mercoledì 8 giugno 2022

THE DREAM SYNDICATE Ultraviolet Battle Hymns and True Confessions

Coerenti con la loro natura ma nello stesso tempo rivolti ad una continua evoluzione, I Dream Syndicate arrivano al quarto album dopo che nel settembre del 2017, trenta anni dopo la loro nascita, sono ritornati in scena con How Did I Find Myself Here ?. Un album quello che mostrava una continuità con il passato quando venivano reputati  tra i più geniali propositori del rock californiano anni 80 altrimenti conosciuto come Paisley Underground, una esuberante e feroce esplosione chitarristica e psichedelica nel cui dna scorrevano inesorabilmente i germi malati dei Velvet Underground. Due anni dopo These Times  evidenziava cambiamenti più radicali con un approccio meno diretto e classico, piuttosto finalizzato ad atmosfere lunari e malinconiche dove spuntavano schizzi elettronici sia per la passione di Steve Wynn verso il kraut-rock che per la coproduzione di John Agnello, già al servizio di Phosphorescent, Dinosaur Jr., Hold Steady e Waxahatchee. L’equilibrio veniva definitivamente rotto nel 2020 con The Universe Inside, album sperimentale costituito da lunghi brani evocanti una possibile colonna sonora di un film psichedelico ambientato nelle strade di New York, sporcato da flash di jazz elettrico, musica d’avanguardia europea, prog e visioni oniriche. Un netto cambio di direzione, accattivante dal punto di vista sonoro e visuale ma mancante di canzoni vere e proprie, cosa che invece ha contraddistinto il songwriting di Wynn, aperto alle innovazioni ma sempre in sintonia con un concetto di canzone rock. Immancabilmente il fertile e illuminato Steve Wynn, uno dei più geniali autori ancora in circolazione in quel rock che deriva dai classici, cambia le carte in tavole e pur non disconoscendo le recenti mutazioni ripristina con Ultraviolet Battle Hymns and True Confessions la vera essenza dei Dream Syndicate ovvero spazio alle aperture sonore in virtù di una visione moderna e progressiva della musica ma senza privare l’ascoltatore di brani riconducibili all’idea popolare e storica di canzone rock, pur in una fisionomia alterata e underground.

Il risultato è da sentire, UBHATC è un ottimo disco specchio non di una mediazione ma di una ricerca senza compromessi per un suono che progredisce e gli stessi autori amano sentire. Eliminate qualsiasi preconcetto dovuto al criptico titolo dell’album, i Dream Syndicate non snaturano la loro indole ma la alimentano di innesti che arrivano dai loro ascolti, dal glam britannico, dagli sperimentalismi kraut, dal groove ritmico di ispirazione Neu, da Eno e David Bowie, dall’amore mai negato verso i Velvet e Lou Reed, senza rinunciare alla tonalità psichedelica, melodica e chitarristica del loro sound, sebbene le chitarre qui siano meno evidenti che negli album della prima era della band.



Wynn in compagnia della storica sezione ritmica di Dennis Duck e Mark Walton, del chitarrista Jason Victor e del tastierista ex Green On Red Chris Cacavas, musicista da sempre vicino alla band, allestiscono un lavoro di energia ed intelligenza che può piacere a giovani e veterani. Dall’iniziale Where I’ll Stand che si apre coi sintetizzatori elettronici di matrice krautrock, per poi trasformarsi in una ballata melodica di oscillazioni psichedeliche, fino alla devastante conclusione di Straight Lines, un marasma chitarristico degno dei Velvet Undergound di White Light White Heat, tutto funziona bene in questo disco compresa la presenza di Stephen McCarty dei Long Ryders che del sassofonista e trombettista Marcus Tenney. Al dondolio malizioso di Damian , forse il momento più melodico d UBHATC, in stile con le composizioni dello Steve Wynn solista, risponde il malato andamento di Hard To Say Goodbye, una sorta di folk urbano con la voce di un Lou Reed narcolettico, suonato con chitarra acustica, un filo di ritmo ed impreziosito da una malinconica lap steel, alla distorta e acida Every Time You Come Around che al sottoscritto rammenta i migliori Psychedelic Furs, fa da sponda il dinamismo di Trying To Get Over, beat nervoso, chitarre crude, il giusto tasso di nasalità e la voglia di non rimanere ingabbiati in un modello. L’ up-tempo My Lazy Mind dove un mondo notturno screziato di jazz, col sassofondo, il controcanto e gli arrangiamenti traspone un fascino da amanti perduti, si intreccia con le tabular bells di Beyond Control prima che diventi  una cavalcata cosmica. La deflagrazione di Straight Lines dopo dieci tracce riporta i Dream Syndicate al rumore di The Days of Wine and Roses ed è un ritorno a casa che non sa di sconfitta ma di consapevolezza della propria inossidabile natura. Ultraviolet Battle Hymns and True Confessions è un ottimo disco, il Sindacato del Sogno non ha chiuso i battenti, le iscrizioni sono aperte.

