Grandi
speranze sfumate dopo un solo ascolto, questo per il sottoscritto è High
Hopes, diciottesimo album di Bruce Springsteen. Sedotto dallo stile
chitarristico di Tom Morello, ex Rage Against The Machine, unitosi alla E Street Band nel marzo del 2013
durante il tour australiano di Wrecking Ball, dove ha sostituito Steve Van Zandt, Morello è diventato come afferma Bruce "la mia fonte di ispirazione che ha dato una
forte spinta a quelle canzoni che già avevo scritto, riportandole all'oggi. E'
uno dei pochi chitarristi che crea un mondo da sé stesso. E' come
The Edge o Pete Townshend o Johnny Marr. La
E Street Band è una grande casa, ma quando Tom è sul palco costruisce un'altra
stanza". Morello non è nuovo alle collaborazioni con
Springsteen, già nel 2008 aveva partecipato ad una versione live di The Ghost of Tom Joad ad Anaheim in California e la sua chitarra
rabbiosa aveva trasfigurato il celebre brano con una furia elettrica metal-grunge.
In High
Hopes Tom Morello non è una comparsa ma è presente in otto tracce su
dodici e oltre a suonare la chitarra, duetta con Bruce in The Ghost of Tom Joad, il
cui arrangiamento si discosta di poco dal precedente episodio di Anaheim, poi
finito in un singolo del 2010 in occasione del Record Store Day. La presenza di
Morello nella registrazione del disco è decisiva e caratterizza il sound di High
Hopes a cominciare proprio dalla
canzone titolo, il suo stile "spaziale", assoli che si protraggono in lunghezza ed
altezza, urli che si levano in cielo doloranti e stridenti, creano una enfasi
sonora che sa di moderno mainstream, un boombastic
sound in contrasto con quel rock n'roll ai confini del soul e del r&b che
ci si aspetta da Springsteen e che nei suoi dischi in studio, purtroppo ormai,
è divenuto una chimera. La scelta di ricorrere a Tom Morello per
"rinfrescare" il sound si accompagna alla produzione di Ron Aniello
(diverse tracce hanno ancora la produzione di Brendan O'Brien) e alla volontà
dell'autore di registrare un disco "anomalo", probabilmente per
inseguire il pubblico delle classifiche pop e una nuova fascia di pubblico più
giovane. Ciò spiega i cambiamenti sonori in atto. Pensate, invece, come
potrebbero suonare le canzoni di Springsteen prodotte dal Rick Rubin di Johnny
Cash o dal T-Bone Burnett di John Mellencamp, ma questi sono sogni. A contrario
di Neil Young, Tom Petty, Dylan e qualche altro, a Bruce oggi non interessa
rimanere fedele al sound con cui è diventato grande e riconoscibile, vuole cambiare,
rinnovarsi, un atteggiamento già sperimentato in passato, quando con Tunnel
of Love "strappò" rispetto ai dischi
precedenti con la E-Street Band, ma là c'erano grandi canzoni ancora oggi
memorabili (provate a riascoltarvi Tougher
Then Rest , Walk Like a Man,
Valentine's Day). Così High Hopes
rimbomba come una pioggia atomica e pare la completa
dilapidazione di quello che fu il thunder
road della E Street Band. Molti si
sono affrettati a dire che High Hopes è un disco di rock dal suono moderno, sarà, io non sono d'accordo, almeno che per rock non
si intenda quel rumore mainstream molto amplificato che accomuna molte
produzioni attuali, dagli U2 ai bolsi Pearl Jam degli ultimi due dischi. L'
aver affidato il timone della band a Tom Morello, come negli anni recenti aver
insistito col produttore Brendan O'Brien, dimostra come in sala di
registrazione Springsteen sia alla mercé del "mago" di turno. Naturalmente
High Hopes ha anche le
canzoni e non solo il sound ma anche qui, ahimè, sorgono altre perplessità, un
album costruito con tre cover (High
Hopes, Dream Baby Dream, Just Like Fire Would), due out-takes di The
Rising ( Harry's Place, Down In The Hole), due canzoni note e sfruttate (American Skin e The Ghost of Tom Joad) più cinque brani nuovi, pare proprio una
