venerdì 3 settembre 2021

IN AUTUNNO IN LIBRERIA


 

43 commenti:

Unknown2 ha detto...

Livio. Fantastico annuncio! Una delle band più longeve, prestigiose, indispensabili della storia del Rock maiuscolo, narrata, ne sono certo, al meglio dal nostro Super Prof. Acquisto obbligato x ogniappassionato di musica! Non lo trovo su amazon, però. Cercavo l'edizione kindle, ma anche il cartaceo sarà graditissimo.
Quasi 50anni di storie, un percorso ad ostacoli, intricato e pieno di sorprese, una lettura che immagino entusiasmante.
Ain't wastin' time no more. Di corsa in libreria

Unknown2 ha detto...

Livio. In autunno, però

Armando Chiechi ha detto...

Ho sempre desiderato leggere qualcosa su loro che non fosse l'ennessimo articolo celebrativo dell'ennesima edizione di Live at Fillmore East. Anni fa comprai i due volumi curati dal nostro Mauro per la Giunti e dedicati al Southern Rock e al Rock blues,guide sempre utili per rinfrescare la memoria ma un volume dedicato agli Allman è un gran regalo da aggiungere al prezioso libro scritto su De Ville. Presumo che non sarà facile trovarlo in libreria e che bisognerà ordinarlo ?!? Ad ogni modo, gran bella notizia...

Armando

Unknown ha detto...

Lo aspetto con ansia...attendo notizie...big mauro !!!

Luigi ha detto...

Ho acquistato in questi giorni il nuovo box delle bootleg series di Dylan che si riferisce agli anni tra 80 e 85.
Alla faccia del periodo minore,ci sono autentiche gemme a mio parere e spesso band di accompagnamento con i controfiocchi
Altamente consigliato.
C'è anche una versione doppia più economica.

Unknown2 ha detto...

Livio. Luigi: mr Zimmerman è un colosso, non si discute. E proprio l'imponenza dei suoi archivi ne definisce al meglio la statura. Nessuno, nessuno potrebbe permettersi qc di neanche lontanamente simile alle Bootleg Series.
Contesto solo, nelle edizioni deluxe, certe ossessive ripetizioni di pezzi solo abbozzati e praticamente uguali fra loro (parlo in generale, non solo di qs uscita, nè solo di Dylan). Un po' di sobrietà e di rigore nelle scelte non guasterebbe, x non far sentire noi superfan buggerati x l'ennesima volta. Ma sarebbe un discorso lungo...
Poi hanno ragione loro, xchè ad ogni uscita mi riprometto di prendere 'solo' la sintesi su doppio cd, e poi leggo le recensioni e cedo rovinosamente. L'ansia del collezionista prevale e acquisisco un prodotto sfavillante che però in realtà metterò sul piatto poche volte, causa appunto una certa fatica all'ascolto. Dibattito aperto, comunque, come sempre.
E Bob: forever young, ever and ever

Luigi ha detto...

Almeno in questo caso non ci sono 20 false partenze e 30 versioni alternative dello stesso brano.
Inoltre credo di poter dire che l'osservazione secondo la quale un album che all'epoca fu pubblicato con quella determinata scaletta non aveva pezzi alternativi validi in questo caso non corrisponda al vero.
Mi viene in mente darkness e the river di springsteen,perfetti ed irripetibili ma ricchi di outtakes che valevano gli originali

Luigi ha detto...

Potrebbe essere stimolante stilare una eventuale lista di cofanetti imperdibili ......

Paul ha detto...

Io mi sono accontentato della versione 2CD ma vi garantisco che dentro li' ci sono 25 perle che bastano e avanzano per confermare che nello scrigno dylaniano sono ancora nascosti un numero impensabile di capolavori che aspettano solo di essere portati alla luce. Per me acquisto assolutamente ricompensato.

Unknown2 ha detto...

