mercoledì 14 luglio 2021

LITTLE STEVEN and the DISCIPLES OF SOUL SUMMER OF SORCERY LIVE!


 

Non è mai stato così produttivo Little Steven come negli ultimi anni, dopo che la macchina della E-Street Band è stata messa in garage. Due dischi in studio a suo nome, uno con Springsteen (Letter To You), il tributo ai Beatles di Macca To Mecca!  e due esplosivi dischi live coi suoi Disciples of Soul. Se Soulfire Live!  era la cronaca del tour che aveva fatto seguito al disco omonimo, Summer Of Sorcery Live!  è il resoconto della serata finale svoltasi il 6 novembre 2019 al Beacon Theatre di New York del tour dello stesso disco. Un succoso documento di tre CD e Blu-Ray dove ancor più che nel precedente live viene messa a ferro e fuoco la musica di Miami Steve Van Zandt, con particolare attenzione all’album Summer of Sorcery, in pratica vengono eseguite tutte le canzoni, e con la cospicua presenza dei cavalli di battaglia del suo vasto songbook. Non c’è comunque sovrapposizione col precedente live perché, a parte qualche rimasuglio del passato, la scaletta è per lo più differente. 


Mixato e rimasterizzato da quella coppia delle meraviglie della sala d’incisione che rispondono ai nomi di Bob Clearmountain e Bob Ludwig, questo live riporta più di due ore di infuocato concerto, con l’aggiunta di un CD supplementare riguardante brani estratti da show sparsi tra il 2017 ed il 2019 all’O2 di Londra, al Fillmore, a Brooklyn ed in altre location. Andiamo con ordine, ventisei tracce compongono il succoso menù del Beacon in una speciale festa della musica dagli ampi risvolti dove è possibile trovare tutto quanto ha espresso Little Steven nella sua carriera. Un esuberante, schiamazzante, travolgente e colorato set in cui il rock-soul scarabocchiato garage con echi di psichedelia di Summer of Sorcery si salda coi diversi brani scritti per Southside Johnny e gli Asbury Jukes e con una chicca, la danzante e scatenata Freeze-Frame proveniente dalla J. Geils Band e con in pista il loro frontman Peter Wolf. Episodio davvero pimpante con un R&B sparato a mille come era nello stile della band di Boston, perfetto per continuare la festa celebrativa degli umori estivi di gioventù messi in campo da Summer Of Sorcery,  con il rock and roll a mischiarsi don la musica latina, il doo-wop con il rhythm and blues mentre le chitarre abbracciano i cori femminili, le percussioni portoricane incrociano i fiati grondanti soul, il tutto arrangiato in una sorta di rigoglioso Wall of Sound da sobborgo newyorchese. La sarabanda inizia come nell’album di riferimento con il carico di trombe, sassofoni e voci femminili di Communion,  per poi svolgere uno dopo l’altro Party Mambo!, la salsa rock di Gravity, il micidiale rock chitarristico di Superfly Terraplane, la calda e amorevole Love Again, il gagliardo Soul Power Twist, il sound blaxploitation di Vortex, i toni notturni di Suddenly You e romantici di A World of Our Town, il blues di I Visit of The Blues e i dieci minuti della evocativa ballata che dà il titolo all’album, qui in versione meno fiammeggiante rispetto all’originale ma altrettanto coinvolgente. Come detto sopra non c’è solo Summer of Sorcery sul piatto, il Little Steven terzomondista ricompare in Los Desaparecidos, I Am Patriot e Bitter Fruit nella quale le percussioni si divertono in un numero alla Tito Puente, e i Disciples of Soul imitano gli Asbury Jukes quando vengono pescate le intramontabili Little Girl So Fine, Trapped Again e Love On The Wrong Side of Town scritte da Miami Steve Van Zandt proprio per Southside Johnny. Splendida è Forever con le coriste scatenate in un soul-rock mai cosi eccitante e sensuale, e altrettanto magnifica è Tucson Train rubata allo Springsteen di Western Stars ma rivoltata in una veste di epica ballata rock con le chitarre, i fiati, gli ottoni e le coriste a sostituire il pomposo arrangiamento d’archi.  Dopo l’immancabile Sun City il finale del Beacon è affidato a Out Of Darkness, concessione al suono anni 80 di Voice of America declinata con pathos springsteeniano.



Se questo è il concerto “ufficiale”, il terzo CD non sfigura in quanto a regali. L’inaspettata ed effervescente Club A Go-Go strizza l’occhio ai ricordi giovanili dell’allora Stefanino, era nel repertorio degli inglesi Animals, Bristol Stomp  è un cameo di primi anni sessanta appartenuta al gruppo “a cappella” dei Dovells e la esplosiva e devastante  (Ain’t Nothin But A)Houseparty  registrata durante il tour di Soulfire riporta di nuovo in scena la J.Geils Band con l’amico Peter Wolf.  Ride The Night  vede la presenza del suo autore, l’australiano Jimmy Barnes, che urla con tutta l’ugola di cui è capace mentre delizie chitarristiche arrivano da Nils Lofgren nella sua Moon Tears. Rimane da dire di una magnifica Groovin’ Is Easy, anche questa registrata al Fillmore nel tour di Soulfire, un blues orchestrale e jazzato degli Electric Flag qui impreziosito dalla magnifica voce di uno dei suoi autori, il cantante Nick Gravenites, e del vulcanico finale di Sun City con tutti sul palco: Little Steven e i Disciples of Soul, Jimmy Barnes, Jake Clemons, Peter Garrett, Garland Jeffreys e Bruce Springsteen. Finale esuberante per un live tutto fiamme e divertimento. Consigliato.

MAURO ZAMBELLINI    GIUGNO 2021

 

 




 

111 commenti:

Paul ha detto...

Grazie per la segnalazione Zambo!
Io ho preso da poco peraltro una espanded edition di soulfire live che è un'altra bella chicca (peraltro con poco più di 30€): il doppio cd live già uscito è arricchito anche in questo caso da un terzo di bonus tracks succose (con cover di lusso e ospitate di springsteen e peter wolf tra gli altri) e dal 4rto dischetto con il godibilissimo Macca to Mecca.
Per lui questa fase artistica è
proprio una seconda giovinezza e per noi una estrema goduria.
Buona estate a tutti!!!

Armando Chiechi ha detto...

Mi servirà sicuramente come toccasana e per spazzare tutta la tensione e stress che sto accumulando ultimamente. Grazie Zambo e grazie Steve !!

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Ottimo mix. Io ci ho trovato Santana, Springsteen, Gary US Bonds, Southside Johnny, J. Geils Band, Mc Cartney, una valanga di soul, tantissimo rock. Chitarre affilate ma anche cori sopraffini e fiati a profusione (per non dimenticare chi fu ad arrangiare gli ottoni di Born to Run, dopo mesi di tentativi infruttuosi). Palpabile la gioia di suonare, di divertirsi e di divertire. Di colorare l'estate di ottima musica superbamente arrangiata.
La band pare decisamente più 'oliata' rispetto al pur eccellente Soulfire live.
Del tutto assente, per fortuna, il lato dark che pare risucchiare lo storico pard Bruce in un vortice depressivo senza fine.
Bravo Stevie!!!

bobrock ha detto...

L’ho appena ordinato ; ho ben presente questo concerto visto a Milano .
Se soltanto Miami Steve sapesse cantare sarebbe superlativo .
E poi l’acquisto vale anche solo per la presenza di Peter Wolf artista straordinario

corrado ha detto...

Avevo trovato Soulfire live triplo a 26 €. Comprato al volo e non me ne sono pentito. Bello tutto: le musiche, i racconti di Little Steven, le note di copertina, l'atmosfera generale, le coriste... Se questo disco è anche meglio, non vedo l'ora di ascoltarlo.

Luigi ha detto...

Ho appena finito di ascoltare l'album dal vivo della tedeschi trucks band dove viene riproposto integralmente Layla di Clapton e soci.In precedenza avevo ascoltato operazioni simili (pietre miliari del passato rifatte per intero) da parte di Phish e Gov t mule.
Vorrei sapere la vostra opinione in proposito sopratutto quella del prof.
Non negando la perizia tecnica queste operazioni mi lasciano un po' interdetto.

Luigi ha detto...

A tal proposito c'è un bell'articolo sull'ultimo numero del buscadero ma mi piacerebbe sentire altre voci.
Il discorso si potrebbe ampliare fino al fenomeno delle tribute bands che oggi sembrano essere l'unico modo(purtroppo) per suonare senza andare in perdita

Unknown2 ha detto...

Livio. Secondo me Sorcery Live è piacevolissimo. Vero che Stevie non ha una gran voce, ma con l'aiutino costante delle eccellenti coriste, e magari con qualche magheggio in sede di mixaggio, la falla viene tappata abbastanza efficacemente.
Sui rifacimenti, sempre + di moda, io sono assolutamente favorevole, a patto che chi si cimenta ci metta un po' del suo, un pizzico di personalità e creatività. Campioni del genere, x me, i Gov't Mule del grande Warren Haynes. Le loro cover hanno sempre quel quid che le rende appassionanti. Stones, Neil Young, Pink Floyd (!?!) e tantissimi altri: non mi hanno mai deluso.
In attesa che il Busca arrivi anche qua in periferia, di Tedeschi Trucks segnalo l'ottima riproposizione del Mad Dogs & Englishmen di Joe Cocker (uno dei miei live preferiti), e sicuramewnte ascolterò con piacere il loro Layla Revisited (grazie spotify!).

Zambo ha detto...

Non sono particolarmente attratto dai tributi ma questo non esclude che ce ne siano alcuni che mi piacciono particolarmente, ad esempio i Gov't Mule che fanno i Pink Floyd (li preferisco agli inglesi) e gli Stones. Poi ci sono tributi di artisti diversi ai vecchi del country e del blues davvero interessanti, mi viene in mente uno a Johnny Cash, a Merle Haggard, a Tom T.Hall, a Mose Allison ed uno di chicagoani blues agli Stones. Recentemente ho apprezzato molto uno sulle canzoni di Lou Reed (vedi ultimo Busca) fatto da artisti completamente diversi da loro. Sono molto più critico su certe ristampe faraoniche e costose che aggiungono una manciata di inutili out-takes, badge, cartoline e cotillons e vengono spacciate per indispensabili.

Unknown2 ha detto...

