sabato 26 febbraio 2022

THE HANGING STARS Hollow Heart

 


Bastano poche note di ascolto di Hollow Heart per capire quanto la musica West-Coast  pubblicata tra i sessanta e i settanta sia ancora in grado di fare proseliti in giro per il mondo. E non parlo di ascoltatori, che non sarebbero affatto una novità, ma di ragazzi giovani che si mettono a formare band per suonare quelle atmosfere tanto  ammalianti quanto vivaci e colorate. Dopo l’entrata in scena dei vari Jonathan Wilson, Ryley Walker, Israel Nash, Dawes, Allah Las, Beachwood Sparks la cosa potrebbe non destare sorpresa ma se le origini del gruppo in questione ovvero gli Hanging Stars, affondano nei circondari di Londra un motivo di curiosità esiste. Il cantante e chitarrista Richard Olson, il batterista Paulie Cobra ed il bassista Sam Ferman, il chitarrista e tastierista Patrick Ralla e Joe Harvey-Whyte con la pedal steel sembrano aver fatto indigestione di Byrds, Buffalo Springfield, Flying Burrito Bros., America e di tutta quella briosa materia pseudo psichedelica che aleggiava sulla Baia di San Francisco e avvolgeva il Laurel Canyon. Una dieta curiosa per chi è abituato alla pioggia e alle nebbie inglesi e proprio per tale motivo nella solarità di quella musica, nelle atmosfere oniriche, nel jingle jangle e nei lamenti della lap steel, nelle dolci armonie, ha trovato l’ antidoto per sfuggire al grigiore portandosi appresso anche un po’ di folk britannico. Gli Hanging Stars hanno così scelto la loro via, per nulla revivalista visto che i testi delle canzoni sono impiantati nel presente e i suoni posseggono sufficiente freschezza da apparire contemporanei.



Tre album, Over The Silvery Lake del 2016, Songs For Somewhere Else dell’anno seguente e A New Kind of Sky del 2020 sono bastati a far conoscere la loro ricetta più americana che inglese, presentata anche con una generosa dose di concerti da entrambe le parti dell’Atlantico tanto da sedurre artisti della West-Coast quali GospelbeacH e Miranda Lee Richards con cui i cinque hanno stabilito un solido rapporto di collaborazione. Per il quarto album gli Hanging Stars hanno optato per una remota località sulla costa nord-orientale della Scozia, Helmsdale, posizionata alla stessa latitudine di Gotenborg in Svezia e col respiro di quell’aria scandinava si sono messi a lavorare col produttore Sean Read ( Dexys, Soulsavers) nello studio di Edwyn Collins, ex leader degli Orange Juice, una volta che gli spettacoli dal vivo erano stati sospesi per la pandemia. La scelta di tale studio con l’attrezzatura su misura di Edwyn Collins  ha permesso un nuovo tipo di esperienza, e con Sean Read al timone, la band ha mantenuto una concentrazione e una disciplina che ha permesso loro di realizzare ciò a cui aspiravano. La contagiosa atmosfera bucolica del luogo, lo studio era posizionato davanti alle scogliere, ha contribuito all’ispirazione generale donando a Hollow Heart  un fascino tipicamente nordico, sognante, malinconico a tratti ma anche mosso come può esserlo una mareggiata da quelle parti, e coi cromatismi ora intensi ora tenui della bellissima costa settentrionale scozzese . Tale atmosfera si è tradotta in dieci canzoni armoniose con impasti di chitarre alla Byrds ed evocative pedal steel, un arioso country-rock venato di psichedelia e folk. Musica per orizzonti di mare, di costa e di cielo, ondeggiante come una barca trasportata dalle onde, ballate in balia del vento, fluttuanti e avvolgenti, un sentore di tranquillità paziente, dall’effetto quasi ipnotico. Si parte con Ava ed è un introduzione tra acustico ed elettrico con la voce di Olson che trascina gli altri in un’ armonia che concede spazio alle chitarre e ad una sezione ritmica ben equilibrata e presente. Anticipa quello che potrebbe essere uno dei singoli dell’album ovvero Black Light Night, una melodia del tastierista Patrick Ralla con testi di Olson che gira cupo con schegge penetranti di chitarra ammorbidite dalle armonie vocali. Il tempo sembra scivolare silente su una ballata tanto romantica  quanto irresistibile come è Weep & Whisper,  un fuoco morbido dalle tonalità eteree punteggiato da pedal steel e pianoforte, che racconta di " una ragazza che portava i capelli lunghi in un fiocco di raso senza fine" per poi concludersi con un pungiglione finale " stai pensando al futuro, poi il futuro arriva e fottiti, fuori fa freddo”.



Radio On ha un incedere magnetico ed un canto supplichevole (Olson), sembra rivangare  quel pop scozzese che fece proseliti negli anni ottanta grazie a Lloyd Cole&The Commotions e Aztec Camera. Voci che si sovrappongono, una ombrosità melodica che si riflette in armonie vocali studiate sui dischi di Beach Boys e Mama’s and Papa’s e siamo in Ballad of Whatever May Be pur con la sensazione di uno spazio al di fuori del tempo.

Hollow Eyes, Hollow Heart è una canzone sul rifugiarsi in qualcosa che davvero non si dovrebbe e di conseguenza sul sentirsi un guscio vuoto, un aura oscura lo collega ai Fairport Convention ma il cantato è ovattato ed il sound si delinea come  cosmico country rock. You’re So Free si nutre dell’eco leggero e vaporoso delle canzoni dei sixties, vengono in mente i Turtles ma parla di no-vax, Rainbows in Windows di Sam Freman contiene frammenti della voce narrante di Edwyn Collins e si srotola grazie ad un ottimo  fingepicking  su un’onda sulla quale hanno surfato anche i Sadies di New Seasons.  I Don’t Want To Feel So Bad Anymore sembra proprio una canzone dei Byrds con un apertura in stile Roger McGuinn, la conclusiva  Red Autumn Leaf  svolazza deliziosamente traballante in un candido e disordinato lo-fi e con il suo outro si ricollega all'intro della prima canzone dell'album chiudendo così il cerchio .

Caldo pur essendo baciato da un’aria nordica, Hollow Heart   è un disco che unisce antico e nuovo, freschezza e sentimento, visionario ma pronto a soddisfare le esigenze di un gusto moderno.

MAURO ZAMBELLINI    FEBBRAIO 2022

65 commenti:

Armando Chiechi ha detto...

