Mi scuso con tutti i lettori di questo blog per non
essere stato molto attivo quest’anno ma i cambiamenti successi nel Buscadero mi
impongono una quantità di lavoro molto maggiore che in passato quando la
rivista aveva una gestione amatoriale se non famigliare, non dettata dai tempi
e dalle esigenze di un editore come Sprea. Considerate poi che il sottoscritto
non ama particolarmente il computer, per cui il tempo libero che mi rimane lo
preferisco spendere all’aria aperta, nei boschi, in moto o in vela, ai
concerti. Tutto ciò non mi ha impedito di tenere le orecchie aperte e di aver
ascoltato una discreta quantità di musica anche quest’anno.
Alcuni dei miei dischi preferiti e mi riferisco a JACK SHIELDS & MOJAVE RUSH con Cherry Pick The Past, doppio album in
cui è possibile trovare l’intera gamma espressiva di un songwriter rock tra
acustico, elettrico, intimo e psycho, TIM
CARROLL con Keep Coming Back, rock d’autore venato di blues e Lou Reed, e KATHLEEN EDWARS, rockeuse di area americana, li ho ascoltati solo sulle
piattaforme perché come supporto fisico non sono mai stati pubblicati. E questo
la dice lunga sullo stato attuale della discografia, ormai espansa in un mare
liquido su cui faccio fatica ad ambientarmi. Non capisco poi come possa un
artista guadagnarci qualcosa per proseguire la sua attività, I dischi, e non necessariamente i vinili
visto che hanno prezzi da truffa, mi piace ancora ascoltarli e bene sullo
stereo. Ma vabbè, il mondo è cambiato.
Per quanto riguarda il lato romantico del rock mi sono
piaciuti, e non è il primo anno, i DELINES
col loro superbo Mr.Luck and
Mrs.Doom, il loro album migliore, ed un
cantautore che non è nuovo perché ha alle spalle numerosi lavori ma il suo Interior Live Oak mi ha catturato per le
sue belle maniere, il suo intimismo non stucchevole e soprattutto belle
canzoni. Lui si chiama CASS MC COMBS.
Relativamente nuovo è CHARLEY CROCKETT la
cui voce soulful riesce ad offrire una connotazione diversa e swingante
accattivante al country più tradizionale. Forse troppo prolifico ma i suoi due
dischi dell’anno, facenti parte di una trilogia ovvero Lonesome Driver e Dollar a
Day sono un piacevole ascolto autostradale. Nuoto controcorrente affermando
che la svolta soul di MARCUS KING non
mi dispiace affatto ed il suo Darling
Blue l’ho messo tanto volte nello stereo, per rilassarmi ed immaginare un
Sud ancora di vecchio stampo con una voce che è anima ed una chitarra che è
fuoco. Del tutto diversi Right Now! dei
THIRD MIND di David Alvin, Jimmy
Immergluck e Jesse Sykes, un disco che vi porta nel cosmo, dilatando sensi e
visioni e da cui non vorreste più scendere, e Bleeds dei WEDNESDAY la mia massima concessione all’indie rock
versante americana. Scalpitante è A Tribute to the King of Zydeco Clifton
Chenier dedicato al Re del genere, che parte con una indiavolata Zydeco Sont Pas Salès dei Rolling Stones
per poi infilare Charley Crockett, Steve Earle, Lucinda Williams, Jimmie
Vaughan, David Hidalgo e via dicendo. Si balla zydeco e si mangia cajun. Dal
deep South arriva anche MIKE FARRIS col
suo concentrato di soul, gospel e blues The
Sound of Muscle Shoals nel quale regala una bellissima versione di Swingin’ di Tom Petty. Tra i veterani ho
scelto tre dischi: il sontuoso e caldo Remembering
Now di VAN MORRISON, uno che non
sbaglia un colpo, il raffinato e rigoroso Saving
Grace di ROBERT PLANT con Suzi Dian e l’immortale canto biblico
di Sad and Beautiful World della
bravissima MAVIS STAPLES. Come ciliegina sulla torta aggiungo un
disco live perché già l’originale era fantastico ma pure Mad Dogs & Englishmen Revisited della TEDESCHI TRUCKS BAND con LEON
RUSSELL una volta tanto non fa rimpiangere il passato.
Capitolo ristampe, ormai non se ne può più, la maggior
parte, oltre ad avere prezzi inaccessibili, sono eleganti raschiature del
barile con qualche insignificante out-takes ed un concertino del periodo per
giustificare l’operazione. Qualcosa è salvabile ma più che altro è questione di
gusto personale. Ho apprezzato la Deluxe Edition di Amorica dei BLACK CROWES perché
ricompone tutta la genesi di quell’album con tanti titoli che erano apparsi nei
Lost Crowes, il Medicine Show: I Know What You Like dei DREAM SYNDICATE perché rimette in circolo un album (Questo non è il nuovo disco dei D.S) che
era andato fuori catalogo ed un live che graffia come pochi, e The Definitive Decoration Day dei DRIVE BY TRUCKERS perché consente di
ritornare su uno dei dischi cardini di quella band aggiungendo uno sgangherato
live acustico suonato con i brani del disco in questione prima che il disco
uscisse, dove sembra di stare in una taverna con la band, gli amici e le birre
a far baldoria in quella dimensione informale che ormai il rock n’roll ha
perso. La ristampa di Black and Blue degli
STONES è contradditoria, il doppio
CD economico consente di riascoltare il disco originale come non lo avete ami
sentito, con un mixaggio (Steven Wilson dei Porcupine Tree) da favola, ed un
secondo CD con le jam con Jeff Beck che sono una leccornia. Ma il meglio e
purtroppo sono nell’edizione costosa sono i due concerti delle Pietre nel 1976
a Earls Court a Londra e all’Abbatoirs di Parigi. Beh qui è roba pesante, tra
il meglio in assoluto degli Stones dal vivo, sesso, droga e rock n’roll di
prima qualità. Non hi potuto esimermi di acquistare Nebraska 82 ma al di là di un paio di out-takes interessanti, se
proprio non siete un fan-atico, quello che vale è ancora e solo l’album
originario del tempo che rimane un capolavoro non solo di Springsteen ma della
musica americana in toto. Se proprio volete aggiungere qualcosa guardatevi (e
leggetevi) Liberami dal Nulla, un bel
film per nulla biopic.
E’ tutto per adesso, Buon Anno amici di zambo’s place.
Mauro Zambellini





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