Livio. Sì, anch'io x ora ho sentito il 2cd su spotify, ed è gustosissimo. Ricordo però la delusione, ad es, x il vol 11, the basement tapes. Ma sono gusti personali, ovvio.
Springsteen sì, x i primi dischi, diciamo fino a BUSA, ha una montagna di inediti favolosi (già degnamente rappresentati nei box dedicati a BTR, darkness e river) ma già l'operazione Tracks palesa un certo affievolirsi della vena creativa negli anni post 85, secondo me.
Poi, come sempre, dipende da 'quanto' sei fan, no? E giustamente l'industria del disco premia i super appassionati, x cui anche un verso 'diverso' in una canzone stranota è imperdibile.
Mea culpa: io a suo tempo acquistai a prezzi da usura tutti i 20 e passa boot della serie 'lost masters' (Springsteen, ovviamente), e la maggior parte di essi l'ho sentita forse 2 volte, anche xchè poi quasi tutto uscì ufficiale su Tracks (al netto di qualche pezzo su cui vennero effettuati dei ritocchi in studio, ma lasciamo perdere). Sono orgoglioso di averli sui miei scaffali, ma non li riascolterò mai +, credo...

armando ha detto...

Per quel che riguarda inediti,cofanetti, bootleg series e simili,sinceramente sto cominciando a non farmi tentare troppo e considerare attentamente caso e contenuto. Chiaramente avessi milioni da spendere lo farei ma ci vorrebbe anche tanto spazio che con il tempo va assottigliandosi ( musica + libri + cinema...). Poi c'è ancora tanto materiale e per pochi euri in offerta, a volte vale la pena tornare su certi titoli e recuperare cose magari, di Sam Cooke, John Coltrane, Miles Davis ecc. Certo non saranno propriamente rock ma ne vale la pena,considerando poi che il compact pare avere vita breve....anche se poi non so se crederci del tutto..?!?

Armando

Luigi ha detto...

Io sogno ad occhi aperti un bel box esaustivo del tour di Dylan e Petty del 87 e un bel cofanetto di tom Petty e la sua band sulla serie dei concerti al Fillmore di s Francisco nel 98

Luigi ha detto...

Nel 97

Unknown2 ha detto...

Livio. Qua parliamo di buona musica, ben venga pertanto tutto il soul (Atlantic, Motown, Stax..) che pure io adoro, e ritengo abbia avuto un grandissimo ruolo nel dare forma a ciò che oggi chiamiamo, omnicomprensivamente, 'rock'. Sul jazz nn mi pronuncio, purtroppo non l'ho mai seguito seriamente. Lascio a chi ne capisce, ma certo Coltrane e Davis stanno sull'Olimpo della Musica.
Del tour Dylan-Petty ho qualche boot, ma di bassa qualità, purtroppo. Qualunque uscita del Seminole sarebbe benvenuta! Esiste un 'Live Frisco 97' 3cd pirata di ottima qualità. Io a suo tempo lo trovai piuttosto agevolmente. Prezzo non eccessivo, venne recensito molto positivamente anche sul Busca, credo da G. Callieri.
PS1 Mick Jagger ha espresso forti dubbi su ulteriori tour degli Stones, dopo il termine dell'attuale, che sta diventando una sorta di celebrazione di Charlie. 'Era lui a tenere insieme la band' ipse dixit
PS2 Uscirà a novembre il cd\vinile\ ma soprattutto DVD dei due concerti (22\23.9.79) di Sp.steen e E-St. B. x il celebre No Nukes. Gli E-Streeters erano ancora in forma Darkness Tour. Stando al trailer, grazie a remix e restauri video vari, sarà davvero un bel vedere e sentire

Armando Chiechi ha detto...

Su Petty con Dylan ho il bootleg inerente alle date Australiane e la qualità non è affatto male più un altro con date americane dello stesso tour. Ben venga il set live di No Nukes anche se per forza di cose i brani non credo supereranno la decina. Ad ogni modo conservo gelosamente il triplo vinile con tutti quegli artisti che hanno segnato la mia adolescenza.

