Finalmente
il 23 aprile del 1963 la BBC concesse ai Rolling Stones una audizione dopo che
Brian Jones aveva inviato loro una accorata lettera con cui si chiedeva di
ascoltare il loro nuovo rhythm and blues di Chicago. Si presentarono Jones,
Jagger, Richards e Ian Stewart, Wyman e Watts non erano reperibili quella
mattina, suonarono I'm A Hog For You,
Baby di Leiber e Stoller e I'm Moving
On di Hank Snow, tre settimane dopo il manager della BBC David Dore rispose
loro con una lettera in cui si diceva che avevano fallito la prova. Inizia
così, nel peggiore dei modi, il lungo e fruttuoso rapporto tra la band e la BBC
inglese, principale responsabile dopo la seconda guerra mondiale della diffusione
della musica popolare, la prima a trasmettere jazz e musica americana e poi
indiscussa mattatrice, sia a livello radiofonico che televisivo, dell'ascesa
del pop e del rock in terra inglese. Dopo quella sfortunata audizione, dopo l'
apprendistato nei locali londinesi adibiti al jazz e dopo la pubblicazione dei primi singoli a
loro nome, i Rolling Stones ritornarono con ben altri risultati negli studi e nei teatri usati dall'emittente,
divenendo ospiti d'eccezione con esibizioni live poco canoniche per l'epoca ma
per questo apprezzate da un pubblico entusiasta, creandosi una popolarità che
trasmissioni come Saturday Club, Top Gear, The Joe Loss Pop Show contribuirono
a lievitare. On Air, edito
nell'edizione standard con 18 tracce e nel formato deluxe con 32 tracce,
accompagnato da un bel volume monografico dello stesso titolo disponibile solo
import, racconta la storia dei Rolling
Stones con la BBC tra il 1963 ed il
1965, gli albori della band nella frenesia dell'epoca, una visuale
sull'adolescenza del gruppo prima che diventassero famosi, quando la loro
esistenza si divideva tra lo squallido e freddo appartamentino al numero 102 di
Edith Grove a Chelsea, luride tavole calde e le prime apparizioni all'Ealing
Club, al Flamingo e al Marquee come intermezzo di esibizioni jazz. Ne viene
fuori l' amore viscerale verso il blues di Chicago, il R&B, il rock n'roll
e i contorni di musica americana tra soul e country, anni formativi spesi con
passione e dedizione, prima di essere la più grande rock n'roll band del mondo.
Una storia affascinante raccontata da un libro zeppo di scritti e fotografie e
soprattutto da 32 titoli selezionati e rimessi a nuovo atti a documentare le
vere e profonde radici musicali della band, il loro esordio e le loro spumeggianti
esibizioni alla BBC. Le canzoni in questione, titoli per lo più noti ai fans,
otto dei quali in versioni mai registrate o pubblicate fino ad oggi e altre
rintracciabili solo in bootleg ed in pubblicazioni semi-ufficiali, provengono
appunto dalle storiche trasmissioni della BBC dell'epoca e mostrano la band nel
pieno della propria euforia esecutiva, esuberante e sorprendente tanto che
sette di queste tracce debuttarono prima sulle onde radio che sui solchi dei
dischi ufficiali. Si va dagli esordi nel 1963 nel radiofonico e leggendario Saturday Club con Come On, il singolo debutto degli Stones, qui presentati dal
leggendario Brian Matthew, Roll Over
Beethoven (mai pubblicata su disco ufficiale), idem per Memphis, Tennessee, al massiccio
materiale del 1964 del Joe Loss Pop Show
(It's All Over Now, I'm Moving On, If You
Need Me, Little by Little), al radiofonico Blues in Rhythm trasmesso da un teatro di Camden (Route 66, You Better Move On, Mona, Cops and
Robbers), al programma overseas Rhythm and Blues (una mai edita
versione di Ain't That Loving You Baby e la strumentale 2120 South Michigan Avenue) fino ad uno dei più significativi
programmi della BBC radio, Top Gear, nella quale la band suonò Crackin' Up (altro inedito) e I Can't Be Satisfied. Ma tra i brani
risalenti a registrazioni del 1964 la cui fonte è il Saturday Club ci sono la beatlesiana I Wanna Be Your Man, Carol, Beautiful Delilah, I Just Want To Make Love
To You e una versione inedita di Hi
Heel Sneakers di Tommy Tucker. Tutto
materiale che testimonia l'attaccamento che
Brian Jones, allora presunto leader della band, e compagni nutrivano verso il
rock n'roll e la musica afroamericana. Cover di Salomon Burke, Chuck Berry,
Willie Dixon, Bo Diddley, Jimmy Reed, Arthur Alexander, Muddy Waters e a
partire dal 1965, dopo lo sbarco in America e la visita agli studi della Chess
Records, anche le prime composizioni originali sotto lo pseudonimo
Nanker/Phelge. Annidate tra cover di pezzi illustri e selezionati, in On Air
spiccano interpretazioni grezze
e vibranti di Satisfaction presa
dal Saturday Club, The Last Time (da
Top Gear), The Spider and The Fly (da
Yeah Yeah) in una forma più vicina
all'elettrizzante immediatezza tipica dei concerti della band piuttosto che
alla versione in studio dei pezzi stessi. Altra chicca interessante è la
curiosa ed inedita Fannie Mae in
origine registrata dal bluesman Buster Brown nel 1959, oltre a titoli più noti come
Cry To Me e Oh Baby! (We Got
a Good Thing Goin' (sempre
dal Saturday Club), Down The Road Apiece e
Everybody Needs Somebody To Love (da Top
Gear).
