Questa è
l'intervista a Claudio Trotta cosi come pubblicata sul mensile BUSCADERO di
gennaio 2020
Con
Barley dal 1979 ha portato in Italia tutti i grandi nomi del rock organizzando
più di 15.000 concerti o festival in tutto il mondo , da Springsteen a Iggy
Pop, da Dylan a Willy DeVille, da Little Steven agli Ac/Dc, da Randy Newman ai Black
Crowes tanto per citarne alcuni, qui il promoter Claudio Trotta ci parla dello
spinoso problema del secondary ticketing e della logica speculativa che governa
oggi molta musica dal vivo.
D: La
Barley Arts da diversi anni ha a livello nazionale e internazionale pubblicamente preso posizione contro il secondary ticketing, come è la
situazione?
R: va detto innanzitutto che è un problema anche culturale, in
particolare manca l'educazione civica delle persone che ignorano le conseguenze
di certe azioni. Per fare un paragone, è ciò che succede con il comportamento
del bullismo e dei danni che provoca ad altre persone. Ma riguarda pure
l'intera filiera della musica ive e la mancanza di una adeguata informazione .
Non è un fenomeno da “furbetti” all'italiana e nemmeno l'evoluzione del
bagarinaggio ma tutta un' altra cosa, ben più ampia. Il fatto che venga
paragonato al bagarinaggio è fuorviante e nocivo per la comprensione del
fenomeno. Alla base del secondary
ticketing ci sta un concetto di
dominio culturale e finanziario, un affare fondamentalmente speculativo oltre
che di sistematica manipolazione della verità e quindi di palese aggiotaggio, e
spesso anche di truffa informatica. Cosa significa? Significa che il secondary ticketing non solo è stato creato per aumentare in
maniera esponenziale ed impropria il potenziale finanziario dell'economia dello
spettacolo ma soprattutto per rendere schiavi gli acquirenti di biglietti, lavorando in particolar modo sulle nuove
generazioni, creando il bisogno assoluto della presenza, creando la sindrome da
biglietto, creando l'insano ragionamento per cui, esagerando un poco ma neanche
troppo nella mia spiegazione si puà dire che viene insinuato il pensiero che se
non si va al concerto di quell'artista non si avrà un'altra opportunità di
vederlo e la tua vita ne risulterà svilita. Se non si capisce questo fatto ci
si riduce a considerare il secondary
ticketing come un esclusivo
ampliamento del bagarinaggio, oppure un modo per guadagnare di più, complici in
molti casi gli artisti, il caso dei Metallica che hanno ammesso di aver fornito
tramite i propri management e promoter
di una quantità considerevole di propri biglietto ai siti di secondary
ticketing , è emblematico e illuminante a questo proposito. Ci sono eccezioni,
mi vengono in mente Springsteen e i Mumford & Sons quali artisti che si
impegnano contro questo sistema ma molti artisti ed i loro management ne sono
conniventi, un sistema che muove
miliardi di dollari. Il capo di Live
Nation Michael Rapino in due occasioni tra il 2017 e il 2018 a
Londra e a Toronto ha dichiarato tre cose sostanziali : la prima è che il giro
d'affari del secondary ticketing si
aggirava allora attorno agli otto miliardi di dollari, anche se attualmente è sicuramente lievitato oltre tale cifra, la seconda è che la ragione dell'esistenza del
secondary ticketing stava nel prezzo
troppo basso dei biglietti, la terza è che alla luce delle prime due
considerazioni era necessario procedere all'aumento dei ricavi anche per promoter
e artisti e non solo per i terzi che lo gestivano. Si noti che già
allora Live Nation controllava alcuni
siti di secondary ticketing, oggi oscurati o venduti.
Allora un
sito noto a tutti come Viagogo rientra in questo sistema?
Certamente, non si sa chi siano i proprietari di Viagogo
perché vige il meccanismo purtroppo legale delle scatole cinesi ed è
impossibile risalire alla reale proprietà, ma è notizia di questo giorni che
Viagogo ha comprato per la cifra di 4 miliardi di dollari il suo competitor in
USA, StubHub.