Mauro...leggendo questa dettagliata ed appassionante recensione mi è venuta voglia di ascoltarlo e fare così la conoscenza di questa band, considerando anche quanto la West Coast ha significato per il sottoscritto. Ho amato tantissimo il lavoro di bands o autori a questo sound ispiratosi che tu citi,su tutti Jonathan Wilson perché quello che è riuscito a restituirmi certe suggestioni senza per questo risultare nostalgico. Curioso il fatto di essere scozzesi e leggendo le prime tue righe ho pensato ai Dire Straits dei primi due album non per similitudini musicali ma per un sentire americano che li poneva dalle parti di J.J.Cale e dalle parti di quel sonnacchioso laidback sudista. Grazie della info... provvederò a soddisfare la mia curiosità... soprattutto in queste ore in cui i nostri spiriti sono messi a dura prova dai tragici eventi !!

Armando

corrado ha detto...

Esiste un precedente importante per lo sbarco di queste sonorità nel nord Europa: l'esperienza dei Thrills, gruppo irlandese attivo fra 2001 e 2011 circa, le cui sonorità, l'immaginario visivo, l'uso im alcuni brani della Steel guitar, i titoli stessi di dischi e canzoni (ad esempio "Big Sur") richiamavano la grande tradizione californiana. Un gruppo da riscoprire, perché certe loro canzoni sono veramente molto belle.
Sono proprio contento che gruppi di ragazzi molto giovani, come gli Hanging Star, inseguano quel mondo e così facendo, oltre a regalarci belle canzoni, facciano sentire noi attempatelli non troppo fuori dal mondo moderno

Luigi ha detto...

Allora aggiungiamo anche i Gospelbeach dei due album Another summer of love 2017 e Let it burn 2019.
Davvero notevoli e degni di attenzione

Zambo ha detto...

Il sasso è buttato, friends

Unknown2 ha detto...

Livio. Uno dei primi ganci x la mia passione rock fu la Mr. Tambourine Man dei Byrds, irresistibile e molto migliore dell'originale dylaniano\dylaniato.
Adoro il jingle jangle delle Rickenbacker, ogni riferimento a West Coast e Laurel Canyon mi fa sorridere. Se poi il Prof cita, tutti insieme nella stessa recensione: Lloyd Cole, Byrds, Mama's 'n' Papa's, Buffalo Springfield, Beach Boys, e financo i Turtles, vado 'in brodo di giuggiole'.
Sulle piattaforme, Hollow Heart non è ancora reperibile come full album. I pochi pezzi anticipatori promettono bene, insieme alla front cover di A New Kind of Sky, smaccatamente ispirata al 'monumento' Dejà Vu.
E' un sound immortale, a volte al limite del pop + nobile [e d'altronde i coevi (che non c'entrano con la West Coast, naturalmente) Beatles, alla fine, cosa sono, se nn rock di classe in bilico sul pop + ispirato e raffinato?], vocalità strepitose, suoni limpidissimi, canzoni stupende, ispirazione x legioni di rockers a venire (credo che Tom Petty e i REM, solo x citarne un paio di immensi, entrino agevolmente nel mazzo).
E allora nulla di strano se il folk-rock di quasi 60anni fa parla oggi di covid, e domani forse dell'Ukraina war: la qualità non soffre il tempo, anzi, ne è esaltata. Ben vengano dunque gli Hanging Stars e tutti gli epigoni e i nostalgici di un suono e di un'epoca che... hanno fatto epoca.
Se poi gli HS sono scozzesi, non dimentichiamo che Graham Nash, icona maxima westcoastiana, è inglese di Blackpool, e ha militato a lungo negli Hollies (beat britannico del + puro), che hanno financo partecipato al Sanremo '67 in coppia nientepopodimenoche... con Mino Reitano!!!
E voglio a qs punto segnalare la scomparsa di Michael Lang, che tutti ricordiamo sorridente e scapigliato in sella alla sua BSA scorrazzare nel fango di Woodstock, promoter più entusiasta che efficace, organizzatore approssimativo anzichenò, ma che ci ha regalato quei tre giorni di pace\amore\musica che segnarono l'apice e l'inizio della fine del Flower Power originario, oggi perpetuato da tanti ottimi epigoni e da miriadi di fans, giovani di età (o di spirito, come me), innamorati di quel sogno.
Wiwa gli Hanging Stars, bravo Zambellini!

Zambo ha detto...

Grazie Livio completamente d accordo. Un sound sempre fresco e vitalizzante. Gli Hanging Stars sono solo gli ultimi iscritti, guarda però che sono londinesi e sono andati in Scozia a registrare il disco anche se a ben sentire sembrano più scozzesi che inglesi

corrado ha detto...

Accidenti, se ascolti Radio On e qualche altro pezzo sembra che sia resuscitato Gram Parsons! Le atmosfere e il gusto melodico sono quelli, con un suono più dei nostri giorni, ad esempio il tipo di tremolo della chitarra e la batteria più secca. Le movenze del cantante, invece, come tutto l'apparato visivo mi ricordano Bobby Gillespie e i suoi Primal Scream. In effetti anche loro sono stati abbastanza citazionisti, vedi il periodo molto Rolling Stones che hanno pasato agli inizi del 2000. Proprio un bel mescolamento e ricordare Gram Parsons servirà magari a riscoprire uno dei più grandi talenti vissuti a cavallo dei '60 e' 70. Lo avrete tutti sicuramente, ma ricordo l'ottimo tributo del 2000, in cui comparivano quasi tutti i più grandi, da Chrissy Hinde ai Cowboy Junkies, da Costello a Hemilou Harris, da Chris Hillman a David Crosby, i Wilco, Lucinda Williams e altri ancora. Un disco splendido.

corrado ha detto...

In altri brani, invece, le influenze sono meno evidenti, ma sempre rimandano oltreoceano. Black Light concede forse troppo al pop radiofonico, ma tutto sommato è sempre qualcosa di piacevole e che ascolti con molto piacere, un po' come certe canzoni dei Mojave 3, britannici anche loro, ma che dopo la sbornia shoegaze quando si chiamavano Slowdive, hanno virato verso Arizona, Texas, California sfornando quattro ottimi dischi. Da riscoprire anche loro, a cominciare da un capolavoro come Excuses for travellers

Unknown2 ha detto...