 MAURO ZAMBELLINI    

 

32 commenti:

corrado ha detto...

Totalmente d'accordo con quello che hai scritto, Mauro. Grande disco in bilico fra passato e futuro. Solo su una cosa ho da proporre osservazioni. Come nei due dischi precedenti, quelli meno digeribili per chi ha amato la band "classica", le chitarre ci sono eccome, solo che sono molto filtrate e trattate, sia a livello di pedal effects in partenza, sia in fase di post produzione. Ma Steve Wynn e Jason Victor ultimamente si stanno divertendo così. Insoma, la vecchia questione sull'uso delle chitarre che avevamo trattato con Bob Rock qualche tempo fa

Unknown2 ha detto...

Livio. X ora sulle piattaforme ho trovato solo 3 pezzi: Damian, Every Time... e Where I'll Stand. Tutt'e 3 piacevolissimi, dal mio punto di vista. Si preannuncia un gran bel disco.
A quanto puntualmente rilevato dal Prof e da Corrado aggiungerei un riferimento ai migliori Jesus & Mary Chain, specie x l'uso delle voci, soffuse e 'doppiate', quasi noncuranti del belcanto, ma efficaci nel creare straniamento, e x certe melodie apparentemente elementari ma che colpiscono nel profondo.
Le chitarre ci sono eccome, e funzionano alla grande.
Steve Wynn stavolta guarda a quanto (tanto!!!) di buono fatto in passato e x me è una festa

Armando Chiechi ha detto...

Premettendo che dei Dream Syndacate amo l' uso delle chitarre ,che da sempre ne hanno contraddistinto il loro stile con e senza tutte le influenze possibili, ogni loro nuova uscita mi incuriosisce. Il loro ritorno qualche anno fa lo accolsi bene, idem per il secondo episodio del loro come back ! Il terzo non l'ho preso e mea culpa, devo ammettere che fui piuttosto restio a prenderlo. Leggendo questa recensione di Mauro, invece qualcosa mi dice che probabilmente questo è un bel disco.

Armando

corrado ha detto...

Segnalo copertina ai Dream Syndicate e ottima intervista a Wynn sull'ultimo Blow Up. La rivista forse un po' troppo intellettialistica, ma con dei contenuti piuttosto interessanti. Domande ben poste e risposte niente male del nostro

Unknown2 ha detto...

Livio. Sentito e risentito tutto l'album, le sensazioni non cambiano. Evidentissima l'impronta Velvet, con quelle ballate celestial\sataniche, apparentemente elementari ma irresistibili e la voce "di" Lou Reed.
Qualche bel pezzo rockato, memore dei Sindycate anni '80, qualche altro con troppi kraut e troppo poco rock (x i miei gusti, ma al massimo un paio, via!), fiati qua e là che ci stanno benissimo, una 'Damian' che è già un tormentone.
Uno dei + bei dischi del 2022, finora. Bravo Steve!
Rinnovamento e tradizione a braccetto, talento, creatività e coraggio mai fine a se stesso. Sehr gut!

Luigi ha detto...

A mio parere dritto dritto fra i top ten di quest'anno e senza fare troppa fatica

corrado ha detto...

Sia perché è bello, sia perché roba buona ultimamente ne esce pochina

Unknown2 ha detto...

Livio. Purtroppo sì, la concorrenza è davvero misera. E allora un buon disco diventa un capolavoro.
Sarà anche a causa dei miei gusti da brontosauro, ma vedo il deserto, là fuori. Speriamo sempre di trovare 'a heart of gold', eh? In senso minerario

bobrock ha detto...