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Sì, Dylan Petty 86, anch'io ho l'Australia, poi il Sukiyaki (Japan) e un Live Radio incompleto. Avrò i recettori uditivi usurati dai troppi pessimi boot, ma sul mio impianto non suonano granchè. Speriamo che dagli sterminati archivi delle Bootleg Series spunti anche qualche esibizione soundboard dell'86\87, registrata direttamente dal mixer e restaurata da qualche mago della consolle. Non possiedo boot della tranche europea del tour (87, Temples in flame). Ero al concerto di Modena (ben 5 le date italiane. Restano purtroppo le uniche esibizioni di Tom Petty nel ns Paese), e ricordo gli Heartbreakers un po' frenati, molto in soggezione di fronte a His Bobness. Poi si scatenarono nel breve set dedicato esclusivamente a loro. Mi è rimasta in mente una 'Shout' assolutamente trascinante. In apertura Roger Mc Guinn chitarra e voce, commovente.
No nukes: Springsteen suonò il 21 e 22 settembre, due set di 90 minuti l'uno, scalette quasi identiche. Variò solo i bis, totale 13 pezzi senza ripetizioni, tutti compresi in eccellente qualità audio\video nella nuova pubblicazione ufficiale. Circa 100minuti di E-Street Band, nel momento in cui erano, a detta di molti, 'the best r'n'r band in the world', davanti a un grande pubblico.
Certo i mitici 3vinili usciti all'epoca hanno il pregio assoluto della coralità, della dedizione alla causa ambientalista (e 42anni fa non era scontato come lo è oggi!) e x me anche della nostalgia. Bei tempi

Marco ha detto...

In realtà Tom Petty suonò anche a Lucca nel 2012, concerto meraviglioso che ricorderò finché campo.

bobrock ha detto...

Livio io ho un bellissimo ricordo di Dylan con Perty all’arena di Milano nel 87 .
Il rammarico fu la brevità dello show:
Petty Otto brani e dylan con gli heartbreakers 70 minuti ( se la memoria non mi inganna )
Roger mc Guinn una mezzoretta
Nnr: il concerto di Lucca fu decisamente un bel concerto con troppe pause tra un brano e l’altro .
La sensazione e che se la prendessero con moooolta calma anche se le singole versioni di ogni brano erano impeccabili .
NDR2: dato che questo è lo spazio per la prossima uscita editoriale di Zambellini mi chiedo se nel libro vengano raccontati ghiotti aneddoti riguardo le dipendenze di Gregg , di come ha evitato il carcere e anche della sua relazione con Cher.
Detto questo non potrà che essere una lettura densa di storie

Unknown2 ha detto...

Livio. Avete ragione, ovvio. Lucca 2012. Forse le lunghe pause erano dovute anche alla salute già non più ottima di Petty, chssà.
Nei video degli ultimi concerti, 2017, x quanto la qualità dello show non ne risentisse affatto, appare con l'addome gonfio e davvero affaticato...
Del tour 87 confermo la brevità. Ma era proprio strutturato così: 1\2ora scarsa McGuinn, 40minuti TP & HB, 1 oretta Dylan & HB.
Sugli ABB a me piacerebbe sapere se davvero Dickey Betts era così intrattabile come dicono, o se le 'colpe' erano magari equamente distribuite fra lui e gli altri. Di solito x litigare bisogna essere (almeno) in 2, no?

Unknown2 ha detto...

Livio. Scusate, sarà il correttore. Io avevo scritto:
Avate ragione, ovviamente. Lucca2012.

corrado ha detto...

