martedì 7 marzo 2023

GARY ROBERT ROSSINGTON 1951-2023


 

Affetto da tempo da seri problemi cardiaci, il 5 marzo se ne è andato l’ultimo rimasto degli originali Lynyrd Skynyrd, Gary Rossington, chitarrista formidabile e fondatore con Ronnie Van Zant, Albert Collins e Bob Burns della più popolare formazione southern rock esistita ( considerato che gli Allman Brothers si sono sempre e solo reputati una blues band). La saga della band di Jacksonville è così arrivata al capolinea anche se probabilmente il brand sarà usato per continuare una leggenda che ormai non è più la stessa. Nato il 4 dicembre 1951 a Jacksonville, Gary Robert Rossington partecipò alla realizzazione dei migliori dischi dei Lynyrd Skynyrd divenendo uno degli elementi cardini della band,  lasciando la firma in brani epocali come Simple Man, Down South Jukin’, I Ain’t The One, Gimme Back My Bullets, Sweet Home Alabama  e facendo da fulcro a quella irresistibile guitar army che lo vide protagonista con Albert Collins, Ed King, Steve Gaines prima ed in anni seguenti con Hughie Thomasson e Rickey Medlocke. Se la prima fase della band, con l’indimenticabile cantante  Ronnie Van Zant  è quella che si ricorda con più affetto, vessillo delle “cattive maniere” del southern rock con una musica aspra e corrosiva, fatta di riff sporchi e brucianti e di canzoni che non facevano mistero dell’ identità sudista, spesso rivendicata con le lodi all’whiskey, le risse al bar, l’atteggiamento ribelle del “vivi di corsa, lavora duro, muori giovane”,  e con live act capaci di rivaleggiare con i più titolati Rolling Stones, Who, Led Zeppelin,  non va dimenticata la fase post-reunion del 1987 con Rossington ancora protagonista. Tantomeno il resto della  sua carriera. Linea di separazione è il tragico incidente aereo che falcidiò la band di Jacksonville causando la morte di Ronnie Van Zant, Steve Gaines e sua sorella Cassie, lasciando pesanti conseguenze anche in Gary con braccia, gambe e bacino rotti e stomaco e fegato perforati.