A questo punto mi incuriosite ; viste le vs recensioni oltre a quella del titolare del blog.
Gli ultimi due lavori non mi avevano convinto e mi ero già espresso a riguardo ma trovo giusto che un artista trovi altre forme espressive e nuove direzioni . A prescindere dalla validità del lavoro vi segnalo che suoneranno a Milano ad ottobre. Ovviamente per me è un po’ più facile.
Ritornando al disco sarà difficile mettere dieci uscite valide … io continuo ad accumulare ristampe e sto contribuendo a mantenere gli eredi di Zappa che sfornano cofanetti come se piovesse . Non li prendo tutti ma quelli live non riesco a farne a meno.
Un paio di uscite valide per me : lyle lovett , e il primo capitolo della Tedeschi Trucks band che é decisamente valido.
Ho molto da ridire sulla modalità di spalmare un album su 4 cd singoli ….ma evito di polemizzare.
Anche Neil Young picchia duro con le ristampe : ne ho presi due su tre di questa ultima infornata e sono decisamente belli anche se il periodo storico comincia ad essere un po’ abusato dallo stesso Neil.

bobrock ha detto...

X Livio : due commenti al volo sulle mie ultime scorribande : Social Distortion visti nell’area ex industriale 🏭 Carroponte con mia grande sorpresa c’erano 3/4000 persone che mi sono sembrate veramente tante paragonate ai 400 dei Calexico.
Gruppo limitato e muscolare molto rock con derive punk brani quasi tutti uguali ma dal vivo divertenti. Con un paio di birre in corpo rendono piacevole la serata. Oggettivamente nulla di più . Just for fun.
Di tutt’altra caratura invece il concerto di addio di Elton John sperando di non farvi storcere il naso. Setlist con buona parte dei classici degli anni settanta suonati veramente bene con i suoi vecchi compagni di un tempo. Due ore e venti. Veramente trascinanti con l’eccezione del brano in tandem con Dua Lipa di rara bruttezza. Ma un brano su 23 ci sta.
Capitolo Springsteen: per farti sorridere non avendo le idee chiare ho preso i biglietti per tutte e tre le date rigorosamente pit.Poi tra un anno si vedrà.
Prossima settimana rolling a Milano poi volo a Zurigo per i Pearl Jam e poi ripiego su Londra facendo una doppietta Rolling e eagles ad Hyde park.
Due anni e passa dopo mi sparo le ultimissime cartucce dei miei eroi. Siamo proprio agli sgoccioli.

Unknown2 ha detto...

Livio. Grazie Bob. Sulla disparità di audience tra SD e Calexico, ti dai la risposta da solo: decisamente commerciali e di grana grossa i primi, ergo il target si allarga. Ma va bene, purchè sostengano in qualche modo la 'nostra' musica.
Su Sir Elton non sarò certo io a obiettare. Quando vuole, è musicista-cantante-autore sopraffino. Il suo live 17-11-70, con Murray e Olsson, è travolgente: sentitevi la Burn Down T. Mission da 18min e poi mi dite. Certo la sua produzione comprende alti e bassi(pazzeschi), ma è un performer coi fiocchi, tenendo conto di età e acciacchi.
Springsteen: onore a te. Io sono riuscito faticosamente a organizzare nipoti e amici x Monza, ma alle 10.01 il pit era già esaurito. Non importa, saremo in B2. X ora è l'ultimo concerto europeo, ma mancano ancora le tappe inglesi.... Ferrara e Roma già esaurite. L'altra sera è stato ospite sul palco di Sir Paul: pare in gran forma, e si è fatto valere anche alla chitarra. Un 80enne e un 73enne, e hanno fatto faville.
I tuoi programmi futuri mi fanno vergognare, ma tant'è. Confido nel tuo parere su qs giganti che ti appresti ad applaudire. Dicci soprattutto degli Stones.
Clapton, poi, l'avevi visto?
Neil Young, mah... resta grandissimo, ma con sti concerti acustici del '71, pubblicati a rate e poi inclusi nei mega cofanetti, sta un po' esagerando, dài. Li ha sfornati quasi tutti, e x fortuna che fu un tour breve! Capisco che deve recuperare le perdite di spotify, ma così proprio non si fa.
Se sei uno Zappa-head di certo il tuo portafogli non esulta. Ma dalle recensioni mi paiono prodotti sopraffini. Io non sono zappiano, troppo eclettico, troppo grande, forse, x me e i miei gusti. Semplicemente non ci arrivo, come x il jazz e la classica, non c'è il tempo e la voglia x studiarli e appassionarmici.
Sia di Lovett che di Trucks ho diverse cose, e ho in programma di sentirmi anche le loro + recenti uscite.
Un 'caldo' abbraccio a tutti

bobrock ha detto...

