martedì 19 marzo 2024

JJ GREY & MOFRO Olustee


 

Cambio di formazione rispetto all’album precedente Ol’ Glory di cinque anni fa, dei vecchi Mofro sono rimasti il bassista Todd Smallie e i due trombettisti Marcus Parsley e Dennis Marion, l’unico sassofono ed il flauto sono ora in mano a Kenny Hamilton, c’è una terza tromba, John Reid, il chitarrista è Pete Winders, il tastierista Eric Brigmond e la sezione ritmica è composta dal batterista Craig Barnett e dal percussionista Eric Mason. Un nutrito cast di voci, il fagotto, il fadolin (uno strumento a sei corde usato come un violino ma capace di creare anche i suoni di una viola ed un violoncello) ed un trombone completano la big band, a cui si aggiunge in un paio di brani l’Orchestra Sinfonica di Budapest.



Come si evince dallo schieramento in campo, l’album presenta una diversa complessità rispetto ai precedenti lavori e lo si nota subito con l’iniziale The Sea un’ode all’amato oceano, lenta e melodica dove l’orchestra ne sottolinea il clima di tranquillità, accompagnata dal pianoforte e dalla chitarra acustica. Il verso io appartengo al mare/casa dei liberi svela il profondo coinvolgimento dell’autore in simile contesto. Di tutt’altra pasta la seguente Top of the world, le coriste rispondono alla chiamata di JJ Grey mentre la sezione fiati imbandisce un banchetto di musica New Orleans. Se sei venuto per cambiare il mondo, lascia che ti mostri la porta-canta JJ Grey e il brano si trasforma in una musica festosa e contagiosa, prima che la seguente On a breeze rallenti il ritmo pur mantenendo  intatta la carica di speranza in oh my love, che tu possa vedere cieli sereni e tutto ciò che meriti. Con Olustee ritroviamo il JJ Grey del passato in una storia che evoca i tragici incendi che hanno devastato sette contee della Florida settentrionale nel giugno 1998 provocati dai fulmini sulle campagne aride. Il brano è forte e duro, il lungo devastante assolo di chitarra elettrica dà la sensazione del pericolo e del fuoco che incalza, una esortazione a correre più forte per scampare la morte. L’incendio costrinse a chiudere 135 miglia della highway 95 che collega Jacksonville e Titusville e sospendere l’annuale competizione del Daytona International Raceway. L’alternanza di R&B e ballate trova conferma in Seminole Wind, cover di John Anderson, un grido per la preservazione delle Everglades : il progresso è arrivato e ha voluto il suo prezzo, ed in nome del controllo delle inondazioni hanno fatto piani per prosciugare la terra, ora le radure si stanno inaridendo. Il soul-rock ecologico di JJ Grey prende la piega di una ballata con le trombe al centro della canzone ed un crescendo corale che racchiude tutto il dolore dell’uomo delle paludi nel veder compromessa la ricchezza del territorio dove lui, la sua famiglia, gli amici e la comunità sono vissuti in equilibrio con la natura. Il rhythm and blues di casa Stax si fa strada prorompente in Wonderland, coriste all’attacco e ritmo che incalza con tutta la sezione fiati alle spalle, mentre la seguente Starry Night come da copione allenta la tensione elettrica dando spazio agli arrangiamenti d’archi e all’abbraccio di un canto d’amore che si conclude con la sezione fiati in avanscoperta. Free High è energia allo stato puro, stacchi, urla, schiamazzi gioiosi, Sly and Family Stone sugli scudi ed un arrembante voglia di far casino con tutto quanto di meglio l’epoca d’oro del soul e R&B ha lasciato dietro di se. Ancora soul ma lento e appassionato in Waiting dove l’autore confida non sono mai stato ciò che potevo essere, e so che non è mai stata colpa di nessuno se non mia, mentre in Rooster canta la donna è l’anima di un uomo, riesce a tenere tutto insieme quando tu non puoi, lei è la fonte da cui sgorgo, mi insegna molte cose che non faccio, ma io sono un gallo e questo è un dato di fatto, quindi sai come mi comporterò. E non poteva che essere un funky sincopato e nerissimo, dal ritmo dance ad accompagnare tale affermazione di presunta virilità, per poi abbandonarsi alla circospetta riflessione di Deeper than relief, melodia fin troppo accorata e sinfonica con flauto e archi protagonisti, per i modi schietti di JJ Grey e la sua band. Suona come la chiusura del cerchio e si ricongiunge con la romantica, iniziale The Sea. Accantonati gli aspetti più strettamente blues della sua musica, con Olustee  JJ Grey & Mofro ci offrono una dimostrazione di quanto il rock o presunto tale sia ancora credibile quando parla di preoccupazioni e sensibilità, un anima inquieta in canzoni ricche di sentimento per la vita e l’ambiente con un sound che appartiene di diritto alla tradizione southern.

 

MAURO ZAMBELLINI      MARZO 2024

p.s articolo retrospettivo su JJ Grey& Mofro su Buscadero di aprile

45 commenti:

armando ha detto...

Non possiedo molti lavori ma è una band che mi è sempre piaciuta sin dagli esordi e che sinceramente compro a scatola chiusa. Non so spiegarlo bene ma ho sempre nutrito per loro grande fiducia. Questa recensione sarà un motivo in più per tornarci su.

Unknown2 ha detto...

Livio. Disco delizioso, grazie x la segnalazione. Chiamatelo soul o r'n'b con un po' di funk, qui abbiamo melodie deliziose, fiati onnipresenti e possenti, cori stratosferici, ritmica e chitarre solidissime e ficcanti.
Niente di nuovo o rivoluzionario, ma talento e professionalità in quantità industriale.
Da sentire, risentire e applaudire

bobrock ha detto...

