dal basso slappato di Simone Scanu
e dalla voce e la chitarra acustica di Piu, mentre Rough God Goes Riding diventa una ballata lenta, accorata intensa. La quarta cover è Give
Peace a Change ma non aspettatevi John Lennon, piuttosto la second line di
un marching band di New Orleans, dixieland e brass band con tanto di trombe,
tube e tromboni ovvero come far festa quando muore qualcuno. Eretico a dir poco
il nostro Piu e lo dimostra pure con i brani originali co-scritti con Niffoi. La
partenza a tutto spiano di Hold On,
un groove assassino su cui si staglia il
canto gospel di Piu che inneggia a freedom
ed un Hammond (Gianmario Solinas)
che tocca alla Jimmy Smith, la seguente You Feed My Soul altra preghiera soul benedetta dalla National
dell'autore, una My Eyes Won't See No
More che si sviluppa attorno al ritmo in levare vagamente reggae della
batteria e all' organo, che non gli par vero di punteggiare jazz mentre Piu
implora con rabbia e distorce la chitarra. In
The Case Of Your Love è un funky
nero come la pece che cita involontariamente Hold On I'm Comin' di Sam and Dave e viene trasportata dai tromboni in
una via di New Orleans, più intimista
e non potrebbe essere diversamente dato il titolo, Mother, dedica commovente che Piu svolge con un canto
isolato in mezzo ad un silenzio assordante di rumori evocativi e ancestrali.
Bella da morire. Crumbled Stones è
finalmente un blues tirato da una armonica travolgente e da
una nervosa sezione ritmica, comunque scombinato da voci invasate come fosse
sfuggito ai primi 16 Horsepower.
Colorato
e visionario come la copertina, ma allo stesso tempo contagioso per ritmi, voci
e soluzioni strumentali non ovvie, Peace & Groove è un grande disco di festa e di preghiere.
MAURO ZAMBELLINI DICEMBRE 2016
1 commento:
condivido caro Mauro. Buon Anno!
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