Livio Clapton era saltato per covid : viene riproposto ad ottobre .
Poi ti racconterò
Ps: capitolo Bruce , quando compri i biglietti su TicketOne devi provare e riprovare per sfinimento. anche se al momento non sono disponibili devi entrare e uscire dalla applicazione possibilmente con una connessione veloce.
Io il pit di Monza l’ho preso circa mezz’ora dopo L’apertura delle vendite. Devi avere il tempo di farlo ( il che al lavoro diventa complicato ) ma spesso diversi minuti dopo quando appare tutto sold out vengono riproposti.
Tienine conto in futuro

corrado ha detto...

Dopo la batteria di nomi, date e luoghi sciorinata da Bob, cosa potrei dire? Solo beato te!
Da parte mia posso solo aggiungere il meraviglioso concerto di Marisa Monte a Cagliari di Sabato 18 giugno.
Lei è bravissima, come musicista, cantante, arrangiatrice e produttrice. Al suo fianco c'era una band pazzesca, sempre tenendo conto del fatto che stiamo parlando di musica lontana dagli interessi prevalenti su questo blog. Vorrei citare giusto Dadi Carvalho, storico collaboratore di Caetano Veloso (un musicista che credo tutti apprezziamo o comunque conosciamo e rispettiamo).
Quando si assiste a spettacoli come quello della Monte, con un'esplosione di idee e musicalità da far girare la testa, c'è da fare tanto di cappello.
Spero che nelle prossime settimane almeno i piccoli centri dell'isola propongano delle buone rassegne blues, nelle quali ogni tanto arriva anche del buon rock o nomi a sorpresa (in passato Los Lobos o Dr. Feelgood).
Buona Estate a tutti!

Unknown2 ha detto...

Livio. Bob, sono proprio un pollo. Grazie x i consigli operativi su Ticketone.
E giusto Corrado: mente aperta anche a musiche apparentemente non confacenti. Possibili piacevolissime sorprese. Ricordo quando, un po' perplesso, andai a sentire Davide VanDeSfroos: travolgente

bobrock ha detto...

Bravo Corrado che coltivi qualunque opportunità. Mi piace la tua apertura mentale ; Cosa per la quale ho oggettive difficoltà anche solo per una forma di pigrizia atavica. In realtà nella prossima vita oltre a fare il musicista ascolterò prevalentemente jazz. I pochi concerti a cui ho assistito mi hanno sempre fatto rendere conto dell’ abisso di preparazione tecnica ( oltre che culturale ) di questi musicisti.
Purtroppo da sempre la Sardegna (come buona parte del sud ) viene tagliata fuori dalle maggiori rotte musicali, ma fortunatamente qualcuno transita.
Ps: Corrado mi fai sentire un po’ in colpa ….. Sappi che vivere a Milano ha alcuni pro ma sappi che a livello di stress non ci batte nessuno .
Ps2: Livio quando hai tempo butta un occhio sulle vendite di TicketOne, ti faccio un esempio sabato sera a mezzanotte ( si lo so sono un po’ strano ) vendevano il prato gold dei Rolling a 172 euro . Tieni conto che io lo stesso tipo di biglietto l’ho pagato più del doppio perché sono riuscito ad acquistarlo solo con i pacchetti cosiddetti Vip ( cioè da pirla). Ma come sapete sono drogato.
Quindi non escludo che possa riapparire qualche pit per Monza.
Concludo dicendo : ma non si poteva chiudere a San Siro..?



Unknown2 ha detto...

Livio. Ma allora è tutta una porcata. Prima gabbano i fan + accesi che accettano qualsiasi prezzo, poi vendono sottocosto le rimanenze, mascherate magari da rinunce. E vogliamo parlare del cosiddetto 'ticketfan'? Speculano pure sulla stampa del biglietto originale, ben sapendo che x molti sarà un ricordo da incorniciare... che schifezza.
Sansiro... incomprensibile. Non ci vengano a dire che con 13mesi di preavviso non potevano trovare una data! L'altro giorno ci ha suonato nientepopodimenoche... cesare cremonini! Ma x Springsteen non c'è posto, lui che, attaccatissimo al suo passato, e memore del mitico 21.6.85 (buon 37o compleanno!), oltrechè di un'altra decina di concerti sul prato del Meazza, avrebbe di sicuro sfornato una prestazione da champions. BUUUUH!

Unknown2 ha detto...

Livio. E buoni Stones x stasera!

Luigi ha detto...

Sto partendo per Milano con un misto di felicità ed un magone notevole.
Dopo i tanti discorsi sul tramonto di un epoca direi che , almeno per gli stones, siamo ai titoli di coda.
Che gioia e malinconia .
Però, che meraviglia avere amato questa musica....

corrado ha detto...

