giovedì 26 gennaio 2023

WILCO Cruel Country


 

 “I love my country like a little boy/red, white and blue/ I love my country, stupid and cruel”  canta Jeff Tweedy nella canzone che dà il titolo all’album ed in questo semplice verso c’è racchiuso il senso di un disco che segna il ritorno di Wilco alle atmosfere folk e country dei primi loro due lavori, pur non mancando qualche sventagliata elettrica e ardito arrangiamento ben caro alla band. Un disco lunghissimo, doppio album di 21 canzoni con una veste sonora apparentemente dimessa e sotto tono, lontana dalle spinte avanguardistiche e avventuriste dei loro album più innovativi ed incensati, a chi scrive piacciono particolarmente Sky Blue Sky e Being There anche se il più acclamato dalla critica rimaneYankee Hotel Foxtrot, quindi un ridimensionamento del ruolo di Nels Cline, autore di quegli schizzi free che hanno contribuito ad esaltare in termini alternativi il sound della band, raggiungendo l’apoteosi nei concerti, alcuni davvero indimenticabili.

La pandemia ed il lockdown hanno condizionato lo scrivere di Tweedy che alla luce di un intimismo dettato dalla situazione contingente ha iniziato a concepire alcun brani di Cruel Country durante le session del suo album solista del 2020 Love Is The King . Ma se quello si è trasformato in uno sforzo isolato, assistito solo dal figlio batterista Spencer e dal produttore Tom Schick, l’album a firma Wilco è al contrario il frutto di un lavoro collettivo da parte di tutta la band. E’ stata una liberazione per i sei trovarsi di nuovi insieme, registrando dal vivo in studio dopo diversi anni, lasciando andare i loro strumenti in una sorta di onda sonora con i ritmi che fluttuavano e le canzoni che pur abbozzate da Tweedy beneficiavano della chimica collettiva, assorbendo la felicità di sentirsi ancora insieme a creare musica. Proprio per tale ragione il disco, al di là dei temi trattati che abbracciano la politica, la storia del proprio paese, la mortalità, l’ambivalenza, l’intolleranza, l’utilità dell’arte, rappresenta un ritorno alla sobrietà e alla naturalezza delle radici sonore da cui Wilco sono nati, in particolare l’eredità degli Uncle Tupelo, sbrigativamente definiti country all’epoca ma di quel country che ha prodotto tutto il fenomeno di americana e oggi grazie al coraggio esplorativo e alla irrequietezza che ha contraddistinto la band nella sua produzione recente e passata, si è trasformato in un linguaggio rock che sfugge alle etichette, ben più ampio, innovativo e articolato. Unico, direi.  Hanno deciso di accantonare le loro voglie art-pop e sono ritornati a casa ma senza l’atteggiamento di chi sconfessa la strada percorsa, al contrario creando un insieme sonoro amalgamato, naturale, specchio dei tempi incerti che stiamo vivendo ma comunque rilassato. Al primo ascolto queste 21 canzoni possono lasciare freddi e titubanti ma è solo l’impressione iniziale perché suonando in studio come se fossero live, ed ogni membro si è trovato a proprio agio, il risultato alla distanza viene fuori ed il quadro brilla di una luce diversa, ogni brano ha una sua dinamica, i dettagli si sprecano, gli arrangiamenti con le tastiere accarezzano la malinconia di fondo, le chitarre dialogano tra loro come fosse una conversazione tra amici e pur se in qualche momento le canzoni sembrano andare alla deriva, si respira vita ed il senso di una musica non artefatta, sincera come il sentimento dell’autore che l’ ha scritta. Cruel Country è un percorso di liberazione dopo un periodo cupo, il volume è contenuto ma il calore delle esecuzioni impedisce all’album di sprofondare nell’oscurità anche quando l’andamento è lento, lamentoso e in The Plains  e Ambulance  la voce di Tweedy narcolettica.  



Prevalgono le ballate, malinconiche ma rustiche, con occasionali deviazioni verso qualche bizzarro colpo rock, un eclettico intervento delle tastiere, sottigliezze qui e là, nel caso di Bad Without A Tail/Base of My Skull addirittura una jam semiacustica con la batteria di Glenn Kotche che offre lo spunto per l’intrecciarsi avanti ed indietro delle chitarre di Tweedy e Nels Cline. In Falling Apart(Right Now) e A Lifetime To Find, quest’ultima una conversazione sulla morte che arriva all’improvviso, è evidente un approccio country-rock tipo Gram Parsons ma se di country bisogna parlare qui vale di più Bakersfield che Nashville ed in generale Cruel Country  è fatto di una materia tutta sua. Ci sono canzoni come Across The World e Hearts Hard To Find  capaci di sciogliere il cuore, una piccola magia del songwriting di Tweedy con la voce dolente ma prodiga di dolcezza, quest’ultima scritta appositamente per qualcuno in cerca d’amore come suggerisce il titolo, altre come The Universe  sono lente e lamentose, lontane anni luce dalla ipertecnologia attuale tanto da indurre la sensazione di trovarsi di fronte ad un album in analogico, autentico nella sua sobrietà. Story To Tell pare una out-take di Being There , Many Worlds diafana e sospesa è l’apparente fotografia di un paesaggio nordico con l’eco del mare e l’arpeggio di chitarre acustiche, come se Michael Chapman fosse resuscitato e avesse re-incontrato Steve Gunn, Mysery Binds è un’altra piccola dolcezza in punta di piedi con squarci sonori dall’effetto visionario.

Il country di Merle Haggard e Buck Owens viene integrato da Wilco come al tempo fecero i Dead, i Flying Burrito Brothers, i Byrds e i New Riders of Purple Sage nel rock psichedelico, c’è un sound nostalgico ma l’istinto esplorativo proprio della band persiste nei dettagli e il rifugiarsi nel passato qui è sintomo di conforto, naturalezza, perfino benessere. Ne è esempio Country Song Upside-Down, altra perla del disco e dimostrazione della capacità di Tweedy e compagni di non apparire revivalisti, attuali nonostante il sapore elegiaco . I Am My Mother  è un valzer sulle speranze di un immigrato nel quale Tweedy contempla un paese amaramente divisivo, in Cruel Country l’autore piagnucola che “tutto ciò che devi fare è cantare in un coro”, Tonight’s The Day  è una riflessione sull’ambivalenza di bene e male, Hints con la sua fresca aria pop scarabocchiata da una lap steel si chiede se è ammissibile che “non ci sia una via di mezzo quando l’altra parte preferirebbe uccidere piuttosto che scendere a compromessi”.  Tweedy non offre direzioni o soluzioni, le sue sono solo osservazioni (in questo assomiglia a Lou Reed )su un paese crudele che peraltro continua ad amare.

