Il
fatto che nel titolo ci sia il numero uno sottintende che un secondo capitolo
di High
Water uscirà il prossimo anno e saranno quindi tre, live a parte, i
dischi di questo collettivo che per formazione e stile prolunga a suo modo
l'esaltante saga dei Black Crowes.
Proprio il meno appariscente dei due Robinson, il chitarrista e cantante Rich,
dopo qualche svolazzante disco a suo nome, si è impossessato dell' eredità dei
corvacci ridando fiato a un rock strettamente legato agli anni settanta con
schiamazzi di r&b sudista intinto nel bourbon. Dal vivo, e sono reperibili
diversi bootleg, i Magpie Salute assomigliano
troppo ai Black Crowes, cover comprese, per destare un giustificato entusiasmo.
Per fortuna in studio Rich e compagni si
ricordano di essere una band diversa e ampliano lo spettro sonoro incorporando
armonie west-coast, ballate ariose e atmosfere acustiche dal tono pastorale e
folkie. Riescono nell'intento di diversificarsi, il miscuglio assortito e ben amalgamato rende High
Water I meno dispersivo del già apprezzabile disco d'esordio, possiede unità
e corpo e pur non negando l'esperienza più che decennale maturata dai tre
fondatori della band (Rich Robinson, il chitarrista Marc Ford ed il bassista Sven
Pipien) coi Black Crowes, allarga il campo, contestualizzando il
contributo portato dal cantante John
Hogg, dal tastierista Matt Slocum
e dal batterista Joe Magistro . High Water I è un disco
godibilissimo di cui è facile lasciarsi irretire, per il sound solidamente anni
settanta e per la semplicità con cui una materia strausata come il rock viene
declinata in brani che rinfrescano e aggiornano una identità reinventata. Il gioco riesce per la chimica instauratasi
all'interno della band, semplificazione
strumentale di una convergenza e di un benessere collettivo che permette ai
Magpie Salute di confermarsi arzilli continuatori di un rock classico di
matrice southern. Nonostante i sei
abbiano scelto le montagne e i boschi di Woodstock come ritiro spirituale, cosa
che si riflette un po' in tutto il disco. High Water I inizia come l'album
d'esordio , Mary The Gypsy è un fiotto
hard-rock registrato live ma già il seguente titolo, High Water, emana una
frescura differente. Un impasto di
chitarre acustiche portano nell'ovest i Magpie Salute e nello stesso tempo
resuscitano quei modi da ballata pastorale che facevano capolino in Amorica.
Non è l'unico momento bucolico, Walk
On Water, altro riferimento all'acqua, ha chitarre acustiche ed una dolenza
da ballata alla Tom Petty, For The Wind è
una canzone folk con annesso sconquasso elettrico da Led Zeppelin del terzo
album, You Found Me si spinge fino al
country in compagnia di una lap steel e Open
Up chiude le danze con le cadenze lente e sincopate, rette dal pianoforte
di Matt Slocum, di un soul ibrido.
Rich
Robinson e John Hogg si dividono le parti vocali così da non annoiare e non far
rimpiangere troppo Chris Robinson, lo stesso Rich risponde con la sua chitarre
bluesy al più pindarico e psichedelico Marc Ford, un interplay che regala alla
band fantasia e vivacità. Se il passato lo si ritrova nei pezzi più potenti, nella
bella Send Me Omen dove si affacciano
Led Zep e Free, nella caotica e muscolosa Take
It All e nelle limpide chitarre
di Can You See, il presente è
sottolineato dalle tracce che premiano la ricerca dei Magpie Salute verso nuovi
lidi. Sister Moon dondola tra folk, Beatles e Paul Simon ed è il
frutto dei racconti attorno al fuoco di John Hogg e Marc Ford durante un
soggiorno di dieci giorni in una casa isolata nei boschi, Color
Blind, il cui testo riflette le difficoltà di integrazione vissute in
gioventù a Londra da John Hogg, metà svedese e metà africano, è un modo per ricordare che i Rolling
Stones non sono solo riff e fiammate rock-blues ma nel loro repertorio si ritrovano anche delizie come Winter. Inoltre l'assonnato ragtime un
po' Kinks-style di Hand In Hand aggiunge
un altro elemento alla strada che i Magpie Salute ( il cui nome indica nella superstizione inglese una gazza che porta
buone nuove) hanno imboccato.
Dai Corvi Neri alla Gazza del buon augurio, la continuità
non è solo ornitologica ma il frutto di un lavoro in cui il passato è ancora
motivo di ottimo rock basta suonarlo con la sensibilità e la verve di musicisti
che hanno mantenuto intatto il loro entusiasmo. High Water I ha la limpidezza
dell'acqua di fonte e la bruciante elettricità di una band che possiede tecnica
e feeling da vendere.
MAURO ZAMBELLINI
4 commenti:
Ho già letto questa tua sull'ultimo numero del Buscadero e devo dire che se il disco d'esordio è stato uno dei più ascoltati della scorsa estate, questo potrebbe farlo altrettanto. Non mi aspetto più dischi che possano cambiarmi l'esistenza ( ho rimandato la classica ai miei 80ntanni...ma dubito ci riuscirò) ma darmi della sana voglia di continuare a vivere lo spirito del rock'n' roll. Thanks giù Zambo e buona estate...
Pardon...thank you😁🎶
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