Significa che oggi possiedono delle risorse e delle connection
con la filiera della musica dal vivo impressionante, e non solo per la musica
ma anche per il basket, il football americano, il teatro, significa anche e
soprattutto che non sono particolarmente preoccupati dal comportamento di molti
governi nel provare a osteggiare il fenomeno con leggi e divieti di varia
natura.
Esistono
quindi società che non gestiscono solo i
biglietti dei concerti ma anche quello che c'è attorno, food & drink,
merchandising, parcheggi e quant'altro?
Live
Nation ed è facile verificarlo essendo società quotata in borsa è proprietaria nel mondo di promoter che fanno lo stesso mio lavoro praticamente
in ogni paesi dove esiste un mercato della musica dal vivo, di festival, di
agenzie inglesi e americane che rappresentano nomi importanti della musica , di
management che gestiscono più di 500 artisti internazionali , di strutture per
lo spettacolo di cui quando non posseggono la proprietà hanno comunque la
gestione degli spettacoli con i business connessi di ristorazione, parcheggi e
merchandising. Qualche anno fa Live
Nation ha acquistato un database di fans di molte band dal manager della Dave Matthews Band, E inoltre dopo il merger di alcuni anni fa con
la più grande biglietteria on line del mondo, Ticketmaster ha praticamente il controllo di tutta la filiera del
live. L'antagonista principale in Europa
è la tedesca Eventim la quale possiede una
serie di soggetti simili a Live Nation
, da sola o con AEG, proprietaria
anch'essa di strutture e promoter internazionali di tour. Per fare degli esempi concreti i Rolling Stones e Bon Jovi negli ultimi
tour hanno lavorato sia con AEG che con
Live Nation , Paul McCartney è con AEG
La concessione per Hyde Park a Londra, i
cui soldi pare vadano direttamente a Carlo d'Inghilterra, è stata data a Live
Nation e successivamente a AEG. Entrambe sono in perenne
collaborazione/competizione e si dividono la torta. La Eventim in Italia è proprietaria di Ticketone, Fep, D'Alessandro &
Galli, Vertigo e Vivo. Le due società Eventim e Live Nation sono di fatto molto
simili perché detengono l'intera filiera della musica e perchè hanno come core
business principalmente vendere biglietti . Come ho già detto a qualcuno per
fare una battuta gli manca solo di comprare il pubblico e poi hanno tutto.
Come
viene deciso il prezzo di un biglietto?
Viene deciso tra chi organizza il concerto e chi rappresenta
l'artista, in base alla capienza del luogo e ad altre considerazioni di varia
natura. Ciò genera una economia che investe i vari soggetti, dall'artista fino
a chi si occupa di carico e scarico , dall'autorità pubblica a chi fa il
servizio controlli, dalla SIAE alle strutture dove si lavora . Se un biglietto
che costa 50 euro viene lievitato dal secondary
ticketing a 100 euro, per fare un esempio, il surplus non va ad alimentare
l'intera economia dell'evento ma va ad ingrassare le mani di pochi, qualche
volta anche dell'artista connivente, e snatura invece la distribuzione regolare
dei profitti e dei compensi. E l'aggravante è che chi intasca il plusvalore non
lo fa a nessun titolo ma solo per il proprio tornaconto.
Come se
ne può uscire ?
Oltre che combatterlo sarebbe necessario porsi altre domande,
da parte di tutti: dei media, dei
giovani che vogliono approcciarsi alla musica. Bisognerebbe cominciare a non
chiamare più il pubblico consumatore ed il pubblico a sua volta dovrebbe essere
consapevole nelle proprie scelte. L'evoluzione del libero mercato ha fatto
danni devastanti nella nostra cultura, danni che hanno creato confusione e
profonde falsità. Si può definire concerto un esibizione in playback di uno che fa trap allo stesso
modo con cui si nomina una esibizione di Dylan o della Orchestra Verdi che
suona la Nona di Beethoven ? Non è sensato, ci vorrebbe una coscienza
collettiva ed un recupero degli elementi principali di quella che viene intesa
come musica popolare contemporanea ovvero la condivisione e l'accessibilità. Oggi
la musica LIVE è diventata spesso un genere per ricchi, arricchiti e fanatici,
ci sono concerti di alta qualità oppure concerti che vengono presentati come
imprescindibili a cui possono accedere solo chi ha tanti soldi o chi è
fanatico. Un conto è essere fan, un conto è essere fanatico, per tanti di loro
il concerto del proprio beniamino diventa una ossessione, una presenza improrogabile.