Livio. In qs ore buie, se la bellezza non salverà il mondo, dev'essere forse il mondo a salvare la bellezza.
E allora, non se ne avrà a male il Prof, ma io la cover del Buscadero l'avrei dedicata a John Fogerty. Ho usato l'articolone di M. Verdi x il riascolto della carriera solista di quello che considero (opinione strettamente personale, ergo opinabile) forse la voce + bella del rock, e uno dei songwriter + felici e prplifici di sempre. Nel periodo d'oro Creedence, '69-'71, inanellò + number one di Beatles, Stones e Beach Boys! Poi la vita, sempre velenosa, gli regalò dissidi insanabili col fratello Tom e gli altri due Creedence, nonchè una pluridecennale disputa col patron Fantasy, S. Zaentz, titolare del 'solito' contratto capestro firmato in gioventù dal 'solito' rocker inesperto ed entusiasta. Conflitto rovinoso per la carriera e la vita stessa di JF.
Nonostante ciò, il suo percorso solista lo riscopro dignitosissimo, anche se mai +, purtroppo, ai livelli Creedence.
Il suo formidabile songbook gli ha consentito, in più, una serie di Live strepitosi, con pochissime ripetizioni (ma Fortunate Son, e Bad Moon Rising, e.... io le risentirei quotidianamente). Anche il cd di duetti (azzeccatissimo il titolo'Wrote a Song for Everyone', uno dei suoi pezzi + belli), è davvero imperdibile, pari forse solo a quello di Van Morrison.
Non c'è niente da fare: x me, e non metto in dubbio che ci gioca tanto anche la mia anagrafe (67 freschi freschi), ma quei magici 10\12 anni tra il 1964 e il '76 hanno segnato indelebilmente la storia della ns musica, magari pure con capitoli che personalmente apprezzo meno (progressive, pink floyd...), ma con una ricchezza, uno spessore, una profondità, una libertà mai + ripetute.
Poi arrivò il (benefico) uragano punk a voltare pagina, ma qs è un'altra storia. E a ben vedere, i giganti veri del decennio precedente (Dylan, Stones, Young, Morrison, Fogerty, Clapton, etc) ne uscirono rinnovati e rafforzati, mentre altre carriere gloriose, x vari motivi, si chiusero lì senza perdere forza e fascino sulle generazioni future (Zeppelin, Doors, Purple, Hendrix, Who, etc), e anzi influendo positivamente moltissimo sulle nuove star (Springsteen, Mellencamp, Petty, Rem, i primi U2, etc).
Hello boys, non smettiamo di parlare di musica, pur cittadini consapevoli di un 'mondo boia', precipitato dalla padella covid alla brace guerra.

armando ha detto...

Belle le tue considerazioni Livio.Io la mattina mi sveglio con un buco nell'anima e sinceramente mi riesce difficile vestirmi ed andare a lavorare,mancano le motivazioni,la speranza per un futuro che non vedo (a pennello ci sta Hendrix !!) e dannazione cè quel blues o spleen che si dica che mi porta quasi a spegnere tutto,senza restituirmi la giusta energia. Poi però sai che devi alzare la testa ed in qualche modo cercare di vedere qualche raggio di sole, per quanto le nuvole siano sempre più nere ed inzuppate di fredda acqua.In questo preciso momento tra mail di lavoro e una pausa pranzo con " Tapestry" di Carole King a farmi da soundtrack,sono davanti al pc penso e ciò che hai detto su John Cameron Fogerty e a quanto la sua musica abbia abbracciato più generazioni.Io ne ho 58 di anni e chiaramente I CCR quanto Fogerty li ho "ereditati", in quanto non ho potuto vivere per questioni anagrafiche quel periodo, ma ricordo ancora l'emozione che provai quando sul piatto misi la prima volta la ristampa italiana Fonit Cetra di " Bayou Country" e Born On The Bayou mi aprì le orecchie a quelle sonorità e a quei brani di pochi minuti ma che contenevano tutta l'essenza dell'American Music. Non ho smesso di amarli e non riuscirei a farne a meno. Certo " Mardi Gras" e " Pendulum" non sono poi una gran cosa, ma anche in questi episodi meno riusciti Fogerty è sempre riuscito a tirar qualcosa di buono. E allora come tu dici,aggrappiamoci al ritmo e alla musica, tanto quella non ce la potrà togliere nessuno...anzi colgo l'occasione per metter su " Green River" o qualche altro titolo dei migliori, tanto sono sicuro che Fogerty sa darti la spinta giusta per ripartire !!

E statemi bene tutti fratelli !

Armando

bobrock ha detto...

Un messaggio per Armando : tieni duro ci sono i giorni pari e i giorni dispari …… poi faticosamente tutti quanti cerchiamo di fare quadrare il cerchio. Lo so , non è facile ma se rinomate rockstar soffrono di depressione figuriamoci noi che siamo granelli di sabbia nell’ingranaggio della vita. Per fortuna c’è la musica , l libri , i film il teatro. L’altra sera sono andato a teatro a vedere Carlo Cecchi . Un fuoriclasse di 83 anni.
Metti al massimo i CCR , a volte funziona a volte meno .
D’altronde se anche Van Morrison canta I CAN’T GO ON BUT I’LL GO ON …….

bobrock ha detto...

Ps: giusto per movimentare un po’ la discussione ..,,leggo i vostri appassionati commenti e sono contento per voi .
Ma questo disco mi sembra molto poco attraente non solo , quando leggo dei riferimenti a Lloyd Cole penso alla grandissima delusione quando li ho visti dal vivo a Milano . Un pessimo concerto ( versione educata perché vorrei usare altre parole).
Tornai a casa presi i due vinili e li buttai nel cestino dei rifiuti . Non erano neanche lontanamente il gruppo di cui mi ero innamorato.
D’altronde dal vivo è la prova del fuoco e i trucchi che si usano in sala di incisione non ti salvano . ( allora……oggi è più facile anche live)
Ps2: primi due concerti di aprile saltati Eels rimandati Joe Jackson annullato .
Adesso vediamo tra Calexico e War on drugs chi conferma o chi annulla .

Armando Chiechi ha detto...

Grazie di cuore Bob...si è vero ci sono giorni pari e giorni dispari o periodi alterni.Lo so che è dura per tutti e figuriamoci per noi comuni mortali !?! Ad ogni modo cmq, la musica per fortuna è il miglior antidoto come tu dici !! Grazie e un saluto Brothers !!

Armando

PS : Di Lloyd Cole ricordo quel primo album che ebbe al tempo un buon riscontro sulle riviste specializzate ma poi li ho persi di vista. I Calexico li ho visti una sola volta live dalle mie parti ed è una band che adoro, come i Guano Padano o i Sacri Cuori per rimanere in Italia e per certe affinità!!

Unknown2 ha detto...