Totalmente a digiuno su questo gruppo sono andato ad ascoltarli su Spotify e con mia grande sorpresa sono rimasto più che impressionato. È da tempo che per un motivo o per l’altro quando approccio qualcosa di nuovo non riesco ad appassionarmi.
Questo gruppo è veramente notevole . Soul funk rock , voce splendida. Andando a cercare qualche ulteriore info mi rendo conto che sono in giro da 20 anni e proprio mi erano sfuggiti. Mi chiedo se e quante altre volte siano stati recensiti sul Busca senza che gli prestassi attenzione.
Grazie per l’articolo …. Adesso sono già passato ad ascoltare il live brighter days🤟🤟🤟

Unknown2 ha detto...

Livio. Fuori tema: ogni tanto parliamo anche di letteratura.
Onore a Don Winslow, che come lettori ci spezza il cuore, annunciando il suo addio alla parola scritta. L'autore (fra i suoi tanti capolavori) della formidabile Trilogia del Confine, dove viviseziona il mondo dei narcos messicani,
ci lascia con la Trilogia di Danny Ryan, magnifica rilettura in noir dei miti omerici. Eterna lotta tra il bene e il male, dove i confini tra gli stessi si fanno via via sempre più sfumati.
E perchè DW smette di scrivere? Perchè ritiene insopportabile x l'America e il mondo tutto il rischio che donaldtrump torni al potere, e intende impegnarsi in prima persona, mobilitando le centinaia di migliaia di suoi fans affinchè il peggio non accada.
Una grande lezione dal maestro del noir contemporaneo, degno erede di JL Burke e J Ellroy.
Sono (credo: siamo tutti) idealmente al suo fianco in qs difficilissima ma vitale battaglia di civiltà.

Armando Chiechi ha detto...

Non sapevo di questo annuncio ma non mi fa specie sapere di questa presa di posizione da parte di Winslow, ricordando anche una sua vecchia intervista rilasciata non molti anni fa a Diego Bianchi ( Propaganda Live) al riguardo. Oddio... non che Biden sia così lucido ma l'idea di rivedere Trump alla Casa Bianca fa veramente rabbrividire,seppur altrove e a qualsiasi latitudine non è che il resto vada meglio.

Unknown2 ha detto...

Livio. Un paio di sassi nello stagno, un po' di pepe, direbbe il buon Bob...

Lieto x il ritorno di Carù sulle pagine del Busca, ma, beh... Mark Knopfler disco del mese??? 'Na noia terribile, canzoni inesistenti, poi come cantante continua a essere impresentabile. Francamente credo che se non si chiamasse MK nessuno lo avrebbe pubblicato!

Si sta concludendo il tour USA '24 nelle arene di Springsteen. Il 5maggio partirà da Cardiff il leg negli stadi europei.
Sold out in patria (nonostante i prezzi indecenti), concerti brillanti, Boss e band in gran forma, scalette finalmente sfiziose. Cito a caso qualche titolo: Racing in t.s., Twist&s., Trapped, Detroit m., Fire, Night, Tougher t.t.r., Adam raised a c., Boom Boom, Downbound t., Jole Blon, Open all n., Seeds, Something in t. n., The Wish... e tante altre chicche.
Spettacolari i due concerti di Inglewood, LA, che hanno sfiorato le 3ore e mezza. Vedremo come va a Sansiro: le premesse sono buone.

bobrock ha detto...

Scusami Livio ma il Busca senza il proprietario del negozio di dischi é molto molto meglio
.
Ndr : DMB Milano e Firenze due serate splendide. Firenze in particolare .
Unica nota stonata i paganti a Milano ; c’erano meno persone di cinque anni fa . Però i pinguini tattici nucleari ☢️ hanno suonato sold out al forum per più sere e si apprestano a fare due date a San siro .
Meditate gente meditate

corrado ha detto...

Ciao a tutti, solo un saluto e qualche impressione da parte mia. Vi leggo sempre con attenzione e piacere, purtroppo ho pochissimo tempo per intervenire...
Il disco qui recensito l'ho ascoltato, insieme ad altre cose più vecchie della band. Certo non è male, ben suonato, col mood giusto, ma in questo momento semplicemente ascolto altro, quindi dopo un paio di canzoni vado su altre cose, senza nulla togliere a JJ GREY & MOFRO.
I Pinguini Tattici nucleari sono un gruppo che ama mia figlia di 13 anni e il loro pubblico è in parte quello dei 20 25enni che amano girare il mondo senza particolare complessità in quello che cercano, come i fans del vlogger viaggiatore Nicolò Balini. Noi siamo altro.
Buscadero, pur con i suoi difetti, mantiene la sua coerenza ed è l'unica rivista in Italia che porta avanti da sempre un'idea musicale. Con o senza Carù, di cui ricordo ancora la scissione all'interno del Mucchio Selvaggio.
Sono reduce da un concerto ieri sera in cui sono riuscito a non fare brutta figura suonando i Cream. Peccato che per il resto io abbia dovuto suonare musica che è la negazione di quanto ho ascoltato e suonato per 40 anni. Ma alla fine è comunque divertimento.
Un caro saluto a tutti!

Armando Chiechi ha detto...

Non lo dico perché ospite in questo spazio ma ritengo che a fare la differenza nel Buscadero siano Mauro, Denti, Callieri e Trevaini. Più di una volta invece ho avuto modo di interloquire con Giazzi via posta e mi sembra una persona disponibile e squisita. Noto che ci sono nuove firme e credo sia normale un cambio generazionale , anche se in realtà non so quale possa essere la loro età?!? Come dice Corrado il Buscadero è una delle poche riviste rimaste in piedi e seppur a prima vista potrebbe sembrare anacronistica mi chiedo che senso abbiano poi le varie Classic Rock per non parlare di un cadavere riesumato come Ciao 2001...in poche parole..tutto quello che un tempo ci portò a trovare luce nuova e spunti in un certo Mucchio Selvaggio !?