Livio. Credo che il fascino delle rivisitazioni possa derivare dal fatto che di solito si tratta già in partenza di canzoni strepitose (ovviamente si sceglie il meglio del meglio dell'Autore omaggiato). Se poi l'esecutore, oltre al dovuto rispetto, ci mette anche un po' del suo personale talento, la ciambella non può che riuscire col buco.
In particolare il sommo Dylan ha goduto di migliaia di cover, e spessissimo di gran livello. Ovviamente Hendrix e Byrds, ma ognuno di noi può citare decine di versioni di capolavori dylaniani che suonano (bestemmio?) addirittura meglio degli originali! Ricordo lo strepitoso cofanetto dedicato ad Amnesty, 4cd, e gran parte delle esecuzioni sono di ottimo livello. O il bellissimo concerto-tributo per i 30anni di musica di mr. Zimmermann, recentemente riedito in versione ampliata (Mellencamp, Petty, Wonder, Young, Harrison, Cash, Reed, Vedder, Nelson, Wood, Hynde, Kristofferson, Winter, Clapton, t. Band, Mc Guinn e via così. Mai più nessuno potrà riunire tanti 'grandi').
Ancora su Sorcery Live: riascoltato con calma, il terzo cd (quello coi 'bonus'), è strepitoso. Raramente ho sentito Nils Lofgren suonare così libero e potente. E Jimmy Barnes ci mostra cosa potrebbero essere i Disciples of Soul con un vero cantante

Armando Chiechi ha detto...

Secondo me il discorso del tributo fatto da artisti professionisti è variabile. In certi casi riuscitissimo e sentito,in altri meno. Andando con la memoria e ricordandone qualcuno riascolto sempre con piacere quello dei Gov't Mule sui Pink Floyd o il Waits omaggiato da John Hammond o la versione più swingjazz-blues del Southside Johnny con la sezione fiati la Bamba in Grapefruit Moon. In ambito più vicino al jazz mi piace molto anche quando a maneggiare la cover è gente come Cassandra Wilson o in tempi più recenti Madeleine Peyroux ma in genere tanti sono gli esempi e c'è da perdersi dentro.

Armando

Luigi ha detto...

Per tornare al ricordo di lou reed insieme alla antologia di cover recensita dal prof.nel busca andate a cercarvi Gets Loaded uno splendido rifacimento in stile americana di Loaded ultimo album dei Velvet underground.
Il gruppo erano gli hollis brown ed il disco e'del 2014.Ne vale la pena.

bobrock ha detto...

Io trovo differente il cosiddetto tributo e il live con delle cover o la riproposta di un intero album.
I tributi in quanto tale non mi sono mai piaciuti o interessati , un disco in studio dove si alternano più artisti che eseguono spesso in modalità copia carbone brani di altri lo trovo un esercizio piuttosto noioso. Ancora peggio quando un artista alla canna del gas della creatività sforna il classico album di cover ne sto grandemente alla larga .
Quando invece un artista e/o un gruppo inseriscono nel loro repertorio delle cover ( almeno x me ) é puro godimento.
Gente come Govt Mule , Phish , Widespread Panic , hanno fatto la loro fortuna suonando brani di altri nei loro show.
Inutile raccontarvi che ci hanno fatto anche un business, vedi concerti di Halloween o dell’ultimo dell’anno.
Ma al di là del ritorno economico tutte queste operazioni sono fatte con grande rispetto passione e personalizzando i brani .
I Govt Mule in maniera particolare .
Per cui ben venga la riproposta di uno dei dischi più belli della storia del rock , album che viene suonato divinamente bene con l’aggiunta di un peso massimo come Trey Anastasio e l’utilizzo alternato delle voci.
La riproposta suona bene , non è una fotocopia dell’originale e in alcuni momenti é veramente trascinante.
Anche la loro precedente versione di Mad dogs l’avevo trovata ottima ma questa mi sembra più riuscita.
E poi ci sono le chitarre e che chitarre .
Anche perché Dereck Trucks all’interno del gruppo prescindendo da questa uscita non riesce ad esprimersi liberamente.
Là tedeschi trucks band é sempre di più il gruppo di Susan Tedeschi con il marito comprimario.
Se confrontiamo la discografia di Trucks è quella dell TTB. la sensazione è che la libertà creativa del marito si è persa per assecondare le ansie della moglie di rilanciare in carriera che proseguiva stancamente e senza particolari colpi di vita .
Ma la sig.ra Tedeschi ( a cui devo riconoscere un grande miglioramento nel canto) mi risponderebbe che da quando hanno fuso i due gruppi loro vendono e incassano come mai prima ….. e quindi potrebbe avere ragione lei.
Comunque io auspico un bel divorzio ed un ritorno alle origini per Derek.



Unknown2 ha detto...

Livio. Caro Bob, stavolta siamo in sintonia. Anche x me Layla Revisited ha alti e bassi, e qs ultimi coincidono coi pezzi in cui Susan Tedeschi vuole primeggiare. A me la sua voce proprio non piace, e + in generale non mi pare sia 'sto gran talento. Continuo a ritenere che la Derek Trucks Band fosse molto meglio, con Mike Mattison voce solista e ora vergognosamente relegato ai coretti.
Stesso discorso per Patti Scialfa e Springsteen. Certo è bello e toccante che l'amor familiare trionfi sul palco, ma purtroppo quasi mai ciò coincide con un miglioramento della qualità complessiva. E sia chiaro: non ho assolutamente nulla contro le donne nel rock, tutt'altro. Avercene, ma la condizione è che siano spinte da talento vero, non dalla fama del marito.
In generale, in Layla Rev. vi sono momenti splendidi quando le chitarre galoppano in libertà (es. una strepitosa Key to the Highway) e soprattutto quando è il blues a trionfare.
Quando invece viene introdotta quasi di forza una vena soul, pure coi fiati, e si impone un certo laid back southern, magari con la Tedeschi alla voce solista... io passo avanti, ecco. Con tutto il rispetto x chi la pensa diversamente, non serve neanche dirlo

Armando Chiechi ha detto...

Riagganciandomi a quanto scrive Bob e Livio non ho ancora preso il disco della Tedeschi Trucks Band per cui leggo con curiosità il vs.resoconto. Per quel che mi riguarda trovo la Tedeschi un' ottima cantante ma riconosco alla vecchia Derek Trucks Band una libertà maggiore sia live che in studio. Certo il discorso sui tributi fatto da Bob è vero, per cui alla fine ti rimane ben poco e quelli veramente imperdibili e fatti con cuore e logica sono pochi.Riguardo ai vari Phish, Gov't Mule e diverse altre jam band che dal vivo trovano la loro dimensione ideale, spesso li hanno usati per sciorinare la loro tecnica sposata a tanta originalità e cuore,per cui in questo caso i loro live a celebrare questo o quel disco sono sempre i benvenuti. Sui singoli omaggi in studio pochi quelli da ricordare,anche se a ben vedere potrebbe uscirne qualcuno in più.Comunque ritengo i Gov't Mule tra i migliori in questo ambito,invece diversamente, e mi dispiace dirlo Warren Haynes da solo e con chitarra acustica alle prese con le covers,abbastanza noioso. Mi chiedo come mai un chitarrista come lui non si fa accompagnare da qualcuno come ha fatto diversamente e in ambito acustico con i Railroad Earth ??

Armando

bobrock ha detto...

Armando ti dico solo che I govt mule ho avuto il piacere di assistere a 17 loro concerti ..
io stravedo per loro e per Warren.
Sono anche d’accordo che lui da solo è pallosetto
Ma quando ingranano ...sono troppo forti .
Prima o poi vado a ny a farmi un capodanno con loro ; per ora mi sono limitato a fare il giro d’Europa oltre alle date italiane che purtroppo anno dopo anno hanno sempre meno presenze di pubblico ( sic ).
X Livio : riesci ad infilare Bruce ovunque ahahha
La moglie è quanto di peggio ci possa essere come vocalist , non ho mai capito il senso di averla aggregata al gruppo. A meno che la storia di amore non fosse precedente .
C’è da dire che storto o morto gli ha dato stabilità e questo è un punto a suo favore . Basterebbe che non cantasse .
Certo è che se io fossi stato Bruce avrei puntato su Lisa Fischer unendo l’utile al dilettevole.

bobrock ha detto...

Errata corrige: la storia d’amore fosse precedente

bobrock ha detto...

Comunque Livio io sulla TTB facevo un discorso più in generale.
La proposta live di Layla mi sembra più che valida e vale l’acquisto.

Armando Chiechi ha detto...

Beato te Bob, insieme a Zambo sei il nostro " agente all'Avana" in ambito rock. Il mio dissentire su Haynes era solo comunque rivolto a quei lavori tipo il live acustico a Bonaroo, perché lo stesso come ha già ampiamente dimostrato, fuori dai Gov't Mule in un contesto elettrico o acustico con gli stessi Railroad Earth è strepitoso. Spero tu possa festeggiarlo quel capodanno....

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Ne ho ancora almeno un paio, di mogli famose: John e la terribile Yoko, o Paul e la dolce, sfortunata, ma musicalmente improponibile, Linda...
D'accordo sulla bontà complessiva di Layla Revisited, a parte qualche caduta di tono (secondo me). Poi Layla the song non mi ha entusiasmato come al solito. Normalmente è una di quelle canzoni che mi fanno venire sempre la pelle d'oca, anche dopo centinaia di ascolti. Trovo qs versione un po' accelerata, e poi riproposta troppo scolasticamente. Va bene il rispetto per Duane ed Eric, ma si poteva forse osare di +, da parte di Trucks, Anastasio e Bramhall II.
Dettagli, alla fine. Il disco è da avere. Quando le tre chitarre partono al galoppo è un piacere imperdibile.
Warren acustico non è il massimo, come peraltro la maggior parte dei ns eroi rock, ammettiamolo. Io stravedo x i Gov't e anche x il Warren solista, sempre elettrici, però. Imputo loro solamente una certa insufficienza compositiva: a parte la stupenda soulshine...
Forse è anche x qs che mi entusiasmano quando rifanno canzoni stupende altrui che credevo di apprezzare solo io....
Colloquiare con voi è sempre un arricchimento. Grazie

corrado ha detto...

Non c'entra niente, ma ieri mi è capitata la recente registrazione di Lucinda Williams sul Southern Soul,per il Lu's Juke box, un pugno di splendide canzoni interpretate al meglio da Lucinda. Come faccio spesso, sono andato a cercare qualche notizia recente su di lei e ho scoperto che qualche mese fa ha avuto un ictus e che ha praticamente smesso di suonare e cantare. Per la verità la Williams ha anche detto in una intervista che presto tornerà a esibirsi, magari da seduta e senza suonare la chitarra, ma per ora non ci sono novità: su internet si parla di un concerto il 24 luglio, ma non ho trovato conferme. Mi dispiace terribilmente

Zambo ha detto...