anomalia. Come ormai è noto a tutto il
mondo, High Hopes è una bella canzone
dal tiro roots che gli Havalinas,
scapestrato trio di Los Angeles capitanato da Tim Scott McDonnell inclusero nel
loro unico album del 1990 prodotto da Don Gehman. Springsteen la rintracciò
negli oscuri archivi del rock n'roll e con tanti applausi da parte dei fans più
smaliziati, la rimise in circolo al tempo di Blood Brothers offrendone una buona e scalpitante
versione, rispettosa dell'originale. Adesso High
Hopes non è più la stessa, ha
cambiato i connotati, è un bombardamento
di batteria e chitarre metal con trombe e feedback che azzera quello che era il
suo fascino originario in favore di un sound che sa di anni ottanta. American
Skin (41 Shots), diciamoci la verità non è mai stato un pezzo memorabile a
parte la sua denuncia contro la violenza ed intolleranza poliziesca, è stata
"arricchita" di un arrangiamento elettronico e di tastiere, con
un crescendo poderoso che sfocia nell'esplosione finale di Morello, tutto
muscoli e poco cuore. The Ghost of Tom
Joad dopo l'inizio morriconiano
con il violino, è stata messa a bagno nel cromo-vanadio, Furore di
Steinbeck è finito nel furore chitarristico di Morello, l'antica e nobile
chitarra acustica pizzicata alla Woody Gutrhrie sfigurata da una bruta
mitragliata elettrica, come dire la forza più che la ragione. D'accordo
ingigantirla coi i watt in concerto ma che senso ha riproporla così su disco, considerato il fatto che in
questa versione è già stata pubblicata.
Dream Baby Dream si salva non fosse altro perché tra rumori di ferraglia si
scorge l' harmonium dei Suicide e la
voce grave di Bruce intona un pathos solenne e grandioso a cui è difficile resistere. La versione scarna e ascetica del Devils and Dust Tour era comunque altra cosa.
Springsteen
giustifica la ripresa di queste canzoni affermando che "questi sono tra i pezzi migliori scritti da
lui e meritavano una registrazione con tutti i crismi ", i tempi sono
cambiati da quando impiegava quattro o cinque anni prima di far uscire un nuovo
album, adesso non passa anno che non ne sforni uno, riadattando canzoni note e
assemblandole con qualcosa di nuovo così da mettere frettolosamente insieme un
album con l' intento di motivare un nuovo tour. Quando lavora duro Springsteen
dà il meglio di sé, così è nei concerti, così era nei dischi che lo hanno reso
leggenda, non ha la stoffa del genio alla Bob Dylan ma lo spirito di un working
class hero che arriva con un duro, sisetmatico e pignolo lavoro a grandi
risultati. Se Wrecking Ball era un disco riuscito, il suo miglior lavoro
da The
Rising ( a parte le Seeger
Session) High Hopes non pare altrettanto anche se la classe non
svanisce di colpo e ci sono canzoni che alla lunga potrebbero crescere, e sono
le canzoni in cui Morello è in disparte o assente. Just Like Fire Would, per esempio,
dove il chitarrista è un po' più defilato, Frankie Fell In Love, This Is
Your Sword e The Wall. La prima è una canzone dei Saints, gruppo australiano della prima ondata punk, che Springsteen
rifà secondo le dinamiche di un teso rock da strada, con i fiati in stile
Southside Johnny and The Asbury Jukes e col controcanto di Little Steven. Una
ventata di vecchio Jersey sound, finalmente. Frankie Fell In Love , ispirata dai ricordi di quando Bruce e Steve
bighellonavano nel loro appartamento di Asbury Park, ha l'energia del classico
Springsteen sound e, nel testo, un
surreale dialogo tra Shakespeare ed Einstein davanti ad una birra, con lo
scienziato che scrive numeri sul tovagliolo mentre il poeta suggerisce che tutto ha avuto inizio con un bacio. This Is Your Sword cita riferimenti biblici ed occhieggia
alle'atmosfere celtic-roots di Wrecking Ball , The Wall, come dice l'autore, è stata scritta dopo aver visitato
