Per la prima volta nella serie del detective Dave
Robicheaux, l’autore James Lee Burke affida il ruolo di protagonista a Cletus
Purcel, storico compagno di avventura di Robicheaux, investigatore privato, ex
membro del Dipartimento di Polizia di New Orleans allontanato per i suoi modi non propriamente
ortodossi e veterano di guerra. Sempre in prima linea quando c’è da prendere la
parte dei più deboli, corazza dura e pochi punti deboli, Clete sa che Dave è il
cavaliere errante e lui lo scudiero ma non per questo rinuncia ad immergersi in
prima persona nel lercio mondo della Louisiana del Sud stravolto dalla droga, abitato da corrotti invischiati con la
politica, da papponi capaci di accarezzare una donna solo con la frusta o
sottometterla con l’eroina, da riccastri in cerca di notorietà ma semplici
pedine di un gioco più grande di loro, da ambigue femme fatale disposte a
tutto, da sudicie frattagli umane che inneggiano ai campi di concentramento
nazisti e non si fanno scrupolo nel commerciare il leprechaun, nome di un uno
gnomo irlandese per nascondere una sostanza altamente tossica capace di
scatenare una epidemia mondiale. Tutto inizia quando Clete trova la sua
Cadillac Eldorado del 1959 saccheggiata e fatta a pezzi da un gruppo di
teppisti coinvolti nel traffico di droga, il suo passato tormentato emerge con
prepotenza e scatena una reazione istintiva pensando a quegli spacciatori che
hanno venduto il fentanyl a sua nipote,
morta per overdose. Si mette sulle tracce dei responsabili e viene assunto da
una donna misteriosa per indagare su suo marito che sembra coinvolto con i
responsabili del traffico di leprechaun, imbattendosi di conseguenza in una
serie di brutali omicidi ad opera di un uomo tatuato che compare nelle
situazioni più impensabili. L’intreccio si complica, Clete ha allucinazioni in
cui vede Giovanna d’Arco rivelarsi come
consigliera e protettrice nell’ aiutarlo a sfuggire agguati mortali, mette in
dubbio i secondi fini della donna che lo ha assunto come detective e con
l’aiuto di Dave Robicheaux entra nel corto circuito di un mondo in cui i
bastardi che hanno distrutto la sua Caddy ed i relativi personaggi di contorno
potrebbero essere le pedine di un piano molto più oscuro e pericoloso di quanto
potessero immaginare. Avvincente e violento e sorretto dall’inconfondibile
prosa di James Lee Burke, umoristica, sagace, visionaria, altamente lirica quando si dilunga nelle descrizioni di
quella parte della Louisiana che si estende tra New Orleans e la regione cajun,
trasportando i lettori letteralmente in quel luogo di magia e mistero. “ Era un
luogo antidiluviano che poteva essersi formato durante il primo giorno della Creazione
e poi essere stato dimenticato: era selvatico e minaccioso in modo tranquillo,
con le paludi e gli acquitrini che sfociavano nel Golfo del Messico senza che
se ne vedesse la fine. La sua bellezza testimonia se stessa, come una signora
vanitosa e temibile. I chilometri di canneti sommersi, tifa e muschio appeso
alle querce, i pellicani che volano in formazione,
il rollio delle nuvole e le trombe
d’acqua all’orizzonte ti fanno tremare. Il sole non cala, muore, e il suo fuoco si porta dietro
il fumo rosso”, Clete porta una nuova prospettiva ad un
serie divenuta iconica, il miglior romanzo a puntate sul profondo Sud americano
nella costante lotta tra la giustizia dei deboli ed il male dei potenti e
criminali, letture che non si vorrebbero mai concludere tanto perspicaci sono
le metafore sociali e la vena dissacrante dei due protagonisti. Forse in Clete
sono più importanti l’analisi
psicologica dei personaggi, la dettagliata descrizione ambientale, la
suggestione visionaria di un Medioevo che sale come nebbia dal bayou, più che la storia
stessa, quasi un pretesto per potarci in un universo che si vorrebbe
contemporaneamente vivere e fuggire. Come afferma Clete a pag.307 : “ Sempre
meglio che vivere nella Città della Noia. Come diceva il grande filosofo americano Bob
Seger, datemi il vecchio rock n’roll di una volta”.MAURO
ZAMBELLINI NOVEMBRE 2024
2 commenti:
Livio. Non posso che condividere in toto l'entusiasmo per un autore cardine del noir mondiale. Leggerò Clete e sono certo che ne sarò entusiasta, come di tutta la serie Robicheaux, che secondo me migliora (se possibile) di volume in volume, replicando ogni volta l'eterna lotta tra Bene e Male che stanno, sì, in tutti noi. Poi ognuno sceglie da che parte stare, e combattere.
Leggete e fate leggere James Lee Burke, gigante letterario tout court e non solo nel più o meno ristretto ambito di genere. In Italia ancora incredibilmente poco noto e apprezzato, stramerita tutto il nostro appoggio!
Concordo con Livio. James Lee Burke fu una meravigliosa scoperta ma a distanza di anni e ad ogni uscita riesce a rinnovare quelle vecchie emozioni. Invecchiando è difficile ritrovare certe vibrazioni ed entusiasmarsi come un tempo ma quando accade è bellissimo, perché senti che non sei solo e dopotutto c'è forse ancora una luce in fondo al tunnel....piccole certezze che si rinnovano e ti fanno sentire vivo,tra le pagine di un libro quanto davanti ad un grande schermo ,ad un concerto e perché no anche in quel piccolo spazio vicino ad uno stereo...
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