Livio. A me Rattlesnakes ('84) era piaciuto moltissimo, e tuttora lo riascolto con piacere. "Lloyd Cole" ('90) buon album, ma prescindibile. Poi non ho altro di L.C.
Certo, la prova live è fondamentale, e se il tipo non l'ha superata sorgono inquietanti dubbi. Di sicuro non farò altri acquisti su quel fronte.
Ma sono tanti i gruppi che dal vivo rendono meno del previsto. Io, con esperienza live infinitamente inferiore a Bob, rimasi interdetto dopo i Dire Straits (Arena di Verona, 1\2anni '90, mi pare) e soprattutto U2 (stadio Verona, forse primi '90. Molto meglio l'apertura dei Pearl Jam, sebbene a metà volume e x soli 45min.).
Azzeccatissima la citazione di Van the Man: non posso andare avanti... ma lo farò! Tutta qua la differenza tra depressione patologica e naturale, umano scoramento. Certo che se uniamo i ns casini personali al martellamento dei media su covid, guerra e quant'altro, passa la voglia. Ma poi ci rimettiamo in piedi, non si sa come nè xchè, ma lo facciamo.
E fortunati noi che possiamo trovare in dischi, libri, film, quadri un motivo di energia, di speranza, di reazione.
Lo dobbiamo: a chi conta su di noi e soprattutto a noi stessi!!!
Dài ragazzi, che tra poco è primavera, e sti czzzz di concerti dovranno pur riprendere. A breve la capienza stadi torna al 100% e allora...

Armando Chiechi ha detto...

Vero Livio e apprezzo molto ciò che scrivi. Era chiaramente una mia considerazione e sfogo e perché no...l'esprimere un mio stato d'animo dettato dal momento o da questi giorni.Probabilmente sarà stato anche il fatto di essere rimasto chiuso tra quattro mura, più del solito e per sbrigare del lavoro d'ufficio, quando abitualmente sono fuori e la strada mi fa affrontare la settimana diversamente. Ad ogni modo il sole ☀️ comincia ad affacciarsi e la primavera non è poi così lontana. Oggi ancora davanti al PC e questa la mia soundtrack mentre riordino alcune fatture:

1) Wynton Kelly Trio Wes Montgomery : " Smokin' At The Half Note" ( Verve, 1965 ristampa 2007)
2) The Black Keys : " Brothers"

Armando


Luigi ha detto...

Rolling Stones a milano a giugno.
Sarà anche la solita solfa ma io vado senza se e senza ma......

Unknown2 ha detto...

Livio. Grazie Luigi! Grande notizia, x tanti motivi.
Intanto anche Springsteen conferma che tante cose bollono in pentola, a cominciare da un tour mondiale 'appena possibile'.
Restiamo responsabilmente positivi, ce lo meritiamo

bobrock ha detto...

Io ho già prenotato Blackmore hyde park …per dormire …adesso vediamo se trovo i biglietti 🎟 😂😂😂😂

bobrock ha detto...

Diciamo che ce lo meritiamo

Unknown2 ha detto...

Livio. Ritchie Blackmore! Chissà xchè se ne andò dai Purple! Grandissima perdita: non furono + gli stessi, in seguito. Ma anche lui, che probabilmente non li riteneva alla propria altezza, non è che abbia poi combinato granchè, che dite?

bobrock ha detto...

Bella la tua uscita su Blackmore ; pensavo non ti piacesse il versante hard .
Aveva un carattere impossibile, sempre incazzato . Bastava guardare le foto d’epoca .
Lo hai mai visto sorridere ?
Comunque il suo percorso post purple mi è piaciuto . I rainbow 🌈 erano un buon gruppo. Nulla a che vedere con i purple ma mi piacevano . Poi è impazzito e si è travestito da menestrello medievale. Ma come spesso accade le donne fanno sragionare .

Unknown2 ha detto...

Livio. Diagnosi impeccabile su RB. E x fortuna che qualche donna ogni tanto ci fa sragionare :)
Dell'hard rock (come si chiamava allora) ho amato l'inizio: Purple, Sabbath, Uriah Heep; gli stessi Zeppelin rientrano nel mazzo, secondo me. Fenomeno prettamente inglese, che ho poi progressivamente abbandonato: non vedevo sviluppi interessanti, solo stanche riproposizioni, a parte qualche splendida eccezione (qualcosa dei Metallica, ma soprattutto ACDC, Cult e Guns'n'Roses che mi attizzano molto. Ovvero dove l'hard aggiunge più o meno un po' di profumo blues). Come sempre, gusti prettamente personali e del tutto opinabili...

armando ha detto...

A dire la verità non sono mai stato un fanatico dell'hard rock o perlomeno di quel rock più duro,nel quale genere o catalogazione, abitualmente si fanno rientrare le band di cui sopra,però ci sono delle eccezioni e lavori che ho amato molto.Tra le più note adoro i Led Zeppelin,di cui conservo gelosamente i primi vinili e ho una preferenza assoluta per il terzo capitolo. Dei Deep Purple al tempo della scuola, avevo compagni di classe che mi passarono " Made in Japan" con l'inevitabile riff di "Smoke on The water" uno dei primi rudimenti quando inizi a buttare giù la prima sequenza di accordi sulla chitarra e poi qualcos'altro preso qui e là senza una sequenza logica.Ad ogni modo adoro il primo,anche se non c'è Gillian alla voce e loro erano più psichedelici. Mi hanno divertito sempre gli AC.DC. e i primi album ancora scivolano che è una bellezza,anche se al tempo Young si incazzava se gli parlavi di Hard Rock ! Non so quanto gli Areosmith possano inserirsi nel filone ma credo siano un crossover tra l'hard rock e il mainstream,ma ad ogni modo il loro album che preferisco è "Honkin' Hobo",bellissimo omaggio al blues ! Non so che dire dei Greta Van Fleet di cui presi i primi due...li trovo divertenti e bravi, ma credo sia ancora presto per capire dove finisca il loro fare verso ai Led Zep e dove inizi la loro originalità...?

Armando

bobrock ha detto...

Led Zeppelin tutta la vita , sono durati il tempo giusto e hanno al loro attivo una discografia ( quasi perfetta ) . Purple , sabbath hanno fatto scuola . Possono piacere o meno ma hanno dettato un genere .
Livio posso dirti che alla fine degli anni 80 ho visto i Guns due volte e sono stati due concerti di rara bruttezza per i quali come spesso ho fatto quando resto deluso live ho letteralmente buttato via i dischi .
Per quanto riguarda Aerosmith gran bel gruppo e ottimi musicisti.
Però temo che stiamo facendo una invasione di campo nel blog del padrone di casa e non vorrei incorrere in ammonizioni .
Ps : io ho saldamente un biglietto per Hyde Park e domani compro Milano ( soggetto Rolling )
Direi che siamo giunti alla fatidica ultima volta .

corrado ha detto...

Mai dire mai e mai dire ultima volta! A meno che il Russo non ci butti l'atomica in casa.
Non penso che Stones e altri vecchietti si sentano arrivati alla fine, idem per Springsteen.
Per quanto riguarda l'hard rock, a me non ha mai interessato, forse perché la mia generazione ha conosciuto soprattutto la versione paccottara, sfociata da un lato nell'heavy metal e dall'altro in robaccia commerciale. Tra '80 e' 90 però ho amato molto i Jane's Addiction, che hanno portato novità e freschezza nel genere

Unknown2 ha detto...