 Quel nefasto 20 ottobre 1977 è una delle date che tutti gli amanti del southern rock ricordano bene, la fine dei glory days di quell’idioma musicale che tanto fece per il Sud-Est degli Stati Uniti (gli Allman si erano momentaneamente sciolti proprio in quei giorni) sdoganando un luogo geografico che si pensava  ostaggio di una sottocultura razzista e reazionaria, e grazie a quell’esperienza musicale  legittimato in termini di un innocente quanto sentito  spirito di comunità e appartenenza. Come ogni novella sudista che si rispetti, sia la storia dei Lynyrd Skynyrd che quella degli Allman hanno subito la mannaia della maledizione con morti, incidenti e drammi oltre che cadute rovinose a base di alcol e droga, ma resistono nella memoria collettiva del rock come epopee artistiche ed umane dal respiro epico, imprescindibili nella cultura americana di strada. Quella palude del Mississippi  inghiottì non solo un aereo con a bordo dei musicisti ma un intero sogno ed una grande esperienza musicale, nonostante la caparbia, la tenacia, la passione e  pure la convenienza economica di ribelli confederati  permise che dopo la morte e gli anni bui ci potesse essere se non una rinascita almeno un nuovo capitolo. Alla fine degli anni ottanta, quasi in contemporanea di un altro lutto, quello di Allen Collins, i Lynyrd Skynyrd tornarono in pista proprio grazie alla volontà di Rossington, con il nuovo cantante Johnny Van Zant, fratello minore di Ronnie, per un’altra cavalcata  durata fino ai giorni nostri. Prima che il Lynyrd Skynyrd Tribute Tour 1987 rimettesse insieme i cocci con Johnny Van Zant, il redivivo Ed King, Leon Wilkeson, Artimus Pyle, Billy Powell, Randall Hall e appunto Rossington, quest’ultimo si era leccato le ferite inventandosi con la futura moglie Dale Krantz una formazione sul modello dei vecchi Lynyrd.  Niente di sorprendente per chi bazzica quei suoni ma uno scatto di orgoglio contro il destino avverso nel segno di una comunità improntata alla condivisione perché insieme a Gary scesero in campo i sopravvissuti Skynyrd ovvero  Allen Collins, da qui il nome di Rossington Collins Band, il pianista Bill Powell e il bassista Leon Wilkeson,  oltre al batterista Derek Hess e al chitarrista Barry Lee Harwood.. Dischi più che dignitosi come Anytime, Anyplace, Anywhere del 1980 e This Is The Way dell’anno seguente, fino a quando la moglie di Collins,  Katy Johns muore per emorragia cerebrale durante un parto e la storia si ripete. Attorniato da tanta negatività, Rossington sente il bisogno di allentare i legami con l’ingombrante eredità del passato e crea con la moglie una band a suo nome reclutando musicisti estranei all’universo Lynyrd e virando con due album per la MCA verso un Adult Oriented Rock radiofonico con punte di hard-rock.  Dal 1987 sarà di nuovo in forza ai rinati Lynyrd Skynyrd lasciando il segno con la Gibson Les Paul del 1959 acquistata da una donna il cui fidanzato l’aveva abbandonata dimenticandosi della chitarra,  ed impreziosendo di blues il suono della band. Doveroso riguardare i tanti filmati live in circolazione, sia con la formazione originale che con quella del post-reunion quando fattosi crescere ancora di più i capelli, col cappellaccio ed una lunga palandrana scura Rossington pareva uscito da un film western nei panni di un fuorilegge di qualche banda dedita al furto di cavalli. Memorabili i suoi assolo con l’inseparabile Les Paul in Call Me The Breeze, in Swamp Music  ed in That Smell, magnifica canzone scritta da Ronnie Van Zant e Albert Collins per l’album Street Survivors  pare indirizzata allo stesso Rossington andato a sbattere con la sua Ford Torino contro una quercia sotto l’effetto di alcol e droga. Come memorabile è il suo apporto nella kilometrica Freebird dedicata a Duane Allman  perché è vero che l’assolo lancinante lo faceva la Gibson Explorer di Collins prima e Medlocke poi, ma chi preparava la pista di lancio era Rossington che con la Gibson SG  “slidava” affinché la canzone si liberasse di lì a poco in uno spazio e in altezze in quel periodo consentite solo a Stairway To Heaven dei Led Zep. 



Gary Rossington è stato un grande chitarrista ed uno dei simboli del southern rock, oggi ne piangiamo la scomparsa ma il suo tocco e la sua Simple Man rimarranno per sempre.

MAURO  ZAMBELLINI    MARZO 2023

35 commenti:

Unknown2 ha detto...

Livio. Sottoscrivo in tutto e x tutto.
I Lynyrd sono stati la parte istintiva, ingenua, semplice, hard di quel 'southern rock' mai costituitosi in effettiva compagine, ma vivissimo e autorevole sotto l'egida dei sommi Allman.
Orgoglio identitario (mr. Young will remember...), chitarre al vento, Freebird kilometrike in tempi di pezzi da 3minuti, tuesday's gone. 'Uomini semplici', dal grande cuore, che tanto hanno contato nella ns cultura rock.
Resilienti ad ogni schiaffo della vita, e quanti ne hanno subiti!, sempre rinati, proprio come gli Allman, con estrema dignità e qualità.
Addio Gary Rossington, la tua musica resta con noi.
E ci accomiatiamo anche da Wayne Shorter, gigante di un jazz che non conosco, e da Alberto Radius, un bel pezzo del beat italiano.
Così è. Onore a tutti loro

Marco ha detto...

E non dimentichiamo David Lindley! Principe assoluto dei sidemen, anche se il termine per lui è assolutamente riduttivo...

corrado ha detto...

Anche David Lindley??? E che cavolo, lo stavo ascoltando proprio qualche giorno fa... EL Rayo X, Mercury Blues... Non riesco più a stare dietro a tutti questi necrologi

Armando Chiechi ha detto...

