sabato 27 dicembre 2025

MY BEST of 2025

Mi scuso con tutti i lettori di questo blog per non essere stato molto attivo quest’anno ma i cambiamenti successi nel Buscadero mi impongono una quantità di lavoro molto maggiore che in passato quando la rivista aveva una gestione amatoriale se non famigliare, non dettata dai tempi e dalle esigenze di un editore come Sprea. Considerate poi che il sottoscritto non ama particolarmente il computer, per cui il tempo libero che mi rimane lo preferisco spendere all’aria aperta, nei boschi, in moto o in vela, ai concerti. Tutto ciò non mi ha impedito di tenere le orecchie aperte e di aver ascoltato una discreta quantità di musica anche quest’anno.



Alcuni dei miei dischi preferiti e mi riferisco a JACK SHIELDS & MOJAVE RUSH con Cherry Pick The Past, doppio album in cui è possibile trovare l’intera gamma espressiva di un songwriter rock tra acustico, elettrico, intimo e psycho, TIM CARROLL  con Keep Coming Back, rock d’autore venato di blues e Lou Reed, e KATHLEEN EDWARS, rockeuse di area americana, li ho ascoltati solo sulle piattaforme perché come supporto fisico non sono mai stati pubblicati. E questo la dice lunga sullo stato attuale della discografia, ormai espansa in un mare liquido su cui faccio fatica ad ambientarmi. Non capisco poi come possa un artista guadagnarci qualcosa per proseguire la sua attività,  I dischi, e non necessariamente i vinili visto che hanno prezzi da truffa, mi piace ancora ascoltarli e bene sullo stereo. Ma vabbè, il mondo è cambiato.



Per quanto riguarda il lato romantico del rock mi sono piaciuti, e non è il primo anno, i DELINES col loro superbo Mr.Luck and Mrs.Doom, il loro album migliore, ed un cantautore che non è nuovo perché ha alle spalle numerosi lavori ma il suo  Interior Live Oak mi ha catturato per le sue belle maniere, il suo intimismo non stucchevole e soprattutto belle canzoni. Lui si chiama CASS MC COMBS. Relativamente nuovo è CHARLEY CROCKETT la cui voce soulful riesce ad offrire una connotazione diversa e swingante accattivante al country più tradizionale. Forse troppo prolifico ma i suoi due dischi dell’anno, facenti parte di una trilogia ovvero Lonesome Driver e Dollar a Day sono un piacevole ascolto autostradale. Nuoto controcorrente affermando che la svolta soul di MARCUS KING non mi dispiace affatto ed il suo Darling Blue l’ho messo tanto volte nello stereo, per rilassarmi ed immaginare un Sud ancora di vecchio stampo con una voce che è anima ed una chitarra che è fuoco. Del tutto diversi Right Now! dei THIRD MIND di David Alvin, Jimmy Immergluck e Jesse Sykes, un disco che vi porta nel cosmo, dilatando sensi e visioni e da cui non vorreste più scendere, e Bleeds dei WEDNESDAY  la mia massima concessione all’indie rock versante americana. Scalpitante è A Tribute to the King of Zydeco Clifton Chenier dedicato al Re del genere, che parte con una indiavolata Zydeco Sont Pas Salès dei Rolling Stones per poi infilare Charley Crockett, Steve Earle, Lucinda Williams, Jimmie Vaughan, David Hidalgo e via dicendo. Si balla zydeco e si mangia cajun. Dal deep South arriva anche MIKE FARRIS col suo concentrato di soul, gospel e blues The Sound of Muscle Shoals nel quale regala una bellissima versione di Swingin’ di Tom Petty. Tra i veterani ho scelto tre dischi: il sontuoso e caldo Remembering Now di VAN MORRISON, uno che non sbaglia un colpo, il raffinato e rigoroso Saving Grace di ROBERT PLANT  con Suzi Dian e l’immortale canto biblico di Sad and Beautiful World della bravissima MAVIS STAPLES.  Come ciliegina sulla torta aggiungo un disco live perché già l’originale era fantastico ma pure Mad Dogs & Englishmen Revisited della TEDESCHI TRUCKS BAND con LEON RUSSELL una volta tanto non fa rimpiangere il passato.



Capitolo ristampe, ormai non se ne può più, la maggior parte, oltre ad avere prezzi inaccessibili, sono eleganti raschiature del barile con qualche insignificante out-takes ed un concertino del periodo per giustificare l’operazione. Qualcosa è salvabile ma più che altro è questione di gusto personale. Ho apprezzato la Deluxe Edition di Amorica dei BLACK CROWES perché ricompone tutta la genesi di quell’album con tanti titoli che erano apparsi nei Lost Crowes, il Medicine Show: I Know What You Like dei DREAM SYNDICATE perché rimette in circolo un album (Questo non è il nuovo disco dei D.S) che era andato fuori catalogo ed un live che graffia come pochi, e The Definitive Decoration Day dei DRIVE BY TRUCKERS perché consente di ritornare su uno dei dischi cardini di quella band aggiungendo uno sgangherato live acustico suonato con i brani del disco in questione prima che il disco uscisse, dove sembra di stare in una taverna con la band, gli amici e le birre a far baldoria in quella dimensione informale che ormai il rock n’roll ha perso. La ristampa di Black and Blue degli STONES è contradditoria, il doppio CD economico consente di riascoltare il disco originale come non lo avete ami sentito, con un mixaggio (Steven Wilson dei Porcupine Tree) da favola, ed un secondo CD con le jam con Jeff Beck che sono una leccornia. Ma il meglio e purtroppo sono nell’edizione costosa sono i due concerti delle Pietre nel 1976 a Earls Court a Londra e all’Abbatoirs di Parigi. Beh qui è roba pesante, tra il meglio in assoluto degli Stones dal vivo, sesso, droga e rock n’roll di prima qualità. Non hi potuto esimermi di acquistare Nebraska 82 ma al di là di un paio di out-takes interessanti, se proprio non siete un fan-atico, quello che vale è ancora e solo l’album originario del tempo che rimane un capolavoro non solo di Springsteen ma della musica americana in toto. Se proprio volete aggiungere qualcosa guardatevi (e leggetevi) Liberami dal Nulla, un bel film per nulla biopic.



E’ tutto per adesso, Buon Anno amici di zambo’s place.

Mauro Zambellini

 

 

 

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