Sono evidentemente l'unico a cui piace Susan Tedeschi. Ho finito di ascoltare or ora la versione dell'album Layla della TTB, beh che dire, sono colossali, forse non comprerò il disco ma me lo ascolterò più volte su amazon unlimited+marshall speaker. Secondo me Susan aggiunge un tocco soulful-country western che non sta male nell'economia della band, addolcisce ed illanguidisce a volte ma si confà ad un paesaggio sonoro molto americano che riprende la lezione di Delaney and Bonnie and Friends. Col solo Mateson le cose andavano bene per un versante di blues contaminato dal funky e dall'etnico ma a lungo andare sarebbe parso fine a se stesso ed optare per una band tutto muscoli maschili si rischiava di emulare i Muli. Ripeto, per mio gusto personale, la Tedeschi Trucks Band va bene così, poi se divorzieranno saranno cazzi loro.
Niente a che vedere con la coppia più bella del mondo Scialfa-Bruce. La comica migliore è l'osanna dei tanti fans di Dylan su questo concerto Shadow Kingdom o come cazzo si chiama. Nessuno ha avuto il coraggio di dire che è in playback. Dopo archi, violini, Marlboro Country, Frank Sinatra, Broadway e via dicendo, adesso sdoganano anche il playback. Si savi chi può.

Armando Chiechi ha detto...

Leggo con stupore di questo playback ma per curiosità vorrei capirne di più ? Per quel che riguarda la Tedeschi siamo in due, perché come cantante mi piace e ritengo sia a proprio agio con tutte quelle componenti musicali tipiche del Deep South. Come chitarrista non è Derek e nemmeno Warren, ma ad ogni modo ritengo pure la sappia usare bene ( nessun commento a doppio senso). Per quel che riguarda invece una maggiore libertà da parte della Derek Trucks Band e uno spettro più ampio sul piano musicale sposo la tesi di Bob e Livio, anche se a conti fatti rimangono delle grandissime band.

Armando

bobrock ha detto...

Shadow kingdom? Non ne so nulla ....

Marco ha detto...

Vorrei fare un commento su Shadow Kingdom dal momento che, da buon dylaniano, sono stato uno di quelli che lo ha visto "in diretta" (si fa per dire) domenica sera alle 23. Secondo me l'errore, se errore è stato (propendo più per una "voluta confusione"), è stato quello di promuoverlo come concerto dal vivo quando già dal trailer si capiva che era una cosa poco spontanea con un pubblico di comparse. Alla fine è stata più una sorta di lungo videoclip a commento di classici dylaniani riarrangiati ex novo, anche se il dubbio che le parti vocali fossero live ce l'ho ancora. Se lasciamo un attimo da parte tutto ciò, dal punto di vista musicale secondo me sono stati 50 minuti sublimi, con canzoni che non venivano eseguite da anni rifatte con uno spirito folk-blues d'altri tempi ed un leader che ha cantato come se fossimo ancora negli anni 90 scandendo le parole come non faceva da tempo immemore. "What Was It You Wanted", "Queen Jane Approximately" e "Forever Young" per me erano versioni da cinque stelle. Si può criticare l'idea di rifare canzoni leggendarie, pratica che non pensavo un giorno potesse riguardare anche Dylan, ma se un giorno uscirà un disco di questa "performance", sarà un grande disco.

Unknown2 ha detto...

Livio. Sulla Susan Tedeschi è evidente che il problema è mio. Qualcosa nei miei gusti non mi consente di apprezzarla a dovere, ma va' a capire di cosa si tratta. Proverò a ricredermi, ma so già che non cambierò idea. Qui siamo nel campo 'de gustibus', e già 2000 anni fa sapevano che non è produttivo discuterne. L'opinione del Prof e degli altri mi fa però capire che sono in minoranza, e molto probabilmente in errore. Qs intendevo parlando di arricchimento personale grazie al ns blog.
Auguro ogni bene a Lucinda, che invece mi piace moltissimo. Spero davvero risolva e si riprenda al 100%.
Anch'io ero all'oscuro dell'impero delle ombre di Dylan (titolo alla Tolkien, che c'entra come il famoso cavolo, mi pare). Non trovo nulla su spotify, nè su youtube, e d'altronde è logico, visto che il buon Bob, notoriamente in ristrettezze economiche :), agratis non ti dà neanche il buongiorno. Sarà il solito numerino covid per mantenere desta l'attenzione in attesa di una (sempre + lontana, sigh!!!) riapertura live? Ai posteri...

Armando Chiechi ha detto...

Livio, i gusti sono personali e quindi rispettati. Non credo tu possa essere in errore, perché diversamente saremmo tutti uguali e lo sai che noia..!?! Per quel che riguarda Bob Dylan, altrove qualcuno vocifera riguardo un film o qualcosa legato alle arti visive. Ad ogni modo credo questa sia una buona annata per la nostra musica. Ultimamente e andando con quell'alternanza tipica negli ascolti, che vuole contrapporre ai vecchi i più giovani, mi sono andato a riascoltare il primo Jonathan Wilson di "Gentle Spirit" e del successivo e più complesso " Fanfare". Per il resto sono tentato dalla Tedeschi Trucks Band,da Little Steven e dall'ultimo Jackson Browne. Mi dispiace aver saputo di Lucinda Williams e a proposito di salute, spero proprio che il buscaderiano Bruno Conti ce l'abbia fatta !?!

Armando

bobrock ha detto...

Livio guarda che io e te sulla TTB la pensiamo alla stessa maniera. O meglio se lei non ci fosse o se cantasse molto molto meno gliene sarei grato. L’ultimo album in studio Signs é di fatto un disco di Susan Tedeschi con Trucks di contorno.
Ma la ragione ( e i numeri) danno ragione al duo .Unendo le forze commercialmente hanno sfondato .
Poi io resto della mia idea e vorrei risentire il biondo da solo. Aggiungo ma era anche ovvio che la mia battuta sul divorzio era .. appunto una battuta.
Sull’’ebreo errante ho letto di questo concerto in presunto playback ….non so che dire.
Ha senso ? Sicuramente lo stop gli ha fatto bene alle corde vocali. Di più non mi sento di dire.
Su Dylan si parla troppo e spesso enfatizzando o estremizzando.
A volte con toni estatici a volte massacrandolo . Va preso così com'è.
Secondo me neanche Lui sa in quale universo si trovi.

Unknown2 ha detto...

Livio. Nel 1996 Tom Petty & t. HB fecero uscire She's the one. Disco misconosciuto, perchè classificato come colonna sonora dell'omonimo film (non memorabile). In realtà ottimo lavoro, che deve figurare a pieno titolo nella discografia del Seminole.
Ora esce Angel Dream, descritto come 25th Anniversary edition di S.t.o. Lo attendevo con ansia, per gli inediti e non solo.
'Na mezza delusione, in realtà. 12 pezzi totali, di cui 4nuovi, ma ne mancano 7 del disco originale (che ne contava 15 totali). E assenze di rilievo: almeno Walls(circus), Angel dream n.4, Hope you never e California(qs ultima dalle session di Wildflowers) meritavano ampiamente di esserci, secondo me.
IL suono, sì è spettacolare, ma era già ottimo in partenza (non parliamo di un'opera degli anni '70). I 4 inediti: di qualità, sì, come sempre per TP, ma non indispensabili. Mi piacciono le chitarre di 105degrees.
Insomma: se non avete She's the One (copertina gialla) preferite quello. Angel dream solo per completisti. Peccato

Unknown2 ha detto...

Livio. Riflessione a parte: Steve Ferrone (di cui non si parla mai) è un grande batterista, perfetto per rendere impareggiabili gli HB. Ha un suo suono, immediatamente riconoscibile. Perentorio ma mai invadente, mai eccessivo. Mi piace un sacco

Luigi ha detto...

Ho la netta sensazione che,nel caso di Tom Petty,assisteremo ad uno sfruttamento intensivo della sua opera post mortem.
Speriamo che gli eredi siano guidati dal buon gusto e dal rispetto nel trattare il suo catalogo ma sappiamo bene che davanti al dio dollaro spesso le buone intenzioni vanno a farsi benedire....

Luigi ha detto...

Detto questo una pubblicazione ufficiale del tour con dylan dell'87 e delle dieci serate al fillmore del 97 con scalette da urlo non mi dispiacerebbe affatto.

bobrock ha detto...

Ho appena ordinato il nuovo volume delle bootleg series al costo popolare di 119 euro..
Possiamo dire che stiamo contribuendo alla pensione di molti dei nostri beniamini .
Riguardo Petty mi sembra che gli eredi siano partiti con la più che evidente motivazione di battere il ferro il più possibile .
Steve Ferrone grandissimo ho un ricordo di infanzia giugno 1980 lui che fugge con tutta L’Average White Band a San siro dopo il terzo pezzo. Il pubblico lanciava sul palco qualunque cosa ...perché voleva sentire soltanto Bob ( Marley)

armando ha detto...

Mi piace molto come Bobrock definisce lo stato fisico e mentale di His Bobness,definendo il suo non essere da nessuna parte o non sapere essattamente dove. Per me potrebbe essere nella Repubblica Invisibile, territorio a noi comuni mortali inacessibile. Ascoltando " Blind Willie McTell" si potrebbe tentare di farsene un'idea !?! Ma a parte gli scherzi auguro a tutti un buon weekend, nella speranza che il ns.prof.Mauro ci regali due righe su Chuck E.Weiss.

Abbracci

Armando

bobrock ha detto...

Armando più di una volta ho cercato di guardare scrutare cercare penetrare l’artista in assoluto più inafferrabile che ci possa essere.
Dylan é un mistero al quale mi sono arreso da tempo nel cercare di decifrare .
Lo prendo come viene . Il suo percorso musicale é stato così importante che quando non ci sarà più lascerà un vuoto incolmabile .
Un artista assoluto e come tutti i fuoriclasse pieno di contraddizioni , ha inciso anche dischi decisamente brutti e mediocri ( ma in cinquanta anni non sarebbe stato possibile diversamente) di cui non ci stancheremo mai di ascoltare le sue canzoni.

Unknown2 ha detto...