Livio. Sempre puntuali e condivisibili le vs osservazioni. I LedZep sopra a tutti, gli Aerosmith ottimi (mainstream, ok, ma che classe, ragazzi!) e i Guns sopravvalutati, x quanto un pugno di buone canzoni ce l'abbiano; inqualificabili poi sul lato umano x certi beceri atteggiamenti sessisti, razzisti, e in generale da microcefali irrecuperabili. Salverei Slash, che mi è sempre parso il meno odioso del mazzo.
Anche i Purple, che con Blacknight e Child in Time sono stati tra i miei 1i ascolti, un po' sopra gli altri. X assurdo il sempiterno riff di Smoke li ha + danneggiati che altro, ma erano 5 musicisti coi fiocchi, assolutamente, e insieme una potenza.
Dei Sabbath soprattutto Paranoid, la canzone perfetta. Il solo di Tony Iommi ce l'ho scolpito in testa, e non esce +. La voce di Ozzy deliziosamente paranoica.
Perfino i Jethro, nei tormentoni Locomotive Breath e Aqualung hanno mischiato del buon hard... Grandi i Jane's, un po' pallidi i Greta.
I cazziatoni del Prof me li merito tutti e li accetto umilmente.
Sugli Stones sono dubbioso. Non vorrei rovinare l'immagine che ne ho nel cuore. E' un po' il discorso del Prof su Springsteen, che invece vedrò comunque: ho accettato da tempo il suo fatal declino

Armando Chiechi ha detto...

A dirla tutta non ho programmato nessun concerto ma sicuramente qualcosa come sempre accadrà. Dopo due anni di pandemia, lockdown vari e restrizioni a fasi alterne e non sappiamo come evolverà questo tragico conflitto, il mio più grande desiderio per l'estate a venire, è quello di mettermi on the road e come diceva Kerouac andarmene in giro libero come un'ape.

Armando

bobrock ha detto...

Due commenti due :
Il primo riguarda i Janes Addiction visti a Milano nel 1990 e sono uno dei miei dieci concerti preferiti
Il secondo : Stones ….. ho preso i biglietti per Milano e Londra . É l’ultimo valzer….il primo é stato nel 1982 e già allora pensavo di essere fuori tempo massimo . Non posso non andare anche perché sono fermo da troppo tempo e il medico mi ha consigliato massicce dosi di musica dal vivo …..

Unknown2 ha detto...

Livio. Il tuo medico deve aver studiato coi miei stessi Prof... solo che io mi sono specializzato in Sp.steenologia, lui, ancora meglio, in Stonesologia :) :) :)
Tutti d'accordo sui Jane's Addiction: grande musica

Armando Chiechi ha detto...

Mi sa che devo recuperare sui Jane's Addiction e di cui non ho mai preso nulla, per quanto ricordi le recensioni sul Mucchio. Se ricordo bene erano i tempi in cui uscivano i vari Black Crowes,i Primal Scream " Stonesiani" di " Give out but...",Todd Snyder,le conferme di uno Steve Earle nel periodo artisticamente più fecondo e tanto altro di cui abitualmente parliamo...!!?!

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Nothing's shocking, 1988, e Ritual de lo Habitual, 1990, sono i loro lavori + riusciti, secondo me. Un mix schizoide di 'metal, psichedelia, hard rock, punk, new wave, crossover, funk, folk' (da una critica d'epoca). Fondatori del Lollapalooza, poi Perry Farrell fonderà i Porno for Pyros, e Dave Navarro sostituirà John Frusciante nei RHCPeppers (ricordate il libro di E. Brizzi?). Quanti anni, mammamia...

corrado ha detto...

I Jane's avevano infilato una tripletta di dischi pazzesca, piena di idee e di stili diversi. Dal vivo avevano tirato fuori belle versioni di classici Stones e Velvet Underground. Poi si sono sciolti per le solite stupidaggini. Perry Farrel aveva realizzato due dischi molto buoni con i Porno for Pyros, mentre Navarro aveva dato un minimo di credibilita ai Red Hot Chili Peppers (mai piaciuti al sottoscritto). Le successive reunion non sono state entusiasmanti, ma che musicisti... Meglio insomma mantenere il ricordo del periodo d'oro 1987-1992. Mio fratello li aveva visti a Milano, grandissimo concerto per lui e grandissimo rimpianto per me

Zambo ha detto...

Per me l'hard rock inizia coi Led Zeppelin e finisce con i Led Zeppelin. Se poi vogliamo metterci quelli che dal blues sfiorano l'hard come i Free, i primi Black Crowes e i Gov't Mule, beh è un altro discorso. Riguardo i Jane's Addiction visti in concerti a Milano, ottimo show, non li definirei hard anche se hanno molte componenti del genere. E' vero, Lloyd Cole con i Commotions furono deludenti a Milano come pure Everything But The Girl, 50 minuti scarsi di concerto, ma anni dopo Lloyd Cole tornò come solista con un altra formazione in cui il chitarrista era il bravissimo Robert Quine (Lou Reed) e fu un ottimo concerto di rock aguzzo e metropolitano.

Armando Chiechi ha detto...

Mauro se ricordo bene mi sa che scrivesti un bell' articolo illuminante sul vecchio Mucchio e a proposito dei vari Everything But Girl, Sade, Style Council formazioni del nuovo fenomeno Cool tutto inglese..?

Armando

bobrock ha detto...

Ritornando al commento di Zambellini su Lloyd Cole evidentemente ho sbagliato a non dargli una seconda chance. Ma i loro primi due dischi mi piacevano talmente tanto che rimasi deluso della pochezza che ascoltai dal vivo. Da giovane ero molto impulsivo ……oggi riesco a vedere e/o ascoltare con un altra prospettiva .
Sul versante hard rock evito ulteriori commenti ; ma ci sono molti gruppi dei tempi che furono che ho apprezzato. Ne cito solo uno quelli con uno dei migliori batteristi mai visti Neil Peart .

Unknown2 ha detto...

Livio. Ammetto che il drummer dei Rush ho dovuto cercarlo su google, ma è un gruppo che non ho mai seguito davvero.
I Free di Paul Kossoff riportano ai mitici (x me) anni '60 e ad alcuni brani (All right now, Fire and water, Wishing well, The Hunter,...) di diritto nella mia play. La morte del chitarrista, a 26anni durante un volo di linea, fu uno shock terribile.
I Crowes e i Muli li avevo quasi pensati hard, ma poi li avevo dirottati, come i Free, nel + nobile (sempre secondo me) rock blues...
Categorie, x fortuna molto flessibili e del tutto aperte. La nostra non è musica da archivisti.