Il
risultato finale è una band al massimo del suo entusiasmo e della sua intensità,
esempio unico per l'era di un' urgenza interpretativa ed esecutiva
straordinarie, capace di ricondurre gli ascoltatori ai suoi anni giovani e
vigorosi quando la notorietà artistica dei Rolling Stones era già rassicurata
ma la conquista del mondo ancora tutta da effettuare.
Detto questo, sorge però
una domanda, data la diffusione di tale materiale in precedenti dischi, dai
primi album dei Rolling Stones all'abbondanza di bootleg e raccolte
semi-ufficiali che hanno inondato la loro avventura discografica, quasi sempre
di facile reperibilità, quale è la ragione ed il senso di una operazione come On
Air, al di là della sua documentazione cronologica del brillante
rapporto con la BBC? La risposta è da ricercarsi nella eccezionalità della
qualità audio di tale materiale, resa che oscura tutti i precedenti reperti di
tali registrazioni. Per riportare in vita lo spirito originale delle canzoni al
momento della prima esecuzione in radio, i nastri sono stati sottoposti ad un
processo di "separazione delle sorgenti audio", ciò ha comportato il
de-missaggio delle registrazioni ed il coinvolgimento dei tecnici degli Abbey Road Studio (tra cui James Clarke
e Lewis Jones)al fine di ricostruire, riequilibrare e re-missare i suoni
strumentali e vocali di ciascuna traccia, per ottenere un sound più completo ed
efficace. Il sistema si chiama de-mix e apre le porte a possibilità di
registrazioni prima d'ora inarrivabili consentendo ai tecnici dell'audio di
creare nuovi mix e nuovi master. La rivista Wired ha così sintetizzato il
processo "immaginate di poter
destrutturare un frappè e di mettere da parte le fragole, da un'altra le banane
e da un'altra ancora i cubetti di ghiaccio; quindi prendete tutti gli
ingredienti e frullateli insieme da capo". L'ascolto di On
Air è godimento assicurato, come essere presenti negli studi o nei
teatri usati dalla BBC per quelle registrazioni, suoni di una purezza
eccezionale con tutto il pathos del momento comprese le relative imperfezioni,
le chitarre che gracchiano acustiche o stridono elettriche, gli applausi e le
distorsioni, le spigolature e la voce febbrile di Jagger, l'incalzare ritmico
della sezione ritmica e l'urgenza di un rock n'roll bianco mai così vicino
all'essenza del blues. Sentire per credere.
MAURO ZAMBELLINI
5 commenti:
E noi ci fidiamo di te caro Zambo...ma devo fidarmi anche del portafoglio e con tutto quello che stanno pubblicando gli Stones ultimamente,pur essendo chicche prese dagli archivi, è difficile fare una scelta. Ad ogni modo mi mancano ancora il doppio all'Avana (anche se visto sul grande schermo e due volte in TV,rai 5),il seguente recensito da te sul Busca e questo. Prima o poi comunque ci arriverò !!!
Armando Chiechi
Splendida recensione Mauro! Ancora una volta hai colto nel segno!
Splendida recensione Mauro! Ancora una volta hai colto nel segno!
grazie Massimo, detto dal maggior esperto di Rolling Stones in Italia, è un onore
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