Inspiegabilmente messo on line durante l’anno passato ma pubblicato “fisico” solo ora, Cruel Country  è l’attestato di una band che dopo un periodo di appannamento ha ricominciato la sua corsa, guardandosi dentro e riallacciandosi alle proprie esperienze e alle proprie radici, con umiltà e maturità. Disco splendido.

 

MAURO ZAMBELLINI   

 

 

68 commenti:

Armando Chiechi ha detto...

Grazie Mauro...come sempre le tue recensioni sono sintomo di un amore, passione e lucida lettura senza inutili orpelli e cervellotici intoppi. Ben scrivi e credo che almeno in questo spazio, un po' tutti abbiano avuto modo di ascoltarlo in anteprima. All'inizio e distrattamente ( ma reputo sia l'handicap della rete e della musica liquida ) la prima impressione è stata quella di avere la sensazione di trovarmi davanti a brani apparentemente simili e non completamente a fuoco, poi invece riascoltarlo con più attenzione mi ha saputo restituire dettagli e finezze che non avevo colto. Credo sia un disco che ha bisogno di più ascolti o comunque di una certa attenzione.Sicuramente ci restituisce quell'iniziale alternative country che attraverso le seguenti esperienze ha maturato nuovi sviluppi. I Wilco sono una garanzia e una tra le poche band del nuovo millennio a saper gestire la materia rock in tutte le sue declinazioni come poche. Ora è doveroso come ben dici l'acquisto !!

Armando

corrado ha detto...

Anche a me aveva lasciato sensazioni simili al primo ascolto. Poi l'ho temporaneamente messo da parte per le sue atmosfere un pochino dolenti, perché come sapete è per me un momento particolarmente difficile. Sicuramente lo riascolterò, ma in un altro momento. Grazie per le vostre manifestazioni d'affetto.

Luigi ha detto...

Dritto nella top ten 2023

Unknown2 ha detto...

Livio. Per me, come x il Prof e Luigi, entusiasmo al primo ascolto. Grandi canzoni, a volte nascoste da abiti falsamente dimessi. La gioia della scoperta progressiva. Forse è il primo prodotto artistico in generale che abbia tratto forza e positività dalla pandemia.
Ai pezzi citati da Zambo vorrei aggiungere Darkness is Cheap, Please be Wrong, Tired of taking it out on you.
Sì, disco splendido, come minimo da top ten.
Occasione x riascoltarmi i quasi dimenticati Uncle Tupelo.
Ciao Corrado, felice di risentirti. Quando vorrai sentirlo, scoprirai che Cruel Country è anche disco di umanità, tenerezza, speranza

Luigi ha detto...

Che meraviglia assoluta la nuova versione di Time out of mind di Dylan spogliata dalla produzione di Daniel Lanois.
Sul primo disco del cofanetto (o del doppio cd) c'è questa splendida nuova versione di un 'opera che era un capolavoro allora e che , strano a dirsi, brilla di una luce nuova.
Quasi come un dipinto antico mirabilmente restaurato.
Poi ovviamente ci sono outtakes e versioni alternative anche belle e curiose ma che fanno solo da contorno al piatto principale.
Consigliatissimo.

corrado ha detto...

Un altro colpo terribile: è morto Tom Verlaine... Dopo Lou Reed e Mark Lanegan uno dei miei grandi di riferimento.
Ho esaurito le parole come nei giorni scorsi avevo esaurito le lacrime

Armando Chiechi ha detto...

Si Corrado...questa è la Spoon River della nostra musica. È veramente difficile accettarlo non perché la morte non debba a loro toccare, ma perché nel nostro immaginario in un certo senso loro hanno sempre rappresentato i nostri giorni più luminosi e la nostra gioventù, per cui loro sono lì ed intoccabili, per cui anche quando invecchiano... fin quando sono in piedi ed attivi, inconsciamente li cristalizziamo in una forma che rispecchi quei giorni. Poi quando i primi acciacchi , le malattie e certe crepe ti vengono sbattute in faccia allora ti rendi conto che sono come te...eccetto l' arte e per fortuna quella rimane irraggiungibile !!

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Buon viaggio, Tom.
Ma la musica resta, amici. Ci resta, di loro, la miglior parte. Ascoltandola li ricordiamo com'erano nei momenti di massimo splendore, loro e nostro...

Su Dylan: non lo so. Arrangiamenti tanto spogli da parere scheletrici, la solita vociaccia rasposa. Forse preferivo preferivo l'originale del 1997, 'produced by Daniel Lanois... in association with Jack Frost'!
PS Elvis dixit: "Dylan? Grandissimo autore. Ma, per favore, non fatelo cantare"

Armando Chiechi ha detto...

Beh...certo Livio, la musica e la loro arte rimane. Riguardo Dylan invece non ho ascoltato l' anteprima della Bootleg Series dedicata a Time out of Mind ma personalmente ritengo che il disco era già buono nella sua veste originale come tu dici. Per il cantato sappiamo tutti che Dylan non ha mai eccelso ma forse proprio in quel suo modo di farlo risiede uno dei suoi tratti distintivi.

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Non sarò certo io a sminuire la grandezza di mr. Zimmermann. Mi limito a constatare che il disco del '97 lo co-produsse proprio lui con Lanois (Jack Frost è uno degli a.k.a. dietro cui a volte ama nascondersi), x cui non credo con qs pubblicazione voglia sconfessarlo. Ci offre una lettura diversa, ecco, che io trovo un po' monotona, troppo uniforme, alla lunga quasi soporifera.
Se penso a come splendano i pezzi migliori di Time out o. m. nella versione + arrangiata e prodotta, preferisco quelli, tutto qua.
Ed è un discorso che forse si potrebbe allargare a buona parte della sua produzione. Ricordiamo tutti la All Along di Hendrix, la Mr Tambourine dei Byrds, la Mighty Quinn di Manfred Mann, e potrei continuare, mentre gli originali dylaniani non sono così noti e ascoltati.
Grandissimo autore, pare a volte non avere voglia di sviluppare adeguatamente le sue idee (retaggio forse del suo nascere, presto abiurato, cantautore folk?). L'aiuto di un buon arrangiatore\produttore spesso lo avrebbe aiutato, secondo me.
La voce, poi, è un marchio di fabbrica, dice bene Armando. Ciò non toglie che sia quantomeno perfettibile, mentre pare che lui, col passare dei decenni, peggiori progressivamente e quasi volontariamente (beffardamente?) le sue performances vocali.
Ma è un genio: tutto gli è concesso. Lunga vita a lui

Unknown2 ha detto...