Livio, il tuo "Ma allora è tutta una porcata!" Mi rimanda a quella scena in cui Fantozzi scopre di essere stato sempre preso in giro e sfruttato... Eppure è proprio così e quante volte ho pronunciaato o pensato quella memorabile frase! Per Springsteen, dal momento che dovevo adempiere a un voto, ho scelto Roma, per noi più facile. Posto unico, almeno stando a quello che proponeva l'organizzazione e 130 € a biglietto, per me e per mia figlia. Abbiamo un anno per prepararci, anche fisicamente...
Per Bob, ho scoperto quanto è davvero affascinante e particolare la musica brasiliana solo suonandola o provando a farlo: un casino di accordi e posizioni di sesta, nona, settima, che rendono l'approccio chitarristico difficilissimo per chi come noi è abituato alle griglie blues rock e alle scale pentatoniche. Lì è tutto diverso e come musicista devi proprio metterti in discussione, altrimenti non progredirai mai A atento sono riuscito a imparare "Dom de iludir", di Caetano Veloso, peraltro senza nemmeno eseguirla in modo fluido. E il mio amico pianista e cantante lirico mi ha detto, bonariamente : "E non è nemneno un brano particolarmente difficile"!...
Ti viene un sentimento di scoramento come mi aveva preso a vedere un concerto di Roddy Frame (Aztec Camera ". Musicista completo e raffinato, con due ottimi dischi all'esordio, poi annegato nella mediocrità. Eppure è un chitarrista pazzesco, capace di idee e improvvisazioni tecnicamente difficilissime. Evidentemente essere tecnicamente preparati non basta e tutto sommato ritorno volentieri ai tre accordi di Lou Reed. Pochi, sporchi, ma efficaci

Armando Chiechi ha detto...

Si Corrado..a proposito della chitarra.ti capisco e comprendo benissimo il tuo discorso tecnico sullo strumento ,perché ci vogliono anni ed anni di preparazione e di meticoloso studio !! A Bob e Zambo,come sempre invidio ( ma nel senso buono) di poter assistere a tutti quei concerti ma al tempo stesso sono curioso di leggere ogni loro impressione e resoconto al riguardo. Io quest' estate mi faccio la solita e gradevolissima full immersion nel festival Blues a 150 km circa da casa con ospiti quali Mike Zito e Rick Estrin, giusto per citare i nomi più di spicco !! Tre giorni di blues ed aria incontaminata con le Dolomiti Lucane a due passi dalla location, nella speranza e con la quasi certezza che magari ci sarà qualche altro evento a fare da corollario a questa calda estate. E per citare il Buscadero con i My favorite Things ,quello che mi ispira in questi giorni :

Steve Forbert : Moving Through America
Charlie Musselwhite : Mississippi Son
Kelly Joe Phelps: Slingshot Professionals
Yellowstone: Serie TV 1&2 stagione
Ernest Hemingway : I 49 Racconti
Il Signor Diavolo : Puoi Avati
The Seaarchers : Documentario Thom Zimny

Armando

Armando Chiechi ha detto...

Luigi ha detto...

Per tutti quelli che stasera non sono venuti convinti di assistere ad un concerto di routine e con il pilota automatico inserito posso solo dire:
Cosa vi siete persi , cosa vi siete persi........

Unknown2 ha detto...

Livio. Corrado: la fruizione di un musicista è superiore rispetto a quella di un profano (io). Ecco allora xchè tutti venerano i musicisti brasiliani! Ma poi ognuno la sua musica se la gode come può, e alla fine siamo tutti d'accordo sulla grandezza dei 3 accordi di Lou Reed o di Neil Young.
Sui biglietti non mi lamentavo tanto del costo (se voglio è così, se no me ne sto a casa), quanto dei sotterfugi, delle gàbole all'italiana x aggirare le regole. Ma in Italia siamo, appunto, e qui restiamo.
Aztec Camera! Ho il vinile di Knife, 1984, forse il loro maggior successo, che tanto mi era piaciuto.

Armando: anch'io sto ascoltando a tutto spiano il nuovo Steve Forbert! Artista che seguo dai tempi di Jackrabbit Slim, '78, e Alive on Arrival, '79. Ottimi anche i dischi anni 80, 90 e 00, anche se non ho proprio tutto.
Moving thru America è davvero bello, e Palo Alto la adoro!