Ormai è questione legata al nostro quotidiano e non fai in tempo a sfogliare un giornale o ad accendere il cellulare che trovi il necrologio puntuale. Non ho fatto in tempo ad apprendere la notizia della dipartita di Lindley e Shorter che ne arriva un' altra e sempre più palpabile la sensazione che un'altra porzione della nostra gioventù è volata via ! Appassionato il post di Mauro, che trasuda tutto l' amore che ha sempre avuto per il Southern rock ,tanto che conservo gelosamente una sua guida scritta per la Giunti, sempre utile e comoda per un ripasso veloce. Che dire...questa volta è davvero finita ed è ancora più triste perché ad ogni loro nuova uscita già da tempo ci si domandava chi tra loro fosse rimasto e chi invece volato tra le praterie del cielo. Certo i mitici Lynyrd Skynyrd rimarranno quelli della line up prima del fatale incidente, ma tutto sommato fino ai primi anni '90 seppur avendo inserito scampoli di hard rock hanno comunque mantenuto certe loro vecchie radici. Erano sicuramente quella formazione ruspante e la band più squisitamente southern tra quelle venute dal Dixie, con i pregi e difetti di un' umanità redneck che è facile etichettare in modo sbrigativo e sempre più difficile capire . Evidenziarono quanto il vecchio Sud non potesse più essere quello di una volta e furono pure astutamente furbi da non farsi travolgere da dibattiti politici, così mantenendo dalla loro pure un' audience più conservatrice. Per me al pari di un Gram Parsons seppero fare sedere allo stesso tavolo hippies e rednecks e pure avvicinarsi con il loro rock'n'roll tinto di blues e Honky Tonk a quello altrettanto elettrico e ruspante di una Detroit bluecollar, lontana..si..ma ubriaca e vogliosa di chitarre, birra e bourbon a volontà!!

Armando

Zambo ha detto...

grazie Armando bello il tuo post e grazie anche a Livio

Zambo ha detto...

Oggi leggo commenti trionfali sul concerto milanese dei Blackberry Smoke, non ci sono andato, me ne sono perfino dimenticato tanto mi interessavano. Li vidi un po di anni fa al tempo del disco Woorpill, mi sembra che si intitolasse così, al Carroponte. C'erano molti fans che poi criticarono (in modo gentile e positivo) la mia recensione perchè avevo parlato bene di J.D Simo, il supporter grande show, ed ero stato tiepido con loro. Ho sempre ascoltato i loro dischi ma non mi hanno mai appassionato, tiepidi, col freno a mano tirato, più una country-rock band della West Coast che souther rock, nulla a che vedere col dna boogie delle bande del Sud. Belle canzonette, suonate e arrangiate bene ma nulla più, per quanto riguarda, mai una escandescenza elettrica che faccia pensare al southern rock. E devo dire che stimando Charlie Starr possiede una voce che non mi acchiappa. Punti di vista personali. La cose migliore è il loro look ed il merchandising.

Luigi ha detto...

Consoliamoci con la prossima uscita dei fratelli Robinson che testimonia il tour passato anche da Milano del trentennale di shake your M.
In saletta oltre al disco intero alcuni loro hits e la cover di Papa was a rolling stone ,It 's only R n r ( Stones) e rock n roll dei Velvet

Luigi ha detto...

Scaletta ( non saletta )

paolob ha detto...

Forse sei troppo severo con i BlackBerry Smoke che hanno il difetto fondamentale di non avere un contraltare alla personalità dominante di Charlie Starr, che è indubbiamente bravo. E certo sembrano avere il freno a mano troppo tirato. Con la morte di Gary si chiude la gloriosa saga degli Skynyrd anche se magari faranno ancora dei concerti, ma il sud ha qualche band interessante come Steel Woods e Whiskey Myers oltre ai B. Smoke.

Armando Chiechi ha detto...