Livio. 1 febbraio, Tampa, Florida: parte il tour mondiale di Springsteen. Su youtube trovate già almeno metà concerto.
Impressione ottima. Lui in gran forma, fisica e vocale. 2 ore e 40 di musica, 28 pezzi, palco spartano, niente fronzoli, solo una minipedana x compiacere il pit che ha pagato 6.000$ [ticketmaster insiste che la maggior parte dei ticket è sui 200$, come fosse poco].
Superband di 19 elementi, Stevie dimagrito, in formissima(e che si porta il percussionista dei Disciples), fiati al vento, coriste\i, 3 chitarre sempre sul pezzo. Gli assoli brevi brillantemente sempre di Bruce.
Scaletta buona: pur dovendo sopportare Out in t. s., Brilliant d., House of a th. g., t. Rising, Dancing in t. d., possiamo godere di Candy's Room e Kitty's back(strepitosa jam con fiati e quant'altro), Surrender, Prove, E St. Shuffle,
Johnny 99 (coi fiati sembra un pezzo delle Seeger sessions), She's t.one, Tenth Avenue. Nessun pezzo di WS, ewwiwa. 5 da Letter, 2 da OnlyTSS.
I classicissimi Born t.r., Badlandas, Promised, Rosalita, Backstreets... asciutti, tosti, stringati, fedeli agli originali.
Because e Prove con Nils sugli scudi, come lui sa.
Niente karaoke, pochissime chiacchiere, solo su Last Man Standing, acustica (come il closing con I'll see you in m. d.) dedicata a G. Theiss, scomparso lasciando Bruce 'last man standing' dei Castiles. "a 15 anni è tutto domani, a 73 un sacco di ieri...".
Stasera ad Atlanta.

Unknown2 ha detto...

Livio. Dimenticavo l'immancabile, più inutile che mai, Patty, sgambettante per il palco...

Marco ha detto...

Boh, devo dire che dopo sei anni mi sarei aspettato una scaletta con qualche sorpresa in più, soprattutto nei bis che ho trovato assolutamente prevedibili (e meno male che non ha riproposto quell'inutile spreco di minuti che risponde al titolo di "Land Of Hope And Dreams"). E solo Out In The Street da The River mi sembra un po' poco.
Ma il tour è ancora lungo...

Unknown2 ha detto...

Livio. Giusto. Solo 1pezzo, tra i meno buoni, da River. Soprattutto nulla dal 2o disco. E niente pure da Greetings. E un'inutile Wrecking b.
Ma la scaletta ideale, si sa, esiste solo nella testa di ognuno di noi, e x ognuno è diversa.
Da segnalare il 'dualing drums' tra Mighty Max e il percussionista dei Disciples durante E-St. shuffle.

Scusandomi se approfitto di qs spazio, voglio qui e oggi però segnalare la cessazione delle pubblicazioni da parte della storica (42anni), e migliore in assoluto, fanzine americana di Springsteen, Backstreets.com.
La seguo da sempre, prima cartacea (la rivista mi arrivava puntualmente dagli USA) e poi online.
Christopher Phillips, attuale editore e caporedattore, semplicemente confessa di aver perso motivazione ed entusiasmo (pur restando fan appassionato di Springsteen) in seguito alla vicenda del famigerato dynamic pricing e delle successive (non) dichiarazioni del boss(minuscolo).
Il fatto che molti fan si rivolgessero alla rivista denunciando di non essere in grado di permettersi un live che pure desideravano intensamente lo ha portato ad una decisione difficile e sofferta, ma secondo lui inevitabile.
Giù il cappello x mr. Phillips, e un enorme, sconfinato 'booh' di biasimo per tutta la macchina della musica da soldi.
Non ci ruberete i ns sogni, ma di certo gli avete assestato un bel colpo

Luigi ha detto...

Chiude dopo più di 40 anni la storica fanzine Backstreets in polemica con la pratica del dynamic price. Evidentemente è una goccia che ha fatto traboccare diversi vasi.

Unknown2 ha detto...

Livio. Ad Atlanta setlist quasi identica. Fuori Brilliant e Burnin' tr. (bene), dentro Thunder R. (ewwiwa) e Darlington Ct. (bleach!!!).
Tempo uguale a Tampa, 2h e 40min.
Ci avviamo verso un triste stuolo di show tutti (quasi) uguali, tipo Broadway?
Time will tell

Unknown2 ha detto...

Livio. Patty non c'era. Se n'è accorto nessuno...

Paul ha detto...

Da vecchio e fedele fan springsteeniano che lo ha sia criticato che difeso nel recente passato, sono felice della ripartenza del tour, probabilmente sarò a Monza ma non sto aspettando l'evento come l'arrivo del messia ne mi arrovello sulle setlist o sulla composizione della band. Quel che sia andrà probabilmente bene in ogni caso.
Attualmente mi soddisfa di più l'ascolto di un disco elegante e prezioso come quello dei wilco o quello davvero elettrizzante come quello dei Dewolff, il trio olandese che ha aperto ai Crowes in autunno. Una bomba, davvero.

Armando Chiechi ha detto...

A proposito del tour di Springsteen, non nego che una certa curiosità mi ha spinto come tanti a dare un'occhiata alla data di Tampa,FL attraverso quello che in rete si è visto in questi giorni. Chiaramente l' audio quanto le riprese fatte da un cellulare non possono riprodurre fedelmente quanto visto e sentito ma l' impressione che mi sono fatto ricalca più o meno quanto espresso da Livio. Palese l'età che avanza e la voce che non può più essere quella di una volta...idem per la durata media di una serata che per forza di cose non può riproporre le vecchie 3 ore e passa . A dire il vero però li ho trovati comunque più in forma di quello che mi aspettavo.L' aspetto musicale almeno in questo primo start, lo trovo contrastante. Da una parte nuovi arrangiamenti ( ad esempio bella la Kitty's Back..) o la già citata Johnny 99 che sono il sale di certa vivacità, ricerca e certo doveroso svecchiamento...dall' altra e per contro consolidati e ormai vecchie proposte ancorate a quanto più volte già espresso. Buoni gli interventi di chitarra dei tre e strepitoso Nils su il solo di Because The Night. Strano a dirsi ma Don't Play The Song così arrangiata ci guadagna trovando nelle backing vocals un gancio gospel che ne annulla certa ripetivita' e piattezza espressa in studio. Per il resto..non so che dire perché non ci sarò ma sarò comunque incuriosito dai vostri responsi e da chi in questo spazio, lo vedrà nelle prossime date italiane !!

Armando

bobrock ha detto...

Cruel country album doppio a dire il vero temevo fosse di una noia mortale anche perché mi sono avvicinato ai wilco con la svolta “ rumorista “ grazie all’apporto di Nels Cline. Gli ultimi due concerti milanesi ( il secondo il particolare ) mi avevano particolarmente colpito. Per cui mi sono accostato a questo album prevenuto.
Invece non solo regge per intero ma l’ho trovato fin dal primo ascolto molto coinvolgente, con arrangiamenti mai uguali e sempre con le note messe al posto giusto . Un gran bel disco che sicuramente rimarrà nelle nostre playlist non solo per questo anno.
Non so neanche se la parola country possa essere azzeccata ma neanche alternative country. Intimo notturno e appassionato.
Veramente un bel sentire.