Armando Chiechi ha detto...

I Black Crowes tanto devono ai vari Free, Stones ecc..ma quando ho capito che il loro raggio d'azione era più ampio di quello che si pensava all'inizio ho cominciato davvero ad amarli.Il secondo loro album lo avevo amato più del primo ma è stato con " Amorica" che in me è scattata la scintilla!! Ancora più vari i Gov't Mule e Warren Haynes un gigante della chitarra. Il suo lavoro con i Railroad Earth poi, un ulteriore conferma della sua impredivibilita'....almeno per me !!

Armando

Zambo ha detto...

Amorica è l'Exile On Main Street degli anni novanta

Unknown2 ha detto...

Livio. Grandi Black Crowes. Ho tutta la discografia, compresi un paio di dvd live. Penso mi piacciano proprio x quel retrogusto di Stones, Free, ma anche Faces (la voce tanto simile a Rod Stewart). In assoluta controtendenza negli anni del grunge e della techno, loro alimentarono senza pudore anche i miti southern rock e psichedelico.
A me anche il primo, molto stonesiano 'classico', piacque un sacco. E come dimenticare il live con Jimmy Page? Perla assoluta

Unknown2 ha detto...

Livio. Mi ripeto, ma i Crowes anche live (visti in supporto a un tour di Neil Young) erano davvero potenti e autentici. Niente trucchi e grandissima efficacia, nonostante i numerosi cambi di formazione (sempre rimpianto Marc Ford) e i dissidi continui fra i fratelli Robinson.
Tanti gli split e i tentativi di carriere solistiche, ma infine si sono riuniti ancora. Vedremo se dura, ma i concerti sono ben recensiti

bobrock ha detto...

Livio sarei stato in seconda fila ai crowes con Page. Ricordo bene il dispiacere per l’annullamento. La speranza di un recupero . E poi la certezza che non ci sarebbe più stata partita . Ogni tanto sento quel live ed un paio di boots .
Mi sarebbe piaciuto un album in studio

Unknown2 ha detto...

Livio. Bob, ci resta la testimonianza su disco, che certo però non pareggia la perdita dell'evento live.
Un capitolo a parte si potrebbe dedicare agli annullamenti di date già fissate coi pretesti + stravaganti, ma di solito, purtroppo, x scarsa vendita dei ticket. Colpa nostra, insomma (? e il rispetto dovuto ai 'pochi' che il biglietto lo avevano già acquistato?). Io, qualche anno fa, rimasi malissimo x la cancellazione di John Mellencamp a Udine. Era il tour in cui apriva i concerti con un video... Da allora il Little Bastard mi sta molto meno simpatico.
In generale però trovo sempre interessantissimi gli 'omaggi' ai grandi del passato, un ringraziamento a chi ha influenzato i grandi di oggi. Impareggiabili in ciò i Gov't Mule, è anche x qs che mi piacciono tanto. Warren Haynes ha davvero una cultura rock enciclopedica e sorprende sempre x la scelta dei brani e l'amore vero con cui li ce li porge, ma anche il suo ex partner negli Allman, Derek Trucks, non è da meno, con la riproposizione in toto del 'Mad Dogs & Englishmen' di Joe Cocker e Leon Russell. O Lucinda, coi suoi juke box post covid... Etc etc etc
In qs modo avverto l'animo del fan in alcuni grandi del rock, li sento molto + vicini a me, a noi, e al nostro modo viscerale di vivere questa musica impareggiabile.

Armando Chiechi ha detto...

Vero Livio, Warren Haynes è un grande musicista e fine conoscitore della materia e da quanto si legge dalle interviste rilasciate, pare un vero gentleman del sud. Tutta quella generazione di musicisti a lui affine sembra aver ereditato e aggiornato con freschezza il linguaggio che fu dei vari Delaney & Bonnie da una parte e degli Allman dall' altra. E a proposito di chitarre, ho trovato proprio oggi a prezzo da offerta veramente conveniente l' ultimo Crossroad Guitar Festival del 2019 ed uscito l' anno seguente. Certo magari non tutte le performances saranno imperdibili ma c'è da goderne tra i vari Clapton, Jeff Beck, Keb'Mo, Marcus King Band, Sonny Landreth, Tedeschi Trucks Band ecc....

Armando

bobrock ha detto...

Mellencamp ha una reputazione di grandissima testa di cazzo.
Mi ricordo bene quel tour ero a Vigevano .
Il concerto cominció alle 22.30 quando sul biglietto 🎫 c’era scritto 20.30
Il pubblico era veramente incazzato ; anche perché sorbirti un suo documentario prima del concerto era veramente un nonsense.
Il pubblico era abbastanza numeroso , parliamo di 1500 2000 persone ma non fu particolarmente caloroso .
Erano come ho detto incazzati o forse si aspettavano un novello Springsteen ma di fatto parliamo di artisti che hanno avuto percorsi differenti anche se si sono sfiorati.
Nel complesso suonó 90 minuti ma a Roma il concerto venne accorciato di venti minuti perché il pubblico era poco numeroso e a Udine la leggenda narra di 700 biglietti staccati . E lui non ha suonato
Purtroppo spesso salvo ai concerti del boss e pochi altri ci sono state innumerevoli volte di artisti che hanno suonato per 4 gatti oppure concerti che sono saltati .
I rush quando suonarono al forum c’erano 3000 persone . Un gruppo abituato a riempire le arene 🏟 di tutto il mondo 🌎
Al giro successivo ovviamente hanno balzato l’Italia .

bobrock ha detto...

Armando e Livio ho visto i muli 17 volte live …
Ho una bella maglietta autografata da Warren e ……per me è veramente una gran bella persona oltre ad un musicista sopraffino .
Ci sono chitarristi migliori ma lui ad ogni assolo mi comunica qualcosa di emozionante .
Ovviamente se non ci sono casini andrò a Chiari
E purtroppo devo saltare Pistoia ma ho i PJ a Londra prenotato da due anni 😂😂😂

Armando Chiechi ha detto...

Grande Bob,tu e Zambo siete i nostri inviati speciali delle Good Vibrations.