Io gli Allman Brothers li avevo ascoltati poco negli anni in cui avrei dovuto ascoltarli, poi li ho riscoperti, grazie a mio fratello, arrivando alla conclusione che, cavoli, ci sono chitarre ispiratissime e molto tecbiche. Da poco ho visto un loro concerto pomeridiano della metà dei '70, credo, in cui Dickey Betts fa cose turche (non in senso etno music) e però mi piacciono di più nei brani più brevi che in quelli di 10 minuti di improvvisazioni, ma questo è un mio problema degli ultimi anni.
A Milano c'ero anch'io. Mi ricordo che Tom Petty aveva suonato Should i stay or should i go dei Clash, gruppo di cui sono innamorato, ma non avevo molto apprezzato, mi era sembrata più una concessione al gusto dominante in quegli anni, va be' che a me di Petty piaceva molto You got lucky, proprio perché suonava 'moderna". Ragionamento contraddittorio il mio, ma, insomma, con la musica vado molto a impressioni di pelle, immediate...

bobrock ha detto...

Il brano dei Clash come intro di Petty per me é indimenticabile . Solo che suonarono così poco ….
Gli ABB sono stati un gruppo veramente fantastico, io ho una sessantina di concerti in cd e per quanto molto brani partano sempre uguali poi si sviluppano sempre in maniera differente. C’è sempre qualcosa in più o in meno ogni volta .
Corrado a me piacciono quando suonano all’infinito perché è la loro inclinazione e col passare dei minuti le chitarre ricamano si intrecciano e poi entra Gregg.
É tipico di quei gruppi allungare la trama ogni volta .
Però sappi che ho amato i Ramones per quello che riuscivano a fare in 90 secondi .
C’è chi ha bisogno di molto tempo per mettere a fuoco e chi brucia tutto subito .

Armando Chiechi ha detto...

Adoro gli Allman per le caratteristiche elencate da Bob e chiaramente li risiede la loro particolarità. Il fatto che poi venissero dal profondo sud li rende unici anche in un contesto " Southern" in cui loro in fin dei conti non si riconoscevano affatto pur rimanendo ancorati al patrimonio musicale di quelle aree. Non vedo l'ora di comprare il libro di cui sopra, anche perché sono sempre stato affascinato da certe storie e " saghe" sudiste e quel senso di tragedia tipico che va da Tennessee Williams a Gram Parsons, passando per Flannery O' Connors, i Lynyrd Skynyrd, Johnny Cash,Lucinda Williams e i fratelli Allman. Che poi possa essere nel reale o nelle loro storie, questo è a prescindere.

Armando

corrado ha detto...

Beh, certo, l'atteggiamento free e dilatato è una caratteristica della band. Sono piuttosto io che ultimamente non riesco a fare quello che facevo prima con Sister Ray dei velvet o Down by the river di Young. Mi riesce però quando sono da solo in viaggio. Dunque la spiegazione, almeno per quanto mi riguarda, è che i ritmi della mia attuale vita quotidiana condkzionano i miei ascolti. Il mese prossimo dovrò fare un viaggio in solutario piuttosto lungo e mi organizzerò col live al Fillmore degli Allman Brothers!

Unknown2 ha detto...

Livio. Anch'io sono costituzionalmente avverso alle cd 'dilatazioni psichedeliche', lo ammetto. Però è sempre questione di qualità: quando sono gli ABB a partire x la tangente, beh, signori, nel 99% dei casi, giù il cappello! In realtà la qualità non si misura in minuti, e quando è alta , siano i Ramone 'brothers', o gli Allman Brothers, non si discute, applaudiamo.E riguardo le chitarre, Corrado ne capisce molto + di me, ma da appassionato non musicista credo davvero che Duane e Dickey, ma anche Derek e Wayne siano da annoverare tra i migliori.
Negli Allman mi ha sempre affascinato quel suono delicato, raffinato, ma potentissimo, irresistibile. Ti prende come un vento e non ti lascia più. Incarna davvero lo spirito south, lasciando da parte, al contrario di altri grandi come i Lynyrd, ogni accenno al nazionalismo.
E fra i cantori sudisti, in ambito giallo-noir, citerei almeno anche James Lee Burke, Joe R. Lansdale, James Crumley...

Armando Chiechi ha detto...