Delle due Layla, preferisco ancora quella all blues di Clapton, con la colata di southern gold della slide di Duane (genialata produttiva).
Del quadruplo (troppi?) Tedeschi-Trucks ho potuto sentire solo il primo. Consigliabile e di alto livello, sia chiaro. Se da un lato avverti spesso il profumo di Allman, e la chitarra di Derek, (quando può liberarsi) è strepitosa, dall'altro forse c'è troppa carne al fuoco, una varietà di generi magari troppo ampia. Una jam-band favolosa, certo, che non si fa mancare nulla, perfino l'assolo di batteria, ma raffinato e lieve, dài.
Però I Am The Moon è davvero bella, finale travolgente, e Susan canta al suo meglio.
(Al solito) sarà un limite mio, ma torno ai Dominos e a quel gioiellino misconosciuto che è Got to Get Better in a Little While (non su Layla, doveva essere sul 2o di Derek & t.D., è sulla deluxe in ben 3 versioni).
Forse le due interpretazioni del mito di Layla e Majnun sono tanto distanti xchè nascono da due situazioni sentimentali opposte: l'ossessione 'tossica' di Clapton x Pattie e l'idilliaco rapporto della coppia Tedeschi-Trucks. La prima trasuda sofferenza, la 2a serenità.
Ma da sempre è dal dolore che sgorgano le migliori ispirazioni...

Luigi. Fammi soffrire ancora: dammi qualche particolare di ieri sera. Poi Bob dirà la sua

Zambo ha detto...

Grandi concerti: c'è il Pit A, il Pit B, il Golden Circle, l'Executive Area, la Tribuna vip........ma un concerto popolare con il prato e le gradinate, no, è roba da socialismo del rock n'roll? Non sono stato a San Siro ma un mio amico che ha speso 400+400 euro lui e moglie per il Golden Circle si è sentito preso per il culo, chi meglio arriva meglio si accomoda, pigiati, un incubo andare a prendersi la birra e tornare nel proprio posto, che non esisteva più....non è colpa degli Stones ma di quella coppia di ladri che risponde al nome di D'Alessandro e Galli in join venture con quei texani di Live Nation, ragione per cui me ne sono guardato bene di dargli i soldi per il concerto. Cantava un vecchio gruppo celtic punk irlandese " se questo è il rock n'roll ridatemi indietro il mio vecchio lavoro".

Armando Chiechi ha detto...

Ad ogni modo e per tornare all' argomento del post , ho ascoltato ieri sera dopo cena, l' ultimo dei Syndacate e mi è piaciuto molto. Mi sono lasciato trasportare senza farmi condizionare dal passato e nemmeno dalle recenti cose, insomma non volendo trovare paragoni a tutti i costi. Ha ragione Mauro, gran bel lavoro, copertina a parte...ma non ha per nulla importanza !! Ad ogni modo comunque... tra tutte le segnalazioni del nostro devo ringrarlo per i Delines e l' ultimo loro album, ad oggi quello più riascoltato, soprattutto la sera, ideale soundtrack!!

Armando

Luigi ha detto...

Il commento del prof non fa una piega e posso comprenderlo e condividerlo nella sostanza anche se credo che quella imboccata sia una strada senza ritorno.
Accettare o meno questo stato di cose è ancora una delle poche libertà che ci possiamo permettere.
Io ero nel prato dei poveri( se si possono considerare 100 euro un prezzo basso) ed ho assistito ad un concerto meraviglioso.
Venuto per salutare dei compagni di viaggio della mia vita mi sono trovato di fronte ad un gruppo che ha dato tutto se stesso e ad un cantante che ha tenuto in pugno uno stadio intero con il meglio delle sue capacità vocali e di intrattenimento .
Ho visto svariate volte gli Stones ma poche volte in questo autentico stato di grazia.
Credo che la motivazione che hanno trovato sia anche dovuta la fatto di pensare che ,volenti o nolenti, questo potrebbe davvero essere l'ultimo giro di giostra.
Sono uscito dallo stadio con un sorriso stampato in faccia che dura tuttora.
Sarà felicità questa ?
Non lo so ma va bene così...

Unknown2 ha detto...

Livio. Wiwa il Prof, quando non ha peli sulla lingua, e dice quel che può e deve, dall'alto delle centinaia di concerti visti, in Italia e all'estero. Attendo anche il commento di Bob, ma davvero non se ne può + di questi sciacalli che sbavano intorno alla ns musica.
Il popolo del rock, checchè se ne dica, è il + pacifico, paziente, urbano fra tutte le grandi audience (e non parlo di quelle calcistiche: ho smesso di andare allo stadio xchè tira fuori il peggio del peggio anche da persone buone). Tolleranza che non deve trasformarsi in acquiescenza: sarebbe ora che le superstar, oltre a rivendere i diritti x centinaia di milioni, si rendessero responsabili anche del ticketing dei tour, eliminando un po'di ingiustizie.
Luigi: bello il tuo commento, da vero appassionato, così si fa. E non porre limiti alla Provvidenza: qs qua, di tour, ne faranno ancora...