Capitolo Bruce: la butto lì : forse non voleva neanche fare questo tour. Forse l’hanno tirato per la giacca.
Il solo fatto che riguardo ai prezzi dei biglietti avesse detto “ facciamo come gli altri “ mi dava la percezione che il nostro ex beniamino ( anzi il mio ex beniamino ) vivesse nel suo mondo di dorata rockstar.
Ho dato un’occhiata alle setlist e trovo corretto ridurre la durata dello show anche solo per il fatto che l’età avanza implacabile ( per tutti). L’importante che la riduzione del timing includa anche evitare di assecondare le richieste degli hardcore fans e che i cori stile karaoke vengano ridotti al minimo.
Per il resto sono le prime date e la macchina é arrugginita o quanto meno deve fare parecchia revisione prima di lanciarsi verso la promised land. Credo che ci saranno sorprese e la setlist cambierà .
Non mi aspetto grandi sorprese , per me è la conclusione di un cerchio ho cominciato nel 1981 e adesso seguo le tre date italiane cercando un ultimo colpo di coda ( o forse ricercando la mia giovinezza andata).

NB : billy gibbons suonerà a Parigi 6 luglio ci sto facendo un pensiero

bobrock ha detto...

Mi rendo conto della contraddizione “ non mi aspetto grandi sorprese / ci saranno sorprese .
Scrivo meglio : non mi aspetto concerti epici ma mi aspetto qualche sorpresa dalle varie setlist che si svilupperanno data dopo data.
Se potessi esprimere un paio di desideri di canzoni mai ascoltate ( senza rompere le palle con cartelli vari ) meeting across the river/ Ny city serenade
Meeting l’ho mancata a Padova ( biglietto in tasca) quando suono’ tutto BTR ma avevo una febbre da cavallo
Mentre Nycs l’ha suonata due volte a Roma …..e che cazzo non a Milano
Quindi ecco spiegato il motivo di tre date tre ………fosse la volta buona

corrado ha detto...

Sto facendo un bel ripasso dei Wilco, guardando su YouTube diverse esibizioni dalla fine degli Anni '90 a oggi.
Dopo di che riascolterò "Cruel World". Il primo brano che avevo sentito era "A story to tell", molto bella ma con un testo abbastanza desolante nel suo pessimo. Mi erano piaciute altre canzoni, ma l'insieme delle atmosfere mi stava un po' deprimendo (già venivo da mesi di Mark Lanegan...).
Avendo bisogno di altro per reagire, ho preferito mettere momentaneamente da parte i Wilco, per ascoltarli con maggiore predisposizione in seguito. Vedremo nelle prossime settimane, intanto ripasso le vecchie cose.
Su Springsteen dedicherò una riflessione a parte.
Per Tom Verlaine ricordo che quando avevo 17 anni avevo vinto il secondo premio a un concorso letterario del Comune di Cagliari, al quale partecipavano le scuole di tutta la Provincia. Il tema era: descrivi l'incontro fra un musicista del passato e uno del presente.
Io avevo fatto incontrare a Cagliari, in una nevosa antevigilia di Natale 1984, Modesto Mussorgskij e Tom Verlaine
Non ne era venuto fuori il solito tema, ma un vero racconto di una ventina di pagine, ovviamente con tutti i difetti e le ingenuità di un ragazzino.
Il finale, che evitava la classica soluzione del "è stato tutto un sogno", mi era stato suggerito da mia sorella. Sempre lei, quella che a 12 anni aveva portato a casa una rivista appena arrivata all'edicola della stazione: "Il Mucchio Selvaggio".
Ecco perché se sono qui è grazie a lei.

Armando Chiechi ha detto...

Che bello il tuo racconto Corrado e commovente il suo finale.

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Corrado, come ti capisco.
Sono grato alla musica xchè mi fa rivivere tanti momenti speciali con mio fratello. Discussioni infinite (lui amava i Cure, io... insomma; mi ha fatto appassionare ai Moving Hearts; ha acquistato prima di me Born to Run). Entusiasmi comuni: Neil Young faceva impazzire tutt'e due, come Allman Bros. e Green on Red. E via così.
Sarò a Monza con le sue figlie, e lui sarà lì con noi, a gioire, criticare, sbuffare. Amare, ecco.
E avete ragione, naturalmente. Vivisezionare scaletta x scaletta è da maniaci, e toglie pure il piacere di qualche mezza sorpresa quando finalmente lo vedremo live. Ma se siamo qua è anche proprio xchè maniaci siamo, chi + chi -, ognuno a modo suo. E x fortuna! Un po' di sana follia, di umanità sincera, in qs vita scandita da 1000impegni.
E allora a Orlando fuori Thousand e dentro Burnin', cioè cambia nulla. Ma siamo solo al prologo... vedremo.
Credo anch'io che i pezzi di OTSS, dal vivo, full band, con la sezione fiati, acquisteranno cuore ed anima che su disco mancano.
Bella, forse un po' ruffiana, la dedica(ad Atlanta) di No Surrender all'Ucraina

Luigi ha detto...

Wilco in italia in italia a fine agosto per 2 date S. Mauro Pascoli ( fc) ( dieci minuti da casa mia!!!) e Torino.

Zambo ha detto...

Massimo rispetto per Christopher Phillips e Backstreets. Il resto è solo pop.

corrado ha detto...

Lapidario ma giusto.
Effettivamente "Backstreet" non poteva più continuare a occuparsi di un musicista che con lo spirito che ha immaginato, curato e realizzato la fanzine ormai aveva poco a che fare.
Per me Springsteen ha smesso di fare rock con "Born in the U.S. A. A partire da quel momento l'ho apprezzato come grande autore pop, pur fra alti e bassi. La disillusione e la relativa accettazione del suo cambiamento di status l'avevo già bella che digerita quasi quarant'anni fa, ma ciò non mi impedirà di divertirmi quando il nostro (?) verrà a suonare a Roma.

Armando Chiechi ha detto...

Rispetto a quanto scritto da Mauro concordo e sono pienamente d'accordo... Backstreets ha preso una decisione alquanto condivisibile e rispettabile. Altrettanto come dice Corrado il meglio e l' essenza di Springsteen si fermano li dove finisce quella narrazione di quello che lui stesso definiva un American Dramma.Ad ogni modo però e giusto per capire meglio quanto scrive Corrado e capirci,ritengo che l' espressione Pop sia usata in relazione al personaggio e allo status assunto di lì in poi, perché se invece ci riferiamo ai generi certi album da solista ne proverebbero il contrario !? Lucky Town, The Ghost of Tom Joad, D & D per non parlare delle Seeger Session sono tutt'altro che pop ed è proprio da quelli che avrebbe dovuto ripartire ed approfondire certi suoni in un contesto che oggi avremo definito Americana. Scrivo questo chiaramente non per polemizzare ma per capire e fare in modo che certi metri di giudizio e certe definizioni non siano state da noi equivocate in passato. Vale per Springsteen ma potrebbe valere per chiunque altro domani, almeno per me .