con la moglie Patti Scialfa il Vietnam Veterans Memorial a Washington, sebbene
il titolo e l'idea siano in verità dell'amico Joe Grushecky. Si ispira ai
ricordi di Walter Cichon, uno dei
primi rockers del Jersey Shore degli
anni sessanta, leader dei Motifs, una band ammirata da Bruce per la loro carica
sexy e ribelle, crudi ma sempre un passo avanti agli altri, cool ma sempre
accessibili, "con loro si poteva
parlare di musica e non solo adorarli come gli eroi che tutti avrebbero voluto
essere. " "In sua presenza
percepivo per la prima volta quell'aura di mistero della vera rockstar". Walter Cichon risultò disperso
durante le operazioni in Vietnam nel marzo 1968 e fu una terribile perdita per
gli amici del Jersey Shore ma, come scrive lo stesso Springsteen nelle note
"in qualche modo nella mia mente si
esibisce ancora regolarmente, con quel
suo modo di vestire, di stare sul palco, di tenere il tamburello, quel suo modo
libero e rilassato, quel suo temere e
amare, quel suo andare contro tutto ma con la consapevolezza che comunque, alla
fine, ce la farai. ". Quando dietro ad una canzone c'è una storia, la
canzone funziona e così è per The Wall , lirica,
commovente, evocativa, una ballata sottolineata dal pianoforte e da una
malinconica fisarmonica. Anche Hunter of
Invisible Game è una ballad
melodrammatica che rispecchia la vena intimista di Springsteen. Fosse stato tutto così High Hopes ci saremmo accontentati ed invece Harry's Place, moderna storia di un
gangster che tira le fila delle vite altrui, è piena di riverberi, echi, trucchi,
suono pompato e pomposo, Down in The Hole, voce filtrata e metallica
è costruita sul ritmo di I'm on fire e pare una brutta copia con un po' di elettronica
in più, Heaven's Wall testo biblico
ed una marea di raise your hands, batteria metronomica e wah wah da gruppo
metal, è un falso gospel che scompare al confronto di Land of Hopes and Dreams e
della stessa innovativa Shakey Ground.
Nessuno
qui vuole mettere in discussione un personaggio ed un artista che ci ha dato
tanto coi dischi e i concerti, uno dei pochi "casi" artistici dove
musica e vita personale si sono spesso abbracciate con coerenza e
franchezza ma dietro ad una copertina che ricorda un disco
di Elvis Presley c'è più enfasi che
rock, più calcolo che cuore, e allora a qualcuno è venuta la voglia di zittire per
un attimo le ovazioni da stadio e chiedere di nuovo un disco di credibile rock
n' roll senza trucchi e silicone, perché
uno Springsteen che insegue " il
gusto delle masse" è cosa che non appartiene alla sua (e nostra) storia.
MAURO
ZAMBELLINI
22 commenti:
Magari prima di parlare a sproposito dovresti sapere che uno dei brani citati si chiama ROCKY GROUND
ANONIMO sei un meschino.Abbi rispetto per una persona come Mauro Zambellini.Scusami Mauro ma non c'è la facevo a tacere.
un titolo errato dovuto alla fretta penso sia ancora consentito tra gli umani ( tra l'altro il significato non cambia) ma gli anonimi non mi sono mai piaciuti, sono come quelli che da ragazzini lanciavano il sasso e poi nascondevano la mano.
la penso allo stesso modo. iuliani.wordpress.com/2014/01/01/due-parole-su-high-hopes-di-bruce-springsteen-1-maurizio-montanari/
BO,DOPO UN ALBUM STUPENDO COME WRECKING BALL NON Mi ASPETTAVO CERTO UN CAPOLAVORO,PERò DA AMANTE DEL CANTAUTORATO SECONDO ME L'ALBUM è BUONO ,I TESTI COME AL SOLITO SONO OTTIMI ....PS:NON CAPISCO PERCHè QUANDO SI FANNO RECENSIONI NON SI PARLA MINIMAMENTE DEI TESTI MA SOLO DELLA MUSICA ..STIAMO PARLANDO DI UNO DEI PIù GRANDI AUTORI DI SEMPRE
Forse un ascolto è troppo poco ma, ahimè, anch'io ho avuto la stessa delusa reazione di zambo e quindi concordo con la sua analisi. Peraltro nel caso dei suoi capolavori non è mai servito più di un ascolto x capire che erano tali.