Buon Weekend a tutti.

Unknown2 ha detto...

Livio. Io aggiungerei Marco Verdi, oltre a quelli elencati da Armando, tra i miei preferiti.
Sui nuovi arrivi, alcuni (De Benedetto, Caltagirone, Carnevale, Larghi...) credo siano veterani espertissimi del periodo d'oro della Nostra Musica.
E mi pare anche che il Buscadero si stia orientando su riscoperta, valorizzazione, in alcuni casi revisione critica (più spesso in positivo) dei capolavori e degli Artisti principali (magari misconosciuti) della Golden Age del Rock.
Linea che mi trova entusiasticamente d'accordo, devo dire, a patto che (come finora sempre puntualmente verificatosi) venga mantenuto il + grande rigore critico, unito sempre a obbiettività, competenza somma e passione.
Solo qs distingue il Busca da altra robaccia tesa solo a sfruttare la moda del revival.
I miei preferiti sono gli articoloni di 8\10pagg dove si sviscera l'intera discografia, con opportune stellette, di un Artista o di un Gruppo: con l'ausilio della meravigliosa spotify posso ascoltare in contemporanea tutte le canzoni citate senza dover rapinare una banca, e farmi un'idea mia di quanto scritto.
Concludo affermando che decine di anni dopo i Critici veri, con la maiuscola, riescono ad avere una visione d'insieme, a bocce ferme, pacata e rigorosa, utile a dividere davvero "il grano dal loglio".
Un encomio solenne all'attuale linea editoriale del Buscadero, il Migliore.

Unknown2 ha detto...

Livio. Quasi un mese fa se n'è andato un gigante della ns musica: Dickey Betts e... silenzio assoluto. Io lo apprendo ora dal Busca cartaceo. Vabbè che l'età avanza, ma non ne ho sentito nulla su nessun media. Increscioso.
DB, che descrivono spesso come "un caratteraccio"(eufemismo) è pur sempre colui che ha scritto, fra i tanti, Jessica e Ramblin' Man, oltre a In Memory of El. Reed, occasione per tante imperdibili, interminabili cavalcate allmaniane.
E' colui che ha avuto in sorte di poter incrociare la sua chitarra con quella di DuaneA., e senza assolutamente sfigurare!!
Che la terra gli sia lieve, e grazie infinite per tanta immensa, indimenticabile musica. Rock on

Armando Chiechi ha detto...

Qualche trafiletto ma nulla più, a parte la triste notizia che è circolata immediatamente tra noi appassionati via f.book . Ad ogni modo li, non sono stati pochi quelli che lo hanno giustamente ricordato. Certamente come tu dici Livio, Betts è stato un elemento importante, diverso da Duane ma complementare nell'ingranaggio Allman. Lo ha ricordato in un commevente post ,Warren Haynes che ha visto in lui l' ideale guida nei giorni in cui gli si aprirono le porte di quella grande famiglia. Mi dispiace solo che qui da noi si ricade nei soliti axeman e cliché, dimenticando spesso altri grandissimi. Penso a figure...(alla rinfusa)..quali Michael Bloomfield, Danny Gattone,John Cipollina, Lowell George, Frank Zappa, John McLaughlin e perché no a proposito di chitarristi anche a Terry Kath, chitarrista superlativo dei Chicago, che seppur hanno brillato solo nei primissimi album, hanno avuto in lui un grande musicista.

Marco ha detto...

A proposito di Duane, quasi in contemporanea se ne è andato anche il grandissimo Duane Eddy, forse l'ultimo degli originali del rock'n'roll ancora in vita.
Un musicista davvero rivoluzionario che ha praticamente inventato e reso popolare un modo di suonare la chitarra, il twang, e che penso abbia influenzato chiunque tra i nostri beniamini.

Unknown2 ha detto...

Livio. Giusto ricordare anche il Rebel Rouser D.Eddy e il suo Limbo Rock. Uno dei precursori senza i quali tutto sarebbe stato diverso e senza dubbio peggiore.
Quanto a DBetts, fa piacere sapere che è stato opportunamente ricordato come merita. Io non frequento i social m. e non ne sapevo nulla.

Zambo ha detto...

Per tutti gli estimatori di Dickey Betts lungo articolo su Buscadero di giugno scritto dal sottoscritto. Magari lo metterò anche sul blog. Saluti a tutti

Armando Chiechi ha detto...

Sarebbe bello, ma che non sia qui e rimanga solo sul Buscadero è comunque un bel ricordo e la giusta scusa per farne un ripasso.

corrado ha detto...