E il biglietto diventa un privilegio.
Non se ne
esce, quindi?
Il meccanismo diffuso
attuale è complesso ed il secondary ticketing ne rappresenta solo un aspetto, insieme alle pre-sale a favore dei possessori di
carta di credito, o di un c/c in una banca o di un fans club. Spesso queste
vendite anticipate non sono governate
dalla regola che non si possono vendere più di un certo numero di biglietti
2/4/6 che siano. E questo significa la
potenziale possibilità di accapparemento di molti biglietti, ed inoltre queste
pre-sale sono delle barriere per le
persone comuni, non c'è di fatto la piena accessibilità. Perché devo avere per
forza acquistare una carta di credito di una determinata marca o essere
iscritto ad un fans club per poter avere un biglietto? Spesso si ha la
sensazione che la selezione della
quantità dei biglietti assegnati alle pre-sale
non sia decisa con raziocinio ma esclusivamente con fini speculativi. Le pre-sale per i fans club le ha fatte
anche la Barley Arts per tanti anni ma venivano gestite in maniera segreta: i
fans che erano associati ai club venivano contattati privatamente e ricevevano
un codice con cui accedere a dei vantaggi o a delle priorità. Adesso invece le
prevendite sono annunciate pubblicamente e se non sei socio e reputi irrinunciabile quel concerto sei
costretto ad esserlo pur di potere accedere al biglietto. Speculazione pura, parte
di un meccanismo molto più ampio, spesso governato da un tentacolare potere di
alcune multinazionali di settore che sono presenti dappertutto. Non stiamo parlando di gioielli o
auto di lusso ma della musica, un bene che dovrebbe essere accessibile a tutti
o quasi. Stiamo parlando di cultura
popolare la musica ha un ruolo fondamentale nel piacere, nei desideri e nel
sapere delle persone, deve essere accessibile e condivisibile.
Molte di
queste multinazionali si difendono dicendo che muovono un indotto incredibile
La concentrazione di potere non porta economia ma ricchezza,
potere e finanza concentrata nelle mani di pochi Spesso è vero che generano indotto ma è anche
vero che spesso in questi grandi eventi
non c'è attenzione alla qualità della
ristorazione, non c'è attenzione ai servizi, si tende a spremere il più
possibile il pubblico.
Quindi
cosa bisogna fare?
Al pubblico si richiede soprattutto di essere più curioso, più
attento, conoscere le problematiche di uno spettacolo, i rischi, il rispetto
per chi compone e fa musica e per chi organizza. In poche parole essere più
coscienti verso il valore delle cose e far sentire la propria voce. Non si può
semplicemente urlare o insultare quando non si trova il biglietto per il concerto
del proprio beniamino e appena lo si ha in mano ritornare nel gregge, zitto e
appagato. Non si deve pensare solo a se stessi, soggiogati dall'ossessione del
bisogno assoluto del biglietto. Gli organizzatori devono poi essere compatti a
richiedere che a livello internazionale i siti del secondary ticketing vengano oscurati. Non è facile oscurarli,
alcuni di questi siti hanno sede in paradisi fiscali o in altri Paesi con
legislazione allegra , ma una delle azioni che si può fare è come è successo in
Italia l'istituzione del biglietto
nominale, unica vera possibilità per dare trasparenza e generare risparmi oltre
che limitare i disagi del pubblico .
Come
funziona?
La Barley Arts impone il sistema digitale agli operatori di
vendita (Ticketone, Viva Ticket, TIcketmaster) perché col biglietto nominale l'acquirente ha la
possibilità di stamparsi a casa il biglietto a zero costi e con il tour che stiamo effettuando con Mika abbiamo
limitato la consegna a casa perché la reputiamo troppo onerosa per il pubblico.
Abbiamo anche evitato il ritiro del biglietto in loco perché causa di inutili code e rallentamenti, una coda
per il ritiro del biglietto ed una all'entrata. Doppio stress. Una coda sola
quindi, col biglietto nominale in mano e naturalmente il documento di identità,
che tutti dovrebbero portarsi appresso comunque
e poi tutti i controlli necessari anti terrorisimo. Aggiungo che per il desiderio dei collezionisti,
due delle biglietterie con cui lavoriamo stampano un biglietto pregevole dal punto di
vista estetico.