Armando

Armando Chiechi ha detto...

Chiedo scusa per il T9...( American Dramma*/Avremmo..)

Unknown2 ha detto...

Livio. Beh, che Sp.steen sia 'popular' è sotto gli occhi di tutti. Lo stesso si può dire di ogni rockstar di spessore planetario, immagino. Qualche compromesso è inevitabile, troppi interessi in ballo.
Ma c'è modo e modo, nell'essere pop. Credo che l'inizio di qs tour manifesti una certa sobrietà, rispetto ai precedenti, che davvero non guasta. E' uno show di alta qualità, venduto però a troppo caro prezzo: è qui la stonatura.
Anche l'assenza in scaletta (x ora) delle ballate storiche lente e tristi (racing, serenade, point bl., stolen c., drive a. n., something i.t.n., meeting a.t.r., night, etc) dice di una setlist votata all'entertainment, x quanto di classe.
E il look: rigoroso e sobrio, sì, ma sempre lo stesso(un'uniforme!), tutto in grigio\nero, scarpe con le zeppe, capelli alla mohicana tenuti su 'col cemento', come dice lui. boh
Direi che già BUSA era pop: quasi ogni pezzo di ql disco stravenduto divenne un singolo da top ten\five. Più popular di così...
E i germi li troviamo già in The River: se non sono pop Sherry d., Hungry h., Out in t.s., You can l., Cadillac r., I'm a r., Ramrod, Jackson...
Ma pop furono anche Beatles, Elvis, Beach Boys, Eagles...
Non lo sono forse ormai anche gli Stones? (scusa, Prof: vado subito dietro la lavagna).
Ma c'è modo e modo: la classe non è acqua, il difficile è mantenere un livello dignitoso nel compiacere le masse senza tradire (del tutto) i fan dei primi anni.
Certo, pop non saranno mai gli Allman, Mink de Ville, Green on Red, Dream Syndicate e decine di altri fenomenali artisti misconosciuti, anche se temo che dopo un million seller pure loro avrebbero cambiato qualcosa...
Mi attendo repliche indignate: io il pepe l'ho messo...

Armando Chiechi ha detto...

Perfettamente ragione Livio...poi chiaramente c'è come tu dici essere pop nell'attitudine e fare pop, come lo si può fare in diversi modi e con ottimi risultati.. se non altro ce lo insegnano i Beatles, i Beach Boys, Elvis Costello e tanti altri, seppur in certi casi i confini diventano fragili e noi stessi abbiamo bisogno di definizioni accurate per poterci orientare meglio negli acquisti. Il mio e ripeto non era polemizzare ma solo trovare una chiave di lettura per poterci meglio capire. Scrivere a volte porta a fraintendimenti o a letture a volte male interpretate, come forse può essere successo al sottoscritto, leggendo il post di Corrado...e so benissimo che a viva voce e non solo in questo frangente ci saremmo chiariti prima. Ad ogni modo va bene così e trovo sempre molto bello ed interessante interagire con tutti voi.

Armando

Armando Chiechi ha detto...

Comunque per tornare agli outsiders e a certa musica di culto come quella dei Wilco ecc..pare siano tornati gli Say Zu Zu, band che ho amato in quella area definita alternative country o roots rock dei lontani anni '90 !!

Armando

Zambo ha detto...

Pop nell'attitudine e nel personaggio che è oggi Springsteen. Per la musica non è sempre così e se è vero che molto BUSA poteva essere pop il modo in cui veniva presentato sia su disco che live è rock. Come sono rock Lucky Town, The Rising cn tutti i limiti di quel suono, le Seeger Session e Devils and Dust. Mentre pop possono essere considerati Human Touch, WOAD, Western Stars e Only The Strong Survive. Il mediocre Magic è puro mainstream, come a parte i tre brani vecchi anche Letter To You è tale. Le differenze tra pop e rock si confondono e non è che uno è di destra e l'altro di sinistra, ma la tendenza a raccogliere un consenso di massa abbracciando una ampia gamma di gusti, fanno, secondo me, un disco pop. Poi bisognerebbe approfondire ma anche l'attuale minestra superiscaldata con ingredienti di varia natura e forma sentita in queste prime date del tour mi danno l'idea per uno spettacolo pop per famiglie e pubblico alla Queen.

Zambo ha detto...

Oltre a vecchi sognatori ormai immelanconiti.

Armando Chiechi ha detto...

Grazie Mauro...per le precisazioni e del tuo prezioso punto di vista, sul quale ritengo non ci siano dubbi alcuni.

Armand

Unknown2 ha detto...

Livio. Naturalmente 'pop' è un concetto che ognuno di noi declina a modo proprio. X me non è da considerarsi negativo a priori. Dipende dalla qualità del prodotto. Fleetwood Mac(i californiani, intendo), Roxy Music, Cars, Eurythmics, Chris Isaac, Gerry Rafferty... sono solo i primi che mi vengono in mente, oltre ai già citati, x cui io ho goduto pur consapevole che non ascoltavo rock.
Prof: da dietro la lavagna sorrido e assento. Sono proprio un vecchio sognatore, un po' malinconico a volte, forse, ma mai domo!
Jon Landau si dichiara 'addolorato' x la chiusura di Backstreets.com e 'ringrazia Chris Phillips x il suo impegno'. Da Sp.steen neanche una parola, e qs è davvero desolante.
CH. Phillips da parte sua si professa comunque fan e invita coloro che lo erano a restarlo. Nessuna polemica, solo dolore, tristezza, disincanto. Questa, è classe. Che sia anche lui un vecchio sognatore? :)
Con Zambo dissento sulla qualità dello show, che secondo me è buona, certo migliore degli ultimi due\tre tour. Credo sarà la tournee dell'anno, la + vista e purtroppo anche la + redditizia e chiacchierata.
Intanto entrano in setlist Mansion on t.h. (bene) e Ramrod(booooh!). If i was a Priest,che era in scaletta, non è stata eseguita, e non è un buon sintomo.
Ciao a tutti, grazie x qs chiacchierate sulla ns musica. Preziose, x me

Armando Chiechi ha detto...