Concordo ragazzi. Grandi scrittori quelli citati da Livio ma il Deep South ne è pieno. Per non parlare di Faulkner, Carson McCullers o il grandissimo Cormac Mc Carthy del New Hampshire ma texano d'adozione. Vero su i Lynyrd Skynyrd conservatori ma ad ogni modo i confini sono sottili e per noi italiani a volte diventa difficile percepire certe piccole sfumature.Da ultime interviste pareva che ammettessero di aver votato repubblicano ma di essere distanti da certi estremismi alla Trump !?!

Armando

Luigi ha detto...

Cogliendo l'occasione dell'uscita del box celebrativo di Tattoo you che ne direste di richiedere al prof un bel approfondimento su quel periodo degli stones,gli inediti presenti,i concerti del periodo?
Sarebbe un bellissimo modo di accompagnare l'ascolto della ristampa.
PS
Forse sono stato un po'invadente ma ....tentar non nuoce

Unknown2 ha detto...

Livio. Essendo lui lo 'stonesologo' del Buscadero, niente di + facile che l'articolo (o la recensione) sia già in preparazione...

Unknown2 ha detto...

Livio. Grazie al Prof x il commiato a Charlie, sull'ultimo Busca. Affettuoso e dolente, commosso e commovente. A partire dal titolo, 'rubato' ai Kinks, il + british dei gruppi inglesi, degno epitaffio x un vero gentleman. Anche lui, come tutti noi, ebbe i suoi momenti-no, mai vissuti sui rotocalchi, però, ma sempre nel privato familiare.
Illuminante l'illustrazione della sua tecnica da parte di Keith: ecco perchè il suo mitico rullante PARE sempre un milionesimo di secondo in ritardo, donando pathos ai pezzi degli Stones. La finta sul charleston crea un falso vuoto in cui si insinuano le micidiali stilettate della seicorde ritmica ( con accordatura aperta) di Keith. E ne esce l'immagine di raffinati strumentisti che, parlando di RS, forse risulterà inconsueta ai più, ma che avvalora la fama di 'più importante r'n'r band' del rock tutto (anche se quel rosicone di Mick Taylor la pensa diversamente).
E mi piace ricordare qui l'umiltà con cui affidò i tamburi di 'You can't always...' a Jimmy Miller, non sentendosi sicuro del suo ritmo su quel pezzo. Anche uno dei migliori batteristi rock (rubato ad Alexis Korner grazie a una colletta fra gli altri membri del gruppo) può essere umano, e ammetterlo senza problemi.
Charlie is my darling, (da un bel docufilm del 1965) resterà nel cuore di tutti noi.
Nel frattempo i concerti americani della band proseguono con grande successo. Keef pare rinato.
Vedremo...

Unknown2 ha detto...

Livio. E so che mi sto ripetendo (ho una certa), ma MAI Charlie Watts si è sognato di fare uno di quei noiosissimi, narcisisti, onanistici assoli da 15minuti eppiù che impestavano i live di fine'60\primi'70. Chiedere a John Bonham x referenze...

Unknown2 ha detto...

Livio. Neil Young, Carnegie Hall 1970: stupendo. Audio perfetto, NY acustico, voce limpidissima. Quella voce ormai leggenda della ns musica, così 'alta', così unica. Scaletta sontuosa, canzoni mitiche, una + bella e struggente dell'altra. See the sky about to rain l'avrò sentita mille volte, e ognuna è devastante come la prima.
Il rovescio della medaglia è che, come evidenziato nella bella recensione di P.C.Carnevale sull'ultimo Buscadero, stiamo parlando di un minitour di 20 date, fine '70\inizio '71, di cui sono usciti già 2concerti ufficiali e altri 2 sono attesi a breve. Dei 2 già editi: Cellar Door cadde 3 gg prima del Carnegie e Massey Hall (circa 40gg dopo) molti di noi ce l'hanno doppio xchè, uscito come singolo, venne poi incluso beffardamente anche negli Archives1. Doppioni che il buon Neil ci ha ammannito spesso, nel tempo.
Le scalette, poi, 13 e 17 pezzi, non possono competere coi 23 del Carnegie.
Insomma, xchè non pubblicare subito il Carnegie e chiuderla lì??? Forse anche l'alternativo NY non è immune dal fascino dei dollari, va'.
E tutti a chiedersi se Royce Hall e Dorothy Chandler P. (le altre 2 uscite annunciate) non potranno essere magari anche meglio del Carnegie... portafoglio mio, fatti capanna.