Armando Chiechi ha detto...

Lucide e condivisibili le vostre considerazioni sui concerti . Personalmente ho smesso da un po' di frequentare stadi e preferisco spazi più piccoli per esibizioni live, ma ritengo possa essere anche un mio limite o semplicemente una fase legata ad una stagione di vita. Il più delle volte cerco di starmene due o tre giorni fuori e con mia moglie organizzarmi per quel weekend e assaporare il gusto di un buon concerto abbinandolo a piatti tipici del luogo e perché no, ad escursioni con scoperta di luoghi a me sconosciuti o semplicemente poco approfonditi in precedenti visite. Come sempre sono curioso dei vs.resoconti e mi incuriosisce tanto sapere dell' ultimo Clapton, anche perché il Buscadero sulla data Londinese ,mi sembra sia stato molto "essenziale"...(?). Che altro dire, a parte il fatto che si fa un gran parlare del biopic di Elvis, in uscita questi giorni ? Sinceramente sono un po' scettico sul poco somigliante attore ma se è bravo e credibile quanto sto leggendo è chiaro che sono io dalla parte del torto !? A proposito di questo segnalo che domenica scorsa sul 9 è andato il docufilm di Thom Zimny sullo stesso e che a parte l' estenuante maratona , chiaramente allungata dalla pubblicità, il prodotto è veramente ben fatto e curato in ogni minimo dettaglio . A proposito di film , se non proprio musicali ma in un certo senso a questa legata segnalo, se non li avete ancora visti , un commovente " Belfast" di Kenneth Branagh ( Van Morrison in soundtrack) e " I Moltisanti del New Jersey" prequel dei Soprano, che seppur ha meno appeal rispetto alla serie TV è comunque un buon film e ha un' ottima soundtrack Classic rock !!
Buon weekend ragazzi.

Armando






bobrock ha detto...

Allora rientro nel merito costo biglietti : io personalmente ho sconsigliato parenti e affini di spendere 375 per un concerto.
C’è un limite invalicabile . Che io li spenda … lo avete già capito mi do del pirla da solo e mi basta . Ma la dimensione live é quella che prediligo come la maggior parte della musica che ascolto é live.
Sul discorso dei concerti socialisti sono d’accordo ma ricordo anche tornando indietro al 1977 Santana gli hanno bruciato il palco con le molotov ( slogan Santana servo della CIA ) a Milano al vigorelli.
E fino ai primi anni 80 quando i concerti erano veramente socialisti ( mediamente 3000 lire cioè accessibili a tutti ma veramente tutti ) c’era una frangia che costantemente per dirla con un francesismo rompeva il cazzo e voleva entrare gratis a tutti i costi.
Grazie a queste persone ci siamo beccati anni di lacrimogeni scontri e varie amenità.
Talking Heads a Redecesio concerto sospeso dopo un ora per lacrimogeni sparati dalla polizia per disperdere gli autoriduttori.
Non vi tedio su tutti quelli a cui c’è stato casino ma sono stati parecchi infatti in Italia non veniva più nessuno.
Per sgombrare il campo da equivoci ho sempre votato a sinistra così non pensate che sia di opposti estremismi.
Per cui l’idea di prezzi realmente differenti , di poter assistere ad un concerto comodamente mi piace .
Il problema sono i costi che diventano anacronistici . Ma questo è un altro paio di maniche .
Io personalmente non ho più la forza né la voglia ma neanche il tempo di dover andare ore prima ad un concerto per avere una posizione privilegiata . Il pit è un idea valida ma poi diventa uno spunto per ulteriori speculazioni.
E mi duole dire che molta musica dal vivo non è più democratica perché anche solo cento euro per un sedicenne diventa uno scoglio insormontabile .
Purtroppo negli ultimi 22 Anni c’è stato un totale stravolgimento di tutto .
E uno dei motivi dell’ aumento del costo dei biglietti dei concerti parte da Napster ; sappiate che io non ho mai condiviso l’idea della musica gratis che ha creato distruzione di valore , pertanto i musicisti giustamente si sono buttati sul versante live con le conseguenze che abbiamo visto .
L’idea che il lavoro di una persona o più persone nel giro di pochi giorni sia disponibile in rete gratis ancora oggi la trovo inaccettabile. Che poi le case discografiche abbiano tirato la corda per anni con i prezzi dei cd sempre più alti vivendo di rendita e sottovalutando l’avvento della tecnologia , questo è indubbio e aggiungo se la sono meritata.
Ma la musica , il lavoro di più persone per me non può essere gratis.

bobrock ha detto...