Ma i siti
del secondary ticketing non possono vendere anche loro biglietti nominali?
No assolutamente, ho
denunciato Viagogo alla procura della Repubblica di Milano circa un mese fa
perché impunemente scrive sul proprio sito magari
troverete il nome di un altro acquirente ma non è un problema, il biglietto è
valido comunque.
Vero, mi
è capitato anche a me una volta nell'acquisto di un biglietto per un concerto all'estero
ed inoltre mi pressavano dicendo che c'era una lista affollata e avevo poco
tempo per portare a termine l'operazione....quando invece nel giro di una
decina di secondi ero nelle condizioni di comprarlo....
Difatti, scrivono che non ci sono più biglietti e c'è una fila di 500 richiedenti ed invece
sono bugie e falsità degne del peggior aggiotaggio, li ho denunciati perché
danno notizie false, distorcono la realtà. Con il biglietto smaterializzato con
il codice frontiera ormai già in vista, il pubblico risparmierà tempo e denaro,
all'entrata gli addetti con i palmari controllo accessi leggono il codice e
verificano l'identità ed il gioco è fatto, come quando ci si imbarca al gate di un volo in aeroporto. Recentemente
per un concerto col biglietto nominale non organizzato dalla Barley Arts
(Sting, n.d.r) si sono formate code all'entrata con conseguente ritardo
nell'inizio del concerto, beh, credo che il ritardo sia stato generato anche e
soprattutto dall'orario di inizio previsto (le ore 20) in un giorno feriale.
Mettiamo
il caso che uno si ammali o ha problemi e nell'andare al concerto, può passare
ad altri il suo biglietto nominale?
Il biglietto
nominale è rivendibile e rinominabile, una volta sola. Chi determina i tempi e le
modalità di tale operazione è l'organizzazione. E qui non c'è sintonia tra i
vari promoter, io lo consento negli ultimi due mesi prima del concerto ma lo
vorrei estendere fino all'ultimo giorno per salvaguardare un imprevisto non
calcolato. Altri invece fanno una cosa
che non condivido ovvero dal giorno dopo che hai comprato il biglietto lo puoi
rinominare o rivendere, non consentendo
però il cambiamento negli ultimi giorni,
che invece a me pare sia la cosa più
logica. In sintesi si può rinominarlo e rivendere e ogni biglietteria deve
avere a disposizione una piattaforma fan-to-fan
tale da permettere a chiunque di rivendere il biglietto allo stesso prezzo che l'
ha pagato, con l'aggiunta di una piccola
commissione in percentuale che va alla piattaforma che ha gestito la
transazione. La rinominazione è invece gratuita.
Questa
battaglia la stai portando avanti da solo?
Lo lascio giudicare a voi… a me pare che a parte la solidarietà in rete e
poco altro non ci siano molti altri che dedichino tempo, risorse, energie a
questo tema. E' da più di 40 anni che faccio questo mestiere, non ho mai ceduto
a nessun potere forte, per quanto mi riguarda è semplicemente la continuazione
di quello che faccio da sempre. Lo faccio per me principalmente, non voglio
medaglie ma ci vuole più consapevolezza da parte di tutti.
Si può
affermare che Viagogo prende i biglietti direttamente dagli organizzatori?