Vero Livio...a volte definire il pop per rimanere allo stretto genere è veramente difficile specie quando certi lavori sono curati e di spessore, per cui a volte mi chiedo se lo può essere " Pet Sound" dei Beach Boys o Elvis Costello con Bacharach. Fatto sta che la lista è lunga più di quello che si possa immaginare. Ho ad esempio sempre adorato gli Style Council con tutti i rimandi possibili al Northern Soul ,così come i forse dimenticati Squeeze per rimanere in Gran Bretagna o Richard Hawley che trovo un cantante pazzesco se pur non tanto menzionato. Così forse potrebbero anche esserlo per certi versi i Lambchop con tutte le connessioni possibili e il Chris Isaak dei bei tempi con i fantasmi di Elvis e Roy Orbison alle sue spalle e quella chitarra twangy che sa di tardi anni cinquanta primi sessanta . Amo ad esempio il suo " Baja Session" e per rimanere al mare come non citare il Dennis Wilson di Pacific Ocean Blue...ad ogni modo e come giustamente dite a volte è difficile definire la materia !!

Armando

corrado ha detto...

Io mi chiedo (ed è una piccola provocazione): Come mai, alla stessa età di Springsteen, Mick Jagger e Iggy Pop sono ancora credibilissimi animali rock nonostante si siano venduti ormai tutto il vendibile?

Armando Chiechi ha detto...

Beh...Corrado io ritengo che a parte l' attidudine, il talento c'è pure tanto lavoro dietro che comunque non può fare a meno dell' esperienza accumulata negli anni. Si passa dai club ai teatri, da questi agli stadi e per affrontare una vasta audience anche ad una certa età in qualche modo devi essere allenato. Poi su quello che noi percepiamo ,vediamo e riteniamo credibile, comunque non credo sia estraneo a certi fattori. Forse come ha detto qualcuno : " la creatività dura non oltre dieci anni"...poi è solo mestiere, quindi credo poi sia solo una questione di come vuoi lavorare e giocare con quel mestiere....seppur comunque credo ci siano delle eccezioni , soprattutto in altre aree diverse dal rock !!

Armando

corrado ha detto...

E a proposito di pop... Anche Burt Bacharach, forse il più amato da me. In uno stillicidio di necrologi sta finendo un'epoca

Zambo ha detto...

Corrado, gli Stones sono sempre stati quella roba lì, sesso, droga & rock n'roll all'inizio, poi hanno sostituito la droga con l'alcol, poi con i soldi mai barando su cos'erano, una band votata al divertimento e all'eccitazione, con un grande amore per il blues. Se hanno cantato la classe operaia l hanno fatta in età remota con canzoni come Factory girl ma non si sono mai spacciati per salvatori delle anime (anzi con le loro cattive abitudini ne hanno mandati tanti al creatore) e nemmeno hanno indicato una terra promessa. Sono sempre stati un gruppo per far baldoria anche quando le loro ballate, molte delle qualki magnifiche, parlavano di morte e di disillusioni. Non sono mai venuti meno alla loro filosfia e lo dimostra anche i loro fans che sono molto più laici e spensierati di quelli, insopportabili (non mi riferisco a voi) di Springsteen che sembrano una falange ecumenica che non ammette contradditori. Springsteen e me ne dispiace, mi sembra che col tempo il suo messaggio, quello che ce lo ha fatto amare, si è talmente diluito da scomparire, e certi suoi comportamenti da rockstar per bene e politicamente nonchè economicamente perfetta, lasciano un po a desiderare. Opinioni.

corrado ha detto...

Dici bene Zambo, intendevo più o meno questo concetto con la mia "provocazione". E se devo essere sincero, ho amato davvero Springsteen e in un certo senso creduto in lui, soprattutto negli anni della mia formazione, fra il 1979 e il 1984, quando avevo fra i 12 e i 17 anni. Non ho smesso di apprezzarlo negli anni successivi, specie in alcuni dischi che trovo comunque molto belli, ma ho vissuto il mio rapporto con lui con più disincanto

Luigi ha detto...

Springsteen voleva "salvare" il mondo Jagger voleva solo ballarci sopra

armando ha detto...

Interessantissimo dibattito e stimolanti i confronti quanto lucide le considerazioni di tutti. Vero a proposito di quel che dice Marco su Dylan...la sua essenza ed il suoi carisma,la sua musica ed il suo essere dentro e fuori il tempo,proietta una luce che illumina tutti e ci illuminerà a lungo.ù

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. D'accordo su Dylan, sempre controcorrente, scorbutico, mai ruffiano col mercato. Perfino un botto come Knockin', che quasi se ne vergogna... Pur essendo (dicono) attento al soldo, ha fatto di sicuro meno denari di altri molto meno validi. E faticando di +: il Neverending Tour non è uno scherzo, alla sua età.
Poi, beh, anche lui ha ceduto i diritti (alla Sony). "Solo" 300mln, dicono.
E un altro che pop non sarà mai è Neil Young. Anche qui scelte folli, giravolte incomprensibili, una carriera fantastica fatta di vette supreme e crolli ignominiosi. Sempre a precedere e sconcertare il mercato, mai a rincorrerlo. Meritoria la sua battaglia contro spotify.
Lui i diritti li ha ceduti solo parzialmente (la metà, a Hypgnosis, un fondo britannico) per "miseri" 50mln.
Intanto la chiusura di Backstreets.com sta facendo un rumore mediatico incredibile, ben + dei primi concerti del boss... Chissà se e quando deciderà di aprir bocca in merito

Armando Chiechi ha detto...

Immutata stima per Neil Young, artista che seguo da quando avevo tredici anni. Certo non tutto ha brillato e ci rimasi di un male per la parentesi Geffen in cui smisi di comprarlo, se non da This Note Is For You ed il conseguente ritorno alla Reprise. Da quello in poi, credo che abbia fatto grandi dischi fino a " Sleep with Angels", (per me il suo disco più bello di quegli anni)e poi sempre a fasi alterne, anche con cose del tutto trascurabili.. anche se fortunatamente bilanciate dai suoi archivi. Come dice Livio...quello che non manca a Neil è comunque la coerenza, la coerenza di un vecchio hippie, felicemente incostante !!

Armando

bobrock ha detto...