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Del tutto d'accordo sulle valutazioni 'umane' di WarrenH e mellencamp espresse da Bob.
Ed è anche vero che se ai concerti andiamo poco (parlo x me, ovvio) non possiamo poi lamentarci se l'Italia è spesso esclusa dai tour + interessanti. E' il classico serpente che si morde la coda. X qs mi unisco ad Armando, e chiedo davvero, x favore, al Prof e a BobROCK! due righe di commento sui vari concerti che vedranno in futuro. Un'impressione, mica una recensione da tre pagine... Pollice recto o pollice verso, ecco.
Poi so benissimo che non è la stessa cosa, ma penso la mia pigrizia sia anche favorita dall'enorme quantità di musica 'live' in video reperibile sulle varie piattaforme e in tv. Rai5 offre meraviglie, sempre disponibili poi su Raiplay per la visione 'quando vuoi tu'. Su sky arte stanno dando Life in 12 bars (Clapton), già prenotato su mysky... Subentra dipendenza...

bobrock ha detto...

Out of the blue: probabilmente già sarete informati a maggio esce ristampa di Live at El Mocambo in doppio cd e presumo altre vari formati.
Ovviamente parliamo di Rolling Stones

Luigi ha detto...

Vista la scaletta e considerato il periodo storico ed il piccolo club in cui è registrato saremo di fronte ad un disco dal vivo incredibile.
Attesa spasmodica.
PS
Penso che anche il nostro stimato prof sia in fibrillazione.

Unknown2 ha detto...

Livio. Mi associo: considero il dvd di Fort Worth '78 tra i loro migliori concerti (filmati) in assoluto. Immagino pertanto che l'esibizione del Mocambo, tanto speciale (piccola venue, concerto a sorpresa con nome falso, scaletta 'sfiziosa'), di un anno e qualche mese prima, sarà una chicca assoluta.
Vale la pena ricordare come qualche stolto all'epoca li desse già x decotti, pronti a inchinarsi all'uragano punk. Basterebbe riascoltare 'When the Whip comes down', da Texas '78, x capire che ai punk loro davano km e km di classe, passione e perfino potenza pura.
Oggi, 45anni dopo, tutti possono vedere cosa ne sia del punk, e cosa, invece, dei Rolling Stones.
Attendiamo articolone dal Prof!

corrado ha detto...

Il punk, quello vero, rimane il punk: ha scritto la storia e si è inciso nella coscienza della mia generazione. E per fortuna gli Stones sono sempre stati gli Stones, cioè una delle più grandi e inimitabili rock band di sempre.
A Cesare quel che è di Cesare, insomna

Armando Chiechi ha detto...

Se la memoria non mi tradisce, quella del El Mocambo dovrebbe essere una delle venue contenute nel doppio " Love You Live" disco che adoro al pari di altri live degli Stones e che in una mia personale classifica dei loro ufficiali, non fatico a farlo entrare nella mia top 5, soprattutto per una scaletta a dir poco fantastica. Se queste outtakes fanno riferimento a quel tour mi aspetto grandi cose ?!?

Armando

bobrock ha detto...

Il punk è stato fondamentale ha dato a chiunque la possibilità di esprimersi soprattutto se non sapevi suonare . È stato un toccasana a tutto quel movimento di virtuosi che ho pure amato ma che poi passavano il tempo a guardarsi l’ombelico .
I rolling sono i rolling . Punto e basta .

Unknown2 ha detto...

Livio. Me la sono voluta: ora tocca precisare.
Ho vissuto live l'era punk a Bologna, e ho amato visceralmente quella musica, specie la versione USA, anche se al tempo regnava confusione: su alcune compilation 'punk' d'epoca (inglesi e statunitensi, acquistate nel capoluogo felsineo), compaiono pure i Police, Graham Parker e Tom Petty! E pure Television, Patti Smith, Talking Heads...
Insomma tutto ciò che era giovane e nuovo passava sbrigativamente per 'punk', tanta era la voglia di freschezza, la noia per il progressive e in generale la musica 'impegnata'.
Lodevolmente vennero recuperati personaggi e gruppi finiti nel dimenticatoio, come Lou Reed e i Velvet, Iggy Pop + Stooges, gli MC5 etc, e x contro si rischiava di buttare il bimbo con l'acqua sporca (gli Stones, ma non solo).
Io che ho un buon 10\15 anni + di voi ricordo benissimo cosa si diceva e scriveva allora, e vi assicuro che il clima era quello. Solo a ciò mi riferivo, con me sfondate un portone aperto: io ho sempre messo in cima alle mie preferenze sia gli Stones che il Punk. Nonostante il fenomeno sia sbocciato in Inghilterra (ma sotto l'egida di volponi come Malcolm Mc Laren e Vivienne Westwood), netta predilezione, (x me) x il punk americano (Ramones, gli Heartbreakers di Johnny Thunders e Richard Hell, etc): mi sono sempre parsi musicalmente + quadrati, e anche + sinceri, ma qui si può discutere all'infinito.
Vero: su Love you Live ci sono alcuni estratti da El Mocambo, ma la versione integrale sarà tutta da godere.
Pace, fratelli :)

corrado ha detto...

Dato agli Stones quel che è degli Stones e al punk quel che è del punk, vorrei tornare brevemente sui Delines. The Sea Drift è un disco bellissimo e non mi stanco di ascoltarlo. Magari quando arriverà la piena primavera o l'estate lo lascerò un po' da una parte, ma lavlri come questo danno la dimensione di qual è la differenza fra un grandissimo disco e un buon disco. Ho fatto il confronto con Been around di A Girl Called Eddie, che ha qualche atmosfera in comune e che mi aveva fulminato alla sua uscita. Gran bel disco che però, ascolto dopo ascolto, ha rivelato un po' di monotonia, un po' di mestiere e che ora non ho gran voglia di ascoltare. Ecco, The Soul Drift va in direzione opposta, più lo ascolti più trovi qualche nuovo aspetto che prima non ti aveva colpito. Uno dei punti forti è che ha un solido baricentro nelle storie che vengono raccontate e che rifugggono dal mestiere in generale, come ad esempio per l'ultimo Springsteen, anch'esso comunque un bel disco.
Ma la differenza con qualcosa che rimane quelle due marce in più, è tutta spiegata nella recensione di Mauro
Grazie sempre a tutti voi per il dibattito appassionato che portiamo avanti in questo spazio!

bobrock ha detto...

Livio la mia era una sottolineatura , non ero minimamente in polemica con te ( ovviamente 😌)
Tra i gruppi punk non citati io ho amato gli Husker Du e poi di Bob Mould mai abbastanza considerato .

bobrock ha detto...

Devo mettermi ad ascoltarli . Devo dire che sono poche le donne che hanno catturato la mia attenzione . Molto poche . Pertanto sono un po’ prevenuto . Ho ascoltato un brano uno di questo gruppo. E mi chiedo se poi non sia qualcosa per cui se ne parla per un po’ e dopo qualche anno ( quando va bene )svaniscono nel dimenticatoio.
Però mi riserbo di ascoltarli con cura

bobrock ha detto...

A proposito sarei curioso quale data o date ha scelto Zambellini per i Rolling .

corrado ha detto...