Io non lo so posso affermare, ma come è possibile che se cliccate qualsiasi
nome di artista, il primo sito di vendita che propone Google sia proprio
Viagogo? Capita pure che i biglietti che
loro mettono in vendita, in pratica non li possiedono, e che propongano una vendita fasulla. Ovvero loro mettono in vendita dei biglietti e
poi se li procacciano. Viene venduta una disponibilità di biglietti che non
esiste, poi si procurano i biglietti probabilmente direttamente da alcuni
organizzatori come denunciato anche durante il programma televisivo Le Iene e
c'è anche il ragionevole dubbio che ci possa
essere qualche biglietteria complice, magari
anche qualche punto vendita fisica che fornisce loro biglietti sottobanco. E’
anche possibile che Viagogo assoldi una serie di hacker che sfruttando delle false generalità rubate in rete acquistino
dei biglietti da passare successivamente a loro. Solo qualche mese fa uscivano
in internet dei siti perfetti che sembravano quelli ufficiali degli artisti,
annunciavano il tour e raccoglievano informazioni a priori, nel senso che
facevano una sorta di indagine di mercato per capire quale era l'interesse
collettivo verso quel concerto, in modo poi da procurarsi dei biglietti da
vendere. Nel peggiore dei casi acquisivano abusivamente delle generalità che
usavano per acquistare biglietti, cosa
che immagino sia al vaglio della polizia postale. Ci sono stati dei casi di
concerti da noi organizzati, per esempio Kiss a Verona e AC/DC a Imola dove vendevano il diritto
all'acquisto prima che si sapesse il prezzo dei biglietti o addirittura ancora
prima che venissero annunciate date e location.
E' un gioco d'azzardo le cui vittime sono i fans impulsivi e disattenti.
Ma le
autorità cosa fanno?
In Italia il secondary
ticketing è vietato grazie a leggi di recente applicazione . Le leggi per
combatterlo ci sono, in Francia, in Gran Bretagna, in Germania, negli USA e in
Canada si sta combattendo per azzerarlo, ci sono management di artisti in giro
per l'Europa che fanno qualcosa ma il problema è anche che la filiera della
musica è in mano a delle multinazionali contrarie al biglietto nominale ma favorevoli
a quello dinamico.
Cos'è il
biglietto dinamico (dynamic ticket) ?
Il biglietto in cui il prezzo varia. Quello che succede quando compri i biglietti
aerei delle compagnie low cost, il fatto è
che la dinamicità è sia verso l'alto che verso il basso. Può capitare che il costo di un biglietto
aumenti o diminuisca del 20% ma nel caso del secondary ticketing il prezzo oscilla del 70-80% sempre e solo verso l’alto. Il dynamic ticket molti di noi lo hanno già
applicato nei concerti nei club dove il biglietto in prevendita costa meno del
giorno del concerto stesso. Oppure ci sono dei festival dove il prezzo dinamico
ha senso, tipo compri il biglietto un anno prima e lo paghi meno dell'ultimo
mese. E' quello che gli anglosassoni chiamano early bird. Da questo punto di vista è giustificato, ma un concetto
di dynamic price lasciato al libero
mercato è devastante perché non dà nessun tipo di garanzia capace di non mettere in discussioni le
retribuzioni delle tante persone che lavorano attorno al concerto, della
security, del service audio e luci del palco, insomma tutti quelli che non
siano gli artisti, che rappresentano l'economia di tutto lo spettacolo. Come
fai a garantire il compenso di queste persone se c'è un dynamic price selvaggio? Facile
immaginare che i grandi eventi avranno un rialzo verso l'alto per cui saranno
accessibili solo ai benestanti, e facile
immaginare che quelli minori o nuovi rischino di sparire perché un ribasso
metterà in discussione la realizzazione di simili concerti con conseguente perdita
della possibilità di sviluppo e di futuro per tante persone, ed un quasi certo
depauperamento culturale con una omologazione sempre più verso il basso.
Hai
scritto un libro dal titolo curioso , No
Pasta, No Show, che trattava anche di questi problemi...