Sto ascoltando l'ultimo album dei Mavericks di Raul Malo, è bello, mi sta piacendo molto. Segnalo un brano di quelli che rimarranno: "And we dance", ma tutto il disco è piacevole e ti lascia belle sensazioni.
Al contrario dell'ultimo di Orville Peck, che ha svoltato su un suono poppettaro che io personalmente non gradisco. Lui è sicuramente bravo, ma il disco è, come dire? Troppo prodotto, troppo laccato, troppo gender indirizzato, troppo... Troppo.
Guardo su YouTube le esibizioni di Neil Young e Crazy Horse in giro per gli U.S.A., ammiro il coraggio del loner canadese nel volerci provare, ma tutto mi sembra un ritrovo di vecchi mici in permesso premio dall'ospizio. Billy Talbot, piegato sulla schiena, sembra che stia per addormentarsi da un momento all'altro. Ralph Molina, per quanto stia meglio in salute, proprio non riesce ad accelerare sui ritmi e non da vigore ai brani. Luka o Mika Nelson che sia, si limita a fare il suo accompagnamento. L'unico che sembra reggere, alla fine, è proprio Neil Young, ma spesso è impreciso, stecca e si sente soprattutto quando suona la chitarra acustica, che fa rimpiangere l'antica precisione e nitidezza del susono. Non parliamo della voce, che è andata da tempo. Meglio delle esibizioni di Bob Dylan, però mi viene un po' di malinconia nel non ritrovare la forza del cavallo pazzo, specie in brani come "Rockin in the Free World", ma il tempo passa per tutti e ci dobbiamo accontentare di un vecchio ronzino, che però ogni tanto riesce ancora ad impennarsi e a fornire qualche lampo di classe (buone le esibizioni di brani ripescati come "Vampire Blues".
Gli Stones che sto vedendo live ancora tengono botta, ma è piuttosto evidente che se da una parte Mick Jagger canta sempre molto bene, degli altri due ormai è solo Ron Wood che suona davvero e anche bene, mentre Keith Richards lo devi accettare così com'è: presente ma poco incisivo nell'economia generale del suono. Poi, certo, hanno un sacco di gente che suona per loro, ma il risultato è ancora buono, senza farmi esaltare però.
Un caro saluto a tutti.

Armando Chiechi ha detto...

Concordo Corrado,bisogna prenderne atto perché è normale che a quella età non puoi più pensare di eseguire un live come facevi fino a qualche anno fa...anzi in taluni casi 12/24 mesi incidono eccome !! Ho sempre ammirato chi ha avuto il coraggio e la forza di ritirarsi in tempo o smesso quando non aveva nulla da dire e penso a tal proposito ai Rem o a Tom Waits. Lo spirito del rock o Rock'n'roll per dirlo alla Stones, ti aspetta al varco e chiede un prezzo da pagare , qualunque sia la tua storia e il tuo nome...a meno che la tua anima non si sia inzaccherata nelle melmose acque del Blues, nelle fitte trame di un pentagramma jazz o nella antica tradizione di un fingerpickin' tra i monti degli Appalachi ed una discesa in corsa tra i bayou della Louisiana!!

Unknown2 ha detto...

Livio. Mmmhh, non lo so.

Fuckin' up, 34anni dopo Ragged Glory, io, che vado x i 70, e percepisco il rosichìo degli anni, lo prendo invece come il ruggito del vecchio leone spelacchiato, che non si priva dei suoi antichi Pards x un'altra cavalcata e non certo l'ultima, almeno nelle intenzioni. Qs non è il classico, ennesimo farewell tour, è un bel "fottiti" al tempo e agli anni. La voce è più esile? E allora? L'arpeggio è meno fluido, i riflessi un po' appannati, i CrazyH(già tutt'altro che dei fulmini di guerra anche all'apice della vitalità) sembrano la home band della casa di riposo? E allora?
Fuckin' up!!! grida il bisonte(bianco), "il mio cuore non invecchia, la musica che ho creato nemmeno. Questo è quanto posso darvi, ora, e se non vi aggrada, state pure a casa. Io continuo a sparare il massimo, on stage, il massimo che mi è possibile a 78anni!!!

Se a Dylan perdoniamo tutto e di +, lo stesso valga anche x NY, che x me è solo un mezzo gradino sotto, nella storia della Nostra Musica, e che, anche solo come esempio, come bandiera, può regalarci ancora tanto.
Trovo Fuckin'up commovente ed esaltante, tra le migliori uscite '24, di sicuro nella mia top ten annuale.

Come lo è stato HackneyD x il 2023.
X gli Stones, in quanto Band, il discorso è un po' diverso. Stupefacente Jagger(81anni a luglio), che ancora sa trascinare e coinvolgere come nessuno. La voce è anche meglio modulata di 30anni fa, anche se forse un po' meno potente, e ho detto tutto.
Ron e Keith, invece, io li vedo decisamente consumati dalle dipendenze e dagli anni, uno scheletrico, l'altro gonfio... Danno quel che possono, come possono, e credo che se potessero direbbero stop ai tour. Spero tanto che non debbano alla fine crollare sul palco e x il palco, come Tom Petty...

Sweet Sounds of Heaven, ragazzi. Il rock sono ancora loro, Neil, i Glimmer Twins, e pochi(sempre meno) altri. Forse morirà con loro, almeno come star system. Poi, mi sa, dovremo tuffarci nei mini club dove vivono a stento oscuri, meravigliosi bluesmen.
Perchè sui grandi palchi, negli stadi del mondo, trionferà altra roba, che io mi rifiuto di definire musica. Però il futuro è loro, ahimè!.
E allora: Fuckin' up

Armando Chiechi ha detto...

Certamente anche quello che tu dici Livio è vero e ritengo che non ci siano delle regole fisse, seppur spesso vengo smentito e credo sempre più al fatto che la creatività dura poco in relazione ad un'intera carriera e la forma fisica non può non contemplare l'età che avanza. Certamente ci sono delle eccezioni ma sempre più mi convinco che ad invecchiare bene siano solo i bluesman, i jazzmen e gli artigiani della rootsmusic.

corrado ha detto...

Perché non devono confrontarsi con il suono necessario per i grandi stadi, solitamente hanno impegni più a misura duomo e non devono tenere d'occhio il business. È forse un mondo più appartato, con ritmi meno stressanti, ma spesso capace di grande intensità

Unknown2 ha detto...