Armando Chiechi ha detto...

Verissimo Livio, per non parlare che spesso ci si deve confrontare anche con certa produzione non ufficiale e che tanto ha accompagnato in un discorso parallelo le rese live dei nostri artisti. Chiaramente mi riferisco a quei bootlegs dalla resa audio ottimale e di cui pure Young ne fa parte. Certo l'ufficializzazione di tanti concerti ha arginato un fenomeno quasi anacronistico ma a volte è difficile districarsi con facilità !?!

Armando

corrado ha detto...

Ciao a tutti, perdonatemi, però il discorso sulle ristampe dei nostri beniamini non mi attrae granché. Ormai quello che desideravo sentire l'ho sentito, quello che desideravo avere l'ho avuto e semmai mi concentro su quello che stanno facendo ora. E qui ormai sempre più spesso le cose non vanno bene. Prendiamo proprio Neil Young, uno dei 4-5 eroi coi quali mi sono formato, con punte maniacali fino a tutti gli anni '90.
Ebbene, ho ascoltato per ora solo una canzone del suo nuovo album con i Crazy Horse. Mi è sembrato sicuramente poco ispirato, anche poco lucido e, fatto preoccupante, incerto tecnicamente, come avevo visto nei video dalla sua baita in Oregon. Le dita non scorrono in modo fluido sulla tastiera e le note risultano stoppate, qualche volta il nostro va fuori tempo. Nils Logfren ci mette una pezza con l'accordion, gli altri sorreggono un po' con i cori, dato che la voce di Neil è bella che andata ormai da molti anni. Ammiro il coraggio, ma sinceramente non riesco ad amare queste sue ultime cose, anche un po' tirate via a livello di produzione... E credo di essere un suo hardcore fan, ma quel che va detto va detto.
Springsteen e Cougar insieme non sarebbero neanche male, ma mi srmbra, come dire, tutto un po' costruito.
Tom Waits è sparito dai radar.
Dylan non mi attira con queste ultime cose.
Insomma, se le ristampe non le seguo granché, devo dire che anche la produzione recente è poca cosa.
Mi dispiace, sarà il tempo, sarà la ruggine...

Luigi ha detto...

Ovviamente per i nostri gusti è sicuramente più confortevole rivolgerci al passato.
Le session di tom petty per wildflowers,il dylan del 80 85 non da sottovalutare,neil young celestiale dal vivo nel 70, gli stones di tattoo you ricchi di covers e belle outtakes ed infine una lucinda williams che ripropone alla sua maniera repertori di dylan,petty,stones e varie perle soul e country.
Tutto molto bello basta non pensare che siamo nel 2021,noi siamo anziani ed il rock non è più il centro attorno al quale girano le nostre vite.....

Unknown2 ha detto...