Livio. Dylan: intriganti, anche se non riuscitissimi (a parte Infidels, da cui fu pure esclusa la mitica Blind Willie McT.), gli album '81 '85. Collaborazioni eccellenti (Wood, Dunn, Keltner, Starr, Knopfler, Taylor, Clark, Dunbar-Shakespeare; live anche McLagen e Santana). Vedremo quali meraviglie e al contrario quante tracks inutili conterrà il 16° ed ultimo (x ora!) scrigno dylaniano. Mr Zimmermann procede imperterrito x la sua strada... che nemmeno lui conosce, chiaro. Noi, anche se a volte perplessi e\o delusi, lo seguiamo: ha 80anni, raga, e nessuna intenzione di fermarsi o di sedersi. Più unico che raro . Chapeau!
Tom Petty: sì, netta l'impressione che si stia raschiando il barile. Speriamo che a qualche parente, minimamente illuminato oltrechè avido, venga in mente una serie tipo la From the Vault stonesiana. Potrei finalmente buttare tanti boot inascoltabili e godermi Tom & t. HB in tutto il loro splendore live. The Best RnR Band in the world forever: ma ve li immaginate???
Mi ripeto, ma nell'attesa, chi ancora non ha provveduto, si procuri la Live Anthology, versione 4cd, a meno di 23€, per capire cosa potrebbe essere ma forse mai sarà. Time will tell

bobrock ha detto...

FUORI TEMA : qualora ci fosse qualche appassionato di David Crosby l’ultimo album é ottimo .
Nulla di nuovo sotto il sole ma la voce é sempre splendida e i suoni al punto giusto .
Se penso quanto tempo ha impiegato tra il primo e il secondo disco ( 18 anni ) e quanto ha prodotto dal 2014 ad oggi ( 5 album in studio).
Un altro grande con il carattere impossibile.

corrado ha detto...

In CSN&Y è quello che ha realizzato le canzoni più belle:
Young mai al livello della sua produzione solista.
Stills discreto.
Nash melenso come sempre
Crosby ispiratissimo.
Anche nel mediocre Looking forward era l'unico ad alti livelli.
E poi è ancora coriaceo e fuori dei denti, come quando ha detto la sua riguardo a Daryll Hannah e la sua negativa influenza su Young.
Uno che ancora fa dischi non per mestiere ma per necessità e ispirazione

Armando Chiechi ha detto...

Crosby da Croz in poi non ha sbagliato un lavoro e proprio ad un'età avanzata sembra tornato sempre più ispirato.Da buon vecchio fan della West Coast ( il primo amore musicale da ragazzino) non mi farò sfuggire l'ultimo di Crosby e nemmeno quello di Brother Jackson di cui si sente un gran bel parlare.

Armando

bobrock ha detto...

Beh riguardo la nuova compagna di Young poteva evitare commenti pubblici. Ovviamente non ho elementi per giudicare , ma mi é sembrata una uscita quantomeno inopportuna. Infatti Young non gli rivolge più la parola e Nash lo stesso per altre motivazioni.
In apparenza sembra un uomo pacifico ma in realtà non lo é.
Il disco di cover prodotto con Rick Rubin parrebbe che non fosse uscito proprio per scazzi pesanti tra lui e Croz.
Detto questo lui e Young erano i fuoriclasse di CSNY
concordo con Stills discreto ( beh molto più di discreto quando suonava la chitarra elettrica mi piaceva un casino )
Nash noioso noioso noioso.

Armando Chiechi ha detto...

Bobrock come non darti ragione. Condivido tutto quello che dici ed anche su Stills chitarrista, gran fuoriclasse dello strumento. Basterebbe il suo lavoro fatto sin dai tempi con i Buffalo Springfield a testimoniarlo. Mi ha sempre poi intrigato il suo "rivaleggiare con Young",anche se a suo tempo il disco della Stills-Young Band fu unìoccasione persa. In quest'ultimo caso quel poco che si salva è farina del sacco di Neil, anche da un punto di vista musicale spicca per il suono di chitarra del canadese, come ricorda lo stesso in "Sogno di un Hippie".La cosa poi che mi ha sempre divertito è che a Crosby ho sempre associato il volto di un fricchettone tutto peace & Love,ma a guardare meglio era il più "pazzo" dei tre, considerando anche che lo stesso fornì l'ispirazione a Dennis Hopper per il ersonaggio di Wyatt in "Easy Rider".

HI Friends...

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Beh, uno che ha saputo scrivere 'Almost cut my Hair' non può che essere un grande! E assodato che Neil Young è in generale uno dei grandissimi della ns musica, ma di certo inadatto ad essere semplicemente il membro di una band, secondo me Stephen Stills non è di molto inferiore ai primi due. Sicuramente il migliore alla chitarra dei 4, ha scritto anche lui grandi pezzi, sia per i Buffalo S. che x CSNY. Poi, come x Croz, le droghe pesanti lo hanno gravemente frenato e annebbiato, purtroppo.
Non canterei le lodi sul piano umano di Crosby: ha riconosciuto il figlio James Raymond quando questi era già abbondantemente adulto.... Ma sono affari loro, dài. Amori, droghe, figli, trapianti di fegato, lasciamoli ai siti di gossip.
Noi godiamoci un pugno di canzoni immortali. Li ringrazieremo sempre x qs.
Nash, sì, sicuramente il meno dotato, ma fu lui che affiancò e sostenne sempre Crosby nei suoi anni + bui...

Unknown2 ha detto...

Livio. (Nash) salvo poi comportarsi non benissimo con Joni Mitchell, che ne soffrì a lungo

Zambo ha detto...

Amo Crosby anche se non tutti i suoi ultimi dischi mi piacciono, Young ha fatto cose grandiose e altre, beh lasciamo perdere, io lo preferisco in versione like a hurricane ma come chitarrista Stills è il migliore. e certe sue canzoni con quella voce sono irresistibili. Chi ha scritto discreto dovrebbe risentirlo, e tante volte. Jackson Browne magnifico nei suoi album storici, ultimamente anche un po soporifero. Pareri personali comunque

bobrock ha detto...

Ciao Zambellini il mio discreto su stills é parametrato alle discografie di Young e Crosby.
Come chitarrista l’ho sempre trovato superlativo è tecnicamente molto superiore al canadese.
A volte le parole non sono adeguate o é complicato poter esprimere chiaramente un concetto.
Stiamo sempre parlando di fuoriclasse.

corrado ha detto...

Discreto in CSN&Y. Grandioso nei Buffalo Springfield e ottimo nei Manassas. Di Stills e Young ho praticamente tutto e ascoltato una miriade di volte da quando avevo 10 anni. Purtroppo sono nato e cresciuto con quel suono

bobrock ha detto...

Bhe mi sembra un bel suono ....
Ps: ma un pensiero a Dusty Hill non vogliamo dedicarglielo ?

corrado ha detto...

Certo, ma ricordiamo che stiamo parlando sempre di fuoriclasse. Che Stills abbia brillato maggiormente fuori da CSN&Y non è solamente la mia opinione, anche se i duelli chitarristici con Young in 4 way street sono qualcosa di epico e direi che quando avevo fra i 12-16 anni sono stati la mia formazione da chitarrista. Nel 1979, a 13 anni, avevo fatto domanda di partecipazione a un programma di dilettanti allo sbaraglio su una tv locale sarda, proponendo il meedley Rock'n roll woman e Mister Soul, che mi ero preparato meticolosamente per quanto poteva fare un tredicenne. Purtroppo non mi presero, ma ricordo come se fosse oggi le ore e ore a studiare i differenti approcci chitarrustici e le particolarità stilistiche di Stills e Young... Poi ho scoperto il punk e la new wavw e per anni ho suonato con quel tipo di approccio, ma il ritorno agli eroi della mia adllescenza è stato fortissimo, tant'è che quei suoni li ho letteralmente marchiati a fuoco sulla pelle. Sono la mia vita, al di là di ogni piacere estetico, tecnico o stilistico

Unknown2 ha detto...

Livio. Si, anch'io dedicherei un ricordo a Joe 'Dusty' Hill. In sincerità non ho mai stravisto x zztop, ma quel suono granitico, assolutamente fedele a se stesso nei secoli, rock blues texano della miglior pasta: avercene oggi!
Sempre + spesso accendo la radio e inorridisco: nenie insulse che vorrebbero emulare pedisseque i rapper americani, tutti pistola, coca e oscenità. Non so, ragazzi: sto proprio invecchiando, non mi ci ritrovo più.
X fortuna che c'è ancora chi si studia a memoria gli assoli di Stills\Young negli anni d'oro!!!

Zambo ha detto...

Imperdibili: il primo csn deja vu 4 way street quello in barca con cattedrale
Primo e secondo stills manassas il live
If i could only remember my name croz
Stills-young
Song for the beginners wild tales
Tutto buffalo springfield
Neil young troppi ma sicuramente for me on the beach tonight the night after the goldrush zuma rust never sleeps freedom psychedelic pills sleeps with angels are you passionale hai estratto moon way down in the rust live at masse hall












Zambo ha detto...

Hai estratto moon è per il correttore harvest moon

corrado ha detto...

Everybody know this is nowhere, ha creato il modello che poi via via Young ha perfezionato. Time fades away, inediti dal vivo (!) ha momenti belli e altri di scarsa vena. American stars'n bars non è un disco riuscito, ma c'è Like a hurricane. Weld lo preferisco addirittura a Live Rust. Are you passionate è un disco senza infamia e senza lode, ma c'è Goin Home. Bello anche Prairie Wind, per chi apprezza il country, interesssante The Noise con Lanois, così come Heart, dal vivo con gli animali starnazzanti. Tutto il resto è al massimo carino, più spesso dischi brutti e basta. Nel 1980 avevo acquistato il libro di Ivano Casamonti per Gammalibri, fu la mia Bibbia younghiana negli anni del liceo ed è ancora valido oggi, anche se l'autore è in seguito diventato il biografo di... Vasco Rossi

bobrock ha detto...

Avete visto cosa si innesca da un semplice “ discreto” .....Csny sono stati grandi e gliene siamo grati .
Corrado invidio il tuo saper utilizzare uno strumento perché ti permette di andare ulteriormente in profondità quando ascolti un artista . Io devo fermarmi a quanto mi suggeriscono le mie orecchie .
Ieri sera ho visto un documentario su Paco de Lucia avevo 16 anni la prima volta che lo vidi suonare al palalido a Milano e pensai che era meglio non provare neanche ad avvicinarsi ad una chitarra perché era inarrivabile.
Quando è morto d’infarto sette anni fa ci sono rimasto proprio male .
Tieni conto che a 16 anni ero molto curioso a differenza di oggi dove mi rendo conto di essermi seduto . Ascoltavo i Clash i Weather report Springsteen e I talking heads con la stessa naturalezza.
Però oggi abbiamo i Meneskin ...

corrado ha detto...