Livio. Saturday morning in full immersion Stonesiana.
Grazie all'articolone del Prof Zambo sull'ennesima ristampa delle Rotolanti, e con l'ausilio delle sempre benemerite youtube e spotify, dopo salutare cavalcata tra le follie della doppia discografia USA\UK anni'60,
mi riascolto con sommo gaudio l'integrale registrato il 27\28.11.1969 al MSG di NY (il Get Yer completo).
Suono grezzo che x una volta è un pregio, xchè qui si sprigiona tutta la testosteronica potenza di una band mai + così dirompente, vitale ed essenziale, superpunk\blues 10anni prima.
E Mick Taylor si sente, eccome! E' sua la parte del leone in qs tour, e andrebbe forse rivalutato in toto il suo breve ma essenziale apporto al suono e alla storia dei RS.
Ecco, se il ns Rock ormai è quasi solo passato, che frustata tuffarsi nelle tumultuose acque di 55anni fa. 'Na botta di vita!

corrado ha detto...

Bruce Springsteen che rimanda i concerti di Milano perché è senza voce, fa il paio con quanto dicevo su Neil Young.
Per quanto siano stati i miei punti di riferimento per anni, questi artisti oggi non hanno per me un motivo di essere visti live. Faccio il tifo per loro, sperando in una resurrezione o impennata e certo continuo ad ascoltarli, ma vederli oggi non mi da particolari brividi.
Certo, se vivessi a Milano andrei di sicuro, ma per le difficoltà in cui ci troviamo a partire dalla Sardegna, lo sforzo mi pare eccessivo, tenendo conto che sarò costretto a perdermi altri live per me più interessanti e con qualcosa di "moderno", senza nulla togliere al nostro amato Classic Rock.

Armando Chiechi ha detto...

Secondo me bisogna prendere coscienza di ciò e l'artista/performer conoscere i propri limiti, perché da una certa età in poi non puoi più pretendere che il tuo fisico regga come faceva un tempo o addirittura qualche anno prima. Ti puoi chiamare Bruce, Neil,Bob o chi vuoi tu ma prima o poi Mr.Time è lì a riscuotere quanto ti chiede. Vedere certe scene fa un'immensa tristezza, risultando del tutto patetiche e non c'è bisogno di noi semplici appassionati per capire che ci sono ben altri modi per convivere serenamente con la tua vecchiaia !! Per fortuna però... c'è e ci sarà sempre tanta altra musica in giro di cui godere...

Unknown2 ha detto...

Livio. No, non ci sto. Scusate, ma dissento. Definire "patetici" tour mondiali negli stadi, dovunque sold out, non mi pare appropriato. Springsteen, ma anche NeilY, Dylan, RollingS, ACDC, Clapton, Black Crowes, solo x citare i primi che mi vengono in mente attualmente on stage, richiamano tuttora folle oceaniche, con alta percentuale di giovani sotto i 30anni. C'è voglia e bisogno di qs musica, e naturalmente il mercato è pronto a offrirla.
Io sono delusissimo di non poter essere sabato a sansiro, e deploro che Sp.steen(quasi 75) abbia deciso di fare semi strip-tease nell'ultimo concerto prima dello stop, sotto la pioggia e al freddo della "primavera" inglese, beccandosi un malanno prevedibile ed evitabile.
Allo stesso tempo accetto che età e logorio, uniti a entusiasmo e benefica follia, pongano sempre + a rischio eventi mastodontici come questi.
Io stesso, quasi 70enne, se a novembre compro un ticket x il giugno successivo, non sono certissimo di essere in condizione di presenziare. Fa parte del gioco, va accettato.
Sembrate quasi compiaciuti di qs rinvio, come a dire: io non posso, allora non sia per nessuno, e i vecchiacci stiano in casa di riposo, a giocare a tombola. Ma dove sono i giovani leoni che evocate? Chi sono? Io vedo il vuoto intorno, e se potrò, se Dio vorrà, se starò bene io e starà bene Springsteen, sarò a sansiro o dovunque si terrà (SE si terrà) il concerto sostitutivo, con altri 70.000 folli ed entusiasti poveri illusi(???).
Con affetto

corrado ha detto...

Nessun compiacimento, questo è certo. Solo gusti e scelte estremamente personali. E ci mancherebbe che uno non possa andare a vedere uno dei suoi eroi solo perché è vecchio.

bobrock ha detto...

Corrado ma tu non eri a Roma due anni fa per Bruce ? Vero che lo avevi promesso a tua figlia ma mi sembra tu ti sia divertito .
Non vorrei citare la favola di Esopo. Ma concordo con quanto detto da Livio.
Capisco che muoversi per un concerto implica mezzi e risorse rilevanti e che un giovane può permettersi un concerto all’anno ( forse ), ma questa tiritera sono vecchi …bla bla bla mi fa cadere le braccia .
Un conto è esserci ( e posso permettermi di dire questo é valido questo è una merda etc etc )
Un conto vedere un filmato con un audio non proprio di alta definizione e spargere giudizi.
Io sono reduce da Parigi Black Crowes + due date Clapton e mi sono proprio divertito .
Per tutto il resto c’è mastercard .

corrado ha detto...

Ma si che mi sono divertito, ti ricordi? Solo che il mio è un discorso più generale. E tra l'altro dicevo che stando vicino al luogo di un concerto, non lo snobberei di certo.
Anche per Neil Young sarebbe lo stesso e così via...
Come dicevo, sono scelte personali, avrei voluto vedere il concerto degli Air a Roma a giugno o altri artisti che mi interessano, ma sono anche schiavo, oltre che della famiglia di una serie di date che la band in cui suono ha preso proprio in momenti per me cruciali!
Rispetto certamente le opinioni e le scelte di ciascuno di voi, come pure le mie scelte di voler
vedere o nodeterminati artisti non ha nulla di spregiativo nei confronti degli stessi, però non mi era proprio sembrato di aver aperto una polemica

Armando Chiechi ha detto...