Si, era una cosa che volevo fare da tempo. Anni fa scrissi una
cinquantina di pagine oltre all' indice dei capitoli, poi nel tempo gli stessi sono aumentati
includendo anche il problema del secondary ticketing. Ho scritto il libro (No Pasta, No Show,
Claudio Trotta, Mondadori Electa 2017) per
lasciare un segno di quello che ho fatto col mio lavoro e la mia passione, non
c'è una parola di risentimento verso chicchessia in tutto il libro, anche se negli anni ne ho
subite e viste di tutti i colori. Non ho volutamente abbondato in aneddoti o
gossip nonostante l'editor insistesse al riguardo ma li ho ridotti al minimo ,
nessuna storia piccante o offensiva. Ho
cercato di raccontare in maniera collettiva quaranta anni di musica e di
lavoro, nel libro ci sono le “voci” di
mia madre, di uno spazzino con cui ho lavorato da ragazzo e che mi ha insegnato
molto, dalle persone anonime al grande pubblico che mi hanno aiutato o hanno
collaborato con me , e ricordi di promoter locali oggi scomparsi. C’è qualcosa di Bruce, di
Frank Zappa, dei Queen, di Van Morrison e di diversi altri artisti. C'è la
lettera che scrissi a Veltroni nel 1999 quando era vicepresidente del Consiglio
durante il Governo Prodi, poi una discografia DI riferimento perché inerente al contenuto del
libro, delle charts tipo i dieci
concerti-flop, quelli che mi sono piaciuti di più, i dieci motivi per
andare ad un concerto e i dieci per non andarci . Il titolo nasce da David Bromberg : ero in tour nel 1979 con
lui, Dick Fegy e George Kindler, andavamo a mangiare tutte le sere prima del
concerto e mangiavamo come dei maiali ma nonostante ciò loro sul palco erano
ineccepibili . Mangiavamo sempre pasta ma una sera in un ristorante ci dissero
che non c'era la pasta e allora David mi guardò e disse no pasta, no show. In realtà il
libro doveva intitolarsi fucking yellow van
in onore del nostro primo furgone giallo con cui andavamo in tour ma logicamente la casa editrice lo rifiutò. Nell'ultimo capitolo si parla
proprio di secondary ticketing e
della speculazione che circonda oggi la musica dal vivo.
Puoi
parlarci di Slow Music
www.slowmusic-net.eu
L’idea di
fondare una ETS ( Ente di Terzo Settore senza scopo di lucro e con finalità
civiche )nasce dal rispetto che ho per Carlo Petrini, ideatore di Slow Food.
Anch’io
volevo dare alla musica una identità territoriale , salvaguardare la
multiculturalità di chi fa musica allargando il raggio d’azione non solo ai
concerti ma a tutti quegli operatori e alle materie che sono collegate con la Musica Popolare
Contemporanea, quali per esempio le
location, i produttori di strumenti musicali, la musica nel territorio, le
radio locali, la formazione ed il supporto a chi vive in situazioni di disagio
sociale.
Insieme
ad una decina di tra cui Franco Mussida,
Paolo Dal Bon, presidente della Fondazione Gaber, Massimo Poggini ,Stefano
Bonagura,Ivano Amati,Stefano Rosa ed altri, ho pensato di creare uno strumento per
favorire la diversità, la bellezza, l'indipendenza, la territorialità, la
qualità, come fa di fatto Slow Food.
Mi piace
citare fra i nostri progetti correnti A.R.M.O.N.I.A. , acronimo di Ambiente,
Risorse, Musica, Opportunità, Natura, Identità e Arte . Ha lo scopo di
valorizzare il territorio con una serie di iniziative culturali e spettacolari
e abbiamo già organizzato degli eventi in Lombardia (allo Stelvio, in Val
Girola, Valtellina e a Canzo) con musica, teatro, reading, arte e letteratura
assieme alla Regione Lombardia e a Ersaf e pensiamo il prossimo anno di
allargare i nostri orizzonti in Emilia, Liguria, Toscana e Abruzzo. Altro
progetto sono i Luoghi della Musica,
progetto pensato da Massimo Poggini con tre assessorati del Comune di Milano –
Cultura, Demanio e Sport – con cui organizzare un percorso per la città in cui,
ispirandoci alla Plaque Blue
parigine, posizioneremo delle targhe in alcune location storiche: abitazioni,
sedi di case discografiche, sale di registrazioni, luoghi come l'ex Rolling
Stone ecc. e sulla targa ci sarà un codice particolare che permetterà al
visitatore di accedere a una serie di file contenenti biografie, scritti,
fotografie, filmati e quant’altro possa essere importante per raccontare
l’importanza del luogo.
La prima
targa è stata apposta alla Arena Civica di Milano a memoria del concerto di
Demetrio Stratos. Con Slow Emotion promuoviamo invece dei
corsi di formazione professionali di
recitazione per portatori di handicap curati da Corrado Gambi, in via di
completamento alla Cascina Merlata di Milano. Ne sono molto orgoglioso visto
che sono pure il presidente, altro tassello nel costruire alternative possibili
ad imperanti modelli culturali omoogati.