Lo definirei trascurabile, alla stregua di magic e working on a dream. Purtroppo.
Io l'album non l'ho ancora ascoltato..aspetterò la data di uscita ufficiale ma da quel poco sentito in rete,diciamo che non sono rimasto pienamente soddisfatto."High Hopes"la preferivo sull'EP Blood Brothers,"Harry's Place" poteva suonare meglio e al momento "Dream baby dream"sinceramente mi commuove!!Zambellini è il mio critico/recensore preferito da un vita e fidarmi di lui non significa non ragionare con la propria testa ma appurare che solitamente i gusti e i giudizi coincidono salvo poche eccezioni. Potrò anche non trovarmi in sintonia come approvar il tutto, ma dovrò ad ogni modo ascoltarlo nell'insieme.Personalmente al posto di Bruce avrei messo a riposo un po' la E. Street o magari costruito un album su cover pescate dai classici Stax-Atlantic,sfruttando di più la sezione fiati,rimandando l'ispirazione autografa per un album a venire.Ma spesso i sogni non coincidono con la realtà e gli uomini tutti compreso Bruce non sono degli automi!! Ad ogni modo un saluto a tutti e un Buon Lavoro a Zambo che come Bruce seguirò sempre!!! Armando Chiechi(Ba)
disco transitorio, a mio parere anche gli ultimi 3 non lasceranno molta traccia di sè (compreso il sopravvalutato wrecking ball). io adoro bruce, ma credo che come quasi tutti quelli della sua età, il meglio l'abbia già dato. gli riconosco talento, cuore, onestà di fondo ,tanto mestiere ed una ultra-dignitosa parte finale di carriera . non credo sia poco. lo aspetto con ansia anche quest'anno dal vivo, meglio se con dei chitarristi veri e non con le controfigure degli ultimi anni.
Senza il lavoro entusiasmante di Zambo,Bruce in Italia sarebbe stato uno sfigato qualunque.Chi c'era sa di cosa parlo.
Sono molti anni che apprezzo le recensioni del Signor Zambellini e come lui sono stato illuminato l'11.4.1981 a Zurigo. Questa volta non mi trova pienamente d'accordo con la sua recensione in quanto da un ascolto sommario l'album non mi sembra così male. Mi sembra cantato bene e con canzoni che vanno dal discreto al buono (un paio proprio belle).
Con stima
Massimo Lurati
Novazzano (TI)
Svizzera
Ecco ben detto sommario.Non si può toccare il Santo in questo paese di tifosi. Ma io di Santi in città, non ne vedo piu'già da un pezzo. W Zambo
ringrazio tutti quelli che nutrono stima per me e per il mio lavoro, sia quelli che sono in sintonia con la recensione, sia quelli aventi un punto di vista differente, ci mancherebbe altro, il confronto, quando educato, è vitale e formativo......ci vediamo a Bruce in concerto
per Bartolo.....non dimenticare che siamo sempre il paese del Vaticano.....
Hai scritto come sempre con il cuore facendoti del male. Ne sono certo. Ma come puoi vedere, l'onestà intellutuale non è da tutti apprezzata. Per me resti una fuoriserie.Il numero uno del rock.
Carissimi, il nuovo lo devo ancora sentire, ma parlando della discografia del nostro, dopo i 5 album da Btr a Busa per me (live e gh esclusi) i bei dischi sono solo ghost, Seeger e wrecking! Spero solo che HH non sia pregio di Working in a Dream, il punto più' basso! Ma di Zambo mi stra-fido.