Credo che il sud degli States abbia già da tempo conosciuto una rinascita attraverso una moltitudine di band e solisti, i quali tra l' altro in modo brillante sono riusciti a superare pure certi vecchi cliché. Sopra tutti ci metterei i Drive By Truckers così come Jason Isbell e i 400 Unit. Personalmente adoro pure i J.Grey & Mofro come i Lucero ma certamente sono troppi per nominarli tutti, compreso i tanti songwriters come Chris Stapleton ,Hayes CarI o Israel Nash Gripka . I BlackBerry Smoke non mi dispiacciono ma a parte i primissimi lavori non sono andato oltre ma in ambito countryrock trovo più dinamitardi i Reckless Kelly. Ad ogni modo con la nuova Southern scene ce ne per tutti i gusti !!

Unknown2 ha detto...

Livio. David Lindley, anch'io ne ero all'oscuro. Nessun lancio di agenzia, x lui. Troppo di nicchia? Eppure ha reso grandi tanti dei dischi che amiamo!
B. Smoke: tendo a pensarla come il prof. Avevo preso, pieno di aspettativa, viste le recensioni, il live del 2014, ma... un paio di ascolti, forse, poi è tornato a prender polvere sullo scaffale.
X quel che mi riguarda temo sia un problema generazionale: cresciuto ad Allman e Skynyrd, + le band satelliti di qs 2 capostipiti (i gruppi di D. Betts, di Gregg, di C. Leavell; Rossington-Collins etc) senza dimenticare ad es. i grandi Marshall-Tucker, ZZ Top, Charlie Daniels e tanti altri (cito a caso: Kentucky Headhunters, Wet Willie, 38 Special, Molly Hatchet, Stillwater...). X me il Southern Rock sono loro.
Come al solito fatico a seguire chi è venuto dopo, ma benissimo fate voi, giovani e svegli, a segnalare chi merita ascolto, fra figli e nipoti.

Unknown2 ha detto...

Livio. Luigi: entusiasmante la scaletta del prox Live Black Crowes (ecco un grande gruppo southern anni '90!). Se la resa sonora sarà buona, acquisto obbligato (amo tantissimo il loro primo lp)

Franco ha detto...

tra tutti quelli che avete giustamente menzionato, secondo me mancano i North mississippi allstars.

Marco ha detto...

A me non dispiace neppure la Allman Betts Band, se non altro per il coraggio (o la sfrontatezza?) di aver scelto quel moniker con due cognomi così "pesanti".

Paul ha detto...

Finiti gli allman, terminati gli skynyard, gente come i BBS me la tengo comunque stretta. Non mi lacerano l'anima come i fratelli Robinson, non hanno in scaletta una descending o una girl from a pawnshop, ma a meno di 30€ mi garantiscono 2h di sano e onesto deciso rock&roll spruzzato di country, con i dovuti richiami ai classici (zz top, little feat, tom petty), suonato con maestria e professionalità e con dei fonici capaci (a differenza dei suoni pietosi dei Crowes a ottobre nello stessa location). Per me è un deciso e sicuro SI!!!

Luigi ha detto...

Fine settimana in compagnia dei Lucero autori a mio parere di un nuovo disco molto bello e che rinvigorisce il suono di derivazione southern.
Bravi e degni di un ascolto i Nude Party con il nuovo Rides on .
Un po' di delusione per l'ennesima copertina e disco del mese a Van Morrison da parte del Busca. Sara' anche un buon disco ( no l'ho ascoltato) ma ogni tanto un po' di sangue giovane non sarebbe male.

Armando Chiechi ha detto...

Concordo Luigi, c'è chi scherza a proposito delle copertine del Buscadero e la tua osservazione è stata fatta più volte e giustamente dal padrone di casa. Ho ascoltato qualcosa dell' ultimo Van Morrison e le sue riletture sembrano fatte con gusto e rispetto, dopotutto li c'è dentro tutto quello che lo ha ispirato in gioventù e seppur Van lo faccia da un po', possiede comunque la decenza di rileggerle adoperando le giuste accortezze, cosa che non è accaduta con un suo vecchio fan della costa del Jersey. Per rimanere invece ai nomi più giovani e tra le anteprime dello scorso mese, ho ascoltato con immenso piacere l'ultimo di Eddie 9 V e Myron Elkins,lavori diversi tra loro ma che mi stanno intrigando molto e sui quali credo ci farò un bel pensiero.