Rock pop …. Mah alla fine sono solo etichette. Se vendi o hai venduto milioni di dischi inevitabilmente diventi pop. Quando riempi gli stadi sei pop. Sei intrattenimento. Poi dipende come lo fai . Direi che tutti i nomi citati cioè mostri sacri hanno raggiunto un livello di professionalità estrema . Vendono un prodotto e lo vendono bene. Una produzione degli Stones è una di Beyoncé come approccio organizzativo e come fine ultimo é analoga . Vendere un prodotto e massimizzare i ricavi. Non c’è un messaggio, né altro.
Gli artisti che volevano cambiare il mondo e ovviamente non lo hanno cambiato ( hanno lasciato un segno indelebile questo si) esistevano negli anni sessanta. Poi quando hanno aperto gli occhi e si sono resi conto che case discografiche e produttori lucravano sulla loro arte hanno deciso giustamente di fare loro i soldi. Gli Stones dagli anni 80 in avanti sono diventati una gioiosa macchina da soldi , e così tutti gli altri.
Non ho mai idealizzato nessun artista se non Springsteen nella mia gioventù perché mi sembrava quello “ più vicino al suo pubblico” e che nelle sue canzoni più di altri avesse l’urgenza di comunicare qualcosa.
Le cose sono andate diversamente. Personalmente una volta sciolta la E st. Dopo il tour del 88 é finito tutto.
Ancora in quel tour sono riuscito a divertirmi molto poi tutte le altre volte andavo cercando qualcosa che non esisteva piu .
Perché vado ancora oggi ? Pura nostalgia . Tutto qui , conscio che potrà esserci un momento della serata che mi riporterà ai tempi andati come qualche anno fa a San siro dove suonò “ something in the night “.
Sono grato a tutti questi artisti per quello che hanno dato ma sono anche conscio che l’artista e l’uomo sono due persone differenti.
E sono convinto che é meglio non conoscere l’uomo. Temo che butteremo via i loro dischi.
Pertanto ascolto la loro musica , assisto ai loro concerti , mi basta che facciano bene il loro lavoro perché é di questo che si parla.
ma se cerchiamo ancora emozioni possiamo soltanto trovarle in piccole cose “ from small things big things one day come., purtroppo chi l’ha scritta se ne é dimenticato.
Buon we a tutti

bobrock ha detto...

Piccole gioie per chi era a Dallas : un buon motivo per esserci , Detroit Medley negli encores…..

Armando Chiechi ha detto...

Non posso dissentire...e credo nemmeno gli altri dalle considerazioni di Bob, che trovo lucidissime quanto veritiere. Tutto fila nel tuo ragionamento Bob ...

Unknown2 ha detto...

Livio. Senza dubbio, 'we're only in it for the money', 'the show must go on' e via così... Fin qui ci siamo.
Ma si può discutere, e a volte eccepire, almeno sulla qualità dello show, del prodotto che ti vendono e che tu liberamente compri.
Anche i Wilco faranno un tour, verranno anche in Italia, e pure loro lo faranno x soldi, no? Ma da loro speriamo di trovare quel qc in + che è la chiave di tutto.
Io continuo a credere (sperare, illudermi: fate voi) che anche dai concerti di Sp.steen mi porterò via qc in +. Che poi sia merito dei miei sogni antichi o della magia del boss, chi lo sa. The answer, my friend, is blowing in the wind.
Intanto pure io saluto con gioia il ritorno del Detroit Medley, che considero uno degli asset + micidiali del grande live performer che il boss è e resta. Quando, circa a metà pezzo, attacca Good Golly Miss Molly, x me è il climax dello show. Nei concerti del Darkness Tour veniva giù il teatro. 45anni dopo mi basterebbe accelerasse il mio cuore

Unknown2 ha detto...

Livio. Ewwiwa, Prof! Due Dischi del Mese di fila!
D'altronde, il miglior live degli Stones del nuovo millennio meritava ampiamente la cima del podio.
Jagger in formissima, cuore e anima dello show, Keith e Ron asciutti, sobri, puntuali, impeccabili. Charlie come tutti i grandi drummers aveva il 'suo' suono, quel rullante secco e sordo, la 'sua' voce, la sua impronta inconfondibile. Senza assoli kilometrici o batterie sovradimensionate.
Ma quel che + stupisce è la qualità e quantità di un repertorio insuperabile. Boys, questi potrebbero farne un altro paio, di best live del genere, senza scadere di un mm dall'eccellenza. Pezzi ormai 60enni ma sempre modernissimi, che non avvertono l'usura del tempo, grazie alla miscela perfetta di rock e blues di cui gli Stones sono maestri insuperati e insuperabili.
The biggest r'n'r band ever. Divertimento\intrattenimento ai massimi livelli, e se c'è del Pop, beh, esige la maiuscola!
Che poi ladygaga ci metta tutto l'impegno, riuscendoci, nel rovinare un capolavoro come Gimme Shelter, o che Miss You continui a non piacermi affatto, come i pezzi cantati da Keith, mentre Doom and Gloom la trovo proprio bella, fa parte dei gusti personali di ognuno.
Per fortuna Springsteen è dignitosissimo in Tumbling Dice.
Altro disco da Top Ten annuale, altra summa laude alla gestione dell'archivio delle Pietre. E, a proposito, loro non hanno ceduto i diritti di tutto il catalogo: loro vendono alla pubblicità canzone x canzone, a svariati mln l'una...

bobrock ha detto...

Concerto stupendo setlist da urlo rolling in palla e doom and gloom é un brano travolgente …..per tutto il resto c’è Mastercard ( Per vedere i rolling bisogna aprire una linea di credito in banca 🏦😂😂😂😂)

Unknown2 ha detto...

Livio. Due spunti interessanti dall'ultimo Buscadero.
1: concerto di Van Morrison a Belfast, un mese fa, 300 posti esauritissimi, band sontuosa, concerto stupendo, 95minuti, costo del biglietto.... rullo di tamburi... 90 sterline! Ecco uno che NON fa 'come tutti', ad esempio.
2: pare che su TikTok, social giovanilissimo, oltre il 70% delle canzoni ascoltate sono 'di catalogo', cioè non pubblicate di recente. Oltre ai dinosauri adulti\anziani, come me, ci sono evidentemente anche tanti cuccioli. Fuor di metafora, l'affezione per gli oldies (but goldies) pare essere addirittura tendenza dominante!
PS: Bob, martedì 14, Houston, Sp.steen ha aperto con 'Night'. Forse le speranze x la tua Meeting non sono così infondate

Armando Chiechi ha detto...

A proposito del Buscadero...ho notato che due foto in riferimento all'articolo dedicato a Roy Orbison non ritraggono in realtà il nostro... ciò quindi mi fa supporre ( ma non ho ancora letto l' articolo) che stiano girando forse o l' abbiano già ultimato un biopic sull'autore e Rock'nrollers texano ?!? Leggo pure che la nostra rivista di riferimento aumenta di 2 euro sul prezzo attuale di copertina,ma dovrò farmene una ragione visto che dal mese di Gennaio tutto è schizzato alle stelle e ne so qualcosa perché sul lavoro ho notato aumenti considerevoli sui listini che ho ricevuto da poco...mediamente anche nell'ordine dei 4/5 euro per articolo quando fino a qualche anno fa in casi del genere non si superavano i due euro ad articolo !? Tutto aumenta ma tristemente non aumentano i salari e la qualità della vita è sempre più bassa .Con questo non voglio dire che prima tutto filava liscio ma ogni volta che la destra se ne esce con slogan e proclami sull'essere gli unici a tenere al bene del paese mi viene da ridere o forse più da piangere !
Scusate lo sfogo... cercherò di consolarmi con la musica e per fortuna quella non ce l'ha potrà togliere nessuno !