Guarda, Bob, ti dico da chitarrista quali sono le maggiori difficoltà nell'approcciare alcuni dei chitarristi di cui stiamo parlando.
Stills è molto tecnico, veloce e pulito. Nei suoi momenti migliori ha grandi idee su scale e fraseggi. Difficilissimo da suonare, infatti io non ho mai provato Bluebird...
Young è furore e visioni "in diretta", deve suonare quello che sente in quel momento. Quando vuoi suonare qualcosa di suo non sperare di riproporlo tale e quale: sarebbe qualcosa di freddo e inutile. Devi vivere il brano come lui, farlo diventare tuo.
Billy Zoom degli X è un fenomeno e fa tutto con naturalezza. Ottima scuola per le basi del rock'n roll delle origini declinato in salsa punk.
Deniz Tek dei Radio Birdman è dotato di grande tecnica unita al furore e alla velocità del garage punk. Laddove il solito gruppo garage punk risolve tutto con un po' di decibel e casino, anche i Ramones, i Birdman portano il sound e lo stile a un livello superiore, al quale molti ragazzini con gli ormoni a mille non possono arrivare. Non a caso i Birdman sono poco suonati dai gruppi garage punk, che ripiegano su materiali meno complicati, meno virtuosi.
Paul Weller è molto asciutto, magari poco appariscente, ma preciso, viscerale, pieno di idee che però sta sempre più delegando a Steve Craddock per concentrarsi maggiormente su voce e pianoforte.
Television... Verlaine e Lloyd sono assolutamente complementari. Verlaine ha uno stile asimmetrico, che per esprimersi al meglio ha bisogno di tempo, sala di studio, più che live, possibilmente suonare da seduti. Non a caso dal vivo mi ha quasi sempre deluso e mi è invece piaciuto moltissimo dieci anni fa o giù di lì quando ha accompagnato Patty Smith in un concerto a Santa Maria Navarrese, seduto in un angolino a ricamare interessanissime trame musicali. Lloyd invece è un maestro delle scale blues psichedelizzate, spesso suonate velocemente dalla nota più bassa a quella più alta e viceversa. Per suonare il break dopo la seconda strofa di Marquee Moon ci ho messo mesi, ma è stata una grandissima soddisfazione alla fine e da lì ho capito le basi del suo approccio allo strumento. Oggi non riesce più a suonare quelle parti, sarà l'età.
Metallari e simili non li ho mai neanche lontanamente avvicinati, non fanno per me, invece quando a 18 anni mi obbligarono a suonare The Wall dei Pink Floyd (gruppo che detesto) suonai a bella posta un assolo alla Hendrix, facendo incazzare il resto del gruppo, che voleva limitarsi a fare la cover band. Per oggi basta, mi godo la spiaggia del Poetto stracolma di gente e di virus... Un saluto!

Armando Chiechi ha detto...

Per quel che riguarda Neil Young amo tutta la discografia Reprise dal primo a Live Rust,con tutte le sue contraddizioni. In questo credo di essere vicino al background di Corrado e di condividere anche la passione per la chitarra. Detto questo e per ritornare a Young ho amato e amo molto la sua Doom Trilogy,incluso Time Fades Away che fotografa alla perfezione lo stato artistico e psichico del canadese di quel tempo. Quando poi arrivai a Trans decisi di abbandonarlo tanto fu lo shock !! Ripresi con Freedom che insieme a Ragged Glory, Harvest Moon, Sleep with Angels per me rimangono il top di Neil targato anni ' 90, live a parte. Dagli anni 2000 in poi ho amato Silver & Gold, Prairie Wind e Psichedelic Pills. Interessanti anche La Noise e Crome Dreams dove sembra anticipare quello che verrà messo a fuoco con Psichedelic Pills. Ma negli ultimissimi anni lo Young che continua ad intrigarmi è quello degli Archives. A proposito di Croz e il suo capolavoro del '71, ricordo ancora volentieri lo spazio che Mauro dedicò tempo fa su queste pagine a quei dischi magici e cosmici. Colgo pure l' occasione per ringraziarlo e così, avermi fatto scoprire Caravanserrai di Santana, disco e artista che avevo sempre ascoltato in modo superficiale, se non attraverso qualche Greatest Hits ed antologia.

Armando

bobrock ha detto...

Grazie Corrado veramente interessante leggerti

corrado ha detto...

È un piacere dialogare con voi: non si finisce mai di imparare!

corrado ha detto...

E a proposito di Neil Young e il suo cogliere l'attimo suonando in diretta: come ho fatto a scordarmi Dead Man? Ognuno di noi ha le sue preferenze e i suoi gusti,a per me quello è un capolavoro espressionista, suonato in diretta vedendo le immagini del film di Jim Jarmush

Armando Chiechi ha detto...

Vero Corrado, gran bel film e fantastica soundtrack ipnotica. Secondo me lo Young di Dead Man sta al film di Jarmusch come Cooder a Paris Texas.

Armando

corrado ha detto...

Bell'accostamento. Silenzio, disagio, qualcosa di ipnotico e desolante

Unknown2 ha detto...

Livio. Tra trasloco causa ristrutturazione e Tamberi\Jacobs (enormi!!!), vedo le mail solo al mattino, e mi perdo qualche puntata...
Neil Young: x me quasi tutto, escluso il periodo '81-'87. Poi dalla seconda metà anni '90 l'ispirazione si affievolisce forse un po', ma nei 2000 le sue belle unghiate le assesta, eccome! Dal vivo è sempre un'avventura, acustico o elettrico che sia. Gli basta liberare l'uragano. Poi ha un coraggio da leone, ha provato di tutto (in musica e non solo...) e se si butta lo fa con tutto se stesso. Loner davvero, sempre controcorrente. Uno dei + grandi.
Ho letto il trattato sui chitarristi di Corrado con enorme interesse. Purtroppo il mio approccio da profano strumentale non mi consente tali analisi. Condivido però la riflessione sull'istintività di Neil: è proprio ciò che di lui + mi affascina.
Bob, secondo me da giovani è normale essere onnivori, poi si seleziona ciò che veramente emoziona, si impara a distinguere i creatori dai meri epigoni. Si distilla, insomma, in base ai propri gusti ed attitudini. Non la vedo come una negatività, anzi!
Sono andato a riesumare la Super Session di Bloomfield\Kooper\STILLS, 1968. Ammazza se suonavano!!! Il blues, alla base di tutto.
Armando: Santana, quando vuole, può stare tra i migliori. Se penso che uno dei primissimi 'lenti' che ho ballato fu 'samba pa ti'... mamma mia, tempus fugit

Unknown2 ha detto...

Livio. E pure io non sopporto i pink floyd, in special modo nella fase post Barrett. Che Roger Waters ancora riempia gli stadi con the wall è proprio un insulto al buon gusto

corrado ha detto...

Vero le super sessions! Da ragazzino non mi avevano entusiasmato, ma da grande ho riscoperto il dosco ascoltandolo in CD. Quanta musica ha suonato Stills, perfino la collaborazione con i Public Enemy, in occasione della quale aveva rispolverato la gloriosa chitarra dei Buffalo Springfield per eseguire il riff di For what it's worth, concedendosi anche una parte cantata

Zambo ha detto...

Ottima disamina chitarristica Corrado, prendo lezioni in quanto non sono chitarrista ed è un mio cruccio. Sono molto forte solo con lo scacciapensieri. Ottimi tutti gli interventi, grazie friends, qui si parla di rock e non di fanatismo. Anche a me i Pink Floyd non piacciono, o meno li amavo da ragazzo, andai a vederli a Montreaux, avevano appena fatto Umma Gumma, fu un bel concerto ma non persi la testa, forse nel mio dna c'era più blues che psichedelia anche se amo la psichedelia Usa. Smisi di seguirli, Atom Heart Mother per me fu troppo barocco per appassionarmi, poi arrivò money e allora capii la strada che avevano intrapreso....

bobrock ha detto...

Bhe Livio che tu dica di Waters insulto al buon gusto mi sembra un tantino eccessivo .
Poi non entro nel merito Pink Floyd si o no però ti posso assicurare che i due ultimi tour indoor di Waters sono stati veramente uno spettacolo visivo mai visto prima .
Con tutti i cialtroni che riempiono gli stadi o i forum vorrei avere un Waters alla settimana.
E comunque Animals almeno per il mio gusto era un disco stupendo .
PS: non sono un fan dei Floyd

corrado ha detto...

Ringrazio tutti voi, a cominciare dal padrone di casa. Questo è uno spazio prezioso e tutti stiamo dando il nostro contributo per renderlo sempre più piacevole

Unknown2 ha detto...

Livio. Bob, sicuramente hai + elementi di me, x giudicare obiettivamente Waters, vista la tua conoscenza enciclopedica del live-rock, e accetto volentieri la correzione. Assodato che porta in giro uno spettacolo avvincente con grande professionalità, forse di lui non mi convincono gli atteggiamenti profetici, la mania di grandezza, la supponenza di mettersi alla pari coi big veri della ns musica, quelli che creano anche da 70\80enni, e rischiano, e spesso sbagliano, ma sempre guardano avanti con coraggio e passione. Di sicuro non rifanno live lo stesso disco da + di 40anni.
PS: mi definisco, + sopra, un 'profano strumentale'... mammamia.... Avrei dovuto forse dire 'strumentista', ma sarebbe stato orripilante anche così. Comunque si è capito ciò che intendevo, e qs è la cosa che conta, fra noi, no? A volte, un po' x il correttore, tanto x la foga di dire la mia, il buon italiano va a farsi benedire

Armando Chiechi ha detto...

Non sono un grandissimo fan dei Floyd, ma ad ogni modo mi sono sempre piaciuti, per quanto è pur vero che diversissimi sono i primi lavori da quelli del periodo post Barrett. Degli stessi mi hanno sempre intrigato i primi due album e i restanti,almeno da Meedle fino ad Animals, in particolar modo. Waters mi pare una bella testa pensante e negli ultimi anni anche una persona più disponibile verso l' audience e la stampa in genere. I suoi live ripercorrono le stesse ossessioni che ha vissuto con i Pink Floyd ma ritengo sia riuscito nel tempo a conviverci meglio e a tirar fuori anche altri aspetti legati alla sua arte e al suo pensiero. Però se parliamo di psichedelia, per me questa, ha sempre abitato a Frisco con i Dead, Quicksilver e i Jefferson Airplane,giusto per citare i più noti e nell'album di Kantner " Blows Against Empire" la chiusura di una stagione breve ma intensa. Il tanto osannato " St.Pepper...." lo ritengo psichedelico a livello concettuale ma nulla più, perché se devo pensare ai suoni e a tutto quello che ne consegue, guardo sempre verso il Golden Gate e Haight Ashbury. Mi perdonino i fan dei Fab Four ma credo che St.Pepper sia stato sopravvalutato. Secondo me rimane " Revolver" il vero album della svolta !!