Unknown2 ha detto...

Livio. L'ultimo Van the Man, omaggio allo skiffle, predecessore del british rock, è estremamente gradevole ma tutt'altro che memorabile. 23 pezzi estremamente simili tra loro sono forse anche troppi.
Appoggio (io, dinosauro) la mozione freschezza x le cover Busca, ma si sa che quando si tratta di VM Carù va in iperglicemia...
Ne ho già detto, ma un gruppo giovane ce l'ho anch'io: Teskey Brothers forever!
Il problema audio ai concerti è piaga irrisolta da sempre, almeno qui in Italia. E non mi si dica che anche da noi non esistono Service attrezzati, preparati, competenti. Troppo spesso veniamo intronati da bassi preponderanti (pare essere mania dei fonici, quella dei bassi).
Non so, forse gli organizzatori vogliono risparmiare, ma se accoppi il suono da palasport (notoriamente terribile) a impianti inadeguati e fonici inesperti, il concerto va a farsi... benedire.
Bob, nostro superinviato live, illluminaci!
E se i BSmoke, ad un ticket onestissimo accoppiano musica abbondante, divertente e un suono di qualità, che dire: bravi a loro! Giusto lodarli. Che poi mi piacciano o meno conta solo x me

Paul ha detto...

D'accordissimo, largo ai giovani, basta che abbiano il DNA giusto!!!
Oltre ai meravigliosi Teskey Brothers e De Wolff già citati, io sto facendo un tuffo nel passato attraverso The Cold Stares (suoni seventies sulle orme dei Free) e Dirty Honey (rock blues che mi hanno riportato ai primi Aerosmith, potentissimi dal vivo 1 mese faxs Milano). Basta cercare e c'è bellezza da vendere anche negli under 40

bobrock ha detto...

Caspita il southern rock attira ancora consensi . Questo mi stupisce piacevolmente. Pensavo ad un genere ormai finito nel dimenticatoio.
Dirty honey mai sentiti ..,.che cazzo sto proprio invecchiando. Adesso me li segno così al prossimo passaggio vado a sentirli . Tra parentesi gli Aerosmith … grandissimo gruppo. Dal vivo una gioia per le orecchie.
Ps: x Livio se ad un concerto si sente male…. Il concerto volente o nolente sarà una delusione .
A fine mese si riparte : due date di Waters in cantiere . Mi aspetto il solito big show …con le solite stesse canzoni 😂😂😂 astenersi primi Floyd

Paul ha detto...

Dirty honey scoperti per caso, sorprendentemente folgorato.
Hanno aperto per Who e Guns&Roses, e per il leg americano del tour dei Black Crowes. Torneranno a Pistoia aprendo ai Wolfmother.
A Milano mi hanno davvero entusiasmato!

Unknown2 ha detto...

Livio. 22 e 23 maggio, Royal Albert Hall. Tributo a Jeff Beck, con Clapton, Rod Stewart, Doyle Bramhall, Gary Clark Jr, Billy Gibbons e altri...
Bob, anche se il 21 sei a Roma x Sp.steen, ti vedo già sull'aereo!

Unknown2 ha detto...

Livio. Cosa ne pensate di Elvis(il film)? X me grossa delusione.
Di musica si parla pochissimo, Sam Phillips compare x 3secondi.
Tutto centrato sulla figura viscida del 'colonnello' Parker (un Tom Hanks sempre + gigione che fatalmente ruba la scena allo sconosciuto belloccio che interpreta Elvis).
Solito apologo moralista all'americana su ascesa\caduta di una star: madre alcolista e possessiva, padre imbe(ci)lle, euforia da successo (che pare causato solo dall'ancheggiare che provoca orgasmi in serie alle spettatrici...), parassiti, scelte sbagliate, droga, persecuzione delle autorità bacchettone, depressione, famiglia sfasciata, the show must go on, bla bla e morte a 42anni.
Parker ignobile, odioso e autoassolutorio.
E sì che l'inizio, tutto blues maledetto(con Gary Clark Jr che fa 'Big Boy' Crudup) e gospel delirante prometteva...
Mah, Elvis, comunque lo si valuti musicalmente, ha fatto la storia della ns musica, e meritava di meglio.

bobrock ha detto...