Armando

bobrock ha detto...

Livio …meeting é un brano troppo di nicchia . Ho perso il treno a Padova anni fa … purtroppo ogni tanto devo fare conti con eventi non previsti ( maxi influenza) .
Mentre riguardo il post di Armando potremmo aprire forum interminabili sulla nostra società , sulla destra , su un paese becero e ignorante , su quanti non pagano le tasse , sul razzismo imperante etc etc etc
A scuola non ci sono programmi che parlino di cosa sia stato il fascismo , l’olio di ricino, l’uso dei gas in Abissinia, delle leggi razziali e inevitabilmente ogni programma riparte dai Sumeri , i Babilonesi e il codice di Hammurabi.
Negli Stati Uniti paese che amo solo a livello musicale Ozzy Osbourne per aver pisciato sul monumento di Alamo é stato arrestato, in Germania se inneggi al nazismo vai dentro , in Italia qualcuno ha detto che col tricolore ci si puliva il culo ed é ancora senatore.
In fondo ce lo meritiamo un paese così …..esiste un bel libro di Guido Crainz “ il paese mancato “. Ovviamente non è una lettura leggera ma illuminante.

Armando Chiechi ha detto...

Bob concordo su tutto quello che su hai evidenziato e ti ringrazio per la segnalazione del libro che hai appena citato.
Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. E che mi dite delle squadre di picchiatori tornate davanti alle scuole?
O di quel tale che vorrebbe fare il presidente ed è appena uscito per un cavillo da un processo infamante? O delle navi delle ONG mandate in giro per il Mediterraneo, migliaia di miglia x nulla, mentre la gente annega... e iniziano gli attacchi ai gay(potevano mancare?).
Purtroppo però non possiamo dimenticare che la maggioranza dei ns concittadini questo ha voluto, liberamente e democraticamente.
Dobbiamo farcene una ragione: sì, questo è il Paese che ci meritiamo, evidentemente, dove chi ha un po' di cultura deve nasconderla e quasi vergognarsene, dove impera una baracconata indegna come sanremo, e dove le opposizioni, tutte, danno il peggio di sè, tra divisioni, velleitarismi, ignoranza e incapacità.
Sarà l'età, ma la vedo bigia...
Springsteen, ieri a Tulsa. Bobby Jean. If i were the Priest, stupenda ballata, ancora in setlist. Riguardo a Meeting... dico solo che BTR è, ovviamente dopo Letter, il disco + saccheggiato: 6 su 8 pezzi. Mancano solo Jungle e Meeting, appunto: perchè non sognare, dico io

Unknown2 ha detto...

Livio. Questa la devo proprio condividere. Sono incocciato, su youtube, in una incredibile Rockin' in the free World, Toronto 2011, Pearl Jam. Ottima versione, poi, dopo 4\5 minuti, sorpresona, entra Lui: Neil Young, e si lancia in un incredibile sabba chitarristico con Gossard, Mc Cready e pure Ament. 'Na roba spaziale, 8 minuti di uragano. Neil sorridente, partecipe, felice. I Pearl Jam entusiasti, il pubblico in visibilio.
Quelle piccole cose che ti illuminano la giornata...

corrado ha detto...

2011... Neil Young era ancora in possesso delle capacità tecniche per fare grande musica. Questo grosso modo fino al 2016 circa. Ora, da suo fan da quando ero bambino, trovo che abbia perso quelle capacità.
Dita ingrossate e poco agili, la testa più a pensare proclami ecologisti che a scrivere canzoni ben strutturate, arrangiate, eseguite e registrate.
Vorrei davvero sbagliarmi, ma la sua volontà di non tornare "ancora" a esibirsi in pubblico la vedo legata, più che al pericolo Covid, proprio al suo rendersi conto di non poter reggere una tournée con molte date in giro per gli U. S. A. o per il mondo.
C'è chi come Dylan non lo vuole accettare, chi come Stones, Springsteen, Iggy Pop continua in discreta forma fisica, chi, come Tom Waits, non ci pensa più e si dedica ad altro.
Neil Young ho paura che stia ingannando se stesso. In studio qualcosa riesce ancora a fare qualcosa, ma live credo che ce lo dovremo dimenticare.
A noi l'ingrato compito di fare come in una canzone dei Diaframma:
"Nei suoi occhi la paura era grande / ma non abbastanza da / non guardare in faccia i miti che muoiono".
Poi domani Neil Young mi smentisce e parte per una super tournée mondiale (ma senza Nils Lofgren).

bobrock ha detto...

A parole il tour dovrebbe partire con un altro chitarrista . Corrado tieni conto delle 77 primavere , dei problemi di salute. Mi sembra che abbia dato abbastanza.

Unknown2 ha detto...

Livio. E forse manco vuole assoggettarsi agli 'obblighi' della star in tournee: personal trainer, allenamenti regolari, vita e alimentazione da atleta...
Un anarchico individualista come lui non ci vuole stare.
Prendiamolo, come sempre, come viene. Alti e bassi, finchè dura.
Lofgren è impegnato con Sp.steen per un annetto e mezzo, dovrà trovarne un altro, ma credo che x suonare col Bisonte ci sarà la fila!

corrado ha detto...

Magari ripesca Stills...

Unknown2 ha detto...

Livio. ahah, visti i trascorsi, sicuramente farebbero scintille!

bobrock ha detto...

Certamente….alla quarta data Young lo manda a stendere. Non so se vi ricordate della Reunion dei Buffalo Springfield….

Unknown2 ha detto...

Livio. O della Stills-Young Band.. (che pure ci donò un capolavoro assoluto come Long may you run. Di Neil, naturalmente)

corrado ha detto...

Non male anche le canzoni di Stills in quel disco. Nella riunione con i Buffalo Neil Young disse che si stava annoiando, come nel 1976! Comunque ho visto che ad aprile Young suonerà per la prima volta dopo 4 anni a un benefit organizzato proprio da Stills... Per il resto Nils Lofgren dice che in un eventuale tour potrebbe essere sostituito da Mika Nelson, dei Promise of the Real

Armando Chiechi ha detto...

Il disco della Stills Young band non fu quel capolavoro che sulla carta prometteva però al suo interno contiene dei piccoli gioiellini firmati da Young. Tra l' altro proprio in quello,la chitarra di Young ha un suono pazzesco...tipo " Fontainebleau" o " Midnight on the Bay"..

Armando

Unknown2 ha detto...

Livio. Vista la qualità del live Noise and Flowers, Mika Nelson è una prima scelta!