Due parole sugli ultimi due show a cui ho asssitito:
Stones Milano veramente notevole e di una intensità pazzesca. Pubblico da “ San siro “ straordinariamente caldo che ha supportato gli Stones per due ore abbondanti con brani tirati a lungo , assoli lucidi e Jagger che ha congelato il concetto di invecchiamento.
Impensabile che un 78 enne possa performare in quella maniera ed essere convincente e non grottesco.
Gli stones sono sempre stati credibili e questa è la loro grande forza. Credibili sul palco intendo.
Pearl Jam Zurigo : due ore di concerto ma mi aspettavo molto di più ; non suonavano da 22 anni e mi aspettavo obbiettivamente di più . Il gruppo girava bene ma Vedder l’ho trovato stanco ( migliore nella seconda parte ) ma complessivamente ho assistito a performance migliori di questo gruppo.
Spero di non incappare nel blog in qualche hardcore fan , quelli del fan club alla fine avevano espressioni estatiche e io sono un loggionista della Scala cioè ipercritico.
Serata piacevole ma come diceva Bob Dylan “ just another show”

Armando Chiechi ha detto...

Per Bob 92 minuti di applausi..( scusate la citazione Fantozziana ) ma l' analisi è di una lucidità unica !

PS : aspettiamo altre tue impressioni..

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Anch'io condivido in toto, Bob. E' vero che 40\50anni fa i concerti avevano costi risibili, ma erano anche organizzati molto alla buona (x non dire altro): un suono decente era l'eccezione, un palco all'altezza pure, e non parliamo dei servizi: zero via zero.
Beh, tutti abbiamo visto i film di Woodstock e di Altamont, no? Dire dilettanti è un complimento.
Ricordo un Dylan con apertura di Van Morrison (oggi un evento così non avrebbe prezzo, 40anni fa con 25.000lire entravi) in un pantano ignobile, su un palchetto traballante, poche centinaia di persone...
Se poi ti avventuravi fronte palco rischiavi: i REM al palasport di Bologna, anni 80, una calca pazzesca, una ragazzina cadde... e ancora mi chiedo come abbia fatto a rialzarsi.
Insomma, ho visto cose che voi umani...
Vero anche che il 'mercato' della musica (che brutta parola!) è totalmente cambiato. Supporti fisici se ne vendono pochissimi, e qs è profondamente ingiusto, xchè penalizza soprattutto i giovani artisti, taglia la testa al futuro. Pure io, assiduo frequentatore dello streaming, ho le mie colpe, certo.
I big, a cominciare dal mio amato Sp.steen, potrebbero accontentarsi, dopo aver ceduto i diritti x 550mln, di biglietti a costo ragionevole, visto che x loro vige anche il business delle ristampe. Ma figurarsi!
E ammettiamolo: troppa gente lucra sui live shows! Intermediari inqualificabili.
Ok ai vari pit e superpit, ma che siano accessibili con regole chiare e uguali x tutti. Poi ognuno stabilisca se vale la pena, o sia piuttosto osceno, chiedere e ottenere 400€ x un posto in piedi e neanche sicuro.
Al netto di tutto ciò sono anche d'accordo (e neppure io voto a destra, ma sia chiaro: massimo rispetto x ogni opinione, tolti gli estremisti violenti) che la musica non può e non deve essere gratis.
Ho già ricordato il mancato concerto di Lou Reed a Bologna, '75, quando al posto del rock trovai elmi, scudi, cani poliziotto e lacrimogeni, grazie ai deficienti della musica gratis, che rubarono così, a tutta una generazione, anni di concerti italiani in piena golden age del rock'n'roll.
Ma il passato non si cambia e il futuro... te lo raccomando.
Dopo Luigi, anche Bob conferma che l'altra sera a sansiro è stata grande: demerito mio non esserci stato.
Sui Pearl Jam non sono + di tanto sorpreso. l'impressione è che Vedder abbia velleità da star, tipo Bono (che dite del concertino in metrò a Kiev, visto da tutto il mondo? furbata pubblicitaria o pacifismo reale?) e che il gruppo gli interessi sempre meno. 30anni fa, però, a Verona, in apertura proprio agli u2, 45min di set, pur a volume dimezzato, furono strepitosi, molto meglio degli irlandesi.