Spero e mi auguro di non aver innescato una polemica sentendomi in questo più vicino a Corrado e rispondo a Bob dicendo che sicuramente mi baso su sensazioni trasmesse dalla rete, ammettendo per carità ...che quegli audio possano essere viziati da una resa non professionale e che si è vero non c'ero. Non ho problemi ad ammetterlo e a chiedere scusa per il mio azzardo su ciò che ho espresso..rimane però la mia idea ferma al fatto di non condividere questo modo di proporsi, almeno per quel che riguarda Bruce. Sugli altri nulla da dire, i Black Crowes li avrei visti volentieri come Clapton, Neil Young mi lascia dubbioso per quanto ho amato la sua musica ed ancora ascolto con emozione i suoi vecchi dischi. Null' altro però che tenevo a dire la mia perché nutro un profondo rispetto per voi tutti e dico sempre che Bob insieme a Mauro sono preziosi in quanto i più attendibili sullo stato dell'Unione...
Buona serata ragazzi..

bobrock ha detto...

Tranquilli ragazzi 😂😇😇 ho voluto movimentare il blog ….. da tempo un po’ ingessato .
Prossimi miei appuntamenti: eagles/ Pearl Jam/ ac/dc/zz top/ fogerty/ Chris Isaak
Ne vale la pena ? Si no dipende .
Fintanto che mi diverto si; poi come ho già detto si apre un mondo di discussione per i costi correlati e allora il buon senso dovrebbe dire di rimanere a casa . Però ogni sera riesco a trovare un momento in cui mi dico ne é valsa la pena .
I venti minuti di Clapton Got to get better in a little while e queen of Spades sono stati sublimi ….cosi come thorn in my pride e la cover white light white heat dei Crowes.
Un abbraccio forte a tutti

Unknown2 ha detto...

Livio. Grazie e complimenti a tutti x aver rispettato il "Vangelo" di qs spazio: no al pensiero unico, ma sempre rispetto dell'altrui idea, ben fermi restando nell'orgoglio x la propria.
La Rainy Night in Soho di Bruce era chiaramente improvvisata e raffazzonata. Solo un omaggio a ShaneMG, nulla più. Posso garantire che a Monza, benchè affaticato ed evidentemente sofferente, in 3ore di show la voce non ha mostrato cali nè cedimenti.
Anche il modo attuale di porsi sul palco può non piacere del tutto: la tentazione sempre presente del karaoke col pubblico, certi atteggiamenti da gigione, la staticità della tracklist(tratto comune però a TUTTI gli spettacoli di livello in giro x il mondo) sono probabilmente suggerimenti di marketing x compiacere il target + ampio possibile di un pubblico oceanico. E non torniamo sul discorso prezzi(anche qs cmnq comune a tutti i big).
Ma se fa sold out ovunque, alla fin fine, ha ragione lui, no?
Posso garantirvi, io che lo vidi nell'85 a sansiro (a 20.000lire!!!) e poi tante altre volte, che anche 40anni dopo sa offrire uno spettacolo di livello, di durata doppia dello standard generale, con una band solida e affiatata.
Ne vale la pena, insomma.
Un grazie e un plauso particolare a Bob, x la solidarietà e x le testimonianze in tempo reale e dal campo che ci offre costantemente. Credo sia la voce + attendibile del punto di vista di noi fan

Zambo ha detto...

Bella polemica finalmente, quindi mi ci butto, non sono andato a vedere i Black Crowes perchè mi sono imposto da questo momento di non spendere più di 60/70 euro per un concerto, come suggeriva a suo tempo Tom Petty. Solitamente i prezzi alti, irrobustiti dalla speculazione dei promoter con diritti e quant'altro, valgono per i pezzi grossi del rock che conosciamo. A parte il fatto indecente di essere costretti a comprare il biglietto un anno prima con spese varie annesse, per cui chi organizza si mette via un bel gruzzolo in termini di interessi (quando invece i diritti di prevendita dovrebbero essere messi sui biglietti comprati all'ultimo momento e non viceversa) mi sono rotto le palle di tutta questa liturgia sul grande evento, specie quando l'artista ha ormai oltre i 60/70 anni. D'accordo portare la figlioletta la prima volta a vedere il Boss ma personalmente i grandi nomi ho avuto la fortuna di vederli nei loro giorni migliori quando erano grandi veramente e nel pieno della loro creatività, non ancora impegnati a far cassa per la loro pensione. Bisogna essere realisti, o uno è giovanissimo e per forza non ha mai visto ne Young ne Bruce ne gli Stones e allora ci sta ad andare a vedere i loro concerti o se si ha l'età dei follower di questo blog bisogna mettersi il cuore in pace. Lo hai visto 2/3/5/10 volte nell'età dell'oro.....e allora accontentati. Una ragione oltre al prezzo e al luogo per non essere andato a vedere i Black Crowes, preferisco ricordarmeli nei concerti del passato, quando erano al top e chiudere due anni fa con la riproposizione di Shake Your Miney Maker. Bruce l'ho visto la prima volta con il tour di The River e ho chiuso nel 2016 col The River Revisited Tour, il cerchio era chiuso. D'altra parte secondo me, il Boss si è fermato a Broadway. Posso capire vedere ancora Dylan, a parte anche lì la questione del caro biglietto, perchè ha scelto da tempo un modo diverso di esprimersi dal vivo, criticabile o meno, senza ricorrere a certi tour de force di oltre tre ore che a 74 anni hanno del ridicolo. Almeno gli Stones sono più coscienti del loro essere e chiudono dopo due ore. Personalmente poi un concerto di tre ore e mezzo, oggi per chi scrive e ha l'età del Boss, è uno sfinimento. Detto questo ognuno è libero di andare vedersi i concerti che vuole, ci mancherebbe, io ho deciso di boycott i concerti esosi, non è nello spirito di quel rock n roll in cui ho creduto e mi sono divertito. I concerti migliori che visto recentemente non superavano i 60 euro di biglietto e non c'era la frenesia dell'acquisto mesi o anni prima, Wilco a Torino, Gov't Mule al Dal Verme di Milano, Dave Matthews Band al Forum di Milano. Un mio amico che ha una forma di parkinson vuole togliersi lo sfizio di vedere il suo musicista preferito, Van Morrison e vola a Marbella in Spagna in un festival di musica e varie arti dove Van The Man si esibisce in un anfiteatro. Costo: 60 euro! Sarà antipatico ma è più democratico di tanti eroi.
Qui si spende 150 euro per un prato a San Siro un anno prima e poi si va in psicodramma perché il concerto viene annullato. Venghino avanti signori....c'è posto per tutti....i texani di Live Nation stappano champagne anche a colazione.