In No Pasta,
No Show, Claudio concludeva il suo volume con questo concetto chiave Credo nella Bellezza e nel contagioso
benessere che scaturisce da essa. Ecco cosa voglio continuare a fare da grande.
Voglio contagiare ed essere contagiato dalla Bellezza, voglio sostenerla e
promuoverla.
Continuiamo a combattere.
Guido
Giazzi e Mauro Zambellini
20 commenti:
Appena finita di leggere sull'ultimo numero di Buscadero.
Certo non facile da capire cosi bene se non si e' dentro a certo business ma illuminante e da rileggere ancora per comprendere meglio certi meccanismi. Ad ogni modo importante perche' non liquida il tutto in maniera sbrigativa e ci insegna a non dover rispondere in modo superficiale, come qualche volta forse noi pubblico, colpevolmente abbiamo fatto.
Armando
Zambellini sono veramente stupito dalla tua reazione . Ribadisco che :
1) non volevo e di fatto non ho offeso nessuno
2) Trotta lo conosco personalmente
3) non volevo farti i conti in tasca .
Per me 25 , 250 o 2500 sterline ognuno è libero di fare quello che vuole .
Ribadisco che se uno posta un qualunque articolo e poi non vuole argomentare chi ha idee differenti viene meno il senso di un blog .
Con questo e senza polemica mi ritiro ed eviterò di scrivere ulteriormente anche in futuro
Ps: puoi cancellare anche questo post
C è stato un fraintendimento, non volevo tarpare le ali alla discussione, specificavo che io ho fatto le domande e trotta ha risposto.per quanto riguarda rom wood ho speso realmente 25 sterline perché come dice trotta per il ticket nominale se non puoi andare lo rivendi sfruttando il sito di vendita ufficiale ma al prezzo che vuoi tu. Lungi da me non argomentare , l ho fatto per western stars , figuriamoci qui . Forse il pareggio dell' inter mi aveva messo in un momento un Po infelice
Ciao ribadisco che non c’era nessuna polemica da parte mia e mi spiace se c’è stato un fraintendimento.
Sento molto vicino il problema di quanto sia diventato complicato comprare i biglietti per un concerto oltre ai costi sempre più hollywoodiani.
Ti leggo da una vita e continuerò a farlo Zambellini in un modo o in un altro . Ciao
"Forse il pareggio dell'Inter..." 😂😂😂😂
Ciao bob rock a presto
Unknown2. Anch'io di malumore causa Mancosu. Torniamo al tema principale. D'accordo con armando che la materia appare piuttosto complicata, ma si intuisce comunque quante schifezze possono dibattersi sotto la superficie. Sono esterrefatto. Nn pensavo una tale jungla. Credo che i singoli fan possano ben poco. Qui giudicheremo i politici che vorranno occuparsene.
Dopo averlo nn poco criticato, sono felice di apprendere che Springsteen è fra i pochi artisti nn conniventi, ed anzi attivo contro il sec.tick.
L'uomo è sempre lì, anche se sbaglia qualche disco!
Grazie a Zambo, e ti prego, scrivi ancora su qs tema. Parliamone, capiamo tutto bene e poi reagiamo di conseguenza.
Un bel five a bobrock, che va a ttt i concerti + belli e che di sicuro nn intendeva confliggere col padrone di casa. Restiamo uniti contro la multinazionale del malaffare. La nostra musica, x noi, è questione di vita o di morte
Rimaniamo uniti, Unknown, anche io ho perso la voglia di andare ai concerti maggiori,non sbavo per avere un biglietto e poi le cose più emozionanti le ho viste nell'ultimo anno nei concerti "medi", Tedeschi-Trucks e Little Steven e "piccoli" Dream Syndicate e Nick Waterhouse. Penso che farei uno strappo per gli Stones per cui nutro una simpatia dura a morire, ma anche loro li ho visti recentemente due volte, nel 2017 e 2018, in Francia. Se devo spendere soldi vado all'estero cosi mi faccio una breve vacanza, qui lascio perdere, per il prossimo Bruce non ci penso nemmeno, non centra il suo disco, ma l'ho visto 33 volte e può bastare, a meno che non mi regalino il biglietto......ma anche lì visto la famelica richiesta che ci sarà potrei rivenderlo per andare a fare un giro in moto sulle montagne...