Andrea Badlands
anche io debbo ancora ascoltarlo,diciamo però che un album che si presenta con 5 pezzi noti(senza essere un best), con una copertina orrenda ed uno spettro produttivo e compositivo di circa un decennio, già parte male.
Zambo , che seguo fin dai primi anni 80, non fa che sviluppare l'analisi di quello che già in premessa è un passo falso.
E siccome di lui mi fido, stavolta l'amato Bruce aspetterà:decine di altri dischi sono in fila per un ascolto, magari lì ci saranno piu' emozioni che in questo bruce.
Salve a tutti e a Zambo in particolare. Un album va ascoltato e riascoltato per essere compreso e valutato e ad ognuno di noi può arrivare in modi diversi...ma per Dio come si fa a non percepire la mano di Tom Morello che porta canzoni come Tom Joad ad un livello epico e unico....il fantasma di Tom Joad adesso è visibile, ha preso forma con i suoni della sua chitarra. Questa è la versione definitiva... Grazie Bruce, grazie Morello
Scusate sono Ivan il messaggio precedente è il mio.
Ho comprato oggi l'album e tornando dal lavoro,in auto l'ho mandato a ripetizione fino al rientro.Ho letto attentamente i commenti di Zambellini e per "contro" la versione del Bottazzi ore fa..poi ho cercato di ascoltare con le mie orecchie tenendo anche il cuore ben aperto.Credo che l'album necessiti di più ascolti ed al momento pur non trovandolo un gran lavoro ad ogni modo lo reputo interessante!! Direi di un lavoro transitorio ma Bruce saprà ad ogni modo stenderci di nuovo..spero in un album "Rootsy"!!!???Armando Chiechi(ba)
Come ha detto Armando leggere in accoppiata le recensioni opposte di Zambo e Blue sta diventando un classico! Per non parlare dei Best dell'anno! E' meglio ora di quando erano d'accordo 8 volte su 10!
Andrea Badlands
2002A 96624594
Prima di leggere la tua recensione sul Buscadero avevo già acquistato "High Hopes" e non mi era piaciuto come continua a non piacermi ora anche dopo ripetuti ascolti. Mi trovo perfettamente d'accordo con quanto hai scritto: non mi piace la produzione, non mi piacciono le schitarrate del sig. Morello, non mi piacciono le canzoni (tranne un paio, ma è veramente troppo poco da Bruce), non capisco il rifacimento (peggiore) di alcuni pezzi già apparsi sui dischi in passato e, ahimè, mi stà cadendo di tono anche la voce del Boss (almeno, in queste canzoni). Ormai sono anni che compro i suoi dischi quasi per inerzia, giusto perchè li ho tutti e (forse) mi secca interrompere la serie. Anche i suoi ultimi "Magic", "Working On A Dream" e Wreking Ball" non è che mi avessero entusiasmato tant'è che non li ascolto più da molto tempo. Ma dove sono finite le ballate che hanno reso tanto famoso Springsteen? Il rock 'n' roll sanguigno e blue collar dei primi tempi? Capisco che dischi come "Born To Run", "Darkness On The Edge Of Town" e "The River" sono insuperabili e difficilmente ripetibili, come capisco che anche io, purtroppo, invecchio e probabilmente certe novità non le digerisco, però i brividi sulla schiena che mi ha fatto provare il nostro fino a "Nebraska" (1982!) non riesco più a sentirli. Pure i 66 "scarti" apparsi su "Tracks" del 1998 sono migliori di "High Hopes". E tanto per dirne una, in conclusione, stò ascoltando maggiormente e con molto più piacere "Somewhere East Of Eden" dell'amico Joe Grushecky piuttosto che gli ultimi del suo "maestro" Springsteen... Il che, visto dalla mia parte, è tutto dire! Cordiali saluti, Edoardo Martignoni.
Havalinas,disco del mese -quale mese? quandi anni fa?- per il Mucchio Selvaggio presentato da Mauro.Le piccole strade del rock che ci hai fatto conoscere e che abbiamo percorso insieme.Quande anime sono cresciute scoprendo il mondo nelle tue recensioni.Grazie.Di cuore.
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