Beh, non ne faccio una questione fra genere maschile e genere femminile, però effettivamente è cosi anche per me. Sarà che il mondo interiore femminile può xreare empatia e attrarre principalmente le donne, non so. Comunque nei Delines il ruolo compositivo e di creazione dell'immaginario è opera della parte maschile, mentre Amy Boone è colei che interpreta (e lo fa al meglio) un mondo concepito da questa componente maschile. Tale soluzione rende il tutto più intrigante e, spero, meno effimero di altri prodotti che alla lunga non lasciano il segno

Unknown2 ha detto...

Livio. Onore agli Husker e alle avventure soliste di Mould e Hart.
E pure io ribadisco la qualità dei Delines (e della recensione di Zambellini).
Si può dire che le creazioni di Vlautin sono filtrate dalla sensibilità di A. Boone, e il tutto funziona alla grande: l'interprete giusta al posto e al momento giusto.
Più in generale, sì, il rock è un ambiente maschio e maschilista, che puzza spesso troppo di testosterone. Un po' retaggio del passato (solo da pochi decenni alle donne è stato riconosciuto il diritto di voto!), un po' frutto della 'durezza' e della 'violenza' di alcuni dei sottogeneri della ns musica, è davvero basso, in percentuale, l'apporto del gentil sesso. Anzi, a volte è stato pure deleterio (Patti Scialfa, e non solo, docet).
Anche qua, il dibattito può essere infinito, ma credo che, allo stato attuale, comandi la qualità: uomo o donna, conta poco se il prodotto che porgi vale l'ascolto.
Il politically correct delle 'pari opportunità', come in politica ad es., sarebbe ridicolo, no?
Ai concerti di donne se ne vedono tantissime, e pure bellissime, ma qui forse c'entra anche il fascino virile di chi sta sul palco...
Resta la mia convinzione che se il mondo fosse governato dalle donne avremmo molte meno delle 169 guerre che attualmente incendiano il globo. E di sicuro qualche artista donna di valore in +, arricchirebbe enormemente la ns musica.

armando ha detto...

Riguardo al punk e per riprendere il discorso dell'esperto in materia Livio,di mio posso dire che ho sempre amato più quello americano e quindi i Ramones su tutti e che in realtà mai si definirono punk e che furono da ispirazione agli stessi Pistols. Discorso a parte per gli inglesi Clash che ho sempre adorato e che sono andati oltre allo stesso genere. Idem per i Jam che forse punk mai furono e il genio di Paul Weller,artista a 360 ° ma che ultimamente mi sembra un pò smarrito !?! Ad ogni modo ho sempre amato quella prima new wave neyorkese formatasi attorno alCBGB's e gli echi dell'ultimo punk americano prossimo al rootsrock della scena losangelina !! Con il senno di poi e per citare ancora Livio, fa ridere a ripensarci, quanto certa stampa estera etichettasse i vari Petty,Parker ecc.sotto il nuovo fenomeno punk e new Wave !?!

Armando

corrado ha detto...

Cavolo, Paul Weller non aveva mai sbagliato due dischi di fila, neanche nei periodi peggiori e ora ne ha toppato ben tre. Certo, non sono brutti dischi, semplicemente dischetti con poco spessore.
Il valore del punk americano è in tutto e per tutto superiore a quello inglese, anche nella sua evoluzione e in quei gruppi non propriamente punk ma a esso in qualche modo assimilabili: Ramones, Television, Husker Du, Cramps, X, Bad Religion, Adolescents e ne sto dimenticando. Tutti seminali e ancora attuali.
In Inghilterra Clash, Jam, Fall, Damned e poco altro. Persino l'Australia, con Radio Birdman, Barracudas, Celibate Rifles e derivazioni ha proposto un suono che è invecchiato meglio. Anzi, non è invecchiato per niente

bobrock ha detto...

Non vorrei passare per misogino ma volevo far capire la mia posizione sulla questione donne.
Il mio é un punto di vista forse dettato dal testosterone, ma quando vedo iggy Pop e Debbie Harrie o Nick Cave e Pj Harvey beh non c’è storia. Non c’è neanche partita .
E Patti Smith che tanto amo é un maschio mancato.
Ovviamente parliamo di rock per altri generi si apre un mondo .

Unknown2 ha detto...

Livio. Nono, l'esperto qua è il Prof, io solo un appassionato, e in quanto tale fallace. Nel caso specifico (punk), x puri (de)meriti anagrafici l'ho vissuto live e ben ricordo certe contraddizioni oggi ormai superate. Tutto qua. X il resto il mio parere vale il Vs, e x qs è bello qui dibattere.
Ovviamente non intendo dare del misogino a nessuno, memore anche di precedenti scambi proprio con Bob, in cui eravamo entrambi scettici sulle varie Susan Tedeschi, Yoko Ono, P. Scialfa, Linda Eastman... E' un fatto che il gentil sesso abbia poco spazio nelle ns discoteche, e che forse un po' di sensibilità femminile in + non guasterebbe, ma il confronto qualitativo è effettivamente impietoso, e solo di qs si parla fra noi.
Ammetto di non amare particolarmente i Clash (di cui possiedo comunque gran parte della produzione) ma credo che a loro il termine 'punk' stia un po' stretto: x qualità musicale, x varietà di ispirazioni, x l'impegno sociale profuso, mi pare vadano oltre.
Adoro gli australiani underrated e ai già citati aggiungerei, anche al di là del puro punk, almeno i grandi Hoodoo Gurus e i Church.
Dei Jam ho ottimi ricordi. Gli Style Council mi presero meno, e da lì ho un po' abbandonato Paul Weller: limite solo mio, ma non si può star dietro a tutti. Allora si va dove ci porta il cuore: notoriamente cieco ma almeno sincero...

Armando Chiechi ha detto...

Hai perfettamente ragione Livio riguardo al cuore e nell'arte è giusto che sia lui a comandare. Per quel che riguarda le donne i miei dischi/CD ne contano tante e credo che loro vincano a piene mani soprattutto sul versante blues/soul e Jazz, quanto in buona parte del cantautorato americano,chiaramente qui includendo tante più o meno connesse al rock come una certa Lucinda Williams. Concordo per esempio su quel che dice David Crosby a proposito di Joni Mitchell e della sua grandezza e basterebbe riascoltare i suoi dischi per comprenderne un' evoluzione spaventosa. Sul versante più rock-garage/underground giocato sulla tipica formula basso, chitarra e batteria, do ragione a Bob, per quanto adori una Christie Hynde. Su Patti Smith potrei riportare quanto dice sempre Bob e non ce ne voglia Patti che rimane figura unica e insuperabile per la sua caratura morale, umana e artistica !!

Armando