Livio i concerti con ammucchiate di star non mi fanno fare i salti di gioia ; mentre il film su Elvis non l’ho visto e dubito che lo vedrò .
Anche in questo caso penso che siano lontani dalla realtà

Unknown2 ha detto...

Livio. Scherzavo, Bob. E' vero che tributi e ammucchiate spesso si risolvono in delusioni musicali. Un paio di nobili eccezioni potrebbero essere The Last Waltz e il concerto x il trentennale di Dylan, formidabile catalogo di stupende cover dylaniane. Anche i tributi dei Gov't M. ad Allen Woody non sono male, però...

Armando Chiechi ha detto...

Jam ed happening musicali..dipende sempre dai casi e dal tipo di concerti che si organizzano, poi è chiaro che i tributi sono sempre un' incognita... comunque aspetto sempre con curiosità i vostri preziosi feedback. Riguardo l' ultimo film di Elvis non l' ho ancora visto e sono fermo al vecchio con Kurt Russell e quello intitolato " Elvis the early Years" con Rhys Meyers in cui ho trovato una maggiore somiglianza anche se in genere i biopic sono sempre materia che scotta. A memoria ne ricordo pochi di bellissimi tra i quali " Bird" di Clint Eastwood, " Ray" di Taylor Hackford, " Cadillac Records" sulla storia della Chess davvero bello, idem ancora per un grande Dexter Gordon in " Round ' About Midnight" nei panni di "se stesso"per quanto nel film il suo personaggio era immaginario. Poi per rimanere al film in questione ne ho sentito parlare bene e non mi permetto di esprimere un giudizio ma dello stesso regista il suo " Grande Gatsby" l' ho trovato esagerato oltre ogni misura li dove il primo con Robert Redford era più aderente al personaggio e al grande libro di Francis Scott Fitzgerald!!

Zambo ha detto...

Entrambi hanno fatto un disco di cover, entrambi hanno ripreso brani e sonorità che li avevano allietati da giovanissimi, entrambi hanno una carriera sterminata alle spalle, non sono mai stato un grande fan di Van Morrison pur apprezzando la sua musica e comperando tanti suoi dischi, ho straveduto per Bruce Springsteen ma per come hanno realizzato questi ultimi dischi di cover

Skiffle-Strong Survive 4 a 0 e palla al centro

bobrock ha detto...

Un rimando a Bruce é impossibile non farlo 😂😂😂😂😂
Livio per Londra seconda sera ci sono ancora due tipologie di biglietti 🎫: da 444 sterline oppure da 6300 ( in pratica si affitta un palco per 12 persone ).
Che biglietti ti compro ???😂😂😂😂

Unknown2 ha detto...

Livio. Bob, fàmo 'na cosa 'alitaliana': compriamo in società un palco e poi vendiamo (alitaliana) 20posti a 400euri 'luno'. Che dddici? :)

Su Van-Bruce-cover purtroppo sono d'accordo col Prof, ma non infieriamo sul povero(si fa x dire) Boss in malattia: 3concerti già annullati, e stasera mi sa che sarà il quarto...

bobrock ha detto...

Livio mica male come idea 😀😀😀
Ps: a luglio Dylan 5 date in Italia . É ufficiale io passo. Dopo Amsterdam mi sono definitivamente arreso, ma aspetto recensioni al limite del mistico. Sento già chi dirà che non lo ha mai sentito così up and colse and personal

Unknown2 ha detto...