Armando

bobrock ha detto...

Livio tieni conto che é complicato scrivere e utilizzare le parole che meglio esprimono i nostri concetti . Per cui é facile in questo ambito poter essere fraintesi . Pertanto se a te non piace Waters lo accetto serenamente e ci mancherebbe.
Condivido e sono d’accordo con te che Waters è affetto da mania di grandezza pensa di essere Mozart e bisognerebbe fargli capire che ë bravo …,ma dovrebbe rilassarsi anche perché i Floyd é stato lui a mandarli a gambe all’aria .
Però mi sento di dire stando ai crediti dei dischi che il 75% del lavoro lo ha fatto lui .
A meno che come nel caso degli Zeppelin John Paul Jones per ingenuità o altro non abbia firmato molti pezzi.
Questo lo dico perché non so se altri membri dei Floyd siano stati così superficiali a non condividere la firma sul lavoro fatto.
Detto questo mi ricollego a quando parlavi di Crosby e parlavi di gossip etc etc ; mi rendo conto che l’aspetto umano volente o nolente ci condiziona. Il rischio é che se un artista ti é antipatico per un qualsivoglia motivo allora il tuo giudizio può essere inficiato.
Io cerco nei limiti di fare un distinguo : da una parte l’artista dall’altra l’uomo
Difficilmente le tue parti si sovrappongono .
Gli artisti ë meglio vederli solo sul palco; una volta scesi assomigliano tremendamente agli umani e. …..sono molto deludenti .

bobrock ha detto...

Le due parti ...

Unknown2 ha detto...

Livio. Troppo vero: lasciamo i ns eroi on stage e non andiamoli ad analizzare nella vita, perchè lì spesso son dolori. Ci sono decine di libri e film a raccontarci quanto il successo può essere alienante. Di sicuro io, ormai in 3a età, sono lieto della mia aurea mediocritas!
Ancor + vero che troppi dei ns artisti, x ignoranza, dabbenaggine, fumi e polveri, svendettero la loro parte di songbook a colleghi + lungimiranti e astuti (sembra che Robbie Robertson...). Ma qui si ricade nel gossip: un po' facile lamentarsi 30anni dopo, no?
Oltre a non essere un floydiano, neanche la psichedelia in generale mi fa impazzire, ma se proprio devo, riconosco pure io superiorità assoluta alla west coast americana.
Parliamo sempre di gusti personali, ovvio, e ringrazio tutti x ricordarlo sempre.
Sui Beatles io, stonesiano di ferro, mi sono ricreduto in età matura, procurandomi tutta la loro (esigua) discografia. Penso abbiano saputo elevare il pop ad altissima forma d'arte, come in USA fecero i Beach Boys. Lennon\McCartney restano la + formidabile coppia di autori della ns musica. I loro arrangiamenti (archi, cori, fiati, stranezze, rumori...) fanno scuola tuttora e così sarà ancora a lungo. Se vi ascoltate di getto tutto quanto pubblicato, noterete in pochissimi anni un'evoluzione musicale gigantesca, e credo sia stata una fortuna che, terminato il loro percorso, abbiano saputo chiudere senza ripensamenti. Grazie Yoko :)
Il loro cosiddetto album 'psichedelico' resta, come x tutte le loro uscite, sostenuto da meravigliose canzoni, accattivanti e raffinatissime, popular ma pure geniali. Gli appiccicarono un'etichetta xchè era di moda, ma ormai, dopo decenni, Sgt Pepper è rimasto, mentre la psichedelia è storia.
Se proprio devo scegliere, io propendo x il White Album: lì c'è di tutto e di +.
E poi While my guitar (di George, guest i 2\3 dei Cream) è uno di quei pochissimi pezzi che dopo + di 50anni ancora mi fanno accapponare la pelle...

Armando Chiechi ha detto...

Si Livio,di certo non volevo sminuire la grandezza dei Fab Four e anche io come te li ho riscoperti in tarda età. Da ragazzino mio fratello più piccolo li ascoltava tutti i giorni insieme ai Pink Floyd ed io invece andavo con Stones, Doors,West Coast e la psichedelia di Frisco. Poi si cresce e il tempo sistema le cose. E' vero il " White Album" è un album pazzesco....mi era sfuggito !?!

Armando

Paul ha detto...

Anch'io credo che i fab4 siano tipicamente artisti da apprezzare in età matura, dove si può cogliere dietro l'apparente linearità e immediatezza, una clamorosa profondità e raffinatezza che li contraddistingue.
Vado felicemente controcorrente invece per i Floyd che ho amato da adolescente, da trentenne e ancora oggi da 45enne. Credo che la strana coppia perfettamente completamentare Waters/Gilmour abbia scritto qualche frammento che resterà nella cultura anglo-americana del 900.
Non tutto è indimenticabile intendiamoci, ma quanti pessimi chitarristi come me si sono arrovellati sui semplici ma unici riff di Gilmour cosi riconoscibili???
Quanti, nonostante le sue evidenti paranoie e ossessioni, hanno condiviso la capacità visionaria di Waters di raccontare alcune tematiche costantemente attuali???
Insieme hanno raggiunto apici inarrivabili ma il loro talento è, ovviamente secondo me, certificato anche dalle loro più o meno recenti opere soliste.
Considerando che siamo partiti da little steven direi che ne abbiamo fatto di strada!!!!!
Buona estate a voi e al professor Zambo.
Spero in un autunno sotto qualche palco, io ne sento un bisogno irresistibile!!!
Paul

Luigi ha detto...

Scherzi d'estate o colpi di sole ?
E adesso che i Maneskin sono stati sdoganati anche da Iggy pop come la mettiamo ?
Bufala,abbaglio collettivo?
Cercasi pareri in merito,magari anche quello del prof.
PS
Prendetelo come un gioco estivo...
.




.

corrado ha detto...

Qui è tutto un gioco di manager, che propongono qualche collaborazione utile alle parti. Probabilmente Iggy Pop manco sa chi sono i Maneskin e comunque lui non disdegna collaborazioni trash con questo o quello. I Maneskin a loro volta sono protetti da quel marpione di Manuel Agnelli, che è amico (pazzesco!) di Steve Wynn, Greg Dully e Josh Homme. Quest'ultimo, a sua volta, è amico e collaboratore dell'Iguana. Detto questo, io mi fido delle mie orecchie e per me i Maneskin sono il classico stereotipo del rock anni Settanta, con un forte tributo ai Red Hot Chili Peppers del periodo più tamarro (quello con Frusciante, non con Dave Navarro): pieni zeppi di luoghi comuni che possono piacere agli adolescenti e a qualche loro mamma in vena di brividi "trasgressivi". Possono piacere a chi non ha mai frequentato il mondo del rock, quello serio a quelli che non hanno degli ascolti che vadano un po' più in profondità. Sono finti come l'Italia (e non solo litali) di oggi e io non li sdoganerò MAI. Mi dispiace per Iggy Pop:aveva realizzato due splendidi album negli ultimi anni, ma qui siamo a livello di Springsteen + Killers

corrado ha detto...

Non l'Italia in sé, naturalmente, ma una certa Italia mainstream e autocompiacente

Armando Chiechi ha detto...

Onestamente li avrò visti in qualche servizio televisivo in conclusione di qualche Tg dopo la loro vittoria. Sinceramente non voglio sparare a zero sui ragazzi perché sarebbe come farlo sulla croce Rossa. Chi crede veramente ed ancora si sbatte per il rock,credo sia in qualche box a provare e sicuramente sceglie altri canali di promozione. I rocker o i songwriter di culto che hanno un certo seguito, poi li trovi solo nei negozi specializzati e basterebbe il nome dei Gang per valutare quale è lo stato medio dei fruitori di musica nel nostro paese. Ho citato i Gang ma ci sarebbero altri esempi per raccontare della realtà nel nostro belpaese. Se le lamentele riguardanti lo stato dell'arte e della musica viaggiano nel globo unificando idealmente tanti artisti, figuriamoci cosa può essere il nostro mercato in confronto a quello angloamericano, sempre e giustamente osannato da queste parti e non solo ?

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Su Iggy-Maneskin avete già detto tutto voi. Non posso che assentire. Tristezza.
E il trio maravilla Morello\Vedder\Sp.steen che rifa Highway to hell??? Stendiamo un pietoso velo, come si diceva una volta.
Bravo Armando x aver ricordato i Gang. Pure io li seguo da sempre, e li ho visti spesso anche live. Politicamente un po' distanti da me, ma ammirabili x coraggio e coerenza. Soprattutto, quel che x noi + conta, musicalmente adorabili. Le radici e le ali, Storie d'Italia, Fuori dal controllo... fino al recente. dolente, nostalgico, delizioso Calibro 77, e all'ultimo Ritorno al fuoco. 'Dalla polvere al cielo', 2009, è una specie di best of dal vivo. 2cd a meno di 15€, che altro c'è da dire?

Armando Chiechi ha detto...

Ormai la sensazione è quella di un'epoca finita, ma al tempo stesso per fortuna credo ci sia anche una sorta di continuità con la musica che amiamo. Basta leggere dei nomi nuovi che il nostro Zambo qui propone. Non tutto a tutti potrà piacere ma ci sarà sempre una band o un songwriter a rinnovare quelle Good Vibrations. Abbracci a tutti

Armando

bobrock ha detto...

Brothers….. un commento sui Maneskin proprio non ce la faccio …..caro Corrado su una certa Italia e su certi italiani potremmo aprire un altro blog .
Guido Crainz scrisse un bellissimo libro : Il paese mancato
Uno scritto illuminante

bobrock ha detto...

Buone vacanze a tutti e chi non va …buona musica

Paul ha detto...

Credo che se la musica dei Maneskin (che a noi parrucconi non fa per nulla emozionare o al limite ci lascia dubbiosi e istintivamente critici) possa far avvicinare qualche adolescente in più a suonare una chitarra o a conoscere Iggy Pop (e magari andare oltre) non sarebbe poi così male in un'epoca di rap, autotunee, hip-hop e cagate varie.
A quell'età non puoi arrivare direttamente alle radici della musica con la M maiuscola, ci passi per gradi.
Io per arrivare a muddy waters, sono passato da clapton che ho visto per caso a 15 anni in un concerto doppio che condivideva con Elton john che all'epoca era quello che ascoltavo (insieme a sting e a tutto il rock mainstream dell'epoca).
Ero lì per ascoltare your song ma rimanevo folgorato ogni volta che clapton prendeva la scena con i suoi assoli.
Comprai subito la chitarra e da li fu un bellissimo percorso a ritroso verso la sorgente.