Livio. Il guaio grosso è che non riesco + ad appassionarmi alle nuove proposte di valore, che pure ci sono, e vengono puntualmente segnalate dal Busca.
Ho una sensazione da 'Crepuscolo degli dei', che coinvolge sia me stesso (come semplice appassionato, naturalmente) che i miei eroi, che stanno 'andando avanti' a un ritmo preoccupante.
Non riesco proprio, poi, ad assuefarmi ai generi 'in voga', rap e rappers innanzitutto. Sarà l'età, ma li trovo francamente inascoltabili.
Dei vecchi orsi, su NY ha già detto Corrado. Anche il duetto Cougar\Sp,steen, pur se il pezzo è tutt'altro che disprezzabile, pone in luce impietosamente, nel video, la decadenza fisica (cui consegue fatalmente quella artistica), di altri due miei capisaldi. Bruce in particolare, sembra prosciugato, fissato dal chirurgo in un mezzo sorriso permanente e con lo sguardo sempre volto in basso e perso nel vuoto. Anche la sua esibizione al decennale dell'11 settembre, per quanto sincera e commovente, ne evidenzia incertezze ed esitazioni lampanti.
E' giusto e normale, naturalmente,gli anni passano, x noi e x loro, e continuerò a seguirli con affetto forse addirittura accentuato dall'evidente, inedita, vulnerabilità.
Servirebbero scelte produttive e artistiche radicali. Percorrere le vecchie strade in modo nuovo, ma ben pochi ce la fanno.
Però a sto punto non restano che le ristampe e i restauri, su cui si sta sviluppando un mercato fiorente e di altissima qualità. D'accordo, è fin troppo evidente che in qs modo evidenzio la mia nostalgia per i tempi andati, ma mi ritengo fortunato ad avere almeno qs via di fuga. Chi, come Corrado, + giovane, giustamente e coraggiosamente ancora in cerca di novità che lo entusiasmino, ha vita molto + dura, temo...

corrado ha detto...

Hai detto bene Livio: vita dura e anche di più...
Per restare in Italia, visto che ho sempre seguito le produzioni nostrane, quando valide, a parte i Cheap Wine, dei quali sono storico fan praticamente dagli inizi, l'unico disco che "ultimamente" mi ha davvero appassionato e che ho ascoltato tantissimo, è stato "Il Mondo nuovo", del Teatro degli Orrori, incredibile (ma fino a un certo punto) che sia stato concepito nel nostro paese, "che non gode ormai di fortuna alcuna", per citare Pierpaolo Capovilla. Ma son passati quasi 10 anni e nel frattempo la band si è sciolta.
Come sempre dice Livio, a un certo punto preferisco anch'io seguire i miei vecchi amici Young, Springsteen, Weller, ecc. Accettando il loro decadimento fisico e artistico e forse proprio per quello, rispettandoli e ammirandoli per quello che ci hanno dato e per il coraggio di continuare. Specialmente Young

Armando Chiechi ha detto...

Leggo i vostri commenti e non posso fare a meno di ritrovarmici,anche se può sembrare a prima vista contraddittorio.Come voi sono cresciuto e ho amato i beniamini di cui sopra, però tramite il lavoro e la passione del nostro padrone di casa, di alcuni suoi colleghi e di certe riviste per cui scrivono o hanno scritto, ho anche avuto la fortuna di conoscere una gran quantità di proposte e nuovi nomi, soprattutto americani. Certo è vero che inventare qualcosa di completamente nuovo non è facile e di geni ne nascono forse uno o due ogni vent'anni ma forse è anche vero che il rock non è più al centro della cultura e nei pensieri delle nuove generazioni,per cui è inevitabile che chi ancora lo suona guarda al passato e alla relativa Golden Age.Quindi in certi momenti non me ne faccio un cruccio e ascolto tranquillamente un CD di Jonathan Wilson o dei Drive By Truckers tra un box di Neil Young e una ristampa degli Allman Brothers.Il risultato è quello di ritrovarmi in una mia " House of music" fatta di certezze e qualche nuovo input che mi porta a pensare che quel rock magari può contaminarsi e dare nuovi frutti !?! A conti fatti poi mi accorgo che nulla di veramente nuovo è giunto alle mie orecchie ma va bene lo stesso. Poi magari ascolto in anteprima il nuovo di Young o guardo il volto smagrito di Springsteen e l'autunno improvvisamente si nutre della mia anima,lasciandomi annegare in un mare di malinconia.Allora penso che anche noi siamo invecchiati con loro e i miracoli non li fa nessuno e allora prendo dal mio scaffale un album di Duke Ellington e subito dopo John Coltrane,certo che per una sera riusciranno a portarmi lontano e fuori da questi tristi pensieri. Poi magari domani in auto sarà un altro giorno con la chitarra di Derek Trucks o la voce tutta southern della Williams !?? Vedremo....