Unknown2 ha detto...

Livio. Nessuno psicodramma, Zambo, stai sereno. Se sono vicino ai 70, still alive and (almost) well, è anche xchè so ben pesare l'importanza delle cose della vita. L'ho imparato da tempo, a mie spese, come tutti.
Detto fra parentesi che qs concerto aveva x me anche dei risvolti privati che qui non interessano, e che sostanzialmente condivido le tue critiche sul Boss, trovo paradossale venga criticato x la lunghezza del set! Allora siamo proprio incontentabili!! Non ci credo, che tu non ameresti un live degli Stones di 3ore e +, non riesco a crederci!!!
Sui soldi hai, pure qua, ragione, certo. Ma i soldi suoi ognuno se li sputtana come crede, no?
Se poi ci vuoi mettere una (lodevole, x carità) motivazione ideologica... beh, credo (e parlo x me) che tale impegno, se ancora decidessi di manifestarlo, lo dedicherei a cause + serie. X la mia musica, che è stata parte importante e positiva della mia vita, non farò + rinunce, tantomeno x protesta.
E se qc pasteggia a champagne a mie spese, buon x lui.
Se un lautaro qualunque, che calcia in tribuna il rigore champions e segna un gol (al Frosinone) in 3 mesi ritiene equo pretendere 16mln(+ 16mln di tasse) l'anno, allora ci sta tutto e il contrario di.
X il boss sono "gli spiccioli che ieri non avevi mai\E il tempo andato fermalo se puoi".

Zambo ha detto...

Mi spiace Livio che tu l abbia preso sul personale, il mio era un discorso in generale. Sui calciatori lascerei perdere perché sappiamo la vergogna ma non paragonerei il rock n roll, almeno come l ho vissuto, col mondo del calcio. Per quanto riguarda la durata dei concerti gli Stones e tanti altri sanno che a 70/80 anni bastano 2 h per scatenare le emozioni, e 4 h con la camicia strapazzato alla Allegri è più che altro esibizione di una gioventù posticcia , che poi ti viene il mal di gola

Armando Chiechi ha detto...

Lucidissima riflessione Bob...in cui riassumi quello che si è detto facendo il punto. Anche io come te non fumo ( ho smesso nel 2004) ma adoro bere nella giusta misura birra , vino e qualche volta i super alcolici, senza più azzardare, perché sono salvo per una sfacciata fortuna e reduce da un'incidente automobilistico che mi sorprese durante un colpo di sonno alla guida nel lontano 26 Luglio del 1987. Rientravo da una nottata in cui avevamo alzato un po' il gomito e mischiato fumo ed alcool. Ero solo alla guida e poco prima di rientrare a casa i miei occhi si chiusero mentre sul car stereo andava il Tom Petty di " Let me Up..."e Jammin' me riprendeva dall'inizio la sua corsa...ricordo il botto, una polo insanguinata e la polizia che per puro caso si trovava nei paraggi e mi soccorse portandomi d'urgenza al pronto soccorso e poi in sala operatoria. Da quel giorno niente più cazzate... però è rimasto per fortuna tutto l'amore per la musica, i libri,film, viaggi e tutte le passioni che ci accomunano. È bello poterlo raccontare e dire di esser vivo. Sarà inoltre sempre un diverso modo di ricordarmi di Petty ed anche se quell'album non sarà il suo migliore in assoluto, per me riverstira' sempre un forte significato...e perdonatemi per questa parentesi...

Unknown2 ha detto...

Livio. Nulla di personale neanche da parte mia, ovvio. E resto della mia idea: se prenoto 6mesi prima, posto a sedere numerato, prezzo consistente, preferisco sempre 3ore di concerto agli striminziti 90minuti che sembrano essere il leit motiv odierno. Grato al performer che x darmi qs piacere mette in gioco anche la sua salute, con tutti i rischi connessi, compreso lo svolgimento stesso dell'evento, che se possibile verrà riproposto e se no rimborsato. Con la piratesca detrazione dei "diritti(???) di prevendita" e quant'altro si inventeranno i farabutti di turno. E qui siamo tutti d'accordo: hurrà x i giudici americani, che hanno condannato xfino trump, incuranti della vicinanza delle elezioni, come lamenta invece qc qui da noi x un caso tutto e tipicamente italiano.
In conclusione: che prezzo ha un'emozione? Semplice: quello che gli diamo noi stessi. Se chi vende è convinto di essere furbo, ma chi compra è felice di aderire, dove sta il problema? Mentre gli inquirenti USA(gli italiani che fanno?) indagano, naturalmente, e se la legge è stata violata: a ciascuno il suo (unicuique suum, citando Sciascia che cita l'Osservatore Romano)...

bobrock ha detto...