Unknown2 ha detto...

Livio. Paul, è bello che qc veda anche il bicchiere 1\2pieno, ma sarebbe fin troppo facile rispondere che Iggy e Bruce dovrebbero selezionare un po' meglio i loro protetti, non andando a pescare i vincitori di talent e i divi pop, ma premiando qualche sconosciuto che meriti davvero e abbia bisogno solo di una rampa di lancio.
Sono operazioni commerciali orchestrate dai manager, ma spero tanto che x qualche illuminato sia davvero la porta x la musica + vera, e che Paul la veda giusta!
Buona estate!!!

corrado ha detto...

DI NUOVI FENOMENI MUSICALI Parte 1
Anche a me piace vedere il bicchiere mezzo pieno e avere fiducia nel futuro, ma in questo caso penso risolutamente il peggio possibile di queste operazioni e spiego perché.
Anche io ho ascoltato da ragazzino i vari prodotti mainstream che andavano a pescare fra la musica un po' più seria e di sostanza. I musicisti, cantanti e gruppi si proponevano in modo tutto sommato semplice e senza pretese, fungendo da cinghia di trasmissione verso un mondo musicalmente più maturo e interessante. Per fare un esempio, nell'Italia di fine anni settanta ricordo la band di Cristiano De Andrè, i "Tempi duri", che già dal nome richiamavano i "Dire Straits', con tanto di chitarra solista totalmente ricalcata su Mark Knopfler, per non parlare di quando esplosero gli U2. Niente di particolarmente bello da ricordare, ma almeno ci leggevi una certa ingenuità e un amore per la musica a cui ci si ispirava.
Questi tizi di adesso, invece, sono un prodotto commerciale attentamente studiato per entrare nel mercato della musica seria. Manuel Agnelli è un musicista vero, con un passato rispettabile e pieno di conoscenze di livello assoluto. Ha capito benissimo che si doveva levare ai suoi protetti romani l'etichetta di gruppo adolescenziale da talent show e senza un serio pedigree di ascolti, suoni e collaborazioni. Non essendo Agnelli un Vince Tempera, non ha lasciato i suoi protetti nella melassa sanremese, ma sta sfruttando le sue conoscenze internazionali per lanciarli come e se fossero DAVVERO un gruppo serio.
Per ragioni familiari (l'altra mia figlia,quella più piccola) da tre anni ho seguito l'evoluzione sonora di questi qui. I primi due anni e mezzo sentivo sempre la solita chitarrina ritmica funky alla Red Hot chili pellets, senza guizzi di alcun tipo, senza un suono che ti catturasse l'attenzione. La bassista abbastanza anonima, il cantante assolutamente da pubblico adolescenziale e il batterista invece molto bravo. Poi improvvisamente a Sanremo è avvenuta la trasformazione, soprattutto nel chitarrista, che evidentemente ha studiato tanto glam rock, Mick Ronson, Marc Bolan e compagnia.

corrado ha detto...

DI NUOVI FENOMENI MUSICALI Parte 2
Che tutto questo fosse il frutto di un indirizzo eterodiretto l'ho capito immediatamente ascoltando la famigerata cover dei CCCP (che,fra parentesi,hanno scritto canzoni anche migliori di"Amandoti").
La ascoltavo e mi dicevo: dove,dove, dove ho ascoltato questo arrangiamento, questo modo di arrivare al climax dell'assolo di chitarra, queste pause ad effetto?
Ed ecco la risposta: la cover dei CCCP e, nel suo arrangiamento e interpretazione, la piena trasposizione di "For all i care" di Steve Wynn! Uno splendido valzer duro e dolente, suonato insieme ai "The Come" di Thalia Zadek e Chris Broakaw, che presenta quei suoni, quei ritmi, quelle pause, quell'assolo di chitarra che si sentono nella cover del brano dei CCCP. Come sono arrivati i quattro ragazzotti romani a conoscere e ad amare un brano poco conosciuto di un misconosciuto, anche se grande, musicista californiano? Non certo attraverso la frequentazione di robaccia tipo Red hot chili Peppers e lagnosi cantanti adolescenziali che costituivano fino a poco tempo prima il loro repertorio.
La risposta ancora una volta è: Manuel Agnelli, grande amico di Wynn, col quale ha suonato spesso e del quale conosce tutto il repertorio.
E le cose devono essere andate così:
Agnelli: "Ragazzi, qui dobbiamo sfondare. In Italia c'è una nuova fame di rock, dopo tutta 'sta trap e melassa sanremese. Io sono quello che vi può trasformare in un gruppo rock serio, se mi seguite. Ho gli ascolti giusti, le conoscenze giuste e per sdoganarvi per bene non vi lascio fare le solite italianate, ma vi faccio entrare nel giro giusto"!
Quindi si prendono ad esempio i CCCP, che sono degli incorruttibili e li riarrangiamo in chiave Steve Wynn/The Come di Melting in the dark, così vi fate la fama di ottimi intenditori musicali, anche se in realtà siete dei burini senza particolari conoscenze musicali. Dopo di che, grazie ai rapporti che io Agnelli ho con tutti questi grandi nomi, vi apro un giro di collaborazioni che in Italia non si è mai visto. L'operazione è grande e va fatta in grande stile, o la va o la spacca. Per oliare l'opinione pubblica l'italiana non c'è problema, sono tutti ampiamente corruttibili. Per quella internazionale è un po' più complicato ma fattibile. Ed ecco la collaborazione con Iggy Pop e con chi sa chi altro nel prossimo futuro.
Scusate la prolissità, ma era necessario dilungarsi, perché si sta pian piano realizzando un nuovo ordine mondiale nella cultura (musica, cinema, letteratura, arte), a causa del quale avremo perso (a livello generale intendo) ogni bussola per distinguere realmente fra prodotti sinceri, reali, che scavano in profondità) e prodotti commerciali, finti, superficiali, che avranno come solo scopo l'intrattenimento e l'omologazione
Da Killers + Bruce Springsteen a Maneskin + Iggy Pop

Unknown2 ha detto...

Livio. Riflessioni profonde e ampiamente argomentate, da Corrado. Condivido in toto. Allargando il discorso: cosa manca oggi ai 'nuovi' artisti, in ogni campo? La LIBERTA' di esprimersi come possono e sanno, magari sbagliando pure un paio di tentativi.
Invece viene preteso il successo commerciale immediato, il ritorno 'sicuro' dall' 'investimento' dei cd 'produttori'. E allora si pianifica tutto: si parte da un artista di plastica, anzi di plastilina(chi se la ricorda?) pronto a farsi modellare da analisti finanziari in carriera, gli si servono le scelte 'giuste', si seguono le mode, si va all'incasso. E così si crea l'ennesima boyband, misero specchietto x le danarose allodole.
In campo cinematografico dominano gli ormai decomposti supereroi, in pittura\scultura il mercato lo fanno gli angloamericani, e ci impongono i Jeff Koons di turno e i suoi milionari, ridicoli coniglietti (ma ve lo ricordate quando stava in Italia, compagno della Cicciolina???).
Che nostalgia per l'effervescenza creativa '65-'75! Il cinema vide una primavera assoluta: nouvelle vague, Coppola e tutti i fenomeni americani, Kubrick e gli inglesi, gli italiani, Antonioni, Fellini, Bertolucci e via cantando... Libertà espressiva e coraggio produttivo produssero opere d'arte indimenticabili e spesso pure incassi memorabili.
In musica non serve vi faccia un elenco di nomi. li conoscete meglio di me. Molti di loro primeggiano tuttora. Alcuni, purtroppo, si prestano alle operazioni di marketing di cui sopra, come se avessero ancora bisogno di soldi.
D'altronde se Lionel Messi va a fare il piantino in tv, riverito da tutti i media mondiali, lui che incassa 50mln netti\anno solo di ingaggio, e prob raddoppia con i diritti d'immagine etc, è chiaro che siamo governati dal denaro, e solo da quello.
Conclusione tutt'altro che originale, lo so. Ma non x qs meno vera. E meno amara

bobrock ha detto...

Corrado mi hai spezzato ...ho riso troppo “ in realtà siete dei burini senza particolari conoscenze musicali “.
Più ti leggo più ti apprezzo.
Complimenti anche per tutti i collegamenti che fai .
Io sono un fan di Iggy e ti basti sapere che il prossimo 8 maggio volo a Parigi covid permettendo ( ho una splendida terza fila centrale ) ma il brano coi Maneskin è stata una brutta botta . Tieni conto che di loro non ho ascoltato una nota che fosse una.
Quindi sono totalmente prevenuto.
Ma quando alcune casalinghe mi hanno cominciato a decantare le lodi e il sex appeal del cantante dei Maneskin ...mi sono girati i coglioni . Le stesse casalinghe che quando le raccontavo che andavo a sentire Iggy Pop mi guardavano schifate...

bobrock ha detto...

Messi un pianto in tv e il giorno dopo con il sorriso sulle labbra e la maglietta “ Parigi è qui”.
Poteva rimanere a Barcellona anche rinunciando al 90 % dell’ingaggio e avrebbe portato a casa bei soldi .
Sono persone senza anima ne cuore .
E senza vergogna

bobrock ha detto...

Livio è tutto corretto quello che dici ; il fatto è che viviamo nel 2021 e temo che entrambi siamo rimasti ibernati negli anni 70.
È cambiato tutto . I giovani oltre ad ascoltare musica orrenda , non si interessano di politica o quanto meno non leggono .
La storia non sanno neanche cosa sia .
Vivono di Instagram e altri social senza capire se quello che viene pubblicato sia veritiero o meno .
E questo vale anche per molti adulti altrimenti non si spiegherebbe tutta questa cultura no vax.
Come cantava Battiato “ strani giorni viviamo strani giorni “ che prima di sfondare ha inciso altro che due dischi . Ma oggi è la fiera del precotto.
Tutto e subito . E quindi vai con Mengoni negli stadi ...

Unknown2 ha detto...

