mercoledì 27 novembre 2024

JAMES LEE BURKE Clete Jimenez Edizioni

Per la prima volta nella serie del detective Dave Robicheaux, l’autore James Lee Burke affida il ruolo di protagonista a Cletus Purcel, storico compagno di avventura di Robicheaux, investigatore privato, ex membro del Dipartimento di Polizia di New Orleans  allontanato per i suoi modi non propriamente ortodossi e veterano di guerra. Sempre in prima linea quando c’è da prendere la parte dei più deboli, corazza dura e pochi punti deboli, Clete sa che Dave è il cavaliere errante e lui lo scudiero ma non per questo rinuncia ad immergersi in prima persona nel lercio mondo della Louisiana del Sud stravolto dalla droga,  abitato da corrotti invischiati con la politica, da papponi capaci di accarezzare una donna solo con la frusta o sottometterla con l’eroina, da riccastri in cerca di notorietà ma semplici pedine di un gioco più grande di loro, da ambigue femme fatale disposte a tutto, da sudicie frattagli umane che inneggiano ai campi di concentramento nazisti e non si fanno scrupolo nel commerciare il leprechaun, nome di un uno gnomo irlandese per nascondere una sostanza altamente tossica capace di scatenare una epidemia mondiale. Tutto inizia quando Clete trova la sua Cadillac Eldorado del 1959 saccheggiata e fatta a pezzi da un gruppo di teppisti coinvolti nel traffico di droga, il suo passato tormentato emerge con prepotenza e scatena una reazione istintiva pensando a quegli spacciatori che hanno venduto il fentanyl  a sua nipote, morta per overdose. Si mette sulle tracce dei responsabili e viene assunto da una donna misteriosa per indagare su suo marito che sembra coinvolto con i responsabili del traffico di leprechaun, imbattendosi di conseguenza in una serie di brutali omicidi ad opera di un uomo tatuato che compare nelle situazioni più impensabili. L’intreccio si complica, Clete ha allucinazioni in cui vede Giovanna d’Arco rivelarsi  come consigliera e protettrice nell’ aiutarlo a sfuggire agguati mortali, mette in dubbio i secondi fini della donna che lo ha assunto come detective e con l’aiuto di Dave Robicheaux entra nel corto circuito di un mondo in cui i bastardi che hanno distrutto la sua Caddy ed i relativi personaggi di contorno potrebbero essere le pedine di un piano molto più oscuro e pericoloso di quanto potessero immaginare. Avvincente e violento e sorretto dall’inconfondibile prosa di James Lee Burke, umoristica, sagace, visionaria, altamente  lirica quando si dilunga nelle descrizioni di quella parte della Louisiana che si estende tra New Orleans e la regione cajun, trasportando i lettori letteralmente in quel luogo di magia e mistero.  Era un luogo antidiluviano che poteva essersi formato durante il primo giorno della Creazione e poi essere stato dimenticato: era selvatico e minaccioso in modo tranquillo, con le paludi e gli acquitrini che sfociavano nel Golfo del Messico senza che se ne vedesse la fine. La sua bellezza testimonia se stessa, come una signora vanitosa e temibile. I chilometri di canneti sommersi, tifa e muschio appeso alle querce, i pellicani che volano in  formazione, il rollio delle nuvole  e le trombe d’acqua all’orizzonte ti fanno tremare. Il sole non  cala, muore, e il suo fuoco si porta dietro il fumo rosso”,  Clete  porta una nuova prospettiva ad un serie divenuta iconica, il miglior romanzo a puntate sul profondo Sud americano nella costante lotta tra la giustizia dei deboli ed il male dei potenti e criminali, letture che non si vorrebbero mai concludere tanto perspicaci sono le metafore sociali e la vena dissacrante dei due protagonisti. Forse in Clete  sono più importanti l’analisi psicologica dei personaggi, la dettagliata descrizione ambientale, la suggestione visionaria di un Medioevo che sale  come nebbia dal bayou, più che la storia stessa, quasi un pretesto per potarci in un universo che si vorrebbe contemporaneamente vivere e fuggire. Come afferma Clete a pag.307  : “ Sempre meglio che vivere nella Città della Noia.  Come diceva il grande filosofo americano Bob Seger, datemi il vecchio rock n’roll di una volta”.

MAURO ZAMBELLINI       NOVEMBRE 2024

 

 

2 commenti:

Unknown2 ha detto...

Livio. Non posso che condividere in toto l'entusiasmo per un autore cardine del noir mondiale. Leggerò Clete e sono certo che ne sarò entusiasta, come di tutta la serie Robicheaux, che secondo me migliora (se possibile) di volume in volume, replicando ogni volta l'eterna lotta tra Bene e Male che stanno, sì, in tutti noi. Poi ognuno sceglie da che parte stare, e combattere.
Leggete e fate leggere James Lee Burke, gigante letterario tout court e non solo nel più o meno ristretto ambito di genere. In Italia ancora incredibilmente poco noto e apprezzato, stramerita tutto il nostro appoggio!

Armando Chiechi ha detto...

Concordo con Livio. James Lee Burke fu una meravigliosa scoperta ma a distanza di anni e ad ogni uscita riesce a rinnovare quelle vecchie emozioni. Invecchiando è difficile ritrovare certe vibrazioni ed entusiasmarsi come un tempo ma quando accade è bellissimo, perché senti che non sei solo e dopotutto c'è forse ancora una luce in fondo al tunnel....piccole certezze che si rinnovano e ti fanno sentire vivo,tra le pagine di un libro quanto davanti ad un grande schermo ,ad un concerto e perché no anche in quel piccolo spazio vicino ad uno stereo...