Mi piace quando raccontate di voi . Armando lassù nel cielo qualcuno ti ha voluto bene . Evito di farvi elenchi di conoscenti e amici a cui le cose sono andate diversamente. Anche a me piace bere e proprio in virtù di una spiccata sensibilità verso il whisky sono attentissimo a centellinarlo e a non diventarne dipendente. Ci sono stati in particolare un paio di ritorni a casa in condizioni bordeline che mi fecero rinsavire e riportarmi su consumi moderati.
Comunque jammim me é un brano troppo figo 😎 quanto meno stavi ascoltando una canzone veramente travolgente.
Mentre per tutti quelli come me e Livio che dovevano partecipare alla festa del santo patrono dovremo metterci l’anima in pace e aspettare un anno pregando che lui sia vivo ….. e noi pure ( never say never.)😂😂😂
Che prezzo ha una emozione mi piace molto . Livio se non hai depositato il copyright vorrei utilizzarla .
Martedì volo a Manchester dove anche lì l’ho preso parzialmente nel culo . Doveva esserci il combo Steely Dan ( che adoro) Eagles
Ma Donal Fagen ha dato forfait e verranno rimpiazzati dai Doobie Brothers già visti live e che non possono competere con i primi.
Poi vabbè calano le aquile con il loro spettacolo perfetto . ( forse anche troppo )
Quanto costa l’emozione di Manchester? Uno sproposito e per decenza non ve lo dico. Anzi vi dico che i posti in platea sotto il palco ( non i miei quindi ) costano più di 600 sterline 😂😂😂però secondo me sono comprese anche due strisce di bamba 😂😂😂

Armando Chiechi ha detto...

Wow...Bob, gli Steely Dan li adoro ed è un vero peccato che generalmente se ne parli poco. Hanno prodotto della grande musica con il pregio di fartela fruire come fosse easy listening, quando dietro si nascondevano architetture complesse. Non ho mai approfondito i loro testi seppur pare fossero al vetriolo. Gli Eagles sono stati la band dei miei tredici anni insieme a Jackson Browne ed un modo per aprirmi le porte di quella West Coast che avrei adorato in tutte le sue declinazioni, incluso i suoni acidi della Frisco psichedelica. Se dovessi ripensarci oggi salverei il loro lato country rock,con Desperado come massima espressione della loro musica,ma concordo con il tuo sentire e provare un certo " fastidio" quando live si replica con un copia ed incolla il tuo lavoro in studio. Insomma quella scuola di pensiero...che mi ricorda lo stesso metodo usato dai Pink Floyd....ad ogni modo facci sapere ed aggiornaci. Un abbraccio...

Unknown2 ha detto...

Livio. Ciao Bob, grazie sempre di farci partecipi delle tue avventure rock. Anch'io apprezzo gli Eagles, quasi tutta la loro produzione, direi. Erano tanto perfetti da far quasi rabbia. E se non le arricchiscono dal vivo... provate voi a migliorare Hotel California, eh?... La suoneria del mio telefono è Already Gone: Bob mi dirà se l'avranno fatta a Manchester.
D'altronde mi pare che ormai on stage si azzardi davvero pochissimo. Scalette fotocopia sera dopo sera, con la giustificazione che così si offre al pubblico (stra)pagante uno spettacolo il + possibile perfetto (Nils Lofgren dixit). Perfetto forse, ma terribilmente asettico, dico io...
Armando: io la vedo in positivo. Se tu non avessi avuto su Tom Petty ma, che so, Abba, Madonna, o altro che x rispetto di qs blog nn nomino, magari non saresti qui a raccontarcela! Wiwa sempre e x sempre il seminole biondo

Marco ha detto...

Mi spiace dovervi dare questa notizia ma l'ho appena appresa: Paolo Carù è stato trovato morto questa mattina a casa sua...
Giornata bruttissima per la nostra musica.

Armando Chiechi ha detto...

Ho da poco letto un post del nostro Mauro in rete. Tristissimo momento per tutti gli amanti della musica e soprattutto di quella che attraverso la sua rivista ed il suo negozio ha divulgato. Certamente e al pari di altri frequentatori di questo blog , nonché del Buscadero, non è che Paolo fosse il mio preferito ma è innegabile il suo contributo per quel che ha fatto per la nostra amata musica. Certamente non deve essere stato facile,ma se tanto la rivista quanto il negozio sono ancora qui, ci deve essere un valido motivo. Un' altro tassello della nostra vita se ne va, fragile mosaico dal cuore palpitante a suon di Rock 'N' Roll !!

Armando Chiechi ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
corrado ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
corrado ha detto...

Sono molto rattristato dalla notizia della morte di Paolo Carù.
Non lo conoscevo personalmente, ma averlo letto dai primordi, prima sul Mucchio, poi sul Buscadero (con polemiche annesse fra i due giornali) me lo ha fatto sempre sentire "uno di famiglia", pur non apprezzando sempre la sua linea editoriale.
Un pezzo della nostra vita, nel bene e nel male, che se ne va

Unknown2 ha detto...

Livio. Ma porca miseria..... se ne vanno tutti!
Neanch'io ero un suo grande fan, devo ammetterlo, ma spero adesso sia lassù, a intervistare senza limiti di tempo Jerry Garcia, e Jimmy Buffett, e tutti i musicisti che + amava.
Che tristezza