E comunque nessuno se la prenda se domenica a Milano il Cagliari batterà l'Inter 1 a 0 con un gol di Nainggolan!...
Unknown2. Se succede, vuol dire che doveva succedere....
Ma qui parliamo di musica(col calcio è facilissimo litigare, e nn ne vale la pena). Io già ho disertato gli ultt. 2 passaggi di Springsteen in Italia, e ho detto tutto.
Qua il guaio è che ci stanno rubando anche gli ultimi sogni. Un bel concerto con decine di migliaia di blood brothers, a cantare, commuoversi, ridere insieme... era uno dei motivi + validi x tirare avanti. Tutto deturpato da qs sciacalli. Non potrò + andarci col gusto ingenuo di prima.
Ma che palle, però!!!!!!
Torno in argomento dicendo che il problema del bagarinaggio non si risolve . Negli usa è un business del business non solo per la musica ma anche per lo sport il teatro etc.
Il problema non è risolvibile perché alla base c’è la connivenza tra chi organizza i concerti, chi distribuisce i biglietti cioè Ticketmaster Eventim e compagnia cantando .
Per cui noi utenti subiamo . Non ci sono alternative . O meglio : possiamo decidere di non andare più o andarci ogni tanto .
Ma nella sostanza non c’è nulla da fare .
Trotta non aggiunge nulla di nuovo a quello che già conosciamo ( per inciso lo conosco e lo stimo ). Aggiungo che non sono d’accordo su quella tiritera dell’educazione delle persone .
Un artista viene a suonare e tu hai voglia di sentirlo . Basterebbe che la roulette non fosse truccata . E che nella finale dei 100 metri partissimo tutti sulla stessa linea .
Per non parlare dei fan club :soggetto Pearl Jam : vi sembra normale che una volta iscritti al fan club puoi comprare anzi sei costretto a comprare due biglietti per la stessa data ?
Io in passato mi ero iscritto e poi resomi conto della cosa gli ho scritto una mail ringraziandoli che avrei trovato il biglietto in altro modo.
Il problema vero o così lo sento io a 55 anni che un giovane ha delle oggettive difficoltà per poter assistere ad un concerto o meglio a volerne vedere più di uno all’anno . Quando ho cominciato Patti Smith Bologna 1979 il biglietto costava lire 3300. E per mio padre non è stato un problema foraggiarmi . Provate a pensare ad un ragazzo di 15 anni che tra giugno e luglio voglia vedere Clapton Cave Aerosmith Pearl Jam .
Senza entrare nel merito questo mi piace quell’altro fa cagare fatevi due conti .
Dato che di dischi non se ne vendono più ( e anche lì non sono d’accordo; non puoi trovare in rete un disco e non pagarlo ) il music business si è buttato sui concerti live .
E la torta è bella grande .
E noi paghiamo . Io sono conscio delle mie contraddizioni ma non posso farne a meno .
Iggy pop palalido 1981 prezzo del biglietto lire 3100. Il tre aprile a Lione mi costerà 90 euro.
Dovrebbe essere l’ultima volta . Oddio sono anni che dico a mia moglie “ è l’ultimo tour “ ....
Unknown2. Bobrock sacrosanto. Ma la vacca, a forza di essere munta, si potrebbe pure stancare, no?
I giovani nn potranno andare più, ai concerti. E i vecchietti si concentrano sui prediletti, ancora + vecchi...
Non può durare.
Unica soluzione, ripeto, è che entrino in campo i grandi organismi pubblici, nazionali e internazionali. Ricordiamocene alle prox elezioni
Tutto vero quello che dite e purtroppo le proporzioni, come dice Bobrock non sono piu' quelle di una volta. Personalmente faccio fatica a stare dietro a molte novita', cosa che fino a dieci anni, fa non mi procurava alcuno sforzo...figuriamoci poter assistere a piu' concerti, dovendomi spostare poi dal sud. Personalmemte le novita' vengono centellinate e spesso mi devo accontentare delle promo o che certi dischi vadano in economica. Idem per i libri...resiste ancora il cinema che da noi ha ancora costi accessibili.
Armando
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