Livio. Ah, ma io ibernato negli anni 70 ci sto da dio.
Sui novax non mi esprimo, perchè diventerei volgare. Hai ragione, è tutta questione di cultura. Oggi ognuno ritiene di doversi esprimere anche e soprattutto su ciò che non conosce: supponenza, arroganza e quant'altro imperano. E più è inverosimile la sparata, + ha successo. Ho sentito e letto cose, sul covid, che neanche nel peggior romanzucolo di fanta\horror. Credo dovrebbe intervenire la polizia postale: avanti così si va allo sfascio.
Una nota di speranza: ho scoperto x caso qs libro, 'Un gentiluomo a Mosca', di Amor Fowles(mai sentito), che è un gioiello di ironia, misura, umanità. Ispirato forse dal titolo, ho rischiato e mi è andata bene. Non ho mai letto una critica dello stalinismo (e in senso lato di qualunque dittatura) + raffinata e tagliente, proprio xchè senza volgarità, nè improperi, nè sangue, nè gulag. Solo buon senso, buon cuore, tolleranza e una scrittura favolosa. Fin che c'è in giro roba così, possiamo sperare, dài.
Bob, raccontaci dei tuoi concerti, x favore! Io sono vecchio, pigro e devo ristrutturare casa. Ho bisogno di notizie affidabili, di impressioni sincere sui miei beniamini, senza muovermi dal paesello

Armando Chiechi ha detto...

Per fortuna c'è questo spazio a rigenerare il mio spirito con argomenti di discussione che variano dalla musica alla società, ma non dimenticando la bellezza dell'arte tutta. Come non dare ragione a Livio riguardo ai no vax e qui non si tratta di rispettare un punto di vista contrario al tuo ma di non comprendere il valore della vita !?! A parte questo lì fuori per dirla alla Jim Morrison " The World Is on Fire..." e il caldo infernale sembra non solo divorare la terra già martoriata ma bruciare quel poco di buono rimasto negli esseri umani. Guardarsi intorno è veramente deprimente ma in qualche modo bisogna tirare avanti nonostante tutto. Aspettando il prossimo post del nostro caro Mauro vi auguro buone ferie....intanto per oggi all' ombra e al riparo dalla calura mi risento questi :

" Shadows and Light " : Joni Mitchell (DVD)
" Cheating at Solitaire" : Mike Ness
" Fanfare" : Jonathan Wilson
" Giant Steps" : John Coltrane
" Traveling Wilburys" : vol.1/3

Armando Chiechi


Luigi ha detto...

Vi stuzzico un po' dal torpore estivo.
Cosa ne pensate della decisione degli Stones di andare comunque in tour senza C.Watts.
È tutto lecito o è arrivata l'ora di dire stop.
Meglio invecchiare sul palco o ritirarsi dignitosamente?

Armando Chiechi ha detto...

Mi è dispiaciuto apprenderlo ma a quell'età è già tanto, tantissimo arrivare dove sono arrivati loro. Se hanno l'energia per continuare lo facciano pure. Credo sia lecito ed umano lasciare e per quel che riguarda i nostri si sa che Mick,Keith e Ron sono stati quelli che hanno attraversato il crossroad e Bill Wyman,Charlie Watts e Taylor quelli che sono tornati indietro....

Armando

bobrock ha detto...

81 anni suonare la batteria; c’è un limite invalicabile. Tanto di cappello per tutto quello che ha fatto Mr.Watts.
Riguardo all’età è un falso problema. Almeno questo lo penso oggi . Perché quando avevo 18 anni non andai a sentire jerry lee lewis a Milano ritenendolo un vecchio !!!!! ( un errore di cui mi dolgo ancora oggi ).
Pertanto oggi penso e dico che fintanto sei credibile sul palco qualunque età va bene.
Il problema è quando diventi grottesco e la parodia di te stesso .
Il sostituto di Watts ( chiamarlo sostituto è fuorviante) è un batterista coi fiocchi e anche se non si dovrebbe dire il sound potrebbe migliorare .

corrado ha detto...

Boh, dicono che Watts tornerà appena ripresosi e che questi concerti erano da fare assolutamente perché già programmati, rimandati e poi di nuovo programmati. Sai che penali avrebbero dovuto pagare gli Stones per un altro rinvio...

Unknown2 ha detto...

Livio. Watts ha avuto un cancro, anni fa, se non erro. Passati gli 80, può accadere di dover rallentare. X il vero, neanche Keith e Ron sembrano troppo arzilli, ormai. Pare che il tutto avvenga in pieno accordo tra Watts e gli altri Stones, x cui non vedo problemi. Non saranno ancora molte le occasioni di vederli live on stage... Anche la scelta di sostirtuirlo con un side-man, x quanto di super lusso, dice che, almeno nelle intenzioni, è una soluzione temporanea. Time will tell

corrado ha detto...

Ragazzi, si è chiusa un'epoca: oggi e morto Charlie Watts...
Non penso che gli Stones a questo punto abbiano più senso come gruppo, a meno di non trasformarsi nel nome e omaggiare l'amico scomparso

Unknown2 ha detto...

Livio. Maledizione, maledizione, maledizione. Charlie, my darling... cosa ci combini.
Ho sempre visto gli Stones inossidabili, indistruttibili, ed ecco che prende il volo Watts, il batterista + sobrio della storia del rock. Stile unico, scarno, essenziale, mai fatto un assolo. Ascendenze nobili, radici nel jazz... ma chissene.
Ribellione, libertà, gioia di vivere = Rolling Stones. Ho il magone davvero. Vorrei, ma non so dire nulla di degno.
Ciao Charlie. Grazie, grazie, GRAZIE

Luigi ha detto...

Si è fermato il battito del Rock.....

Armando Chiechi ha detto...

Purtroppo il tempo non perdona e qui si fa sempre più la conta dei caduti sul campo. Che triste giorno ma rincuora sapere che lui e loro saranno di nuovo insieme, basta rimettere sul piatto quei vecchi vinili o i CD nel lettore o perché no....rivederli ancora in quei concerti. Perché questo è il potere del rock'n'roll e della musica e solo questa è capace di restituirti un eterno presente. Stammi bene Charlie e salutami gli altri lassù !!

Armando

bobrock ha detto...

Vi racconto un aneddoto: Stoccolma 2017
Per una botta di culo che più culo non si può grazie ad un mio amico d’infanzia riesco ad accedere al backstage dei Rolling .
Oltre alla foto ricordo che utilizzerò sulla mia lapide mi avvicinai a Watts dicendogli la frase più banale che si possa dire ( you are The best drummer in the world “.
Lui mi guardò con benevolenza...e forse pensó all’ennesimo complimento banale .
Io ero pietrificato dall’emozione .
Un ricordo indimenticabile.

bobrock ha detto...

Detto questo come ha detto Corrado .....siamo a fine corsa . Cala il sipario , le luci si spengono e gli spettatori vanno a casa .

corrado ha detto...

Già... Che strana sensazione: fosse morta qualche altra rock star forse non avrei avuto la sensazione di smarrimento che provo ora. Un caro saluto a tutti voi

Unknown2 ha detto...

Livio. Enorme risalto sui media mondiali, x la dipartita di Charlie.
Lo Stone + schivo e silenzioso, il meno glamour, un vero gentleman, lo definiscono tutti. La roccia delle rocce.
Purtroppo, Corrado, temo che la macchina dello showbiz non consentirà agli Stones di fermarsi qui, come logica, cuore e buonsenso imporrebbero. Troppi gli interessi in gioco. Speriamo che mi stia sbagliando, e che x una volta prevalga il rispetto umano.
In ogni caso, come dice benissimo Armando, ci restano un pugno di canzoni indimenticabili, specchio e motore di un'epoca e di una generazione. Più forti di qualsiasi morte. Forti come il rock che incarnano e rappresentano. Davvero, loro, immortali.
Grazie Bob x aver condiviso un ricordo di genuina umanità. Charlie non ha mai avuto atteggiamenti da superstar. X qs, credo, era così amato e rispettato. Ora, purtroppo, anche rimpianto.
Bad summer...
Ehi, Charlie! Get off of my cloud!!!

Zambo ha detto...

Gli Stones non mollano ed è giusto che sia così. Charlie Watts è una perdita epocale, il mio batterista preferito assieme a Jim Keltner ma finché ci sarà un briciolo di energia ottantenne gli Stones andranno avanti, spero, ed è giusto che sia così. Le grandi rock band, vedi E Street Band per Clemons e Federici, le morti li hanno messe nel conto. Magari non andrò a vedere di nuovo gli Stones, ma ho prenotato un albergo a New Orleans per metà ottobre e se le misure anti covid si allenteranno, andrò a vederli perchè la loro serata è vicina ad una serata del Jazz Fest con Tedeschi Trucks Band, Costello e altri 50 performer. Se non fosse così lascerò stare, non li vedrò ma mi piace pensare che esistano ancora. E forse la pensa così anche il vecchio, caro Charlie.

bobrock ha detto...

Mica male il programma...metà ottobre
Adesso spacco il salvadanaio .......

Armando Chiechi ha detto...

Wow Mauro,mi sa che ti daranno le chiavi dell' intera Big Easy se non di tutto il Deep South e della Highway 61. Quanto ti invidio ma nel senso più buono del termine. Goditela per noi tutti.

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. E attendiamo succose recensioni su Zambo's place e Buscadero!
Se poi tu, Stoneologo Massimo, ritieni che debbano comunque continuare, beh, ti seguiamo, Professore. Continuino dunque felicemente, finchè salute e ispirazione li sosterranno, e non solo xchè the show must go on, ma X l'amore e la passione di milioni di fedelissimi.
Jumpin' jack flash (qualunque cosa significhi)

Paul ha detto...

La perdita è sicuramente incolmabile, lo smarrimento simile a quando se ne andò Tom Petty. Ma in tutta onestà non è il primo e non sarà ahinoi l'ultimo dei nostri "dinosauri" a lasciare la scena, considerando che sono tutti over 70...prepariamoci...quindi fa bene Zambo a godersi i loro ultimi ruggiti insieme a qualche altro nome meno datato (come tedeschi/trucks) ma non meno talentuoso che sicuramente ci potrà regalare soddisfazioni per qualche lustro.
Per alleviare i dispiaceri mi sento di suggerirvi l'ultimo lavoro di james mcmurtry: già al secondo ascolto mi è sembrato enorme, da top 3 di quest'anno.

Marco ha detto...

Auguro di tutto cuore a Zambo di riuscire nel suo intento di andare a New Orleans ad ottobre. Io in questi giorni avrei dovuto essere negli States per lavoro ma invece scrivo queste righe dal divano di casa. Ma la cosa assurda, ascrivibile ad un vero e proprio buco legislativo, è che se io mi fossi fatto tre settimane in Serbia o in Turchia (o in Messico) e poi avessi preso un aereo per gli USA direttamente da Belgrado o Istanbul, non avrei avuto problemi ora ad essere là.

Zambo ha detto...
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