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Troppo vero, Armando: il rock non è +, da anni (forse decenni?!) al centro della cultura e nei pensieri delle nuove generazioni. Non è + quello strumento di emancipazione, riscatto, libertà che a noi, 50anni fa, serviva come il pane. Perdi+ confezionato in suoni nuovi, magici, elettrici, con ritmi elementari e universali, in un periodo irripetibile di florilegio e libertà (almeno creativa, poi si sa i sogni di Woodstock come sono finiti).
Oggi sono altre le esigenze, altri i mezzi x soddisfarle. Non giudico: nè meglio, nè peggio, certo tanto, troppo diverse.
Dovrei dedurne che siamo razza in estinzione, condannata da incapacità riproduttiva?
Credo, spero, di no. Ai concerti io non vedo solo capelli bianchi. I ns figli e nipoti ci vanno volentieri e con entusiasmo: auguriamoci che qualcosa di ciò che vedono\sentono\respirano a questi eventi (pure se fruiti in tv. Basta andare di notte su rai5, e ogni bulimia è soddisfatta, x non dire di sky arte e via così. Chi l'avrebbe mai sperato, anche solo 10anni fa?) germogli e maturi nella nuova musica che incorpori anche il meglio dell'eredità dei nostri 'grandi'.
Coraggio, temerarietà, utopia? Può darsi, ma se 'resiste' Corrado e la sua generazione, dobbiamo tanto + farlo noi, che abbiamo avuto la fortuna di vivere la nascita del rock delle chitarre, the golden age of rock'n'roll, x dirla coi Mott

corrado ha detto...

Che bel dibattito!
Guardate che non sono più un ragazzino neanch'io: vado orrmai per i 55!!!...
Grazie a tutti per queste splendide riflessioni

Iaio ha detto...

Sto leggendo il libro ed è una bellissima lettura. Grazie!! Se posso, solo correggere la data di nascita di Elizabeth Reed, 9 novembre 1895 (non 1985, pag. 112) :-)

Zambo ha detto...

Iaio, si me sono accorto, un refuso, nella ristampa la data sarà corretta al 1885. C'è pure un altra imprecisione sui mesi di pubblicazione di Laid Back e Brothers and Sisters, il primo uscì due mesi dopo l'altro. Anche qui già coretto per ristampa. Grazie per il supporto. Buona lettura

GianottOne ha detto...

Ciao a tutti.. sono già fortunato possessore di "Rock Blues" e "Southern Rock", le 2 imprescindibili guide che il "nostro" Mauro (..mi permetto di definirlo "nostro", oltre che per la medesima passione per i generi musicali da lui omaggiati, anche perchè sono varesino.. ;-)) .. dicevo, il "nostro" Mauro aveva scritto per la collana Atlanti Musicali edita da Giunti.. e oggi la Befana mi ha fatto trovare nella calza il suo libro dedicato alla Allmann Brothers Band !
Non vedo l'ora di leggerlo, so già che ne divorero' ogni singola pagina, mi "nutriro'" di ogni singolo aneddoto ivi contenuto, e cosi' via..
Intanto un bel .. Grazie, Mauro !! (e grazie Befana ! ;-) )

Iaio ha detto...

Ok, l'ho finito. Ce ne ho messo, vero, ma ne leggo 3 o 4 in parallelo. Che dire? Wow!! Quanta passione nel raccontare la storia di un nucleo di artisti che hanno lasciato un segno profondo quanto il Grand Canyon nella musica rock. Ma anche tanta sostanza. Adesso potrò ascoltarli con una cognizione diversa, migliore. La grandezza degli Allman è tutta racchiusa nell'ultimo capoverso dell'Autore a pag. 276..