Livio.Un grandissimo grazie a Zambo x la recensione del libro di racconti di James Lee Burke, autore immane, secondo forse solo a James Crumley, nel variegato, profondo, ricchissimo territorio del noir americano.
Grande notizia che alfine qc in Italia si sia deciso (almeno vivissimamente spero) a ripubblicarlo in integrale, con traduzioni e confezione finalmente all'altezza.
Almeno 4 romanzi della serie Dave Robicheaux attendono da anni un'edizione italiana, mentre le ultime uscite (fanucci e unorosso) erano state un florilegio di svarioni di traduzione e pessime confezioni!
Per non dire dei primi (capo)lavori della serie usciti (vergogna!) solo su Giallo Mondadori e mai + ripubblicati (ma i primi 2 uscirono su baldini e castoldi).
Insomma un bordello editoriale di proporzioni bibliche, per uno degli autori + veri, profondi, ispirati del crime mondiale, cantore della Big Easy e di quel Bayou che tanto amiamo anche in musica, non solo zydeco.
Se Clete Purcel potesse avere fra le mani x 1\4 d'ora chi ha 'curato' finora la copertura italiana di JL Burke, ne farebbe polpette...

Armando Chiechi ha detto...

Giusto Livio... concordo su tutta la linea riguardo James Lee Burke evidenziando pure quanto sia triste che un autore del suo calibro sia ancora sconosciuto nel nostro paese. Ultimamente ho visto in edicola una piccola serie dedicata a Jim Thompson, del quale ho tutto o quasi, ma me ne mancavano proprio quel paio che ho trovato tra i vari quotidiani esposti, giusto per dire che qualche volta se ne può approfittare se il prodotto è curato e almeno non è di quelli con le copertine leggerissime e i caratteri sui quali necessiti di una lente di ingrandimento. Ma per tornare a Burke,trovo sia ingiusto trascurarlo anche perché al di là dell'aspetto strettamente legato al genere, scrittori come lui sanno anche scrivere bene, oltre che saper indagare e svelare tutti quegli aspetti connessi alla società e a tutti i suoi mali possibili. Una qualità comune a non tutti...ma Burke ha la stessa stoffa di gente come Chandler, Price,Winslow e un Nesbo per rimanere alla nostra Europa. Certo di aver dimenticato altri ma la memoria comincia a vacillare con l'età.

Buon Weekend a tutti.

Unknown2 ha detto...

Livio. Grandissimo Jim Thompson, Armando. Il suo pessimismo cosmico può anche spiazzare, ma con una vita tormentata come la sua, cosa ti puoi aspettare?. Era pagato un tanto al kilo, considerato ingiustamente un autore da dime novels (fascicoletti da 10cent). Pertanto produsse moltissimo, mantenendo sempre però un livello di qualità insuperato.
Molti film dai suoi libri, ispirò anche The killer inside me, gran disco dei fantastici Green on Red.
Thompson è scomparso tanti anni fa, x qs puoi trovarlo in economica. Con un autore vivente, come JL Burke, è tutto + complicato.
PS: di Burke, dimenticavo l'ennesimo editore. Meridiano Zero lo promosse tra il 2004 e il 2008, e fu forse il migliore, per diffusione e qualità del prodotto

Armando Chiechi ha detto...

Vero Livio, Jim Thompson ci ha lasciato gran bei libri e tra chi ha guardato alla sua opera per tradurla in immagini vale la pena ricordare il Sam Peckinpah di Getaway con uno straordinario Steve McQueen, cosa che non è riuscita al suo disastroso remake con un insignificante Baldwin* (anche nei panni di Robicheaux* in un altro film trascurabile) o a " The Killer Insider Me" con Casey Affleck che reputo riuscito fino ad un certo punto. Superlativo invece il Dave Robicheaux interpretato dal grande Tommy Lee Jones per Tavernier. Fatto bene a citare James Crumley che reputo un gigante del genere e belli tutti quei pochi libri tradotti per l'Einaudi.

Unknown2 ha detto...

Livio. Del Getaway con l'odioso Alec Baldwin mi tengo stretta solo la splendida\splendente Kim Basinger.
Crumley fu soprattutto insegnante di scrittura creativa e purtroppo produsse pochissimo: neanche 10 romanzi 'lunghi', equamente suddivisi tra i suoi due private eye Milton Chester Milodragovitch e C. W. Sughrue (compresi un libro con tutt'e due e un altro romanzo),
ma sempre più del suo mitico mentore Richard Hugo, eminente poeta americano, che pubblicò un solo romanzo giallo.